Mandato di Arresto Internazionale per Netanyahu e Gallant. Wikipedia: a Gaza è Gen*cidi*. Nuova Strage a Gaza.
21 Novembre 2024
Lascia il tuo commentoMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione due elementi interessanti in tema di Medio Oriente, e della striscia di Gaza in particolare. Il primo è un articolo pubblicato dal Quotidiano Nazionale, che ringraziamo per la cortesia:
Gaza: è “genocidio”. La sentenza di Wikipedia
La più grande e libera enciclopedia online aggiunge la Striscia alla lista: “Il dibattito è aperto, ma Israele è accusata da esperti, governi e agenzie Onu”
Roma, 20 novembre 2024 – “List of genocides” – la lista dei genocidi. È il nome della pagina Wikipedia che include “tutti gli eventi che sono stati classificati come genocidio da studi accademici significativi”. E adesso, in cima alla lista, è apparso anche il genocidio di Gaza. Accanto alla voce si legge: “Israele è stata accusata da esperti, governi, agenzie ONU e organizzazioni non governative di aver compiuto un genocidio contro la popolazione palestinese durante l’invasione e il bombardamento di Gaza. Entro marzo 2024, dopo cinque mesi di attacchi, le azioni militari israeliane avevano provocato la morte di oltre 31.500 palestinesi – un abitante di Gaza ogni 75 – con una media di 195 uccisioni al giorno, e quasi 40.000 decessi confermati a luglio. La maggior parte delle vittime sono civili, tra cui oltre 25.000 donne e bambini. Migliaia di altri cadaveri sono sotto le macerie degli edifici distrutti. Entro marzo 2024, 374 operatori sanitari e e 108 giornalisti a Gaza erano stati uccisi”.
Come spiega nel dettaglio il Jewish Journal, la discussione tra gli editor di Wikipedia riguardo l’opportunità di aggiungere il genocidio di Gaza all’elenco era iniziata lo scorso luglio, quando la pagina dal titolo “Accuse di genocidio nell’attacco israeliano a Gaza del 2023” era stata rinominata “Genocidio di Gaza”. Per gli editor a favore, l’inserimento degli eventi in corso da un anno nella Striscia è naturale e risponde ai criteri di inclusione nella lista per “atti riconosciuti in ambito accademico come genocidi”. Altri genocidi presenti nell’elenco sono considerati “controversi”, come il genocidio dei Rohingya e quello del Darfur, ma “data l’esistenza di diverse definizioni di genocidio, la pagina comprende eventi attorno ai quali il dibattito accademico è ancora in corso e non solo quelli sui quali si è raggiunto consenso in merito alla definizione di genocidio”, si legge nell’introduzione alla lista.
Gli editor che si sono opposti all’inclusione sostengono che l’accusa di genocidio contro Israele è troppo ampiamente contestata per essere citata con una voce neutrale nella pagina, soprattutto dato che la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja non ha ancora espresso un verdetto in merito. La CIG infatti, in un parere espresso il 19 luglio 2024, ha affermato che le politiche e le pratiche adottate da Israele nei territori palestinesi occupati violano il diritto internazionale e devono cessare il più rapidamente possibile, senza utilizzare il termine “genocidio”. Ma il 26 gennaio scorso, aveva dichiarato “fondata” e “plausibile” l’accusa di genocidio avanzata nei confronti di Israele da una delegazione legale del Sudafrica.
La discussione sull’utilizzo del termine “genocidio” per definire le azioni di Israele a Gaza si è accesa molto presto. Lo scorso febbraio, alla cerimonia degli Oscar, il regista britannico di origine ebraica Johnatan Glazer, in occasione della premiazione de La zona di interesse come miglior film internazionale, aveva dichiarato: “Tutto ciò che abbiamo messo in scena serve a confrontarsi con il presente. Rifiutiamo che la nostra ebraicità e l’Olocausto servano da giustificazione per un’occupazione che ha portato al conflitto così tante persone innocenti”. Glazer non ha usato il termine “genocidio”, ma è stato comunque investito da un’ondata di disapprovazione e critica da parte della comunità ebraica di Hollywood, che ha trasformato il suo film in un caso politico.
La stessa cosa è successa a Ghali, che nello stesso periodo sul palco di Sanremo ha detto “Stop al genocidio”. La polemica del caso non sembra risparmiare nessuno: nemmeno il Papa, da qualche giorno al centro della questione per aver scritto nel suo libro che “A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio”.
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Il secondo elemento è questa notizia dell’ANSA, che ringraziamo:
La Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant nell’ambito della guerra a Gaza.
La Camera ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e Gallant “per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto”, riferisce una nota parlando di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”.
Almeno 66 persone, la maggior parte donne e bambini, sono rimaste uccise e più di 100 ferite in un attacco aereo israeliano avvenuto all’alba nel nord di Gaza. Lo riferiscono Al Jazeera e l’agenzia di stampa palestinese Wafa.
L’attacco ha distrutto un intero isolato residenziale, vicino all’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia in quello che la Wafa ha descritto come un “orribile massacro”. Molte persone sono ancora disperse, secondo la Protezione civile di Gaza.
Almeno 22 persone sono rimaste uccise stamane in un altro attacco israeliano, questa volta a Gaza City. Lo riferisce Al Jazeera. Secondo quanto si apprende, il raid ha colpito un edificio a più piani nel quartiere di Sheikh Radwan, riducendolo in macerie: 22 i morti accertati finora, afferma l’emittente qatariota.
Secondo il dottor Hussam Abu Safia, direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, la maggior parte delle vittime dormiva al momento dell’attacco. “È arrivato un numero molto elevato di vittime e ci sono ancora molti corpi da recuperare. Si tratta soprattutto di bambini e donne”, ha detto, riferisce al Jazeera. “La situazione è onestamente molto grave. Non riusciamo a far fronte all’enorme numero di feriti e vittime che sono arrivati all’ospedale Kamal Adwan”, ha proseguito. Il pediatra ha affermato che il raid ha colpito un intero isolato residenziale vicino a Kamal Adwan, distruggendo almeno 5 abitazioni, e che il personale dell’ospedale era sul posto per recuperare i corpi e salvare le persone rimaste intrappolate sotto i detriti. “Stiamo già operando a corto di risorse, la maggior parte del nostro personale è ora impegnata a soccorrere i feriti sul posto a causa della mancanza di ambulanze”, ha aggiunto.
E’ salito a 68 morti il bilancio degli attacchi israeliani di ieri contro gruppi filo-iraniani nella città di Palmira, nella Siria centrale. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh). Le vittime comprendono 42 combattenti filo-iraniani e 26 stranieri, la maggior parte dei quali iracheni del gruppo Al-Noujaba, ma anche quattro membri degli Hezbollah libanesi, riferisce la stessa Ong.
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Tag: gallant, gaza, genocidio, netanyahu, wikipedia
Categoria: Generale