Fede e Fluidità. Se il Convegno è Problematico, l’Intervista ancora di più. Lettera di Protesta al Direttore del Seminario.

                                      Vi inoltro la mail inviata ieri a don Federico Pichetto, direttore della scuola di teologia per laici e catechisti della diocesi di Chiavari, e Vi allego l’articolo in questione. E’ evidente non solo l’abnorme titolo di “Fede e fluidità”, ma che in una scuola di quel tipo semmai l’argomento vada trattato nell’ambito di una presentazione della dottrina cattolica sull’omosessualità come esposta nel Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, senza scomodare dubbi “esperti” quali lo psicologo Spaccarotella (nomen omen!).

Dedicare al quel tema, enfatizzato e “asserito” molto richiesto dai giovani,  ben quattro incontri con dubbi “esperti” e con l’impostazione che emerge dall’articolo e dall’intervista con quel sacerdote, è una evidente ossessione di dover adeguarsi all’ideologia gender cara al “pensiero unico” che, come ripetuto dallo stesso papa Francesco, rappresenta una “colonizzazione delle coscienze”. Ma quel sacerdote e i suoi sodali, della Sacra Scrittura, del Catechismo e degli stessi interventi di papa Francesco operano un opportunistico “taglia e cuci” a cui è nostro dovere resistere.

Non praevalebunt! Cristo regni!

Un caro saluto

Paolo Macciò

Egr. sac. Federico Pichetto,

                                            mi riferisco all’articolo comparso oggi sul Secolo XIX – edizione Levante a pag. 31 dal titolo “Fede e fluidità” dove, con ovvia prevedibile enfasi, si da conto dei 4 incontri sul tema in oggetto appena conclusi alla scuola di formazione teologica della diocesi di Chiavari (di cui Ella è direttore), dedicati a laici e catechisti.  Argomento ovviamente ritenuto prioritario e cruciale (sic!). Articolo ove compare una lunga intervista alla S.V. e ove si parla di visioni differenti da parte dei “conservatori”.

Io sono un cattolico per certi aspetti “tradizionalista” e per certi altri “progressista”, ma – come dev’essere per tutti i cattolici – ritengo dirimente il Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica (edizione 1992, edizione definitiva 1998) promulgato da un certo San Giovanni Paolo II, modificato a quanto mi risulta solo laddove si ammetteva la liceità della pena di morte come extrema ratio. Per quanto riguarda la posizione della Chiesa verso l’omosessualità, in esso si dichiara che chi ha questa tendenza va accolto nella comunità ecclesiale con disponibilità e comprensione. Chi invece la pratica compie atti moralmente disordinati. Non si può enfatizzare la prima dichiarazione e minimizzare o peggio silenziare la seconda.

Ella è un cultore della storia della filosofia, ricordo le sue interessanti conferenze anni fa su Telepace. Pertanto conoscerà la logica aristotelica, per la quale l’interpretazione di un testo non può arrivare sino a sostenere il suo contrario! Questo vale ovviamente anche per il testo di San Paolo sull’immoralità e in esso dell’omosessualità in Romani  1, 18-32, testo che fa parte della Divina Rivelazione. Oltre Aristotele, un certo Gesù Cristo ha detto perentoriamente (e non diversamente interpretabile!): “sia il vostro linguaggio sì, sì, no, no. Il resto viene dal Maligno”.

Qualcuno ha detto che la Chiesa non può cambiare la dottrina sull’omosessualità, perché spaccherebbe la Chiesa (non perché non ne ha affatto la facolta!). Pertanto si ricorre al tipico vizio ecclesiastico modernista di tentare di cambiare la dottrina in modo surrettizio, cambiando la pastorale. Comportamento teologicamente e anche pastoralmente errato, subdolo e deleterio.

Vivi ringraziamenti per la Sua cortese attenzione e distinti saluti

Cristo Regni!

Dott. Paolo Macciò