La guerra del Führer alla Chiesa e ai cattolici, di Francesco Agnoli. 21 Novembre a Roma.
14 Novembre 2024
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Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, nei prossimi giorni Francesco Agnoli presenterà a Roma il suo libro, “La guerra del Fuehrer alla Chiesa e ai cattolici”.
Qui sotto trovate qualche riga su Himmler, e il rapporto fra nazismo e il mito della Natura:
L’animale, ricordano sulla loro rivista le SS, “è effettivamente ai nostri occhi un piccolo fratello e la nostra sensibilità reputa che un’aggressione rivolta contro un uomo che può ancora difendersi sia moralmente più accettabile di ogni crudeltà verso una bestia indifesa”[1].
La concezione nazista chiama l’uomo a seguire la Natura, praticando per esempio il nudismo, come culto del corpo, contro l’idea cristiana del pudore e della verecondia: “L’uomo deve ritrovarsi nudo, sano… santo e puro come la natura ci ha creati”.
Il corpo, la sessualità vanno liberati dall’oppressiva morale cattolica, contrastando la monogamia, “opera satanica” che blocca la vitalità dell’uomo ariano: molto più naturale e corrispondente alle leggi della natura, come tra gli antichi pagani, come tra gli animali, che hanno le stagioni dell’amore, la poligamia!
Il nazismo è “biologia applicata”, una religione della Natura, dell’animalità, del corpo, dell’istinto: cosa c’è di più “naturale”, e quindi di “scientifico”, dell’istinto, e di più artificioso della coscienza, questa invenzione degli ebrei, dei cristiani, e, nel mondo antico, solo dei brutti e pervertiti come Socrate?
Nella Natura bisogna immergersi: trarre dalla nuda terra le forze che si sprigionano da essa, captare gli influssi degli astri e il magnetismo terrestre, ascoltare i sogni, preferire le cure naturali, l’omeopatia, i bagni di fieno, le erbe medicinali, a cui gli antichi attribuivano giustamente virtù curative magiche, piuttosto che ricorrere alla medicina cervellotica ed intellettualistica moderna, figlia, anch’essa, dell’innaturalità ebraica e cristiana.
Per vivere bene, in pace, in armonia, come gli antichi ariani, sapendo così di contribuire non ad una presunta vita ultraterrena, ma all’eternità della razza, occorre seguire l’istinto biologico, non la legge, imposta dal Dio asiatico, da Mosè, eminente rappresentante della razza impura.
Controllare gli istinti, sottoporli alla ragione, alle Leggi di Dio, è innaturale, e porta ad odiare il corpo, questo mondo, e a rifugiarsi nell’aldilà. Porta a non riconoscere l’evidenza biologica, cioè l’esistenza, in Natura, della legge del più forte!
Per Himmler e le SS i cristiani vivono, come per Marx, un’alienazione, e questo soprattutto perché hanno un concetto tipicamente servile, quello del peccato.
L’idea di peccato è quanto di più degradante si possa immaginare: l’uomo germanico, razzialmente puro, non ha altro dio che se stesso, la natura, il suo popolo.
Vive felice perché sa di essere solo parte della Natura, e null’altro; perché non prova sensi di colpa, non deve prostrarsi in ginocchio davanti a nessun Dio, non è succube di nessun “dogmatismo”, non è costretto dalle maglie della monogamia, non è prostrato dall’umiltà, dal senso del dovere, non è umiliato da una religione che impone il perdono o di curare i malriusciti.
Perdonare, curare chi dovrebbe morire, significa andare “contro natura”: gli animali hanno forse il perdono? Costruiscono forse ospedali o si affidano, molto più “scientificamente”, alla legge biologica della selezione naturale?
Per Himmler bisogna liberarsi del peso della tradizione cristiana, e tornare agli avi germanici: “Molto meglio essere pagani che cristiani. Molto meglio adorare le entità tangibilmente presenti nella natura e quelle degli antenati che non una divinità invisibile e i suoi fasulli rappresentanti in terra, poiché un popolo che onora i propri antenati e cerca di onorare se stesso darà sempre vita a nuovi figli e perciò vivrà in eterno”. E ancora: “Il nostro cristianesimo è fortemente imbevuto di giudaismo. Una religione che parte dal principio che si debbono amare i propri nemici, che non si abbia il diritto di uccidere e che si debba porgere la guancia sinistra dopo che si è ricevuto un colpo su quella destra non può professarsi come dottrina di difesa virile della patria… La sua attività è un tradimento”.
[1] Per l’ideologia di Himmler e delle SS si veda soprattutto Johann Chapoutot, La legge del sangue; inoltre J. Fest, Il volto del Terzo Reich, op. cit., p. 180-197.
A questo collegamento potete trovare una recensione dell’opera
Buona lettura e condivisione.
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