I vedovi e le Vedove Inconsolabili della Vittoria di Trump. Vincenzo Fedele.
14 Novembre 2024
1 CommentoMarco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni ironiche sulla vittoria di Donald Trump. Buona lettura e diffusione.
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HA VINTO TRUMP ? HA VINTO TRUMP !
Sembra che abbia vinto Trump e molti, ad oltre una settimana dal voto, ancora non se ne capacitano.
Il mattino dopo il voto vedevo solo facce funeree su tutti i canali, giornalisti con la morte in faccia. Era di certo accaduto qualcosa di molto grave.
Infatti: Trump aveva vinto
Repubblica, a mezzanotte della notte fatidica dello spoglio, aveva già proclamato a tutta pagina la vittoria della Kamala: HA VINTO LA HARRIS con editoriale di Romagnoli al seguito. Poi qualcuno ha spiegato loro che la realtà è un’altra cosa.
Ecco: è molto istruttivo seguire i ragionamenti ed i commenti in auge.
In giro vedo due atteggiamenti preponderanti: lo shock che ancora sussiste in molti ad una settimana dal voto e le analisi, molte basate sul nulla, di quanti si sono già ripresi dallo shock e spiegano a noi, adesso, quello che loro non avevano capito prima.
C’è, inoltre, una comune e chiara linea di fondo: il popolo ha votato Trump perché non ha capito quello che tutti i media, giornali, penne e tastiere hanno spiegato sulla Harris.
Trump aveva anche subìto un attentato. Nessun potere occulto voleva eliminarlo, ci hanno spiegato, era il segno che non era proprio ben visto dal popolo. Biden invece era al massimo delle sue performance e lo si vedeva “benissimo”. Lo aveva testimoniato anche la Meloni, durante il G7 pugliese, dichiarando che l’aveva visto “benissimo” mentre andava a riprenderlo in una delle sue escursioni fantasiose. Per amore dell’America aveva accettato di farsi da parte promuovendo il nuovo che avanza e dando a tutti un segnale su come votare al meglio. Sia Biden che la Harris si erano presentati in versione libro Cuore, mentre Trump ci era sempre mostrato con il volto truce e accigliato. Ma niente. Non si è capito.
Qualcuno ha iniziato a chiedersi come mai e, se ci rifletti e leggi bene, le risposte arrivano.
Michele Serra, ad esempio, ha capito tutto e ci ha illuminati: Trump è un capo patologico ed il suo elettorato è così composto: metà non è in grado di accorgersene e l’altra metà è patologica a sua volta e lo vota per questo.
I social sono diventati una fogna e “Senza regole per i social nessuna democrazia è più possibile” è invece la spiegazione che ci arriva da Roberto Saviano che, però, funziona a fasi alterne. Quando vinse Obama era entusiasta dell’uso innovativo fatto tramite i social. Quando perse la Clinton, i social avevano già perso la loro spinta innovativa. Con Biden trovarono una nuova forza propulsiva, alimentata anche dalle carriole che portavano nottetempo le schede votate ai seggi. Ed oggi siamo all’epilogo. Adesso siamo alla “fogna social”. Dobbiamo aggiornarci di continuo. Eravamo in ambasce perché Saviano voleva andar via dall’Italia, dopo la vittoria del centro destra. Adesso dovrà vendere anche il suo attico a New York e cercare altrove. Poveruomo !
Rula Jebreal, pochi la conoscono ma esiste anche lei, ha parlato apertamente di presunte minacce con ben 32 (numero preciso quanto inconsistente) bombe ai seggi elettorali. Si è dimenticata però di dire che erano bombe intelligenti, visto che hanno eliminato gli elettori della Harris ma non quelli di Trump.
La Lilly Gruber era fra quelle più affrante e deluse, ma invece di sottoporsi a terapia intensiva di gruppo si è data alla corsa ed alla ginnastica. Proprio durante la corsetta a Villa Borghese è stata derubata. Sarà stato qualche fascista, qualche russo di passaggio o qualche immigrato clandestino. Non si sa, ma forse la Gruber lo sa, visto che è stata folgorata sulla strada per il footing. Dopo il fattaccio ha infatti detto in diretta che “È evidente che le porte aperte a tutti non se le può più permettere nessuno da tanti punti di vista diversi”.
E’ proprio vero che le vie del Signore sono infinite. Se si scoprirà che il ladro è italiano tornerà a prendersela con la polizia, che le viene anche meglio. Se fosse un immigrato, e se fosse catturato, non corre comunque pericoli. Ci sarà comunque qualche magistrato pronto a giurare che loro non sanno che da noi è vietato rubare telefonini, portafogli e chiavi di casa come hanno anche le idee poco chiare su stupri o aggressioni. Non è che possiamo condannarli se non conoscono le nostre leggi. La colpa è nostra che facciamo poca accoglienza.
Tornando a Trump si vede che Antonio Polito, penna di punta del Corriere della Sera e voce di Porta a Porta, si è ripreso subito ed è salito in cattedra a spiegarci perché Trump ha vinto, dopo qualche mese trascorso a spiegarci perché Trump avrebbe perso. Per Polito, Trump ha vinto perché “ha parlato la lingua dell’ottimismo”. Che genio incompreso. Nessuno ci aveva pensato. L’hanno preso per i fondelli per oltre un anno ridicolizzandolo sul MAGA ed ora invece ci ha pure azzeccato. Polito è bravissimo a fare analisi tanto approfondite ed originali. Fra un po’ ci comunicherà anche la ricetta per fare l’acqua tiepida. Grazie di esistere.
Tornando ai social, comunque, si è già passati al contrattacco e si segnala che sono già trascorse le 24 ore promesse da Trump come termine per porre fine alla guerra in Ucraina e niente ancora è stato fatto. Qualcuno ha ricordato che Trump si insedierà soltanto il 20 Gennaio, ma ovviamente non ha convinto nessuno. Le promesse vanno mantenute a prescindere.
Qualcuno dice che gli influencer non hanno influenzato. Qui, però, dovrebbero aggiornarsi loro. Noi ce ne eravamo già accorti da oltre un anno, Ferragnez docet, che molte volte le influencer influenzano al contrario. Taylor Swift avrebbe spostato 8 milioni di voti. Non si è capito in quale direzione, ma non puoi disconoscere che ha influenzato. Tutti si sono identificati con lei ed il suo stile sobrio e convincente anche nell’abbigliamento. La madre di famiglia che deve decidere se pagare la rata del prestito o dare da mangiare ai figli, il lavoratore licenziato, quello sottopagato, gli stessi immigrati, anche quelli irregolari braccati dalla polizia. Siamo tutti Taylor Swift. Ottima testimonial.
Sembra che anche George Clooney sia tra i capri espiatori della mancata vittoria della Harris. Lui, con il suo articolo di Luglio sul New York Times, aveva spinto Biden a ritirarsi. Sembra anche che Clooney se la sia presa a male nel vedersi additato fra gli autori della catastrofe e si ritirerà dalla politica, dopo una vita, e molti soldini, spesi a favore dei democratici. Dopo i tanti attori, registi, cantanti, nani e ballerine nostrane, anche di la dall’oceano qualcosa inizia a muoversi. Speriamo non prenda esempio da Saviano.
Biden, però, era stato chiaro, i votanti di Trump sono spazzatura. Un po’ quello sostenuto, con più poesia, da Michele Serra. E’ la democrazia, bellezza: chiunque ti vota contro è spazzatura o demente. Accade in Venezuela come in Georgia, sia quella che confina con la Russia che quella del sud degli USA. In Moldavia invece no. Da noi accade pure e ce lo spiegano ogni giorno dai monitor i vari Mentana, Gruber, Fazio, Floris, Scanzi. Ma anche noi siamo duri di comprendonio.
Gianni Riotta ci ha anche spiegato che Vance, il vice di Trump, è addirittura uno “ostile alle guerre” e, orrore degli orrori, è anche “convertito alla fede cattolica”. Ma gli americani niente. Dura cervice.
De resto chi vuole capire capisce e ognuno capisce ciò che vuole.
Hanno candidato anche una donna di colore, sperando che facesse colore. Invece niente. Le donne non hanno neanche capito che sono un classe sociale e che dovevano votare Harris in quanto donna. Da noi, per la Meloni, questo ragionamento non vale, ma è un’altra storia. Forse le si vedono troppo i testicoli, come si diceva per Golda Meir. Forse sarebbe utile contrapporle un’altra donna, invece hanno scelto la Elly Schlein.
Coloro che hanno già realizzato la sconfitta sono subito corsi ai ripari. Nelle scuole americane hanno subito istituito sedute psichiatriche per gli studenti depressi che non si capacitano che la Harris abbia perso. In molte università hanno sospeso le lezioni per dar tempo agli studenti di riprendersi. Hanno creato spazi appositi e “sicuri” per riprendersi dalle delusioni elettorali e, dove hanno continuato, gli esami non hanno fatto testo perché lo shock subito poteva inficiare i risultati. Le università dovrebbero preparare per le traversie della vita. Negli USA non preparano neanche per riflettere su una votazione. Questa è la classe dirigente USA di domani.
Intanto si portano avanti con il lavoro e, in attesa di contestare gli uomini di Trump, le proposte di Trump, le decisioni di Trump, contestano Trump dal giorno successivo alle elezioni con marce, manifestazioni e qualche scontro con la polizia. Visto che Trump non aveva ancora fatto nulla, se non ringraziare gli elettori, i nomi dei nuovi ministri vengono fuori adesso, il dissenso era contro le elezioni e gli elettori. Ottima scelta democratica.
Per me rimarrà memorabile uno dei commenti di Alan Friedman da Bruno Vespa la notte delle elezioni ai primi dati favorevoli a Trump: Si deve vedere se i dati arrivano dalle zone rurali poco acculturate o dai centri cittadini fatti di gente emancipata e consapevole – cito a memoria. Un razzismo feroce e inconsapevole. Un razzismo che ti esce dal profondo e viene fuori incontrollato. Un razzismo che nessuno bolla come tale, tanto è assurdo e viscerale nella sua ovvietà di classe superiore ed eletta. Sia Lenin che Hitler avrebbero molto da imparare.
Il voto dei centri rurali è quello espresso dalle famiglie che devono arrivare a fine mese, che vedono il proprio reddito mangiato dall’inflazione, che hanno paura ad uscire di casa la sera, che non vedono un futuro.
Dal centro di New York arrivano i voti di coloro che si lasciano trascinare dalle cosce e paillettes della Taylor Swift, che fabbricano i soldi dai soldi e non li guadagnano con il lavoro o l’inventiva pratica, che vivono per sentito dire. Si perde il contatto con la realtà e poi ci si chiede perché si perde alle urne.
Intanto chi si è ripreso dallo shock si è subito rimesso al lavoro e, in attesa di cose serie, spara le cartucce che passa il suggeritore. La più terribile è questa: nel primo discorso dopo le elezioni Trump non ha trovato di meglio che fare pubblicità al libro della moglie Melanie. Roba da galera a vita. Peccato che il popolo abbia già votato altrimenti con uno scoop del genere Trump era seppellito per sempre.
Purtroppo il poco di buonumore che ho cercato di cavare dalle rape disponibili, che rape rimangono, è un sorriso amaro. Veramente le truppe cammellate sono già al lavoro e quelli delle manifestazioni di piazza sono i più innocui. Se veramente Trump vuole mettere mano ai vari dossier COVID, (che Robert Kennedy da anni denuncia), Hunter Biden e gli intrighi in Ucraina, i veri retroscena del Russia Gate in cui, oltre Biden, sono coinvolti anche Obama i Clinton ed altri, se vuole scoperchiare e desecretare il letamaio di Epstein con i ricatti e le connivenze fin dentro lo studio ovale di Clinton, se vuole spingere su chi sta già indagando sull’altro ricattatore pedofilo Puff Diddy il Deep State non può permetterselo. Accadrà qualcosa e qualcosa di grave.
Tutti i vertici saranno azzerati, dopo il 20 Gennaio: CIA, FBI, NSA, Ministero della Giustizia ecc. Ma, a parte che ogni meccanismo ha le proprie inerzie per riavviarsi, al 20 Gennaio mancano oltre due mesi. Accadrà di tutto.
Vincenzo Fedele
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Categoria: Generale
A corollario di questo articolo e della “virtuosa” e indipendente oggettività dei giornalisti:
” Il lavoro di giornalista è quello di distruggere la verità, di mentire spudoratamente, di corrompere, di diffamare, di scodinzolare ai piedi della ricchezza e di vendere il proprio paese e la sua gente per il suo pane quotidiano.
Lo sapete voi e lo so pure io!
E allora, che pazzia è mai questa di di parlare di una stampa indipendente?? Noi siamo arnesi e vassalli di uomini ricchi che restano dietro le quinte. Noi siamo i burattini, loro tirano i fili e noi balliamo. I nostri talenti, le nostre possibilità, la nostra vita sono tutte proprietà di altri.
Noi siamo delle prostitute intellettuali. ”
(John Swinton- giornalista- nel suo discorso di commiato
dal New York Sun, nell’anno di grazia 1883).