di Agata Iacono
Il rappresentante sindacale dei lavoratori della logistica dell’ aeroporto civile, sottolineo CIVILE, di Montichiari (Brescia), Luigi Borrelli, ha denunciato pubblicamente, in una conferenza stampa, ripetuti e costanti movimenti di carico e scarico di materiale bellico all’interno dello scalo bresciano. Borrelli ha iniziato a giugno a rilasciare dichiarazioni in merito a questa gravissima attività irregolare. Risultato? La società aeroportuale GDA Handling ha emesso nei suoi confronti prima una contestazione, quindi un provvedimento disciplinare: 6 giorni di sospensione per il lavoratore sindacalista, che rischia il licenziamento.
L’aeroporto di Montichiari è poco noto, ma molto importante in Lombardia per la logistica e lo smistamento della corrispondenza e degli acquisti online. Ma, da qualche tempo, arrivano e partono “pacchi strani”, che i lavoratori della logistica aeroportuale devono scaricare in luoghi isolati e con inusuali misure precauzionali, senza però essere avvisati della natura del pericolo, senza prevenzione e formazione atte a maneggiare materiale bellico.
Luigi Borrelli, quale rappresentante eletto a livello sindacale nella RSU, ha chiesto ripetutamente da mesi informazioni alla società Gda Handling, denunciando il traffico di armamenti che i lavoratori maneggiano e trasportano ignari e senza alcuna sicurezza. L’azienda tace, non convoca Borrelli, non risponde alle continue sollecitazioni di alcuni quotidiani nazionali e locali, ma invia una lettera di contestazione disciplinare per “aver divulgato notizie che mettono in pericolo la sicurezza dell’aeroporto e dei lavoratori”.
È “la divulgazione” della notizia che in aeroporto i lavoratori civili maneggiano armi che mette a repentaglio la sicurezza? La divulgazione? Quindi il traffico doveva svolgersi in segreto, approfittando del silenzio della logistica in una struttura civile? La motivazione della contestazione, senza alcuna smentita della denuncia, sembra una conferma palese della sua veridicità. E Luigi Borrelli continua a denunciare: col supporto di Dario Filippini di USB, i lavoratori anche agli inizi di ottobre hanno organizzato presidi di protesta. “Non vogliamo essere complici delle guerre”, hanno scritto sui loro cartelli. Ancora silenzio dell’azienda, ma nel frattempo arrivano le interrogazioni parlamentari: AVS ne presenta due, rivolte al ministro della difesa Crosetto e al ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini. Anche il Movimento 5 Stelle presenta, direttamente alla Regione Lombardia, a firma della consigliera Pollini, che ha preso parte personalmente alle mobilitazioni dei lavoratori di Montichiari, la richiesta che i sindacati siano convocati e sentiti dalla commissione Attività Produttive della Lombardia. Ma non finisce qui: dopo la lettera di contestazione arriva, pochi giorni fa, a Borrelli la misura disciplinare: 6 giorni di sospensione.
Adesso la sospensione disciplinare del rappresentante sindacale. Domani, il licenziamento? Il mondo della logistica è il più attivo settore nella denuncia dello sfruttamento dei lavoratori, nella protesta contro le discriminazioni, nel boicottaggio del transito di armi e della cobelligeranza dell’Italia. Ma se bloccare un porto come quello di Trieste o di Genova incide direttamente su tutta l’attività economica e commerciale e i lavoratori portuali sono organizzati e consapevoli della loro forza, la stessa coscienza solidaristica è più facile da spezzare in un piccolo aeroporto perdipiù dedito principalmente alla corrispondenza. È questa condizione di fragilità che permette all’aeroporto civile bresciano di poter impunemente essere il crocevia di manovre belliche, in un territorio dove le armi si producono e dove l’Osservatorio permanente armi leggere Opal e Rete Disarmo hanno individuato l’insistere di “banche armate”.
Abbiamo contattato Luigi Borrelli, al quale abbiamo posto alcune domande. Ci ha confermato che l’azione persecutoria dell’azienda nei suoi confronti ha intimorito i lavoratori.
L’INTERVISTA
Signor Luigi Borrelli, perché secondo lei questo accanimento dell’azienda nei suoi confronti, nonostante i presidi costanti e il suo ruolo, che rappresenta la difesa della sicurezza dei lavoratori aeroportuali?
R: L’intento dell’azienda è punire me come rappresentante dei lavoratori per intimorire gli altri lavoratori che partecipano a questa protesta.
Perché è diventato un crimine denunciare un movimento costante di materiale bellico in un aeroporto civile?
Questo è un interrogativo che ci siamo posti anche noi e che abbiamo rivolto all’ azienda essendo lavoratori civili e non militari.
Ci sono state anche interrogazioni parlamentari sulla sua assurda vicenda, quali? Hanno avuto risposta?
R: Si, ci sono state interrogazioni da parte di AVS e del Movimento 5 Stelle sul fatto che un aeroporto civile faccia transitare materiale bellico mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini delle zone confinanti, ma senza alcun risultato.
Se un aeroporto civile trasporta armi è a rischio la sicurezza non solo dei lavoratori ma anche degli ignari passeggeri?
L’aeroporto a tutti gli effetti potrebbe anche diventare obiettivo sensibile?
Secondo noi l’aeroporto civile e tutto il circondario potrebbero diventare un obbiettivo sensibile se si continua su questa strada.
La sua vicenda è emblematica, cosa farete adesso? Sono previste iniziative in merito?
Continueremo con la nostra protesta in tutte le sedi, fino a quando non avremo esaustive e non termineranno queste attività.
Ci siamo occupati come l’AntiDiplomatico più volte degli scioperi della logistica, dei lavoratori portuali che a Genova come in altri porti si sono opposti al transito di materiale di morte, proteste che hanno visto ultimamente partecipare massicciamente anche il porto del Pireo ad Atene al boicottaggio dell’invio e del passaggio di strumenti di guerra. Come lavoratori aeroportuali è possibile esercitare questa modalità pacifica di boicottagio?
Il nostro intento sarebbe quello (di attivare strumenti pacifici di boicottaggio), ma purtroppo sappiamo che nostra azienda, come possiamo vedere dal provvedimento nei miei confronti, intimidisce i lavoratori. Con l’applicazione del DL 1660, la legge che trasformano in reato penale la denuncia, l’espressione di dissenso, persino la resistenza passiva, sarà sempre più difficile sapere se il treno o l’aereo che prendiamo trasporta anche armi, se siamo tutti inconsapevolmente obiettivi militari, se nel nostro quartiere, dietro la facciata di un ufficio amministrativo (come il COVI a Roma, ad esempio), non si nasconde una delle migliaia di basi operative in essere della colonia Italia…