Il Voto negli, USA e i Media Compiacenti (e non pococ Bugiardi…) a Favore della Harris. Vincenzo Fedele.
4 Novembre 2024
Lascia il tuo commentoMarco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul voto, in USA ma non solo…buona lettura e diffusione.
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Voto USA e media compiacenti
Martedì si vota negli USA per il futuro Presidente e la situazione è sconcertante, sopratutto se si pensa agli USA come al prototipo della democrazia occidentale, da esportare in tutto il mondo, ed alla forza dei media come cani da guardia dei cittadini nei confronti del poter governativo.
Da notizie ufficiali risulta che domenica aveva già votato per posta oltre il 40 % degli aventi diritto mentre il voto diretto sarà martedì.
Se consideriamo che il voto postale può essere effettuato in modo anonimo, senza alcun controllo sull’identità dell’elettore, e che il voto elettronico è fortemente sospetto di manipolazione, il rispetto della volontà dei cittadini per eleggere l’uomo più potente del mondo è a forte rischio di stravolgimento.
Se a questo si aggiunge la potenza di tutti i media posti al servizio di Kamala Harris, con lo schieramento di star e starlette del cinema e delle canzonette, con l’unica eccezione del circuito Fox e di Elon Musk, si capisce quanto la volontà popolare sia indirizzata, per non dire inculcata, in una sola direzione.
Se a questo si aggiunge la potenza economica messa in campo dai democratici, con tutto l’apparato finanziario delle lobby abortiste, sanitarie e guerrafondaie in primo piano, oltre ai vari Blackrock State Street e Vanguard, si ha un quadro delle forze in campo.
Gli stessi sondaggi sono falsificati, ma sono considerati reali. Sondaggi veramente indipendenti danno Trump in vantaggio di circa 10 punti sulla Harris, ma i media mainstream li danno testa a testa, soprattutto negli Stati chiave e indecisi.
Stravolgere quello che viene detto è ormai normale amministrazione, purché sia a favore della Kamala.
Trump viene accusato, ad esempio, di aver insultato pesantemente la Cheney, figlia di tanto padre. In realtà contro le tesi guerrafondaie della Cheney, Trump ha solo fatto riflessioni in cui, chiedendosi retoricamente se la Cheney era mai stata su un campo di battaglia, si chiedeva come avesse reagito se veramente si fosse trovata davanti ad un fucile che le sparava addosso. Questo è bastato per accusare Trump di aver minacciato di morte la Cheney. Si tramuta una figura retorica in una perentoria minaccia di morte. La frase di Trump era una palese iperbole contro la guerra, da evitare finchè è possibile, sopratutto se chi la propone e la sponsorizza, non è mai scesa in campo in mezzo al sangue ed al fango. Anche un bambino comprende benissimo i senso delle parole pronunciate, ma mai chi ha il solo scopo di attaccare e travisare quanto detto.
Alla faziosità dei giornali d’oltre oceano si aggiunge quella dei media nostrani. Anche i nostri giornaloni, con Corriere, Repubblica e Stampa in testa, tanto per fare qualche nome, si indignano all’unisono per le minacce di morte pronunciate da Trump contro la Cheney commentandole di conseguenza come se fossero vere e non bufale o fake news, come le chiamano loro.
Questo, purtroppo, è quello che accade quando la stampa smette di essere strumento di libertà e di informazione per trasformarsi in cane da guardia del potere con giornalisti che si vendono ai voleri della proprietà ed a chi c’è dietro di essa. Abbattere il nemico è la priorità dei giornalisti schierati a denigrare e pubblicare falsità pur di compiacere il potere, senza informarsi e senza informare.
Queste le premesse con cui gli Stati Uniti si stanno recando al voto. Dietro questo dispiegamento di potenza economica e mediatica, c’è anche lo spettro dei voti falsificati.
Abbiamo già accennato alla possibilità di voto senza esibire alcun documento. C’è anche la denuncia di aperta frode, fatta da Trump, su schede elettorali falsificate che girano in Pennsylvania, uno degli Stati in bilico per il voto del 5 novembre. A Lancaster, una delle Contee, il comitato elettorale ha annullato circa 2.500 schede (non ancora voti). In quella di York circa 3.000. Ma le forze dell’ordine sono intervenute solo a seguito della denuncia della possibilità di voto fraudolento.
Sembra che proprio il netto vantaggio di Trump nei sondaggi, per quanto occultato, renda la possibilità di brogli molto alta. Non sappiamo se risponda a verità, ma sembra che la Harris e il team di Obama stia già festeggiando la propria vittoria di cui sono certi al 100%. Brutto segno, se risponde a verità. Molto brutto.
Si corre il rischio che da mercoledì il contenzioso si trasferisca dalle urne nelle strade in aperta guerra civile.
Del resto il clima è talmente infuocato che il risultato sarà contestato comunque, a riprova che la democrazia da esportare in tutto il mondo è marcia sin dalle radici ed i frutti avvelenati ne sono la logica conseguenza.
In passato, quando da noi si alzavano i toni della contesa politica, si faceva sempre il paragone con quello che accadeva negli USA, dove il rispetto per l’avversario era quasi sacro.
Quello che veniva descritto come bon ton era, in realtà, il risultato di una spartizione bipartizan dove i democratici ed i repubblicani recitavano un commedia ad uso e consumo del pubblico mentre le vere politiche venivano poi decise da altri che continuavano a rimanere fuori da palcoscenico. Trump ha sparigliato le carte.
L’economista americano Jeffrey Sachs ha ultimamente fatto pesanti affermazioni su ciò che sta accadendo e che non è nell’interesse della sicurezza americana né di quella dell’occidente intero. Ha richiamato un discorso di Putin del 2017 che, in un’intervista, aveva affermato. “Sapete, ho avuto a che fare con tre presidenti americani. Arrivano al loro posto con idee. Ma poi arrivano persone in abito scuro e cravatta blu e gli raccontano come stanno veramente le cose. E di quelle idee non si sentirà mai più parlare.”
Che i burattinai siano sempre stati all’opera è risaputo. Che lo confermi uno che proviene dall’interno delle stanze del potere USA, come Sachs, ed usi le parole di Putin, pronunciate in tempi non sospetti, che conosce bene il mondo dei servizi segreti, provenendo lui stesso dal KGB e conoscendo il sistema ed i metodi della CIA, dell’NSA e del mondo oscuro che gira loro intorno e modella la politica estera americana che ci coinvolge pesantemente da 80 anni dovrebbe far rizzare i capelli. Invece nessuno divulga le preoccupazioni, nessuno indaga in merito, neanche per smentire, o si adombra per le manipolazioni che ci riguardano direttamente.
Adesso comunque i colpi bassi sono la normalità e se non ci sono si inventano. Con la differenza che nel campo della Harris c’è da inventare poco mentre per quanto riguarda Trump si usa la fantasia per stravolgere ed aggravare quello che lui dice.
Nel campo avverso lo sforzo maggiore è far tacere Biden e infatti, caso unico, il Presidente uscente non sta pronunciando un solo discorso per appoggiare la Harris e quando lo ha fatto ha procurato solo danni.
Per accusare Trump di una frase infelice pronunciata da un comico in un suo comizio, Biden ha sobriamente definito spazzatura gli elettori di Trump, con l’immediata presa di distanza della Harris. Trump non ha perso l’occasione di presentarsi al prossimo comizio su un mezzo della nettezza urbana e vestito da netturbino.
Che il Presidente in carica debba essere tacitato per non fare danni, ma si ritiene ampiamente idoneo a ricoprire la carica e decidere i destini del mondo, è l’altro ossimoro assurdo che tutti accettano in silenzio ben sapendo quanto sia etero diretto e che, ben oltre la demenza senile, non è mai stato lui a dirigere gli States.
Questi i livelli del contenzioso in corso nel centro dell’impero decadente che ci comanda ed al quale obbediamo.
Trump afferma, a sua volta di essere certo, sondaggi alla mano, di essere in forte vantaggio in tutti gli Stati in bilico e se Obama e la Harris festeggiano vuol solo dire che hanno già preso le contromisure per garantirsi il successo ed i brogli sono dietro l’angolo o sono già stati attuati.
Del resto sono sempre le elezioni degli altri ad essere sospette, sopratutto se vincono degli indesiderati. Se invece vincono i beniamini della sinistra tutto va bene.
In Venezuela è stato normale contestare le elezioni, visto che ha vinto Maduro, così come in Georgia.
In Moldavia, invece no, perché alle presidenziali di domenica ha vinto la Sandu (51 virgola a 48 virgola) ed anche al referendum è passata la mozione europeista (50 virgola contro 49 virgola). Che sia il referendum che le presidenziali siano stati vinti con il voto dei residenti in Europa non conta. Che agli oltre 500 mila moldavi residenti in Russia sia stato impedito di votare (l’ambasciata ha aperto solo due seggi per un totale di sole diecimila schede) non viene detto. Importante è sottolineare, senza prove, le interferenze di Mosca nel voto moldavo e, ancora di più, in quello georgiano mentre quelle occidentali non contano. Ne in Georgia ne altrove.
Non solo non si dice che il governo georgiano era bene accetto e molto lodato in Europa fino a Gennaio 2024 mentre da febbraio, lo stesso governo è diventato impresentabile perché ha approvato una Legge che obbliga le ONG straniere, alla Soros o alla Nuland, a registrarsi ufficialmente. Nessuno dice neanche che la grande maggioranza dei partecipanti alle dimostrazioni anti governative georgiane sia di provenienza europea. Anche diversi italiani sono stati intervistati, ci sono i video, e dicono candidamente di essere in Georgia a difesa della democrazia altrui.
Non si sà chi paga trasferte e organizzazione, anche se si sa benissimo, ma quello che è importante è ribadire le interferenze russe.
Questo solo per ricordare che le falsità che vengono sparse negli USA sono analoghe a quelle che vengono seminate in giro per il mondo.
Del resto da Gennaio, ma in realtà dal giorno dopo dell’evidenza del voto novembrino, sperando che non ci siano strascichi deleteri, la prospettiva mondiale potrà cambiare, ad iniziare dall’Ucraina e continuando in Medio Oriente per porre fine al genocidio di Gaza all’aggressione al Libano ed alle provocazioni all’Iran che sempre più avvicinano la terza guerra mondiale che lor signori continuano a ricercare.
Vincenzo Fedele
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