Con una crescita da prefisso telefonico, addirittura azzerata, come certifica l’Istat, nel terzo trimestre di quest’anno, il resto delle brutte notizie arriva dall’Inps. Nel 2023, primo anno completo del governo Meloni alla guida del Paese, i lavoratori che hanno beneficiato della Cassa integrazione ordinaria sono cresciuti da 525.018 (nell’anno precedente) a 583.129. Contemporaneamente, i trattamenti di disoccupazione sono saliti da 3 milioni 145mila 632 a 3 milioni 246mila 384.
Un altro duro colpo per la propaganda di Giorgia & Co, non certo nuova ad operazioni di maquillage per edulcorare la realtà a colpi di omissioni e mezze verità. Secondo l’ultimo Fact checking di Pagella Politica, su 402 dichiarazioni verificate della presidente del Consiglio, solo 157 (il 39% del totale) sono risultate “attendibili”, 102 (il 25,4%) “imprecise” e 143 (il 35,6%) “poco o per niente attendibili”. Ricapitolando, ogni volta che Meloni interviene nel dibattito pubblico sull’attività del suo governo o tematiche ad essa collegate, nel 61% dei casi c’è poco da fidarsi.
Non c’è invece molto da dubitare su un altro numero. L’analisi della Legge di Bilancio condotta dall’Osservatorio Milex sulle spese militari italiane, certifica che nel 2025, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, il budget ad esse destinato supererà i 30 miliardi di euro, attestandosi a 32 miliardi, dei quali ben 13 miliardi saranno impiegati per l’acquisto di nuovi armamenti, segnando una vera e propria escalation. Basti pensare che in soli dieci anni, la spesa militare italiana è passata dai 19,9 miliardi del 2016 ai 32 miliardi previsti per il prossimo anno. Con un incremento di circa il 60%.
Intanto si taglia e si sforbicia sul resto, dalla Sanità all’istruzione, mentre il potere d’acquisto delle famiglie continua a diminuire di pari passo con i salari reali al palo da circa un trentennio e il superamento della legge Fornero sulle pensioni è destinato a rimanere nell’elenco degli impegni elettorali mancati. E a chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena il governo potrà sempre offrire un menu a base di pane e polvere da sparo.
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caro Tosatti, se anche ce lo avesse chiesto la maggioranza avrebbe urlato cannoni…d’altra parte, e’ lo stesso gregge di pecore che qualche annetto fa e’ andato a farsi in(o)culare un prodotto nuovo di zecca dai risultati scarsi ed effetti collaterali ignoti.