Il Papa, Giacarta e l’Equipollenza di Tutte le Religioni. Riflessioni di UnaOpinione. Prima Parte.

18 Ottobre 2024 Pubblicato da 4 Commenti

 

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro UnaOpinione offre alla vostra attenzione queste riflessioni, divise in due parti sulla problematica affermazione di papa Bergoglio a Giacarta.  Questa è la prima parte. Buona lettura e diffusione.

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Premessa: quello che scrivo é pura opinione. Perciò prima che ognuno l´assuma come possibile, faccia delle indagini in proprio al fine di non riprodurre i miei eventuali errori.

 

Mi preme ritornare su quanto ha detto papa Francesco a Giacarta, perché a seguito delle sue dichiarazioni un futuro scenario mi é venuto in mente.

Un primo punto di questa dichiarazione è se una religione puó essere piú importante delle altre religioni (da “nessuno può dire ma il mio Dio è più importante del tuo”). Questa importanza credo che sia intesa da papa Francesco nel senso qualitativo (e non quantitativo in base al numero di fedeli).

Infatti se dice che siamo figli dello stesso Dio e che nessuno puó quindi concludere che la propria religione è più importante di quella di un altro, ecco allora che papa Francesco, così capisco io, ha declassato implicitamente la religione Cattolica/Cristiana, di cui pur dovrebbe difendere la principale peculiarità (vedasi anche sotto), ad una religione pari alle altre, negando così che il Verbo si sia incarnato. E qui ripropone, sotto altra salsa, la sua precedente affermazione che non ha mai ritirato: “Non credo ad un Dio cattolico”.

Ma se questa affermazione proviene da chi non crede che Gesù sia Dio, allora lui stesso non è cattolico e non può essere quindi Papa (e che importanza ha per un cattolico della strada sapere, dal punto di vista pratico, se Francesco non è Papa perché non è cattolico oppure perché le sue elezioni sono state frutto di violenza verso il suo Predecessore oppure perché non ha mai voluto veramente fare il Papa, ecc.? Non è Papa e basta). E se non è Papa, tutte le sue affermazioni, anche la modifica di una sola parola del “Padre nostro” e non solo, sono da considerarsi provenienti da chi non ha alcun titolo per modificare alcunché che abbia a che fare con la Chiesa cattolica/il Cristianesimo. E quindi non ha niente da insegnare al riguardo neanche all’ultimo dei cattolici. Tutìal più si ha a che fare, secondo me, con un personaggio vestito di bianco e messo proprio lì da qualcuno e che è inseguito costantemente ed appositamente dalle telecamere a caccia di affermazioni che demoliscano pubblicamente, in maniera impercettibile ma costante, la Chiesa cattolica. A chi appartengono le telecamere che lo inseguono dovrebbe essere ormai abbastanza chiaro a chi da attenzione a queste faccende.

Conclusione di questo punto (secondo me): papa Francesco, che Papa non è, ha mollato un´altra poderosa picconata per demolire la Chiesa cattolica. In pratica l´ha privata della sua più evidente specificità rispetto alla altre religioni e cioè che Gesù é Dio, pur non avendo alcun titolo per farlo. Ma ciò che è importante per lui (e per colui a cui obbedisce) è, secondo me, che quante più persone possibili credano alle sue affermazioni: se un falso papa appare davanti a a tutti passando per il vero Papa, sia che queste persone appartengano alle altre religioni o che, pur essendo cattolici/cristiani, ne capiscano poco oppure che non approfondiscono l´argomento, allora per loro la religione Cattolica, credendo a queste affermazioni, diventa una religione come tutte le altre (e quindi per i cattolici c´è meno indugio a diventare p.e. buddisti o musulmani o darsi alla new age – fenomeno molto accentuato negli ultimi decenni). Questo vale naturalmente per i cattolici/cristiani che non hanno ancora capito/non vogliono neppure ammettere per un momento che papa Francesco non sia il Papa.

E la domanda che mi viene è: a cosa punta dunque l´operato di papa Francesco? Secondo me, innanzitutto ad istituire un sinodo il più eterogeneo, aperto a “tutti tutti tutti” e modernista possibile per annacquare il potere dell’Ufficio del Papa, tanto che questi non possa essere più considerato il capo della Chiesa cattolica (come lo é stato finora). Il sinodo (o quello che ne risulterebbe) sarebbe il vero organo che deciderebbe su tutto (naturalmente tenendo conto un pochino delle istanze di tutti – es.: fare la messa amazzonica per venire incontro alle esigenze di fede degli indigeni locali) ed il papa, figura ormai simbolica e di rappresentanza, ma soprattutto non piú il Vicario di Cristo, a questo punto potrebbe essere anche un musulmano, visto che si é stati creati tutti dallo stesso Dio (e qui si passa alla c.d. chiesa bergogliana istituzionalizzata ma forse anche oltre).

Poi, una volta che la chiesa cattolica (= bergogliana) non avrà piú un vero capo religioso che ne assicuri una rigida unità di indirizzo, quello di proporre di nominare un Capo supremo di tutte le religioni, visto che nessuna religione é piú importante delle altre e che si adora lo stesso Dio.

Ed una volta fatto questo, forse anche non subito, papa Francesco e tutti gli altri capi religiosi delle altre religioni in combutta con lui, finalmente si raduneranno (un supersinodo?) e metteranno finalmente a tacere tutte le dispute fra le religioni e usciranno da questo super sinodo (o quel che é) comunicando a tutto il mondo che, a seguito di lunghissimi giorni di isolamento dal mondo e di profondissima meditazione, il dio comune che tutti cercavano da secoli e che mai si era voluto mostrare prima, si è finalmente rivelato a Loro, e che, io mi aspetto, sarà proprio l´Anticristo (chi non si farà ingannare da tutte queste manovre saprà finalmente Chi sarà l´Anticristo – quindi fate attenzione anche voi musulmani, ebrei ed altri … vi vogliono comunque levare il Dio o il Principio che vi ha creato, per sostituirlo con un falso dio).

E qui si apre la questione: ma le precedenti religioni saranno conservate e gli aderenti adoreranno attraverso la propria religione il nuovo dio rivelato oppure le religioni verranno formalmente abolite ed esisterà una sola religione di nuovo stampo? Al momento è mia opinione che tutte le religioni saranno ufficialmente abolite per confluire in un unico credo di stampo satanico in quanto, così come il Dio vero, l´Anticristo sarà un dio geloso. Cosí credo che l´Anticristo occuperà questa posizione di supremazia su ogni fenomeno religioso.

Quindi chi imputa le parole di papa Francesco ad ignoranza, cattiva interpretazione delle scritture, scherzi, ecc., secondo me sbaglia di grosso. Dietro c´è, sempre secondo me, la determinazione a perseguire un piano che prevede l´esautorazione di Gesù come Dio e l´elevazione a dio della Sua controparte, e cioè l´Anticristo (che mi aspetto, così come é avvenuto per Gesú che è Dio, sarà un Personaggio della Demoniaca Trinità).

Per quanto riguarda la questione se tutte le religioni portano a Dio, riporto alcune parole d. mons. Chaput nel suo articolo “Religioni Linguaggi Diversi verso Dio?” e che sono queste: “Che tutte le religioni abbiano lo stesso peso è un’idea straordinariamente imperfetta che il Successore di Pietro sembra sostenere (mia nota: e quindi il Monsignore crede che papa Francesco sia Papa); è vero che tutte le grandi religioni esprimono un desiderio umano, spesso con bellezza e saggezza, per qualcosa di più di questa vita. Gli esseri umani hanno bisogno di adorare.” … “Ma non tutte le religioni sono uguali nel loro contenuto o nelle loro conseguenze. Esistono differenze sostanziali tra le religioni nominate dal papa. Hanno nozioni molto diverse di chi è Dio e di cosa ciò implichi per la natura della persona umana e della società.” Io non trovo alcunché da eccepire.

E allora come spiegare questa differenza sostanziale della religione Cattolica, che ogni Papa precedente a papa Francesco si è preoccupato di mantenere, rispetto alle altre religioni?

Ebbene io ricorro alla frase pronunciata dal beato Carlo Acutis e che descrive in veste moderna ciò che è sempre stato implicito nella religione Cattolica/Cristiana: “L´Eucarestia é la mia autostrada per arrivare a Dio”. E levata la parola “mia”, viene fuori una frase che vale per tutti in tutto il mondo.

Una frase come questa fa effetto perché la prima immagine che viene in mente (almeno a me) è la velocità con cui la si percorre, il fatto che mancano ostacoli ed il fatto che si arriva subito a destinazione. Ma pochi si sono domandati: ci sono altri aspetti da sottolineare? E perché chi percorre quest’autostrada (che, mi preme di sottolinearlo, è aperta a tutti e si percorre gratuitamente) fino in fondo arriva immancabilmente a Dio e non altrove?

Mettiamo il caso che qualcuno voglia andare con l´auto da Napoli o da Firenze a Roma e che si debba arrivare prima che la notte scenda (= al termine della propria vita terrena). A Roma termina ’autostrada perché è il punto di arrivo. Ebbene, se ci si pensa, giá quando la si vuole prendere, ci sono fuori dell’autostrada, e questo anche a distanze ragguardevoli, dei cartelli indicatori che ti consentono di arrivare il più velocemente possibile all’imbocco dell’autostrada. Poi quando ci si é immessi (che si venga da nord o da sud) si nota subito che tutto é codificato attraverso delle segnalazioni varie: linee laterali che delimitano la carreggiata … se le si oltrepassa si va fuori e si può provocare un incidente con il rischio di perdere la vita; segnali che ti avvertono quando puoi sorpassare o non sorpassare … non osservarli può provocare un incidente (conseguenze come prima); segnali che ti avvertono se degli animali possono attraversare la carreggiata … non tenerne conto può portare a finire in ospedale; segnali che ti dicono di ridurre la velocità … forse il traffico è troppo sostenuto o forse il fondo stradale è irregolare; segnali che ti dicono che puoi uscire dal’autostrada … se però esci perché p.e. vuoi arrivare a Roma attraverso la statale o vuoi visitare uno zio che abita là vicino c´è il rischio che arrivi più tardi del necessario a destinazione o forse non ci arrivi proprio perché ti puoi perdere (magari trovi delle deviazioni per lavori in corso e poi non riesci a trovare il prossimo imbocco) se non rientri in autostrada il più presto possibile, ecc.. E poiché chi ha costruito questa autostrada l´ha data in gestione ad un gestore unico, gestore che a sua volta ha nominato dei capitratta che devono osservare tutti le stesse regole provenienti dall’alto, ecco che il guidatore è sicuro che su tutta l´autostrada vige una sola (complessa) legge e che si deve limitarsi a rispettarla. Come si vede sono tutti precetti/comandi da osservare per una guida sicura senza che il guidatore, che guida sempre diritto, si domandi il perché … basta osservare questi precetti, e se l´auto é in buone condizioni e la volontà pure ci sta, il risultato non può essere che uno solo: si raggiunge Roma il piú velocemente possibile e nel modo piú sicuro e questo prima che scenda la notte.

Ma l´autostrada è l´unica via per arrivare a Roma? Certamente no. Perché, al di fuori dell’autostrada esistono altre strade e stradine che, se si ha un senso di orientamento e se nessuno ha modificato le indicazioni di direzione, consentono lo stesso di arrivare a Roma. Ma poi tutti hanno la capacità autonoma di orientarsi in maniera da poter arrivare con certezza a Roma? E se poi ci si ferma ad un centro commerciale o ad un ristorante per gustare le delizie della vita e si decide di rimanere là e poi quando si esce la notte è già iniziata? E se qualcuno, in mala fede ma anche non, ha cambiato i cartelli direzionali? In queste condizioni si potrà arrivare a Roma solo se si chiede in giro oppure se si consulta la cartina geografica, o se si scruta l´orizzonte in cerca di montagne che facciano capire dove ci si trova e verso dove si sta andando, ecc. E soprattutto … fuori dell’autostrada è tutto codificato e facilmente comprensibile così come avviene su un´autostrada? La risposta mi pare che sia un sicuro “no”. E allora quanti di questi viaggiatori si perderanno e non raggiungeranno mai la meta prima della notte? Infatti chiedendo piú volte agli abitanti locali quale sia la giusta via (ammettendo che si venga da sud e che non si voglia prendere l´autostrada), uno ti dirà di andare a nord, l´altro a nord-est, un altro che devi tornare indietro e prendere un altra strada, ecc.. Conclusione: fuori dell’autostrada, l´abitante della zona a cui vengono chieste delle indicazioni, può dare la risposta che più gli pare giusta (in buona fede o meno) ma che però é forse oggettivamente sbagliata e così l´automobilista può andare a finire addirittura sulla costa o sulle montagne.

E qui tiro la conclusione, facendo un parallelo: l´Eucarestia é veramente come un´autostrada spirituale. In Essa è riassunto tutto quanto quello che é necessario per un´anima per arrivare con certezza e con il minore sforzo a Dio. In Essa è racchiuso il sacrificio di Cristo, tutti i Suoi insegnamenti e quelli della Chiesa cattolica che dicono cosa bisogna fare e non fare, e questo concisamente e senza giri di parole, per ottenere la vita eterna (che poi si riesca ad osservare questi precetti é un´altra cosa). é stata istituita un´Autorità centrale a cui Dio ha dato l´autorità di impartire direttive (paragonabile al gestore unico dell´autostrada) e tutti coloro a cui é stato dato il compito di applicarle, le devono applicare uniformemente (i vescovi, paragonabili ai capitratta), finché le direttive provenienti dall´alto rimangono compatibili con gli insegnamenti di Gesú. Il fedele che segue la Legge dell´Eucarestia o di questa Autostrada, e questo anche senza farsi domande, é come se stesse sul più sicuro e veloce percorso che conduce a Dio, ed il punto di arrivo, necessariamente, non puó essere che uno: Dio stesso.

Chi invece preferisce (o è costretto, anche perché non ha mai avuto la possibilità di conoscere la fede Cristiana) andare per altre strade, può, secondo me, giungere lo stesso a Dio, ma il suo peregrinare sulla terra può diventare arduo, soprattutto se nella sua religione non c´è un unico Capo supremo che indichi con certezza a tutti la Via sicura. E per quanto ne sappia, solo la Chiesa cattolica ha al momento questa peculiarità (e forse anche quella Cristiana Ortodossa … non so esattamente). Quindi al di fuori della Chiesa cattolica/ortodossa, ognuno deve fare riferimento al proprio capo spirituale piú vicino (prendendo l´esempio della religione musulmana, al proprio imam, che su alcune questioni può dire alcune cose totalmente diverse da quello che dice l´imam che sta a duecento chilometri di distanza da lui – e qui il singolo deve avere abbastanza intelligenza per riuscire a capire chi deve seguire) (1).

Quindi l´affermazione di papa Francesco riguardo al fatto che tutte le religioni portano a Dio è secondo me vera nella misura in cui le altre religioni diverse da quella cattolica/cristiana ortodossa contengono degli insegnamenti conciliabili con quelli di Gesù (che è Dio): spetta poi al singolo fedele farli propri sempre con l´onere di assicurarsi che Dio ne approverebbe il contenuto.

E qui mi sento in bisogno di evidenziare che l´affermazione di papa Francesco, pur essendo parzialmente vera, é stata detta, sempre secondo me, non per amore di veritá e per sostenere quindi un´altra verità, ma strumentalmente per poi poter affermare implicitamente la seconda più grande menzogna (la prima, per me, é che Dio non esiste) che possa essere mai detta su questa terra e che è: “Gesù non è Dio”. E qui appare tutta la pericolositá di questo uomo che, a mio avviso, mette in pericolo la salvezza di tutte le anime del mondo.

Ma se poi una persona credente ma non appartenente ad alcuna grande religione promette al Dio che sa che l´ha creato, p.e.: “Nella mia vita sarò sempre di aiuto agli altri e non faró mai alcun atto che li danneggi e questo in onore Tuo che sei il mio creatore”, forse Dio non terrà conto positivamente di questa promessa, se mantenuta? Credo di sì.

E allora quale è la conclusione? Secondo me è questa: la religione Cattolica è l´unica religione in cui tutti i precetti, se non sono mai piegati per raggiungere scopi solamente umani, sono stati approvati da Dio e quindi portano inevitabilmente a Dio (se li ha pronunciati Gesù, così è). Tutte le altre religioni possono portare a Dio ma il relativo credente corre dei maggiori rischi, cammino facendo, di non poter arrivarci.

Se questo può essere vero, allora per me sarebbero da tirare tre conclusioni….

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4 commenti

  • E.A. ha detto:

    “(e che importanza ha per un cattolico della strada sapere, dal punto di vista pratico, se Francesco non è Papa perché non è cattolico oppure perché le sue elezioni sono state frutto di violenza verso il suo Predecessore oppure perché non ha mai voluto veramente fare il Papa, ecc.? Non è Papa e basta).”
    Questa opinione mi trova in completa dissonanza, e spiego il perché. La verità è sempre e solo una,( a meno che non si voglia cadere o abbracciare un relativismo “cosmico”!), se e quando la si comprende, (obiettivo che ritengo primario per ognuno ed in ogni contesto), e si decide di difenderla e sostenerla, ciò va fatto nella sua sacrosanta interezza e giusta completezza, in quanto farlo male, o a metà comporta sempre e comunque delle conseguenze, per se stessi e per gli altri, compresi quelli da lei definiti “cattolici di strada”(!), verso i quali a maggior ragione se ci sente più “istruiti”, o non saprei , forse più “consapevoli”(?!), ogni altro cattolico, impegnato nella verità, si propone e diventa suo interprete, con una grossa responsabilità nell’assolvere a questo compito, per cui la spiegazione, nel rispetto in primis della materia trattata, non può risultare approssimativa o fuorviante, lasciando addirittura intendere la possibilità che sul Trono Pietrino possa sedersi un “Papa” non cattolico, (finanche apostata!), o uno che “forse” non aveva intenzione di fare il Papa!!! Entrambe diventano asserzioni “campate in aria”, e ancor peggio in contraddizione con verità inviolabili di Fede e dottrinali, quali l’Infallibilita’ Papale e lo stesso principio di Indefettibilita’ della Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica!
    La verità oltre che rendere liberi, risplende, risalta nella sua semplicità e linearità, per essere facilmente colta e spiegata, pure in mezzo alle tenebre, in una concatenazione ed interconnessione di cause, di prove, di fatti e di conseguenze prodotte… Che poi questa verità inchiodi ognuno alle proprie responsabilità, colpe, mancanze, oneri…rientra in un crescente o decrescente “gioco delle parti”, in una consequenzialità di eventi, che come ogni vero “effetto domino” che si rispetta, innescato, risulta chiarificatore, liberatorio, salvifico… piaccia, piaccia meno, o non piaccia ad alcuni affatto!!!
    Il Signore, tramite il Suo legittimo Vicario BXVI, ha manifestato, ancora una volta, la Sua Volontà sulla Terra, rimasta nuovamente inascoltata, e fino all’ultimo disattesa ed ignorata, una tale “nostra” mancanza non potrà mai essere colmata, rivestita, o tappezzata di menzogne, o ulteriori disobbedienze, o semplici spallucce, affinché tutto torni e perché Tutto Torna!!! Cordialmente.

    • R.S. ha detto:

      Benedetto XVI è stato la persona che maggiormente ha tentato di collegare l’umanità post moderna, corrotta e decadente, alla realtà vitale del cristianesimo.

      Un uomo di Dio, sbertucciato dal mondo.

      Un uomo che ha lasciato che la Parola di Dio agisse da spada a doppio taglio (così nella lettera agli Ebrei e in Apocalisse), dove si separano l’anima e lo spirito.

      In un mondo modernista senz’anima e in una chiesa modernista senza spirito, è stato il Pontefice che ha cercato di tenere attraversabile e praticabile il ponte che fa dell’uomo una creatura spirituale e che tiene vivo lo spirito (il peccato lo uccide), ribadendo la Dottrina di sempre.

      Ha tenuto insieme il corpo e l’anima, senza cadere nelle cabale, nello gnosticismo, nel materialismo, nell’idealismo, nel razionalismo, nel panteismo…

      Ha tenuto il punto sul Verbo Incarnato, l’Incarnazione e l’indispensabilità di Cristo per la salvezza (Dominus Iesus).

      L’anima umana anima un corpo, in una fisicità. Il corpo è vivo. Un corpo morto è inanimato, cioè un cadavere e questo vale anche per un cane o per un gatto.

      Nell’uomo tuttavia quest’anima sa fare un’altra cosa: anima lo spirito rendendolo capace di auto-riflesssione.
      A questo livello l’animale non arriva. Il salto è difficile anche da spiegare: ci vuole un po’ di fantasia.

      Bisogna saper distinguere la duplice valenza dell’anima umana. NB: ne’ Dio, né gli angeli hanno l’anima, anche se sono esseri spirituali.

      Nell’uomo coesistono attività anche superiori e intelligenti che si avvalgono anche del corpo (il parlare si serve della lingua e del cervello, a volte gesticolando e serve l’udito per imparare a parlare), in presenza di attività senza bisogno del corpo (la riflessione, la coscienza di sé o autocoscienza). La vista non vede il vedere, l’udito non sente l sentire… Il gusto non è un sapore, ma gustare li avverte e distingue. Quindi il gusto sa distinguere un sapore, ma non il gustare.

      Il vedere non si percepisce con la vista. Però sappiamo di sapere e pensiamo di pensare. Questa riflessione (allo specchio) è un’attività spirituale, in un corpo che c’è. Il sentire viene dai sensi e dal sentimento e pesca dalla realtà anche con il corpo.

      Il discernere i pensieri del cuore (pensare da pesare, cioè valutare) è dello spirito: sapienza.
      Il corpo è vivo e ha l’anima (non è l’anima).

      L’autocoscienza (la riflessione) è un’attività spirituale, che supera il semplice sentire. Non è “fisica”.
      E’ un’attività propria di qualunque essere umano, credente o meno.

      Il senso della sapienza ce l’ha anche chi ragiona essendo privo di questa fede.
      Il sentire è proprio della natura umana.

      L’effervescenza della sapienza spirituale (di chi è spiritualmente vivo, in Grazia) è una sfumatura che scende nella profondità dell’anima.

      La Grazia e la sapienza della Parola di Dio è una spada a doppio taglio capace di dividere l’anima dallo spirito.

      La Parola di Dio vale per l’anima e per lo spirito, ma distingue solo quando si fa sapienza che sa riconoscerla.

      Chi può il più può anche il meno e chi avverte l’anima come il più è al massimo della profondità.

      Ma che ne sa Bergoglio di tutto questo?
      Non per niente non è in grado di pontificare.
      Lui i ponti li rade al suolo, come i muri. Tutto spianato.

      • E.A. ha detto:

        La ringrazio per queste sue profonde riflessioni, spero che ognuno possa trarne spunto, o farne “uso”, al fine di portare, sempre e comunque, copiosi frutti! Un cordiale saluto.
        P.S. Anche se “l’occupante” conoscesse tutto questo, non potrebbe comunque “pontificarlo” perché non scelto, né investito dal Signore a farlo…, ma se lo conoscesse o lo avesse mai conosciuto, probabilmente, ora non starebbe lì, dove non dovrebbe e potrebbe mai stare!

  • R.S. ha detto:

    Stimato Unaopinione,

    il punto cruciale è l’Incarnazione del Verbo, da cui derivano il suo sacrificio crocefisso e la resurrezione in vista della parusia.

    Nel quarto vangelo, San Giovanni ci offre il suo memorabile prologo: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta… Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità… Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”.

    Il quarto vangelo non è stato scritto tantissimi anni dopo gli altri e probabilmente vi attinge il celebre inno cristologico della Lettera ai Colossesi, la quale è databile al più tardi al 60 d.C. Molti studiosi ritengono che l’inno potrebbe essere la citazione di un canto tipico delle Chiese dell’Asia minore. Nell’inno emerge la grandiosa figura di Cristo, Signore del cosmo. Identifica la divina Sapienza creatrice esaltata dall’Antico Testamento (Pr 8,22-31): “Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui”; di più: “tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1,16-17). Nell’universo si dispiega un disegno trascendente che Dio attua attraverso l’opera del Figlio. Anche la materia, la sua energia, la vita e la luce portano l’impronta del Verbo di Dio, “suo Figlio diletto” (Col 1,13).

    La rivelazione del Nuovo Testamento getta una nuova luce sulle parole del sapiente dell’Antico Testamento, il quale dichiarava che “dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore” (Sap 13,5). Cristo è anche il Signore della storia della salvezza, che si manifesta nella Chiesa (cfr Col 1,18) e si compie nel “sangue della sua croce” (v. 20), sorgente di pace e di armonia per l’intera vicenda umana. La storia non è in balía di forze cieche e irrazionali ma, pur nel peccato e nel male, è sorretta e orientata – per opera di Cristo – verso la pienezza (di Grazia, cioè la vita divina). È così che per mezzo della Croce di Cristo tutta la realtà è riconciliata col Padre (cfr v. 20). Si tratta di uno stupendo affresco dell’universo e della storia che invita alla fiducia.

    Non siamo un granello di polvere inutile, disperso in uno spazio e in un tempo senza senso, ma siamo parte di un sapiente progetto scaturito dall’amore del Padre. Per mezzo di Cristo sono state create tutte le cose (cfr Col 1,16). “Non soltanto le fece passare dal non essere all’essere, ma è ancora lui che le sostiene, cosicché, se fossero sottratte alla sua provvidenza, perirebbero e si dissolverebbero… Dipendono da lui: infatti, anche solo l’inclinare verso di lui è sufficiente a sostenerle e a rafforzarle” (così S. Giovanni Crisostomo).
    Il punto è che c’è un Avversario (Satana): una creatura angelica di Dio, ribellatasi a motivo dell’Incarnazione, per invidia e superbia.

    Dio ha lasciato a questo Avversario il potere di attentare in ogni modo all’Incarnazione: cacciato dal Cielo e precipitato sulla terra (nella storia) ha propalato ogni forma di idolatria e di eresia, distogliendo parte del popolo prescelto per la Rivelazione dall’incontro con il Verbo incarnato e poi tutto il genere umano dall’aver fede, confondendoli con il panteismo, il razionalismo, il materialismo e ogni inganno proprio dei falsi dottori, dei cattivi maestri nei secoli. Satana sta facendo di tutto contro il Verbo incarnato e contro l’umanità a sua immagine. Satana non solo corrompe e deturpa, in odio all’immagine del Verbo Incarnato, non solo disturba la fede e la preghiera, ma soprattutto attenta all’Eucaristia, la Presenza Reale del Verbo Incarnato nel culto e nell’adorazione e tesoro principale della Chiesa.
    Negare e distruggere la Chiesa (specialmente la cattolica) è un modo per odiare l’Incarnazione.

    No: le religioni non sono tutte uguali. E il cristianesimo cattolico è la meno religione tra le religioni. Perché non è l’uomo a fare qualcosa per Dio, ma la Grazia di Dio presente ad agire, oggi, adesso, nel Sacramento che ribadisce l’Incarnazione.

    Maria Santissima, la madre del Verbo Incarnato, detestata da Satana, sarà colei che schiaccia il capo al serpente.

    C’entra con la pseudochiesa cattolica bergogliana? Eccome! La scarsa devozione mariana è una prova potente di dove vuole andare a parare l’Avversario: esattamente contro il Verbo Incarnato.

    Comunque la nenia di Bergoglio è Gia-carta straccia…

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