Vogliamo la Parità dei Sessi. Aurelio Porfiri.

17 Ottobre 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo articolo del maestro Aurelio Porfiri, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.

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Sarò forse in difetto, ma non capisco le polemiche successive alla dichiarazione di un po’ di tempo fa della giornalista Barbara Palombelli, che reagendo ai “femminicidi” ha detto più o meno che a volte accadono in situazioni in cui chi compie il gesto omicida è esasperato da una situazione familiare difficile.

Questo non giustifica mai l’assassinio, ovviamente, ma spiega un fatto semplice: che le uccisioni non sono in odio alle donne (il che giustificherebbe il termine “femminicidio”) ma a particolari esseri di sesso femminile che in qualche modo sono in relazione con il perpetratore dell’insano gesto. Odiare la propria moglie non vuol dire odiare tutte le donne, ma quella particolare donna. Se una donna uccide un uomo solitamente non si prende questo come un gesto di odio per gli uomini in generale e anzi a volte si va a rimestare per vedere se l’uomo non se la fosse un po’ cercata. Insomma, questa narrativa dell’uomo sempre colpevole e della donna sempre vittima va un po’ contro quello che ci è stato insegnato a più non posso negli ultimi decenni: la parità dei sessi.

Sappiamo che esiste una naturale differenza ed opposizione tra i due sessi, il che crea la bellezza del maschile e del femminile. Io credo che maschile e femminile debbano ancora avere la necessaria importanza in questo tempo di totale confusione.

Ricordiamo che nella Genesi Dio crea la donna “come un soccorso di fronte a lui”. Il biblista André Wenin così spiega questo passaggio:

“La preposizione «come» introduce un’idea di approssimazione o di pressappoco, che suggerisce come, nel rapporto contemplato da Dio, l’uno non potrà essere definito a partire dall’altro. Il sostantivo ebraico, che non ha corrispettivo in italiano, si può tradurre «di fronte a» e descrive l’altro come qualcuno che si trova di fronte, con una possibile sfumatura di confronto e anche di affronto. Per quanto riguarda il verbo derivato dalla stessa radice, nagad, «raccontare, riportare», potrebbe introdurre un’idea di comunicazione: l’altro sarebbe allora destinato a essere un «corrispondente», un «rispondente»” (Erranze umane).

Insomma, questa idea di una opposizione e differenza, che in tutti i modi si è tentato di abbattere in nome di un ugualitarismo falso e inumano, esiste e nelle sue manifestazioni estreme e perverse sbocca nella patologia omicida. Ma, pur condannando la violenza verso entrambi i sessi, non dobbiamo fare finta che questa differenza non esista e che sua a volta possa essere causa di esasperazione e anche di timore reciproco. Douglas Murray nel suo bel libro La pazzia delle folle afferma:

“In The Blank Slate (Tabula rasa), un libro pubblicato nel 2002, Steven Pinker notava che il genere era già diventato uno dei «problemi scottanti» all’ordine del giorno. Sembrava tuttavia fiducioso che il punto di vista scientifico avrebbe avuto la meglio. Per pagine e pagine elencava soltanto alcune delle differenze biologiche esistenti fra uomini e donne, come per esempio il fatto che nell’uomo il cervello «è più grande e ha più neuroni (anche tenendo conto della dimensione corporea)», mentre «nella donna è percentualmente maggiore la materia grigia», oltre al fatto che molte delle differenze psicologiche fra i sessi sono esattamente quelle che prevederebbe un biologo evoluzionista (i maschi in media più grossi delle femmine in virtù di una storia evolutiva caratterizzata da una violenta competizione per l’accoppiamento). E indirizzandosi verso quella che di lì a non molto sarebbe diventata un’altra bella questione, notava inoltre il diverso sviluppo fra il cervello dei ragazzi e delle ragazze, e gli effetti sul cervello di testosterone e androgeni. La sua è una stimolante replica scientifica a coloro che sostengono che non esistano differenze biologiche fra i sessi. Secondo Pinker: «Le cose non sembrano mettersi bene per la teoria secondo la quale maschi e femmine nascono identici, tranne che per i genitali, e tutte le altre differenze dipendono dal modo in cui sono trattati dalla società»”.

Insomma, la parità dei sessi non può che prendere atto delle differenze ed essere una parità nella diversità. In questo modo si riconosce la dignità di ognuno salvaguardando le specificità.

Tornando a Barbara Palombelli, non c’è quindi niente di male nel riconoscere che situazioni delittuose spesso nascono da una esasperazione latente e non da un odio indiscriminato per le donne. Gli uomini che odiano le donne sono persone afflitte da patologie mentali e non sono certo la regola fra gli uomini stessi. Purtroppo, come per tutte le cose, esistono delle eccezioni alle leggi di natura che possono anche molto disturbare; nondimeno, rimangono delle eccezioni.

Douglas Murray, nel libro citato prima anche afferma:

“Se una cultura si adagia sull’idea che nei casi non soltanto di aggressione sessuale ma di avance sessuali indesiderate le donne vadano sempre credute, è inevitabile che in seno alla società nasca una certa confusione. Che cosa si deve pensare, come si dovrebbe reagire nelle situazioni in cui ci si è trovati con una donna che si comporta in quel modo tipicamente femminile? Come far quadrare l’informazione che si debba sempre credere alle donne con il fatto che ci sono intere industrie messe su per aiutare le donne a prendere gli uomini per il naso? O – per metterla dal lato più positivo – ad allettarli? Dopotutto, che cos’altro sono tutte quelle campagne pubblicitarie che invitano le donne a «far voltare le teste quest’estate»? A chi appartengono le teste che sono invitate a far voltare? A qualunque donna di passaggio, nella speranza che acquisti, poniamo, lo stesso vestito o costume da bagno? O agli uomini?”.

E come reagire ad una cultura che fa degli uomini degli odiatori a prescindere del sesso che è stato creato loro in opposizione? Certo, ci sono uomini che odiano le donne, ma sono veramente una minoranza, come detto sopra. Ho incontrato più donne che odiano gli uomini, ma anche qui si tende a giustificarle sempre a partire dalle mancanze degli uomini che certamente esistono, ma non in misura maggiore di quelle del sesso (biblicamente) opposto.

 

È ora disponibile La destra del Signore si è alzata: Una storia del tradizionalismo cattolico dal Vaticano II a Traditionis custodes di Aurelio Porfiri. Una grande lettura sulla storia e sviluppo del tradizionalismo cattolico.

 

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