Bayesian – I Misteri Continuano. Anzi si Infittiscono e si Moltiplicano…. Vincenzo Fedele.

17 Ottobre 2024 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul mistero dello yacht affondato in Sicilia due mesi fa. Buona lettura e diffusione

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Bayesian – I misteri continuano

Lunedì 14 ottobre il programma “Quarta Repubblica”, condotto da Nicola Porro, ha ripreso l’argomento del Bayesian, il famoso panfilo “inaffondabile”, affondato nella baia di Porticello, vicino Palermo, il 19 agosto scorso in cui morirono sei passeggeri eccellenti ed un membro dell’equipaggio, il cuoco di bordo.

Mi ero già interessato dell’argomento (Vedi qui), (Vedi qui) e (Vedi qui), ed a quelli rimando chi volesse approfondire su chi fossero realmente Mike Lynch e gli altri passeggeri, sopratutto quelli defunti.

Evitiamo di farci domande su come i filmati, coperti dal segreto istruttorio, siano arrivati alla redazione di Quarta Repubblica e ci limitiamo a fare loro i complimenti per lo scoop. Dalle riprese mostrate si vede che i portelloni del panfilo risultano chiusi. Quindi le bufale in circolazione sulla possibilità che la barca sia affondata per l’acqua entrata dai portelloni bufale rimangono.

Quarta Repubblica ha anche commissionato una sorta di “ecografia” realizzata con un side scan sonar per analizzare la zona in cui si trova il relitto a 50 metri di profondità e che è tuttora interdetta alla navigazione per un raggio di 200 metri e presidiata dalle nostre motovedette della Guardia costiera.

L’esame mostra che, contrariamente a quanto finora affermato, l’albero maestro è intatto e solidamente ancorato allo scafo che non presenta danni particolari e risulta a sua volta quasi intatto. Lo scafo è adagiato sul fondo con la prua orientata verso terra cioè stranamente perpendicolarmente alla direzione del vento.

Rimangono e si amplificano misteri e dubbi sull’intera vicenda su cui continua a indagare la magistratura.

Quello che emerge chiaramente da tutto quanto fino ad ora conosciuto si può ridurre a due fatti principali:

  • La barca non può essere affondata a causa del temporale ma l’affondamento è stato causato da fatti esterni al momento oscuri;
  • Le morti non sono collegate all’affondamento ma quasi sicuramente sono svincolate da esso;

Si può ipotizzare che l’affondamento, in questo contesto, sia  quasi secondario e sia stato causato per altri scopi quali cercare di coprire le vere cause della morte, creare un caos diversivo per alterare la scena del crimine, far allontanare persone che non dovevano risultare presenti sulla scena o altro da appurare.

Gli interessi in gioco, come ben sa chi ha seguito la vicenda, vanno molto oltre il valore pur inestimabile delle vite sacrificate coinvolgendo i servizi segreti di mezzo mondo, da CIA,  Mossad e MI6 e, per contrapposizione, le analoghe controparti russe, cinesi o altre con i rispettivi fiancheggiatori dell’una e dell’altra parte.

Ho già descritto le performance di Darktrace, i suoi rapporti con i servizi segreti  e la guerra spietata tra spie che si era ampliata a dismisura dopo le fughe di notizie tramite Wikileaks e Julian Assange per non parlare di Edward Snowden e delle sue denunce altrettanto devastanti.

Se questi sono gli ambiti in cui normalmente operava Lynch, è da rimarcare che anche in altri campi non gli mancavano certo dei nemici.

La stessa “gita” dove poi ha trovato la morte era stata organizzata per festeggiare la vittoria nel processo penale che lo ha visto vincitore su HP in una causa per truffa intentata negli USA. Tutti davano per certa la sua condanna, anche a seguito di una analoga causa civile già persa a favore di HP nel Regno Unito che aveva riconosciuto il danno enorme, in miliardi di dollari, causato da Lynch nella vendita della società Autonomy alla stessa HP. Invece con un inatteso colpo di scena, il Presidente di Morgan Stanley, una delle più grandi banche d’affari del mondo, Jonathan Bloomer, testimonia a suo favore scagionandolo dalle accuse che lo avrebbero condotto in galera per oltre 20 anni oltre a dover pagare da 4 a 8 miliardi di dollari di risarcimenti.

Ai “festeggiamenti” sul Bayesian, oltre a Mike Lynch c’era proprio il Presidente scagionatore Jonathan Bloomer e non poteva mancare l’avvocato Chris Morvillo che aveva condotto la difesa nel processo. Tutti e tre trovati cadaveri con i loro parenti.

Per chi non lo ricordasse, il socio di Lynch, coimputato nel processo Autonomy-HP, Stephen Chamberlain, era morto in un incidente automobilistico alcuni giorni prima nel Regno Unito. Anche lui era coinvolto nella Darktrace, oltre che in Autonomy.

I nemici, quindi, non mancano da entrambi i fronti ma la pista dei servizi segreti sembra più realistica, viste anche le modalità delle morti, dell’affondamento e del contorno tuttora opaco, per non dire fosco.

Già dal giorno dopo l’affondamento si era scatenato in tutto il mondo l’interesse per la vicenda.

A Palermo si è subito presentato l’ambasciatore inglese con al seguito dei non meglio identificati ispettori di Sua Maestà, presumibilmente agenti dell’MI6. Per oltre un mese dagli avvenimenti altri improbabili personaggi, in borghese e senza alcun mandato, imponevano a residenti e turisti di astenersi dal fare riprese o scattare foto con i propri telefonini in tutta la zona di Porticello, fosse anche alle acque tranquille del mare, senza che le nostre forze dell’ordine intervenissero per vietare tali abusi. Chiarito il quadro andiamo a vedere perché mi sento di sostenere i punti sopra affermati:

I portelloni esterni risultano chiusi e anche se fossero aperti l’acqua che sarebbe potuta entrare da essi non sarebbe stata sufficiente a far affondare il panfilo;

Il  tornado inizialmente descritto a reti unificate nella baia di Palermo è stato poi declassato a ciclone, a tempesta e infine a forte temporale (da qui in poi lo chiameremo così). Qualcuno aveva forse interesse ad imputare agli eventi atmosferici dei fatti che, in realtà, sono svincolati sia da essi che dalle morti;

Molto prima dell’affondamento il Bayesian ha subito un blackout che ha fatto spegnere anche le luci dell’albero maestro, come si vede dai video che riprendono la barca nella tempesta. Stranamente anche la girobussola attorno a mezzanotte aveva smesso di funzionare e non mandava più segnali sul posizionamento della barca. Nonostante questo ci sono state propinate ricostruzioni che, in base a dati satellitari (quali?) descrivevano lo scarrocciamento della barca nella tempesta per circa 350 metri nei 16 minuti che intercorrono tra “l’inizio dei problemi” e l’affondamento.

Finora questo “inizio dei problemi” sembrava coincidere, come ci è stato raccontato, con la rottura dell’albero a causa del temporale, che avrebbe scosso e inclinato la barca disarticolando anche l’ancora dal fondo e facendo trascinare la barca dalla corrente e dal vento. Come si è visto l’albero è tuttora intatto e essendo alto 75 metri, se la barca non fosse inclinata su un fianco, sporgerebbe fuori dall’acqua per 25 metri, visto che la barca si trova su un fondale a 50 metri di profondità. Non vi è stato, quindi, alcuno scossone causato dalla rottura dell’albero

Con queste anomalie, blackout e temporale in corso, il capitano doveva essere in plancia e l’ufficiale di macchina in sala macchine, ma non c’erano e non si sa dove fossero.

Non si sa dove fossero neanche gli altri marinai che ad un certo punto si trovano in mare, a causa dello scossone mai avvenuto. In mare si trova anche la scialuppa, che non si sa da dove arrivi e chi l’abbia messa in acqua. I marinai, a loro dire, risalgono a bordo e salvano i passeggeri superstiti ma non hanno il tempo per i tre morti eccellenti e le loro parenti.

Nessuno aveva avvertito i passeggeri che poi sono stati trovati morti nelle loro cabine, ammesso che non fossero già defunti all’inizio delle “operazioni” quindi con uno scollegamento totale della loro dipartita rispetto all’affondamento.

A questo punto non ci attardiamo neanche più a sottolineare altre incongruenze come le porte stagne della sala macchine che sono state trovate chiuse, la mancata entrata in funzione delle batterie a seguito del blackout, pur ricordando che in imbarcazioni simili esistono 4 o 5 serie di batterie separate e indipendenti anche per lanciare SOS automatici che, invece, non sono mai partiti. Un razzo luminoso di soccorso fu lanciato quasi mezz’ora dopo l’affondamento della barca. Più che un segnale di soccorso sembra un segnale di recupero di qualche persona da prelevare e portare via.

Al netto del fatto che il capitano James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton ed il marinaio Matthew Griffiths, tutti e tre indagati, siano stati autorizzati da subito a lasciare l’Italia, non si ha notizia delle loro relative posizioni durante i fatti ne di eventuali errori, dimenticanze o leggerezze commesse.

Il capitano della piccola imbarcazione che si trovava a fianco del Bayesian, il Sir Baden Powell, che non ha subito danni dal temporale, ha testimoniato di aver visto l’albero del Bayesian rompersi ipotizzando che lo sbilanciamento abbia affrettato, se non provocato, il suo affondamento. Sarebbe interessante capire cosa può aver visto il capitano del Sir Baden Powell oppure perché abbia dichiarato il falso;

Cosa ha realmente provocato lo sbandamento e l’inclinazione del Bayesian che poi ha portato al suo affondamento?

Come mai il cuoco di bordo è morto, anche se non era nella zona delle cabine passeggeri, mentre tutti gli altri suoi colleghi si sono salvati?

Le evidenze sono poche mentre i misteri sono tanti. Anche concentrandoci sulle inquietanti evidenze arriviamo solo ad altri misteri.

E’ evidente che, se questa fosse la situazione reale, qualcuno avrebbe inscenato l’affondamento per depistare i sei omicidi dei passeggeri oltre al cuoco che, non dimentichiamolo, era il cuoco personale di Lynch e non faceva parte dell’equipaggio in termini strettamente tecnici.

E’ evidente che l’equipaggio sia a conoscenza di altri aspetti che al momento non sono noti, o non vengono divulgati. Tutto l’equipaggio e non solo i tre indagati che intanto sono all’estero.

Oltre all’equipaggio è probabile che sia a conoscenza di altri aspetti anche qualcuno dei dintorni, cioè della barche e barchette presenti al momento in mare, compreso il comandante del Sir Baden Powell. Probabilmente anche qualche anonimo di supporto dal molo o comunque dalla terra ferma.

Bene sta facendo la magistratura italiana a mantenere il massimo riserbo su tutta l’intricata faccenda, ma questo non ci esime dal dover fare alcuni appunti in merito al prosieguo delle indagini.

Cosa sta aspettando la magistratura?

Le autopsie sono disponibili, anche se quelle italiane contraddicono quelle inglesi. Per quelle svolte in Italia sembra che siano morti con i polmoni asciutti, quindi per asfissia o mancanza di ossigeno, non per annegamento. In Inghilterra, dove per legge deve essere eseguita una nuova autopsia, sembra invece che siano morti per annegamento. Una delle due serie di autopsie non è veritiera, quindi è pilotata.

Potenza dei governi e dei servizi segreti che riescono anche ad inquinare le evidenze scientifiche.

Le testimonianze dei marinai e dei tre indagati sono agli atti così come quelle degli altri testimoni presenti e dei sub (in termine tecnico palombari) immersi per recuperare i corpi ed hanno effettuato i filmati subacquei.

Manca lo scafo che giace tuttora a 50 metri di profondità. Senza fare paragoni con la Costa Concordia di Schettino, una barca di 60 metri può benissimo essere imbragata senza problemi eccessivi e portata in superficie. Esistono procedure utilizzate in tutte le piattaforme petrolifere del mondo e che, pur richiedendo rimorchiatori ed argani particolari, sono di utilizzo quasi comune.

So che esistono anche altre tecniche di recupero fra cui una particolarmente semplice e ingegnosa prevede l’insufflaggio negli scompartimenti della barca di sfere plastiche analoghe alle comuni palline da ping pong che entrando negli scomparti sostituiscono l’acqua che viene espulsa, alleggeriscono la barca e la fanno venire a galla anche senza imbragature di sorta, oppure con imbragature di sicurezza per guidarla ed aiutarla.

In ogni caso sembra assurdo che dopo due mesi non si siano neanche iniziate le procedure di appalto per le operazioni di recupero. Non stiamo parlando della fossa delle Marianne e se anche il relitto dell’aereo inabissato a Ustica è stato recuperato, pure se a pezzi, non si comprende come mai il Baynesian sia ancora sul fondo del mare.

La magistratura ha predisposto un cordone sanitario per un raggio di 200 metri attorno al relitto e la zona è pattugliata giorno e notte da motovedette della guardia costiera che impediscono l’avvicinamento.

Se veramente, come è credibile, tutti gli 007 del mondo sono a caccia dei documenti segreti che il Baynesian contiene, è altrettanto credibile che ogni giorno che passa sia un giorno (e notte) aggiuntivo in cui sub esperti e determinati, con fondi illimitati e tecnologie appropriate, possano arrivare alla barca, ispezionarla, manometterla  e prelevare materiale sensibile senza che dalle motovedette in superficie si possa percepire l’accesso, il lavorio ed il prelievo.

Se anche sono utilizzate apparecchiature di sorveglianza subacquea, tipo sonar o altro, si è visto che il disturbo elettronico è all’ordine del giorno, per non parlare di possibili infiltrazioni di agenti stranieri fra gli stessi componenti della sorveglianza che potrebbero coprire eventuali sub o palombari all’opera nel relitto per prelevare la cassaforte e poi aprirla altrove. Oltre al deterioramento di eventuali prove per dar conto della morte, o dell’omicidio, dei defunti, ogni giorno in più è un pericolo aggiuntivo di perdere il prezioso contenuto, ammesso che sia ancora li e che, chi ha provveduto ad eliminare Lynch e i suoi ospiti, non abbia completato il lavoro già da subito.

Comprendo anche l’enorme pressione che probabilmente sta subendo il nostro Governo, e di conseguenza la procura di Termini Imerese che gestisce le indagini.

Non si sa ancora come, se e fino a che punto questi avvenimenti si intreccino con altri avvenimenti lontani nel tempo e/o nello spazio, dall’Ucraina a Gaza all’esplosione dei cercapersone di Hezbollah o alla morte del capo di Hamas a Teheran.

Forse anche in questo siamo una colonia e dobbiamo inchinarci ai dettami che arrivano dai posti di comando. Intanto continuiamo a rimanere epicentro del terreno di scontro delle spie di tutto il mondo.

Vincenzo Fedele

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