Le Donne di Comitato Pro Life Rispondono la Daria Bignardi: l’Aborto è un Omicidio. Lo Dice la Scienza.

12 Ottobre 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questo messaggio ricevuto dagli amici di Citizen Go. Buona lettura e condivisione.

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Ciao Marco,

Oggi desidero condividere con te due notizie speciali.

La prima riguarda la nascita di una straordinaria iniziativa nel mondo prolife italiano, il Comitato Prolife Insieme, che mira a unire le tante anime del movimento pro vita del nostro Paese in una battaglia culturale comune per la difesa della Vita.

Questo progetto, nato qualche mese fa, è una testimonianza viva della forza e della passione che caratterizzano l’impegno dei tanti italiani (associazioni, singoli individui, etc.) motivati a lottare ogni giorno contro l’aborto e per la protezione dei nascituri.

La seconda riguarda invece un’importante azione intrapresa dal Comitato stesso, solo pochi giorni fa: di fronte alle scandalose reazioni da parte del mondo progressista alle recenti parole di Papa Francesco sull’aborto, il Comitato ha deciso di intervenire con una risposta di grande valore e spessore.

Il Santo Padre ha solo ribadito che l’aborto è un omicidio, definendo i medici che lo praticano come “sicari”. Ma questa volta in molti, in particolare le femministe, lo hanno attaccato con accuse ingiustificate.

Il Comitato allora ha preparato una risposta ad uno di questi articoli, dando voce alle tante donne prolife italiane che sono stanche di sentir chiamare l’aborto “diritto delle donne” e che vogliono far sentire la loro opinione sul tema.

Ecco qui il testo della lettera: ti invito a leggerla attentamente (grassetto nostro).

Gentile direttore,

Scriviamo in replica all’intervento di Daria Bignardi, critico delle parole del Papa in merito all’aborto. 

Vorremmo sorvolare sul dileggio implicito in riferimento all’età del Papa e al suo essere un uomo: il rispetto per chiunque parli dovrebbe essere scontato, a prescindere dal fatto che rivesta il ruolo di Pontefice della Santa Romana Chiesa.

Affermare che il “Papa fa il Papa”, però, non rispetta la verità di quanto realmente detto durante il volo di ritorno dal Belgio. Il Papa non ha affatto parlato da Papa, ma ha citato una verità scientifica: il bimbo concepito con l’aborto viene ucciso, quindi si tratta di omicidio. E che ci sia una vita umana lo affermano i biologi di tutto il mondo, non le encicliche.

Per quanto riguarda i “sicari”, vogliamo rammentare che l’etimologia del termine richiama alla “sica”, pugnale, quindi il collegamento con il bisturi è assolutamente calzante. Può darsi che i medici non obiettori si siano sentiti offesi, ma che collaborino, anzi siano gli artefici, di un omicidio, è verità e forse qualche scrupolo di coscienza potrebbero anche farselo. Sottolineiamo poi, che nessun medico è obbligato per legge a far abortire le donne, anche la legge si premura di dare la possibilità di fare obiezione di coscienza.

Inoltre, se tutti i medici fossero obiettori accadrebbe una sola cosa: ci sarebbero meno aborti, nascerebbero più bambini, si creerebbe una cultura più accogliente per la maternità e per la cura dei più fragili. Certo, chi volesse comunque abortire lo farebbe, ma come la stessa storia italiana ha dimostrato, non aumenterebbero affatto i rischi per la salute della donna.

Insomma: la legge 194 non è affatto un pilastro della vita sociale del Paese e se venisse abrogata da un giorno all’altro, semplicemente accadrebbe che l’aborto tornerebbe illegale e basta.

Se permette, però, direttore, il vulnus principale si realizza quando si richiamano i testi del passato per giustificare l’aborto.

Nel mondo greco, Ippocrate, medico del V secolo a.C., tramanda il giuramento che i medici abbracciavano e tuttora abbracciano per la propria professione, affermando: “Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, nè suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo”.

Anche in questo caso non si ricorre ad un testo sacro, ma ad un documento di ben 25 secoli addietro, segno di una grande intuizione del mondo greco.

Si può fingere che non esista una natura femminile (e maschile), si può fingere che l’aborto non sia un atto radicalmente contro-natura; si può fingere che nel grembo di una madre ci sia solo un grumo di cellule, si può fingere che l’aborto sia un diritto. Ma presto o tardi la realtà si impone sulla finzione.

Chi tra noi ha avuto modo di incontrare donne che hanno abortito, non ha scoperto in esse gioia, sollievo, bensì rimpianto, dolore, dramma infinito. Al contrario le donne incerte se tenere il bambino e che poi hanno scelto per la vita, mai si sono pentite. Presto o tardi la ferita profonda che l’aborto lascia nel corpo e nella psiche femminile sanguina e la natura presenta il conto.

Noi donne, per esperienza diretta, affermiamo con certezza che la legge 194 è la legge più maschilista e sessista degli ultimi 50 anni.

Noi donne vorremmo ricordare a tutti che l’aborto agisce sul corpo, sulla mente, sull’anima di chi lo subisce: ripensare per sempre il dolore di una scelta apparsa, inizialmente, ineluttabile, indica che non siamo di fronte a un diritto, ma ad una grave violenza perpetrata anche ai nostri danni, non solo ai danni dei nostri figli.

La nostra natura ci porta alla maternità, l’idea di poter uccidere il bimbo che abbiamo nel grembo è quanto di più contrario alla nostra essenza femminile. Non possiamo accettarlo. Noi donne non possiamo essere a favore dell’aborto.

Scegliere la vita è un bene per tutti”.

Sul sito del Comitato sono visibili i nomi delle donne prolife italiane che hanno già firmato la lettera.

Abbiamo deciso di condividere questo documento per dimostrare che il mondo prolife in Italia è sempre più compatto, attivo e motivato e per mettere in luce il punto di vista delle donne prolife che non accettano la classica retorica sull’aborto.

Questa vigorosa dichiarazione non è solo un atto di difesa delle frasi pronunciate dal Papa, ma rappresenta un grido potente e autentico in favore dei più indifesi. 

Ora più che mai è il momento di alzarci in piedi e prendere le difese dei nascituri.

Dobbiamo farlo con coraggio e senza paura, tenendo bene a mente la coraggiosa affermazione di Papa Francesco pronunciata in occasione dell’ultima Manifestazione per la Vita: «Sulla vita umana non si fanno compromessi!».

Resta con noi in questa battaglia. Sono certa che tutti noi insieme possiamo fare la differenza.

Con gratitudine e speranza,

Matilde Giunti e tutto il team di CitizenGO

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