Ritorno alle Origini II: Un Universo Disegnato da Dio – Le Conseguenze del Darwinismo”. Radio Spada.

9 Ottobre 2024 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione questa novità editoriale degli Amici di Radio Spada. Buona lettura e condivisione.

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Novità e offerta, in collaborazione col Kolbe Center: “Ritorno alle Origini 2: Un universo disegnato da Dio – Le conseguenze del darwinismo”

9 Ottobre 2024 | Attualità

Novità e offerta, in collaborazione col Kolbe Center: “Ritorno alle Origini 2: Un universo disegnato da Dio – Le conseguenze del darwinismo”

Con grande piacere annunciamo ai lettori l’uscita – in collaborazione con il Kolbe Center for the Study of Creation e il supporto di Stefano Dal Lago – del Vol. II di Ritorno alle origini. Un punto di vista cattolico sugli inizi – Un universo disegnato da Dio. Le conseguenze filosofiche e sociali del darwinismo: alleghiamo di seguito la nota di presentazione. Il libro è in offerta speciale fino a martedì 15 ottobre con tre opzioni diverse:

Per aderire all’offerta speciale, come sempre, siamo a vostra disposizione tramite Whatsapp (3662949035) o Telegram (@edizioniRS) o email (edizioniradiospada@gmail.com), NON si ordina direttamente sull’ecommerce.

I tipi di SPEDIZIONE possibile (da scegliere per la prima opzione) sono:
– spedizione non tracciabile (non possiamo sapere dalle poste dove il libro si trova) a 2 €,
– spedizione tracciabile (piego libri raccomandato) a 5,50 €,
– servizio Posta1 a 9 € (solo entro 2kg di peso),
– corriere a 12 € o
– servizio di contrassegno, ossia di pagamento alla consegna, a 15 € (per il contrassegno: in caso il vettore non vi trovi c’è una salata penale a carico del destinatario; dunque va scelto solo se si è pienamente reperibili).
I METODI DI PAGAMENTO sono illustrati a questo link https://www.edizioniradiospada.com/pagamenti-e-spedizioni.html, ma per chi ha bisogno di un ausilio ci sono i contatti indicati sopra.


Nota delle Edizioni Radio Spada

Per introdurre la parte prima di quest’opera[1], esponevamo alcuni concetti dai quali vale la pena di riprendere il cammino, per poi consegnare al lettore le pagine del presente volume (II ed ultimo): «In questo campo non è difficile eccedere in un verso o nell’altro, cadere in uno sterile e paradossale letteralismo biblico, o in un liberalismo interpretativo che lascia ben poco spazio al senso dei testi. Questa opera va dunque nettamente distinta dal cosiddetto creazionismo protestante che è inficiato in radice dagli errori di quelle sette. Ed è proprio dalla confusione tra grazia e naturacausalità prima e seconda, e da quella dei rapporti tra Dio e l’uomo che nascono i principali problemi di quel mondo. L’uomo, sottratto alla Chiesa gerarchica di istituzione divina che lo aiuti nella corretta interpretazione, cadrà facilmente nei due estremi menzionati».

Prima di addentrarsi nei dibattiti sull’argomento va tenuto presente non solo quanto appena scritto, ma il confine stesso che caratterizza le scienze fisiche. Non è raro che teorie scientifiche, anche apparentemente solide, vadano incontro a una vita relativamente breve[2]. Non deve stupire: la forza e, allo stesso tempo, il limite di ciò che abitualmente si chiama scienza, consiste nel fatto che il suo orizzonte sia circoscritto a questioni – misurazioni – di tipo quantitativo[3]. E la quantità non esaurisce affatto la realtà.

Non solo: rispetto a qualsivoglia tipo di ipotesi basata sulle scienze fisiche, relativa allo studio di epoche antiche, e in particolare delle origini, si trovano tre ineludibili ostacoli:

a) Il passato non è, strettamente parlando, ripetibile, ed è dunque meno (o per nulla) verificabile. L’esperimento al cui vaglio si può sottoporre una teoria, incontra nella sua applicazione a tempi trascorsi il problema fondamentale di una riproducibilità non sicura o addirittura assente. Sulla rivista Nature, Charles Birch and Paul Ehrlich, pur non rigettando la nota teoria, scrivevano nel 1967: «La nostra teoria dell’evoluzione è diventata, come ha descritto Popper, una teoria che non può essere confutata da nessuna possibile osservazione. Ogni osservazione concepibile può essere inserita in essa. È quindi al di fuori della scienza empirica ma non necessariamente falsa. Nessuno riesce a pensare a come testarla. Le idee, prive di fondamento o basate su pochi esperimenti di laboratorio condotti in sistemi estremamente semplificati, sono diventate parte di un dogma evoluzionistico accettato dalla maggioranza di noi come parte della nostra formazione»[4].

b) Questo fatto è ulteriormente aggravato dalla presenza di eventi passati straordinari, non solo nel campo naturale ma pure soprannaturale. L’impatto delle catastrofi e degli interventi miracolosi rappresenta uno scoglio significativo, per ogni valutazione che parta dall’ordinarietà del presente. Il miracolo – pur non rappresentando una violenza alle leggi della natura, ma una loro sospensione diretta ad un ordine maggiore – costituisce un terreno in cui le scienze fisiche possono indagare ben poco, a fronte però di un peso determinante nello svolgimento delle dinamiche del Creato. Lo stesso atto creativo di Dio e le circostanze esatte che lo hanno circondato, esorbitano da questo campo di studio. Un filosofo della scienza come Stanley Jaki, che pure ritiene la scienza in grado di descrivere un universo con «almeno una dozzina circa di miliardi di anni», parlando della «supposta capacità della cosmologia» di determinare il momento preciso della creazione, la definisce come «qualcosa che essa semplicemente non è in grado di fare». Nessuna scienza, scrive, «sarà mai in grado di osservare o descrivere la creazione dal nulla e quindi di stabilire il primo momento, e, su quella base, di determinare l’età dell’universo, semplicemente perché la scienza non è in grado di osservare il nulla»[5].

c) Infine è di irriducibile rilevanza il tema dell’intreccio tra componente materiale e immateriale nelle stesse cause seconde create. Se già il giudizio su cosa sia la vita è da attribuirsi alla filosofia e non alla scienza[6], salendo nella scala degli esseri verso le forme più perfette, aumenteranno di pari passo le difficoltà. Ciò che tocca la conoscenza sensitiva[7] e, ancora di più, la razionalità e la vita soprannaturale dell’uomo, non si può ridurre alla materia per una sproporzione evidente, resa chiara dal carattere inesteso, quindi non misurabile in senso quantitativo, di questo ambito. Lo stesso linguaggio umano è unico (peraltro non raggiungibile per gradi e approssimazioni), fondato sulla capacità di astrazione, sulla relazione coi simboli, e costituito pure da realtà immateriali, non in grado di lasciare «tracce fossili»[8].

Risulterà dunque pacifico che, nella misura in cui ci si avvicina agli eventi decisivi dell’origine e dalla caduta dell’uomo, tanto più cresceranno le difficoltà delle scienze fisiche a pronunciarsi, fino a raggiungere una sostanziale inaccessibilità. L’oscurità propria del passato, la straordinarietà (anche miracolosa) degli interventi divini e la natura immateriale di molta parte delle questioni, rendono via via più inattingibile l’oggetto delle ricerche che rimangano su un «piano scientifico».

Resta una parte di mistero in tutto questo? Padre Sertillanges O.P., parlando in generale dell’attitudine che deve mantenere lo studioso, scriveva: «Il senso del mistero deve rimanere, anche dopo il nostro massimo sforzo, anche se ci è sembrato che ad esso la verità abbia sorriso. Coloro che credono comprendere tutto, provano, soltanto con questo, che essi non hanno compreso nulla. Coloro che si accontentano di risposte provvisorie a problemi che in realtà permangono sempre, falsano la risposta che ricevono, non considerandola parziale»[9]. E ancora: «Il mistero è, in ogni cosa, la luce del conosciuto, come l’unità è la sorgente del numero, come l’immobilità è il segreto delle corse vertiginose. Sentire in sé stormire tutto l’essere e tutta la durata, chiamarli a testimonianza, significa ancora, nonostante il loro silenzio, circondarsi delle migliori garanzie per l’acquisto del vero»[10].

Questo approccio pare fondamentale nel maneggiare i testi biblici, secondo i rispettivi generi letterari. E la Chiesa accorda, pur senza valicare limiti già indicati, una certa libertà. Ad esempio, ricorda l’Enciclopedia Cattolica[11], «la credenza in un diluvio, avvenuto in tempi più o meno remoti, che avrebbe distrutto l’umanità, è comune a molti popoli estinti e viventi», «le tradizioni di un’inondazione che distrugge gli uomini sono 60 di cui ben 40 sono indipendenti dalla forma babilonese – ebraica», e oggi paiono addirittura superiori. Ma questa distruzione universale è da leggere in termini geografici assoluti o relativi antropologici? L’universalità antropologica appare, secondo la stessa Enciclopedia, «più probabile»[12]. In altri termini: non è necessario credere che il diluvio abbia materialmente toccato ogni punto geografico del pianeta, ma è sufficiente credere che abbia colpito tutti gli uomini tranne quelli chiusi nell’arca. Al dibattito degli esperti spetterà la valutazione del come e del quanto.

I materiali offerti al dibattito nelle seguenti pagine, del resto, vertono su un ampio ventaglio di temi[13] che vanno a ben completare il volume I, chiusosi con un capitolo (il settimo) sulla caduta dell’ultima icona evoluzionista, ovvero il caso dell’uomo. Si riparte qui dall’ottavo, riguardante Big Bang e cosmologia, seguito dal nono sull’interpretazione dei fossili e la grande catastrofe del diluvio, e dal decimo sulle tecniche di datazione. Gli ultimi tre approfondiscono invece gli effetti del darwinismo sulla società e sulla Chiesa: in particolare l’undicesimo parla di «conflitto globale e cultura della morte», il dodicesimo dell’indottrinamento dei giovani attraverso la scuola e il tredicesimo dell’impatto sulla filosofia e la teologia, fino e oltre al Vaticano II.

Particolarmente toccante è la testimonianza sul rapporto tra eugenetica e idee di Darwin di uno degli autori, ovvero Hugh Owen, figlio di sir David Owen, assistente segretario generale delle Nazioni Unite[14] e primo segretario generale della International Planned Parenthood Federation[15]: «Moltissime persone che rifiutavano la visione hitleriana ma accettavano il darwinismo aderirono ben presto al programma cripto-eugenetico di contenimento della crescita della popolazione attraverso la contraccezione e la legalizzazione dell’aborto. Tra i milioni di individui che ritennero che tali misure fossero necessarie c’era mio padre, sir David Owen, il quale all’università aveva perso la fede nel cristianesimo aderendo all’evoluzionismo laicista. Più tardi, quando fu nominato assistente segretario generale delle Nazioni Unite, divenne fermamente convinto che l’accesso generalizzato alla pratica dell’aborto fosse ormai essenziale per risolvere il problema della sovrappopolazione. Deluso infine dalla mancanza di decisione con cui l’ONU perseguiva tale obiettivo, diede le dimissioni per divenire il primo segretario generale della International Planned Parenthood Federation, ruolo che ricoprì per circa un anno prima di morire inaspettatamente per un attacco di cuore nel 1970».

Concludendo questa nota, affidiamo le pagine seguenti e tutti i lettori alla Sedes Sapientiae, Maria Santissima, affinché i frutti di questo testo siano abbondanti.

>>> Ritorno alle origini. Un punto di vista cattolico sugli inizi. Vol. II – Un universo disegnato da Dio. Le conseguenze filosofiche e sociali del darwinismo <<<

Note

[1] Ritorno alle origini – Un punto di vista cattolico sugli inizi – Vol. I – Principii e tracollo del darwinismo, Edizioni Radio Spada, 2023.
[2] Stanley L. Jaki, Bibbia e scienza. All’origine di un rapporto inscindibile, Fede & Cultura, 2015, p 160.
[3] Ivi, p. 224: «La scienza è semplicemente un approccio metodico in base al quale si restringe il proprio campo visivo a caratteristiche e differenze puramente quantitative. È questa la grandezza della scienza, ma anche la sua miseria. E qui si trova il suo punto cruciale. Perché proprio in base a un tale approccio metodologico la scienza si riconosce incompetente a pronunciarsi su qualsiasi cosa che abbia un carattere non quantitativo, comprese le affermazioni, rigorosamente non quantitative, sull’esistenza stessa delle cose materiali. E la scienza non può neppure rivelare cosa sono le cose».
[4] Charles Birch – Paul Ehrlich, Evolutionary history and population biologyNature, vol. 214, 22 aprile 1967, p. 349: «Our theory of evolution has become, as Popper described, one which cannot be refuted by any possible observations. Every conceivable observation can be fitted into it. It is thus outside of empirical science but not necessarily false. No one can think of ways in which to test it. Ideas, either without basis or based on a few laboratory experiments carried out in extremely simplified systems, have become part of an evolutionary dogma accepted by most of us as part of our training». Nel dibattito seguito alla pubblicazione si è sottolineato come questa riguardasse essenzialmente le istanze (ecologiste) analizzate dagli autori, ribadendo l’adesione di entrambi alla sintesi moderna. Si noti però che la questione di principio rimane intatta e non riducibile a questo o a quello aspetto, interno o esterno, alla teoria dell’evoluzione: il problema dell’osservazione e verificabilità del passato considerato in se stesso resta un tema al quale è impossibile sottrarsi.
[5] Stanley L. Jaki, Bibbia e scienza, cit., p. 156.
[6] Enc. Catt., vol. XII, col. 1514, a. D. 1954: «Di qui l’esigenza di un principio reale, diverso dalle forze fisico-chimiche dei singoli corpi inorganici di cui è formato l’organismo, e di ordine a quelle superiore, poiché capace di regolarne l’attività, di unificarne l’azione, facendo dell’organismo un tutto da cui derivano ed al cui benessere si svolgono le molteplici funzioni. Proprio a tale elemento si riferisce la definizione di San Tommaso quando dice che la vita è il principio intrinseco dell’azione immanente. È compito della filosofia, e non della scienza, indagare la natura di questo principio e come avvenga la sua unione con la materia; ma è dovere del biologo ammetterne l’esistenza, poiché esso è parte integrante e principale di quella realtà biologica (gli organismi viventi) che formano l’oggetto proprio dei suoi studi».
[7] P. Angelo Zacchi O.P., L’uomo e la sua natura, Edizioni Radio Spada, 2024, p. 44: «Se è facile dire coi meccanicisti che la conoscenza sensitiva è una reazione chimica, o un movimento vibratorio, non è ugualmente facile provarlo, e neppure capirlo. Ci vuol davvero una gran fede… per credere che basti una reazione chimica, o un movimento vibratorio degli atomi a produrre questo mirabile fenomeno, che ci permette di unirci in qualche modo a tutti gli esseri corporei, di assimilarli e conquistarli, determinandone l’esistenza e le proprietà sensibili. Ci vuol davvero una gran fede… per credere che una reazione chimica e un movimento vibratorio degli atomi siano capaci di afferrare quanto accade dentro di noi; capaci di conservare le immagini delle cose conosciute e di produrne delle nuove; capaci di ricongiungere colla memoria il passato al presente. Ogni conoscenza sensitiva ha certamente, come antecedenti necessari, un processo fisico-chimico e un processo fisiologico; ma non può e non deve confondersi con essi».
[8] Francesco Avanzini, Umano solo umano – Il mistero del linguaggio, Fede e Cultura, 2020, p. 208, 71.
[9] Padre Antonin-Dalmace Sertillanges O.P., La vita intellettuale, Ed. Studium, 1945, p. 126.
[10] Ivi, p. 127.
[11] Enc. Catt., vol. IV, col. 1607, a. D. 1950.
[12] Ivi, col. 1606.
[13] Come per il I volume citiamo i contributori dell’opera: Hugh Owen e John Wynne (intellettuali cattolici e produttori esecutivi), Wolfgang Smith, Ph.D. (matematico, fisico e filosofo), John Sanford, Ph.D. (genetista), Thomas Seiler, Ph.D. (fisico), James P. McCullough, M.D. (patologo), Kevin Mark, D.M.D. (divulgatore), Pamela Acker (biologo molecolare), Rachel Jones (ingegnere geofisico e geospaziale), Pedro Aguado (ingegnere), Bernie Webb (intellettuale cattolico convertito), don Chad Ripperger, Ph.D. (prete e psicologo), Padre Victor P. Warkulwiz, M.S.S. (prete e fisico), don Thomas Hickey, Padre Shannon Collins, M.S.J.B., don Kevin S. Barrett, con il contributo di Keith e Zac Jones (da: HOME – Foundations Restored).
[14] Secretary-General annouces appointment of David Owen as Executive Chairman of Technical Assistance Board.
[15] Sir David Owen Is Dead at 65; Helped Set Up U.N. Secretariat (Published 1970).

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