Il tempio di Gerusalemme, la Sua Distruzione e Ricostruzione. Don Curzio Nitoglia a Cinzia Notaro.
9 Ottobre 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Cinzia Notaro ha intervistato don Curzio Nitoglia, a cui va il nostro grazie, su un tema di grande attualità, e cioè le tensioni e le correnti che si muovono nell’ebraismo intorno al tema della ricostruzione del Tempio. Buona lettura e diffusione.
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D. La distruzione del Tempio di Gerusalemme è figura dell’attuale guerra mondiale occulta ?
R. L’attuale tentativo di ricostruzione del Tempio è di dominio pubblico. I fedeli del Tempio vogliono costruire il terzo Tempio al centro della Spianata delle Moschee.
D. Chi sono questi fedeli del Tempio?
R. Fanno parte di una setta religiosa ebraica di estrema destra nata dall’Irgun e dal Betar il cui fine è la ricostruzione del Tempio sul luogo dove sorgeva il Santo dei Santi per affrettare la venuta del Messia.
D. Per gli Ebrei Ortodossi il Tempio scenderà dal cielo con la venuta del Messia?
R. Certamente e chi pretendesse (come il sionismo settecentesco) di ricostruirlo con mezzi umani commetterebbe una specie di violenza contro i piani di Dio. Per ora due scuole talmudiche presso il Muro del Pianto stanno insegnando ai duecento studenti i complessi particolari del servizio nel Tempio. Altri gruppi stanno cercando le linee giudaiche dei sacerdoti giudaici , i soli che possano eseguire i sacrifici.
D. I preparativi per rinnovare i sacrifici dell’Antica Alleanza sono in corso?
R. Come se l’evento fosse imminente . A guidarli è il Rabbinato-Capo . I “fedeli del Tempio” quindi non sono pochi estremisti isolati perchè già si sente parlare di identificazione genetica dei sacerdoti dell’Antica Alleanza, i soli che possano offrire il rito. Ad Aprile una vacca dal pelo rosso è stata sacrificata a Gerusalemme dagli ultra – ortodossi per affrettare la venuta del Messia.
D. La seconda venuta del Messia per i Cattolici coincide con la fine del mondo …
R. Il messianismo ebraico cerca di affrettare l’una e l’altra ed è per questo che l’Atlantismo giudaico/ americanista sta provocando continuamente la Russia sino al punto da far scatenare un guerra atomica universale che distruggerebbe il mondo.
D. Ci saranno anche dei motivi politici, economici, ideologici dietro ?
R. Si, ma quello predominante anche se occulto e sotterraneo è teologico. Se non si legge ciò che sta accadendo alla luce della teologia non si riesce a capire come si possa osare tanto senza rasentare la follia pura.
D. Netanyahu quale piano sta mettendo in atto?
R. Ha distrutto l’intera striscia o Lager di Gaza (lungo 35 km, e largo 7/9 km) bombardandolo continuamente notte e giorno per otto mesi, sganciando l’equivalente quantitativo (non atomico) di quanto sia stato sganciato su Hiroshima.Il delirio d’onnipotenza – che ottenebrò le menti dei Sinedriti nell’anno 66 dopo Cristo e poi del falso “Messia” Simon Bar Kokheba nel 132, spingendoli a sfidare Roma pensando di poterla vincere perché erano sicuri che “Dio fosse con loro” – oggi ha completamente ottenebrato la mente di Netanyahu, che sta affrontando una specie di guerra civile interna allo Stato d’Israele e, inoltre, s’è cacciato in una guerra che le sole bombe non potranno vincere.
D . Perché ?
R. Il popolo palestinese è abituato a resistere a questi genocidi da circa 75 anni e non è rammollito come gran parte della gioventù israeliana dedita al rave party, e anche perché ora la Palestina, non è stata lasciata sola, come dal 1948 ad oggi, ma ha a fianco a sé (in maniera limitrofa) l’Iran, il Libano, gli Houthi e la Russia.
D. Lo Stato d’Israele verrà annientato?
R. Gli antefatti : gli Zeloti provocarono Roma nel 66 d. C. Verso la metà del maggio del 66 la Torre Antonia, presso il Tempio di Gerusalemme, fu assalita dagli Zeloti e dal popolo giudaico, che passarono a fil di spada la guarnigione romana ivi stanziata. Il generale Vespasiano, nell’ottobre del medesimo anno, assunse il comando della guerra contro i Giudei, ma il 1° luglio del 69 fu nominato Imperatore e lasciò il posto di comando in Gerusalemme a suo figlio Tito (cfr. FLAVIO GIUSEPPE, La Guerra Giudaica, lib., IV, par. 3, n. 8). Sempre nel 66 gli Zeloti-Sicari s’impadronirono della fortezza di Masada, uccidendo la guarnigione romana lì presente. Nel 69 Simone Bar-Ghiora era divenuto potentissimo in Masada, con quarantamila uomini armati.
D. Quindi il Fariseismo era degenerato in Zelotismo ?
R. Tale Zelotismo si organizzò nel banditismo dei Sicari (cfr. FLAVIO GIUSEPPE, La Guerra Giudaica, lib. IV, par. 9, n. 10). Tito arrivò nella primavera del 70 a Gerusalemme, impartì l’ordine di costruire dei terrapieni e cominciò l’assalto contro il terzo o il più esterno muro della città di Gerusalemme, che cadde dopo cinquanta giorni di pugne feroci. Perciò, fu la volta del secondo muro che cadde dopo cinque giorni, di modo che i Romani penetrarono nella città bassa, ma dopo quattro giorni i Romani dovettero ritirarsi assaliti dai Giudei. Allora Tito fece costruire un muro e scavare un fosso attorno alla città (come aveva predetto Gesù, cfr. Lc., XIX, 43), di circa 6 km. I soldati Romani impiegarono solo 3 giorni per tale costruzione (cfr. FLAVIO GIUSEPPE, La Guerra Giudaica, lib., V, par. 12, n. 1 ss.). Yakov M. Rabkin, professore al Dipartimento di Storia dell’Università di Montreal, ha scritto un interessante libro intitolato: “Una minaccia interna”.
D. Storicamente può fare qualche accenno circa l’ opposizione ebraica al sionismo?
R. Se teniamo conto di quanto sta accadendo in questi giorni in Palestina, con il rischio che la guerra israeliana si estenda al Libano, all’Iran e alla Russia come dar torto al professor Rabkin? Infatti, egli ci mostra quanto sia grave la posta in gioco per il popolo ebraico, e ciò vale ancor di più oggi (2024), quando lo Stato sionista cerca d’imporre la propria egemonia politica e militare anche nei confronti del Libano, della Siria, dell’Iran e, perciò, anche della Russia. Se, si considera – anche alla luce della stessa tradizione ebraica – il rischio della concentrazione di milioni di ebrei in uno stesso luogo,i tragici fatti odierni ci fanno osservare che le previsioni più gravi sembrano realizzarsi, perché realmente lo Stato d’Israele è diventato “l’ebreo tra le Nazioni” e il Paese più pericoloso per un ebreo.
D. Perchè lo Stato d’Israele è in pericolo e con esso il mondo intero?
R. Secondo molti pensatori haredim “la shoah e lo Stato d’Israele non costituiscono affatto degli avvenimenti antitetici ( distruzione e ricostruzione ), ma piuttosto un processo continuo: l’eruzione finale delle forze del male […]”. La tradizione giudaica considera rischiosa ogni concentrazione di ebrei in uno stesso luogo.
D. Cosa dire della tragica congiuntura storica che stiamo vivendo riguardante la constatazione fatta dagli haredim?
R. Nel capitolo VII del suo libro Rabkin continua e approfondisce questo stesso tema: “Lo Stato d’Israele è in pericolo […]. Quello che veniva presentato come un rifugio, addirittura il rifugio per eccellenza, sarebbe diventato il luogo più pericoloso per gli ebrei. Sono sempre più numerosi gli israeliani che si sentono presi in una “trappola sanguinaria” […]. E cresce il numero di quanti esprimono dubbi circa la sopravvivenza di uno Stato d’Israele creato in Medio Oriente, in quella “zona pericolosa” […]. I teorici dell’antisionismo rabbinico sostengono […] che la shoah sia solo l’inizio di un lungo processo di distruzione, che l’esistenza dello Stato d’Israele non fa che aggravare […]. Concentrare [nove, nda] milioni di ebrei in un luogo così pericoloso sfiora la follia suicida. Il periodo maccabico orientò i Giudei verso un’interpretazione errata del Messia, che si afferma nella Letteratura Apocrifa e Rabbinica […]. L’opposizione tra la Rivelazione attuata dal Cristo e l’interpretazione giudaica dominante non poteva essere più stridente; essa fu fatale a Israele, che rimase fuori dalla salvezza eterna” […].
D. Gli Israeliti avrebbero preso le idee mitologiche (dell’Apocalittica apocrifa) applicandole alla loro Nazione?
R. Lo sconvolgimento cosmico avrebbe rovinato i Pagani, mentre avrebbe dato ad Israele felicità terrena definitiva (F. Spadafora, Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1952, VIII vol., coll. 847-848, voce “Messia”). Quest’idea malsana ha portato all’attuale sfida d’Israele a tutto il mondo con il rischio d’incendiare nuclearmente il globo intero. Ora, il vero Messia, Gesù Cristo, è soprattutto Re spirituale di tutti gli uomini e non di una sola Nazione e quindi non potrà non essere odiato, combattuto e messo a morte dai “falsi profeti” o “veggenti” dell’Apocalittica giudaica, che dal 170 a. C. aveva cominciato a corrompere la Fede del vero Israele in senso millenaristico, temporalistico, mondialistico e di dominazione universale. Questo è il dramma di Israele: aver seguito nella maggior parte un falso concetto di Messia cosmico, militante e temporale (che è un puro uomo o addirittura una collettività: Israele stesso, “Padrone di questo mondo”) e aver rifiutato, tranne “una piccola reliquia”, il vero Messia, Salvatore di tutti gli uomini, il cui Impero è universale, definitivo, spirituale e soprattutto proteso nell’aldilà, pur iniziando già in questo mondo, anche se imperfettamente. La sua morte in Croce è l’Unico Sacrificio perfetto e senza macchia la “oblatio munda” (Mal. I, 11).
D. Per i Profeti dell’A.T. chi è il Messia ?
R. E’ una persona. Per i veggenti dell’Apocalittica apocrifa come del Sionismo odierno è una collettività e precisamente il popolo d’Israele, che conseguirà la prosperità nazionale, il predominio su tutte le altre Nazioni. Inoltre un Messia morto e risorto, un Messianismo che si era adempiuto in Gesù Cristo, era la nuova Fede che gli Apostoli dovevano predicare a tutto il mondo, cominciando dai Giudei. Ma per questi un Messia messo in croce era uno “scandalo”, come per i Pagani una ‘follia’ (I Cor. I, 23) […]. L’opposizione, che tale predicazione trovò presso la maggior parte della nazione giudaica ha la sua prima radice nel diverso concetto che si era formato del Messianismo […], mentre il mondo romano accettò il Messia ripudiato dai Giudei […]. La prima conseguenza della venuta del Messia consisterebbe, secondo il Sionismo, nel ritorno degli Ebrei, numericamente aumentati in Palestina e la riedificazione di Gerusalemme e del Tempio (A. Vaccari, Enciclopedia Italiana, Roma, Treccani, II ed., 1951, vol. XXII, p. 957, voce “Messianismo”).
D. Quando nasce l’ “Apocalittica” ?
R.Al tempo postmaccabico, in cui l’Ellenismo pagano trionfa in Israele, che è oppresso e il Tempio viene profanato (168-164 a. C.). Dopo il successo di Antioco Epifane (175 – 164 a. C.), la conquista della Giudea da parte di Roma con Pompeo (64 a. C.) e la distruzione del Tempio con Tito (70 d. C.) e della Giudea con Adriano (135 d. C.) si accende sempre più la speranza della riscossa nazionale giudaica, sotto la guida dei “falsi profeti” predetti da Gesù.
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