Francesco Bene sugli Abusi del Clero. Ma di Rupnik, Che Cosa ci Dice? Luis Badilla, Messa in Latino.

7 Ottobre 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Messa in Latino, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e diffusione.

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Luis Badilla. “Papa Francesco e la pedofilia nel clero. Bene! Ma a che punto siamo con lo scandalo Rupnik?” #rupnik

Grazie di cuore a Luis Badilla, benemerito fondatore de Il Sismografo, per aver riportato in luce, nella sua analisi che possiamo pubblicare, la vicenda dell’ex gesuita Rupnik e degli abusi di cui è accusato (con una scomunica tolta, molto probabilmente, dal Papa, dopo pochi giorni).

Qualcuno ci dirà finalmente qualcosa? E cosa sta succedendo al processo a Rupnik? Saremmo molto curiosi di saperlo.

Rupnik è stato processato canonicamente per aver assolto in confessione una sua complice. Ora, da 11 mesi affronta un secondo processo canonico proprio per questi abusi sessuali che fino ad ottobre 2023 erano ritenuti prescritti. Sotto pressione interna ed esterna il Papa cancellò questa prescrizione e ciò aprì la strada al secondo processo canino, in corso, e sul quale non si sa niente. Il Pontefice in questo passaggio è stato vittima delle sue stesse azioni sciagurate, in particolare nella storia della scomunica comminata e dopo pochi giorni derogata“.

QUI i quasi 200 post post di MiL sulla turpe vicenda che continua ad essere coperta da S. Marta.

Luigi C.

Quando conosceremo la verità sulla scomunica comminata a Rupnik e successiva cancellazione da parte di Papa Bergoglio?

Un dispaccio dell’Ansa racconta che in Belgio, il 28 settembre, “il Papa, parlando a braccio alla messa nello stadio di Bruxelles, [torna a condannare] gli abusi sessuali nella Chiesa. Lo fa con parole inequivocabili che vengono accolte con un fragoroso applauso dai fedeli. “Ho sentito la sofferenza degli abusati incontrati l’altro ieri” ha detto Bergoglio ricordando l’incontro con 17 vittime di abusi. “Nella Chiesa c’è posto per tutti, non c’è posto per la copertura degli abusi. Vescovi, non coprite gli abusi! Condannate gli abusatori e aiutateli a guarire dalla malattia degli abusi. Il male va portato allo scoperto. L’abusatore sia giudicato”.

Ecco il passaggio testuale delle parole di Francesco in cui riecheggia l’allocuzione del Pontefice del 27 settembre 2015 nel Seminario San Carlo Borromeo, a Filadelfia (USA), nell’incontro con vittime di abusi sessuali e  i loro parenti.

Con la mente e con il cuore torno alle storie di alcuni di questi “piccoli” che ho incontrato l’altro ieri. Li ho sentiti, ho sentito la loro sofferenza di abusati e lo ripeto qui: nella Chiesa c’è posto per tutti, tutti, tutti ma tutti saremo giudicati e non c’è posto per l’abuso, non c’è posto per la copertura dell’abuso. Chiedo a tutti: non coprite gli abusi! Chiedo ai vescovi: non coprite gli abusi! Condannare gli abusatori e aiutarli a guarire da questa malattia dell’abuso. Il male non si nasconde: il male va portato allo scoperto, che si sappia, come hanno fatto alcuni abusati e con coraggio. Che si sappia. E che sia giudicato l’abusatore. Che sia giudicato l’abusatore, sia laica, laico, prete o vescovo: che sia giudicato.”

L’abusatore è un malato che va aiutato a guarire e si deve distinguere il peccato dal peccatore.

Con queste parole il Papa sottolinea, ed è un qualcosa fatto poche volte in questi oltre 11 anni di pontificato, il bisogno di distinguere il “peccato” dal “peccatore” (Catechesi 20 aprile 2016), e poi fa riferimento alla necessità di aiutare gli abusatori a guarire dalla loro “malattia dell’abuso”.

Poi Francesco sottolinea: le persone “abusate sono un lamento che sale al cielo, che tocca l’anima, che ci fa vergognare e ci chiama a convertirci. Non ostacoliamone la voce profetica, silenziandola con la nostra indifferenza”. (Omelia completa)

Santo Padre, e l’ex gesuita Marko Ivan Rupnik?

 

Non risulta da quanto raccontato ufficialmente dalla Compagnia di Gesù che l’ex gesuita sloveno, famoso mosaicista, uomo potentissimo all’interno del Vaticano, sia stato mai coinvolto in vicende di pedofilia. Nel caso suo si tratta di accuse di decine di donne, e anche di un uomo (secondo alcune versioni), tutti adulti, e sono reati consumati nell’arco di molti anni, una trentina. Sono anzitutto ripugnanti abusi di coscienza scivolati al contempo in abusi di autorità e infine sessuali. Inoltre, da quanto di sa le vittime rientrano nella complessa e delicata situazione delle persone vulnerabili.

Rupnik è stato processato canonicamente per aver assolto in confessione una sua complice. Ora, da 11 mesi affronta un secondo processo canonico proprio per questi abusi sessuali che fino ad ottobre 2023 erano ritenuti prescritti. Sotto pressione interna ed esterna il Papa cancellò questa prescrizione e ciò aprì la strada al secondo processo canino, in corso, e sul quale non si sa niente.

Il Pontefice in questo passaggio è stato vittima delle sue stesse azioni sciagurate, in particolare nella storia della scomunica comminata e dopo pochi giorni derogata.

Dopo il primo processo canonico, l’ex gesuita è stato scomunicato (latae sententiae) a metà maggio 2020, ma prima della fine del mese la gravissima punizione è stata rimossa. Quasi certamente su questa scomunica non si conoscerà mai la verità.

Sulla responsabilità di questo comportamento, per il quale si dovrebbe chiedere pubblicamente perdono, si è scelta ancora una volta la politica dell’occultamento così come è sempre accaduto con Rupnik dall’inizio della vicenda.

Non lo diciamo noi.

Noi seguiamo il magistero di Papa Bergoglio che a Bruxelles è stato perentorio e cristallino dicendo: “Chiedo ai vescovi: non coprite gli abusi! Condannare gli abusatori e aiutarli a guarire da questa malattia dell’abuso. Il male non si nasconde: il male va portato allo scoperto, che si sappia, come hanno fatto alcuni abusati e con coraggio “. (Papa Francesco al rientro in Vaticano 29 settembre 2024)

Luis Badilla

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4 commenti

  • alexandros ha detto:

    Non si capisce una cosa: se Rupnik era stato scomunicato per assoluzione di una COMPLICE, significa che questa donna non era stata abusata. Quindi: o la vicenda della scomunica non c’entra niente con quella degli abusi, oppure era necessario togliere quella scomunica perché non si potrebbe certamente processare per abuso perché non si può essere abusati e complici allo stesso tempo.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Infatti si tratta di due cose diverse. Gli abusi riguardano la Comunità Loyola, in Slovenia, e forse anche quella romana. Il caso in questione è molto grave e si aggiunge agli altri, ma è di altra natura.

  • Dino Brighenti ha detto:

    Cosa servono i commenti manca l’azione

  • Balilla ha detto:

    Povero Badilla .?temo capisca poco del linguaggio Bergogliano . Per Bergoglio abuso e’ volontà di evangelizzazione senza rispetto umano . Per Bergoglio peccato e prender la comunione in bocca e non rispettare la terra.
    In questo caso abuso e’ accusare i pretipedofili. Peccato e’ non comprenderli e perdonarli . Povero Badilla disoccupato ….