Il Senso di Vuoto Provato davanti ai Buggì. L’Elefante di cui non si Parla…Benedetta De Vito.

2 Ottobre 2024 Pubblicato da 4 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulle menzogne e terrori  che ci vengono somministrati quotidianamente. Parte da lontano e in maniera innocua, ma non fatevi ingannare, leggete fino in fondo. Buona lettura e condivisione.

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C’è chi ama stare in spiaggia per poter scambiar molte chiacchiere, e anche troppe, con chi capita a tiro e chi, invece (e io sono tra questi) scende al mare quando gli altri dormono e l’ombra ancora avvolge la baia.

Il disco d’oro del sole indugia e occhieggia dietro la collina, il mare sembra di cristallo terso e l’anello dell’arenile è bianco di sabbia e di solitudine.

Dopo il bagno veloce attendo, con i piedi a mollo, l’astro che sorge  e comincio, tra me, una preghiera o un canto. Poi mi siedo e aspetto chi mi ama che ancora, a bracciate, solca la quiete del bagnato. D’un tratto una voce nel silenzio: Oh, è la F. che conosce i miei orari. Allegrona, sprizza simpatia e comincia a cicalare dei tanti casi suoi, zie, ricette e cognate. La ascolto, impietrita.

A un certo punto, dopo una diecina di minuti conditi di parole (tutte sue), mi chiede se non sta per caso disturbandomi. “No, figurati”, balbetto e anche sorrido. Cercate di figurarvi il mio sorriso mentre io scendo d’un rigo e arrivo al sugo del mio pezzullo.

Lei, allora, la F. pare sospirare di sollievo e, preso l’abbrivio, ricomincia daccapo e mi sommerge di chiacchiere. Quando alla mezz’ora, scaricate le sue dolci e innocenti pile, m’avvisa che deve andare a casa per far colazione col marito e i figli, io m’accorgo di sentirmi vuota e vedo le sue vuote parole  che la seguono nello scodinzolar dei suoi passi, come i topi il pifferaio magico…

Ecco ho finito la storia per dire, in metafora, che cosa m’accade quando il televisore è acceso e io ascolto tutte le chiacchiere che ne escono a eruzione vulcanica. Prima le sconvolgenti immagini dei fuochi in aria delle guerre, poi la pubblicità del dentifricio, poi ancora il programmino dove si fa a gara a chi è più ignorante, burino e strafottente (e anche ci si gloria di esserlo).

Io, di pietra, ascolto e se mi si chiede un commento, che ne so, su questo e quello, taccio e seguito a mangiare o a fare ciò che sto facendo. Tra me e me il pensiero è sempre uno e uno solo. La guerra vera, quella che i miei colleghi giornalisti tacciono fin da sempre, miete vittime ogni giorno, a fasci, a mazzi (bimbi, neonati, adulti, adultissimi) che muoiono in modi che a volte si ripetono nella loro tragicità: al volante, tacchete morto, volando giù dal balcone, al supermarket, facendo la spesa, correndo per farsi belli…

Non è sempre successo! Succedeva ed era una notiziona. Invece ora. Muoiono nella quotidianità e nessuno fa due più due, una semplice addizione. Questa vita normale (2) più siero genico (2) fa pericolo di morte (4). No, tutti a voltarsi dall’altra parte, e dai a cicalare di tutto quel che spaventa, rende le persone ansiose, abuliche, incapaci anche solo di compiere i gesti quotidiani.

Il terrore sparso come porporina all’intorno nell’eterno arcobaleno falso di Satana.

Ieri ho sentito più volte dire, durante uno dei buggì, che la “terza guerra mondiale” è alle porte e dai a mestar nel terrore, che tanto piace al signorino delle mosche. Ma no! Bisogna chiudere la porta in faccia alla paura e ridere delle fanfaronate menzognere del mostriccio verde.

Il covid, che doveva esser la peste nera, era una semplice influenza che si curava con l’aspirina. Invece ci hanno chiuso in casa, hanno serrato le Chiese, impedito di gustar l’amore del Signore-Eucarestia, ci hanno diviso, scatenando, grazie a tanti colleghi giornalisti, una vera caccia alle streghe, con tanto di stella gialla (i no vax), hanno inventato latinorum, fatto conferenze stampa nel cuore della note, come vampiri.

E tutto per che cosa? Meglio non rivelarlo. E mentre scrivo tutto questo mi sovviene, ahimè, che a Messa, domenica scorsa, ho veduto ben due persone ancora con la mascherina (nera) e tutti in fila per la Santa Comunione da prendere come un pop corn sulle mani.

Io sono andata per ultima e, tenendo le  mie mani allacciate dietro la schiena, ho preso la Santa Particola come si deve e sono stata felice anche se il sacerdote, lo sentivo, scuoteva tra sé e sé il capo…

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