Il Libro dei Salmi. Una Ricchezza Incomparabile. Giuseppe Lubrino.
1 Ottobre 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Giuseppe Lubrino, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione questa esortazione alla lettura dei libro dei salmi. Buona lettura, allora, e diffusione.
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Il libro dei Salmi
Una ricchezza culturale dal valore inestimabile (di Giuseppe Lubrino)
Il Libro dei Salmi è composto da centocinquanta componimenti e costituisce il cuore pulsante della letteratura biblica dell’Antico Testamento. È stato redatto in diverse epoche storiche dal X a.C. ad arrivare nella redazione fino al III secolo a.C. Molti salmi sono attribuiti al re Davide e per ciò stesso egli è diventato il capostipite di questo genere letterario. Il termine salmo significa “lode” e l’intero testo può considerarsi una lode che l’umanità credente eleva a Dio. Il rotolo dei Salmi ripercorre tutta quanta la riflessione teologica anticotestamentaria. Tale opera getta uno sguardo su Dio e sull’uomo e pone in evidenza la complessità che coesiste nel rapporto uomo-Dio, Dio-uomo. Jahvé è il Creatore dell’universo è colui che interviene a favore del “giusto” e che condanna l’empio. Dio è liberatore, guaritore, soccorritore e giustiziere dei giusti che sono posti al riparo dal male all’ombra delle sue ali. Tuttavia, i giusti sperimentano il fallimento, attraversano lo sconforto e sono prostrati nel dolore ma in tutte queste circostanze proprie della condizione umana in quanto tale essi si rivolgono a Dio che li ascolta, indica loro la via come “lampada sui loro passi” e li salva. Sulla base di ciò, è evidente che la preghiera è il tema centrale del libro dei salmi che è una vera e propria scuola di liturgia ed orazione. Riscoprire la preghiera attraverso la lettura del libro dei salmi può costituire un esercizio fondamentale per riprendere il cammino di fede, accostarsi con più frequenza ai sacramenti e, in modo particolare, al banchetto eucaristico. La tradizione bimillenaria della fede cattolica, infatti, ha da sempre letto ed interpretato il testo dei salmi in chiave cristica. Gesù dischiude ad ogni uomo il mistero dell’esistenza e riversa piena luce sull’oscurità del cuore, plasma e orienta la coscienza. In tale prospettiva leggere, meditare ed approfondire il testo del salterio è fonte d’educazione alla fede e di crescita e maturazione nel cammino della vita. Peraltro, il libro in oggetto si presta ad essere un notevole supporto anche per i giovani e nonostante sia stato redatto secoli e secoli fa preserva in maniera inalterata la sua attualità e il suo perenne valore pedagogico-educativo. Tale riflessione vuole essere una esortazione perché ognuno possa riscoprire l’inestimabile ricchezza culturale, letteraria e spirituale del libro dei salmi per poterne gustare i benefici immergendosi nella sua lettura. Se si legge il libro dei salmi si possono sperimentare le seguenti opportunità:
- Conoscere più dettagliatamente il modo di essere e di agire del Dio della Bibbia;
- Approfondire l’essere umano e il suo mistero, conoscere che la dimensione spirituale è un aspetto essenziale della vita umana in quanto tale;
- La preghiera è la forma di comunicazione privilegiata tra l’umano e il divino;
- Il dolore, la sofferenza, il male alla luce degli insegnamenti divini costituiscono delle tappe propedeutiche alla conoscenza della realtà e al conseguimento della felicità della vita.
Detto ciò, si pone all’attenzione dei lettori il primo capitolo di questa splendida opera della letteratura biblica.
Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.
Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.
Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i peccatori nell’assemblea dei giusti.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina. (Cf. Salmo cc.1).
In maniera molto semplice si delineeranno indicazioni per una lettura “canonica” della Sacra Scrittura così come insegna il Magistero cattolico. Per lettura “canonica” si intende suggerire ai lettori quanto segue: letto un passo, un insegnamento, appreso un pensiero nella Bibbia si invita a scrutare altri testi biblici per trovarne una conferma, un riscontro che conferisce a detto insegnamento validità e attendibilità per la crescita e la comprensione della fede. Or bene, il primo salmo offre un’esortazione affinché ogni credente si ponga alla scuola della Parola per restare saldo nelle prove della vita. Si invita, inoltre, a non associarsi in nessun modo a chi vive all’insegna dell’iniquità, dell’ingiustizia, dell’empietà. Costoro, infatti, saranno valutati dal Signore. I giusti, invece, risplenderanno e potranno acquisire serenità, stabilità e successo nella vita. Del presente insegnamento si trovano tracce sparse un po’ in tutta Scrittura ma un chiaro riferimento lo si può cogliere nel pensiero di San Paolo apostolo che scrivendo alla comunità di Corinzi afferma quanto segue:
Non lasciatevi ingannare: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi». (Cf. 1Cor 15,33).
Ci si chiede oggi quanto resta valido tale insegnamento? È vero che le cattive compagnie inducono a sviluppare e contrarre cattive abitudini? Condurre una vita disordinata quali benefici comporta? Frequentare chi influenza negativamente la propria vita quanto può contribuire alla propria evoluzione ed elevazione umana e spirituale? Ad ogni lettore si suggerisce di confrontarsi con questo insegnamento e di trarne le dovute conclusioni per una crescita umana e culturale adeguata.
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Categoria: Generale
C’è un salmo sopra ogni altro che è entrato nella mia vita ancora prima che imparassi a leggere e scrivere.
È un salmo che con pazienza il curato del paese, seduto tra il mirto del giardino della canonica, mi sillabava in latino dicendomi: e adesso ripeti, finché non l’avessi imparato bene a memoria e questi sono i versetti [previo versetto da antifona].
Dai, ripeti:
AD DEUM QUI LAETIFICAT JUVENTUTEM MEAM.
Poi:
QUIA TU ES DEUS FORTITUDO MEA: QUARE ME REPULISTI ET QUARE TRISTIS INCEDO DUM AFFLIGIT ME INIMICUS?
E adesso, quasi come all’inizio:
ET INTROIBO AD ALTARE DEI: AD DEUM QUI LAETIFICAT IUVENTUTEM MEAM.
Ultimo sforzo, dai!
SPERA IN DEO QUONIAM ADHUC CONFITEBOR ILLI SALUTARE VULTUS MEI ET DEUS MEUS.
E quando ebbi ben memorizzato, adesso – disse – tu rispondi in ordine. Non preoccuparti, ti aiuto io.
E lui incomincia e quando con gli occhi e col dito mi fa segno, io ripeto in ordine, dopo ciò che dice lui. Così:
“Introibo ad altare Dei.
AD DEUM QUI LAETIFICAT JUVENTUTEM MEAM.
Judica me Deus et discerne causam meam de gente non sancta: ab homine iniquo et doloso erue me.
QUIA TU ES DEUS FORTITUDO MEA: QUARE ME REPULISTI ET QUARE TRISTIS INCEDO DUM AFFLIGIT ME INIMICUS?
Emitte lucem tuam et veritatem tuam: ipsa me deduxerunt et adduxerunt in montem sanctum tuum et in tabernacula tua.
ET INTROIBO AD ALTARE DEI: AD DEUM QUI LAETIFICAT IUVENTUTEM MEAM.
Confitebor tibi in cithara Deus, Deus meus: quare tristis es anima mea et quare conturbas me?
SPERA IN DEO QUONIAM ADHUC CONFITEBOR ILLI SALUTARE VULTUS MEI ET DEUS MEUS.”
E, adesso disse, puoi venirmi a servir messa tutte le mattine. Io la dico dopo quella dell’arciprete; quindi hai tempo di dormire un po’ di più.
La domenica la celebro tardi ed in una località lontana, se vieni, monti in moto dietro di me e vieni a servirmi messa. Io sempre fedele e costante finché non l’hanno mandato in altra parrocchia. Ma allora avevo già 11 anni compiuti e terminate le elementari. Ma il latino del salmo ancora non lo comprendevo.
È l’indimenticabile salmo 43 per la bibbia ebraica, 42 per la LXX e la Vulgata.
Non potevo non ricordare.
Caro Rolando,
una pagina delicata con il pathos, il richiamo alla ricerca, ma anche l’ironia della “Via Lattea” di Bunuel.
E che dire del versetto 7 del salmo 91: “Cadrà al fianco tuo mille o diecimila alla destra tua”, sull’ispirazione del quale, menti illuminate e sante del medioevo cristiano hanno perfino calcolato il numero esatto dei demoni attivi nel mondo di allora in 13.306.668 di cui 6.666 capitanati da Belzebù.
Vi sarebbero poi 72 diavoli dichiarati Principi e ben 7.405.927 diavoli servitori ripartiti in 111 legioni.
In base a tali calcoli ciascuno di noi avrebbe poi 1000 demoni alla sua sinistra e 10.000 alla sua destra, confermati dalla Parola di Dio, nel salmo.
E che dire del famoso passo versetti 7-9 del salmo 40 richiamato nella famosa Lettera agli Ebrei 10, 7-9 mettendolo in bocca al “divino” Figlio “ingrediens mundum”:
“Sacrificio ed offerta non hai desiderato, orecchie hai scavato a me, olocausto e sacrificio di espiazione non hai chiesto.
Allora ho detto: Ecco sono venuto, in rotolo di libro scritto di me di fare la tua volontà EL-mio ho desiderato e la Toràh tua in mezzo alle viscere mie.”
Il passo di questa lettera cristiana segna il completo ribaltamento della Toràh giudaica:
“in qua voluntate sanctificati sumus per oblatiomem corporis Christi Iesu in semel”.
Questo Gesù “cristiano” sofferente e vittima altro non è che una copia della mitica profezia del Prometeo Incatenato di Eschilo (vv 764 ss) in cui il Dio Padre Zeus, tiranno, sarebbe stato scalzato, detronizzato per opera del figlio concepito in “NOZZE DI CUI AVRÀ A DOLERSI”.
E poi nel libro di Giobbe 22, 2-3, sta scritto: “Forse a EL gioverà un maschio, mentre gioverà a loro un saggio? Forse [è] desiderio per Sadday che sarai giusto e o guadagno che farai integre le vie tue?”
E il testo di Ezechiele 14, 12-14 nomina tre saggi: NOÈ DANIELE GIOBBE.
Questi “saggi” hanno il loro “incipit” nelle più antiche testimonianze scritte pervenuteci dalla mitologia fenicia. Ezechiele altro non fa che riprenderli e citarli.
“Come sei caduto da cieli astro-mattutino, figlio di aurora, sei stato reciso alla terra, tu aggredente contro etnie” Isaia 14,12.
Tutto il capitolo 14 di Isaia è molto, troppo eloquente.
Il dilemma della “recisione” si scioglie solo nell’ammissione ed accettazione di un unico e solo monoteismo – PRINCIPIO UNICO ED ASSOLUTO DEL TUTTO – come sinteticamente e realisticamente espresso ancora da Isaia 45,7 ( e non solo! Anche Amos ).
Dualità è realtà. Dualismo è menzogna di dottrine religiose disumane.
L’uomo non sa: dimentica sempre qualcosa anche quando pensa di ascoltare un Dio che parla od ha parlato per mezzo dei profeti propri o rubati all’altro. Che ammette l’esistenza di altri Dei, ma invita a massacrare coloro che li venerano ed impossessarsi dei loro averi, delle loro terre. Brutto e gratuito ma doloso ‘ “mi” convene ‘ auto-recidente umano scambiato per divino.
Le guerre “recidono”, ma non annichilano il Principio Assoluto del Tutto, fanno dell’uomo belve divine, sacrificando ogni “pietas” umana, senza mai annichilirla del tutto!
Non resta che una delle due cose. Ma nessuna ha la garanzia dell’Unicità. Solo Isaia 45,7 misteriosamente si salva. A noi scegliere solo e comunque il bene della Pace e Tolleranza fattiva in nome della nostra innegabile comune Umanità. Pena la “recisone” atea.
Recitiamo il salmo del cuore mortale se ne abbiamo uno! È l’unico originale pensando a mamma e papà!.
Brava 😘
Caro Rolando,
“Reciso”…se non sbaglio nella lingua biblica il patto o il giuramento veniva “tagliato” molto vicino a recidere. Si veda l’ animale tagliato in due.
👍🏼
Questo era solo una chiave per entrare, non altro.
“Laetatus sum in his quae dicta sunt mihi: in domum Domini ibimus”
Questo, per me, è il salmo, che da solo vale più di tutto il resto della bibbia dell’antico e nuovo Patto!
È il salmo 122 per la bibbia ebraica, 121 per la LXX e la Vulgata.
Traduco dall’originale: “…. Ho gioito in coloro che dicevano a me: alla casa di YHWH andremo”.
Si dice che la vita sia un viaggio la cui partenza è un nascere cioè mettersi in viaggio per una nuova avventura. Anzi, per sempre nuove avventure. Grande è la felicità di un bambino quando lo si lascia correre dai compagni d’avventure o parte per un viaggio.
Grande ed inesprimibile è la gioia nell’intraprendere un viaggio per le vie del mondo.
“In his quae dicta sunt mihi”: è la voce del desiderio: “Eccomi, manda me!” (Is 6,8).
Il desiderio dell’avventura, dell’esplorazione, del conoscere, del sapere.
Ed a questo proposito non posso mai dimenticare Luca Cavalli-Sforza quando mi disse: “A me dispiace morire solo perché non posso più conoscere”.
Eppure anche la morte, come la nascita, altro non è che una partenza.
Una partenza che Platone illustrando il mito di Er figlio di Armenio, originario della Panfilia (Repubblica X, 614C-616B), porta esattamente a ciò che narra Gesù nel vangelo di Matteo al capitolo 25, 31-46. Identici nel messaggio e perfino nelle immagini che lo veicolano quanto a verità, giustizia e… mitica o reale ultraterrena “trascendenza” che sia.
Ma. E c’è sempre un ma, che non inficia la gioia di ogni partenza, in sé certissima, ma per le sorprese che il viaggio ha in serbo; un ma che viene proprio, ironia della sorte, da un altro salmo, il 6 che ai versetti 5 e 6 così dice: “Ritorna YHWH, libera la vita mia, salva me a motivo dell’amore tuo poiché non c’è nella morte il ricordo tuo, nello Se’ol chi loderà te?”
Ed anche il salmo 88 rincara: 6 ” Tra i morenti il giaciglio mio, come uccisi giacenti in sepolcro che non ricordi loro più ed essi da la mano tua sono stati recisi. 7Hai posto me in fossa di profondità, in tenebre…11Forse per i morenti farai prodigio od ombre sorgeranno, loderanno te? Pausa. 12 Forse sarà raccontato nel sepolcro l’amore tuo, la fedeltà tua, nel luogo della dissoluzione?”.
Gesù stesso non sembra dare importanza alla risurrezione dai morti. Anzi, ammette chiaramente che se anche Lazzaro risuscitasse dai morti, ciò non costituirebbe causa di fede. Per questa fede bastano ed avanzano le Scritture Sacre: cioè importante è la Fedeltà al Patto dell’Alleanza.
Quando si sa d’intraprende un viaggio: bagagli e felicità nel cuore: lo desideravo tanto.
Per l’ultimo viaggio, basta la gioia del salmo, ripeto, il più bello in assoluto in qualsiasi circostanza: “Laetatus sum in his quae dicta sunt mihi in domum Domini ibimus “.
Ed abbandonarci nelle mani del Padre che ci aspetta e che “vuole che tutti gli uomini siano salvi”. E la Sua volontà è Atto.
Caro Rolando,
grazie per aver condiviso una parte delle tue conoscenze con i lettori di questo blog. Particolarmente interessanti sono gli evidenti collegamenti tra i passi del nuovo e del vecchio Testamento, che però solo un esperto appassionato sa cogliere con la cosiddetta, benedetta “facilità” di un Glenn Gould.
Il concetto più profondo di perdono è, come vuole la semantica della parola stessa “per-donum”, cioè da perficio,is, perfeci, PERFECTUM, perficere, un dono completo, assoluto.
E chi mai può farci tale dono, cristianamente parlando, se non quel Dio che Gesù dice il solo “PERFETTO”?
Perché mi chiami buono? Solo Dio è Buono.
Noi siamo invitati ad avvicinarci a Lui con la pratica di questa virtù che ha già in sé la ricompensa, che altro non è che una naturale pulsione d’empatia d’amore verso tutto e tutti; ma non essendo perfetti, non siamo neppure capaci di un dono perfetto così come lo è L’ASSOLUTO PERFETTO.
Solo Dio sa perché l’uomo in Isaia è arrivato a pensare quanto Isaia 45,7 chiaramente rivela.
Ma a noi, in Gesù cristiano, ritengo chieda di far il bene col bene e di ricompensare il male sempre col bene. Naturalmente un bene di convenienza concreta hic et nunc. Non come garanzia di merito, che rende ulteriormente imperfetto lo stesso atto di amore umano già tanto umano.
L’apostolo sottolinea che fede e speranza si annullano e ciò che resta, cioè permane, per sempre è solo l’amore, che tutto crede e tutto spera, e tutto copre e tutto osa per sé.
Ma questo non lo diceva certamente di Dio-Amore, ma dell’uomo-Amore.
C’è nel museo d’Orsay a Parigi un bellissimo dipinto di William-Adolphe Bouguereau in cui sono rappresentati in sfondo Satana che a braccia conserte guarda soddisfatto Virgilio e Dante affiancati che guardano pensierosi e tristi due robuste e vigorose figure di corpi maschili di uomini in primo piano ed uno sta succhiando il sangue dalle carotidi del collo dell’altro: un Piacere/Bellezza che vive di un altro Piacere/Bellezza. La mano sinistra di Virgilio sembra trattenere difendere Dante da pensieri oscuri. Che sia una libera interpretazione di Isaia 45,7?.
Rugiada di Isaia a parte, che dire del salmo 18? Esso riprende tale quale il capitolo 22 del libro 2Samuele versetti1-51 quando YHWH ebbe salvato David dalle mani di Saul.
In esso si hanno mirabolanti descrizioni realistiche del manifestarsi di YHWH, che, ovviamente!, vengono interpretate allegoricamente. Cioè l’autore espone quello che i sensi vedono fisicamente ma “si deve” intendere altro. Ma che cos’altro elaborano i neuroni del cervello umano se non immagini della realtà sensoriale anche quando creano poesia, fantasia, teologia? [Platone, Repubblica Il, 382 E]. E che cos’altro quindi posso intendere che non sia pensiero come immagine?
Versetto 9: “Salì fumo a il naso suo [=di YHWH] e fuoco da la bocca sua divorava, carboni fiammeggianti arsero da Lui.”
Versetto 10: “E inclinò cieli e discese e caligine sotto i piedi suoi.”
Versetto 11: “E cavalcò sopra cherubino e volò e si librò su ali di vento.” [ idem in 2Samuele 22, 11: “E cavalcò su cherubino e volò e fu visto (“apparve” per Dario Disegni) su parti laterali di vento”. Idem salmo 68, 5: “a Lui che cavalca le nubi, il suo nome è YHWH”].
Versetto 14: “E tuonò nei cieli YHWH ed ELYON emise la sua voce, grandine e carboni di fuoco”.
Se poi pensiamo che questo testo non è originale perché altri più antichi testi testimoni testimoniano le stesse immagini per altri soggetti…
Forse tutta qui sta la bellezza caratteristica di questi salmi se non ci fossero mischiate immagini repellenti di inaudita crudeltà.
Grazie infinite.
Non basta una vita, scrive Max Weber, per venirne a capo di tutto quello che la cultura ebraica ha prodotto.
Ovviamente fondando il Cristo del cristianesimo cattolico romano sulle profezie di tale cultura e ritenendo quindi quelle loro scritture divinamente ispirate alla pari di quelle del Nuovo Testamento conclusesi con la morte del dodicesimo apostolo, anche le parole dell’EL YHWH assumono il medesimo valore di quelle del Dio Padre di Gesù ebreo. Anzi Gesù stesso è LA PAROLA che afferma: “Non pensate che io sia venuto per abolire la Toràh [= la Legge] o i NÈVIIM [= Profeti anteriori e Posteriori] , non sono venuto per abolire ma per dar adempimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno dalla Toràh [=Legge] senza che tutto sia compiuto.” (Mt 5,17-18).
Intanto noto che da questo Tànakh ebraico cui si riferisce Gesù, in questo passo di Matteo, appare esclusa la terza parte della bibbia sacra ebraica e cioè i KÈTUVIM. Proprio quella parte che comprende i cosiddetti “salmi”.
Caso o non caso, spiegazione o non spiegazione, io lo colgo come un segno meraviglioso perché pure nulla aggiunge o toglie alla materiale e letterale “bellezza”delle parole originali del verso 9 del salmo 137: “OH FELICITÀ DI COLUI CHE [È] AFFERRANTE E FRANTUMA I BAMBINI TUOI CONTRO LA ROCCIA”.
Certo che Rolando è … che cosa?
Da sempre, fra i commentatori/commentatrici non ce n’è uno/una che entra nel merito di quanto afferma.
Si erge una barriera di cemento armato tra il fedele cattolico e questo Tizio che si presenta come un attentatore a tutto ciò che ufficialmente è dato per scontato.
Mah …
Caro Enrico,
” Pensare è l’ operazione più pericolosa che esista “. Perciò di S.Benedetto si cita solo l’ -ora et labora-, e si dimentica il terzo suo “comandamento”: -lege-… che significa anche : ” rifletti ” (con onestà intellettuale, ovviamente).
P.S. sulle radici di gran parte dell’ AT esiste lo studio accurato di Graves e Patti: ” I miti ebraici “
E.c. Pattai
E.c., Pattai
A coloro che hanno letto e leggeranno questo articolo faccio omaggio del seguente piccolo florilegio riguardante chi è beato secondo i Salmi.
Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
Beati coloro che agiscono con giustizia
e praticano il diritto in ogni tempo.
servite Dio con timore
e con tremore esultate;
che non si sdegni e voi perdiate la via.
Improvvisa divampa la sua ira.
Beato chi in lui si rifugia.
Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa,
e perdonato il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.
Beato l’uomo che spera nel Signore
e non si mette dalla parte dei superbi,
né si volge a chi segue la menzogna.
Beato l’uomo che ha cura del debole,
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Veglierà su di lui il Signore,
lo farà vivere beato sulla terra,
non lo abbandonerà alle brame dei nemici.
Beato chi hai scelto e chiamato vicino,
abiterà nei tuoi atrii.
Ci sazieremo dei beni della tua casa,
della santità del tuo tempi
Beato chi abita la tua casa:
sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in te la sua forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio.
Beato il popolo che ti sa acclamare
e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto:
Beato l’uomo che tu istruisci, Signore,
e che ammaestri nella tua legge,
Beato l’uomo di integra condotta,
che cammina nella legge del Signore.
Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
Come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza.
Beato l’uomo che ne ha piena la farètra:
non resterà confuso quando verrà a trattare
alla porta con i propri nemici.
Beato l’uomo che teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
beato il popolo il cui Dio è il Signore.
Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,
chi spera nel Signore suo Dio,
STILUMCURIALE EMERITO, sei un moderno Marcione, già condannato dalla Chiesa di Roma in origine. E lo sei solo dell’AT.
Se il tuo giudizio è vero si tratta di un puro caso. Di Marcione non ho mai letto nulla e non so nulla. Il mio florilegio l’ho costruito con Intra Text e non ha in sottofondo alcuna tesi da sostenere. E’ solo il frutto della ricerca della parola “Beato” nei Salmi da 1 a 146.
STILUMCURIALE EMERITO caro. Non si tratta di giudizio.
Sono sempre state anche mie le parole, e in primis nella conoscenza: chi sono io per giudicare?!
Quanto al puro caso, mi basta la greca Tiche che sovrasta pure Giove dispensatore di immortalità. Attento! Ho detto IMMORTALITÀ non “eterna giovinezza” come quella Dea che si era accorta di essersi sbagliata nel chiedere ii favore per il suo uomo mortale di cui si era follemente innamorata. Inutile il suo postumo lamento!
Male se non sai niente del vescovo cristiano Marcione.
Allora tu potresti essere, senza saperlo, più modernista dei modernisti. Un post ultra modernista romano cristiano. Il resto l’avevo capito bene e per questo ho citato con ragion di causa Marcione.
Una grande grazia.
Te lo indico caro STILUMCURIALE EMERITO questo uomo beato; è già nel Tànakh.
Eccolo:
“E votò Giacobbe dicendo: Se sarà ELOHIM con me e custodirà me in questa via che io andante e darà a me cibo da mangiare e veste da indossare e ritornerò in pace a casa di mio padre, allora sarà YHWH per me come ELOHIM. E la pietra la questa che ungo stele sarà” (Gn28, 20-22).
Queste parole di Giacobbe rivelano l’uomo della beatitudine secondo l’insegnamento originale del cristiano Tertulliano che scrive: “NISI HOMINI DEUS PLACUERIT, DEUS NON ERIT”
“E YHWH a lei: Due etnie in utero tuo e due popoli in viscere tue si separeranno. E popolo più di popolo sarà forte e molto servirà minore”(Gn25,23).
E poi, perché Giacobbe, cui questo EL YHWH cambia il nome in Isra’EL, non dimentichi: “Io il EL di Bet-EL dove tu ungesti stele là”. (Gn31, 13).
Non è secondo eusebeia formare un “salmo” con parole del Dio dell’AT selezionate dall’uomo per indicare dell’uomo beato.
Riguardo al Salmo 82.
1) EL è tradotto con DIO ed ELOHIM con DÈI.
E questi DÈI, destinati a morire, di che natura sono?
Se sono DÈI, sono di natura divina, e quindi non dovrebbero morire.
Se sono uomini poiché destinati a morire non sono DÈI.
La faccenda non (mi) è chiara.
2) perché il canone cattolico omette il verso 9 in verità un po’ problematico: SCHIERE-ELOHIM DÀI TORNA, GUARDA DAI CIELI?
Qui gli DÈI (ELOHIM) guarda (guardano) dai cieli. Che vuol dire? Che sono morti e andati in cielo? Dunque erano uomini mortali e non dèi e quindi immortali in quanto tali?
Anche qui la faccenda non (mi) è chiara.
“E la citazione riportata nel vangelo di Giovanni e messa in bocca all’ebreo Gesù, errata e fuorviante”.
Chi può confutare entrando nel merito quest’affermazione di Rolando?
Caro Enrico Nippo, io ragiono così.
La citazione del versetto 6 del salmo 82 si trova in Gv 10, 34 : “Non è forse scritto nella vostra Legge: ‘EGO DIXI: DII ESTIS’ ?”
[A parte che non si trovava nella Toràh, ma nei Kètuvim, gli scritti]. E il v.35: “Ora se essa ha chiamato DÈI [ELOHIM] coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio [“(gli ELOHIM stanti nel convegno di El in mezzo a ELOHIM giudica” (Il convegno si svolge in cielo al di là delle porte olam del salmo 24!)] e la scrittura non può essere annullata, 36 a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: tu bestemmi, perché ho detto: Sono figlio di Dio?”
Quindi Gesù uomo ebreo si riteneva un ELOHIM come tutti gli altri ELOHIM del convegno o questa interpretazione gliela ha messa in bocca l’evangelista di cui è ignota l’etnia?
Questo come minimo. Ma c’è ben di più.
Il convegno si svolge in cielo dove non ci sono corpi fatti con la polvere della Terra, ma ELOHIM molti di natura altra, quindi il “Voi siete Dei” di Gesù uomo, logica vuole, che non corrisponda affatto alle identità individuali degli ELOHIM del salmo, che verranno quindi dotati di immortalità esattamente come gli ΘΕΟΙ greci [Theoi e Kyrioi polloi, come Paolo ne testimonia di fatto l’esistenza!].
Ma c’è ancora dell’assurdo per entità divine intese secondo l’immortalità delle divinità della cultura ellenica; ed è il verso 7 del salmo stesso: “CERTAMENTE MORIRETE COME UN UOMO”.
Versetto che tanto scandalizza e scompiglia i saggi eremiti di Qunram: 1Qp Ab: ” Non sei tu da tempo forse senza limite YHWH mio EL, mio santo (qodesh=separato)? Tu non morirai YHWH!”. Notare che mai nel salmo 82 è scritta la parola YHWH!
Il testimone del II-I sec. a.C. porta inoltre una divergenza assoluta con Abacuc 12 del testo biblico massoretico vocalizzato del 1008 d.C.!
E poi Gb 38,7: “In giubilare insieme stelle di mattino e strepitarono tutti i figli di ELOHIM “. Logica e buon senso richiedono che i figli degli uomini siano uomini ed i figli di Dio Dei. Fantasticando: ibridi. Si possibile est!
E che dire del fantastico salmo 68 del suo “CAVALCANTE LE NUBI”?
Un testo cuneiforme di Ugarit (XIV sec. a. C.) riporta: “Per sette anni possa Ba’al essere assente, per otto il CAVALCANTE LE NUBI. Non più rugiada”. Stop
Ovviamente “occorreva” nascesse [A.D.1871] tra gli uomini il concetto di Infallibilità di magistero umano in fatto di fede e di morale e di ermeneutica secondo regola! E poi l’invocazione moderna della rugiada nell’epiclesi della messa romana!
Tra i salmi ce n’è sempre uno più affascinante dell’altro. Anche paleograficamente parlando.
Difficile la scelta per adattarne uno piuttosto che un altro all’inconscio gemito del proprio cuore.
Ed anche individuarne uno che meglio corrisponda al gemito dell’altro, cioè al gemito del proprio simile.
Potrei sparare dei numeri con i quali i salmi sono stati enumerati ed anche non concordemente divisi.
Ma senza titubanza dico il n° 78 [77 per la LXX e la Vulgata]: 1.”ASCOLTA, POPOLO MIO, LA TORÀH MIA; PORGETE L’ORECCHIO VOSTRO ALLE PAROLE DELLA BOCCA MIA”.
……
35.”E RICORDAVANO [ i figli di Giacobbe/Israele] CHE ELOHIM LA RUPE E CHE EL ELYON IL REDIMENTE LORO”.
La LXX traduce al posto di “RUPE”, “ΒΟΕΘΟΣ ΑΥΤΩΝ” [= il grido di loro].
Come si fa a negare che questo salmo non rimandi al “forte grido”(Gv) di Gesù in croce che invoca “EL” prima di spirare?
Si rimanda al salmo 22 certo! Ma la radice fondamentale è qui e solo qui, in questo più antico salmo.
C’è poi da non trascurare, tra le molte altre cose, che anche l’evangelista Matteo lo conosce perché ne cita il versetto 2 circa il senso di tutte le parole che sono state messe in bocca a Gesù, o, se si preferisce, hanno testimoniato di Gesù (Mt13, 35).
Comunque è un salmo derivante da miti di origine cananea (Gs-Gdc 6-7).
È un ottimo testimone di “memoria storica” che qualcuno è “salito più in alto” ed è chiamato EL ELYON cioè l’Altissimo.
In Fenicia ad Ugarit, presso gli Aramei si testimonia già di un Altissimo: ELYON tra gli ELOHIM.
Stop. Gradirei apporti di ragione. Non di Fede, perché di questa vivo e ringrazio il mio Signore e Dio e nessuno mai me la scalfirà minimamente.
Ho inteso contribuire non urtare sulle parole di preghiere rubate. Se io rubo una fotografia del volto della persona che derubo, io resto ladro della carta non dell’immagine supportata. O sbaglio?
A meno che non ne neghi l’identità d’immagine. Fra poco si dire che saranno abolite tutte le carte d’identità personali, perché inutili, falsificabili, costose, burocratiche, ingombranti, e per nulla corrispondenti alla realtà nel momento dell’identificazione. Altro sistema.
Aggiungo : che tutti i salmi siano opera di Davide è una leggenda. A Davide possono certo risalire alcune di queste composizioni, ma non tutte. Come giustamente afferma l’autore dell’articolo, diverse sono le date di composizione e diversi sono i personaggi, i luoghi, le circostanze e i motivi che sono all’origine della preghiera e della composizione del libro dei Salmi. E non tutti i Salmi sono preghiera. Il Salmo 1 riportato nell’articolo, non è una preghiera. Non chiede nulla a nessuno. E’, in sostanza, una grande proclamazione di fede in un Dio giusto e fedele alla sua parola.
Salve, grazie per le sue giuste rilevazioni. Nell’articolo però non si afferma che il testo in oggetto é una preghiera. Si intende solo sottolineare che il libro é una scuola di preghiera. Inoltre, non si attribuiscono a Davide tutti i salmi é chiaro che è un noto caso di pseudoepigrafia. Grazie.
Oracolo di YHWH a ATON mio:
Siedi alla mia destra
finché ponga i nemici tuoi
pedana per i piedi tuoi.
Lo scettro della forza tua
manderà YHWH da Sion:
Domina in mezzo ai nemici tuoi.
Il popolo tuo generosità
nel giorno del nerbo tuo.
In splendori di Santità [qodesh=separato]
dal grembo di aurora
a te la rugiada della tua giovinezza.
Ha giurato YHWH e non si pente:
tu sacerdote per sempre
al modo di Malki-Sedeq.
Adonay alla tua destra
ha percosso nel giorno dell’ira sua re.
Governerà tra le genti
è pieno di cadaveri
ha percosso la testa su terra vasta.
Da torrente nella via berrà
perciò solleverà la testa.
(Salmo 110. Bibbia ebraica)
A aton-mio a Esaù (Gn32,5). Qui chiaramente Giacobbe definisce “Signore-mio” suo fratello Esaù.
Aton mio è anche il RE cui veniva pure dato il titolo di Kyrios. Ed in siriaco re si diceva Marin. Donde Maranatha.
A mio parere non ci sono differenze significative con il testo latino della Vulgata.
Le traduzioni nelle lingue attuali possono sbizzarrirsi a piacere.
Tradurre è anche tradire.
Il caso più clamoroso è quello del Pater noster. Ma nessuno, adesso, potrà più alterare i “testimoni”. E ciò basta.
Il resto dimostra solo che come si prega così si crede. La più antica norma della Chiesa cattolica romana tramandata dall’Indiculus.
Salmo 82:
1Canto. Mizmor Di-Asap. ELOHIM stanti in
assemblea di EL in mezzo a ELOHIM giudica
2 Fino a quando giudicherete iniquità e facce di
empi favorirete? Sela [= pausa].
3 Giudicate debole orfano misero indigente fate
giustizia.
4 Scampate debole e povero da mano di empi
liberate loro
5 Non conobbero e non intendono, nella
tenebra camminano, vacillano tutte
fondamenta di terra
6 I0 DISSI ELOHIM VOI E FIGLI DI ELYON TUTTI
VOI.
7 EPPURE COME UOMO MORIRETE E COME
UNO DEI PRINCIPI CADRETE
8 Alzatevi ELOHIM giudicate la terra poiché tu
possiedi nazioni
[9 SCHIERE-ELOHIM DÀI TORNA, GUARDA DAI
CIELI.]
1 QpAb Il-I sec.a.C. Abacuc 1, 12 ” Non sei tu
forse da tempo immisurabile YHWH il mio
EL, IL mio separato [=santo]? Tu non morirai
YHWH!”
Questo è il commento disperato alle parole
chiarissime del salmo da parte dello scrittore
ebreo esseno che lo commenta.
[… e questo il trattato alla presenza
di SAMAS [Sole] e NUR [Luce]..SIN
[Luna]..NIKKAL..ADAD di Aleppo…alla
presenza di EL WA’EJLAN [= di EL che è
l’Altissimo…]
Qui mi fermo. Quis habet aures audiendi audiat:
il canto, salmo, già esisteva presso gli Accadi,
grandissima civiltà.
Il salmo 82 è copiatura nella più recente lingua
ebraica. E la citazione riportata nel vangelo di
Giovanni e messa in bocca all’ebreo Gesù, è
errata e fuorviante.
Essendo un incompetente, aspetto che qualcuno confuti argomentando seriamente entrando nel merito, oppure ammetta onestamente che quel che afferma Rolando è vero.
Nel canone cattolico il salmo 82 è questo:
[1] Salmo. Di Asaf.
Dio si alza nell’assemblea divina,
giudica in mezzo agli dei.
[2] “Fino a quando giudicherete iniquamente
e sosterrete la parte degli empi?
[3] Difendete il debole e l’orfano,
al misero e al povero fate giustizia.
[4] Salvate il debole e l’indigente,
liberatelo dalla mano degli empi”.
[5] Non capiscono, non vogliono intendere,
avanzano nelle tenebre;
vacillano tutte le fondamenta della terra.
[6] Io ho detto: “Voi siete dei,
siete tutti figli dell’Altissimo”.
[7] Eppure morirete come ogni uomo,
cadrete come tutti i potenti.
[8] Sorgi, Dio, a giudicare la terra,
perché a te appartengono tutte le genti.
È ovvio! Ogni ladro che ruba può adattare il bottino a sua misura. Alterarlo in meglio o peggio per non farlo riconoscere. Per dire che migliore è più di buono. Ovviamente non contesto che questa sia la traduzione cattolica romana. Ci vorrebbe altro! Sono qui per capire, non contestare, come tanti pensano a giudicare dalle reazioni.
Ma pur sempre una traduzione. Che può tradire e di fatto in questo caso tradisce i “testimoni” del testo ebraico più antico del NT. E non si tratta solo di una parola, ma di un chiaro senso sconvolgente.
E non è il solo caso!
Un ladro di gioielli per prima cosa toglie o ne cambia la montatura originale, poi fa tagliare le pietre preziose per non farle riconoscere dagli acquirenti e venderle meglio.
Caro Enrico Nippo. Intanto ciao.
Ciò che è impressionante è che la LXX e la Vulgata latina, e non sole, ci sono di aiuto oggi soprattutto per scoprire anche le “falsità” materiali di traduzione ( e quindi interpretazione) in rapporto a “testimoni” più antichi.
Per quanto riguarda il Codex Leningradensis, L è un manoscritto del testo della Bibbia ebraica realizzato su pergamena e datato1008. Ma in particolare per i salmi, abbiamo “testimoni” più antichi risalenti a prima di Cristo e trovati a Qunram e studiati.
Anche avessimo scarsi “testimoni” più antichi…..AB UNO DISCE OMNES, come scrive il maestro Virgilio a proposito di doli.
In particolare questo che ho citato:
1 QpAb Il-I sec.a.C. Abacuc 1, 12 ” Non sei tu
forse da tempo immisurabile YHWH il mio
EL, IL mio separato [=santo]? Tu non morirai
YHWH!”
Si fa presto a tradurre YHWH con ΚΥΡΙΟΣ=Dominus ed ELOHIM con ΘΕΟΣ=Deus oppore ΘΕΟΙ= Dii. E per di più scrivere per la prima volta di ΑΓΙΑ ΓΡΑΦΙΑ= sacre scritture in lingua koinè come ha fatto Filone d’Alessandria, contemporaneo di Gesù nazireo, quello della Fedeltà.
La strada l’ha preparata Filone sulla base della LXX anch’essa frutto della cultura ellenica in terra straniera.
I salmi sono una miniera. A voglia rubarla al proprietario!
Certo che se la preghiera è il gemito del cuore, ogni cuore umano da sempre ha espresso i “suoi propri” gemiti.
Compreso quello di dire proprio ciò che proprio, proprio non è.
Nessun libro della sacra scrittura è più coinvolgente ed interessante sotto tutti gli aspetti del libro dei salmi.
La ricchezza dei contenuti è sbalorditiva a cominciare dalla loro origine storica, dalla ricchezza delle informazioni che rivelano.
Una “lettura canonica”? Secondo la regola. Certo. Ben venga. Per la stragrande maggioranza sono canti di guerra.
“Per la stragrande maggioranza sono canti di guerra.”
FALSO !
Pregando e meditando sul salmo 124 il frate cristiano, e cattolico prima, coniò il motto: GOT MIT UNS.
Usato da allora in Germania a cominciare dall’Ordine Teutonico , poi dai Prussiani e dagli imperatori tedeschi. Ed infine dal cristiano e cattolico Adolf Hitler!
San Basilio di Cesarea meditando sul salmo 111 insegna con imprudente chiarezza che c’è un principio antecedente al Principio del versetto 10 e consiste nella “paura da inculcare” attraverso l’istruzione dottrinale cristiana “nello stato in cui si trova l’anima di colui che non è ancora stato istruito”. San Basilio è colui che con la sua dottrina politica ha spianato e preparato il terreno dell’istigazione psicologica alla violenza politica dell’imperatore romanoTeodosio I, che ha portato alla vittoria l’ortodossia nicena.
Al canto ritmico e martellante del salmo 83, alternando ad ogni versetto il versetto 18,
sant’Agostino incitava i fanatici cristiani a saccheggiare e rubare l’oro di tutti i templi pagani di Cartagine e poi demolirli.
In quasi tutti c’è un nemico da abbattere!
Addirittura poi Sant’Ambrogio citando il v18 del salmo 118 scrive che nel perdono vi è l’incentivo a fare il male, mentre nella morte vi è il termine del male e quindi è preferibile “nel nome di YHWH, sì, annienterò loro” come dice il v10! cioè la morte.
Arrigo Boito a cui è noto il salmo o lo scritto di Ambrogio arriva addirittura a musicare di: “col suo stolto perdòn” famoso di Mefistofele.
Dietrih Bonhoeffer , teologo protestante ( ! ) a proposito del libro dei Salmi scrisse questo illuminato ed illuminante pensiero :-Se la Bibbia contiene un libro di preghiere [i Salmi], dobbiamo dedurre che la parola di Dio non è solo quella che egli vuole rivolgere a noi, ma è anche quella che egli vuole sentirsi rivolgere da noi.-
Mi sembra evidente: non più essere diversamente.
Caro STILUMCURIALE EMERITO!
Come ben prova il salmo 136. Questo terribile canto di vittoria a YHWH: 1″Rendete grazie a YHWH così buono poiché per sempre il suo amore”.
Questo canto di esaltazione delle belle prodezze di YHWH venne cantato il giorno della dedicazione del Tempio di Gerusalemme, fatto costruire da Salomone “quando la GLORIA? di YHWH riempiva il Tempio ed i sacerdoti non potevano entrare…” Come sta esattamente scritto nel libro sacro 2Cr 7.
A parte la solita curiosità: ma la supposta “gloria” è qualcosa che Dio “ha” od è LUI STESSO? E se i sacerdoti vedevano, “sentivano” questa gloria come chiunque sa che dove c’è un corpo fisico non ce ne può stare un altro non resta da concludere che Dio e la sua gloria fossero la medesima realtà!
Non resta che ciò che conta sia il “testimone” ebraico di questo termine.
Ma non è questo, assolutamente, il problema.
Eccolo invece:
10) Uccise gli Egiziani nei primogeniti loro poiché per sempre l’amore suo.
Ed una sfilza di “colpì”, “uccise”, “travolse”, “diede in eredità la terra di altri” sempre e solo perché si tratta di “un amore per sempre”.
Naturalmente leggerli “In maniera molto semplice si delineeranno indicazioni per una lettura “canonica” della Sacra Scrittura così come insegna il Magistero cattolico.” Cioè la crudeltà fattuale può diventare amore?
Ma il bello è: che titoli specialistici vantano sugli altri i detentori del magistero cattolico per spiegare “spiritualmente” ed anche realisticamente storie e testi “rubati” che appartengono ad altre antichissime ed interessanti culture, su cui pretendono pure di fondarsi e pregare se non dimostrare che condividono in pieno la medesima realtà fattuale di migliaia di anni fa come un divino atto di amore.
Oltre che per la lettura canonica, il Libro dei Salmi è utile per la comprensione della situazione in cui versa il nostro mondo.
E’ raccomandabile la recita dell’Ufficio, o almeno della Liturgia delle ore, anche se tale opera prende i salmi dalla traduzione CEI del 1974, dove i salmi sono tradotti in modo da facilitare il canto degli stessi e, pertanto, i testi sono a volte anche molto diversi dalla traduzione letterale della versione latina di san Girolamo.
La Parola di Dio rimane sempre valida. Lo ha detto Dio e questo basta di per sé ma lo si capisce anche da soli non appena si comincia a fare sul serio per diventare cristiani. E dai salmi si trae anche conforto, oltre che indicazioni, perché Dio ascolta e sempre risponde, mai in ritardo ma sempre al momento giusto.
E’ vero ! Il libro dei Salmi è di UNA RICCHEZZA INCOMPARABILE ed è per tutti i fedeli. Una volta i Salmi si recitavano in latino e venivano recitati così anche dagli analfabeti, che però, a differenza di quanto si racconta a favore della Liturgia in lingua corrente, capivano benissimo quello che dicevano perchè erano stati spiegati loro dai sacerdoti e dai catechisti. Alcuni salmi come il 50 (51) – il famoso Miserere- e il 129 (130) – il De Profundis – per molti facevano parte delle preghiere quotidiane a beneficio proprio e dei cari defunti.
Purtroppo l’introduzione del Salmo responsoriale nella liturgia ordinaria odierna ha fatto scempio dei Salmi presentandoli a brandelli, senza introduzione e senza commento, impegnando l’attenzione dei fedeli non sui versetti sciattamente proclamati dal lettore ma sul ritornello , generalmente insulso, con cui i fedeli stessi devono “rispondere”. Il tutto senza capire un’ acca.
Non mi dilungo oltre . Mi limito a sottolineare accoratamente il consiglio datovi dall’autore dell’articolo: leggete il libro dei Salmi, ma tutti i giorni. Basta leggere 5 salmi al giorno per leggerli tutti 150 ogni mese. Io stesso l’ho messo in pratica da oltre vent’anni e vi assicuro che il beneficio spirituale che ne trarrete sarà enorme.
Se qualcuno volesse qualche suggerimento sull’argomento, sono qua. Ad meliora.