Hercule Poirot Indaga sulla Pandemia. Tornerà quando ci Sarà un Giudice in Italia. Benedetta De Vito.
30 Settembre 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione questa cronaca di fantasia purtroppo condita di troppe verità…Buona lettura e diffusione.
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“Oh guarda un poco chi si vede: Monsieur Hercule Poirot! Qual buon vento, ispettore caro, la fa planare da Londra fin quaggiù?”.
“Londra? Londra, cara la mia signora, non esiste più, non ci sono più neanche gli inglesi in Inghilterra… e neanche la democrazia. La cerco e non la trovo più…”, mesti gli occhi abbassati su un libro che stringe tra le mani: “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie. Sospira, soffia, respira.
“Mi dispiace tanto, caro ispettore. E dunque che cosa l’ha spinta a scender verso il Mediterraneo, nella bella Italia?”
“Mi ha chiamato un amico italiano, un medico che si occupò anni orsono di un caso mio, un omicidio con un veleno tutto particolare, ma via non è di questo che tratterò con lui…”
“E di che cosa, quindi?”
“M’ha chiamato per capire il motivo che spinge gli italiani a usar violenza contro quelli, come lui, che portano il camice e han fatto il giuramento d’Ippocrate”.
“Sì, i medici”.
“Sì, tutti quanti, quelli che hanno preso il vaccino e usato le misure governative per contrastare il virus, tachipirina e vigile attesa, e quelli che, invece – come il mio amico – del vax non ha voluto neppure sentir parlare”.
“E allora, come stanno andando le sue indagini?”
“Veramente molto bene, Oh my, sìsìsi. Mi basta lavorare sul passato e poi interrogare le persone davanti agli ospedali e io pure stare a guardare appostato nelle corsie per capire tutto”.
“E allora, qual è la sua opinione?”
“E’ semplice. Come giudicherebbe lei una persona che, davanti a sua mamma sul letto di morte, si mettesse a ballare in gruppo, per di più, nascondendo il viso e facendo un balletto alla maniera dei divetti del pop? Questo è accaduto”.
“Vero”, penso e ricordo tutte le orride movenze dei dottori e degli infermieri che, nel bel mezzo della psicopandemia, invece di prestar cura ai malati, danzavano sfrenati…
“Poi – continua Poirot, tirando fuori un taccuino, dove sbirciando leggo una lista ordinata di why and because – come giudicherebbe lei una persona che, cantando jingle bells, sponsorizzasse un siero genico e che poi subito dopo, scoprendosi ricco, si comprasse un castello in Baviera?”
“Sì – mi dico . anche questo è accaduto. Non un castello, ma una barchessa…”
“Terzo, come giudicherebbe lei una persona se scoprisse che le cure prestate in corsia erano tutte sbagliate? E che si usava un farmaco che peggiorava la situazione?”
Abbasso lo sguardo e penso all’orrida tachipirina e vigile attesa (genitivo sottinteso: della morte”) e mi viene in mente il viso dallo sguardo vuoto di una conoscente medico che a me che le chiedevo lumi dopo aver preso il covid da un vaccinato mi rispondeva: “Che cosa devo dirti, Benedetta, tachipirina e vigile attesa”. Anche io avrei voluto darle una sberla, lo confesso.
“Ecco qui . conclude Poirot – la mia indagine è finita. Ce ne sarebbe un’altra, ben più seria che nessuno osa attribuirmi”.
“E cioè, la strage da malori improvvisi e cancri turbo tra giovani e giovanissimi e anche persone di mezza età, che si vuol cancellare dai radar…”
“Una guerra vera, altroché l’Ucraina”.
“Già – risponde Poirot – quando ci sarà un giudice in Italia tornerò. Ora no. Ora i giudici ordinano le autopsie per scoprire se una giovane donna, portata tre volte dal marito in pronto soccorso per feroci mal di testa, ha subito un trauma cranico…”.
“E?”, domando, pur sapendo già la risposta.
Sorride Poirot: “Così si può parlar di femminicidio, del cattivo marito che picchiava la signorina (cosa risibile visto che era un marito amorevole che portava la sua compagna in ospedale) oppure di intolleranza alla zucca visto che avevano mangiato un potage arancione”.
Sì, ridiamo, intolleranza generale al sale in zucca.
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Categoria: Generale