LIBOR, Unicredit (che non è Italiana…) e Terza Guerra Mondiale. Il Deep State Ha Fretta. Vincenzo Fedele.

28 Settembre 2024 Pubblicato da 2 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Vincenzo Fedele, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione queste riflessioni estremamente documentate sulla situazione che stiamo vivendo, e che presenta gravi rischi. Buona lettura e condivisione.

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LIBOR, Unicredit e terza guerra mondiale

Sembra che i nodi stiano per venire al pettine. Iniziando da quelli bancari dietro cui c’è molto altro.

Si parla tanto dell’interesse di Unicredit per la tedesca Commerzbank subito qualificato da Scholz come “Atto ostile” con i sindacati tedeschi sulle barricate al grido patriottico di “No agli italiani”.

Al solito i fatti non sono come ce li fanno vedere. E siamo solo alla punta dell’iceberg.

Anzitutto è bene considerare che se Lufthansa acquisisce Alitalia (o ITA Airways) va tutto bene.

Va bene anche quando la Germania conquista Ducati, Lamborghini, Italcementi o altri gioielli nostrani. L’inverso, invece è da combattere e rifiutare, sempre e comunque a dimostrazione di quanto il mercato europeo sia libero e comune. Senza dimenticare che i francesi sono, se possibile, peggio dei tedeschi.

Oltre questo liberismo selvaggio, però, il problema è di natura diversa.

L’Unicredit viene spacciata come italiana solo perché ha la sede in Italia.

I suoi azionisti di maggioranza sono, in ordine di importanza: BlackRock, Vanguard, JP Morgan, UBS, FMR, Norge, Capital Group, Credit Agricole, Dimensional Fund ed altri minori. Bella compagine italiana.

Per Commerzbank, invece, i maggiori azionisti sono, dopo il Governo tedesco con il 12 %, proprio Unicredit con il 9, BlackRock (7,18), Vanguard Group (3,49), Credit Agricole (3,23), Cerberus Capital (3,16), Norges (3,14), Wellington (2,95), Morgan Stanley (1,98), Deutsche Bank (1,73), Goldman Sachs (1,33) ed altri minori.

Si parla di orgoglio italiano che va alla conquista dell’opulenta Germania ma, come si vede, di italiano c’è ben poco. I veri dominus sono gli onnipresenti BlackRock  e Vanguard che muovono le fila di tutto e, se l’operazione andrà in porto, è perché loro hanno deciso così.

Del resto Commerzbank non naviga in acque tranquille. Nella famosa crisi che mise in ginocchio la Grecia, una delle banche più esposte era proprio CommerzBank e la Grecia venne praticamente affamata e distrutta per salvare le banche tedesche e francesi dalla rovina.

Chiariti questi aspetti preliminari, andiamo a vedere oltre la punta dell’iceberg.

I problemi bancari, infatti, sono solo un sintomo. Le stesse istituzioni ufficiali (FED e BCE in testa) fanno da capofila nel falsificare dati, stampare dollari e Euro non coperti da nessun bene sottostante, creare debiti che si autoalimentano per poi cercare di scaricarli ad altri.

Quando Nixon cancellò la convertibilità del Dollaro in Oro, il sistema creò i “Petroldollari”, cioè il Dollaro agganciato al prezzo del petrolio garantito dagli accordi tra USA e Arabia Saudita di compravendere il petrolio solo e unicamente in dollari USA.

Tutto il sistema mondiale girava attorno a questo dogma mentre gli USA continuavano a stampare dollari che scaricavano sul mondo intero e l’Europa si crogiolava nell’energia russa a basso costo e veniva man mano depotenziata e deindustrializzata.

Già nel 2020 il sistema era arrivato al capolinea e, guarda tu le combinazioni, il COVID con la crisi conseguente è arrivato proprio a fagiolo per coprire gli eccessi della stamperia USA e per consentire nuove emissioni di biglietti verdi per sopperire alla “crisi economica” generata dal COVID.

A queste operazioni da stamperia clandestina cui si è dedicata assiduamente la Federal Reserve, si era anche aggiunto un ulteriore capitolo che, nel silenzio generale, arriverà al capolinea tra pochi giorni:

il 30 settembre sparirà il LIBOR.

Molti si chiederanno cosa diavolo sia il LIBOR, a riprova di come e quanto venga taciuto un aspetto che tocca da vicino noi e le nostre tasche e su cui non siamo assolutamente informati.

Il LIBOR – London Inter Bank Offered Rate-  è un indice, gestito dal BBA (British Banking Association),  che è la media dei tassi per prestiti tra banche di fondi senza garanzie. In realtà è un indice che un panel di banche dichiara di adottare per prestiti di fondi senza garanzie specifiche e per periodi brevi, da una notte a 12 mesi.

Gli indici LIBOR vengono pubblicati in 10 valute diverse (Dollaro USA, Euro, Sterlina, Franco svizzero, Yen, Dollaro canadese, Dollaro australiano, Dollaro neozelandese, Corona danese, Corona svedese) e ai LIBOR sono agganciati altri indici, tra cui l’EURIBOR, che ci è famigliare visto che viene utilizzato nelle transazioni tra noi comuni mortali per mutui bancari, rimborso per carte di credito, prestiti vari alle famiglie ecc.

Le anomalie del LIBOR sono due: una più inquietante dell’altra.

La prima è una creazione fittizia di dollari, oltre quella già praticata dalla FED ed al di fuori del suo controllo, con un meccanismo assurdamente semplice e che semplifico per non cadere in tecnicismi.

Se noi vogliamo cambiare degli Euro in Dollari, depositiamo gli Euro nella nostra banca che acquista dollari dal mercato (emessi dalla Fed) e ce li consegna.

Se chiediamo un prestito in dollari, o vogliamo tramutare gli Euro in dollari senza prelevarli fisicamente, la banca ci accredita elettronicamente i dollari sul conto senza transitare dalla FED. Una sorta di  Euro-dollari che circolano liberamente e su cui la FED non ha alcun controllo. Questi dollari “elettronici”, creati dal nulla, vanno a sommarsi alla carta straccia trasformata in valuta verde dalla FED che ha invaso il mondo.

Per la seconda anomalia, pochi ricorderanno lo scandalo di qualche anno fa quando si era scoperto che l’indice LIBOR era taroccato da un gruppo di banche che lo modificavano a piacimento, fuori dai canoni ordinari.

La FED  ne era stata informata già dal 2008 e informò di questo la Banca d’Inghilterra. Né le autorità USA ne quelle inglesi fecero nulla finchè la Barclays, la seconda banca inglese per asset,  venne sorpresa con le mani nella marmellata e dovette ammettere la propria responsabilità nel manipolare i LIBOR patteggiando una multa da 290 milioni di Sterline (all’epoca oltre 450 milioni di dollari). In realtà sono coinvolte nello scandalo almeno altre 12 banche, tra cui Deutsche Bank, Citigroup, Icap e UBS. Non si hanno dati precisi, ma sembra che al LIBOR siano legati più di 800 mila miliardi di dollari (non è un errore di battitura), in titoli, swaps, prestiti, ecc.

Con la somma di questi due meccanismi perversi (manipolazione dei tassi e creazione indebita di moneta) una variazione dei tassi della FED di 0,1 – 0,2% si tramuta in un aumento del 2 – 4%. Aumenti dell’1 o 2% diventano alla fine dell’8 – 9% sino ad arrivare, ad esempio nei rimborsi delle nostre carte di credito, anche al 16%.

Già da tempo la FED, visto il complice immobilismo di Londra, è corsa ai ripari ed ha creato un nuovo indice, il SOFR, gestito in proprio e senza interferenze. Da oltre 5 anni il SOFR è già attivo e sperimentato.

La notizia, che nessuno dice, come se non fosse importante o non esistesse, è che dal 30 settembre di quest’anno, quindi fra pochi giorni, il LIBOR verrà totalmente abolito e, dopo 50 anni, sparisce.

Questa lunga spiegazione era indispensabile per comprendere il quadro visto che la sparizione del LIBOR comporterà uno sconvolgimento epocale che potrebbe portare al crollo dell’intero sistema creditizio.

Sparito il LIBOR le banche dovranno utilizzare il SOFR e rientrare dei dollari artificiali che non hanno. Molte banche potrebbero entrare in crisi. Gli scossoni che fanno altalenare il mondo bancario sono dovuti anche a questo. Forse si è trovato un equilibrio per il breve periodo, visto che finora non è accaduto nulla di catastrofico.

Non è neanche importante fare nomi di banche in pre-insolvenza, perché basta che anche una sola banca vada in default per innescare un effetto domino che farà crollare tutto.

I contratti superiori a 6 mesi sono già stati cancellati da oltre un anno e dal 30 settembre anche quelli  entro i 6 mesi, cesseranno. La FED stima che ancora oggi il giro di dollari sottostanti a questo meccanismo valga circa 70.000 miliardi di dollari con le banche inglesi e francesi a fare la parte del leone e che dovranno rientrare.

Ricordiamo, per chi pensa che evochiamo terremoti a sproposito, che l’ultima volta che una grande banca dovette regolarizzare in emergenza le proprie posizioni in dollari, (la UBS subito dopo la crisi subprime), la Svizzera dovette rinunciare al proprio storico segreto bancario, come segno di buona volontà, prima di poter autorizzare il salvataggio della banca.

Il problema potrà coinvolgere interi paesi in eventuale deficit commerciale che chiedono dollari per comperare beni (energia, cibo, fertilizzanti, tecnologia). Devono vendere la propria valuta per acquistare dollari oppure rivolgersi alla FED. Sembra assurdo, ma in questo, forse, siamo aiutati dalla stessa crisi del dollaro che, dal dominio totale delle transazioni internazionali, adesso naviga attorno al 60% del valore degli scambi. Il resto è in Yuan, Rubli, Rupie con l’Euro quasi in coda.

Sembra che si stia parlando di cose dell’altro mondo, tanto è il silenzio che avvolge questi temi, ma in realtà è solo quanto già accaduto in Italia dopo la famosa crisi dei subprime.

L’Italia era in deficit e, essendo un po’ più grande della Grecia, rischiava di trascinare nel crollo l’intera Europa. Venne chiamato Mario Monti per strozzare i nostri consumi e riequilibrare la bilancia commerciale italiana per mettere in sicurezza l’intera Unione Europea. Anni dopo è stato lo stesso Monti, in una intervista alla CNN, a rivendicare compiaciuto di aver completato la missione con esito positivo: aveva devastato l’intera nostra nazione e distrutto la domanda interna italiana (e ancora ne sentiamo le conseguenze), ma con questo l’intera UE era stata salvata dalla necessità di comperare dollari in deficit per rimanere in piedi.

Oggi noi, anche se abbiamo altri guai, siamo in leggero surplus commerciale, come anche la Germania nonostante la crisi galoppante. La Francia, invece, è sull’orlo del baratro, non è disposta a fare sacrifici nonostante il costo dell’energia alle stelle. Anche l’Inghilterra, pur senza il vincolo dell’Euro e fuori UE, è in guai analoghi.

Con la Francia che necessita di liquidità e in forte deficit commerciale, la Germania non è certo disponibile ad allargare i cordoni della propria borsa.  L’approccio tedesco è sempre stato di lotta feroce al deficit di bilancio e se la zona euro dovesse andare in default non è disponibile a vendere Euro per comperare dollari e pagare le bollette e gli eccessi altrui, in primis dei francesi.

La Francia del resto  è da tempo in una spirale involutiva che la sta trascinando in un abisso senza fondo.

Non spendiamo parole sul caos istituzionale francese, con Macron che demonizzava destra e sinistra per rimanere a galla, alleandosi poi con la sinistra (non più demonizzata) per fermare Le Pen e, dopo la vittoria della sinistra che ha penalizzato anche lui, propone un governo di centrodestra, chiedendo l’appoggio della Le Pen contro la sinistra che lui aveva favorito. Questa è la democrazia e il rispetto del volere popolare.

Del resto è dal 2013, cioè dalla prima crisi del Mali, che le rivolte nelle ex colonie francesi  si sono ampliate e ora tutta la striscia del Sahel, dal golfo persico all’Atlantico, ha subìto cambi di regime che hanno eliminato le vecchie dinastie fantoccio sostenute sottobanco da francesi e USA ed ora sono retti da militari vicini alla Russia ed alla Cina. Lo stesso Franco CFA è in crisi. Sono stati rivisti tutti i contratti capestro di fornitura di materie prime africane, compreso l’uranio indispensabile alle centrali nucleari francesi.

La Francia inizia ad accorgersi che non ha più un impero, proprio come i dirimpettai del Regno Unito, ma vuole continuare a vivere di rendita come se ci fosse ancora.

Entrambi, Francia e Regno Unito, si accorgono, con oltre un secolo di ritardo, che l’impero non c’è più. Quando la realtà contraddice i sogni, occorre cambiare la realtà. Finora lo hanno fatto per strade differenti, ma per raggiungere il medesimo obiettivo.

La Francia ha utilizzato governi fantoccio nelle ex colonie africane con assassinii eccellenti di Presidenti, con sommosse e guerriglie finanziate sottobanco, con pressioni economiche e finanziarie. La Gran Bretagna si è mossa, con più discrezione, tramite i servizi segreti (MI5 e ancora di più con MI6, i servizi militari), destabilizzando ed operando a livello economico e finanziario.

Con la fine del LIBOR le banche europee non avranno più alcun incentivo a presidiare la piazza di Londra per essere parte del “LIBOR panel”, anzi, sarà bene stare un po’ lontani da quei siti e il Regno Unito perderà molte delle sue leve per manipolare il mondo .

Rimarrà il potere della “City di Londra” che, anche questo lo sanno in pochi, gode di tutti i diritti di extraterritorialità. Anche rispetto al Parlamento ed alle Leggi inglesi. Anche Re Carlo III, come la Regina prima, formalmente deve chiedere il permesso per poter accedere a quei pochi Kilometri quadrati in cui si decidono i destini del mondo. Ma questo è uno scenario ancora diverso che va molto oltre questi argomenti.

La Germania, se fosse messa alle strette, potrebbe anche decidere di uscire dall’Euro e tornare al Marco.

Solo un nuovo e potente shock esterno, come quattro anni fa con il COVID, potrebbe giustificare interventi di salvataggio al momento improbabili. Non è un caso che Francia e Inghilterra siano i due Paesi che stanno cercando in tutti i modi di provocare la Russia per allargare il conflitto ucraino, invece di lavorare per trattative e ipotesi di pacificazione.

Solo una economia di guerra, che al momento gli stessi USA non vogliono, potrebbe aprire spiragli e far arrivare i dollari dalla FED, con gli USA che hanno i loro problemi a fronteggiare la de-dollarizzazione indotta dai BRICS ed a far rientrare a casa i dollari stampati in eccesso.

Entrambe le due guerre mondiali che hanno insanguinato il XX secolo sono state innescate da pretese e richieste molto più lievi di quelle attuali e che potevano essere facilmente negoziabili senza arrivare alle due catastrofi planetarie.

Anche adesso sembra che l’intento sia di marciare verso la guerra, sapendo di non poterla vincere ma invocando, poi, la cavalleria USA, come nei due conflitti mondiali,  a salvare i promotori del conflitto stesso.

Ma anche da questa angolazione il panorama è profondamente cambiato.

Gli USA non hanno più i primati tecnologici, industriali ed economici del passato. Cina e Russia sono molto più avanti degli USA in molti campi, ad iniziare dagli armamenti. La de-dollarizzazione cavalcante ha fortemente minato le stesse basi economiche USA. I BRICS contano più dei Paesi del G7 e sempre più conteranno in futuro. Il debito nazionale USA è di 36 trilioni di dollari. Gli interessi, sul solo debito nazionale USA, sono di 1 trilione di dollari all’anno. Oltre questo ci sono i debiti dei singoli Stati, delle Contee, delle Città. Un abisso senza fondo.

Mentre la spirale del debito  USA  continua sfondando tutti i limiti, l’Europa e il Giappone vengono cannibbalizzati per sostenere la caduta rovinosa del dollaro di fronte a un accumulo di debito insostenibile.

Non si sa dove ci porterà questo scenario, ne se ci sia un piano per uscirne e quale esso sia.

Il Deep State sembra preferire una crisi esterna, sotto forma di guerra globale, come scusa per far crollare lo schema piramidale del debito ormai fuori controllo. Da qui l’escalation in Ucraina. Da qui la continua provocazione di Israele all’Iran, genocidio a Gaza, terrore in Cisgiordania, bombardamento e futura invasione del Libano per allargare il conflitto e obbligare gli USA ad intervenire direttamente in una guerra globale che questa volta non riusciranno a sostenere.

Trump, se gli permetteranno di arrivare vivo a novembre e di vincere, vuole pensare al benessere della propria gente, prima di supportare i capricci di inglesi e francesi che continuano a vivere sopra le loro possibilità.

Da qui i continui avvisi di Putin all’Occidente di non oltrepassare linee rosse chiaramente segnalate per evitare la guerra aperta. Da qui l’azione calmieratrice russa per evitare azioni inconsulte iraniane, nonostante la vicinanza militare, sia tattica che strategica, oltre a rispondere in modo calibrato alle provocazioni ucraine, compreso l’attacco a Kursk in territorio russo.

Ma novembre è dietro l’angolo, quindi il Deep State deve agire in fretta.

Siamo partiti dall’Unicredit per arrivare alla terza guerra mondiale, vista dal Deep State come unica panacea dei  mali che loro stessi hanno creato. Se questo non è satanismo allo stato puro non so cosa altro possa esserlo.

Vincenzo Fedele

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2 commenti

  • Simona ha detto:

    Gent. Sig. Fedele,
    La ringrazio per la spiegazione. I Suoi articoli mi permettono di comprendere al meglio la situazione e apprezzo il garbo che traspare dalla scrittura.
    Cordiali saluti
    Simona

  • andreottiano ha detto:

    Bravo!
    Tra poco vedremo…
    Quel che si vede già sono la fretta di creare più caos e l’impegno a silenziare l’argomento creando le più svariate cortine fumogene.
    Pare che secondo alcune personalità di spicco della chiesa persino lo Spirito santo sia all’opera per fare casino .
    La frutta è già finita.
    L’amaro in bocca è avvertibile anche dagli astemi.
    Conto salatissimo in arrivo.

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