Siena, 7 Ottobre. L’Università Blocca la Conferenza con Pappé e Albanese. USA, 10.000 Libri Vietati a Scuola.
25 Settembre 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione due articoli che illustrano il crescente clima di censura che sta calando sulle società occidentali, quelle che si vogliono paladine di tutte le libertà. Ringraziamo gli autori di entrambi gli articoli.
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Il primo è de Il Fatto Quotidiano:
“Il 7 ottobre è vietato parlare di Palestina e Israele all’università di Siena”: è la denuncia dell’associazione studentesca Cravos-Siena di fronte alla scelta dell’ateneo toscano di cancellare un dibattito in programma nel giorno in cui cade l’anniversario della strage compiuta da Hamas in Israele. Il progetto della conferenza sulla questione israelo-palestinese, spiegano gli studenti, era inserito all’interno di un bando pubblico dell’università chiamato “Infondoècultura” e dopo aver ottenuto, nei mesi precedenti, l’approvazione da parte del rettore Roberto Di Pietra, l’autorizzazione è stata annullata: “Nonostante il nostro pieno rispetto di tutte le procedure, il 17 settembre durante la seduta del Senato Accademico, tre docenti – Gerardo Nicolosi, Mario Perini e Cristina Capineri, rispettivamente direttori dei dipartimenti di Scienze Politiche, Giurisprudenza e Scienze Sociali, Politiche e Cognitive – hanno presentato un’interrogazione per ostacolare il nostro evento”, spiegano da Cravos. La revoca è stata comunicata senza preavviso né possibilità di appello, raccontano.
Tra i relatori invitati ci sono Ilan Pappé, storico israeliano, Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per il territorio palestinese occupato, Karem Rohana, attivista italo palestinese e Giuseppe Flavio Pagano, divulgatore di geopolitica. Albanese e Pappè hanno scritto una lettera aperta al rettore in cui hanno espresso sorpresa e chiesto chiarezza: “La nostra partecipazione a questa conferenza intende offrire chiarimenti su aspetti storici e legali. Crediamo che questo incontro rappresenti un momento essenziale di riflessione collettiva, volto a sottolineare l’importanza di riconoscere l’umanità condivisa tra i due popoli come fondamento per immaginare un futuro diverso”, scrivono Albanese e Pappè chiedendo di riconsiderare la decisione presa. “Crediamo profondamente che le università debbano rimanere luoghi aperti al dialogo rispettoso e alle discussioni complesse – continuano – Quando non adempiono a questo ruolo, l’integrità della libertà accademica è minacciata. L’attuale situazione in Israele e Palestina non porta né pace né sicurezza a nessuna delle due parti; non possiamo più permetterci né silenzio né eccessi di zelo”.
Da parte sua il rettore Di Pietra ha dichiarato di non aver annullato l’evento ma solo di volerne cambiare la data del 7 ottobre, poiché ritenuta non opportuna a un anno dall’attacco e rischiosa dal punto di vista della strumentalizzazione politica e mediatica: “L’università di Siena ha già e in più occasioni manifestato le sue prese di posizione a favore della pace, del cessate il fuoco, della vicinanza alle popolazioni civili colpite, dell’esigenza di arrivare al riconoscimento dello Stato Palestinese” dichiara Di Pietra in una nota alla stampa. “Molte espressioni utilizzate nel comunicato stampa diffuso dall’associazione Cravos sono un modo eccessivo e distorto per interpretare la realtà ed a quelle non intendo fare riferimento” aggiunge. Gli studenti continuano a rimarcare l’importanza di rimanere fedeli al programma originale denunciando questo atto come una censura: “Gli spazi universitari appartengono all’intera comunità: studenti, docenti, personale e a tutti i cittadini interessati a interagirvi – dichiarano – Non accetteremo questo silenzio imposto e chiamiamo la comunità studentesca e cittadina ad esigere che la conferenza si tenga come previsto lunedì 7 ottobre alle 16 nell’aula Cardini”.
Il secondo è dell’Indipendente Online:
Un rapporto rivela che oltre 10.000 libri sono stati vietati nelle scuole pubbliche degli Stati Uniti tra il 2023 e il 2024, segnando un aumento significativo rispetto all’anno precedente, a seguito dell’approvazione di nuove leggi sulla censura in Stati governati dai repubblicani.
Secondo l’indagine di PEN America, i divieti di libri sono quasi triplicati a livello nazionale, rispetto ai 3.362 del periodo precedente.
Tra i titoli banditi per la prima volta, Roots: The Saga of an American Family di Alex Haley, che narra il viaggio di uno schiavo dall’Africa agli Stati Uniti, e Go Tell It on the Mountain di James Baldwin, celebre romanzo semi-autobiografico ambientato ad Harlem, New York.
PEN America, un’organizzazione no-profit che difende la libertà di espressione, ha riferito che circa 8.000 casi di divieto di libri sono stati registrati in Florida e Iowa, dove sono state applicate leggi severe contro determinati materiali didattici.
«La legislazione statale ha avuto un ruolo cruciale nell’accelerare i divieti, facilitando la rimozione dei libri dalle scuole senza un giusto processo, e in alcuni casi, senza alcuna procedura formale», ha dichiarato l’organizzazione.
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Tag: albanese, censura, libri usa, pappe
Categoria: Generale
Questi sono i frutti della demonocrazia ………….