Politicamente Corretto, Eticamente Corrotto. Pensiero Unico di Media e Cultura. Notaro, Fusaro, un’Intervista.

24 Settembre 2024 Pubblicato da 16 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Cinzia Notaro, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione questa intervista realizzata con il filosofo Diego Fusaro. Buona lettura e condivisione.

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Nella Grecia presocratica la comunicazione avveniva unicamente per via orale , stimolando i neuroni del nostro cervello . Platone fu testimone del passaggio dall’oralità alla scrittura nella civiltà greca e occidentale.

Oggi stiamo assistendo ad un’altra rivoluzione culturale e antropologica ,  dovuta all’uso di nuove tecniche : dagli schermi virtuali alle macchine computerizzate, all’Intelligenza Artificiale . Viviamo in un’epoca in cui il nostro  modo di vivere  ha subìto enormi cambiamenti . 

Siamo diventati dipendenti dalla realtà virtuale e non riusciamo più a distaccarcene divenendo vittime del pensiero unico ?

Risponde il filosofo Diego Fusaro docente di Storia della Filosofia presso  l’ Iassp  ( Istituto alti studi strategici e politici ) di Milano, dove è anche direttore del dipartimento di Filosofia politica. Ideatore del sito internet  www.filosofico.net ,  ha scritto  libri di successo  come Bentornato Marx! (Bompiani 2009), Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo (Bompiani 2012), Pensare altrimenti (Einaudi 2017), Il nuovo ordine erotico (Rizzoli 2018), Glebalizzazione (Rizzoli 2019), Difendere chi siamo (Rizzoli 2020), Demofobia (Rizzoli 2023).

Proprio così, il pensiero unico diventa una sorta di ideologia che non consente deviazioni di percorso e che impone a tutti di pensare il medesimo. Accade che tutti pensano il medesimo, perché in realtà nessuno sta pensando e tutti semplicemente si adattano al conformismo dominante”.

D. Come si è arrivati alla dittatura del pensiero unico, forse perché l’uomo pur di non  essere emarginato segue il gregge senza porsi domande?
Già nel mio libro “Pensare altrimenti” ho provato a spiegare come il pensiero unico sia divenuto dominante nella misura in cui ha trionfato il capitalismo che così è riuscito a porre dopo il 1989 una superstruttura ideologica di glorificazione del suo rapporto di forza dominante. Questo è nell’essenziale il pensiero unico e così si spiega il suo dominio a partire dagli anni novanta.

D. Il pensiero unico “politicamente corretto” lo definisce  anche “eticamente corrotto”. Vuole spiegarne i motivi?

R. Lo definisco eticamente corrotto non tanto per motivi moralistici, ma per motivi filosofici, intendendo l’etico nel senso hegeliano del radicamento comunitario e valoriale di una società. Il pensiero unico politicamente corretto è anche eticamente corrotto poiché disgrega tutti i fondamenti del vivere comunitario, dalla scuola al sindacato, dalla sanità allo Stato, ridefinendo l’intera società come un unico mercato concorrenziale.

D. La manipolazione mentale massmediale  in che percentuale ha impedito  di ragionare secondo un spirito critico ?

R.Non saprei dirle la percentuale esatta, e non voglio azzardare ipotesi che potrebbero essere sbagliate, ma credo davvero che la massima parte dei soggetti nel quadrante occidentale siano oggi manipolati dal pensiero unico che li induce a muoversi come i cavernicoli di cui parlava Platone, i quali amano le loro catene e sono anzi disposti a battersi in loro difesa.

D. L’ideologia Woke nata negli USA per lottare contro il razzismo e la disuguaglianza ha cambiato volto ovvero si è trasformata in “cancel culture” minacciando la libertà di                   espressione. Ma la verità viene sempre a galla anche se messa forzatamente a tacere?

R.Quella che viene chiamata ideologia woke non è altro che il neoliberismo applicato alla sfera dei costumi, per questo quelli che disapprovano il woke senza criticare il capitalismo e magari anzi elogiandolo si trovano nella stessa condizione paradossale di chi combatte gli effetti coltivando le cause.

D. Il filosofo ha ancora la possibilità di contribuire  offrendo i mezzi necessari , alla promozione di un dibattito costruttivo in cui si giunge alla verità a scapito del relativismo soprattutto etico, morale e religioso?

R. Il filosofo se ha ancora un senso e io credo che ce l’abbia , oggi più che mai deve continuare a comprendere il proprio tempo storico nei concetti ponendolo in connessione con l’eternità, per riprendere le formulazioni di Hegel. Per promuovere un dibattito occorre naturalmente che vi siano interlocutori disposti al dialogo socratico, cosa oggi non così frequente. Tuttavia il filosofo deve continuare a essere la coscienza critica del proprio tempo mostrando la falsità del nostro presente e l’esigenza di superarlo in nome della ricerca della verità e del bene.

D. Che cos’ è  la verità ?

R. Questa era la domanda di Ponzio Pilato, alla quale sinteticamente risponderei che la verità non è un corretto accertamento di parti della realtà, poiché questa è la certezza scientifica. La verità di cui si occupa la filosofia riguarda il processo con cui l’Idea si realizza nella storia, e l’umanità diventa sempre più libera e consapevole di sé: il processo che culmina nell’identità di soggetto e oggetto diremmo con Hegel e dunque nella piena razionalità del mondo finalmente conforme all’essere umano.

D. C’è dialogo senza verità ?

R. In assenza della verità e della ricerca della medesima vi è soltanto il monologo fintamente pluralistico della civiltà di massa contemporanea o tutt’al più il dialogo postmoderno e relativistico alla Richard rorty, del tutto diverso dal dialogo socratico in cui si cerca insieme la verità.

D. L’A.I. apprende , memorizza, lavora, consiglia, parla … il cervello umano è destinato a diventare un semplice contenitore dai neuroni atrofizzati?

R. L’intelligenza artificiale non è un’intelligenza ma è solo un calcolo, per questo il cervello umano nella sua capacità di pensare e di essere portatore del logos non potrà mai essere sostituito dall’intelligenza artificiale.

D. Quali gli altri effetti negativi  della digitalizzazione?

R. La digitalizzazione pone in essere un sistema di controllo sempre più capillare, che anche è stato definito capitalismo della sorveglianza.

D. Pensa che Socrate con la sua ironia avrebbe utilizzato la comunicazione digitale per portare alla luce la verità attraverso la maieutica ?

R. Probabilmente Socrate avrebbe utilizzato anche gli strumenti del mondo moderno per far valere le ragioni del dialogo, perché no?

D. L’iperconnettività porta l’individuo a rimanere isolato creandosi un mondo illusorio in cui navigare e trovare la felicità? Una nuova droga per evadere dalla realtà anzichè affrontarla?

R. Questo è esattamente il paradosso della società digitalizzata, fatta di community di individui isolati, che sono permanentemente connessi al digitale e sconnessi dal reale, collegati con il mondo intero e al tempo stesso isolati nella solitudine della loro stanza. È il tempo delle solitudini connesse via internet.

D. In questo isolamento l’individuo  si rende più plagiabile non rendendosi conto di essere in una prigione?

R. Una delle tesi che vado sostenendo e argomentando da tempo è che l’ordine capitalistico contemporaneo sia un totalitarismo glamour, analogo alla caverna di Platone in cui gli internati amano le proprie catene e la loro più o meno confortevole servitù.

D. Quale il giusto antidoto?

R. Anzitutto capire che quella che crediamo essere la massima libertà possibile oggi non è altro se non una caverna da cui abbiamo il dovere di provare a uscire insieme.

D. Cosa intende dire  con lo slogan “L’indipendenza è la nostra forza”?

R. Il fatto che oggi si può essere pensatori e magari anche filosofi e non semplici esponenti del clero mediatico di accompagnamento delle classi dominanti se non si dipende da dette classi dominanti e dunque non si è vincolati a fornire loro i quadri ideologici fondamentali per il loro dominio.

D. Quale il compito del filosofo in questa pericolosa situazione che mina la libertà di espressione e  l’umanità stessa e minaccia lo sviluppo del pensiero autonomo delle nuove generazioni in balìa della didattica digitale?

R. Certamente il filosofo deve confutare i sofisti, come ci ha insegnato Platone, e  di sofisti ve ne sono decisamente di più che ai tempi di Platone, soprattutto nel sistema mediatico giornalistico e televisivo, abitato da soggettività che alla stregua dei sofisti spacciano per verità l’interesse dei gruppi dominanti.

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16 commenti

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Un filosofo del menga, quello che si permette di affermare l’ “evaporazione” della Chiesa senza neanche capire che sono, i tizi come lui che ne sono i primi responsabili della perdita dei valori, che lui stesso non conosce: un tizio che si ritiene filosoficamente corretto ma è moralmente scorretto.

    Quello che non capisco, pur nella necessità di trovarsi degli alleati Cionci e Minutella si siano affiancati a questo individuo senza Dio che reputa giusta la legge sull’aborto ma, per motivi del cavolo, non se il “principio” è inserito nella Costituzione, che poi forse non lo sa è una legge. Ma se questi sono gli amici chi rimane se non Dio? Ma andatelo a dire a quei due
    che predicano una cosa e ne fanno un’altra.
    Altra alleanza d’opportunismo che sminuisce chi si sentiva “solo contro tutti” e invece di abbracciare Dio e di esser fedele alla propria inchiesta, la soluzione è stata quella di far comunella con l’ufologo Biglino.
    Chi si allea col complice del Nemico è complice del Nemico.
    E su questo non ci sono discussioni nè giustificazioni valide.

    https://m.youtube.com/watch?v=kmXafDv4P6Y

    • Rolando ha detto:

      Cara SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, secondo me, l’uomo non può vantare né reclamare alla Natura alcun diritto d’aborto. Percui inserirlo in una costituzione, per laica che sia, la altera solo in già tragico senso antiumano.
      Altra cosa è una legge umana e civile che lo depenalizzi.
      Depenalizzare, non significa approvare e, per assurdo, nemmeno favorire, ma lasciare che il potere di farlo, che di fatto nessuna legge può mai impedire, divenga libera e tragica scelta genitoriale.
      Il Dio che ha detto: “NON UCCIDERAI” ed impresso un segno sul primo “innocente” assassino (perché inconscio che vagava disperato che altri facessero altrettanto con lui) è anche il Dio dei Partiti di Dio che ha ampiamente alimentato crudeltà ed assassinii in nome di “morali superiori” dell’onore di Dio. Il Dio stesso che ha fatto capire, generando invidia e gelosia, che preferiva le offerte dell’uno a quelle di un altro.
      Ma dimmi, dolce Signora, un Dio Perfetto e senza BISOGNI, quale condizionamento di gradimento potrebbe tormentarlo nelle creature da Lui create?
      Illuminami. Forse con poche chiare parole chiave, potresti essere in grado. Io non so.

      • La Signora di tutti i popoli ha detto:

        La “crudeltà e gli assassinii”e ” l’invidia e la gelosia” sono generate dal cuore degli uomini e mai instillate da Dio della Vita e dell’Amore.

        Lei ama il pericolo, Rolando. Non proceda oltre, la supplico da sorella.

        • Rolando ha detto:

          Carissima mia LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI .

          “La “crudeltà e gli assassinii” e ” l’invidia e la gelosia” sono generate dal cuore degli uomini e mai instillate da Dio della Vita e dell’Amore.”

          Mica sono ancora del tutto tonto, SIGNORA.
          Sono il primo a sostenere quanto lei dice. Anzi quanto lei mi “ha rubato”, leggendomi nel pensiero.

          Ma, a Lei spiegarmi la gola ed il naso del Signore che “ardono” di gelosia ed invidia per divinità supposte inesistenti ed i loro fedeli adoratori (e non mi dica che sono diavoli perché la cosa non cambia, anzi peggiora); spiegarmi quel YHWH della cui Casa [=Tempio] era tanto zelante Gesù da definirla “la casa del Padre di me”. Spiegarmi se il Kyrios attribuito a Gesù è portatore del medesimo valore divino di quello attribuito dalla LXX ad YHWH e di quello attribuito dal fariseo di cultura ellenica e filoniana Paolo a Gesù.
          Oppure anche le parole dello stesso Gesù: “Sono venuto per le pecore perdute della casa di Israele”.
          Gesù non oltrepassò mai i confini del suo popolo giudaico; egli non pensò mai ad una missione tra i pagani. Morì martire in nome di Cesare Tiberio per la causa del suo popolo. Tradito dalla classe sacerdotale collaborazionista degli invasori Romani e sostenuto di nascosto da dissidenti reazionari come lui per amore del suo popolo Israele, del suo Tempio, del suo Patto.
          È già troppo. Dai.

  • ORGANUM ha detto:

    Con tutta la mia stima per il prof. Fusaro,senz’altro hegeliano,mi pare che una definizione più esatta di”verità”la dia Schopenhauer(rifacendosi in parte ad Aristotele) nel suo trattato sul principio di ragione:la verità è una proprietà del giudizio:quando un giudizio deve esprimere una conoscenza,deve avere una ragione sufficiente (a sua volta di quattro tipi o radici).Per questa qualità,riceve il predicato di VERO.Parliamo qui certo della verità con la v minuscola,del problema critico della gnoseologia.

  • Rolando ha detto:

    Interessante la citazione del nome del filosofo Richard Rorty.
    Mi vengono sempre in mente queste sue testuali
    parole: “La verità? ll conto che uno ha in banca”
    Se poi penso che le prime banche erano proprio il
    Tempio delle molteplici divinità, nel cui tesoro si
    custodiva l’oro da parte del Potente di turno…
    Quanto alle lezioni sulla parola “verità” trovo più che esaurienti quelle di Carlo Diano, all’università di Padova e pubblicate in un testo della collana Il Pensiero occidentale, Bompiani.
    Aletheia, verità. A-letheia “a” privativo “senza” e Lethe “dimenticanza”, fiume della Dimenticanza. Anche la memoria storica non è priva di dimenticanza. Così come il cervello umano che non la può contenere tutta. Anche Gesù lo fa capire chiaramente: “circa quell’ora” di cui tutti i credenti cristiani blaterano (taluni con le bave alla bocca! Lo affermo con cognizione di causa), “neppure il Figlio dell’uomo lo sa”.

  • Piero ha detto:

    Il mondo non è razionale inteso hegelianamente. Lo è se conforme non all’uomo che è imperfetto, ma conforme alla razionalità di Dio.
    Il filosofo in questione è un poco troppo innamorato di hegel.

    • Rolando ha detto:

      Sicché tu Piero conosceresti la conformità al pensiero razionale di Dio?
      Ma non ti accorgi che una simile affermazione ti illude di Potere sul tuo simile?
      Ti fa esagerato e prepotente. Ma soprattutto rende meno razionale te.

      • Rolando ha detto:

        Caro Piero, ho conosciuto “una bella mente” (parole del card. M. Martini), specialista ed innamorato di Hegel, cui dissi in faccia che, secondo me, era “spinoziano” nell’intimo.
        Adesso si definisce “panenteista”. Dico bene: “panenteista”.
        E l’acqua nel fiume scorre e nessuno ci si bagna due volte nella medesima.

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    Il totalitarismo della menzogna. Tutto ciò che ci viene rap-presentato è falso. A Glass of Darkness.
    Aaron Wolfson, Monte Carlo, 16 giugno 2000 (sintetico e lucido all’estremo: più che analisi, atto di carità intellettuale).
    https://frontiere.me/ordine-dal-caos/
    -Come tutti sapete, Edward Bernays scrisse un’opera, il cui titolo era proprio “propaganda” e, da allora, si usa questo termine per indicare la manipolazione dell’“opinione pubblica”.
    Ma, sapete, qual era il titolo del primo capitolo?… “Organizzare il caos”… e questo è il segno più evidente del suo genio. Ai suoi tempi, l’informazione -pardon, la propaganda- veniva diffusa con mezzi alquanto artigianali: i comizi, la stampa, la radio…la più parte della popolazione era poco alfabetizzata; faceva lavori “veri”, si guadagnava il pane col sudore della fronte: agricoltura, manifattura: cose reali, saldamente ancorate alla realtà fattuale.
    Poi si è introdotta l’istruzione di massa…non certo per amore delle masse, ma perché servivano “quadri” in grado di gestire un mondo sempre più complesso…e venne inventata la televisione: con esse, la propaganda ha fatto il primo “salto quantico”.
    Finalmente si poteva sostituire la realtà con una rappresentazione, un fantasma: oggi non esistono più i “fatti”, esiste solo la rappresentazione.

    Quello che chiamano “mondo dell’informazione” non ha mai avuto il compito di informare…o meglio, in realtà, sì, ma solo se si intende il significato etimologico, di questo termine, ovvero, “dare una forma”, plasmare, forgiare. La rappresentazione è ciò che dà una forma al caos del mondo fattuale e, in questo modo, plasma le masse. Per poter governare il caos, è necessario che la rappresentazione sia una sin-fonia, che tutti i singoli strumenti concorrano nel formare il tema.
    Badate bene, con questo, non sto dicendo che debba esservi esclusivamente un’informazione univoca, centralizzata, come quella che vige nelle dittature: quella non è una sinfonia, è una singola nota, e può essere efficace solo se unita all’esercizio del monopolio della forza.
    Il controllo della rappresentazione è diverso: ciò che non è rappresentato, semplicemente, non esiste.
    Solo la rappresentazione è vera, tutto il resto è finzione, fantasia, sogno, allucinazione. Se la censura è interiorizzata, non c’è più bisogno di alcuna censura: ogni cittadino diventa un agente della psicopolizia, che provvederà ad isolare le poche voci dissonanti…-

    -E, così non esisterà più nulla, all’infuori della rappresentazione: non vi sarà più bisogno di propaganda o persuasione, perché la realtà sarà quella che decideremo noi: non rimarrà nulla che sia, in qualche modo, “naturale”: le percezioni, l’amore, gli affetti, l’immaginazione…finanche il sesso.
    La stesse caratteristiche antropologiche, saranno quelle che si deciderà di adottare; la cosiddetta “natura umana”, sarà decisa a tavolino; e così l’identità sociale o quella sessuale.
    Nulla sarà più basato sulla consuetudine o il costume, perché non vi saranno più consuetudine o costume. In assenza di mores, tutto sarà deciso dal nomos. E il nomos, lo si decide dall’“alto”.
    Scrisse un autore: “Per trascendere il mondo, bisogna che il mondo ci sia”.
    Ecco, questo è il vero segreto del potere: non si può trascendere un fantasma, una rappresentazione, e neanche opporvisi.-

    • Rolando ha detto:

      Mi concentro su questo pensiero, che trovo basilare nel tuo argomentare:
      “Quello che chiamano “mondo dell’informazione” non ha mai avuto il compito di informare…o meglio, in realtà, sì, ma solo se si intende il significato etimologico, di questo termine, ovvero, “dare una forma”, plasmare, forgiare.”
      Il mondo dell’informazione non sarà mai in chiave pienamente sostitutiva della decisione umana.
      In ogni tempo l’uomo ha usato i suoi mezzi.
      San Paolo usava le pergamene per informare, per forgiare i suoi nuovi cristiani, ma la decisione umana era ed è ancora libera, anche se informava nientepopodimeno di una sbalorditiva risurrezione di un morto e convinceva se stesso ed i sui “informati” ancora in vita a raggiungerlo da un momento all’altro sulla nube al suono di una atavica fatidica tromba misteriosa.
      Informazione e conoscenza bisogna saperli ben distinguere.

      • Fantasma di Flambeau ha detto:

        Sono due/duemila anni che ripete sempre lo stesso ritornello: il Vangelo è una favola e il cattolicesimo una truffa, “Gesù ebreo” era solo un nazionalista religioso figlio di un rapporto tra sua madre e “un bel giovane maschione”, la cui figura è stata manipolata da Paolo per fondare un’altra religione connivente con Roma. In Britannia ti arrestano se preghi in silenzio a 150 metri da una clinica abortista, in Francia le chiese bruciano come fiammiferi e si sgozzano i cristiani che poi vengono irrisi alle Olimpiadi, comici e vigliacchetti vari fanno del cristianesimo quello che non possono di nient’altro. Gli Odifreddi e i Dawkins e tutto il branco delle scimmiette di Russell nella vecchia minestra ci sputano e c’inzuppano il pane fino ai gomiti. Offrendo in cambio di Gesù Cristo le sole due cose che restano e per cui si lavora e si fatica -oggi si dice “consumare”- quindi si muore e si va a concimare la terra. Poi fanno finta di stupirsi se il mondo intorno a loro va in malora a vista d’occhio. Lei perciò continui pure. Rispetto a quello rappresentato da tv, cinema, web, editoria mainstream, scuole statali e università pontificie il suo anticristianesimo XIX secolo almeno è onesto. Però riconosca agli altri la stessa libertà di scegliersi gli argomenti e gli interlocutori e non insista con chi non è interessato. Se non vuole essere semplicemente liquidato come persona molesta.

        • Adriana 1 ha detto:

          Caro Fantasma di Flambeaux,
          ” sono 2000 anni che ripete…” Chi? Lei pensa che Rolando sia l’Ebreo Errante sotto mentite spoglie?
          “Se la censura è interiorizzata non occorre più censura…”,
          allora perchè lei la adopera usando- senza scrupolo alcuno- il verbo: “Liquidare”?

        • Rolando ha detto:

          FANTASMA DI FLAMBEAU interessantissimo, ma non troppo.
          Sono stato folgorato da queste lapidarie tue parole rivelatrici del tuo spirito religioso. Tutte le altre, a confronto, non hanno alcun valore. Eccole:

          “quindi si muore e si va a concimare la terra.”

          Tu non ami Dio disinteressatamente, ma credi in una dottrina per perfetto egoismo antropocentrico. Una dottrina che ti aggrada ed, oso affermare, neanche perché scelta, ma perché ci sei nato. Fai del Dio Ineffabile una semplice necessità geografica. Non guardi al Suo Universo ed a tutti i suoi abitanti in esso e, forse, neppure fino in fondo a te stesso. E forse come tutti, me compreso.
          Lascia almeno che un tuo simile reclini verso di te e coloro che la pensano come te; ed esercita almeno la virtù della dottrina cristiana di sopportare pazientemente le persone moleste e di pregar Dio per i vivi e per i morti senza preoccupazione che alcunché a Lui sfugga o che su alcunché Egli non abbia potere d’amore.

  • Rolando ha detto:

    Interessante la citazione di Rchard Rorty.
    Mi vengono sempre in mente queste sue testuali parole: “La verità? Il conto che uno ha in banca”
    Se poi penso che le prime banche erano proprio il Tempio delle molteplici divinità, nel cui tesoro si custodiva l’oro da parte del Potente di turno…..
    Quanto alle lezioni sulla parola “verità” sono esaurienti quelle di Carlo Diano, all’università di Padova e pubblicate in un testo della collana Il Pensiero occidentale, Bompiani.
    Aletheia: a privativo “senza” – Lethe Acque della Dimenticanza. Anche la memoria storica non è priva di dimenticanza. Così come il cervello umano che non la può contenere tutta. E Gesù lo dice chiaramente: “circa quell’ora” di cui tutti i credenti cristiani blaterano (taluni con le bave alla bocca! Lo affermo con cognizione di causa), “neppure il Figlio dell’uomo lo sa”.

  • rossella ha detto:

    ma è una intervista Chat GPT vero ?
    Tremenda ….! neppure riletta …

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