Il Senso del Vuoto, del Silenzio, del Cielo. Il Matto.

23 Settembre 2024 Pubblicato da 66 Commenti

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, il nostro Matto offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul vuoto, il silenzio e la loro funzione essenziale. Buona lettura e meditazione.

§§§

 

IL SENSO DEL VUOTO, DEL SILENZIO, DEL CIELO

 

* * *

«Trenta raggi convergono nel mozzo

Ma è proprio dove non c’è nulla che sta l’utilità della ruota

Si plasma l’argilla per farne un recipiente

Ma è proprio dove non c’è nulla che sta l’utilità del recipiente

Si aprono le porte e finestre per fare una stanza

Ma è dove non c’è nulla che sta l’utilità della stanza

Così il «c’è» presenta delle opportunità

che il «non c’è» trasforma in utilità».

 

Lao Tze

 

* * *

 

Per cominciare notiamo subito come nemmeno il Cattolico possa negare l’affermazione del Saggio cinese, dal momento che può constatare di persona come il Vuoto sia la conditio sine qua non per il Pieno. Per esempio, anche il Cattolico può constatare come il pieno di parole che sta leggendo si stagli nel vuoto del foglio (in questo caso elettronico). E se egli si facesse presente a se stesso anche per pochi secondi, si accorgerebbe che sta inspirando perché i suoi polmoni sono vuoti d’aria, come pure sta espirando per il loro svuotamento dalla medesima. Il vuoto è anche quello delle vene e delle arterie, appunto vuote perché possano riempirsi del sangue che scorre. Anche la testa deve svuotarsi continuamente del pensiero per poter continuamente riempirsene, processo che, oltrettutto, dice della volatilità del pensiero stesso e della conseguente, tragica volatilità dell’io che vi si identifica. Così, anche il corpo umano è pieno di organi perché è vuoto.

 

Ciò può costituire un’illuminazione anche per il Cattolico che può dire: “VIVO GRAZIE AL VUOTO!”. D’altronde, se egli crede o sente di aver bisogno di ricevere la Grazia divina, ciò conferma che in sé c’è un vuoto che ha da essere riempito dal … Vuoto.

 

Daisetsu Teitaro Suzuki:

 

«Il vuoto, che concettualmente rischia di essere scambiato per il puro nulla, nei fatti è il serbatoio di infinite possibilità».

 

«Serbatoio di infinite possibilità»: il Vuoto Creatore!

 

Cosicché, inteso nel suo significare la Realtà Prima da cui l’Uomo, la Terra e l’Universo sono contenuti e dipendono, “vuoto” cesserebbe di essere una parola cattolicamente scandalizzante e aborrita. E lo stesso accadrebbe per il sanscrito śūnyatā, giapponese , contemplato dal Buddhismo e significante la vacuità, appunto il vuoto. E, d’altra parte, se katholikós è composto da katà e òlos tutto intero, cosa di più intero del Vuoto con la sua infinita sfericità?

 

Il Silenzio è più prezioso del linguaggio per la semplicissima ragione che quest’ultimo continuamente nasce dal Silenzio e nel Silenzio si estingue. Senza il Silenzio, che è il Vuoto, nessun pieno di linguaggio sarebbe possibile. Se nel fondo dell’essere umano e intorno ad esso non imperasse il Silenzio, cioè il Vuoto, nessuna parola potrebbe essere pronunciata e ascoltata, e perciò nessuna comunicazione, da Silenzio a Silenzio e attraverso il Silenzio, sarebbe possibile. Egualmente, senza il Silenzio nessun suono sarebbe udibile. Ed anche il suono nasce dal Silenzio ed al Silenzio ritorna. Come si vede, senza il Silenzio, senza il Vuoto, ci sarebbe … nulla.

 

Noguchi Yone:

 

«Ascolto il cinguettio degli uccelli

non per la loro voce

ma per il silenzio che segue».

 

Se non si pratica quanto suggerito in questi tre versi è impossibile intuire cos’è il Silenzio, cioè l’Imperituro.

 

Mundaka Upanisad:

 

«Dall’Imperituro si generano molteplici esistenze, e lì stesso vanno a riassorbirsi».

 

Essendo il Senza forma, cioè il Vuoto da cui nasce il linguaggio, il Silenzio, l’Imperituro, è anche tra parola e parola, tra pensiero e pensiero,  tra nota musicale e nota musicale, insomma tra ciò che si presenta e immediatamente passa. Il Silenzio è l’imprescindibile intervallo vuoto e fermo (giapponese ma) che separa e fa da tramite, e che non può essere colto dalla coscienza ordinaria, assorbita ed esaurita dal pieno di parole, pensieri, immagini, suoni, e necessitante di tali oggetti che le forniscano il subdolo motivo per sentirsi esistere, ma che nel medesimo tempo la distraggono (traggono via) dal Soggetto Unico che è il Silenzio, l’Imperituro, il Vuoto.

 

Sentire di esistere grazie alla distrazione rappresentata dal pieno degli oggetti dei sensi e dell’intelletto è il massimo dell’illusione. Pieno che, è bene ribadirlo, senza il vuoto non potrebbe darsi. Non appena ci si prefigge di ottenere un profitto spirituale, ecco ergersi un oggetto nel vuoto, un ob-jetus, cioè posto innanzi, dunque separato (illusoriamente) dal soggetto. Pertanto, tutto ciò che si può pensare e dire del Vuoto, del Silenzio che è la Verità-in-Sé, altro non è che un’oggettivazione separante. Non a caso nello Zen, a proposito della meditazione/contemplazione si avverte che la medesima ha da essere “senza profitto e senza scopo” (mushotoku). Ciò che, come si vedrà più avanti, dice in altri termini Maestro Eckhart.

 

Perciò, infinitamente prima del senso delle parole, dei pensieri, delle immagini, dei suoni e dei traguardi sta il senso del Silenzio, che non si trova se non nel Silenzio stesso, non potendo coglierlo né il pensiero né le parole né le immagini né i suoni: non può il relativo cogliere l’Assoluto, mentre l’Assoluto giustifica e si manifesta nel relativo. Non può il parziale cogliere l’Intero. Non può il mobile cogliere l’Immobile. Non può l’oggettivazione cogliere il Soggetto Unico, l’Imperituro, la Verità-in-Sé. E tuttavia – segreto da scoprire o, meglio, in cui sparire – ogni parola e ogni suono, così come ogni oggetto, costituiscono, per chi sa coglierla, un’occasione di ritorno/risveglio a sé qui ed ora, quindi all’Imperituro, al Soggetto Unico. Infatti, senza il Soggetto Unico, l’io primigenio individuale non sussisterebbe un istante e non godrebbe dell’immortalità. Il Soggetto Unico è il Vuoto, è il centro e la periferia del sé individuale, anzi di tutti i sé individuali: è l’Imperituro, la Verità-in-Sé, il Verbo «ut unum sint».

 

I pensieri, le parole, le immagini, nonché i ferrei sillogismi, sono come stormi di uccelli  che attraversano il Cielo, analogamente a pianeti, lune, soli, sistemi solari e galassie quale minuscola manciata di pulviscolo sparso nel Cielo, altro nome del Silenzio, del Vuoto, dell’Imperituro, della Verità-in-Sé, del Verbo «ut unum sint».

 

Chandogya Upanisad:

 

«L’etere (akasa) è certamente superiore al fuoco. Invero, sia il sole che la luna, entrambi sono nello spazio-etere, come la folgore, gli astri e il fuoco. Tramite lo spazio uno chiama, tramite lo spazio ode, tramite lo spazio ascolta; nello spazio ci si diverte, nello spazio si patisce; nello spazio si nasce, nello spazio si cresce. Medita sullo spazio».

 

Dice: «medita sullo spazio»: cioè sull’Etere universale onnipervadente, sul Vuoto, sul Silenzio. Insomma su Dio, che si trova oltre tutto ciò che ne parla e ne scrive e che non può fare altro che indicarlo, indugiarvi intorno, perciò riducendolo ad oggetto separato dal soggetto. E cos’è meditare al più alto grado? È contemplare: farsi vuoto e sparire come soggetto auto-esistente e integrato nel Soggetto Unico.

Nella sua sintesi, nella sua inespressione, e quindi nella sua assolutezza, il Pensiero-Parola, il Verbo, è Silenzio, Vuoto, quindi Cielo … il Regno dei Cieli. E ciò, come già notato, per la mente abituata ad identificarsi – per sentirsi esistente – con pensieri,  parole, immagini e suoni, come anche di formule e dottrine, è d’impossibile approccio. Occorre quindi un dis-abituarsi a fare degli oggetti di qualunque genere (quindi anche di “Dio”! che appena pensato e nominato viene collocato là, quale ob-jectus distante e irraggiungibile) le stampelle della propria esistenza; occorre svuotarsi, occorre un azzardo a lasciar andare tutto il pieno, un insinuarsi tra le maglie della griglia razionale fatta di concetti al di là della quale v’è il Sovra-razionale, uno sganciarsi dalla piattaforma del principio di non contraddizione, poiché l’aut-aut è nel relativo (orizzontale), non nell’Assoluto (verticale) che contempla l’et-et.

 

Altre constatazioni concrete: senza il Vuoto non si avrebbe da dove versare del buon vino né dove versarlo per gustarlo: è il vuoto della bottiglia  che permette di riempirla di vino, ed è il vuoto del bicchiere che ne permette la mescita. Lo stesso vale per la bocca, che non potrebbe essere riempita di cibo se non fosse vuota, e per lo stomaco, che se non fosse vuoto non potrebbe recepire il cibo. La fame, fisica e spirituale, è un vuoto che chiede di essere riempito da un cibo adeguato. In breve, senza il Vuoto non ci sarebbe il Pieno della vita. L’errore madornale è ritenere il Pieno dimenticando il Vuoto. Ritenere la Parola dimenticando il Silenzio. Ritenere la Terra dimenticando il Cielo. Ritenere i Fenomeni dimenticando il Non fenomeno, ritenere il Perituro dimenticando l’Imperituro.

 

E come si potrebbe dimenticare il grembo della donna quale vuoto in cui cresce il pieno della nuova vita? E come non considerare ed ammirare il grembo della Vergine quale Vuoto in cui cresce il Pieno della Vita Nuova? Vuoto del Grembo verginale che riceve il Soffio dal Vuoto da cui esce il Fiat lux. Vuoto immacolato che dà immacolata Carne alla Luce! (non solo nel senso di partorirla al modo, ma di conferimento della carne nel suo grembo: già nel grembo della Vergine la Luce si fa Carne).

 

Degno di nota e commovente quanto scritto a proposito del grembo in unaparolaalgiorno.it:

 

«Dal latino: gremium, con lo stesso significato, ma propriamente, quel che si può stringere al seno. È parola di interminata grazia e intimità, cavo di accoglienza antica, di protettività innata, coperto, poi, dall’avvolgente dolcezza delle braccia. Basta la base della comune e in amplissima parte dimenticata esperienza del grembo a dare a questa parola, a questa immagine, un potere sconfinato: che cosa è più sacro, fertile e riposto del grembo della terra che genera la primavera? Che cosa molce di più l’affanno e il timore dei giorni di appoggiare la testa in grembo a chi si ama? Quale è la promessa che il viaggio cela nel grembo teso della vela? Che cosa c’è di più delicato del reggere in grembo un fiore, un anello, le stesse sole mani  o un figlio?».

 

E c’è la fame spirituale quale vuoto che chiede di essere riempito da Dio, ma che prima deve svuotarsi da tutto ciò che la occupa costipandola.

 

Maestro Eckhart:

 

«Finché queste tre cose, temporalità, corporeità e molteplicità, sono in me, in me non è Dio, né in me può veramente operare. Sant’Agostino dice: è l’avidità dell’anima che fa sì che essa voglia prendere e possedere molte cose; in tal modo essa cerca di impadronirsi della temporalità, della corporeità e della molteplicità; con ciò, essa perde proprio quello che possiede. Infatti, finché v’è in te più e più ancora, Dio non può né abitare né operare in te. Tutte le cose devono continuamente uscire perché Dio entri, a meno che tu non le possieda in un modo più alto e migliore, quando la molteplicità è in te divenuta unità. Allora, più v’è in te di molteplicità, più v’è di unità, l’una trasformandosi nell’altra».

 

«L’avidità dell’anima»: della propria anima. E com’è facile ignorarla o sentirsene esenti!

 

Si comprende che prima di «possedere in modo più alto e migliore tutte le cose in unità» si rende neccessario una disciplina dello svuotamento dalle medesime. O, in altri termini, prima una soluzione di ciò che è coaugulato (oggettivato) e poi una ri-coagulazione (ri-oggettivazione) di ciò che è soluto, per l’equilibrio armonico fra Vuoto e Pieno, fra Interiore ed Esteriore, fra Verticale e Orizzontale come mostra la Croce col suo Centro … il Sacro Cuore!

 

Anche certa arte moderna cerca, per quel che può, di esprimere e suggerire il Vuoto.

 

Da gianfrancobertagni.it:

 

«Klee va alla ricerca della cosa che è “al di là dell’apparenza”, ossia della “comune radice terrestre”. Malevic realizza il “quadrato bianco su bianco”, che buca lo spazio pittorico nella direzione del “puro spazio originario”. Secondo una sentenza leopardiana “tutto è nulla” e non vale nulla e va a finire nel nulla. Il nulla è l’anima segreta delle cose. Fragili ed effimere, le cose sono condannate al nulla, ma nello stesso tempo dal nulla salvate ossia restituite a noi per quello che sono: degne di essere amate in quanto mortali».

 

«Il nulla è l’anima segreta delle cose». Stupendo! Ma per comprendere occorre farsi vuoti, affondare nel segreto, dissolversi nel Vuoto, che è appunto, il Nulla quale anima segreta delle cose, di ciò che è qualcosa.

 

Validissimo anche per un Cattolico anche quanto dice meravigliosamente Hermann Hesse:

«Una meta si proponeva Siddharta: diventare vuoto, vuoto di sete, vuoto di desideri, vuoto di sogni, vuoto di gioia e di dolore. Morire a sé stesso, non essere più lui, trovare la pace del cuore svuotato, nella spersonalizzazione del pensiero rimanere aperto al miracolo, questa era la sua meta».

 

Eh sì, morire a se stessi (e al mondo), perché «se il chicco di grano non muore» non può «rimanere aperto al miracolo». Morire è aprirsi alla Vita. Così, quello che infine conta non è più la dottrina, il dogma, l’esegesi, bensì la morte di ciò che non è vera vita, cioè dell’entità psichica fittizia infarcita di nozioni che è il proprio ego: l’ombra che oscura la Luce. E non sembra che quest’operazione indicata da Cristo goda di molta attenzione fra i Cattolici. Anzi è accuratamente tenuta nel dimenticatoio. Come si dice: la paura fa 90. Meglio gettarsi “coraggiosamente” sulle mancanze altrui. Il fariseo è in servizio permanente effettivo. La mano che scaglia la prima pietra sempre in esercizio.

 

Jan van Ruusbroec (attenzione alla finezza adombrata in quanto è detto):

 

«Dio visita senza interruzione la dimora e la quiete che ha fatto in noi, cioè l’unità dello spirito e quella somiglianza che vi si fa attraverso la grazia».

 

Il Silenzio è Vuoto. ll Vuoto è Silenzio.

Come dire Origine e Conclusione.

L’Origine è la Conclusione. La Conclusione è l’Origine.

L’Alfa è Omega. L’Omega è Alfa.

Il Cerchio mostra “eloquentemente” questa verità. E ancor più la Sfera, simbolo del Cielo, di Perfezione e Onnipotenza, che è un combinarsi di Cerchi vuoti.

 

La Sfera è un vuoto, un non-esserci. È il non-esserci di Dio che permette l’esserci delle Creature. Dio è il Vuoto che accoglie e sostenta il Pieno delle Creature. Dov’è Dio non può esservi Creatura, e dov’è Creatura non può esservi Dio. E tuttavia, ecco il miracolo! nell’assoluta distinzione non v’è assoluta separazione, anzi v’è l’ineffabile intimità  del due-inuno:

 

«Così il “c’è” presenta delle opportunità, che il “non c’è” trasforma in utilità», dice Lao Tze nell’incipit.

 

Perciò nessuno, a meno che non sia intellettualmente disonesto, lo può negare: il Vuoto che è Dio è indispensabile al Pieno delle Creature, mentre il Pieno delle Creature conferma il Vuoto che è Dio.

 

«Io sono l’Alfa e l’Omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente».

 

Come dire che il Signore Dio, il Verbo, è l’inizio, la circonferenza e la fine del Cerchio, e perciò dell’infinita combinazione di Cerchi vuoti che è l’Infinita  Sfera Divina Vuota.

 

Giordano Bruno:

 

«L’universo è tutto centro e tutta circonferenza».

 

Libro dei XXIV filosofi:

 

«Dio è una sfera infinita il cui centro è dappertutto e la circonferenza in nessun luogo».

 

Perciò il Verbo, il Cielo, il Silenzio, il Vuoto è dappertutto e in nessun luogo.

Per questo, in quanto Spirito non si sa donde venga e dove vada.

Per questo, nessuna dottrina sul globo terracqueo può afferrarlo tutto, contenerlo tutto, trattenerlo tutto, esaurirlo tutto. Chi così pretendesse peccherebbe di una tronfia volontà di potenza.

 

Il Vuoto, il Silenzio, il Cielo, l’Imperituro, il Verbo, lo Spirito, l’Assoluto, l’Incondizionato,  è il «Quello» di cui stupendamente nelle Upanisad:

 

«A Quello entro cui scompare tutto ciò che influenza la mente, a Quello che sta dietro a tutta l’eterna Coscienza, il testimone di tutte le manifestazioni dell’intelletto – a Quello, io mi inchino». (Upadesasahasri).

 

E nell’inchinarmi – Matto che sono! – lascio il me stesso condizionato per ritrovare me stesso nella beatitudine:

 

«La vera beatitudine è incondizionata; nel condizionato non può esistere felicità; soltanto l’Incondizionato è beatitudine; cerca di realizzare l’Incondizionato in te stesso». (Chandogyopanisad).

 

L’Incondizionato è «Il regno di Dio (che) è dentro di voi» (Canonico di Luca).

 

«Il regno è dentro di voi ed è esterno a voi. Quando voi avrete riconosciuto voi stessi allora sarete riconosciuti e saprete che siete i figli del Padre vivente. Se al contrario non vi riconoscete allora siete nella povertà e siete la povertà». (Apocrifo di Tommaso).

 

«Dentro di voi ed esterno a voi»: cioè Vuoto, Silenzio, Cielo.

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

§§§

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , ,

Categoria:

66 commenti

  • Adriana 1 ha detto:

    e.c. ” libertà dei figli di Dio”…ma neanche di Dio.

  • Giampiero ha detto:

    Il nostro Matto arricchisce sempre il nostro confronto-scontro. Vorrei comunque far notare che concetti quali il Vuoto, il Nulla assoluto, il Nirvana (estinzione) se acquisiscono un senso se letti nel contesto dove sono stati partoriti potrebbero confondere se letti in un contesto come il nostro incline a concepire la realtà come individua e non alla maniera partecipativa. Creazione dal Nulla, ad es, diventa un ossimoro qui da noi, e predispone verso una forma di monismo materialistico o tuttalpiù panteistico. Questo perché dal Nulla non può scaturire un bel nulla. Altra cosa è se tali concetti vengono letti nei loro contesti d’origine. Lì acquisiscono una pregnanza semantica che qui è difficile solo immaginare, il più delle volte. Solo in tal maniera concetti come il Vuoto o il Nulla assoluto diventano assimilabili a quello di Essere , così come l’Aquinate lo ha intuito. Concludo con una domanda: per un cristiano ha senso il ricorso a quei concetti una volta che Dio, incarnandosi in GesùCristo, ha assunto un Nome e un Volto? E allora , la cosiddetta “via apofatica” non ha ceduto il posto a quella “catafatica” una volta per tutte?
    Un caro saluto.

    • il Matto ha detto:

      Le rispondo (approssimativamente) da convinto ecumenico (non ecumenista, ecumenico) dopo che per trent’anni e passa sono stato un fondamentalista.

      “Per un cristiano ha senso il ricorso a quei concetti una volta che Dio, incarnandosi in Gesù Cristo, ha assunto un Nome e un Volto?”.

      Non ho la minima difficoltà a risponderle: no. E glielo dico da ex fondamentalista di quelli tosti. Ma non posso non aggiungere che ciò non autorizza il Cristiano a porsi sul pulpito per considerare con sufficienza, dileggiare o addirittura tacciare di satanismo le altre religioni, spiritualità e filosofie, facendone di tutte un erba e un fascio ovviamente da gettare nella Geenna. E ciò perché non le può comprendere, non perché non sia intelligente ma perché la sua forma mentis è radicata al punto tale che non può concepire nessuna alterità. Come avrà evinto dai miei articoli, io godo immensamente nel trovare “convergenze” e “assonanze” con il Cristianesimo nella altre Tradizioni, ciò che mi conferma come Cristiano ma mi suscita un grande rispetto per esse e per il loro fedeli (del resto, ho insistito spesso sul fatto che lo Spirito soffia dove vuole!).

      “E allora , la cosiddetta “via apofatica” non ha ceduto il posto a quella “catafatica” una volta per tutte?”.

      Ritengo che questo non possa affermarsi, anche perché la via apofatica è mistico-elitaria ed è difficile che diventi “popolare” come quella catafatica. E senza che una debba essere considerata migliore dell’altra. Perciò, a mio parere, a ognuno la sua via senza che debbano sorgere ostilità, le quali, occorre dirlo, sono sempre di iniziativa dei “catafatici”.

      Respingo la tentazione, fortissima, di entrare di più nel merito (lo assumo anche come … esercizio apofatico 😊).

      La ringrazio del contributo (stimolante) e cordialmente la saluto.

      • Giampiero ha detto:

        Siamo sostanzialmente sulla stessa lunghezza d’onda caro Matto. Alla prossima.

      • Federico ha detto:

        Non c’è alcuna salvezza fuori di Cristo; chi afferma il contrario o non ha mai conosciuto il cristianesimo o dice (consapevolmente o inconsapevolmente) il falso.
        E dopo la morte avrà una sorpresa tragica e senza ritorno. Guardi, non lo dico io, che sono polvere; è semplicemente la verità e la realtà.

  • Federico ha detto:

    L’autore dell’articolo odia i cristiani, la sana dottrina, la verità rivelata da Nostro Signore, e quindi, in definitiva, Nostro Signore.
    Per questo non perde occasione per tentare di spianare la verità rivelata, che tanto disprezza, per creare il “vuoto”. E come verrà riempito questo vuoto, una volta tolta di mezzo la verità rivelata nel Vangelo? Questo è il punto. Se viene tolto Cristo, chi volete che prenda il suo posto?
    Ho citato Stalin non a caso; lui pure volle spianare le antiche chiese di Mosca e di cosa riempì la città? Non lo sapete?? E poi, dopo aver presentato insulti, derisioni e demolizioni, che fa? Invoca il “silenzio”, proprio come qualcuno di nostra conoscenza. Singolare che, dopo aver inserito insieme ai noti compagni di gnosi quasi quasi 200 (dicasi DUECENTO) commenti di derisioni e offese ai “creduloni” tradizionali in un articolo pubblicato su questo sito, invoca come bene supremo il “silenzio”!!! C’è da noi un famoso detto che tradotto significa “colui che lancia la pietra e nasconde la mano”; ecco, questo detto si applica al caso. Solo che qui è da integrare: “colui che lancia un sacco di pietre, nasconde la mano ed impone il silenzio”. Che bellezza!

    • il Matto ha detto:

      Io sono cristiano quanto lei, e fino a che non la chiameranno a presiedere il Sant’Uffizio con facoltà di bruciare gli eretici, il suo resta un parere come un altro.

      Non faccia il piagnone. Il suo vittimismo è fuori luogo. E non giri la frittata riguardo alla “pietra”: ma le legge certe fetenzie nei mie riguardi? Non che me ne offenda, visto da chi giungono. E poi giunge il momento in cui, come si dice a Roma: come me canti te sono!

      Lei non è non è obbligato a leggere i miei articoli, tanto più che da quello che dice (e non è il solo) si vede che li legge a scappar via e preparandosi via via le obiezioni senza entrare nel merito. Non esiste soltanto il suo cliché mentale, ci pensi bene.

      Se poi li legge per fare l’apologeta, affari suoi.

    • Fritz ha detto:

      Da Federico a Federico: ciao!!!
      Non credo che il matto sia capace o voglia odiare, no perchè avrebbe e esprimerebbe qui e lì una sua motivazione o almeno una scusa. Farebbe come l’Adrianella, sarebbe odioso in ogni commento o domanda lasciando ovunque il veleno della sua cattiveria.
      No, lo dico a suo favore. Non ha tendenze perverse ma solo uno stolido orgoglio umano ( si ritiene un genio invece è un matto) e un misero orgoglio spirituale. Alla ricerca di Dio ha risposto con ogni ‘possibilismo’ e essendo incapace di amore per il Signore ama tutte le schifezze ma anche cose belle che gli capitano sotto delle quali si invaghisce, si sentimentalizza, come un subnormale: un immaturo di mezza età che si è costruita una religione da uomo infelice, è profondamente solo, malato e senza amore che lo lenisca.
      Il Demente, come lui si fa chiamare, vive in una carrozzella spirituale, per la quale ha bisogno delle spinte degli altri due e dei complimenti di qualche idiota, che casca nella sua trappola e cerca di salvarlo dalle menate che si inventa e reinventa ogni giorno. Sogna un misticismo simil-induista o comunque pseudo-orientale, che lo droga, con periodiche crisi di astinenza di stupide religiosità.
      So bene come lui e gli altri (quelli si che sono gnostici, anche se Rolando spesso sogna un dio preCristiano) hanno scassato il blog e dileggiato la gente che ha un po’ di fede proteggere poggiata su Verità e Dogmi che loro non riconoscono.
      Ma adesso che sono stati svergognati? E non è la prima volta, ma dobbiamo tenerceli come la gramigna con il grano. Due graminacee che aspettano il vaglio, che verrà. Visto che non possiamo eliminare il male dal mondo, possiamo combatterlo e li combatteremo.

  • il Matto ha detto:

    “Nel cuore di ogni uomo c’è un vuoto che ha la forma di Dio”.
    Blaise Pascal

    Anche Pascal era un Matto!😂

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Ma Pascal nei Pensieri ha anche scritto questo (N.o 529) :
      Noia.
      Niente è tanto insopportabile per l’uomo come il rimanere in un riposo assoluto, senza passione, senza affari, senza divertimento, senza applicarsi. Allora avverte il proprio nulla, l’abbandono, l’insufficienza, la dipendenza, l’impotenza, il vuoto. Dal fondo della sua anima uscirà quanto prima la noia, l’orrore, la tristezza, il dolore, il dispetto, la disperazione

  • ORGANUM ha detto:

    Come la pensano il Matto e i suoi supporters,l’abbiamo capito.Così come loro sanno benissimo come la pensiamo noi.Quello che trovo fastidioso,e soprattutto inutile, è l’infinita serie di botta e risposta con cui ci si dà sulla voce nel vano tentativo di convincere la controparte con i propri argomenti, che non possono convincere nessuno trattandosi di verità di fede e non di verità empiriche,matematiche o logiche.Il blog dovrebbe consentire al massimo una replica alle singole opinioni, sennò la cosa,ripetuta, diventa stucchevole oltre che un po’ridicola.

    • il Matto ha detto:

      “la cosa, ripetuta, (che) diventa stucchevole oltre che un po’ridicola” indica che c’è un problema di fondo grosso come una montagna. Se lei non vuol vederlo, padronissimo.

      Lo ripeto anche a lei: a me non interessa convincere nessuno. Scrivo quel che scrivo e basta.

      • organum ha detto:

        E’quando si vuole avere a tutti i costi l’ultima parola che ci sono problemi… se a lei non interessa convincere nessuno e scrive solo per scrivere perché risponde più volte ai commentatori con quel tono sprezzante?

      • ORGANUM ha detto:

        e poi: a conferma di quanto dico,le risulta che ci sia qualcun’ altro su questo blog che scriva centinaia di repliche ai commenti per avere l’ultima parola oltre a lei e ad altri due utenti? Chi è che ha qualche problema?Quando uno scrive SOLO PER SCRIVERE non replica stizzito ad ogni opinione diversa dalla propria.

        • il Matto ha detto:

          “stizzito” lo dice lei.

          SE qui facciamo la conta chi vuol avere l’ultima parola…

          E poi la dialettica è questa. Che va cercando?

        • il Matto ha detto:

          Le lascio l’ultima parola. Va bene così?

        • Federico ha detto:

          Il modo di agire – che lei ha colto perfettamente – dell’autore dell’articolo ha un nome: gaslighting. Ed è questa la ragione per cui lo stesso dice di amare il silenzio, ma in realtà solo quello che vorrebbe imporre agli altri. Ed è questo il motivo per cui è pieno di livore (e insulti) nei confronti degli altri ma afferma di esserne vittima oppure fa “il matto” e il bonaccione per far abbassare il livello di guardia, per poi colpire con maggior facilità e nel “silenzio” generale quelli che lui e i suoi compagni di gnosi considerano i censori del Sant’Uffizio (in pratica i suoi lettori critici).

      • ORGANUM ha detto:

        Comunque,che i problemi li abbia lei o io,cordiali saluti!

    • Adriana 1 ha detto:

      “Verità di Fede…” Questo mi ricorda S.Agostino, il quale affermò che mai avrebbe creduto agli insegnamenti e ai dogmi proposti se non fosse stata la Chiesa ad imporne la fiducia…
      Beninteso, è il medesimo S. Agostino che scrisse:
      ” Nulla ha il potere di trascinare tanto in basso lo spirito di un uomo quanto le carezze di una donna e quel rapporto fisico che fa parte del matrimonio. “…e ancora, rivolto al Signore: “Dammi castità e continenza, ma non subito! “.
      Lei è liberissimo di accettare o di rifiutare, naturalmente,
      ma, almeno abbia la lealtà di farlo “in toto”.

    • Federico ha detto:

      Ecco, abbiamo capito tutti il desiderio di “silenzio” del Matto, che vuol fare il matto (solo per fare e dire ciò che gli pare) ma non vuole essere trattato da tale.
      Gli altri devono amare il “silenzio” ma lui ama fare il fracasso. Mi ricorda tanto gli inviti al “silenzio” di un certo argentino, il quale dopo ogni calunnia o scempiaggine, puntualissimo invita i cristiani al silenzio.
      Schema antico e collaudato ma sempre attuale.

  • il Matto ha detto:

    Un brillante omaggio per chi può intuire (anche in senso cristiano).
    L’intuizione non ha limiti perché “entra” nell’Infinito e ne trae un’iper infinitesima scintilla, che tuttavia illumina:

    Lode a quello stato
    che trascende ogni considerazione oggettiva,
    dimensione pura, inesprimibile,
    inimmaginabile,
    che va oltre il pensiero.
    Ma Gcig, mistica tibetana del XII secolo.

  • Rolando ha detto:

    Penso che IL MATTO abbia fatto centro.
    La KÈNOSIS: lo svuotamento divino.

    • il Matto ha detto:

      ‘Sti cattolici imbottiti di dottrina e diritto canonico ma senza il minimo afflato mistico.

      “Kenosi”? Che roba è? Non conoscono nemmeno Paolo di Tarso. Allora Cristo che SVUOTO’ Sé stesso è una fandonia?

      • R.S. ha detto:

        Il “vuoto” che si riempie non è il vuoto assoluto.

        E’ un pieno disordinato, con tanti buchi e spazi sprecati.

        E’ il complemento all’Uno, al Tutto, dovuto al nostro limite provocato dal peccato che ha deturpato la natura ad immagine e somiglianza di Dio.

        Lo “svuotarsi necessario” allora non consiste nell’annullarsi (in un nulla che infatti non esiste), ma il togliere la volontà di puntellare le strutture di peccato che stringiamo per abbandonare la volontà a quella di Dio, che ama e che crea tutto perfettamente integro, nella e della Sua Pienezza che partecipa e dalla quale trae ogni cosa.

        La rivelazione di Dio esemplifica questo movimento: le parabole del vangelo sono il distillato del mistero. Dio ci parla, ma non perchè l’uomo debba conoscere il perché di ogni cosa (innanzitutto di Dio, che è Dio perchè non ha un perchè!).

        Il mistero non è l’ignoto, ma quello che resta fuori da ciò che siamo in grado di intendere (Mc 4,9 e Mc 4,33): una santa, dotta, “ignoranza” che assicura la tensione (mistica) a Dio senza ridurLo alle nostre misure.

        L’umiltà dell’anima timorata di Dio rende non solo un’immagine, ma anche la somiglianza con Dio per la Grazia che santifica, restando nella nostra natura umana: il paragone che regge ogni parabola (il “come”) non coincide mai con l’uguale (lo “stesso”).

        Dio ci invita a tendere a Lui non alla pari, ma mettendoci accanto: paragonabili, ma stando al nostro posto che è quello per cui lasciamo Dio al primo posto.

        E’ il mistero della potenza passiva della Grazia che riempie l’umile. La fede sostiene questa disposizione e offre sufficiente luce alla ragione umana perché non brancoli disorientata. Non serve sapere tutto; non si deve andare oltre all’intendere quel che Dio ci rivela; eppure così si dischiude la porta del Regno.

    • Adriana 1 ha detto:

      Ascolta, Rolando,
      per favore…Lo Tzim-Tzum, a prescindere da Lurìa, può essere segno di Amore Divino, nonchè afferente alla Kenosis?

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    “Perciò nessuno, a meno che non sia intellettualmente disonesto, lo può negare: il Vuoto che è Dio è indispensabile al Pieno delle Creature, mentre il Pieno delle Creature conferma il Vuoto che è Dio.”
    Ebbene, lo ammetto, sono intellettualmente disonesto.

  • Giampiero ha detto:

    La ” creatio ex nihilo” può darsi solo in una “creatio ex Nihilo”.

  • il Matto ha detto:

    Certo che 2000 anni di fondamentalismo si vedono eccome! Chiaro che prima o poi viene il momento dello sgretolamento. E infatti ci siamo.

    Caro S.E.,
    io non scrivo per convincere nessuno, come spero faccia anche tu, visto che stando su questa terra sei in braghe di tela proprio come me. Non t’illuderai, spero fortemente, che ripetere a pappagallo la dottrina ti tiri fuori dal pantano in cui versa tutta l’umanità! Sennò, a proposito di cervelli vuoti …
    Ciao.

    FRITZANTINO,
    continui a sputare veleno e lo capisco perché è la tua natura.
    Non so dove tu vada a pescare certe notizie sul mio “sfacelo personale” se neanche mi conosci. Evidentemente conosci invece molto bene l’arte della lavandaia linguacciuta che apre bocca e dà fiato.
    Tu non devi attendere “la fine dei tempi dove gli uomini morranno inghiottiti da stessi” perché inghiottito già lo sei. E, a occhio e croce, senza speranza.

    Caro FEDERICO,
    anche a lei dico quello che ho detto a S.E.: io non “tento di instillare” proprio niente. Espongo semplicemente quello che espongo. Non si vede il suo assurdo collegare addirittura Stalin, i nazisti e Bergoglio a quello che scrivo. Non capisco nemmeno questo suo sentirsi obbligato (“se permette ci penso io”) da quello che scrivo. Da dove evince che voglio convincerla?
    Mi permetta una nota espressione romana: a me, de convince lei, S.E. e chiunque artro nun me ne po’ frega’ de meno!
    Cordialmente.

    • Rolando ha detto:

      “Da dove evince che voglio convincerla?”

      Dalle loro stesse granitiche sicurezze capiscono che qualcosa li disturba. Non sanno quadrare il cerchio. Ridurre Tutto al Dio.
      Pertanto fede e ragione proclamano a buon diritto che non godono della libertà dei figli di Dio.
      Omnia munda mundis.

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro Rolando,
        “fede e ragione dimostrano che non godono della libertà di Dio…” Quale libertà?- domando-. Pochi giorni fa il sangue di S. Gennaro si è “fuso”. Tutti contenti e credenti.
        Ieri, durante la processione alla Madonna dei dolori, la statua della Madonna è caduta di brutto. Tutti hanno creduto a un presagio nefasto. Si chiama Fede (e Ragione), oppure si chiama Superstizione? Totalmente “pagana” per di più.

    • Oudeis ha detto:

      Finché è durato quello che lei chiama fondamentalismo non c’è stato alcuno sgretolamento, quindi la sua analisi non è corretta: la realtà la contraddice. Mi permette di dirle che lei pensa troppo, nel senso che si avvita nei suoi ragionamenti e nella sua erudizione? Poi una domanda, se mi è lecita: a lei piace ragionare sul divino per mero piacere intellettuale o sta anche cercando Dio? Perché in quest’ultimo caso il vuoto indispensabile è quello che bisogna fare dentro se stessi: il che implica saper mettere da parte, all’occorrenza, il nostro bagaglio/zavorra culturale.

      • il Matto ha detto:

        Non credo che la mia risposta la soddisferebbe.
        Faccia lei.

        Il finale del suo commento è la conferma di quanto è scritto nei miei articoli! Possibile che non se ne sia accorto?

        • Oudeis ha detto:

          Diciamo che il suo modo (non sto parlando qui di contenuti) di pensare e il mio sono sostanzialmente differenti, per cui concordo con la sua conclusione.

          • il Matto ha detto:

            Qui lei mi risulta alquanto enigmatico (per mia incapacità).
            Vorrebbe spendere qualche parola per aiutarmi a comprendere? Grazie.

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Poi il buon Tosatti si lamenta se scrivo qualche commento lungo. L’articolo del Matto prima di pubblicarlo lo ha misurato e poi lo ha letto?
    E transeat se è un fiume di parole inarrestabile e pure un insieme di concetti non suoi appiccicati uno dietro l’altro, ma ci fosse almeno un discorso concreto o razionale che venga dal profondo delle esperienza umana dell’articolista, dal suo lavoro, dalla sua fede, dalla tradizioni della sua famiglia. Nulla! Niente che ci apra ad una argomentazione utile per un dibattito o a un complimento, a una critica: nulla, il vuoto, nix! Ma per scrivere nulla ci vuole davvero tanto spreco di parole? Basterebbe solo la firma e sapremo cosa ci vuol comunicare.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Qualche? :-))))

    • Adriana 1 ha detto:

      La PAGLIUZZA e La TRAVE…
      cara la mia Dominante Gorgona, non si è mai accorta delle lenzuolate che scrive Lei? Ora copiate dalla povera Val-torta, ora dai Canoni ecclesiastici, ora da articoli del Catechismo, ora scopiazzati da anathemata papali…
      Per interloquire ostentando il NULLA del proprio pensiero e farlo credere QUALCOSA, solamente in grazia delle pessime maniere esibite, bisogna avere- come dicono dalle mie parti-: “Muso de bronzo e bareta fracada. ”
      (da…solida, personale e antica esperienza di vita vissuta). Un bacino sulle chiome “tortili”.

  • Adriana 1 ha detto:

    Caro il Matto,
    l’Occidente è sempre stato “pieno” dell'”horror vacui”,
    difficile anche solo suggerirgli la esistenza del medesimo.
    Il “pieno” è “il bene”; il “vuoto”- al contrario- è talmente disprezzato da venir concepito come “il male”.
    Nel campo religioso, basta ricordare S.Agostino per cui il “male” è niente altro che “mancanza”, assenza, vuoto di “bene”. I Dio biblico è molto mobile e pieno di “tutto”: si veda Isaia, 45,7, Giacobbe e certi passi contradditori dei Vangeli…
    Quanto alla distrazione causata dal flusso di parole, di pensieri e di suggestioni piene di senso e di sentimento, è pur
    vero che anche l’unica parola qui citata:- “gremium”-, ne è ricchissima…e, per fortuna della Poiesis.

    • il Matto ha detto:

      È evidente che i dogmatici senza macchia e senza specchio, denigratori di professione e rovina della Chiesa, il passaggio in cui è scritto del Grembo Vuoto della Vergine, e Fecondo poiché Vuoto, della Vergine manco l’hanno sfiorato. Poi, magari, biascicano il Rosario!

      • Federico ha detto:

        La disturba pure il rosario se poi chi lo ha recitato non si prostra ai suoi vaneggiamenti che fanno un miscuglio di tutto e del nulla? Lei scrive ciò che le passa per la mente e per gli altri invoca il silenzio?? Perché lei, che ama tanto ridere (degli altri) non inizia a dare il buon esempio? Oppure gli intransigenti sono solo quelli che la compiangono?

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro il Matto,
        a me piace moltissimo quella tua azzeccatissima definizione dei fanatici presuntuosi, come di persone “senza specchio”. E, tieni presente che uso il termine “persone” a ragion veduta, dato che “persona” non è altro che la maschera teatrale…la maschera con cui ci si copre per apparire “belli” o “buoni” o “affascinanti”, non solo agli altri, ma, in primis, a se stessi; indossandola, il soggetto pensa di “truffare” l’IO e DIO. Abbi pazienza! Per “addentare” una “piacevole” vita eterna, dotata anche del confort-zone da dove si può godere della dannazione altrui, sono capaci veramente di tutto… .
        Ricordi la battuta con cui si conclude il film: “L’Avvocato del Diavolo”? ” Tra tutti i vizi, la Vanità è quello che preferisco! “.
        Ovviamente, mascherata da ingenua fragilità.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Ma il vuoto assoluto sapete dov’è? Nel cervello del Matto.
    Lì non trovate che quello, inesorabilmente . Vuoto nel vuoto per sempre. Se volete capire l’inutilità della vita credete a quello che scrive il Matto. Dio non ha creato l’uomo pieno di vuoto e nemmeno lo vuole così. L’ha detto lui stesso che l’uomo è a sua immagine e somiglianza e lui è pensiero, intelligenza, creatività, potenza, conoscenza, amore…. altro che vuoto.

    • Rolando ha detto:

      Ah, sì Dio è pensiero come immagine?
      E tu ardisci a disobbedirGli, creandoLo a tua immagine-pensiero?!
      “Nessuno ha visto il Padre” e “neppure il Figlio conosce l’ora” che è nel Padre.

  • Federico ha detto:

    Pure Stalin espropriava ogni bene ai contadini per dare loro la chance di iniziare una nuova vita come veri proletari che con gratitudine dovevano attendere il cibo dalle mani del partito dei lavoratori. Ed erano talmente fiduciosi che sono crepati in attesa di riempire il loro stomaco vuoto, che tale rimase.
    Anche i nazisti avevano posto all’ingresso di numerosi lager il motto “Arbeit macht frei” per convincere i destinati alla morte che lo sfinimento e la loro pancia vuota erano per il loro bene, addirittura per la libertà!
    E Bergoglio con la loro cricca di schiavisti che fa? Dice che chi non accudisce e vizia orde di milioni di clandestini islamici che vengono a violentare, a spacciare o a fornire manovalanza alla criminalità e alla grande finanza,va all’inferno. Bisogna essere gioiosi che le nostre donne siano oltraggiate e trattate come animali, che le nostre città e luoghi sacri siano occupati e che ogni due giorni ci siano accoltellati perché non abbastanza accoglienti. In sostanza dobbiamo essere gioiosi, umiliati, indebitati e accoglienti. L’autore dell’articolo si dimostra, al solito, fautore della decrescita felice e del caos dottrinale, tentando di instillare la convinzione argomentata che ciò sia per la nostra felicità. Insomma, la storia è sempre quella; ma quando la pianterete con le bubbole della pentola vuota, che è utile così, et similia?? A lei auguro ogni “bene” non escluso quello che lei augura a noi, ma per quanto riguarda il mio, se permette, ci penso io; ed è l’opposto di quello che lei vorrebbe (per noi).

    • Rolando ha detto:

      Stalin aveva semplicemente messo in costituzione il detto di San Paolo: “Chi non lavora, neppure mangi”.
      Su esso aveva perfezionato una nuova dottrina religiosa.
      Putin ha preferito riprendere Giovanni, l’evangelista.
      O segui una dottrina religiosa o ne crei una nuova.
      Così van le cose in questo mondo.

      • Federico ha detto:

        Sì, certo; Stalin il più fedele seguace di San Paolo…
        Ecco come si manifesta la conoscenza e l’onestà di questi signori.
        Alla larga!

      • Adriana 1 ha detto:

        Caro Rolando,
        a prescindere dal futuribile “Mondo Nuovo” di A.Huxley,
        (anch’esso di ancor difficile compimento), mi limito a citare
        Carl Schmitt:
        ” Ogni ideologia è teologia, è, cioè: teologia secolarizzata. “

  • R.S. ha detto:

    Le parole del Matto sono molte.
    Analizzano lo scibile, ma l’analisi non avrebbe alcun interesse senza una sintesi.
    Al dunque: ci sarebbe il tutto nel nulla e il pieno nel vuoto?
    Il Cattolico contesta facilmente l’affermazione del saggio cinese: perché solo l’Essere c’è.
    Dio infatti trae tutto da Sé. Non c’è altro fuori dal Tutto. L’Assoluto.
    La creazione non è “dal nulla”, ma dal sé di Dio.
    Perciò “fuori di Dio” (l’Essere, il Tutto, il Pieno) non c’è nulla, nemmeno il vuoto.
    Dio è Pienezza. E’ Bene. La mancanza di bene è il male. Ma è dentro l’Essere, non fuori.
    Per questo l’inferno c’è e non è vuoto.
    Nessuno si disperde nel vuoto: resta solo un’eterna distanza da Dio. Nell’essere privo eternamente della Grazia.
    Anche l’atomo è per lo più “vuoto”: protoni e neutroni, nel nucleo “riempiono” pochissimo spazio e in tutto il resto dell’atomo ci sono elettroni quasi privi di massa. Eppure la materia è toccabile, è “piena” di quel suo “vuoto”.
    Quindi l’apparenza inganna, anche il saggio cinese, privo della sapienza del Tutto Intero.
    Anche il respiro umano apparentemente dipende dal “vuoto” (la depressione di Donders): una pressione negativa nel cavo pleurico che richiama l’aria inspirando. Ma è indubbio che l’aria che respiriamo c’è.
    Anche il vento c’è, ma non si vede…
    E’ tutto pieno. L’Essere ci è partecipato per esistere in Lui. L’Uno.
    Fuori non c’è nulla. Non essendoci il fuori non c’è il dentro.
    Però ci sono l’accoglienza e il rifiuto di un ordine, l’Universale, il solo e unico verso in cui le cose sono orientate.
    Nell’eterno dell’Essere non ci sono nemmeno il prima e il dopo. E nemmeno il sotto e il sopra.
    Dio, che è nei Cieli, sta sotto, a fondamento di Tutto. Perciò incarnandosi ha preso su di sé la croce.
    Il tempo è un’altra “scoperta” dovuta al disordine che priva la creatura della visione beatifica, precipitandola nella conoscenza del bene e del male.
    Non vivo grazie al vuoto. Vivo con tanti vuoti nel pieno, questo sì. Vale in chimica e vale nella storia.
    Il vuoto non è creatore. A creare è l’Essere. E non trae dal nulla, ma trae da sé!

    • il Matto ha detto:

      Bel contributo. Grazie.

      Solo un’osservazione: ogni occhio vede ciò che vuole e può vedere.
      E ci sono tre modi di vedere, a mio parere, tutti leciti ma facilmente non combacianti: uno dogmatico, uno mistico e uno misto.

      Ritengo non sia questa la sede per entrare in tale argomento che si presenta come un diamante dalle mille sfaccettature, che non brillerebbe certo di più se di esso si dicessero mille cose.

      Cordialità.

    • Fritz ha detto:

      Solo la tua bontà RS ti ha spinto ha rispondere alle mattane ma il signore qui le pubblica per darsi da solo un po di sostegno nella vita una soddisfazione fra tanto sfacelo personale. Se quello che dice è questo, nonostante anni di permanenza in questo blog niente di buono gli è rimasto addosso al matto. Quello che scrive è un altro esempio della fine dei tempi dove gli uomini morranno inghiottiti da stessi, ovvero dal niente che hanno scelto.
      Ora arrivano gli ‘amici’ che riempiranno di immondizia lo spazio dei commenti, niente di più adatto all’articolo.

      • Rolando ha detto:

        Caro Fritz, prima che arrivino quelli che tu nella tua testa definisci “gli amici” pensa che sei arrivato tu a colmare il vuoto della kenosis divina. Il niente che scelgono è il niente dello svuotamento di Dio. Quindi sono comunque destinati a scegliere Qualcosa (di divino).

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Perfetto. Ma i sapienti di 2600 anni fa a certe cose non ci erano ancora arrivati. Però c’è chi crede più a loro che a noi. Bah !

Lascia un commento