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Venerando in modo superlativo e specialíssimo la Madre di Nostro Signore Gesú Cristo, la Chiesa ha nei sècoli meditato il mistero che La riguarda e che ci ha raggiunto tràmite il Suo “Sí”, attribuendo a Maria Santíssima tanti títoli di orígine bíblica, ecclesiàstica e stòrica.
In essi si manifesta la fede di sempre, l’affetto filiale del pòpolo redento, e l’esperienza della Sua presenza nella stòria di tutti i tempi. Chiunque vada a rispolverare i varî tipi di litanie che attèstano tutto questo, non potrà non notare l’assenza di un títolo mariano che da qualche decènnio circa ha preso piede nel mondo cattòlico: Maria, nostra sorella.
Una novità che tenta di consegnarci un’insòlita Maria, affatto sconosciuta ai credenti, e ai credenti non contaminati da idee protestanti.
Un libro del 2002, della dottoressa protestante Basilea Schlink, il cui títolo è “Maria nostra sorella”, ci riporta pròprio alla necessità di verificare una tale affermazione, tanto piú che reca la prefazione del nostro Raniero Cantalamessa e fa l’elògio della marianità di Martín Lutero.
Vogliamo allora con voi riflèttere su questa novità, per capire se ha o no un fondamento; o se piuttosto debba èssere rigettata, non importa per bocca di chi sia cominciata a circolare.
Sappiamo dalla Gènesi che Eva, la cui integrità prelapsària era in tutto símile a quella di Maria santíssima Immacolata, è detta «la madre di tutti i viventi» (Gn 3, v.20).
Questo ruolo, innestato nel suo èssere Donna, la còlloca insieme ad Adamo all’orígine della nostra stòria umana come progenitrice.
Il peccato originale commesso, poi, fa entrambi i progenitori trasmettitori di quelle conseguenze e inclinazioni che dichiàrano esplicitamente che ogni uomo ha bisogno della salvezza di Dio. Dice il Catechismo: «La Rivelazione ci dà la certezza di fede che tutta la stòria umana è segnata dalla colpa originale liberamente commessa dai nostri progenitori» (CCC 390).
Come una madre ha trasmesso a tutti i figlî la colpa del cattivo uso della libertà umana, un’altra Madre doveva trasméttere a tutti i figlî, rigenerati dalla Grazia, l’Immacolatezza e la Santità nell’Amore.
Anche questa Madre è anzitutto annunciata o chiamata come “Donna” nel protovangelo genesíaco (Gn 3, v.15), nel Vangelo (Gv 2, v.4; Gv 19, v.26), in san Pàolo (Gal 4, v.4) e nell’Apocalisse (Ap 12); e come Vérgine e Madre nell’Antico Testamento (Mic 5, v.2; Is 7, v.14) e in varî passi del Vangelo.
La genealogia di Gesú Cristo riportata da San Matteo, che è anche il brano evangèlico che da sempre accompagna la festa della Natività di Maria nella liturgia latina, evidènzia la cesura (e la non partecipazione di un uomo nel suo concepimento verginale) segnata da Maria rispetto agli antenati elencati per arrivare al Suo Sposo Giuseppe: «Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesú, chiamato Cristo» (Mt 1, v.16).
Ciò che Maria dica di se stessa lo sappiamo dal Magnificat (Cfr Lc 1, 46-56), dove si definisce úmile “serva” del Signore, ma anche “beata” fra tutte le generazioni (v.48). Donde spunti il suo èssere sorella, dunque, resta un mistero…o quasi.
Sappiamo però qual è il brano (dopo quello delle nozze di Cana) che tanto piace ai protestanti per contestare ogni onore alla Madre di Dio e per fare di Gesú stesso il duro e freddo contestatore della Madre: «Mentre Egli parlava ancora alla folla, Sua Madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercàvano di parlarGli.
Qualcuno Gli disse: “Ecco, di fuori Tua Madre e i Tuoi fratelli che vògliono parlarti”. Ed Egli, rispondendo a chi Lo informava, disse: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Poi stendendo la mano verso i suoi discèpoli disse: “Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre”» (Mt 12, 46-50).
Da queste últime parole sembrerebbe che Gesú stesso fàccia di Maria sua sorella oltre che sua madre, perché inserisce tutti coloro che fanno la volontà di Dio in questa “parentela” spirituale piú forte dei legami di sàngue.
In realtà Gesú non è un distruttore del princípio di non contraddizione e nemmeno un ammucchiatore di stati di vita: chi è madre resta madre e chi è sorella o fratello resta tale (non esiste nemmeno in natura che una madre sia contemporaneamente sorella dei proprî figlî;oppure che una síngola persona sia fratello, sorella e madre contemporaneamente).
Gesú rivela alle folle il vero privilègio di èssere Suoi “familiari” nel còmpiere la Volontà di Dio. Inoltre di Maria, Madre di Gesú, di Cristo, di Dio, ma sempre “Madre” dell’Unigènito Fíglio del Padre, la festa piú importante nelle chiese ortodosse resta quella dell’Annunciazione, perché, come spiega Elisabeth Behr-Sigel, è «festa còntemporàneaménte del Fíglio di Dio che si fa uomo e di Colei attraverso la Quale avviene l’umanizzazione del Verbo divino, l’irruzione di Dio nella stòria umana».
Prima dell’Incarnazione, dunque, Maria è “sorella” in senso molto lato (o nel significato che dàvano gli Ebrei a tutti i parenti pròssimi della pròpria tribú) di quanti l’hanno preceduta ed èrano imparentati con i suoi genitori Gioacchino ed Anna. Basti citare questo uso del tèrmine greco, secondo il semitismo di cui è calco, in 1 Cr 23, v.22, dove son chiamati “fratelli” i cugini primi: «Eleàzaro morì senza figlî, avendo soltanto fíglie; le sposàrono i figlî di Kis, loro fratelli».
Dopo l’Incarnazione, questo uso scompare riferito a Maria, anche nell’incontro con santa Elisabetta, che è detta Sua “parente”, ma non viene indicata col semitismo “sorella”. Perché? Perché è pròprio nell’Incarnazione del Verbo che avviene il passàggio e l’effetto dell’accoglienza di questa Donna nel suo nuovo e definitivo status di Vérgine e Madre, come tutta l’Eucologia cattòlica ricorda indissolubilmente.
Il “sí o fiat” di Maria, all’Àngelo, gènera il Fíglio di Dio per òpera dello Spírito Santo, ma gènera anche noi con Gesú, in quanto figlî nel Fíglio per il dono del battésimo.
Sant’Elisabetta, senz’altro ispirata, (o, se volete, l’evangelista senz’altro con le idee chiare) La riconosce in questo suo nuovo e definitivo status: «A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1, v.43).
Da adesso in poi Ella è Madre e Madre è confermata da Gesú sulla Croce al discèpolo prediletto: «Ecco tua Madre» (Gv 19, v.27). Certo, ab aeterno Ella è Vérgine e Madre nei progetti di Dio, ma l’Incarnazione còmpie il mistero e tutto in vista della Pasqua.
Come Eva non ha sorelle o fratelli, ma solo figlî; cosí la Nuova Eva non ha sorelle o fratelli, ma solo figlî nel Fíglio. Volere dunque èssere accompagnati da Lei come sorella, da pari a pari, anziché per mano o sotto la sua protezione come si conviene ad una Madre, non solo è strano e peregrino, ma va contro la volontà di Cristo stesso, che è «il primogènito tra molti fratelli» (Rm 8, v.29) e tali ci ha resi sulla Croce.
E arriviamo adesso al modo in cui tutti gli uòmini si potrèbbero dire “fratelli in Cristo” o al modo che li rende davvero “fratelli in Cristo”.
Per i non battezzati, questo mistero è dipendente dall’assunzione del Verbo dell’umanità di tutti gli uòmini, la quale rende “fratelli” che non pòssono riconóscere il Padre (che solo il Fíglio è venuto a rivelare) e non vògliono riconóscere la Madre (ossia la Chiesa, che sola al mondo ci può rigenerare). Ragión per cui «in interiore homine habitat veritas», come dice sant’Agostino, ma la carne, quando dòmina senza lo Spírito, non può farla emèrgere.
Questi fratelli e sorelle, tra peccato originale e assenza di Genitori, rèstano dotati della dignità di creazione, ma ignòrano i doni della Redenzione.
Per i battezzati, invece, Cristo sulla Croce còmpie perfettamente l’innesto nel Suo Corpo, perché distrugge il peccato, che è il vero ostàcolo alla comunione e alla fraternità cristiane.
La Pasqua di Cristo trasforma la comunione creazionale in Comunione salvífica e ci dona con chiarezza i Genitori, che solo lo Spírito Santo ci può fare riconóscere.
Padre Raniero Cantalamessa, nel Venerdí Santo del 2021 diceva:
«La Pasqua segna una tappa nuova e decisiva. Gràzie ad essa, Cristo diventa “il Primogènito tra molti fratelli” (Rom 8,29). I discèpoli divèntano fratelli in senso nuovo e profondíssimo: condivídono non solo l’insegnamento di Gesú, ma anche il suo Spírito, la Sua Vita Nuova di Risorto. È significativo che solo dopo la sua risurrezione, per la prima volta, Gesú chiama i suoi discèpoli “fratelli”: “Va’ dai miei fratelli – dice a Maria di Màgdala – e di’ loro: ‘Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro’” (Gv 20,17). “Colui che santífica e coloro che sono santificati –si legge nella Léttera agli Ebrei – provèngono tutti da una stessa orígine; per questo [Cristo] non si vergogna di chiamarli fratelli” (Ebr 2, 11).
Dopo la Pasqua, questo è l’uso più comune del tèrmine fratello; esso índica il fratello di fede, membro della comunità cristiana.
Fratelli “di sàngue” anche in questo caso, ma del sàngue di Cristo! Questo fa della fraternità in Cristo qualcosa di único e di trascendente, rispetto a ogni altro gènere di fraternità ed è dovuto al fatto che Cristo è anche Dio.
Essa non si sostituisce agli altri tipi di fraternità basati su famíglia, nazione o razza, ma li corona. Tutti gli èsseri umani sono fratelli in quanto creature dello stesso Dio e Padre.
A ciò la fede cristiana aggiunge una seconda decisiva ragione. Siamo fratelli non solo a títolo di Creazione, ma anche di Redenzione; non solo perché abbiamo tutti lo stesso Padre, ma perché abbiamo tutti lo stesso fratello, Cristo, “primogènito tra molti fratelli”».
Come ci entra, in queste considerazioni del cardinale Cantalamessa, Maria Santíssima?
Si può usare quanto dice in questa occasione per comprènderla come “sorella nella fede”? Ritengo di no, in forza di tutti i privilegî che Nostro Signore ha voluto dare a Maria e per le ragioni già espresse sopra, che sono chiaramente bíbliche.
Maria non è una discèpola che ha dovuto aspettare la Pasqua per avere la Sua Umanità riconciliata con Dio e in Comunione perfetta con Dio.
Ella non ha un’umanità adamítica postlapsària, che la renda sorella delle generazioni precedenti.
È Piena di Gràzia e non ha dovuto aspettare il dono dello Spírito Santo nelle modalità degli altri redenti e credenti; non è nemmeno al pari di un qualsíasi beneficiàrio della redenzione, essendo Corredentrice dell’umanità secondo la profezia di Simeone; e in último, e in maniera decisiva, in forza dell’Incarnazione del Fíglio diventa solo Madre, nel permanere della sua verginità: Madre del Fíglio, Madre dei credenti, Madre che ci gènera alla fede, ma anche e di nuovo “Madre dei viventi” nel senso piú soprannaturale che si possa dare all’espressione vèterotestamentària.
Gesú non l’ha mai chiamata “Sorella mia” nel Vangelo. L’espressione è nel Càntico dei càntici (Ct 4, v.9 e 5, v.2), e può riferirsi a Maria solo nel significato piú lato che ci sia: «nella dimensione del Regno di Dio, nel ràggio salvífico della paternità di Dio», dove anch’ella è fíglia del Padre come ogni creatura, per usare il n.21 della Redemptoris Mater (R.M.) di San Giovanni Pàolo II, ma cessa di èssere come ogni creatura se la consideriamo nel mistero di Cristo Salvatore.
Pertanto, sostenuto da cosí alto magistero, torno alle Litanie lauretane, testimoni fedeli di cristallina dottrina: in esse trovo Maria, la Madre, La Vérgine, la Regina, e posso stare certo di non trovare la “sorella”.
P. Giuseppe Agnello
12 Settembre 2024
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Sant’Atanasio, Lettera ad Epitteto:”Maria è nostra sorella poiché tutti abbiamo origine in Adamo”. Benedetto XVI: Maria “è la nostra sorella, serva umile” (Udienza 22 agosto 2012. Paolo VI: “La Vergine, pur essendo madre, tuttavia è vicinissima a noi, figlia di Adamo come noi e perciò nostra sorella per vincolo di natura”; “Maria è della nostra stirpe, vera figlia di Eva benché esente dalla colpa di questa madre e vera nostra sorella, la quale ha condiviso pienamente, umile e povera, la nostra condizione”; “La sua missione l’avvicina a noi come sorella”; “Potremmo trascurare, ignorare la Madonna santissima, nostra sorella, nostra madre, nostra lampada foriera di Cristo?”; “Maria è la figlia ideale la sorella amica, l’avvocata misericordiosa dell’umanità”; “Maria occupa una posizione singolarissima: anch’ella è membro della chiesa, è redenta da Cristo, è sorella nostra”; “La Madonna non è soltanto madre e regina nostra: è sorella, è compagna, è stata anch’Ella cittadina di questa terra; ha percorso i nostri stessi sentieri e, più di tutti, conosce la gravità, la pesantezza dell’esistenza della vasta famiglia umana”; “La Madonna ci è presentata dal concilio quale altrove non ci è dato, in semplice creatura, in sorella della nostra umanità. Questa figlia della nostra stirpe di Adamo, colei che appartiene alla nostra storia e corrisponde alle capacità della nostra esperienza umana e generosa”.
🌹Appello a P. G. Agnello e a tutti i Sacerdoti figli prediletti di Maria
https://youtu.be/W2OroxyP3Qo?si=1tCcmTZsakzHOSeP
Rev. P. Giuseppe Agnello,
Un vero Pastore non può limitarsi all’infinito a mettere in luce le eresie dell’antipapa Bergoglio.
MA, per il DOGMA dell’infallibilità di Pietro, ha il dovere di riconoscere che JMBergoglio NON è il papa “infallibile” stabilito da Cristo, bensì l’impostore “eretico” stabilito dalla massoneria ecclesiastica, con l’evidente mandato di distruggere Cristo e la sua chiesa.
Perché il Buon Pastore, fedele alla Chiesa di Cristo e al suo ultimo Vicario BXVI, pone al primo posto la salvezza delle anime, «SALUS ANIMARUM SUPREMA LEX»!
E si fa scomunicare dalla falsa chiesa dell’impostore iniquo, pur di prendersi cura del gregge di Cristo, ora disperso perché senza più pastori e privo del S. Sacrificio valido e dei sacramenti,
Non solo, ma esorterebbe quei pochi Cardinali rimasti di S. Romana Chiesa, ad indire quanto prima un VALIDO CONCLAVE (UDG 9-33) per eleggere il Petrus Romanus legittimo successore dell’ultimo papa Benedetto XVI, attraverso il quale, Gesù possa finalmente tornare a pascolare il Suo Gregge e liberarlo dalle mani dei nemici.
Rev P. Giuseppe Agnello, questo è tempo di uscire dalla Babilonia dell’uomo iniquo, e ricostituire la vera Chiesa di Cristo nelle catacombe, perché, come insegna Papa S. Leone in una frase ripetuta dal Decreto:
◾Fuori della Chiesa, che è il Corpo di Cristo”, né buono è il Sacerdozio né vero è il SACRIFICIO”.
◾Ma gli eretici e gli scismatici sono “SEPARATI” dalla Chiesa.
◾DUNQUE NON SONO IN GRADO DI FARE UN VERO SACRIFICIO❗
http://www.carimo.it/somma-teologica/III_q82.htm
Articolo interessantissimo! Ma è cambiata qualcosa nella grammatica italiana? Vedo un mucchio di accenti che non dovrebbero esserci…. Una volta in tipografia c’era il correttore di bozze, oggi c’è il correttore ortografico automatico… ma usarlo un pochino no?
Ho sentito anche che Maria sarebbe Madre dei cattolici, ortodossi e musulmani. Tutto a Medjugorje.
Sarà allora che la vera religione è l’islam?
E non è bello?
Bellissimo sarebbe Madre di tutti i popoli. Sorella di tutti gli uomini.
Tutti i neomodernisti, che scimmiottano gli spiriti illuministi, cercano di svegliarci e rivelarci le magagne del passato. Le dottrine, i dogmi e le devozioni, son tutte fandonie che andavano bene per quei boccaloni dei tempi antichi dei secoli bui, noi moderni invece che studiamo, abbiamo capito che il fondamento della religione è il bisogno dell’uomo di spiegare il senso della vita e della morte. Tutte le religioni sono uguali e quindi tutte false. Altro che vie diverse per arrivare allo stesso Dio. Infatti questo è il penultimo stadio per giungere alla sostituzione di Dio con l’uomo o antropos, il cui numero 666 è un nome d’uomo. Il neomodernismo è l’eresia che apre la via dell’ anticristo
Caro Esdra, non offendere “quei boccaloni dei tempi antichi dei secoli bui”.
Premesso che anche nell’alto e basso medioevo ci sono state tante sagge e libere menti, quanto ai tempi antichi, se non ci fosse stato il cristianesimo, certamente il pensiero della saggezza della cultura greca avrebbe portato alle conquiste della Scienza, molto, molto prima.
Ed i papi non avrebbero avuto necessità ( curiosità/spionaggio/prudenza?) di convocare scienziati in Vaticano per condannarli prima e consultarli poi. Mala tempora currunt. Isaia 45,7.
Caro Esdra, invece di sparlare di “quei boccaloni dei tempi antichi” senza cognizione di causa , leggiti e medita il codice Arundel 404 riportato dal Moraldi.
Nessuno può aver messa incinta la vergine Maria se non un Angelo di Dio, e questo a detta delle vergini compagne testimoni.
Ma Giuseppe osserva: un angelo di Dio santifica la persona ingravidata, non le rimane corruzione alcuna.
E se un uomo, invece, si fosse finto in modo credibile un angelo per ingannarla?
Se Giuseppe pensa, perché altri non potrebbero?
“Perché”
Carissima Adriana1.
Un argomento immane.
Ma più che Madre direi proprio anch’io che è “sorella” nostra. Senza in nulla inficiare la sua realtà.
È la storia di tutte le sorelle che rimangono incinte.
Basta documentarsi, come ha fatto Jean Daniélou, su quel documento risalente al 100-150 d.C. che è l’Ascensione di Isaia e l’altro che risale al 50 a.C.-50 d.C.
che è il Martirio del profeta Isaia (pagine 174-208 con apparato documentale in “GLI APOCRIFI DEL NUOVO TESTAMENTO” a cura di Mario Erbetta, vol. III, Marietti 1969). E non solo.
L’angelo dello Spirito [ non è documentata la parola “santo” nel sopracitato documento ] “è
proprio una trasposizione del tema giudaico di Gabriele” come scrive il cardinale.
Ricordo ancora la discussione ascoltata tra sacerdoti nel 1970 radunati per delle lezioni tenute dal vescovo ausiliario di Lione, Alfredo Ancel (col quale ho pure parlato e conservo ancora dedica autografa; vescovo dei “sacerdoti operai”), tra i quali si diceva: “E che male ci sarebbe se Dio si fosse realmente servito di un maschio umano in carne ed ossa per il mistero dell’incarnazione del Verbo?”.
Non ho MAI dimenticato.
E pensa, ricerca e ripensa, apro la bibbia ebraica, esattamente il libro di Daniele, e scopro che Gabriele è un maschio, proprio un uomo maschio: “…e l’uomo Gabri-el che ho visto in la visione ne l’INIZIO affannato in stanchezza toccante me” (Dn 9,21). E adesso ecco cosa dice Daniele all’ “INIZIO”: “…ed ecco stante di fronte a me come visione di MASCHIO”.(Dn 8,15).
“Gesù, uomo saggio” avrebbe scritto Giuseppe Flavio in Antichità e poi “Giacomo, il fratello di Gesù”.
Trovo assai strano, ma anche tanto “umano” che il famoso passo, interpolato, alterato o meno che sia, sia lì calato, a fianco a fianco, del racconto della nobile matrona Paolina messa incinta dal Dio Marte nel suo Tempio a Roma.
Il fatto suscitò le ire dell’imperatore Augusto, che mandò il maschio responsabile in esilio, lontano, lontano presso altri fratelli e sorelle.
Ma allora non è Madre? Certo che lo è ma non come le nostre sorelle e basta. Ma come è stato decretato da uomini di credo ad Efeso, nella Turchia ellenica del IV secolo: “Madre di Dio”.
Contrariamente, del cristianesimo, forse, non si sarebbe conservata tanta indifferenziata ” aghìa grafìa”.
Da censurare decisamente.
DA CENSURARE DECISAMENTE.
SCELESTA TURBA CLAMITAT: REGNARE CHRISTUM NOLUMUS”
SED NOS OVANTES CHRISTUM REGEM SUPREMUM DICIMUS.
Io non ti censuro. Ti ascolto.
Non si muove foglia che Dio non voglia.
Istruisciti circa la semantica umana del termine “dio”.
MOVIMENTO. E la vita, difficile da definire anche per la Scienza, si qualifica principalmente ancora come MOVIMENTO.
“DA CENSURARE DECISAMENTE”
“…le idee “storte” si “raddrizzano” con le idee rette e non con la censura.”, leggo a pag 217, 14 riga di un testo dal titolo: BIOETICA, DIRITTI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE. CIRB (centro interuniversitario di ricerca bioetica.)
E che è? Il capoccia dei Fact-checkers italioti?
La Vergine è pur sempre una creatura, eccelsa sopra tutte le creature, ma pur sempre creatura. Non di vede dove sia il “peccato” nel considerarla, oltre che Madre, anche quale Sorella da imitare: impresa non proprio scontata ed anzi assai impervia, dato che si tratta di rendere immacolata la propria anima come quella di Lei.
D’altronde, se il Poeta la chiama con l’ossimoro Vergine Madre, perché non dovrebbe essere lecito e prezioso considerarla anche con l’ossimoro Madre Sorella?
Ma il tema è sempre il medesimo: la durezza sterile dei dogmatici senza macchia e senza specchio non si smentisce mai.
Dimenticavo “Figlia del tuo Figlio”, dalle implicazioni che qui è bene lasciar da parte per non scandalizzare i dogmatici senza macchia e senza specchio.
Sì Dante è stato profeta, inconscio, anche qui.
Infatti a determinare il sesso per accoppiamento naturale è sempre il gene sessuale maschile. Il gene sessuale delle cellule spermatiche meiosiche maschili.
Solo per clonazione si può, con difficile successo, avere femmina da femmina.
Ho conosciuto coppie che volevano a tutti i costi un figlio maschio e sono andate in Svizzera….per non lasciar fare al destino.
Condivido una tale possibilità, fermorestando che
come Madre ci è stata consegnata. Così come siamo tutti fratelli in virtù del Cristo che di tale fratellanza è la primogenitura.
Caro il MATTO. Immacolata? E che significa? Perfetta a “suo” proprio modo? La Panaghìa, la Tutta Santa, presso gli Ortodossi non significa Perfetta. E neppure esente da tutte, proprio tutte le imperfezioni.
Gesù ha insegnato che solo Dio è Buono. Perfezione nella Sua Bontà. Ed ha detto che sua madre e suoi fratelli sono solo coloro che eseguono la Sua volontà: di YHWH, cioè gli zelanti fedeli del Patto. E non ha detto che sua madre ed i suoi fratelli fossero proprio tra questi. Il contesto del racconto evangelico, anzi, lascia dubbi e perplessità. E lo strano apostolo scrive: “imitatores mei estote sicut ego Christi” (in greco).
Mentre Gesù avrebbe detto: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro nei Cieli”, senza autoindicarsi a modello, Paolo invece indicava se stesso come campionario nell’imitazione del “suo” Cristo contravvenendo al consiglio diretto di Gesù ebreo in carne ed ossa.
Mi sembra che in ambito ebraico valga il rapporto matrilineare, e dal Vangelo di Luca sembra evincersi che anche Maria fosse della stirpe di David.
https://lacasadimiriam.altervista.org/la-casa-di-miriam/la-vergine-maria-discendente-di-davide/
Ma, naturalmente, attendo conferma dagli esperti.
Il “rapporto matrilineare” per documentare l’appartenenza alla stirpe di Israele è molto tardo ed ha ragioni storiche ben concrete e databili.
La madre è sempre certa.
La Bibbia documenta con “ben” ebraico e “bar” aramaico in linea maschile. Stop.
Paolo lo dimostra (seppur in tempi già incerti per le paternità) scrivendo che Gesù è un rampollo dello “sperma di David”.
E non mi si venga a dire che per “sperma” intendevano o volevano intendere anche “ovulo”, il gamete, la cellula meiosica con gene XX. Secondo quella mentalità Gesù sarebbe un vero Uomo-Dio da sperma di un reale Dio-Uomo, cioè MASCHILE.
Dio invece, secondo me, NON POSSIEDE generi. È Tutto ciò che È.
Caro Rolando,
io mi domando per quali motivi di alta moralità pre-cristiana,
Davide sia stato voluto- dai Cristiani-, come antenato-messia di Yehoshua. Si veda 1 Samuele; 27, 8-12.
“Davide e i suoi uomini partivano a fare razzie contro i Ghesuriti, i Ghirziti e gli Amaleciti questi abitavano da sempre il territorio che si estende in direzione di Sur fino alla terra d’Egitto. Davide batteva quel territorio e non lasciava in vita né uomo, né donna, prendeva greggi e armenti, asini e cammelli e vesti, poi tornava indietro e andava da Acheis. Davide non lasciava in vita né uomo, né donna da portare a Gat, pensando;- Non vorrei che riferissero contro di noi.- Così ha fatto Davide. ”
Tra l’altro oggi- per i puristi- non sarebbe neppure considerato ebreo, perchè…Giuda, figlio di Giacobbe, sposò la Cananea Tamar da cui ebbe due figli gemelli: Perez e Zerah. Il re Davide è un discendente di Perez.
### Il Matto: v. ilvangelo-israele.it/approfondimenti/ebreo-per-madre.html/, a conferma di quanto detto sinteticamente da Rolando.
Cara Adriana1, tu domandi “per quali motivi di alta moralità pre-cristiana, Davide sia stato voluto- dai Cristiani-, come antenato-messia di Yehoshua.”
Certamente non per motivi di “alta moralità” e soprattutto di alta moralità in senso bigotto cristiano, cattolico, apostolico e romano.
Bensì per far vedere al mondo pagano che anche la “nova superstitio” poteva ammantarsi di una atavica tradizione religiosa che aveva antiche e nobili origini.
Ma a parte questo Davide ha commesso delinquenze e delitti di tutti i colori. E poi però, ad immagine del cristiano, tutto “confessò sacramentalmente” in un miserere, o, se si vuole nei sette salmi penitenziali.
Ma ancora a parte questo, e, qui viene il più bello e piacevole, secondo me, è colui che consiglia ai maschi di non rimanere soli: “Vae solis!”. E colui che nella sua vecchiaia aveva sempre tanto freddo e nessun fuoco lo scaldava a sufficienza percui decise di sua testa di farsi scaldare il corpo da “venti vergini completamente nude”. Solo così si sentì sufficientemente accaldato.
Ed in ultimo la più bella: per aver in moglie la figlia del re Saul, questi, il re, gli aveva ordinato di portargli “cento peni” di uomini nemici. Ovviamente nella speranza, secondo Saul, che David finisse ucciso.
Invece David gli portò “duecento peni perché lo spirito del Signore era in Lui”.
A quei tempi il taglio del pene al nemico ucciso serviva per montare la prodezza del vincitore con ragion di causa, cioè tanto di concreta documentazione. E che documentazione!
Azioni che si sono compiute anche nel 1900, con “varianti” di occhi e di orecchi usati come collane.
Insomma, carissima Adriana, come uomo pensante non mi sento di riconoscere alcuna superiorità morale e di verità alla dottrina cristiana nei confronti di tutte le altre dottrine morali e di verità dell’Umanità.
Quanto al Dio, qualunque mistero Egli sia, agisce cioè si movimenta in ciascun povero, umano “cristo pensante” dell’Universo secondo il suo beneplacito.
Comprendo.
Aggiungo, dato che l’ho sottomano:
Filone, Cher.77: “È proprio di Dio l’agire, una proprietà che non è lecito attribuire a nessuna creatura: invece, è proprio di un essere creato il subire un’azione”.
Ireneo, Adv. haer.,4,39,2: “Facere enim proprium est benignitatis Dei; fieri autem proprium est hominis naturae. (È proprio della benevolenza di Dio l’agire; è proprio della natura dell’uomo subire l’azione”.
Mi viene in mente il “Patendo conoscere” di Eschilo.
Cito da David T. Ruina: Filone di Alessandria nella prima letteratura cristiana.
A me sembra un’idea stupenda ed impossibile da contraddire senza negare Dio o la Natura.
La famosa “somiglianza” di Genesi può trovare un’immagine nel verbo facere/fieri.
Caro Rolando,
“facere-fieri”, e, quindi, quante creature del piccolo globo terracqueo devono sopportare- fin dalla nascita- le azioni dell’ Isaia, 45,7.
Cara Adriana1, tu mi rispondi:
” “facere-fieri”, e, quindi, quante creature del piccolo globo terracqueo devono sopportare- fin dalla nascita- le azioni dell’ Isaia, 45,7. ”
A meno che quel famoso decreto di Giove “Patendo conoscere” documentato da Eschilo non sia la voce della Natura (sive deus) che dice alla Ragione
cosciente da essa emersa: “masticando con dolenti DENTi reDENZione per te”.
O Giove è Buono, ma non può.
E poi…. nella Bibbia ebraica chi comanda di registrare il Signore YHWH: i maschi o le femmine?
A chi Esdra comanda per ordine del Signore YHWH di lasciare cioè di abbandonare mogli con relativi figli, ai maschi o alle femmine?
Andatelo a dire ai Carmelitani che Maria NON è sorella nostra 😀
PS esiste un Ordine fondato nel,l800 che si chiama Fratelli della Beata Vergine Maria, altro che “novità”. Pregasi l’eccellente dottor Tosatti di verificare la qualità degli articoli prima di pubblicare sciocchezze. 😀
Nelle genealogie evangeliche Gesù viene fatto discendere da Davide per mezzo di Giuseppe. Ma, essendo stata Maria, sempre vergine, fecondata dallo Spirito Santo e non da Giuseppe, come la mettiamo con questa ascendenza davidica?
Verosimilmente anche Maria era della stirpe di Davide, altrimenti, essendo prossima al parto, sarebbe rimasta a Nazaret, oppure sarebbe andata a farsi registrare in un’altra città. Invece nel Vangelo si dice che Giuseppe va a Betlemme per farsi registrare con Maria: quindi non va a Betlemme insieme a Maria giusto per farsi accompagnare, ma perchè entrambi dovevano farsi registrare.
Cara Risposta,
non lo sa che la modalità del censimento di beni e persone, così come sta descritta nei Vangeli, non è mai stata attuata dai Romani? Se ci fosse stato un censimento- che, storicamente, nell’anno supposto non ci fu- si sarebbe svolto città per città, senza confusi, faticosi e disordinati travasi di asini, cammelli e tribù familiari da una parte all’altra del paese. Ai 2 testi evangelici era conveniente fare riferimento a Betlemme perchè in Michea (5:1), esiste questa “profezia”: ” Da te, (Betlemme) uscirà colui che sarà dominatore in Israele “.
Questo esempio, come altri, è tipico di una scrittura che ricalca lo stile e il metodo dei midrash, in funzione della assicurazione che Gesù era proprio il capo vaticinato per la liberazione di Israele dal dominio romano.
Prego, citare le fonti delle sue affermazioni sui censimenti romani. E in ogni caso ci sono sempre le eccezioni alla regola, no? A noi interessa quel censimento. Quanto al fatto che lei dice che nell’anno in questione non ce ne furono, forse è perché si deve aggiornare sulla data. Dal tono della sua risposta comunque evinco che lei non ha alcun interesse vero riguardo alla questione, ma ha fatto la domanda solo per provocare: a che pro citare il Vangelo con la genealogia di Giuseppe se tanto per lei è tutto solo un mucchio di falsità e di invenzioni? Ognuno si tenga le proprie convinzioni, perché su questo piano non è possibile dialogo.
Perchè non va ad informarsi lei? Aggiungiamo che re Erode è ritenuto fosse morto 6/7 anni prima della nascita di Gesù.
Era ritenuto. Sulla data vada a informarsi pure lei.
È risaputo che i calcoli di Dionigi il Piccolo (inizio VI secolo) per la data fondativa dell’attuale calendario cristiano sono decisamente ERRATI.
Erode il Grande, l’amico personale di Augusto imperatore, è morto 3-4 anni prima del supposto anno di nascita di Gesù secondo il calendario romano ab Urbe condita, stabilito dalla scelta del frate Dionigi. Bisogna poi aggiungere all’ipotetico anno della nascita di Gesù, almeno altri due anni, per poter conciliare con l’ evangelico ordine erodiano della strage degli innocenti, assolutamente non documentata da altre fonti storiche. Quanto poi al censimento, Augusto ne ha indetti ben tre e datati di cui uno all’8 avanti l’anno di nascita di Gesù, supposta sempre da Dionigi. Coponio ebbe due incarichi ed in tempi diversi in Giudea….ecc…ecc… I vangeli non sono resoconti storici, ma atti di fede.
Dagli scritti di molti mistici la Santa Vergine è di stirpe davidica. E da uno scritto apocrifo del II secolo, conosciuto con il nome di Protovangelo di san Giacomo , ci sono stati trasmessi i nomi dei suoi genitori – Gioacchino e Anna -, che la Chiesa ha iscritto nel calendario liturgico. Diverse tradizioni collocano il luogo della nascita di Maria in Galilea o, con maggiore probabilità, nella città santa di Gerusalemme, dove sono state trovate le rovine di una basilica bizantina del V secolo, edificata sulla cosiddetta casa di Sant’Anna , molto vicina alla piscina probatica.
Perché quando ti fa comodo ti servi degli apocrifi?
Questa non è onestà intellettuale.
Ti ricordo, che per me, balle ed onestà ci sono dappertutto e per non smentire questo umano principio il più importante tra i profeti, dopo Elia che non scrisse una parola, ciò Isaia, scrisse Is 45,7!
E tutte le premesse minori sottostanno alla luce delle maggiori. Come anche insegna concorde il rabbinato.
Credo di averti già indicato una chiara è lampante bugia detta da Gesù secondo la documentazione di Giovanni evangelista.
Un po’ più di fede, figliuolo!
Un bel tacer non fu mai scritto.
l’Unico modo diretto di saperlo è studiare bibbia e catechismo, mettersi in preghiera e in meditazione.
Buon lavoro
Tanto sapere, tanta grammatica, tanti film eppure una domanda cosi… ma glielo dico dopo, così se lo gusta.
La domanda è (pure) imprecisa perchè, oltre a Luca (anche in 1.32 oltre che in 3.31) e Matteo, anche Isaia (11) parla di Gesù discendente di Iesse e quindi di Davide.
Comunque la genealogia di Gesù, a parte le discrepanze tra i due evangelisti, segue la tradizione che normalmente indica i Patriarchi che seguono il capostipite e ordinariamente non le mogli.
Ma lei, così piena di ogni dottorato possibile ed immaginabile, conoscitrice perfetta delle opere dei grandi studiosi che la fanno sinistramente sapiente ogni suo odioso, lei che è la tuttologa della contraddizione e l’esegeta della negazione di tutto, anche di Dio, non ha mai pensato che la Vergine potesse appartenere -anche lei- alla stirpe di Davide?
Si faccia una ricerchina sul Web, ma a lei non interessa l’argomento: lo scopo della sua presenza qui è di essere letale come le zootossine delle sue ghiandole.
Lei, che qualcuno ha ben definito della stessa stirpe del terzo incomodo dell’Eden, capostipite dal quale lei discende nelle spire e nella indole, non chiede per sapere, perchè l’argomento è vecchio e banalmente desueto.
A lei non interessa la Vergine quanto instillare dubbi e alzare sospetti sul suo casto matrimonio con Giuseppe e sporcare il nome di Maria e anche di Gesù, se ci riesce. Il suo modo di fare ha la stessa viscida tensione superficiale della pelle di serpente e anche qui il suo oltraggio, sotto forma di falsa domanda, tradisce l’essenza malefica e cattiva di chi l’ha posta.
“Nato da donna” dice la prima testimonianza storica.
E “dallo sperma di David” dice sempre concretamente la prima testimonianza storica scritta di un supposto ebreo ispirato, ma di cultura ellenica e cittadino romano.
E va tenuto presente bene bene come appaia molto chiaro per il pensiero di quei tempi che era il maschio ad immettere il seme nell’utero della donna, come in un nido, dove sarebbe stato covato fino a che non veniva fatto uscire dalle dolorose contrazioni della madre.
Vedere il seme dorato di Giove che piove dal cielo nel ventre della donna.
E al contrario potevano anche essere maschi umani bellissimi ad immettere il loro seme nella Dee rapite da tanta bellezza canonica maschile!
Solo in tempi recenti si è scoperta la realtà dei due gameti.
Azz…”come è UMANA, lei!”.
Grazie bella Signora di avermi indirizzato a Wiki che si limita a citare più di 300 cosiddette “profezie” sulla Vergine che partorisce un figlio. Peccato che la più nota tra esse sia quella che parla di una giovane donna- moglie di Acaz, re di Giuda (732-716 a.C. circa) che è già incinta di un figlio destinato a combattere in favore del padre, alleato degli Assiri, contro il regno di Aram (Siria) e e Efraim ( Israele ). Tra l’altro del bambino- cui verrà dato il nome di Emmanuele ( Dio con noi ), viene detto che: “Egli mangerà burro e miele finchè saprà come rifiutare il male e scegliere il bene “. Siamo di fronte ad una forzatura interpretativa fideistica, lo stesso accadde alla IV Egloga- o Bucolica- di Virgilio, in cui il poeta esalta il figlio nato dal suo protettore, Asinio Pollione, come un bambino che aprirà l’età dell’oro-. Ragion per cui, durante il M.E. Virgilio- oltre ad essere considerato un veggente-mago, verrà considerato anche un pre-cristiano particolarmente illuminato, così, infatti, lo rappresenterà anche Dante, scegliendolo a guida nel suo viaggio.
Vedo che lei Adry, che faceva finta di non sapere la questione della origine davidica della Vergine, però sa bene delle problematiche (vds. suo commento a RISPOSTA) che riguardano la apparente non contestualità del censimento di Quirino con l’epoca della nascita di Gesù.
Strane incongruenze che pongono sempre la stessa domanda:” la ADRIANA 1 ci fa o ci è??”.
Comunque, per il Vangelo (e per Maria Valtorta e Maria D’Agreda), Giuseppe e Maria si mossero proprio per il censimento: ha perfettamente ragione RISPOSTA. Giuseppe era originario di Betlemme e aveva parenti lì, dunque si registrarono, pagarono il tributo e …nacque Gesù.
Un’altra che nutre fiducia negli apocrifi.
Aggiungo…lei ha equivocato ciò che io ho scritto. Mi sono riferita esclusivamente alla ascendenza di Giuseppe, non mi sono minimamente occupata di quella di Maria. O lei non sa leggere, oppure mente coscientemente.
Viscida la pelle dei serpenti? Si vede che lei proprio non si intende degli ofidi…infatti è scabrosa ( come la sua prosa): provi o si informi.