La Celebrazione Penitenziale per il Sinodo sulla Sinodalità è Tutta da Ridere. Mons. Ics.

19 Settembre 2024 Pubblicato da 3 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mons. Ics, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione questo commento alla celebrazione penitenziale prevista per il Sinodo sulla Sinodalità (…). Buona lettura e diffusione.

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Caro Tosatti, volevo scriverle ieri a proposito di questo comunicato sulle Celebrazioni Penitenziali. Ma ho avuto, in seguito alla lettura, un attacco di dissenteria che è durato 24ore.

Vede Tosatti, i suoi “contributori “ su Stilum Curiae, scrivono sempre articoli troppo seriamente.

E dai ! mettiamola un po’ sul ridere. Anche i Papi possono prendere in giro i fedeli no? Perché non Lui quindi?. Mi ha scritto da Buenos Aires un confratello argentino, riporto (traducendola) la sua considerazione che mi ha fatto ridere ed ha interrotto la dissenteria provocata dalla lettura delle Celebrazioni Penitenziali (allegata)

Caro Mons. ICS, ho letto il testo della Celebrazione Penitenziale appena pubblicato. Mi è venuto un convulso di risa. Che mattacchione ! Vorrei ricordare a proposito un altro Papa mattacchione. Monsignore, ha mai visto il Film “Il Cardinale Lambertini” con Gino Cervi?

Il card. Lambertini (1675-1758), bolognese puro e duro, nel 1740 viene nominato Papa e prende il nome di Benedetto XIV. I suoi biografi (in specifico il filologo toscano Dino Baldi, come riporta Vito Tartamella in: Benedetto XIV il Papa che amava le parolacce “) narrano che amasse prendere in giro, scandalizzare, con espressioni “colorite”, meglio dire, con turpiloquio vero e proprio, i fedeli. Si narra che, per provocare, aveva dichiarato che avrebbe concesso indulgenza plenaria a chi avesse gridato (anche dal pulpito?): “C…o !!”

Durante il Conclave che lo elesse si narra che avesse dichiarato: “Se volete un Papa santo votate il card. X, se volete un Papa politico votate il Card. Y, se volete un Papa minchione o asino, scegliete me”.

Sempre il biografo Baldi narra che appena eletto si affacciò in piazza San Pietro e guardando la gente accorsa a vedere il Papa, disse “quanta gente! ma come fa a campare tutta sta gente?” .Il cardinale che gli stava accanto (anche lui piuttosto spiritoso) gli disse: “Eh, se lo mettono nel…..l’uno con l’altro” Provocando questa risposta del neo eletto (che dava la benedizione..): “Già, e poi ci siamo noi che lo mettiamo in ….. a tutti”.

Sempre il biografo Baldi racconta che una notte un monsignore lo sveglia e affannato, gli dice: “Santità, nel Monastero XY una monaca è rimasta incinta !”. Rispose il Papa: “ tutto qui? C… !, temevo fosse rimasto incinto un frate …”.

Vede Tosatti, questo esempio ricevuto dal mio confratello è per dire che anche i Papi hanno senso di humour, prendono in giro i fedeli e fanno i mattacchioni. Che crede voglia significare detto documento <Celebrazione Penitenziale>? e dai, non lo avrà mica preso sul serio no?

A modo suo ci sta prendendo in giro da undici anni, ci regala da undici anni uno spettacolo esilarante. Ma come si può prenderlo sul serio?. Andiamo, è surreale. Neppure il Regista del “grande tentatore” della Genesi avrebbe potuto concepire un film comico come questo. Andiamo !

Leggete il libretto di Marc Augé “Le tre parole che cambiarono il mondo”, dove l’autore fa dire a Papa Francesco (facendo nome e cognome!) dal balcone in piazza San Pietro per la benedizione di Pasqua (vado a memoria…): “figlioli ho da dirvi una cosa importante.: DIO NON ESISTE !”.

Vamos! estamos cerca! es cuestión de meses? Antes de fin de ano?

E fatevi una risata, altrimenti finite come me in uno stato di dissenteria cronica.

***

 

Celebrazione Penitenziale

Basilica di San Pietro – 1° ottobre 2024 ore 18

Una Chiesa che vuole camminare insieme ha sempre bisogno di riconciliarsi. Il perdono costituisce

l’attuazione fondamentale della Chiesa, perché ne sintetizza la sua natura e la sua missione. Sarebbe,

tuttavia, riduttivo pensare la Chiesa solo come amministratrice e dispensatrice del perdono

sacramentale. Papa Francesco ci ha insegnato che è necessario anche chiederlo, chiamando per nome i

peccati, provando dolore e anche vergogna, perché siamo tutti peccatori bisognosi di misericordia: di

quella misericordia di Dio che non si stanca di amare e di perdonare. Il perdono, allora, è come una

resurrezione, permette a chi è caduto di rialzarsi, a chi teme di aver tutto compromesso, di ricominciare.

Confessare di avere peccato è la condizione di un nuovo inizio.

Alla fine del ritiro spirituale (30 settembre-1ottobre) di tutti i partecipanti alla XVI Assemblea Generale

Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, la Liturgia penitenziale vuole disporre i lavori sinodali verso l’inizio

di un nuovo modo di essere Chiesa.

Nella Basilica di San Pietro, la celebrazione penitenziale, presieduta da Papa Francesco, prevede un

tempo di ascolto di tre testimonianze di persone che hanno subito il peccato: il peccato degli abusi; il

peccato della guerra; il peccato dell’indifferenza di fronte al dramma presente nel fenomeno crescente

di tutte le migrazioni.

Successivamente, si procederà con la confessione di alcuni peccati. Non si tratta di denunciare il peccato

degli altri, ma di riconoscersi parte di chi per omissione o azione diventa causa di sofferenza,

responsabile del male patito da innocenti e indifesi. Chi esprimerà la richiesta di perdono lo farà a nome

di tutti i battezzati. In particolare, si confesserà il:

  • peccato contro la pace
  • peccato contro il creato, contro le popolazioni indigene, contro i migranti,
  • peccato degli abusi
  • peccato contro le donne, la famiglia, i giovani
  • peccato della dottrina usata come pietre da scagliare contro
  • peccato contro la povertà
  • Peccato contro la sinodalità / mancanza dell’ascolto, comunione e partecipazione di tutti

Al termine di questa confessione di peccati, il Santo Padre rivolgerà, a nome di tutti i fedeli, la richiesta

di perdono a Dio e alle sorelle e i fratelli di tutta l’umanità.

La celebrazione penitenziale, organizzata congiuntamente dalla Segreteria Generale del Sinodo e dalla

Diocesi di Roma in collaborazione con l’Unione dei Superiori Maggiori (USG) e l’Unione

Internazionale delle Superiori Generali (UISG), è aperta a tutti, in particolare ai giovani, e potrà essere

seguita sui Media Vaticani che ne assicureranno la trasmissione in diretta.

La liturgia rivolge lo sguardo interiore della Chiesa ai volti delle nuove generazioni. Saranno infatti i

giovani presenti in Basilica a ricevere il segno che il futuro della Chiesa sono loro, e che la richiesta di

perdono è il primo passaggio di una credibilità di fede e missionaria che deve essere ristabilita.

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3 commenti

  • Dino Brighenti ha detto:

    una presa per il c..o del demonietto

  • rummo ha detto:

    ah!ah!ah! …………
    non rischio dissenteria, però quale è il rimedio a non scompisciarci dal ridere.
    In realtà non c’è molto da ridere su quanto accade .
    Chi però mi turba di più e mi fa ridere molto poco, sono quei gruppi sedicenti cattolici che lo sostengono “nonostante tutto”

  • Emma ha detto:

    ah!ah!ah! …………
    non rischio dissenteria, però quale è il rimedio a non scompisciarci dal ridere.
    In realtà non c’è molto da ridere su quanto accade .
    Chi però mi turba di più e mi fa ridere molto poco, sono quei gruppi sedicenti cattolici che lo sostengono “nonostante tutto”

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