Don Bosco e il Papato. Cenni di Storia della Chiesa dopo Don Bosco. Capitolo XII. Don Marco Begato.

19 Settembre 2024 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, don Marco begato sdb, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione la dodicesima puntata del suo saggio su Don Bosco e il papato. Buona lettura e condivisione.

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DODICESIMA PUNTATA

 

Cenni di storia della Chiesa dopo don Bosco

 

Il resoconto di don Bosco si arresta al XIX secolo. Ma Una storia del XX e XXI secolo sarebbe interessante.

 

E se volessimo con brevissimi spunti ricostruire la storia della Chiesa dopo don Bosco, cercando vagamente di riprenderne lo stile? Mi limito a sviluppare un indice, non troppo preciso.

 

Immagino che dovremmo iniziare dall’elogio di Leone XIII che restaurò la filosofia tomista e avviò la fase moderna della Dottrina Sociale della Chiesa, prendendosi con ciò a cuore il destino delle masse sociali.

 

Dovremmo poi sostare su Pio X che combattè con valore la nuova e grave eresia modernista, rinvigorendo la fede del popolo tramite il suo solido e pratico Catechismo e con iniziative quali la S. Comunione amministrata con frequenza e già ai fanciulli.

 

Avremmo poi una serie di Pontefici – Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII – alle prese con dittatori anticlericali e sanguinari. Per tornare sulle parole di Coquerel, il venir meno di un influsso efficace dei Papi sui governi si traduce rapidamente in un’escalation di atrocità come mai l’umanità ne aveva vedute.

 

Di Pio XII andrebbe ricordato l’impegno per difendere e tutelare sia il patrimonio teologico che quello liturgico, entrambi assaliti dal nuovo clima di innovazione che vide insigni teologi, intellettuali e vescovi far propri i modi di ragionare dei filosofi moderni e degli eretici.

 

La grande rivoluzione culturale, sessuale e psichedelica, unita al grande dissenso dei cattolici rappresentano le due più dolorose sfide del pontificato di Paolo VI. La diaspora di sacerdoti e consacrati fu un dissanguamento ben peggiore delle persecuzioni dei primi secoli della Chiesa.

 

Il tentativo di operare una restaurazione anzitutto morale, partendo dal nucleo sociale che è la famiglia, in un difficile rapporto con governi sempre più burocratici e sempre meno propensi alla fede mi pare il distintivo di Giovanni Paolo II.

 

Fino ad arrivare alla grande sfida culturale di Benedetto XVI, che ha riportato l’annuncio della Verità della Fede e ha cercato di ripristinare una maggior comprensione e accettazione della tradizionalità della Chiesa; che si è opposto alla gravissima dittatura del relativismo contemporaneo, ma che poi ha ripetuto il gesto di Celestino V.

 

E infine il pontificato di Francesco, di fatto alle prese con altre tre terribili rivoluzioni – quella mediatica, quella LGBTP e quella dell’Intelligenza Artificiale – in parte evoluzione ed iperbole di quelle maturate nei decenni precedenti; coinvolto in una imprevedibile esplosione pandemica, connotata dai tratti di un totalitarismo sanitario spietato; e ora affacciato dinanzi alla minaccia di conflitti nucleari.

 

Questi i fatti: ma che parere avrebbe espresso don Bosco? Come avrebbe giudicato lo sviluppo storico della Chiesa fino a oggi? Ovviamente non possiedo la risposta, ma qualche spunto verrà dalle conclusioni che seguono. Le conclusioni saranno tre.

 

 

Conclusioni

 

La prima conclusione è sic et simpliciter l’elenco di considerazioni che don Bosco stesso scrive al termine del suo pamphlet. Leggiamole di continuo:

 

Dalla Storia ecclesiastica noi dobbiamo ricavare alcune verità, le quali ci servano di lume e conforto in questo nostro esigilo. E queste sono:

  1. Che la Chiesa è manifestamente la figlia di Dio Padre, la sposa di Gesù Cristo e il tempio vivo dello Spirito Santo; perciocchè soltanto coll’aiuto divino essa ha potuto sostenersi, propagarsi e crescere in mezzo a tanti e si fieri contrasti, che per lo spazio di circa diciannove secoli le vennero mossi continuamente da ogni parte.
  2. Che non dobbiamo per nulla maravigliarci delle guerre fatte o che si faranno alla santa Chiesa, mentre vediamo che contro di essa la guerra incominciò dal primo giorno della sua esistenza. La causa di questa guerra è una sola, cioè l’odio che gli spiriti delle tenebre portano a Gesù Cristo, il quale odio essi hanno trovato e trovano sempre il modo di trasfondere in un grande numero di uomini, i quali facendosi ministri a questi spiriti infernali, mossi da loro perseguitano la Chiesa unicamente perchè sposa di Gesù Cristo.
  3. Che una delle prove chiare della divinità della Chiesa cattolica è il non esservi mai stato alcuno il quale, desiderando di amare Iddio e di applicarsi con tutto lo zelo all’esercizio della virtù, per ottenere questo fine abbia pensato di dovere abbandonare la fede cattolica per rendersi protestante o giudeo o turco, o incredulo. Per contro molti dei più dotti e virtuosi fra i turchi, eretici e protestanti abbracciarono la fede cattolica per divenire più virtuosi e salvarsi eternamente.
  4. Che un’altra prova della divinità della Chiesa cattolica sta in ciò, che in punto di morte molti infedeli ed eretici e increduli domandarono di entrare in seno alla Chiesa per assicurare la loro eterna salute: mentre in quel punto fatale nessun cattolico mai domandò di farsi eretico o turco o incredulo per salvarsi eternamente.
  5. Che la Chiesa cattolica è fondata sull’autorità del sommo Pontefice, e si conserva e si propaga solo in virtù della fede e riverenza che si porta a questa autorità: e che perciò è cosa della massima importanza il propagare ed accrescere la fede e riverenza verso l’autorità del papa.
  6. Che tutti i scismatici, eretici e protestanti, esaminando la storia, trovano il giorno in cui incominciò il loro errore e incominciò la serie dei loro maestri, tra il quale giorno e il tempo, in cui fu Gesù Cristo, passa una certa distanza più o meno grande, per modo che i loro primi maestri non possono in nessun modo dirsi di avere ricevuto da Gesù Cristo medesimo la loro dottrina, nè di essere immediatamente succeduti agli apostoli. Per lo contrario la storia dimostra chiaro, che il sommo pontefice Pio IX, capo della Chiesa cattolica, è per una catena non interrotta di papi il successore di s. Pietro costituito da Gesù Cristo medesimo: e che perciò la sola Chiesa cattolica è la Chiesa di Gesù Cristo, mentre le altre, benchè si usurpino ingiustamente il nome di chiese cristiane, tuttavia non sono chiese di Gesù Cristo, ma ehiese di quell’eresiarca o caposetta, da cui ciascuna di esse ebbe origine.

 

Finalmente comunque vediamo la Chiesa perseguitata, nulladimeno dobbiamo rimanere fermi nella fede, tenendo per certo, che la guerra finirà col trionfo della Chiesa e del suo supremo Pastore. È pertanto nostro dovere di conservare ed accrescere in noi la fede, la speranza e la carità per meritarci di aver parte alla gloria, che Dio tiene preparata ai veri cattolici in Paradiso, dove saremo felici per tutta l’eternità.

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