Don Bosco e il Papato. Capitolo IX. Don Marco Begato.

16 Settembre 2024 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, don Marco Begato sdb, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione la nona puntata del suo saggio su Don Bosco e il papato. Buona lettura e diffusione.

§§§

 

NONA PUNTATA

Epoca sesta. Dalla morte di Pio VI nel 1799, al Concilio Vaticano nel 1870, racchiude anni 71.

 

L’epopea napoleonica dei Pontefici prosegue con Pio VII.

 

Capo I. Pio VII. – Contrasti con Napoleone. – Prigionia di Pio VII. – Suo ritorno a Roma.

 

            Pio VII. – Bonaparte stimava soltanto la religione in quanto serviva alla sua ambizione. Egli fa un concordato col romano pontefice che viene violato nello stesso atto della sua pubblicazione. Con esso egli pubblicava certi articoli, detti organici, che contrastano col medesimo concordato. Si fa proclamare imperatore e sollecita il papa di venire a Parigi per consacrarlo. Pio VII esita lungo tempo, nè si risolve se non colla speranza di riparare a gravi disordini ed impedire molti mali che minacciavano la Chiesa. Egli parte da Roma l’anno 1804, attraversa la Francia, che in ogni parte lo onora, e fra mille applausi entra in Parigi e mette la corona imperiale sul capo di Napoleone. Ma questi corrispose alla condiscendenza del papa con ingratitudine mostruosa. Per ottenere l’incoronazione protestava di voler essere figliuolo ubbidientissimo della santa sede; ma appena incoronato scrisse lettere ingiuriose al papa, e pochi anni dopo fece marciare le sue truppe su Roma. Dopo che fu donata la pace alla Chiesa dal Grande Costantino, l’imperatore Costante II, protettore degli eretici Monoteliti, fu il primo degli imperatori che da Roma abbia con violenza rapito il sommo pontefice; Napoleone il secondo. Egli pretendeva che il papa gli concedesse cose contrarie ai diritti della Chiesa ed al bene della religione. Al rifiuto del papa l’imperatore assale Roma, se ne impadronisce, la deruba dei capi d’arte più preziosi, sforza il palazzo papale, manda in esiglio, incarcera i suoi ministri, anche vescovi e cardinali, ed incarica il generale Radei della sacrilega impresa di rapire il papa.

            Di notte tempo una schiera di soldati, come ladri notturni, danno la scalata al palazzo pontificio, abbattono gli usci a colpi di scure, spezzano le finestre, e a mano armata penetrano nella camera del papa. Radet, circondato da’suoi, impone al pontefice di partire immediatamente da Roma. Pio VII alza gli occhi al cielo, e pieno di fede in colui che assiste la Chiesa, co’soli abiti di camera si abbandona nelle mani de’suoi nemici che lo chiudono a chiave in una carrozza fra gendarmi come malfattore. (Anno 1809).

 

Il rapimento del Papa però non porterà fortuna a Napoleone che in pochi anni cadrà in disgrazia.

 

Suo ritorno a Roma. – Napoleone non potendo indurre il papa a secondare i suoi tristi disegni, e per altra parte le sue imprese guerresche pigliando un cattivo indirizzo, pensò di mettere in libertà colui, che in niuna guisa aveva potuto vincere.

            L’intrepido Pio VII, dopo cinque anni di prigionia, di stenti, di oltraggi e d’insulti parte da Fontainebleau il 23 gennaio 1814 per ritornarsene alla sua sede. Mentre passava sopra un ponte del Rodano da Beaucaire a Tarascone il colonnello Lagorse assordato dalle grida di gioia che il popolo mandava al santo padre, disse: «E che fareste voi dunque se passasse l’imperatore? – Noi gli daremmo da bere,» risposero ad una voce, indicando il fiume che sotto al ponte scorreva. Dopo quattro mesi di cammino Pio VII fece solenne entrata nella città eterna con indicibile gioia di Roma e di tutti i buoni.

 

Capo II. Caduta di Napoleone. – Suoi ultimi giorni. – Morte di Pio VII.

 

            Caduta di Napoleone. – La storia ci fa con mano toccare che il favorire la religione è principio di grandezza dei sovrani, e che il perseguitarla ne è la rovina. Napoleone non lo voleva credere e lo provò col fatto. La sua potenza colossale faceva tremare tutta Europa, il suo nome era temuto per tutto il mondo. Quando seppe che Pio VII voleva scomunicarlo per le violenze commesse contro la Chiesa ed a’suoi ministri, egli per ischerno andava dicendo: «Crede forse il papa, che le scomuniche facciano cadere le armi dalle mani dei miei soldati?» Ma le censure della Chiesa o presto o tardi producono inesorabili il loro effetto. Infatti l’ambizione condusse Napoleone all’estremità della Russia, dove la divina Provvidenza facendo vedere che nulla valgono le forze degli uomini quando sono contrarie ai voleri del cielo, dispose che oltre a quattrocento mila uomini del suo esercito morissero di spada, o di fame, o di freddo.

Capo III. Leone XII e Pio VIII. – La Chiesa Ortodossa di Russia. – Persecuzione contro i cattolici in quell’impero. – Gregorio XVI e Nicolò imperatore.

 

All’inizio del XIX secolo incontriamo un Pontefice che per certi aspetti sembra il doppio di Papa Francesco, però inserito nel contesto reazionario del cattolicesimo ottocentesco e preconciliare. Sentite come ne parla don Bosco:

 

A Pio VII succedeva il cardinale Annibale della Genga di Spoleto col nome di Leone XII. Il suo pontificato durò cinque anni e quasi cinque mesi. Amava molto i poveri, e nello stesso giorno di sua incoronazione loro imbandi un lauto banchetto in Vaticano. Ebbe gran cura degli stabilimenti di pubblica beneficenza, i quali spesso visitava somministrandovi quanto era mestieri. Talvolta all’impensata visitava qualche chiesa o spedale per assicurarsi che le persone ivi addette adempiessero con regolarità i loro doveri. Nell’anno del giubileo (1825) fece la beatificazione di quattro servi di Dio. Giuliano Agostino ed Angelo d’Acri, ambidue dell’ordine di s. Francesco; Alfonso Rodriguez, gesuita ed Ippolito Galantini, fondatore della Congregazione della Dottrina Cristiana. Questo pontefice, godendo ancora buona sanità, disse ad un suo famigliare: «Di qui a pochi giorni non ci vedremo più.» Il fatto avverò la predizione. Caduto ammalato, dimandò gli ultimi sacramenti, e dopo alcune ore di tranquilla agonia riposava nel Signore nel 1829.

 

È incredibile, studiando le fonti si scopre che alcune iniziative, apparentemente originali o di rottura o sorprendenti, in realtà non sono rare nella storia della Chiesa e del Papato. Ne prendano nota quanti, per esaltarli o per scandalizzarsene, hanno ricamato di fantasia su alcuni fatti degli anni recenti avendoli letti fuori dal più ampio contesto dell’esperienza della Chiesa nei secoli.

 

Leone XII aveva a successore il cardinal Castiglioni col nome di Pio VIII, il quale dopo venti mesi di pontificato santamente cessava di vivere. Gli succedeva il cardinale Mauro Cappellai di Belluno, dell’ordine di s. Benedetto, chiamandosi Gregorio XVI. (Anno 1831).

 

Gregorio XVI dovette gestire la grave crisi della repressione anticattolica in Russia. Encomiabile il discorso tra questo Papa e Nicolò di Russia, tale da ricordare a tratti l’incontro tra Leone Magno e Attila.

 

Gregorio XVI e Nicolò di Russia. – Durante questa persecuzione Gregorio XVI non risparmiò sollecitudine per opporre a si gran male il rimedio che poteva. Scrisse ai buoni per incoraggiarli; rimproverò i vescovi del loro tradimento, mandò larghi sussidi a quelli ch’erano stati spogliati. Con apposita allocuzione biasimò la crudeltà e l’ingiustizia di quel governo e dello stesso Nicolò.

            Quest’imperatore avendo fatto un viaggio in Italia, volle per due volte fare visita a quell’uomo, che sebbene inerme, tuttavia col suo sguardo e colla sua parola faceva tremare i più potenti monarchi della terra, il degno vicario di Gesù Cristo accolse col dovuto riguardo il formidabile sovrano. Parlarono a lungo di cose spettanti alla religione. Nicolò ammirò la sapienza e la virtù del pontefice, ma voleva scusarsi, adducendo che motivi politici lo avevano spinto alle gravi deliberazioni contro ai cattolici. Il pontefice con aria di maestà, e Principe, gli disse, la politica è fatta pel tempo, la religione per l’eternità. Verrà il giorno in cui entrambi ci presenteremo a Dio per rendergli conto delle opere nostre. Io, perchè assai più innanzi negli anni, sarò certamente il primo; ma non oserei sostenere gli sguardi del mio giudice se non pigliassi oggi la difesa della religione che mi venne confidata e che voi opprimete. Principe, Dio ha creato i re perchè siano i padri, e non i tiranni dei popoli che loro obbediscono.». Quelle parole suonarono tremende all’orecchio ed al cuore di Nicolò. Partì dalla presenza del pontefice turbato, commosso fino alle lagrime. Promise di accordare libertà ai cattolici di professare la loro religione e di mantenere relazione colla santa sede. Di più iniziò un concordato con Roma, per mezzo del quale erano ristabiliti parecchi vescovadi con libera giurisdizione. La morte di Gregorio avvenuta nel 1° giugno 1846 interruppe le trattative che vennero poi condotte a felice compimento dal regnante Pio IX.

 

Capo IV. Elezione di Pio IX. – Amnistia e applausi. – Rivoluzione in Roma. – Pio IX a Gaeta. – Repubblica. – Roma liberata. – Ritorno del pontefice a Roma.

 

Don Bosco dedica ampio spazio a Pio IX, ancora vivente mentre l’opuscolo della “Storia Ecclesiastica” vedeva le stampe e certamente uomo di qualità personali e storiche uniche, chiamato a gestire la transizione dall’indipendenza dello Stato Pontificio all’oltraggio della Cattività Italiana – spero che i lettori accettino questa etichettatura dei fatti anticlericali risorgimentali. Essenzialmente rivediamo in Pio IX la dinamica già sperimentata con Gregorio XIV e i suoi successori: una serie di magnanime concessioni fatte agli spiriti ribelli e innovatori aprirà il fianco al sopruso di questi ultimi a danno dei Pontefici e della Chiesa. Qualcosa di simile si potrebbe forse dire relativamente alle concessioni del Concilio Vaticano II a quanto vi conseguì – in quel caso anche da parte del clero. Ma veniamo a Pio IX.

 

            Elezione di Pio IX. – Uno dei più grandi e più luminosi pontificati è certamente quello di Pio IX. Nato in Imola nel 1792 dai conti Mastai Ferretti, ebbe nome Giovanni Maria.

 

Dopo aver raccontato dell’infanzia e dei miracoli che portarono alla vocazione, don Bosco entra nel vivo della questione politica.

 

            Amnistia e applausi. – Pio IX segnalò la sua elezione con un atto di bontà mercè un’amnistia, ovvero generale perdono di tutti coloro che durante il pontificato di Gregorio XVI si erano fatti colpevoli di ribellione contro lo Stato.

            Molti uomini, che già avevano turbata la pace in altri paesi, recaronsi a Roma, e solto aspetto di unire i loro applausi a quelli che tutto il mondo faceva al gran Pio IX, studiavansi d’indurlo a dichiarare guerra all’Austria.

            «Sappia il mondo tutto, egli rispondeva, che noi amiamo l’indipendenza d’Italia, ma non verremo giammai ad una dichiarazione di guerra e a spargere il sangue per conseguirla.» Quindi egli fece tutto ciò che si conveniva al suo uffizio di padre.

            Rivoluzione in Roma. – Allora gli applauditori che a piena gola avevano gridato evviva, cominciarono a dimandare riforme; poi un altro governo, e finalmente a gridare morte al sovrano dell’eterna città.

            Pio IX a Gaeta. – Pio IX si mette ginocchioni davanti al Crocifisso, prega, poi si alza, si veste in borghese ed affida la sua salvezza alla divina Provvidenza. A notte avanzata, accompagnato da un solo domestico, discende nelle grotte e per una specie di sotterraneo va ad uscire in un luogo determinato dove l’attendeva il conte Spaur, ministro di Baviera. Monta seco lui in carrozza, che con rapidissimo corso prima che fosse conosciuta la sua partenza giungeva in sicuro a Gaeta.

Ma Pio IX è stato ben più che il Papa del Risorgimento (meglio dire: nel Risorgimento). I suoi lunghi anni di pontificato lo videro impegnarsi nelle trattative con la Chiesa scismatica ortodossa, con il problema della libertà cristiana in Cina, col riconoscimento dei martiri procurati dal nazionalismo neoimperialista giapponese. Infine fu il Papa del Concilio Vaticano I e dell’Immacolata Concezione. Proclamò dunque due dogmi di valore incommensurabile. Uno di questi definì finalmente ciò che la devozione dei fedeli ripeteva da secoli: la totale mancanza di peccato originale nella Sempre Vergine Maria fin dal suo concepimento. L’altro chiarì il valore della infallibilità pontificia.

Capo V. Immacolata Concezione. – Propagazione della fede. – P. Gioanni da Triora. – Carlo Corney. – Gabriele Perboire. – Libertà cristiana in Cina. – Ordini religiosi.

 

§§§

Aiutate Stilum Curiae

IBAN: IT79N0200805319000400690898

BIC/SWIFT: UNCRITM1E35

§§§

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: ,

Categoria:

Lascia un commento