Don Bosco e il Papato. Capitolo V. Don Marco Begato, sdb.

9 Settembre 2024 Pubblicato da 1 Commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, don Marco Begato sdb, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione la quinta puntata del suo saggio su Don Bosco e il papato. Buona lettura e condivisione.

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QUINTA PUNTATA

Epoca seconda. Dalla conversane di Costantino nel 512 all’origine del maomettismo nel 622. Abbraccia anni 510.

 

Capo I. Costantino il grande. – Comparsa della croce. – Il Labaro. – Entrata in Roma. – S. Melchiade. – Palazzo e basilica Laterana. – Scisma dei donatisti. – Lettera di Costantino. – Concilio di Laterano. – Morte di s. Melchiade.

 

Fu Papa S. Melchiade ad accogliere l’arrivo di Costantino.

La graduale fine delle persecuzioni si accompagna all’inizio delle relazioni con l’Impero e alla custodia del ‘deposito della fede’ in modo sempre più strutturato.

 

Capo II. S. Biagio. – Basilica di s. Pietro in Vaticano.

 

Ad occupare il posto di s. Pietro e di pastore della Chiesa universale dopo s. Melchiade fu eletto s. Silvestro romano di nascita. Egli ebbe la sorte di prendere il governo della Chiesa mentre Costantino la proteggeva: ma ebbe pure il dolore di vedere i cristiani tuttora perseguitati dall’imperatore Licinio che regnava in Oriente.

 

Capo III. Ario e sua dottrina. – Concilio Niceno. – Gli Ariani e s. Atanasio. – Morte di Ario. – Ritrovamento della santa croce. – Morte di Costantino.

 

Il nostro divin Salvatore lasciò detto nel Vangelo, che la sua Chiesa sarebbe stata in ogni tempo perseguitata, e che l’inferno avrebbe usato tutte le arti per abbatterla, senza che tuttavia potesse contro di lei prevalere. I tre primi secoli furono tempi di persecuzione, di sangue e di strage; ma la fede di Gesù Cristo passò in mezzo a quei disastri gloriosa e trionfante; e dopo le persecuzioni venne il trionfo e la pace. Ma non appena cominciò la Chiesa a respirare dalle oppressioni, che l’eresia e lo scisma accanitamente l’assalirono, specialmente per mezzo di un certo Ario sacerdote di Alessandria.

 

Non credo serva aggiungere commenti particolari a questa pungente chiosa di don Bosco. Se non che la sopravvivenza della Chiesa dopo decenni di persecuzione, scismi ed eresie è cosa che si può affermare con sicurezza di evidenza, sì, ma solo da parte dell’osservatore vissuto secoli dopo tali eventi. Quanti in essi erano immersi invece hanno solo visto l’accrescersi e il susseguirsi delle sfide, cui hanno risposto con la speranza e la fede nella promessa del Signore. Potrebbe essere questo uno spunto non inutile a tanti cristiani che oggi paiono spaventati dall’acuirsi delle pressioni dentro e fuori la Chiesa. In realtà queste crisi sono per molti aspetti un elemento perenne della vita cristiana. Finita una battaglia, ne inizia un’altra imprevedibile e sempre più profonda. Siamo chiamati a perseverare in tale contesto ricchi di speranza e poveri di altri strumenti previsionali.

 

  1. Damaso. – S. Damaso spagnuolo, pontefice insigne per dottrina, prudenza e virtù, era succeduto a papa Liberio nel 366. Per cura di lui, come si disse, fu convocato il Concilio 2° Ecumenico. Edificò varie chiese, tra cui quella di s. Lorenzo in Roma; ordinò che in fine dei salmi si aggiugnesse il Gloria Patri. Scrisse molte opere in versi ed in prosa. Chiamò a Roma s. Girolamo per servirsene come di segretario nelle lettere latine.
  2. Damaso, che con le parole e cogli esempi dava eccitamento a queste stupende opere in favor della Chiesa, dopo diciott’anni di glorioso pontificato moriva ottuagenario nel 384.

 

Fu Papa Damaso dunque a ingaggiare san Girolamo per tradurre le Sacre Scritture. È interessante vedere che, da parte sua, san Girolamo ricorreva sovente ai consigli del Pontefice per non ingannarsi nella comprensione dei testi rivelati.

 

  1. Girolamo. – La sua versione fu adottata dalla Chiesa, ed è quella che tuttora corre nelle mani dei cattolici sotto il nome di Volgata, e che fu approvata dal Concilio di Trento. Pei Salmi per altro si continuò e si continua ad usare la traduzione latina che si era fatta fin dal tempo degli Apostoli.

            Conosciuta la profondità del suo ingegno, gli eretici andavano a gara per cattivarselo. Ma egli, per assicurarsi di non cadere in errore, consultò la Sede apostolica, indirizzando a san Damaso più lettere. Fra queste è specialmente memorabile quella, in cui il santo dottore stanco della noia cagionatagli dalle varie fazioni che dividevano la Chiesa d’Antiochia diceva: «Volendo assicurarmi di aver Gesù Cristo, io mi attacco alla comunione di Vostra Santità, cioè alla cattedra di Pietro. Io so che la Chiesa è edificata sopra questo fondamento: chiunque mangia l’agnello fuori di questa casa è profano; chiunque non si ritirò nell’Arca di Noè, perì nel diluvio. Io rigetto ogni altra dottrina, perchè chi non raccoglie con voi, disperge, ossia chi non è con Gesù Cristo, è coll’Anticristo.»

 

Col venir meno delle persecuzioni ad opera dei pagani e dell’Impero, si entra in una nuova fase della Chiesa, ora minacciata nella sua dottrina per opera di continui gruppi di eretici, cioè coloro che danno una interpretazione parziale della Rivelazione e cercano così di soppiantare la pienezza del messaggio cristiano. I primi a presentarsi sulla scena saranno donatisti, pelagiani e manichei – fustigati da s. Ambrogio e s. Agostino – cui seguiranno altri teologi influenti ma erronei, contro i quali dovrà schierarsi l’autorità dei Concili Ecumenici.

In sintesi potremmo dire che l’epoca delle persecuzioni lascia il posto all’epoca dei Concili. Questo almeno è il taglio descrittivo preso da don Bosco.

 

            Concilio 3° ecumenico. – Nestorio. – Il terzo Concilio generale è l’Efesino, così appellato perché celebrato nella città di Efeso. È anche detto Concilio di Maria, perchè in esso fu definito, che Maria è veramente madre di Dio, e perchè si tenne in una chiesa a lei dedicata.

            Il Papa esaminò la questione e trovata la dottrina di Nestorio erronea e contraria a quella della Chiesa, da prima lo ammonì, poscia minacciò di scomunicarlo se non rientrava in se stesso. Ma nulla valsero nè le preghiere, nè le minacce. Il mansueto Pontefice, volendo tentare l’ultima prova verso l’ostinato Nestorio, convocò un Concilio generale in Efeso, e non potendolo presiedere in persona, vi deputò fra gli altri lo zelante s. Cirillo.

           

            Eutiche ed il 4° Concilio ecumenico. – Nuova eresia fu quella del monaco Eutiche. Papa s. Leone I accordossi coll’imperatore Marciano e colla pia imperatrice Pulcheria; e col loro aiuto convocò un Concilio nella città di Calcedonia, ora Scutari sulle sponde del Bosforo. È questo il quarto Concilio generale: Si aprì esso nel principio di ottobre del 451, e v’intervennero 600 vescovi. Il papa s. Leone vi presiedette per mezzo de’suoi legati. A rendere il dovuto omaggio al venerando consesso e al Pontefice che lo aveva ordinato, v’intervennero eziandio l’imperatore e l’imperatrice. Fin da principio si lesse una lettera di s. Leone che condannava l’eresia di Eutiche. Questa lettera fu approvata ad una voce: Noi tutti crediamo così, esclamarono i vescovi. Pietro ha parlato per bocca di Leone, sia scomunicato chiunque non crede così.

            Quello che fu assai mirabile in questo Concilio è la grande venerazione manifestata da tutti i vescovi verso il Sommo Pontefice. Egli infatti venne da loro chiamato Arcivescovo universale, Patriarca, interprete della voce del beato Pietro. Terminato il Concilio i vescovi mandarono a pregare s. Leone di confermare colla sua autorità apostolica quanto essi avevano decretato. Il pontefice confermò quanto era stato definito riguardo alla fede, ma rigettò come nuovo e contrario a’decreti del Concilio Niceno ed ai privilegi delle chiese d’Alessandria e di Antiochia il canone 28 che conferiva al vescovo di Costantinopoli il primo grado dopo quello di Roma ed un’alta giurisdizione sulle tre diocesi del Ponto, dell’Asia e della Tracia.

 

Capo VII. S. Leone ed Attila. – S. Massimo di Torino. S. Gelasio Papa.

 

  1. Leone Magno è ricordato anche per aver arrestato l’avanzata di Attila

 

Il superbo guerriero, benchè barbaro ed idolatra, lo ricevette cortesemente, e come l’ebbe inteso, accettate senz’altro le condizioni proposte, ripassò le Alpi, lasciando l’Italia in pace. A quegli insoliti atti di ossequio i soldati di Attila rimasero stupiti. Come mai, dicevano, il nostro capo si è cotanto umiliato davanti ad un uomo solo, quando formidabili eserciti non gli potevano mai incutere timore? Egli rispose, che, mentre parlava col romano Pontefice, vide sopra di lui un personaggio di abito sacerdotale vestito, che vibrava sguainata una spada minacciando colpirlo, se non ubbidiva a Leone.

 

Sulla linea di Papa Damaso incontriamo anche Papa Gelasio, che diede ulteriori contributi alla fissazione del canone delle Sacre Scritture.

 

  1. Gelasio papa. – Gelasio romano eletto papa nel 492 è molto rinomato per le sue istituzioni dirette al bene della Chiesa. Egli tenne in Roma un Concilio di molti vescovi, in cui dichiarò quali fossero i libri autentici dell’antico e del nuovo Testamento, e quali apocrifi. Tutto il tempo libero da’suoi uffizi spendeva in orazione o in santi trattenimenti co’più degni servi del Signore. Morì santamente nel 496.

 

Capo VIII. S. Benedetto e monte Cassino. – Cose memorabili di esso. – I tre Capitoli e il quinto Concilio ecumenico.

 

Papa Vigilio è invece ricordato per aver ratificato il Costantinopolitano II, uno dei tanti Concili svoltisi in assenza del successore di Pietro, ratificandolo dunque Vigilio ne estese il valore a tutta la Chiesa e confermò il valore del parere pontificio nel mondo cristiano. Questo episodio permette a don Bosco di sottolineare come l’autorevolezza del Concilio stia principalmente in capo al Pontefice e così bandire ogni tentazione di conciliarismo, l’idea cioè che l’assemblea dei vescovi possa mai prevalere sul successore di Pietro.

 

Concilio 5° ecumenico ed i tre Capitoli. – Il quinto Concilio generale è il Costantinopolitano secondo, così detto perchè è il secondo tra gli ecumenici celebrati in Costantinopoli. Fu convocato per l’esame di tre libri comunemente detti i tre Capitoli, con cui pretendevano i Nestoriani giustificare i loro errori…  Sebbene questo Concilio per sè medesimo non si potesse dire ecumenico, tuttavia papa Vigilio avendolo poscia approvato e confermato, come tale fu ricevuto e venerato in tutta la Chiesa. La qual cosa chiaro conferma come da tutta l’antichità siasi riposto il valore dei Concili principalmente nell’autorità del papa.

 

Don Bosco aggiunge una chiosa relativa alla censura della cattiva stampa e dei cattivi libri.

 

È bene altresì di notare come questo Concilio ci porge una luminosa prova del diritto, che ha sempre esercitato la Chiesa nel condannare gli scritti cattivi, nel pronunziare sul senso dei libri, e nell’esigere che i suoi figli si sottomettano al suo giudizio, come appunto venne fatto nel detto Concilio.

 

Che questi ultimi nostri secoli di libertà di stampa e sfrenatezza nelle comunicazioni sociali siano anche secoli di tracollo della fede e di ignoranza dei contenuti della fede, non dovrebbe a questo punto stupirci più di tanto.

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1 commento

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    . “Chi non è con Gesù Cristo, è coll’Anticristo” .
    …Interessante! E don Begato perchè non dice con chi sta? Con Gesù Cristo o con pappa Bergoglio?
    Mica fesso che ce lo dice.

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