Papa Bergoglio e l’Undicesimo Comandamento (Interessato): «Non Respingere i Migranti». Messa in Latino.

2 Settembre 2024 Pubblicato da 14 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae offriamo alla vostra attenzione questo articolo pubblicato da Messa in Latino, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e condivisione.

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Papa Francesco e l’undicesimo (nuovo) comandamento (interessato): «Non respingere i migranti»

«Bisogna dirlo con chiarezza: c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti – per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave. […]
Dio stesso attraversa il mare e il deserto; Dio non rimane a distanza, no, condivide il dramma dei migranti, Dio è con loro, con i migranti, soffre con loro, con i migranti, piange e spera con loro, con i migranti. Ci farà bene, oggi pensare: il Signore è con i nostri migranti nel mare nostrum, il Signore è con loro, non con quelli che li respingono».
Queste sono le parole pronunciate da papa Francesco in occasione dell’udienza generale di mercoledì 28 agosto in piazza San Pietro (QUI) e queste parole – se hanno, come devono avere, un senso chiaro e preciso – vanno analizzate nella loro gravità.
Innanzitutto papa Francesco utilizza il termine assoluto e senza deroghe «peccato grave», in violazione di un nuovo undicesimo comandamento: è dunque un peccato grave il fatto di «respingere i migranti», senza eccezioni; e quindi – ricorrendo ai principi generali della dottrina cattolica appresa sin dai primi anni di vita – se questo peccato grave è commesso o provocato (direttamente o indirettamente) con piena avvertenza e deliberato consenso, chi lo compie è in stato di peccato mortale, non può accedere alla Santa Comunione e «provoca l’esclusione dal regno di Cristo e la morte eterna dell’inferno» (n. 1861 CCC).
Ma la Chiesa Cattolica, la dottrina, i Papi precedenti e – chissà… – persino papa Francesco ritengono che sia proprio così? Ovvero che è «peccato grave» («grave» senza eccezioni, e quindi – si ripete – potenzialmente mortale) non soccorrere non chi involontariamente (o magari per imprudenza) fa naufragio in mare, ma chi in piena consapevolezza (o obbligato da criminali internazionali) si pone coscientemente in una situazione di grave pericolo al fine di invocare (o pretendere) il soccorso da parte di organizzazioni di natura privata o pubblica, ma comunque con costi a carico di una comunità nazionale.
Ed è inoltre possibile che pressoché tutti (tutti) gli Stati europei (formalmente cattolici o quantomeno cristiani), in tale materia, pongano in essere atti definibili «peccati gravi»?
Premesso che – come ancora scriveva il conservatore card. Alfredo Ottaviani nel 1960 – «Ecclesiae non competit potestas directa in res temporales» (alla Chiesa non compete la potestà diretta negli affari temporali) – il punto di partenza è il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato da San Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1992, il quale al n. 2241 spiega:
Le nazioni più ricche sono tenute ad accogliere, nella misura del possibile, lo straniero alla ricerca della sicurezza e delle risorse necessarie alla vita, che non gli è possibile trovare nel proprio paese di origine. I pubblici poteri avranno cura che venga rispettato il diritto naturale, che pone l’ospite sotto la protezione di coloro che lo accolgono.
Le autorità politiche, in vista del bene comune, di cui sono responsabili, possono subordinare l’esercizio del diritto di immigrazione a diverse condizioni giuridiche, in particolare al rispetto dei doveri dei migranti nei confronti del paese che li accoglie. L’immigrato è tenuto a rispettare con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del paese che lo ospita, ad obbedire alle sue leggi, a contribuire ai suoi oneri.
E già il Catechismo della Chiesa Cattolica – che ha il compito di «custodire e presentare il prezioso deposito della dottrina cristiana» (costituzione apostolica Fidei donum per la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica) non solo non indica come «peccato grave» il respingimento dei migranti, ma, con l’intelligenza e la lungimiranza proprie dell’insegnamento della Chiesa Cattolica illuminato dalla Fede, pone condizioni e limiti all’accoglienza dello straniero, oltre ad imporre chiari doveri all’immigrato.
Tutte nozioni, queste, del tutto assenti dai discorsi e dalle dichiarazioni (fatichiamo, e ce ne scusiamo, a definirle «magistero») pontifice degli ultimi undici anni.
E cosa pensavano i predecessori di papa Francesco in tema di immigrazione e suoi (necessari) limiti?
Nel messaggio per la Giornata mondiale delle migrazioni «La pastorale per i Migranti, via per l’adempimento della missione della Chiesa oggi» (2 febbraio 2001), San Giovanni Paolo II scrisse:
La Chiesa lo riconosce ad ogni uomo nel duplice aspetto di possibilità di uscire dal proprio Paese e possibilità di entrare in un altro alla ricerca di migliori condizioni di vita. Certo, l’esercizio di tale diritto va regolamentato, perché una sua applicazione indiscriminata arrecherebbe danno e pregiudizio al bene comune delle comunità che accolgono il migrante. Di fronte all’intrecciarsi di molti interessi accanto alle leggi dei singoli Paesi, occorrono norme internazionali capaci di regolare i diritti di ciascuno, sì da impedire decisioni unilaterali a danno dei più deboli.
Dieci anni più tardi, nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato «Una sola famiglia umana» (27 settembre 2010), Papa Benedetto XVI scrisse:
Al tempo stesso, gli Stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana. Gli immigrati, inoltre, hanno il dovere di integrarsi nel Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l’identità nazionale. “Si tratterà allora di coniugare l’accoglienza che si deve a tutti gli esseri umani, specie se indigenti, con la valutazione delle condizioni indispensabili per una vita dignitosa e pacifica per gli abitanti originari e per quelli sopraggiunti” (Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2001, 13).
E due anni dopo, nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato «Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza» (12 ottobre 2012), sempre Papa Benedetto XVI scrisse:
Certo, ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune, ma sempre assicurando il rispetto della dignità di ogni persona umana. […] Nel contesto socio-politico attuale, però, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il Beato Giovanni Paolo II che «diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione» (Discorso al IV Congresso mondiale delle Migrazioni, 1998). […] Il cammino di integrazione comprende diritti e doveri, attenzione e cura verso i migranti perché abbiano una vita decorosa, ma anche attenzione da parte dei migranti verso i valori che offre la società in cui si inseriscono.
Sì tratta – con tutta evidenza – di insegnamenti ben lontani, se non divergenti, dal «peccato grave» senza eccezione alcuna di violazione del nuovo undicesimo comandamento:  non respingere i migranti.
Ma siamo sicuri che, nei suoi ormai undici anni di pontificato, papa Francesco si sia sempre espresso coerentemente alla presa di posizione esternata in piazza San Pietro lo scorso 28 agosto?
La nostra memoria ci impone di richiamare le parole pronunciate (a braccio) nel discorso durante l’incontro con i Vescovi in occasione della 31ª Giornata mondiale della gioventù (Cattedrale di Cracovia, 27 luglio 2016), in cui papà Francesco rispose:
Davvero la corruzione è all’origine della migrazione. Come fare? Io credo che ogni Paese debba vedere come e quando: non tutti i Paesi sono uguali; non tutti i Paesi hanno le stesse possibilità. Sì, però hanno la possibilità di essere generosi! Generosi come cristiani. Non possiamo investire là, ma per quelli che vengono… Quanti e come? Non si può dare una risposta universale, perché l’accoglienza dipende dalla situazione di ogni Paese e anche dalla cultura. Ma certo si possono fare tante cose. Per esempio la preghiera: una volta alla settimana l’orazione al Santissimo Sacramento con preghiera per coloro che bussano alla porta dell’Europa e non riescono ad entrare. Alcuni riescono, ma altri no… Poi entra uno e prende una strada che genera paura. Abbiamo Paesi che hanno saputo integrare bene i migranti, da anni! Hanno saputo integrarli bene. In altri, purtroppo, si sono formati come dei ghetti. C’è tutta una riforma che si deve fare, a livello mondiale, su questo impegno, sull’accoglienza. Ma è comunque un aspetto relativo: assoluto è il cuore aperto ad accogliere. Questo è l’assoluto! Con la preghiera, l’intercessione, fare quello che io posso. Relativo è il modo in cui posso farlo: non tutti possono farlo nella stessa maniera. Ma il problema è mondiale!
Quindi appena otto anni fa papa Francesco affermava che l’accoglienza del migrante è un «aspetto relativo» e non «assoluto» e ogni Paese deve «vedere come e quando»: come è possibile conciliare «questo» papa Francesco (e la dottrina cattolica ed il magistero pontifici ) con «quel» papa Francesco che, il 28 luglio, ha statuito che «respingere i migranti è peccato grave»?
È vero – come soleva dire uno statista italiano lungo corso – che «a pensar male si fa peccato»… e tra tutto il «peccato grave» trattato in questo articolo non vorremmo aggiungerne altro… ma… «a volte ci si azzecca», e quindi potrebbe non essere del tutto estranea a questa intemerata migratorista la notizia uscita quattro giorni prima (il 24 agosto) e che è ben spiegata nell’articolo pubblico sul quotidiano Il giornale (QUI):
«Prego per voi». Il Papa benedice Mare Jonio. E i vescovi mettono in mare la loro barca
Bergoglio invia una missiva all’equipaggio della Mare Jonio che nella missione sarà affiancata da una barca finanziata dalla Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana
Ancora una volta, Papa Francesco esplica il suo legame con la ong Mediterranea Saving Humans che usa la nave Mare Jonio per andare a recuperare gli immigrati nel Mar Mediterraneo. Con un messaggio inviato al cappellano della ong, don Mattia Ferrari, che si trova a bordo della nave partita ieri da Trapani in direzione del Mediterraneo centrale, il Santo Padre ha voluto dare la propria «benedizione all’equipaggio di Mediterranea Saving Humans e a Migrantes». E poi, ha aggiunto il Pontefice nella missiva, «Prego per voi» per poi ringraziare la Ong impegnata nel salvataggio dei migranti, «per la vostra testimonianza», e invocando anche la benedizione di Dio e della Madonna.
Quella iniziata ieri è la prima missione che Mediterranea Saving Humans, con la sua nave Mare Jonio, effettua insieme alla Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana. Non è un elemento secondario, un appoggio formale alla missione, ma un supporto concreto all’organizzazione, che può contare su una seconda nave di affiancamento, finanziata dai Vescovi, a bordo della quale si trovano altri volontari e personale medico, oltre a un mediatore culturale e a un piccolo gruppo di giornalisti. È la prima volta che lo Stato Vaticano, mediante un suo ente, interviene direttamente in una missione in mare, che porterà poi i migranti in Italia.
«È una barca d’appoggio preparata assieme a Migrantes con a bordo due direttori diocesani di Fano e di Caltanissetta. Questo è l’ennesimo tassello in una collaborazione con la Chiesa che va avanti da anni e che è fatta soprattutto di tante relazioni e ai vari livelli dalle parrocchie alle diocesi, alla Chiesa universale», ha dichiarato don Ferrari a Vatican news. Meno di un anno fa, un reportage del settimanale Panorama [QUI su MiL: N.d.R.], ha fatto emergere alcuni collegamenti poco chiari tra la Ong di Luca Casarini e il Vaticano, proprio per i soldi che sono stati versati dai Vescovi alla Ong nel corso del tempo. Finora, però, l’appoggio era stato solo esterno e mai si era pensato che la Chiesa potesse intervenire con una propria barca nel Mediterraneo.
«Questa è la Chiesa che ci piace, quella che sostiene delle pratiche concrete. Lo voglio dire da convertito: questo è il Vangelo. Ama il prossimo tuo come te stesso vale soprattutto in mare», disse lo scorso dicembre Luca Casarini in un’intervista in merito ad alcune intercettazioni che divennero un caso, non solo politico.
Andare per mare, ha dichiarato don Ferrari a Vatican News nell’ultima intervista, significa «spezzare questo muro di cinismo e di indifferenza», per poter «svegliare le coscienze, perché la società è troppo distratta e non possiamo continuare a tollerare questa strage continua fatta di naufragi e di respingimenti».
Insomma, ora la Conferenza episcopale italiana partecipa direttamente con soldi (quelli che giungono dall’otto per mille e dalle offerte dei fedeli) e strutture (una propria nave, acquistata attraverso la Fondazione Migrantes) al recupero in mare dei migranti (che, come abbiamo chiarito sopra, non sono naufraghi) assieme all’associazione di promozione sociale Mediterranea saving humans, della quale l’attivista antagonista no global Luca Casarini – nominato «Padre Sinodale» dallo stesso papa Francesco – è fondatore e membro del consiglio direttivo.
Il sospetto – ma sarebbe meglio dire il timore – che gli interessi economici (e le pressioni dei «grandi elettori» e dell’onnipresente «mafia di San Gallo») abbiano influenzato le parole pronunciate il 28 agosto è fondato e sebbene «a pensar male si fa peccato»… speriamo non sia «peccato grave».
L.V.

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14 commenti

  • Michele ha detto:

    Bergoglio ammette di comportarsi come il demonio:

    https://youtu.be/e_4EjJrpUHY?si=ZYspBvSzKHliRBey

  • Giampiero ha detto:

    Convertire il mondo a Cristo non solo non è una priorità per Bergoglio ma è cosa che va evitata scrupolosamente. Viene insomma disatteso sistematicamente il comando che Gesù diede ai suoi, quello di evangelizzare fino agli estremi confini della terra. Colui che diede questo comando disse anche : “senza di me non potrete far nulla”. Ritornare dunque alla vera Tradizione, ricominciando a rievangelizzare un mondo ormai ridotto a zimbello del padre della menzogna, penso non possa non avere ricadute benefiche per tutti, anche per i migranti.

  • unaopinione ha detto:

    Ma insomma … papa Francesco non ha detto: “Chi respinge i migranti va all´Inferno”. Ma ha detto (riassumendo): “Respingere i migranti è un peccato mortale”.
    Ora bisogna capire a quale religione si stia riferendo papa Francesco. Quella cattolica/cristiana o quella sua personale, che secondo me, é riccamente infarcita di globalismo satanico?
    Se é la seconda (e cosí credo che sia), allora papa Francesco ha pienamente ragione: “Respingere i migranti per la religione satanico-globalista é un peccato mortale” e questo naturalmente perché significherebbe la morte dei Loro piani (naturalmente, dopo che nessuno si sará opposto all´invasione dei migranti, ad un certo punto interverrá qualche pupazzetto con una carica importante per fare una morale piú persuasiva: “Che nessuno invochi l´inviolabilitá della propria casa per respingere i migranti … soprattutto se armati”.
    https://www.dailymail.co.uk/news/article-13790857/Venezuela-migrant-gang-apartment-complex-Aurora-Colorado-Kamala-Harris-Tren-Aragua.html (in inglese).
    E poiché lui papa, sempre secondo me, non é, allora le sue affermazioni dal punto di vista morale e dal punto di vista degli insegnamenti religiosi valgono zero.
    Ma ció nonostante le parole di papa Francesco, sempre secondo me, trasmettono un importante insegnamento sotto un altro punto di vista: se lui dice di fare qualcosa, allora bisogna fare esattamente il contrario per meritarsi il Paradiso (naturalmente qui ci vuole discernimento).
    La lezione é semplice.

    • Catholicus ha detto:

      Caro amico 23:11 ( salvo fiversa evidenza, mi riferisco al maschile ai nickname neutri), lei dice di fare esattamente l’opposto di quello che dice ” papa” Francesco : d’ accordissimo, ma io andrei oltre, non ascoltarlo nemmeno, cambiare canale quando appare in TV ( ormai io lo faccio da anni), non leggere niente di quanto scrive, ecc; analogamente bidogna fate con i suoi complici (chiamiamoli così, in modo che i semplici capiscano), dal Tucho Fernandez a Zuppi, a Parolin…and so on, cioè e via dicendo. Pace e bene, caro amico

      • unaopinione ha detto:

        Quanto proposto da Catholicus equivarrebbe per me a non leggere piú Stilum Curiae in quanto é questa la mia principale fonte di informazione riguardo a cosa fa e/o dice papa Francesco.
        Per quanto riguarda la televisione, l´ultima volta che l´ho accesa é stata alla vigilia di Natale del 2022 (degli ospiti a cena si volevano intrattenere, altrimenti …).
        Per quanto riguarda i giornali compro giá la carta igienica e quindi non ho bisogno di comprarli.
        Ricambio il “pace e bene”.

  • Massimo trevia ha detto:

    Ha rotto gli zebedei,da ora confido……negli dei! Negli dei
    Vichinghi e greci, così’ elevo le mie preci!

  • Mario ha detto:

    L’undicesimo comandamento non era “Fatti gli affari tuoi”? Supplichiamo Bergoglio, non filiarmente, di lasciarci in pace… Almeno un giorno senza le sue castronerie. Grazie.

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    Elogio di Ugo ragionier Fantozzi (ogni riferimento ecc.) e dei leggeri sospetti.

    https://www.sabinopaciolla.com/il-deficit-del-vaticano-e-il-nuovo-consiglio-per-il-capitalismo-inclusivo-con-il-vaticano/
    -Martedì, il Consiglio per l’Economia del Vaticano ha tenuto un incontro online per discutere non solo del deficit del 2020, che dovrebbe superare i 60 milioni di dollari, in parte a causa delle carenze legate al coronavirus, ma anche dell’incombente crisi degli obblighi pensionistici non finanziati. La conversazione è avvenuta pochi giorni dopo l’annuncio di una nuova partnership chiamata “Consiglio per il capitalismo inclusivo con il Vaticano”, in cui i leader delle imprese si sono uniti a Papa Francesco per la riforma dell’ordine economico globale.
    In effetti, quest’ultima storia aiuta a spiegare perché la prima questione (quelle del rosso delle finanze vaticane, ndr) non tiene svegli di notte i potentati del Vaticano.-
    -I suoi membri sono un Who’s Who virtuale del mondo aziendale: CEO (direttore, ndr) di Bank of America, British Petroleum, Estée Lauder, Mastercard e Visa, Johnson and Johnson, Allianz, Dupont, TIAA, Merck and Co., Ernst and Young, Saudi Aramco, e così via. Onestamente, è quasi più facile elencare le società del Fortune 500 (l’elenco delle 500 più importanti società al mondo, ndr) che non sono in qualche modo rappresentate.-
    https://www.nuovogiornalenazionale.com/index.php/italia/opinioni/15707-basta-la-notizia-il-papa-e-rothschild-e-la-religione.html

    https://lanuovabq.it/it/pontificiaaccademiadella-morte
    -Un’ideologia figlia e amplificatrice di quella che san Giovanni Paolo II definiva “cultura della morte”: Pannella è direttamente responsabile degli oltre sei milioni di bambini uccisi con l’aborto volontario, è stato uno dei più tenaci distruttori della famiglia, è all’origine delle campagne per l’eutanasia che stanno dando il colpo di grazia al nostro popolo. E poi la droga, la prostituzione, le coppie gay, il controllo delle nascite: tutto ciò che è il rovesciamento del piano creatore di Dio ha trovato in quest’uomo e nei suoi seguaci dei fanatici missionari dediti al proselitismo.-
    https://www.affaritaliani.it/cronache/monsignor-paglia-fan-dell-aborto-insorgono-i-fedeli-deve-dimettersi-813682.html

    https://www.marcotosatti.com/2023/09/04/la-guerra-nascosta-allitalia-tramite-limmigrazione-clandestina-laporta/#comment-217152
    https://www.linterferenza.info/contributi/schiavitu-volontarie-e-fragili-liberazioni-nel-sahel/

    “Fate l’amore, non fate la guerra” era il consumista equivalente di “emigrate, non riprendetevi la vostra terra”.

  • Chiamatemi pure Torquemada. Me ne farò una ragione ha detto:

    TV 2000 trasmette il rosario seguito dalle litanie.

    Un tempo le Litanie erano considerate sintesi della Teologia.
    Proclamare Maria Madre del Creatore poteva sembrare un assurdo, ma poi, riflettendoci era meravigliosamente vero.

    Oggi TV 2000 ci parla di Maria – Conforto dei migranti.

    Potrei ridere da matto se non fosse che rispetto il nome di MARIA. Ma mi chiedo: quanti musulmani, bengalesi, indiani, arabi sulle barche, si rivolgeranno a Maria?
    Forse i familiari di Saman invocavano ogni giorno la Madonna…
    Per non parlare di quei figli di migranti, nati in Italia, divenuti assassini per ozio, che passeranno per disagiati, esclusi, dalla società razzista e cattiva, che non li ha accolti. Perchè diventare cantante è un diritto, così come dover andare a quelle squallide trasmissioni tv che chiamano realities.

    Mio padre era nato nel 1904. A 12 anni lavorava portando i pesi ai muratori. È morto a 95 anni vivendo in santità; ha tirato avanti con mia madre (anche lei una vera santa donna) una famiglia di SETTE figli e mangiando spesso pane ed insalata ha portato il primo figlio a diventare professore d’università e a me – il più piccolo – a divenire medico e specializzato.

  • Perplessa ha detto:

    “Ed è inoltre possibile che pressoché tutti (tutti) gli Stati europei (formalmente cattolici o quantomeno cristiani), in tale materia, pongano in essere atti definibili «peccati gravi»?” (Dall’articolo)

    Ma che sciocchezza è? Allora gli Stati europei e non solo che ammettono e favoriscono l’aborto non pongono un essere atti definibili peccati gravi?

    Inoltre vorrei chiedere all’articolista se per lui ci sia differenza tra peccato grave e mortale e perché dica “potenzialmente”……

  • Paoletta ha detto:

    dare fiducia a questa gente e’ tempo perso.
    Non diamo piu’ le offerte…vogliono la Chiesa povera? Accontentiamoli! Facciamo provare a Francisco&friends l’ebbrezza della poverta’.

  • creazionista ha detto:

    Dovrebbe essere vietata per legge la cittadinanza a chi si intrufola illegalmente in itaglia e alla sua eventuale prole. Altro che ius soli; ma in itaglia l’illegalità fa curriculum

  • Sebastiano Calabrò ha detto:

    Ormai come al solito si mantiene la norma ,in questo caso il Catechismo della Chiesa Cattolica, ma la prassi, cioè le azioni,la contraddice tranquillamente,senza problemi
    È una grande ipocrisia,questo sì un peccato grave.
    Domanda : quanti emigranti ha accolto lo Stato di Città del Vaticano ? Le regole del Papà dovrebbero valere anche per lui………
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  • Sebastiano Calabrò ha detto:

    Ormai come al solito si mantiene la norma ,in questo caso il Catechismo della Chiesa Cattolica, ma la prassi, cioè le azioni,la contraddice tranquillamente,senza problemi
    È una grande ipocrisia,questo sì un peccato grave.
    Domanda : quanti emigranti ha accolto lo Stato di Città del Vaticano ? Le regole del Papà dovrebbero valere anche per lui………

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