Il Padre Nostro in Italiano Storpiato “per il Desiderio di Molti”. Lettera a Betori di Investigatore Biblico.

2 Settembre 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di Investigatore Biblico, a cui va il nostro grazie. Buona lettura e condivisione.

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Indizio n. 212: “CLAMOROSO: ho scoperto qual è stato il criterio della nuova disastrosa  (ed errata) traduzione del Padre Nostro e di tutta la Bibbia CEI 2008. Con una domanda al Cardinal Giuseppe Betori.” di Investigatore Biblico

Siamo arrivati a bomba. Dopo anni di ricerche bibliche, dopo anni passati a confutare la traduzione della nuova Bibbia CEI 2008, dopo 212 Indizi, ho finalmente scoperto qual è stato il criterio della nuova traduzione (errata) del Padre Nostro firmata CEI 2008 e di tutto il testo in generale. Ebbene sì carissimi lettori. Dopo questo brevissimo  articolo non sarete più gli stessi. E neanche io sarò più lo stesso, perché ho finalmente trovato il “movente” di una traduzione che (non solo ai miei occhi ma agli occhi di tanti ormai) è semplicemente disastrosa, piena zeppa di errori, e di omissioni.

Volete conoscere questo movente?

Sarà forse il ritrovamento di un antichissimo “rotolo” rimasto nascosto per secoli e che dice che la vera traduzione del Padre Nostro è “non abbandonrci alla tentazione”? Sarà magari che esiste un genio “grecista” che conosce i meandri delle lingue antiche in modo capillare così da scoprire che fino ad oggi abbiamo pregato male il Padre Nostro? (a proposito vi rimando al mio vecchio articolo sulla errata traduzione della preghiera insegnata da Gesù Indizio n.7 Bibbia CEI 2008: “La nuova errata traduzione del Padre Nostro in Matteo 6,13a” di INVESTIGATORE BIBLICO – Investigatore Biblico (wordpress.com)).

Niente di tutto ciò. Purtroppo.

La sospirata risposta sta nella “presentazione” della nuova Bibbia CEI 2008 a cura del Cardinale Giuseppe Betori, allora segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, trasmessa dalla Rai dal 5 all’11 Ottobre 2008. Vi invito a leggere il link del discorso qui (La nuova traduzione italiana 2008 della Bibbia a cura della CEI, di mons. Giuseppe Betori (gliscritti.it)).

Stiamo parlando di una autorità ecclesiastica di alto livello. Essere segretario generale della Cei non è una carica qualsiasi, come sicuramente ben sapete.

Ebbene, cosa dice il Cardinal Betori in questo discorso? Se andate nel link sopra riportato,  al paragrafo 5, potrete avere la risposta, in riferimento alla nuova traduzione del Padre Nostro. Il Cardinale esordisce esattamente così:

“Venendo incontro al desiderio di molti si è voluto superare le difficoltà dell’attuale «non indurci in tentazione»…” (il resto potete leggerlo e commentarlo da voi stessi).

Quindi il Padre Nostro, è stato cambiato per venire “incontro al desiderio di molti”.  Avete capito bene. Il motivo del cambiamento del Padre Nostro è stato il venire incontro al desiderio di molti. Chi sarebbero questi “molti” che hanno espresso il desiderio di cambiare il Padre Nostro, non ci è dato saperlo. Saranno forse una lobby? Sono stati un gruppo di hippy? Oppure l’associazione mondiale vattelappesca? Dei traduttori biblici? Mah!

Mi permetto di rivolgere una domanda al Cardinale Betori:

Eminentissimo Cardinale, mi rivolgo umilmente a Lei per avere una risposta che sia esaustiva per la mia anima e per tante anime che la pensano come me.  Per me è una questione di vita o di morte sapere con quale criterio è stato tradotto il Padre Nostro e tutto il resto della Bibbia.

Potrebbe indicarmi chi sono questi “molti” che hanno espresso il “desiderio” di cambiare la preghiera bimillenaria della Chiesa del Padre Nostro (oltretutto commettendo un errore di traduzione gravissimo – e non lo dico solamente io ma ci sono fior di grecisti che la pensano come me)?

Potrebbe dire a questo povero biblista come me quali sarebbero state le “difficoltà” del “non ci indurre in tentazione”, sapendo che Gesù Cristo stesso è stato condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato da satana (Mt 4,1-11)?

Attenderò una risposta, perché per me è di vitale importanza, trattandosi della Parola di Dio e non di un libro qualunque.

Sapere che il Padre Nostro è stato mal tradotto (storpiato)  per venire incontro al “desiderio di molti” (e non si capisce neppure chi siano)  mi rattrista moltissimo, mi ferisce come cristiano, come battezzato, come Sacerdote.

Chiedo pubblicamente a qualunque autorità ecclesiastica competente di dare una risposta esaustiva a questa domanda, altrimenti si ritorni immediatamente al “non ci indurre in tentazione”. Perchè il cambiamento di questa vitale preghiera, insegnata da Gesù stesso, oltre che essere un errore di traduzione, è anche un’offesa all’intelligenza umana.

Cambiare il Padre Nostro per il “prurito di molti”, mi sembra grottesco, e surreale.

Non si scherza con la coscienza dei fedeli, e tantomeno con la Parola di Dio.

A me da l’impressione, che di questi tempi, tante scelte all’interno della Chiesa siano state fatte per il “desiderio di molti”, e non per seguire la Volontà di Dio.

Investigatore Biblico

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61 commenti

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Il “Sistema” (poverino, diamo la colpa dei nostri errori sempre a lui) ha deciso di inviare la mia risposta al post di GABRIELE sull’articolo della carissima Benedetta De Vito, spero che mi perdoni:
    https://www.marcotosatti.com/2024/09/03/pian-pianino-il-male-sara-incoronato-bene-siamo-su-quella-strada-benedetta-de-vito/

    • La Signora di tutti i popoli ha detto:

      . “si è ritenuto di procedere a una revisione di quella frase, che non aveva una tradizione di secoli, visto che fino a pochi decenni fa il Pater si diceva in latino”.
      Il commentatore GABRIELE con poca accortezza persevera e introduce delle ulteriori e gravi inesattezze nel suo ultimo post: egli induce a pensare che la Bibbia (Mt 6, 9.13 e Lc 11, 2.4) sia stata e conosciuta per 2000 anni in latino o in greco e ancor che la Messa sia stata sempre detta il latino e che ancor peggio che le preghiere del popolo di Dio fossero sempre recitate in latino. Errato! Anche alcune preghiere della Messa furono dette in volgare, compreso il Padre Nostro, per la popolazione più “ignorante”.
      Al contrario di chi qui “chiacchiera” , ho naturalmente una mia piccola ma concreta esperienza di studi lessicali antichi, legati ai tempi storici e per me è nata dallo studio delle parole della prima Crociata e del Concilio di Clermount e su quella bella esperienza del lavoro dello storico Vito Sibilio… e dunque -sempre in materia- ricordiamo che il Padre Nostro ci è stato trasmesso dal Vangelo e cioè dalla Bibbia non solo in Latino ma anche in volgare.
      Studiosi, laici e religiosi, eretici e cattolici, uomini, donne, fanciulli e bambini del popolo non hanno sempre usato le lingue antiche per conoscere la Bibbia ma la lingua volgare, l’italiano del loro tempo. E stiamo parlando di un tempo remoto, di circa un migliaio di anni fa e non di ieri. Chiaro??

      Il Padre Nostro (e non certo il solo Pater Noster liturgico) veniva recitato dal popolo di Dio e dai bambini in ginocchio ai piedi del letto anche e soprattutto in volgare! Mi soffermerò solo alla lingua italiana ma il discorso va esteso a Francia, Spagna, Germania per le edizioni polilingue, e a tutti gli altri paesi europei di tradizione cattolica o almeno cristiana.
      Il P. Nostro fu tradotto a partire dalla Vulgata nelle varie bibbie, famosa la “malerbiana” (1535) [ e non c’indur in tentatione, ma liberaci dal male.], e ci sono numerose eterogenee traduzioni prima che il Concilio Di Trento “standardizzasse” le preghiere ad uso liturgico.
      Quanto sopra comprova che i cattolici degli ultimi 1000 anni lo recitavano in lingua volgare italiana e non certo in un latino che non conoscevano. Sappiamo che il Padre N. fu tradotto in volgare nei famosi 4 Vangeli in dialetto veneziano. Anche il Francescano Nicola da Osimo nella sua “Quadriga” (1440) [ non ce indure in temptatione ma liberace dal male ] guarda caso introduce il popolo alla “oratione” in volgare, col Padre Nostro.
      Abbiamo ancora la Bibbia Toscana, poi una più antica la traduzione del Salterio in volgare toscano, entrambi del 14° secolo e una cd. riccardiana del 1250, mi sembra.
      Inoltre in italiano c’e la Bibbia Brucioliana (1530) [ come noi gli rimettiamo a’ nostri debitori, et non c’indurre in tentatione, ma liberaci dal male.] e varie riedizioni della Malerbiana [ et non ne indur in tentatione, ma liberaci dal male. ](1570); la edizione dl N.T. del benedett. Teofilo [e non ci indurre in tentatione, ma liberaci dal malvagio.](1540).

      Mi fermo qui, ricordando la Bibbia Martini tradotta in italiano nel 1780, che è stata ristampata ( in italiano) per 200 anni,:ultima versione usata e abusata dai cattolici, fino a quella CEI del 1971.

      Ora mi sembra che non si abbiano le basi storico-linguistiche ed una adeguata cultura lessicale per poter affermare la sciocchezza in epigrafe e propinarcele poi su questo illustre Blog. Come si legge dagli esempi in volgare, il Padre Nostro, che a me venne dalla mia nonna (e a lei dalla sua), è stato detto e recitato nei secoli dei secoli come lo conosciamo e le sue piccole variazioni non hanno mai intaccato il “non ci indurre in tentazione”.

      Nessuno in mille anni si è mai “smarrito” nella “induzione in tentazione” tanto da “indurre in tentazione” qualcuno a far finta di preoccuparsi per niente ed arrivare addirittura a cambiare le parole di Dio.

      E adesso vado a bermi un infuso di erbe fatto sul mio fornello “ad induzione”…di questa tecnologla vi parlerò la prossima volta o ce la illustra GABRIELE?

      • Gabri ha detto:

        Eh sì certo, nel 1900 c’era in Italia un tasso di analfabetismo del 56%, nel 1861 del 67%, m’immagino proprio nel 1400, nel 1500 e nel 1800 il popolo leggere le bibbie in italiano (che poi la Bibbia nelle lingue nazionali rimase nell’Indice sono a metà Settecento e pure la Martini per un certo periodo fu proibita per le note ritenute non sempre ortodosse). Lei non ha poi risposto in merito a nulla delle osservazioni linguistiche che ho fatto io. Comunque credo che per Lei signora ci voglia qualcosa di più potente di un infuso di erbe, perché una simile agitazione temo che non faccia bene alla salute. E prima di qualsiasi altra materia, la cosa fondamentale da imparare è la buona educazione. Di solito non rispondo a questo tipo di personaggi un po’ esagitati, che si pongono su posizioni sedevacantiste e simili, ho fatto un’eccezione stavolta perché sennò poteva sembrare che non sapessi cosa rispondere, ma è l’ultima volta👋

        • La Signora di tutti i popoli ha detto:

          “m’immagino proprio nel 1400, nel 1500 e nel 1800 il popolo leggere le bibbie in italiano”

          Risposta povera di contenuti, degna di pettegolezzi da mercato del pesce: si tenga le sue immaginazioni e i suoi giudizi per se, esperto della mentuccia e dell’aneto e non dimentichi di portare rispetto all’ultimo Papa Benedetto XVI del quale lei non è deputato a criticare le scelte.
          Alla sua enorme, macroscopica, ipertrofica balla che il Padre Nostro si diceva sempre in latino ho dimostrato ( ma a lei non basta, tipico comportamento maschio-puerile) che abbandonato il latino, le preghiere si dicevano nel volgare di tutti i giorni, e la “quadriga” citata lo dimostra come lo dimostrano i francescani di tutti i tempi, che portavano con se libretti di preghiere in volgare, l’ultimo recentemente ritrovato è stato denominato “la vita ritrovata del Beato Francesco”. Poi le faccio lezioni private a parte, a pagamento per lei.

          Oppure vuol affermare che a quei tempi “non esisteva il registratore?” Eppure le Bibbia comunque fu tradotta in volgare per essere letta e anche per essere ascoltata. E sa perchè, grande nuovo immenso solone che si degna di rispondere in questo Blog? Perchè il latino alla gente, una gran parte del popolo di Dio, era sconosciuto, ehh già!!. E tranne lei, e altri senza serio lavoro, che ci perde il tempo con gli scarsi risultati che vediamo, da mille anni è ancora sconosciuto e mai più parlato.
          Sia noto che tra gli estimatori di una lingua mai studiata, fra tutti quelli che si battono per avere e sentire la Messa in latino, ci sono tanti, ma proprio tanti fessi (nel senso di gente “vuota”) ed ignoranti (del latino e del buon senso), ipocriti (questo termine sa spiegarlo meglio lei) montati dai conservatori “bergogliani”, che di quella Messa non capiscono un cacchio di latino e che, se imparano a memoria 4 preghiere, le pronunciano pure male…. eppure : “mio Dio, quanto è bello sentire la Messa in latino” senza capire nulla!
          Senta caro “gabri”, giusto diminutivo di un nome che non merita una presunzione di serie A in uno studioso di serie C: io delle sue risposte non sento alcun bisogno! Chiaro? Il buon Stefano Montanari dice spesso che una laurea non si nega a nessuno, ma se proprio deve spandere la sua larvata istruzione, stia attento a me. Se continua a scrivere le sue solite fregnacce da grande profano gliele farò notare e la svergognerò di fronte ai lettori. Chiaro?

          • Fritz ha detto:

            Hai letto, sei esagitata nostra Signora dei popoli. E il tizio non sa cosa ancora sei capace di fargli!!!
            Ma questo nuovo arcangelo tutto sapienza e scoperte esegetiche da dove è uscito? Prima ha accusato l’investigatore biblico di aver rubato la sua scoperta dell’acqua calda e questa volta si è abbassato a rispondere perchè il mondo non pensi di non essere stato in grado di rispondere ad una femminella esagitata. Questo è il tipico esempio standard dell’una cum Francesco di serie. Per lui il Padrenostro in italiano è stato un incidente mentre con chiari riporti di frasi è stato dimostrato che da un migliaio di anni le persone con relativa anima a corredo pregavano come parlavano, in italiano. O non erano cristiani perchè non sapevano leggere e così non potevano pregare in italiano ma in latino si. Solo un bergogliano può sdoganare menzogne idiote.
            Ammettere di aver sbagliato di fronte al mondo dei nostri lettori è troppa vergogna. Fatte tre dosi di vaccino perchè ammettere di aver sbagliato? Umanamente l’orgoglio è tale che nega ad oltranza anche l’evidenza e la propria ignoranza.
            Speriamo che questo falso Gabriello se ne torni da dove è venuto, i saccenti senza sapere qui sono di troppo.

  • il Matto ha detto:

    Dai commenti risulta che la questione, come ogni altra, sia ancora lontana dall’essere chiarita univocamente.

    Nessuno se la prenda e ognuno si tenga la propria interpretazione, e, soprattutto, nessuno salga in cattedra.

    Personalmente, propendo per il “non ci abbandonare alla tentazione”, ma non ho nulla da rimproverare a chi vuol rimanere al “non ci indurre in tentazione”.

    Tanto il Giudice – misterioso – è uno solo.

    • Fritz ha detto:

      Come al solito sei in errore volontario. La questione è ben definita e risolta. Quanto alle cattedre che ti bruciano è solo invidia che non hai nè basi, nè capacità nè fede. Il volpone matto e l’uva.

      • Giuseppina ha detto:

        Perchè traducete “…e del tuo seno” quando è ovvio ad un bambino la traduzione di “ventris” …?

        • Fritz ha detto:

          Non sono uno studioso delle tue circonvoluzioni piatte cerebrali Giuseppina ma sono sicuro che sei dalla parte del Male.
          Quando si fanno queste domande non è il Padre che te le ha suggerite ma il tuo diavolo personale che dimora nel tuo seno, ohppps: vogliamo dire Vagina o Utero o Ventre. Beh, Giuseppina chi meglio di te sa dove lo tieni nascosto dimmelo tu, ti piace che la volgarità della tua anima sia tradotta in termini scientifici per non pagare il dazio degli uomini? Parlami usa il termine che ti caratterizza meglio, la mona va bene?
          Che tu abbia alla tua fine quello che hai dentro per aver pensato di sporcare la bellezza di Maria.

  • Gabriele ha detto:

    La traduzione precedente era un pedissequo calco per assonanza del latino, inducere in temptationem-indurre in tentazione, ma non è così che funziona, sarebbe troppo facile. In una traduzione dal latino convergono tanti fattori, non basta prendere la parola italiana che suona più vicina a quella latina e applicarla in automatico. Bisogna tenere conto di molte variabili: le diverse accezioni che può avere in italiano il termine latino, l’autore, l’epoca, il contesto, l’eventuale modifica nel significato che la parola italiana può aver subìto nei secoli. Ad esempio, “Caius Iulius Caesar Imperator”, a prima vista si potrebbe facilmente tradurre “l’imperatore Caio Giulio Cesare”; ma imperator ha preso a significare imperatore a partire da Augusto, in età repubblicana voleva dire “capo, signore, comandante, generale”. Dunque, tradurre imperatore riferito a Giulio Cesare sarebbe un errore pacchiano. Un altro esempio: “negotium” non significa, come sembrerebbe a prima vista, negozio nel senso di bottega, ma lavoro, occupazione, attività, affare, funzione o carica pubblica, preoccupazione, difficoltà, fastidio, imbarazzo; quindi, di fronte alla frase “Cicero habebat negotium” non basta andare per assonanza e tradurre “Cicerone aveva un negozio” (di alimentari o di ferramenta?), ma a seconda del contesto bisogna vedere se si riferisce ad una delle cariche pubbliche di Cicerone (console, questore, senatore), ad un’attività che stava svolgendo (la preparazione di un’arringa o la cura del giardino) o ad una preoccupazione che lo assillava in quel momento. Oppure l’aggettivo “mollis”: a prima vista viene da tradurlo “molle” (che è effettivamente il suo primo significato), ma se troviamo scritto “vinum molle”, uno che sappia usare il cervello non tradurrà ad orecchio, ma si chiederà che cosa sia un “vino molle”: consultando il vocabolario, vedrà che mollis vuol dire anche “dolce, delicato, non aspro” e tradurrà correttamente “vino dolce”. Questo, tanto per chiarire un po’ come funzioni la traduzione dal latino (e dal greco è ancora più difficile, perché ci sono dei lemmi che occupano tre o quattro pagine fitte di vocabolario) a certi improvvisati esperti dell’ultima ora. Nel caso del Pater, come già detto altrove, la prima cosa da stabilire è se il greco peirasmòs e il latino temptatio siano da intendere come “prova” o “tentazione” e come siano da trasporre in italiano l’ eisférein greco e l’inducere latino: questi vogliono dire “portare dentro, far entrare”, mentre l’indurre italiano non ha più quel significato, ma è diventato quasi sinonimo di “istigare”; si dice “portare dentro casa la legna prima che piova”, non “indurre in casa la legna, “far entrare in casa un ospite”, non “indurre un ospite in casa”. Sul vocabolario d’italiano Zingarelli 1970, alla voce “indurre” c’è scritto: “indurre in tentazione qualcuno: procurargli l’occasione per commettere il male”. Ora, vogliamo dire seriamente che Dio procura a qualcuno l’occasione di compiere il male? Ecco perché si è ritenuto di procedere a una revisione di quella frase, che non aveva una tradizione di secoli, visto che fino a pochi decenni fa il Pater si diceva in latino, e non era (nella versione italiana) parola di Dio e quindi intoccabile (lo è semmai nella versione greca). Purtroppo l’esito della revisione non è stato ottimale e “tra le molte traduzioni possibili”, come dice Betori, ne hanno presa una che si discosta dall’originale.

    • Luca Antonio ha detto:

      Eisenegkes, da eisfero, portare dentro, introdurre; non ci sono altre traduzioni, men che meno quella scelta. L’errore e’ conseguenza di una deriva di significato della parola tentazione, peirasmon, oggi compreso come un allettamento satanico quando invece va inteso come “prova”, “esperienza” .
      Di che? Della condizione altrui perche’ il testo , tradotto , come detto, “non ci portare dentro l’esperienza” , va correlato con quanto si trova precedentemente, tutto concatenato di senso, e cioe’ con : “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
      Quindi tutto va inteso come un non giudicare gli altri e perdonare altrimenti potremmo essere introdotti nell’esperienza della condizione di chi abbiamo giudicato e non perdonato, Dio ci introduce pertanto nella esperienza (nella condizione di colui che abbiamo giudicato) per farci capire il perdono e che il giudizio spetta solo a Lui.
      Percio’ : “…e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori
      e (conseguentemente) non ci introdurre nell’ esperienza ma liberaci dal male.”
      Si potrebbe andare avanti anche sulla traduzione di male, ponerou, ma e’ altro argomento.
      Questa sarebbe stato una buona spiegazione da fornire, in linea con quanto professato da sempre (non giudicare e non sarete giudicati), invece che inventarsi cose senza fondamento.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      Caro Gabriele, le dirò due cose: lei, qui e altrove, dimostra la sua cultura e la sua intelligenza nel proporre argomenti relativi ale lingue antiche. Ma pensa davvero che a quegli esaltati e conseguentemente esagitati che scrivono qui possa importare qualcosa? Fino a qualche anno fa non sapevano nemmeno che esistesse un Codice di diritto canonico, ora, dopo aver letto qualche libro giornalistico, pensano di essere docenti ordinari.
      Il secondo rilievo che mi permetto di farle, però, riguarda proprio la vecchia traduzione. Sono d’accordo con lei nel dire che non era granché. Però, non penso che la persona comune si ponesse tutti questi problemi riguardo al “non ci indurre”; certo, andava spiegato e bastava dire che si chiedeva al Signore di non farci soccombere nella tentazione, come dice Sant’Agostino.

      • E.A. ha detto:

        Caro don Ettore, sentir da lei formulare certi “giudizi” nei confronti di tutti quei battezzati, membra del Corpo Mistico di Cristo, definiti esaltati, perché abbandonati dalle più alte gerarchie ecclesiastiche, ed armati solo di buona volontà, si sono dovuti “improvvisare” anche studiosi del diritto canonico, non per soddisfare proprie “manie di grandezza “, o per ammazzare il tempo ed inoltrarsi indebitamente in materie di non loro stretta competenza, ma solo in virtù di quel sacrosanto principio di obbedienza al Sommo Pontefice, Vicario di Cristo sulla Terra ed alla sua volontà, la quale, proprio grazie agli studi degli “improvvisati”, è emerso che non solo non sia stata rispettata, ma completamente travisata ed utilizzata per altri scopi e fini, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti ( tranne di chi non vuol né vedere né sentire!). Con un po’ di umiltà è forse giunto anche per lei, armato di buona volontà e di amore per la Verità,il momento di prendere in mano quella Declaratio, di leggerla attentamente e di comprenderla, se necessario avvalendosi anche lei del diritto canonico (norme giuridiche a cui la Chiesa deve attenersi e rispettare!) , per capire la volontà dichiarata dal suo e nostro Sommo Pontefice, per il bene e la vita della Chiesa!!! Buona lettura e buon studio!

        • La Signora di tutti i popoli ha detto:

          “Fino a qualche anno fa non sapevano nemmeno che esistesse un Codice di diritto canonico, ora, dopo aver letto qualche libro giornalistico, pensano di essere docenti ordinari.”

          Come sempre la (tua) classe non è acqua. Cara E.A., dalle mie parti si direbbe: “d. BARBIERI prendi e porta a casa!!”. Ma, aldilà della sua mancanza di carità, capirà che il tuo era amore, dono di una fiducia piena di speranza in lui?

          Questo mio post consisterà in una serie di domande.

          Capirà che quegli “esaltati” sono stati abbandonati da traditori, dai loro sacerdoti e ora sono costretti ad elemosinare le briciole o a digiunare per non prender parte alla grande apostasia?
          Capirà che, mentre certi sacerdoti facevano a pugni con loro confratelli consacrati, per aver ripulito la cassetta delle elemosine, quegli “esaltati”, sicuramente su un altro livello di dignità, oltre che di “cultura ed intelligenza”, forse insegnavano non proprio “ordinariamente” a gente con studi universitari completati?
          Ma cosa è la cultura e l’intelligenza oramai? Non servono neanche in questa vita per essere chiamati uomini e sopravvivere, quando un idiota addetto di un supermercato, un imbecille a cultura incompleta, addetto alla frutta e ai finocchi, promosso kapò dal Governo Conte, può decidere di farti mangiare o di scacciarti dalla fila inventata ai tempi covid!
          Ma un prete che vede solo cultura (parola un po’ grossa per GABRIELE) e intelligenza (fate vobis) però non sa distinguere o percepire chi esprime la verità, ma che cavolo di prete è!
          Un libro “giornalistico” (sembra qualcosa di torbido, vero?) se ha dentro la verità e sconfessa il male e le menzogne del mondo perchè dovrebbe essere rifiutato?
          Forse perchè il suo autore ha messo dentro anche un desueto coraggio di vero essere umano, forse perchè non si trova nelle canoniche? Perchè forse scuote la mota dall’alveo di una vocazione sacerdotale divenuta pantofolaia? Perchè bisogna ancora nascondere al mondo ciò che non ci conviene mentre qualche altro, meno vile, ha detto: “con un falso Papa io non ci sto!”? Questa è bella: un libro che apre gli occhi su un falso Papa e che forse ci presenta l’anticristo si deve rifiutare, non perchè “esalta” e fa amare il mandato di Pietro (cosa che d. Barbieri non riconosce viste le sue continue battute maligne su Benedetto XVI) ma perchè sputtana il comportamento della gerarchia della chiesa a tutti i livelli, il comportamento dei preti che predicano solo la conversione degli altri.
          Non sarà purtroppo, almeno per me, la cultura e l’intelligenza che tanto ammira don Barbieri a salvarmi l’anima nè può sostituire un Sacramento o una Messa… piuttosto è una dura scelta di vita, senza tanti ragionamenti in fondo: fedeltà contro i compromessi del mondo. Certo la mia mente e le mie esperienze, se posso, le uso per svergognare i pavidi e i traditori, e non per offenderli ma per svegliare in loro orgoglio di esser uomini e i princìpi che hanno accettato con giuramenti solenni e promesse d’amore; per veder di rammentar loro l’amor di Dio e, se sono ancora dormienti, gli attributi di verità e giustizia.
          Capirà?
          Sarà grasso che cola se si vergognerà.

  • Esdra ha detto:

    Permettetemi di fare un’ altra osservazione: Bergoglio è incoerente, infatti sotto la Croce da cui pendeva il figlio, la Santa Vergine sarebbe caduta in tentazione, anzi in ribellione, pensava infatti che fosse stata ingannata, che l’ Arcangelo Gabriele le avesse raccontato fandonie.
    Quindi era stata indotta in tentazione, altroché.
    Poi però dice che la nuova versione del Padre nostro è migliore… Bah mistero della mente di un gesuita

  • Adriana 1 ha detto:

    Gentile Tosatti.
    la avviso che qualunque nuova chiave numerica, sillabica o di vocaboli inediti io usi come chiave d’entrata, il sistema mi avvisa che è un duplicato e non me lo fa passare. Inoltre si alternano numeri e comparse/scomparse di messaggi dei lettori su un medesimo articolo.
    Può fare qualcosa per rimediare? Nella speranza che questo le arrivi, cari saluti. A.

  • Dice san Paolo ha detto:

    A ogni modo, noi non ci comportiamo come molti che inquinano la parola di Dio. Noi parliamo con sincerita’ davanti a Dio che ci ha inviati per mezzo di Cristo.
    Seconda lettera ai Corinzi , secondo capitolo versetto 17.

  • Severino Simone ha detto:

    Peirasmon,come giustamente Qualcuno ha scritto,vuol dire anche “prova”.E’ Dio che ci induce alla prova della nostra fedeltà alla sua parola.A tal proposito cito alcuni esempi:Adamo ed Eva furono”messi alla prova” nel giardino dell’ Eden.Abramo “fu messo alla prova” quando gli fu richiesto il sacrificio del figlio Isacco.Giobbe fu ” messo alla prova” da Dio con tutte le sventure che lo colpirono.Lo stesso Gesù fu “messo alla prova”,dopo “essere stato portato” dallo Spirito nel deserto,per essere “tentato”,per “essere messo alla prova”.San Girolamo ,ottimo conoscitore del greco,tradusse “peirasmon” col termine latino “tentationnem,che in latino classico vuol dire appunto “prova”,travisato dal latino ecclesiastico co “tentazione”,nel senso negativo del termine,inteso come prova del demonio.In realta’,Dio permette a Satana di tentarci,per “metterci alla prova”.Me eisenegkes Eimas eis peirasmon”.Non ci mettere alla prova.

  • Paolo Mayer ha detto:

    Criminali calzati e vestiti da preti… Provate a chiedere ad un ebreo se cambierebbe la formula dello Shema’ Israel e vedrete cosa vi risponde… Oppure ad un musulmano se si può cambiare il testo della Sha’ada… Solo questi massoni travestiti da cattolici e da preti hanno concepito questa miserevole buffonata. Sarebbe consolante poter dire che lo hanno fatto perché non hanno cervello, no, lo hanno fato perché sono criminali! Criminali, come sarebbe criminale un restauratore che mettesse mano al David di Michelangelo per adeguarlo ai moderni canoni artistici… che schifo!

    • federico ha detto:

      Vero ciò che scrive. A me , quanto sta succedendo nella Chiesa, non dispiace, perché mi aiuta a riconoscere il nemico che della gerarchia della Chiesa si è impossessato. Se riconosci il nemico, meglio lo affronti. A messa dico a voce altra “..e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male..”.

      • Paolo Mayer ha detto:

        Anche io non ho mai accettato la versione massonica!

      • Catholicus ha detto:

        Caro Federico, io il Pater lo recito in latino, a voce alta ovviamente, cosi come altre parti che ricordo ( il Sanctus, il Dominus non sum dignus ecc., il Gloria, et cum spiritu tuo, Deo Gratias, ecc.); chi mi è vicino sente bene ciò che dico, ma nessuno mi ha mai chiesto il perché; poi mi inginocchio alla Consacrazione, imitato da pochi, e dopo la comunione ( che per il momento faccio spirituale, cercando un sacerdote che acconsenta a comunicarmi in bocca….). Questa la mia testimonianza. Pace e bene

        • federico ha detto:

          Caro Catholicus, pur comprendendo il suo disagio, non me ne voglia se la esorto a non rinunciare a ricevere il corpo e sangue di Nostro Signore tramite l’ostia consacrata, per il solo fatto che non trova un sacerdote integro, capace di porgerli ai fedeli attraverso le modalità che Lei giustamente pretende (in bocca e non in mano). Se poi il sacerdote si ostina nel suo comportamento sbagliato, glielo faccia notare in un separato e privato colloquio, forse La ascolterà e si convertirà.

  • Marzio ha detto:

    Io non mi soffermerei troppo sul significato delle due diverse versioni, anche se concordo ovviamente con quanto dice l’investigatore. Il Padre Nostro è la preghiera, con l’Ave Maria (ricordo che all’inizio di questo doloroso pontificato si parlava pure di sostituire “Ave” con qualcosa di diverso), da sempre insegnata da genitori e nonni ai propri figli e nipoti, ben prima che gli stessi andassero “a dottrina”. Si è voluto semplicemente cambiare una formulazione tradizionale come segnale che non c’è niente di stabile. Neanche in quello che è stato tramandato dalla famiglia (anzi, soprattutto su quello che la famiglia ha trasmesso. L’attribuzione del cognome della madre introdotto nella nostra ridicola costituzione muove dalle stesse ragioni rivoluzionarie). Cambiare per cambiare, insomma, fino a che non ci dimenticheremo da dove abbiamo tratto quel po’ di fede che ci rimane. Ed è questo l’affronto più sanguinoso: come si sono permessi di interrompere una tradizione orale che va avanti da secoli, per NULLA? Credo che la stessa logica sia quella alla base del Novus Ordo: Nessuno si sofferma sul significato delle parole pronunciate dal sacerdote, anche se in italiano, ma il messaggio per il quale quello che valeva per due millenni non vale più nulla è perfettamente comprensibile a tutti.

  • Paolo ha detto:

    Chiedo: è peccato pregare con la nuova formula?

  • Corrado ha detto:

    Mi sembra che la “manomissione” del Padrenostro sia stata commessa recentemente, non certo dal 2008 quando a regnare era l’ultimo Papa vero BenedettoXVI, poi spodestato dall’attuale Antipapa: con colpo di stato mentre il Santo Padre vero non abdicatario era in sede impedita.

    • Don Ettore Barbieri ha detto:

      La nuova versione si trova nella traduzione CEI del 2008, regnante Benedetto XVI, poi trasposta nel Messale successivamente.

      • Cooper ha detto:

        “Regnante” Benedetto XVI, la CEI faceva quello che voleva, per esempio si rifiutò di di correggere l’espressione “versato per voi e per tutti” con l’espressione originale “versato per voi e per molti”, come aveva chiesto proprio papa Ratzinger. Nell’edizione della del 2008, poi, fu tradotto diversamente anche il saluto dell’arcangelo Gabriele alla Vergine Maria, ma nessuno modificò per questo l’Ave Maria. A mio parere la nuova traduzione del Padre Nostro è sbagliata per due motivi: 1. Sottintende che Dio può abbandonarci alla tentazione, cioè lasciarci in balìa di essa, mentre dovremmo sapere che così non è, in quanto Egli ci dà l’aiuto necessario per superarla; 2. Sottintende la convinzione sbagliata che Dio non può mettere alla prova, mentre la prova è necessaria per la nostra crescita spirituale. Sarebbe bastato spiegare le cose, ma evidentemente o era uno sforzo troppo grande per chi dovrebbe evangelizzare, o chi dovrebbe evangelizzare non condivide questa verità e allora dovrebbe cambiare “mestiere”. Se dovessimo cambiare tutto ciò che si presta a interpretazioni non esatte, allora anche il titolo di ” Madre di Dio” risulta abbastanza equivoco…

        • Cooper ha detto:

          (CONTINUA) La prova cui Dio ci sottopone – altrimenti non potremmo neanche dire di aver esercitato la nostra libertà nello scegliere tra Lui e il nemico – è, concretamente, anche una trappola preparata con intenzione malvagia dal demonio, per cui è una specie di arma a doppio taglio: se la superi, ne ricevi un bene, se non la superi, ne ricevi un male. È forse perché spesso non la superiamo, perché siamo deboli, che Gesù ci fa chiedere di non metterci alla prova e di liberarci dal male, cioè dal maligno. Ma questo potrà chiarircelo certamente meglio lei, don Ettore.

          • Don Ettore Barbieri ha detto:

            Caro Cooper, la nuova versione non piace nemmeno a me. Era solo una precisazione. So bene che papa Benedetto – più professore che uomo di governo – contava come il due di picche. Francesco conta come l’asso di denari, ma per fare danni.

          • La Signora di tutti i popoli ha detto:

            La sua spiegazione, caro COOPER non solo è logica e sensata ma profondamente teologica. Ma non si aspetti che d.BARBIERI ci spieghi alcunchè perchè invece di dire quello che con grande semplicità e fede ha detto lei, ha precisato con larvata malignità il collegamento papa regnante/ Cei 2008: si è permesso in altre parole di giudicare il suo Papa! Un altro invertebrato spirituale con gli ordini sacri.
            Che qui, il Barbieri ogni tanto faccia sentire la sua tiepida presenza ce ne siamo accorti da tempo e in lui giudichiamo la sua indecisione per Cristo per quella che è, cioe il male del tempo: preti senza vocazione, soggetti alla vergogna e ad esser ripresi dalle loro percore tradite. Ma costoro avessere un po’ di akor proprio e di rossore spirituale!
            Come predetto anche i tiepidi fanno parte della sottostruttura Tyconiana tripartita anche del Blog epperò loro sanno che fine faranno. Lasciamoli intanto nel loro limbo.

  • cattolico ha detto:

    signor investigatore biblico, ella sta perdendo tempo.la torah non ha alcun valore storico e teologico.sono rotoli di menzogne,violenza e immoralità che l’imperatore costantino ha appiccicato alla chiesa quando la comprò a seguito dell’editto di milano.mi auguro che il dr. TOSATTI voglia aprire una discussione su questo tema.

    • Esdra ha detto:

      Ecco un altro illuminista che dopo cattolico dovrebbe definirsi adulto. Ma si la Chiesa è una accolita di bugiardi che per secoli hanno ingannato tutti…
      Arriva Cattolico e rivela la verità tutta intera. Totò direbbe:ma mi faccia il piacere…
      Io e la mia famiglia seguiamo l’insegnamento dei Santi, di Don Dolindo Ruotolo ad esempio che la Bibbia la conosceva e restava nell’ alveo della Tradizione pur rivelando aspetti nuovi, edificanti, e che ci confermano nella Fede, mostrando che la Parola è una miniera inesauribile, e non c’è bisogno di stravolgerne il senso perché dobbiamo far dire a Dio ciò che fa comodo a noi

  • Catholicus ha detto:

    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2647_Pranzetti_Pater_Noster_sacrilego.html : un profondo e dotto commento dulla modifica blasfema del Pater Noster

  • don Pietro Roberto ha detto:

    Sono d’accordo con te, carissimo Investigatore biblico. E questo tuo articolo mi riempie di tristezza per il livello (o, meglio, abisso) di superficialità che da troppo tempo caratterizza vescovi e cardinali… Faccio notare che sono un prete con problemi di vista, per un errore medico, e – naturalmente – l’entrata in vigore del Nuovo Messale 3 ed. ha trasformato la Messa in una tortura, per l’illeggibilità del testo, tutto piano senza un solo neretto, e con un pessimo font tipografico, troppo leggero. Questo per dire che i “soliti noti” se ne fregano di tutto e di tutti. D’altro canto, se non gli interessa neanche di essere fedeli alla Parola di Dio, cosa gli potrà interessare della parola del tanto decantato “popolo di Dio”.
    Ora, però, scopro che l’opinione di alcuni a loro interessa: quella di chi vuole una Parola di Dio che si adatti ai loro desideri.

  • Gabriele ha detto:

    Il discorso di Betori non l’ha scoperto l’Investigatore, ma gliel’ho segnalato io, per una questione riguardante le versioni in ebraico/greco/latino utilizzate per la traduzione Cei08. Ma va bene, non c’è il copyright su queste “scoperte”🙂 I molti, suppongo siano vescovi e parroci che hanno appreso da catechisti e fedeli il disagio per una traduzione difficile da capire. Già quando andavo io a catechismo 40 anni fa, il parroco aveva il suo bel da fare a spiegare il senso di quella frase ai bambini che gli chiedevano come fosse possibile che Dio possa indurre qualcuno a compiere il male. In Giacomo si dice che Dio non tenta e nel deserto è Satana a tentare Gesù, non Dio. La formula attuale è sicuramente sbagliata (è infatti un’interpretazione, non una traduzione), ma i problemi nascono dal fatto che il verbo “indurre” ha assunto un connotato negativo che non aveva nei suoi corrispondenti greco e latino e soprattutto dal fatto che la parola peirasmòs (come la sua traduzione latina temptatio) vuol dire sia “prova” che “tentazione”: e scegliere tra le due non è questione di poco conto, perché è ben diverso dire che Dio mette alla prova (ad esempio con delle difficoltà nella vita) o fa entrare in tentazione (ad esempio di borseggiare una vecchietta per strada). Poi è vero che l’eventuale tentazione verrebbe dal demonio, ma lì è a Dio che si chiede di non indurci in tentazione, non si dice “non permettere al demonio di indurci in tentazione”. Forse qualcuno abituato a recitare formule a memoria senza pensare bene al contenuto delle frasi, il problema non se lo è mai posto, ma a qualcuno (come i miei compagni di catechismo) il concetto di un Dio che in qualche modo ti istiga a fare il male per vedere se sai resistere, pareva un po’ arduo da chiarire. Una buona soluzione, a mio parere, è quella della Bibbia Einaudi, che nel pieno rispetto della grammatica e del vocabolario traduce “non lasciarci entrare nella prova”. Infine, una nota per coloro che traggono spunto da ogni occasione per attaccare papa Francesco: in pochi lo sanno, Cei08 è la sigla della Bibbia edita nel 2008: quindi la nuova traduzione del Padre Nostro è stata approntata quando era felicemente regnante Benedetto XVI; sotto Francesco, la Cei ha trasferito anche nella liturgia eucaristica la formula che da anni si recitava nella liturgia della Parola, ogni volta che durante la messa si leggevano i passi dei vangeli Mt 6,9-13 e Lc 11,2-4.

    • La Signora di tutti i popoli ha detto:

      Mentre il suo abbondantemente falso papa metteva e (mette ancora) la zampa (la Bestia infatti non ha arti umani) per guastare tutto ciò che riesce, Padre Nostro compreso, l’ultimo vero Papa resisteva come poteva.
      La CEI e molti altri agivano indisturbati poichè sapevano bene come mettere in pratica ciò che Benedetto aveva denunciato: “la mia autorità finisce a quella soglia”.
      È vero certamenente che nel 2008 fu fatta tale “traduzione/interpretazione” ma attribuire la colpa a Ratzinger, come si usa oggi su tutto quello che capita con poca fantasia, è una azione bassa e vile tipica dei traditori dell’antichiesa, egregio GABRIELE, che però la fa entrare di diritto fra quelli.
      Ritoccare o modificare, e persino cincischiare sulle preposizioni di una preghiera di plurisecolare citazione (ed adesione) popolare, indipendentemente dalle scuse della grammatica o del vocabolario, significa violare ciò che è Tradizione della Chiesa ed è la dimostrazione del valore spirituale di voi “addetti al nonnulla lessicale”, detti gli specialisti della mentuccia e del cumino.
      Prima di parlare di Benedetto, grande Papa, grande teologo e grande uomo, che era un esperto di lingue antiche, per favore oltre alle solite abluzioni sciacquatevi la cavità orale, ricordando cosa siete voi e chi è stato e ancor oggi rappresenta Benedetto XVI.

    • Paolo Mayer ha detto:

      A mio modesto avviso l’unica traduzione alternativa accettabile poteva essere: FA’ CHE NON CADIAMO NELLA TENTAZIONE”. Ma anche questa non sarebbe esente da critiche.

    • Davide Scarano ha detto:

      “Un concetto di un Dio che ti istiga..-rectius, Dio non vuole il Male, piuttosto lascia che il Male agisca, affinchè siamo provati, al fine di ricevere, al momento opportuno, il premio o la punizione eterna, è scritto in molti passi dell’antico e del nuovo testamento- pareva un po’ arduo da capire”. Pensandoci bene non è poi così arduo. Così incomincia la Storia umana: col “serpente antico” che tenta -con successo- Adamo ed Eva provocando loro la cacciata dal Paradiso. PS Se solo si pensasse un po’ di più ai “fondamentali” la Vita sarebbe molto più semplice..

      • il Matto ha detto:

        Beh, mi scusi se la confuto, ma un Dio che dà vita ad una creatura PER metterla alla prova o indurla in tentazione, non sembra molto digeribile.

        A meno che non si dica chiaro e tondo che l’essere umano è stato creato incapace d’intendere e di volere, e quindi deve credere ciecamente senza porsi alcuna questione, ovviamente eretica per definizione.

        Un essere umano creato libero ma impedito nel riflettere. Non sembra il massimo.

        • La Signora di tutti i popoli ha detto:

          Non è così. Un incapace di intendere e di volere è sempre destinatario della Grazia e nonostante la sua infermità, nell’economia della Salvezza, aderendo alla Grazia o meno -seppur misteriosamente- senza alcun dubbio potrà esser segno della Redenzione. E questo lo dice la Dottrina.
          Lei invece, caro Matto, dimostra che posto in tentazione con la sua libera volontà e pur avendo avuto in abbondanza la Grazia sin dal suo Battesimo, la rifiuta e trova per se una soluzione di vita che vuole escludere Dio. Di fatto ha costruito un dio senza amore e senza legami con l’uomo che quasi incidentalmente ha creato, alla stregua di un pisello o di una selce, lasciandolo poi solo, tanto che se vuole possa salvarsi da se.
          E questo perchè lei, da come si esprime, vede nell’adesione alla Grazia una adesione costretta, quasi una cosa che limita la libertà umana e le sue scelte.
          Dal punto di vista spirituale ostacolare o rifiutare la Grazia è il rifiuto dello Spirito Santo. Perchè semplicemente, nessuno che rifiuti la Grazia potrà agire per la sua salvezza in modo autonomo e con i suoi mezzi.
          Le conseguenze sono note: chi pecca così non solo non si accorge della gravità delle sue decisioni ma rifiuta il pentimento che non capisce e non accetta il perdono, poichè non ritiene di averne bisogno. È la fine già in questa vita e in questa vita si vive già da morti. Lei come si sente??

          • Davide Scarano ha detto:

            Caro Matto, anche la sofferenza ed il dolore è “poco digeribile”, eppure esiste ed è propria della natura umana. E’ possibile negarlo? Per parte mio credo che il primo compito sia tentare di comprendere la realtà, indipendentemente dal rgado di digeribilità, e poi adeguarsi ad essa tentando, se possibile, di migliorarla.

          • Adriana 1 ha detto:

            Caro Davide,
            ” anche la sofferenza…della natura”.
            Ma non è esclusivamente umana!!! è di tutte le creature create innocenti e non si capisce che razza di prova la sua presenza voglia rappresentare per loro..
            Messi di fronte a questi problemi “alcuni” risposero che fu un Arconte “ignorante” a creare la natura “sbagliata”, proprio perchè non la conosceva, e che questo Arconte viene fatto passare per il Dio del diluvio nell’AT, mentre quello autentico si era da tempo allontanato nei lontani cieli dove sarà raggiungibile esclusivamente dalla stirpe dei Giusti, disinteressati alle creazioni arcontiche, che sono sempre costruzioni di potere.

    • Massimo Tessarotto ha detto:

      Egregio Sig.Gabriele, PRIMO: la modifica del Padre Nostro e’ assurda i quanto in palese contraddizione con il testo originale greco e la sua versione latina di San Girolamo. SECONDO: cambiare il Padre Nostro significa cambiare le parole di Gesù Cristo! Cosa del tutto inaccettabile per ogni vero Cristiano. TERZO: e ben vero che la modifica del Padre Nostro approvata dalla CEI nel 2008 con voto a maggioranza (!), e’ stata attuata nel 2020 da JM Bergoglio. Ma e’ stata anche per molti la goccia clhe ha fatto traboccare il vaso! Da quel momento infatti moltissimi sacerditi e fedeli hanno deciso di celebrare la messa nel VETUS ORDO! E soprattutto hanno definitivamente comoreso che BERGOGLIO E’ UN FALSO PAPAl Cio’ in quanto dopo aver giustificato i peccati mortali (chi sono io per giudicare un gay?) cambia le parole e il significalo del Vangelo e addirttura nega i miracoli di Gesù Cristo!

      • federico ha detto:

        PRIMO: Non è assolutamente in contraddizione. Temo che lei non abbia mai capito il senso di “non ci indurre in tentazione”. Legga Ambrogio, Agostino, Cipriano, Origene e Tommaso e faccia silenzio
        SECONDO: Nessuno ha cambiato il Padre Nostro, ma semplicemente la sua traduzione in italiano ad uso liturgico (e ad uso extraliturgico c’erano già prima traduzioni differenti). Riconosca di essere un asino.
        TERZO: se Bergoglio è un falso Papa per aver attuato una modifica approvata da Benedetto XVI, allora sant’Agostino è un falso Padre della Chiesa perché é stato proprio lui a usare il termine “abbandonare” per spiegare quel passo. Sparisca dalla circolazione.

  • piero laporta ha detto:

    Preghiamo e guardiamo avanti
    Non siamo ancora neppure alla flagellazione.

  • Luigi ha detto:

    Siamo in attesa di vedere le Lettere di Paolo iniziare con: “Fratelli e sorelle…”

  • Don Perignon ha detto:

    siccome tra non molto tempo alla S. Messa moderna (e ancora per poco tale) parteciperemo in 10/20 fedeli per ogni Chiesa, al massimo, non solo ci comunicheremo imboccati e su inginocchiatoio , ma ci troveremo (poiche’ davvero esigua minoranza) nella condizione di poter scegliere a nostra scelta come e per che cosa pregare, nonche’ quale VERSIONE di preghiera utilizzare all’uopo. A quel punto il celebrante si convertira’ automaticamente a pregare il Pater Noster originario non ogm e cosi’ Sarah’ per tutte le altre orazioni stuprate violentate non da oggi dalla cani emissari italiofoni

  • il Matto ha detto:

    Continua ad essere aperta la questione delle stesure originali e delle traduzioni, le quali, non è detto che se per secoli sono state sempre le stesse debbano per forza restare ingessate per altri secoli.

    Molto al di là del “desiderio di molti”, c’è una questione che non può essere presa sottogamba coll’adagiarsi all’“è sempre stato così”, criterio che sa più di morte che di vita.

    «Gesù Cristo stesso è stato condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato da satana (Mt 4,1-11)».

    Davvero ciò va accettato per cieca fede … tutti zitti … nessuno osi obiettare?

    Ovvero: c’è o no una libertà di riflessione? O c’è Mastro Titta – il “braccio secolare” esecutore delle condanne comminate dall’innocente Istituzione – pronto a sganciare la lama della ghigliottina per far saltare la testa all’eretico?

    Lo Spirito/Dio conduce Gesù/Dio nel deserto affinché Satana lo tenti?
    Dio Padre si serve di Dio Spirito per far tentare Dio Figlio?
    Nella Trinità vi sarebbe questo fermento? Questa macchinazione?
    Satana non più ribelle a Dio ma fedele esecutore dei suoi ordini?
    E questa divina induzione in tentazione si ripete per ogni essere umano?

    Dunque il Padre non ci protegge, concedendoci la Grazia di resistere alla tentazione?
    Il Padre nostro ci abbandona alla tentazione alla quale, evidentemente, dobbiamo resistere soltanto con le nostre povere forze?
    Ma allora, se si può cavarsela da se stessi, la Grazia a che serve?

    Che lo si voglia o no, l’argomento è ancora aperto.

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro il Matto,
      infatti, basta riflettere sul libro di Giobbe, specialmente sul suo dialogo iniziale…a meno che non si voglia considerare la septuaginta “una calamità mondiale”, come afferma il rav. Di Segni.

    • Maria Luisa ha detto:

      Caro Matto, io umilmente penso che lei abbia riflettuto troppo e non sotto la guida dello Spirito Santo. Provi a pregare di più e riflettere di meno.

      • il Matto ha detto:

        Gentile MARIA LUISA,

        lei forse confonde il pregare con il mettere il cervello all’ammasso.
        La facoltà di riflettere mi è stata data e la metto in atto, altrimenti cadrei nell’assurdo.

        Ma ora, siccome col suo … riflettere decide “umilmente” che il mio riflettere “non è sotto la guida dello Spirito Santo”, la esorto a completare la sua … riflessione.

        Quindi, se il mio riflettere non è sotto la guida dello Spirito Santo, vuol dire che è …

        Attendo la sua conclusione.
        Grazie.

      • Adriana 1 ha detto:

        Cara signora,
        lei si esprime proprio come Nietzsche quando afferma che la religione è fatta apposta per impedire il pensiero.

      • il Matto ha detto:

        Lei sa riconoscere dove circola lo Spirito Santo e dove no?

    • Esdra ha detto:

      A dire il vero Gesù è tentato dopo quaranta giorni di digiuno, e dopo la discesa dello Spirito Santo su di Lui che si fece battezzare. Quindi si è offerto come modello : i miei discepoli se vogliono uscire vincitori dalla battaglia spirituale devono purificarsi, lasciarsi riempire di Spirito Santo e abbassare le pretese della carne, col digiuno.
      Gli apostoli prima di partire per una missione pregavano e digiunavano, ovvero abbassavano la carne ed elevavano lo spirito. Ogni missione era uno scontro con satana e non lo vinci se non ti umili

  • Pietro ha detto:

    La traduzione è errata perché non riispecchia né la forma latina né tanto meno quella greca. Ma in ogni caso non va bene nemmeno in italiano perché il verbo abbandonare non regge il dativo ma essendo verbo transitivo regge il complemento oggetto. Ma i Vescovi che hanno tradotto hanno studiato?

    • Gabriele ha detto:

      Ma perché, prima di questionare sugli studi dei vescovi, non vi accertate di aver studiato a sufficienza voi? Non abbandonarci = non abbandonare noi, dove ci/noi è il complemento oggetto. Non abbandonare noi alla tentazione. Mai sentito parlare di “abbandonare qualcuno al suo destino”? E poi bastava una semplice ricerca in rete e di trovava la risposta proprio per la frase specifica, sulla pagina
      https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/09/23/le-preposizioni-articolate/ che spiega così:

      “È corretto “non ci abbandonare alla tentazione” piuttosto che “non ci abbandonare nella tentazione”, perché vuole indicare “a che cosa ci abbandona”, non “dove ci abbandona”. In generale, “abbandonare” può reggere sia il complemento di termine (come in questo caso) sia il complemento di luogo (cioè “dove si abbandona”).
      Infatti è corretto dire “non ci abbandonare alla nostra sorte nella tempesta”, “alla nostra sorte” è di termine, “nella tempesta” è di luogo”.

      • Adriana 1 ha detto:

        Gabriele, finalmente!
        Costoro “cinciallegrano” di cielo e terra, di visioni e di apocalissi e non conoscono neppure il significato elementare delle preposizioni semplici…Ripetizione: di, a, da, in, con, su, per, fra, tra.

  • LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI ha detto:

    Tra Gesù e Barabba “molti” hanno scelto Barabba.

  • federico ha detto:

    …l’apostasia nella Chiesa promanerà dall’alto (Fatima).

    • Chiamatemi pure Torquemada. Me ne farò una ragione ha detto:

      Ci si è dimenticati che la prima profezia è quella de La Salette.

      Tutto ciò che era stato annunciato si è avverato.

      E pensare che la il Sant’Uffizio mise all’indice il libro-confessione di Melania perchè – ALLORA – era impensabile che l’apostasia potesse sedere sul trono di Pietro

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