La Resa dei Conti dell’America con la Realtà. Douglas McGregor.

28 Agosto 2024 Pubblicato da 8 Commenti

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, grazie alla cortesia dell’amico Umberto Pascali offriamo alla vostra attenzione questo commento del colonnello Douglas McGregor. Buona lettura e diffusione.

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La resa dei conti dell’America con la realtà

  • Le convention nazionali dei principali partiti nascondono i fatti del programma antiamericano dell’Uniparty.

Le convention nazionali repubblicana e democratica, sempre ricche di fascino e poco di sostanza, sono finite. È ora di andare oltre gli slogan e affrontare la realtà.

Negli Stati Uniti, il prezzo dei generi alimentari è aumentato del 21% in tre anni. I tassi dei mutui trentennali erano al 3,7%, ora sono al 7%. Gli affitti sono alle stelle, le morosità sui prestiti auto sono in aumento e, l’anno scorso, ci sono state almeno 150.000 denunce di scomparsa di bambini americani in quella che sta diventando un’emergenza per il traffico di minori.

Milioni di americani pensano che la nostra società stia vivendo un crollo morale. I divorzi sono diffusi, i genitori single faticano a crescere i figli, l’abuso di droghe è dilagante, i tassi di suicidio sono elevati e lo stato di diritto sta crollando in tutto il Paese.

È davvero una sorpresa che gli americani dubitino delle loro istituzioni, dei loro tribunali, persino della leadership delle loro forze armate? Gli americani si sentono scollegati dalla loro identità collettiva e nazionale. Svergognati nell’isolamento e nell’odio verso se stessi sotto il peso opprimente dei mass media, della cultura pop e dell’inganno ufficiale, gli americani si sentono impotenti a fermare la loro caduta libera nel nichilismo: la fede nel nulla, non nella giustizia o nella bellezza, nessuna influenza divina, solo il nulla.

Gli americani sentono che la loro patria si sta trasformando in una terra desolata. Sempre più americani pensano che la tassazione senza rappresentanza sia la norma in tutti i 50 Stati, non solo a Washington. Votare per l’uno o l’altro dei partiti principali, democratici o repubblicani, fa poco per arrestare la discesa della nazione nel caos.

Cosa pensa la classe politica dirigente di Washington, composta dai cosiddetti Democratici e Repubblicani, di seguito denominati Uniparty?

Francamente, all’Unipartito non interessa. Mentre i salari americani diminuivano e i posti di lavoro si prosciugavano, la classe politica dirigente di Washington si arricchiva grazie ad accordi interni e al clientelismo. Dal gennaio 2021, i 750 miliardari americani hanno aumentato la loro ricchezza di 1.500 miliardi di dollari. Come le figure politiche che i miliardari scelgono per dirigere il governo, tra cui 5.000 funzionari politici, non hanno “pelle nel gioco”.

L’Uniparty celebra eventi trash e degenerati come la cerimonia di apertura delle Olimpiadi a Parigi. Gli americani che si oppongono al degrado del cristianesimo e dei valori e delle credenze occidentali vengono liquidati come bigotti, estremisti o nazionalisti cristiani bianchi.

Gli americani vogliono sapere cosa sta succedendo al loro Paese. Gli americani vogliono sapere perché vivono in un mondo in cui i brutti fingono di essere belli e ai belli viene fatto il lavaggio del cervello per fargli credere di essere brutti.

Parte della risposta è che la politica dell’identità non è più solo una strategia di campagna elettorale. Sono ormai una realtà, una caratteristica permanente del panorama politico americano.

Perché altrimenti il generale C.Q. Brown, presidente dello Stato Maggiore, si sarebbe lamentato del fatto che le forze armate americane hanno troppi piloti bianchi? Chiunque pensi che i programmi federali per la diversità, l’inclusione e l’equità siano sinceri e abbiano un significato diverso dall’odio per il nostro Paese e per le generazioni di americani che hanno combattuto e sono morti per esso, è estremamente ingenuo. È come suggerire che il Ku Klux Klan fosse a favore dei diritti civili negli anni Sessanta.

Grazie alle frontiere aperte, un sistema di “una scheda, un voto” sta sostituendo “un cittadino, un voto”. Grazie a questo sistema di frode istituzionalizzata, gli americani possono aspettarsi che la nuova massa di “elettori” stranieri illegali dell’Uniparty, un mix di futuri dipendenti, trasgressori della legge e lavoratori poco qualificati, si presenti il 5 novembre e voti per decidere il futuro dell’America. Queste sono anche le masse di stranieri, senza legami con la nostra società, che la classe dominante vuole per le nostre forze armate.

Perché l’Uniparty dovrebbe infliggere questo danno al popolo americano? L’Uniparty sa che, senza identità o parentela comune, la democrazia viene sostituita dall’anarchia tribale, una condizione sociale che porta al nichilismo, all’abuso di droghe, alla criminalità e peggio.

L’obiettivo è dolorosamente ovvio. È la denazionalizzazione degli Stati Uniti, la distruzione fondamentale dell’identità nazionale e della coesione sociale che la sostiene. Il processo prevede la conversione degli americani in una massa amorfa di consumatori sedati. La trasformazione delle forze armate statunitensi in formazioni militari mercenarie con personale immigrato illegalmente è un passo enormemente importante nella direzione della denazionalizzazione.

Dopo tutto, prima che gli americani conquistassero l’indipendenza, la loro identità nazionale poggiava sulle spalle dell’esercito continentale. Se il generale Washington riusciva a tenere insieme l’esercito continentale nonostante le spaventose probabilità, il nostro Paese e il suo organo di governo – il Congresso – esistevano. L’Esercito Continentale era, e le Forze Armate di oggi sono ancora, il depositario dell’identità nazionale americana.

L’Unipartito respinge queste accuse. Al contrario, l’Uniparty ci dice quanto siamo fortunati ad accogliere decine di milioni di stranieri nel nostro Paese, dove miglioreranno la nostra cultura, la nostra società e il nostro stile di vita. Davvero, quante “R” ci sono in “fortuna”?

Nel frattempo, l’Unipartito promuove la sessualizzazione dei bambini nei nostri sistemi scolastici pubblici. Naturalmente, l’Unipartito finge di preoccuparsi per i lavoratori e le lavoratrici, e promette tutto a tutti per niente in perpetuo: università senza tasse, assistenza sanitaria gratuita, alloggi gratuiti, tutto gratis. L’Unipartito sta dando agli immigrati clandestini non paganti l’accesso al nostro sistema sanitario.

Come l’Unipartito pagherà queste cose è una domanda a cui nessuno risponde. Il servizio del debito nazionale su base annua comporta già una somma superiore al bilancio della difesa. I candidati alla presidenza ne sono consapevoli? Sono interessati? Per l’Unipartito, nessuna di queste preoccupazioni ha importanza. La vita quotidiana dell’Uniparty si basa sull’arricchimento personale, sul piacere sensuale e sul prestigio sociale. Il motto dell’Uniparty è: “In caso di dubbio, stampate più soldi”.

Altrettanto preoccupante è l’entusiasmo dell’Unipartito per la guerra. In effetti, l’Uniparty vede enormi vantaggi nella guerra, fino al punto di consegnare il controllo delle forze armate statunitensi alla direzione di una potenza straniera per utilizzarle in una grande guerra che si intensificherà fino a coinvolgere altre potenze dotate di armi nucleari.

Ma gli americani non sono stupidi. Sanno che l’apertura delle frontiere non è un vantaggio netto e che la guerra moderna non è un gioco o un evento che si svolge solo in territorio straniero. La nuova costellazione emergente di potenziali avversari nell’Europa dell’Est e in Medio Oriente non è più un insieme disordinato di avversari sprovvisti di eserciti, forze aeree, marine, difese aeree o sorveglianza persistente dal fondo del mare allo spazio.

Il presidente Abraham Lincoln aveva ragione: “Se la distruzione è la nostra sorte, noi stessi dobbiamo esserne gli autori e i finitori. Come nazione di liberi, dobbiamo vivere per tutto il tempo, o morire per suicidio”. Per gli americani è giunto il momento di fermare la distruzione. La domanda è se gli americani rimarranno spettatori o interverranno per salvare la Repubblica.

SULL’AUTORE

Douglas Macgregor

Douglas Macgregor, Col. (ret.), è senior fellow di The American Conservative, ex consigliere del Segretario alla Difesa nell’amministrazione Trump, veterano decorato e autore di cinque libri.

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8 commenti

  • Davide Scarano ha detto:

    Che fine fanno tutti quei bambini? Intuitivamente si può solo immaginare “il peggio”, che però è un enorme tragedia sociale ed un gigantesco problema sottaciuto (io per primo non conoscevo tale questione). Credo che se questi dati fossero più noti molti cittadini statunitensi vorrebbero drenare risorse dalla “difesa esterna” a quella dei più bisognosi. E’ altresì evidente che la tutela efficace dei minori non può non passare dalla difesa della famiglia “stabile” e “naturale” e dalla possibilità di offrire ai genitori un “reddito di sopravvivenza”, almeno per brevi periodi, meglio se con la firma di un accordo in cui le autorità pubbliche con l’aiuto del welfare privato offrano lavoro e/o formazione in cambio di reddito.

    • Adriana 1 ha detto:

      ” Che fine fanno tutti quei bambini? ” Per farsene un’idea provi ad esaminare la collezione d’arte di John Podesta e i messaggini scambiatisi dagli acquirenti di certe pizze speciali.

    • ex : ha detto:

      «Che fine fanno tutti quei bambini?»

      Merce per miliardari voluttuosi e per specialisti di trapianti di organi.

  • Giovanni ha detto:

    Credo che il caos aspetti tutto l’occidente, non appena crolleranno le strutture di cartapesta che tengono insieme il residuo di quelle che, un tempo, venivano definite nazioni.

  • Adriana 1 ha detto:

    Gentile Tosatti,
    I congratulate you for your participation of today’s trasmission: ” Il vaso di Pandora “.
    L’esame dei rapporti tra USA e Stato Pontificio, tra Deep State e Primavera Cattolica, fatto assieme al prof. Pascali, pur obbligatoriamente sintetico, è stato ottimo.
    Vi ho seguito con molta attenzione e ne ho ricavato l’impressione, dalla libertà con cui si è espresso in questa particolare tornata, che anche lei ( come tanti di noi ) sia giunto- per così dire- al limite della sopportazione di una politica pontificia che si fa strumento volontario e consapevole di tutti i dispotici desiderata del WEF e dei suoi accoliti.
    Auguri a lei, a Mons. Viganò, a tutte le persone di buon senso, affinchè questo innaturale legame venga a cessare.
    Un caro saluto. Con stima, Adriana.

  • giorgio rapanelli ha detto:

    Ho l’impressione che si riviva la fine dell’Impero Romano d’Occidente, con la Roma Imperiale dedita ai bagordi, mentre le truppe mercenarie barbare romanizzate, che difendevano le frontiere con l’oro che Roma pagava loro per contenere altri barbari, e che alla fine pensarono bene di conquistare il territorio romano imperiale, e venire ad occupare le fertili terre della nostra penisola, dall’ottimo clima.
    La Roma imperiale è oggi impersonata dagli USA (antica Roma imperiale), dalle nazioni europee (i territori imperiali conquistati), succubi della stessa, che stanno allo sbando ideologico e religioso sotto una fittizia Unione Europa, tenuta ancora unita dalla burocrazia imposta. Abbiamo perduto la Russia, che per difendersi si è unita ai Tartari, mentre quasi tutto il resto del mondo asiatico, la parte meridionale dell’Africa e .dell’America latina, ha accerchiato l’Impero Anglo-Americano d’Occidente. Se la vita fisica non finirà in un arrosto nucleare totale, dovremo aspettarci decenni, magari secoli, di grande instabilità, con guerre locali fratricide, rivoluzioni, fame, sete e disperazione. Il tutto già visto nella Storia passata, seppure limitato territorialmente… Da aggiungere le catastrofi naturali. Ad esempio, nella guerra gotica con i bizantini, quasi tutta l’Italia soffrì la carestia per anni. In particolare il Piceno, dove morirono per fame quasi tutti gli abitanti. Solo recentemente si è scoperto che all’epoca era esploso un vulcano in Islanda, determinando una nube che oscurò il sole per diversi anni, col conseguente inaridimento del suolo e la perdita totale delle colture agricole. Sembra che nella profondità del mare tra il Lazio e la Sardegna ci sia un vulcano che dovrebbe esplodere. Eliminando la vita nel Centro Italia, se ci va bene.
    Mi chiedo, per intanto: riuscirà il popolo statunitense a rimettere ordine negli USA, per dare un po’ di pace a noi suoi sudditi europei e al resto del pianeta?

    • Orso Garibozzi ha detto:

      Rispondo :no non ci riusciranno

      • Davide Scarano ha detto:

        “Ed Augustin del divino Corazon ha ricevuto dalla Vergine uno specifico annuncio: “ci sarà una guerra civile negli Stati Uniti: pregate per la popolazione, pregate per il suo governo, pregate perchè il collasso mondiale è prossimo”, Fonte: Saverio Gaeta, Le Veggenti, Le profezie delle anime vittima che salvano il mondo, TEA, edizioni Best Seller, 2020, pag. 201.
        Ecco, ciascuno è libero di non credere ovvero di dire “ma io questo non lo conosco”, però è un dato che circa un mese fa il candidato dei repubblicani alle presidenziali in USA è stato vittima di un attentato che lascia sconcertati per la pochezza e l’inefficacia delle misure volte a tutela della sua incolumità.
        Scriveva Manzoni che la patria è tale se è una “di lingua e di popolo”; ma, a fronte della progressiva dissoluzione dell’identità umana, i cui ultimi -ad oggi- passi sono il gender ed il woke, quale convivenza civile è possibile con chi afferma di essere diverso da ciò che è, negando così la propria natura e la realtà delle cose?

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