L’Africa Chiama la Chiesa Universale. Bernardino Montejano.

19 Agosto 2024 Pubblicato da Lascia il tuo commento

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Bernardino Montejano, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla Chiesa che è in Africa. Buona lettura e condivisione.

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L’AFRICA CHIAMA LA CHIESA UNIVERSALE

Ancora una volta le gioie arrivano dall’Africa nera e questa volta da un Paese molto sofferente: la Nigeria, con un paio di notizie che meritano un commento.

La prima, il 14 e la seconda il 16 corrente mese, entrambe pubblicate da InfoCatólica, alla quale sono grato per avermi informato di questa notizia che incoraggia i fedeli della decrepita Chiesa argentina, davvero in liquidazione e non in via di estinzione via d’uscita.

Comincio con la prima notizia dal titolo: “La diocesi nigeriana raddoppia il numero dei sacerdoti in dieci anni”, il cui sottotitolo è “Il numero dei sacerdoti cattolici nella diocesi nigeriana di Nsukka supera i 400 con 23 nuove ordinazioni sacerdotali in agosto”. Pensare che nella città e nel porto di Santa María de los Buenos Aires debbano passare più di cinque anni per raggiungere quel numero è terrificante. Ma questa è la verità dei fatti.

I fatti!, il primo significa argomentare come insegnava quel grande maestro dell’argomentazione chiamato Chaim Perelman.

E questi sono i fatti: mentre fiorisce una diocesi africana, muore l’arcidiocesi di Bergoglio, Poli e García Cuerva; e poiché l’albero si conosce dai suoi frutti, quegli arcivescovi sono un albero cattivo. Tutto questo puramente evangelico.

Quello che succede è che gli alberi cattivi non predicano il messaggio e la Buona Novella che Cristo ha insegnato ma si muovono in un’altra direzione: sono presenti il ​​cambiamento climatico, l’ecologia, la sinodalità, l’esaltazione della dignità delle Villas miserias, le masse politicizzate, il dialogo con altre “tradizioni religiose”.

La predicazione del Regno di Dio e della sua giustizia viene abbandonata e i nostri “fratelli separati” si prendono cura di quel vuoto, moltiplicando le loro schiere, usando mezzi buoni o cattivi per distruggere quella che una volta era l’unità cattolica.

Anche il commento di InfoCatólica fa un paragone e ci dice: “Se qualche giorno fa eravamo rattristati dal fatto che nella diocesi di Dublino ci sia un solo seminarista, basta guardare la Chiesa in altri luoghi dove pastori e fedeli, anche nel modo di parlare e di predicare è più vicino al Vangelo.

Questi cattolici disprezzati, ai quali attribuiscono con disprezzo “motivi culturali”, rispondono alle continue grazie che il Signore effonde. Molte volte con il loro sangue, come nel caso della Nigeria, Paese devastato dal massacro dei cristiani.

Nella diocesi di Nsukka nel 2013 c’erano 211 sacerdoti, 195 diocesani e 16 religiosi. Oggi sono 417.

Le parole del vescovo Godfrey Onah al termine dell’ordinazione sacerdotale danno alcuni avvertimenti: “Ci sono alcuni luoghi che i sacerdoti dovrebbero evitare, alcuni siti web che non dovrebbero visitare, alcune applicazioni che non dovrebbero scaricare e alcune reti a cui non dovrebbero associarsi. Anche il tuo abbigliamento dovrebbe riflettere la tua sacra chiamata. Come sacerdoti, dovete discernere dove andate e cosa fate. Devono ricordarsi che sono vasi d’argilla che portano un tesoro prezioso e devono custodirlo con cura”.

Il sacerdote è un “pontefice”, un pontefice tra l’uomo e Dio e “anche se la tentazione di convertirsi all’attivismo è grande, la sua vera vocazione è quella di essere un uomo di preghiera, guidando i fedeli nella santità”.

E ha aggiunto: che al di là delle frontiere, i sacerdoti “appartengono alla Chiesa cattolica in tutto il mondo e devono essere preparati ai difficili compiti che li attendono. Finché sono fedeli alla loro missione, non devono temere. In Cristo i ruoli di pastore, sacerdote e profeta si uniscono”.

Ha ricordato loro che la grazia che ricevono mediante l’ordinazione li rende capaci di compiere i loro sacri doveri e li riassume in una magnifica sintesi: «I candidati separeranno gli uomini dal peccato mediante il Battesimo, li riconcilieranno mediante il sacramento della Penitenza, li rafforzeranno in Cristo mediante l’Eucaristia e guarirli mediante il sacramento dell’Unzione. Satana non sarà soddisfatto della sua opera. Pertanto devono essere cauti, consapevoli della loro fragilità e della preziosità del tesoro che portano”.

L’altra notizia che ci rallegra è il documento dei vescovi nigeriani sugli abusi nelle celebrazioni liturgiche, perché “LA LITURGIA NON È UN PARCO GIOCHI PRIVATO PER L’INNOVAZIONE PERSONALE”, e “non è una piattaforma per l’espressione di sé del celebrante” .

InfoCatolic commenta: La Chiesa martire della Nigeria ancora una volta dà l’esempio. Anche se in molti casi a Roma la fedeltà al Vangelo viene identificata come questione culturale, i frutti sono evidenti.

La centralità della liturgia nella vita del cristiano ha motivato i vescovi a pubblicare una nota breve e diretta, di quelle che si capiscono e che ad altre latitudini si trasformerebbero in una dichiarazione di intenzioni verbosa e inefficace. Questa è stata esercitata da Bergoglio durante il suo arcivescovado e ha dato origine al titolo, invenzione di Patricio Randle, che porta il documento dell’Istituto di Filosofia Pratica: “Dodici anni di affermazioni che non hanno bisogno di chiarimenti”, INFIP, Buenos Aires, 2017 .

Scrivono i presuli: “Osserviamo con profonda preoccupazione e giusta indignazione un allarmante aumento di aberrazioni durante il culto in tutta la nostra nazione, perpetrate da alcuni dei nostri sacerdoti” e poi le dettagliano:

+ Deviazioni nelle preghiere prescritte e nelle rubriche della Messa, compresa la Preghiera eucaristica;

+ trattamento irriverente dell’Eucaristia;

+ musica inappropriata, compresa l’importazione di musica secolare nella liturgia.

+ danza indecorosa;

+ commercializzazione della liturgia sotto forma di troppe collette e raccolte fondi nel mezzo delle celebrazioni liturgiche;

+ l’uso del pulpito per perseguire interessi personali:

+ l’inserimento delle usanze locali incompatibili con la fede sotto l’ombrello dell’inculturazione;

+ il mancato uso di ornamenti adeguati;

+ la mancanza di un’adeguata preparazione per ogni aspetto della celebrazione liturgica;

+ l’invenzione di riti, come la Dedicazione del Bambino, in cui alcuni sacerdoti pongono il bambino sull’altare, quando, secondo l’insegnamento della Chiesa, viene dedicato a Dio durante il battesimo;

+ la benedizione degli oggetti non approvati dalla Chiesa come sacramentali;

+ e molti altri.

La Conferenza Episcopale della Nigeria condanna con la massima fermezza tutti gli abusi nell’ambito della sacra liturgia, poiché non sono semplici errori di giudizio ma violazioni dell’ordine sacro e come tali devono essere trattati.

Sono questi i criteri che producono ogni giorno frutti gustosi che non hanno nulla a che vedere con la sterilità e i frutti amari che vediamo in quasi tutto l’Occidente e particolarmente nella decadente Chiesa argentina.

Buenos Aires, 17 agosto 2024. Bernardino Montejano.

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