Macron – Le Pen – Ipocrisia Francese ed Europea. Vincenzo Fedele.

6 Luglio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, Vincenzo fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul turno elettorale che si svolgerà domani in Francia. Buona lettura e condivisione.

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Macron – Le Pen – Ipocrisia francese ed Europea

 

Ieri si è discusso dell’ipocrisia occidentale, centrata sugli USA.

Per non farci mancare nulla, visto che domenica si vota in Francia per il ballottaggio, riflettiamo sull’ipocrisia francese, che si riverbera su tutta l’Europa.

Non si sa se la democrazia sia una brutta bestia o una bella creatura. Certamente è una strana entità.

Lo è nelle sue componenti intrinseche e, ancora di più, nei commenti e nelle intenzioni di chi la applica.

La democrazia si dà delle regole, ma quasi sempre con l’intento di dimenticarle e disapplicarle. Si affida al Popolo, che è sovrano, ma ne rispetta le decisioni solo quando concordano con chi ha la ventura di gestire il potere in quel dato momento storico.

I Parlamenti, ad esempio, sono eletti a suffragio universale e, come mi hanno spiegato, dalle nostre parti funziona più o meno così:

I partiti fuori Legge vengono erseguiti. Per quelli ammessi c’è una selezioni preliminare (deposito simboli, raccolta firme, deposito statuti, programmi e quant’altro di corredo), poi tutti sui blocchi di partenza: Pronti – Via. Schede – spoglio – scrutini – proclamazione dei risultati in base al sistema elettorale prescelto e concordato a maggioranza, con regole uguali per tutti.

Chi ha più voti vince ed ottiene più posti di comando rispetto a chi perde che, comunque, ha i propri posti riservati proporzionalmente in base alle preferenze che ha saputo aggiudicarsi. Altro aspetto importante, in democrazia, è che l’opposizione ha una propria dignità ed una propria funzione con un aspetto peculiare e fondamentale di controllo sugli atti della maggioranza, a garanzia dei diritti delle minoranze, di tutte le minoranze, sia di quelle diffuse ma che non hanno superato eventuali sbarramenti sia di minoranze locali, che siano etniche, linguistiche, religiose, sociali o di qualsiasi altro tipo.

Prendiamo le elezioni francesi dove, per scelta loro, si vota a doppio turno. Nel primo viene eletto chi supera il 50% dei voti. Se nessuno dei candidati del collegio ci arriva si vota di nuovo per decidere chi, fra i primi 2 o 3 che hanno ottenuto più voti, riesce ad ottenere più preferenze. Se il mio candidato è stato eliminato al primo turno posso decidere di non andare a votare al secondo, oppure vedere chi è più vicino, o meno lontano, dal mio sentimento e dai miei interessi e votare per lui (o per lei). Il partito che ha la maggioranza forma e guida il governo del Paese. Se nessuno ha la maggioranza assoluta, fra i partiti rappresentati in Parlamento si cerca l’accordo su un programma condiviso e sui posti di comando per formare il futuro governo.

I media, secondo il loro sentire, dovrebbero informare gli elettori sui programmi dei partiti, la serietà dei candidati, la fattibilità delle proposte, le ricadute che le scelte elettorali avranno sui cittadini. Se anche un giornale è di parte i cittadini dovrebbero sapere che quel giornale è di parte in modo da leggere le notizie riportate nell’ottica del partito che appoggia, farne la tara e decidere.

Questo, in estrema sintesi e per quanto ne capisca io, è il succo della faccenda al netto di inciuci, conciliaboli, tradimenti e quant’altro l’umana fragilità riesce a mettere in campo di male e di peggio.

In realtà quello che accade è tutt’altra cosa ed io non mi ci ritrovo in quello che vedo accadere.

Macron, ad esempio, perde alle elezioni europee. Avrebbe potuto farsene una ragione e spronare il proprio governo a fare meglio per recuperare la fiducia dei cittadini. Invece, credendosi furbo, indice nuove elezioni nazionali da effettuarsi entro 15 giorni, cioè un tempo irrisorio per preparare le liste, discutere eventuali alleanze, scegliere oculatamente i candidati, ecc. Però nessuno osa dirgli che è un tipo poco democratico. Neanche quando annuncia che, anche in caso di nuova sconfitta lui non si dimetterà.

Viene sconfitto al primo turno dopo aver chiesto di emarginare i due partiti estremi affermando che i due estremismi sono una piaga per la democrazia.

Se i partiti hanno potuto presentarsi alle elezioni dovrebbe voler dire che hanno pari dignità rispetto agli altri. Devono essere gli elettori a decidere, non il Presidente. Il confronto si deve fare sui programmi, sulla affidabilità e credibilità personale e politica, non su scomuniche preventive.

I giornaloni, che a parole difendono la democrazia, in realtà la affossano ed appoggiano il ragionamento malato  di Macron di emarginare le due ali dello schieramento politico.

I cittadini francesi affossano le indicazioni di Macron ed i consigli pelosi dei media e dallo spoglio viene fuori che il primo partito è la destra, il secondo è la sinistra e Macron, che vede dimezzare i propri voti, solo terzo.

Macron, per il secondo turno, stravolge tutto chiedendo i contrario di quanto chiedeva al primo turno. Per il secondo turno solo la destra è pestilenziale, mentre la sinistra diviene salvifica.

Con questo importante chiarimento che santifica la sinistra, con la benedizione dei media di corredo, si attua la “desistenza” con la sinistra prima demonizzata e demonizzante. Centinaia di candidati, cioè, accettano di non candidarsi al ballottaggio per far convergere i voti sull’altro. La battaglia epocale è di “battere la destra”.

Oltre allo stupro del concetto stesso di democrazia questa desistenza sa di presa per i fondelli degli elettori che prima vengono circuìti con la richiesta di voto a fronte di un programma che, ovviamente, è il più migliorissimo assai, rispetto agli altri, e poi vengono invitati a votare gli avversari perché il candidato stesso crede talmente alle proprie idee che si ritira dalla competizione cui si era iscritto e per la quale aveva chiesto i voti..

Per il programma migliorissimo, ma accantonato, non c’è problema: battere le destre è molto più importante.

“Desistenza non vuol dire alleanza”, precisa Jean-Luc Mélenchon, l’alter ego sinistro di Marine Le Pen, che è più radicale di lei, ormai moderata di centro, e con base elettorale musulmana.

Ammesso che i sinistri e i macroniani riescano ad ottenere la maggioranza, con la “desistenza senza alleanza” si avrà un Parlamento dove, forse, le destre saranno in minoranza, ma il resto sarà diviso e con intenti opposti a quelli di Macron e con ingovernabilità assicurata.

Nel Regno Unito, ad esempio, si opera in modo molto più intelligente.

L’altro giorno infatti si è votato nel Regno Unito e, dopo 14 anni, i conservatori hanno perso e il nuovo governo sarà formato dai Laburisti.

Non mi sembra ci siano state scomuniche preventive. Non ve ne erano state neanche 14 anni prima, quando i Conservatori avevano scalzato i Laburisti e li avevano sostituiti al governo della nazione. Da loro le regole sono rigide e non si cambiano al cambiare del vento.

Rigide ma assurde, secondo le nostre abitudini. Quindi occorre più intelligenza e prepararsi per tempo

Da loro vince, in ogni circoscrizione, chi prende più voti. Se ci sono 5 partiti ed uno arriva al 30% conquista il seggio come se avesse avuto il 100% e gli altri stanno a casa. Se un partito risulta primo in 410 circoscrizioni su 650, conquista 410 seggi, anche con meno del 35% dei voti totali. Maggioranza assoluta e governo assicurato.

Per ottenere il 34% dei voti i laburisti sono al lavoro da anni. Un lavoro lungo fatto sia al loro interno che a casa dei conservatori ed anche al contorno.

Nei Tory hanno dovuto far dimettere Boris Johnson per far posto a Liz Truss che aveva in programma un aumento delle spese per rilanciare l’economia. Appena la Truss ha presentato la prima bozza di bilancio i Titoli di Stato inglesi erano stranamente crollati, obbligandola a dimettersi pochi giorni dopo il suo insediamento. Al suo posto è stato nominato Sunak, un indiano malvisto anche dalla stessa base conservatrice e con l’unico pregio di avere un consistente patrimonio personale derivante dal suo lavoro (operatore finanziario in titoli spazzatura) e dal matrimonio con una indiana ricca di famiglia. La sua assoluta inadeguatezza a ricoprire il ruolo l’anno portato, in due anni, a distruggere dall’interno il partito conservatore.

Nel contempo hanno anche lavorato all’interno del partito laburista eliminando Corbin che, pur prendendo più voti di quanti ne abbia preso adesso il Labour di Stramer, era risultato sconfitto. Corbin era un sinistrorso duro e puro e c’è chi dice che, pur di vederlo sconfitto, molti laburisti non si erano impegnati nelle votazioni.

Con Stramer si è ritornati, nominalmente, al centro abbracciando tutte le teorie in voga per quanto balzane possano essere: dall’immigrazionismo al gender ai trans, lesbian, woke e quant’altro, ma senza troppi proclami eclatanti che potevano smuovere troppo le acque.

A questo punto servivano altre due cose: avere altri concorrenti secondari ed avere molti soldi a disposizione.

Per i concorrenti secondari, ottimi per disperdere voti, si è resuscitato Farrage, che pur trattato da appestato di estrema destra è buono per tutte le stagioni, insieme a liberaldemocratici, autonomisti scozzesi, indipendenti, ecc. Tutto fa brodo quando serve.

Per i soldi sembra che si sia mossa addirittura BlackRock, il più grande gestore di patrimoni a livello mondiale, nella persona del suo massimo rappresentante che ha fortemente appoggiato Stramer, come risulta da un articolo del “indipendent” del 2023 (Vedi qui).

Come si vede, per chi fa i compiti a casa e si muove per tempo, i premi e la gloria sono assicurati.

Qualcuno mi dirà che anche questo concetto di democrazia è leggermente fuori dalle righe. Concordo pienamente e leverei il “leggermente”.

Ritornando ai francesi ho buone speranze, che derivano dal confidare nel buon Dio e che i cittadini francesi siano un po’ diversi da noi ed abbiano già aperto gli occhi per non lasciarsi fregare.

Il notevole aumento percentuale di quanti si sono recati alle urne fa ben sperare, mentre Macron puntava anche su questa disaffezione per mantenere lo status quo. Dopo le elezioni europee era sperabile che i cittadini avessero poca voglia di recarsi di nuovo a votare. Invece l’hanno fatto in massa per dirglielo chiaramente.

Si è anche dimostrato che le proteste dei mesi e degli anni scorsi non sono state dimenticate, come invece accade da noi. Agricoltori, gilet gialli, pensionati e pensionandi, oltre alle vittime dei sieri, del green pass ecc.

Da noi, forse, l’indifferenza congenita e la disaffezione al voto attecchisce perché da noi queste cose non accadono e non sono mai accadute.

Non è mai accaduto che un Presidente del Consiglio come Berlusconi sia caduto perché lo spread era schizzato in alto da un giorno all’altro con sorrisini ebeti della Merkel e Sarkozy.

Non è mai accaduto che un Presidente del Consiglio sia stato perseguitato per  apprezzare le belle donne o sia stato sottoposto a migliaia di processi personali e aziendali per decenni, anche post mortem, tutti finiti in fuffa.

Non è mai accaduto di ascoltare slogan tipo “avanti al centro contro gli opposti estremismi”.

Non è mai accaduto di vedere sventolare con orgoglio programmi elettorali basati sul “battere le destre”.

Non è mai accaduto di vedere iperbolici “archi costituzionali” costruiti per tenere fuori perennemente forze politiche democraticamente elette che portavano avanti la fiamma della loro passione politica.

Non è mai accaduto di vedersi privare delle garanzie costituzionali o di vedersi imprigionati in casa o di perdere il lavoro perché sprovvisti di passaporto verde perché non sierati.

Non è mai accaduto che la libera stampa abbia taciuto, minimizzato o manipolato l’informazione a favore di qualche sinistro gruppo di pressione e di potere.

Non sono mai accadute tante altre cose che non elenco ma che tutti conosciamo e che accadono solo altrove.

Negli USA sono ancora più sofisticati. Utilizzano il voto elettronico, quello per posta, quello anonimo in modo che la manipolazione non sia rintracciabile e perseguibile. Sono le regole, bellezza.

La differenza è che altrove reagiscono e usano il voto come arma contro i denti di chi vuole mordere la sovranità che appartiene solo al popolo. Per questo ho speranza che domenica Macron prenda una bella craniata contro un mare di schede contrarie ai suoi desideri e la craniata si riverberi sulla Von der Pfizer.

A scanso di equivoci penso che la Le Pen non sia la panacea di tutti i mali, anzi ritengo che molte delle sue proposte sarebbero da contrastare, ma è comunque un buon inizio se riesce a rompere l’accerchiamento.

Potrebbe  darsi che sia un segnale di risveglio anche per noi ormai assuefatti ma con la rabbia e la volontà di reagire e la speranza che, con un impegno comune, qualcosa può cambiare in un mondo che è già cambiato.

Vincenzo Fedele

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18 commenti

  • E.A. ha detto:

    E dopo questa… i tanti ancora scettici dovrebbero aver compreso a cosa si è ridotta ormai la “democrazia”, come venga astutamente usata a proprio uso e consumo, da parte di “soliti noti” ( o ignoti…il concetto non cambia!), e con quale infinita’ di modi…, di mezzi…, di misure…, sia stata ridotta ( se mai non lo fosse stata!) ad uno specchietto per le allodole e ad una ben strutturata e protetta forma di “dittatura”!

    • Balqis ha detto:

      Massì! Vogliamo la monarchia! Anzi: vogliamo l’imperatore!!

      • E.A. ha detto:

        A rieccoci…..quando constatazioni logiche, evidenti e tangibili dei fatti vengono strumentalizzate e reinterpretate, a proprio uso e consumo… alla faccia dei più elementari sillogismi!!!

      • E.A. ha detto:

        E tanto per concludere il discorso, se l’Umanita’ non ritornerà a NSGC, Riconoscendolo come Unico e Vero Dio, obbedendo e rispettando i Suoi Comandamenti, non c’è democrazia, monarchia, o imperialismo che tenga, e di questo passo, a breve, ad abitare il pianeta Terra, o quello che ne rimarrà, potrebbero ritrovarsi in quattro gatti, muniti di clava, ricoperti di pellami, e occupanti caverne, laddove reperibili!

        • Balqis ha detto:

          Addirittura! È proprio sicura? O si tratta di un desiderio?

        • Adriana 1 ha detto:

          E.A.
          “tornare a Gesù Cristo, riconoscendolo come unico e vero Dio”…e la Trinità dove la mettiamo?

  • Paoletta ha detto:

    E invece e’ andata in tutt’altro modo. E non e’ neanche stupefacente perche’ da sempre al ballottaggio i due partiti rimanenti si alleano per affossare la Le Pen e riescono. Non che mi augurassi questo esito, tuttavia sono contro il tono dell’articolo che fa pensare che gli altri siano migliori di noi… non e’ sempre vero.

  • Maria Anna ha detto:

    Se in Italia siamo politicamente “un po’ più ottusi” questo ci salverà forse dalla Guerra Civile prevista per Parigi da profeti del ns. tempo (Mélanie Calvat e Alois Irlmaier)
    .

  • giuseppina ha detto:

    Mi scuserà questo valido pensatore ma ora, alle 4 di lunedì mattina, posso dire: questo è meglio di Fassino.

  • Sei meglio di Salvini ha detto:

    Sei un veggente pessimo, vince’

  • Topo gigio ha detto:

    Se crediamo che l’uomo sia stato creato a immagine e somiglianza di Dio , la democrazia e’ un metodo di governo che dovrebbe mettere in atto questa sua caratteristica.

  • Giovanni ha detto:

    La demonocrazia, questo il termine che si attaglia alla situazione, è la bestia nera che si presenta sotto le sembianze della democrazia ( la bella creatura ). È un inganno usato dalla seconda per accalappiare. La prima non esiste, è un ologramma fatto di chiacchiere. Riguardo alla Francia credo si accorderanno, la greppia è comune, aldilà dei particolarismi che caratterizzano il ” gioco ” o meglio ancora il giogo.

  • Antonio La Trippa ha detto:

    Articolo immenso. Mai arrendersi. No pasarán.

  • Cristina ha detto:

    Grazie,sempre interessante Fedeli.Dovremmo chiederci: quali sono le cause della nostra inerzia e passività morale?

    • Antonio La Trippa ha detto:

      Sarebbe forse opportuno evitare di dare la fiducia ai vari Mari Draghi e simili, per la formazione dei governi. Soprattutto se nel ‘19 sei arrivato al 34% grazie al sovranismo (e al Basta Euro di qualche anno prima). No, perché poi la gente subodora la presa per il c., capisce che è solo marketing elettorale e si astiene.

      Ma sbagliando si impara. Confido nelle prossime elezioni.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Sono tante ma in primis la carenza di formazione ad una vita sociale attiva ed efficiente. Almeno per noi italiani.

    • Luciano Motz ha detto:

      La causa dell’inerzia degli elettori italiani sta nella mancanza di vere alternative ai partiti del sistema.