Trump – Biden. Ipocrisia Occidentale. Se Joe non ci Sta più, chi Gestisce il Mondo? Vincenzo Fedele.
5 Luglio 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sul caso Biden-Trump, e soprattutto sull’evidente stato confusionale del presidente democratico. Buona lettura e condivisione.
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Trump – Biden – Ipocrisia Occidentale
La settimana scorsa negli USA il dibattito Biden-Trump ha fatto scoprire un fatto sensazionale: Il Presidente USA uscente è molto vicino a non essere in grado di intendere e di volere. Il potere dell’ipocrisia.
Seymour Hersh, che tutti conosciamo, ne ha parlato il giorno dopo, 28 giugno, con un articolo (reperibile quì ) dove si pone alcune buone domande e, in breve, dice questo:
Il vuoto alla Casa Bianca è in corso da mesi, infatti da tempo richiede un cessate il fuoco a Gaza, che non avverrà, e continua a finanziare in Ucraina una guerra che non può essere vinta, rifiutando di aprire negoziati;
L’America non dovrebbe avere un Presidente che non sappia cosa firma.
Elenca testimonianze dirette di persone dello staff presidenziale che testimoniano la demenza senile in atto;
La vera disgrazia non è quella di Biden, ma degli uomini e delle donne che tengono nascoste le sue condizioni;
La nazione sta sostenendo due guerre devastanti, con un Presidente chiaramente non all’altezza, e si parla se continuare o meno la campagna elettorale, senza neanche considerare che sarebbe da discutere del suo ritiro;
Conclude chiedendo se non sia anche il caso di pensare alle sue dimissioni spontanee o, in alternativa, si chiede che fine abbia fatto il 25° emendamento che autorizza il vicepresidente e la maggioranza del gabinetto a dichiarare il presidente incompetente.
Il titolo dell’articolo è: CHI GESTISCE IL PAESE ? (compreso il punto interrogativo).
Non dà risposte a questa domanda basilare, e si fa, da sornione, una ulteriore domanda sul perché di questo dibattito, richiesto dallo staff di Biden, e del perché sia stato programmato adesso.
Mai nella storia c’era stato un dibattito presidenziale a giugno, quando ancora i candidati non ci sono.
Le “convention”, democratica e repubblicana, che ufficializzeranno i propri candidati, si svolgeranno fra qualche mese. Quindi, al momento, non c’è alcun candidato ufficiale alla Presidenza.
Ripeto che un confronto fra candidati, prima che i candidati siano designati, non era mai avvenuto finora.
Una prima domanda sarebbe: perché è avvenuto adesso e su richiesta dello staff di Biden?
Qualcuno dice che i finanziatori di Biden premevano per contrastare, in qualche modo, l’idea invasiva che il Presidente non fosse più all’altezza. Qualcun altro dice che era una mossa per vedere i punti deboli di Biden e prepararsi al vero confronto, a ridosso delle elezioni e comunque dopo la designazione. Altri dicono che erano certi della reattività di Biden che avrebbe, una volta per tutte, accantonato dubbi sulla sua capacità mentale.
Io ritengo che niente di tutto questo risponda al vero.
I democratici, TUTTI, ed il suo staff in particolare sanno da tempo che Biden non è presente a se stesso.
Oltre alle pubbliche gaffe (in italiano TOPICHE), alle cadute, al vagare stralunato a stringere mani inesistenti, sembra che anche qualche capo di Stato che l’ha incontrato abbia fatto apprezzamenti non proprio lusinghieri sull’assenza della sua capacità cognitiva.
Chiarito questo è indispensabile rispondere alla domanda.
Io ritengo che lo staff preposto a fargli da badante, quindi non lo staff “sua sponte”, ma su ordine di chi sta dietro le quinte e dirige la sceneggiata, cerca di cambiare cavallo in corsa.
Non è possibile un cambio senza una motivazione forte. Gli stessi finanziatori hanno dato i soldi alla campagna per Biden, non per altri, e i fondi non possono essere girati ad altri a piacere. I delegati votati per sostenere Biden sono vincolati alle scelte del capo. Solo lui può decidere di ritirarsi e nessun altro può farlo al suo posto.
Occorreva, quindi, un fatto eclatante che mettesse Biden all’angolo per farlo decidere al fatale passo.
A questo punto, però, il panorama si complica. Biden non fa il passo indietro.
La famiglia, con in testa la moglie, lo appoggia e lo spinge a continuare. In un incontro successivo al dibattito sfodera un vigore inusitato, se paragonato all’automa ambulante e stralunato che siamo abituati e vedere. Batte addirittura i pugni e afferma convinto che tutti possono avere una serata storta, cioè quella del dibattito.
Il dibattito fuori tempo, quindi, potrebbe essere stato il modo, per nulla elegante, di obbligarlo a fare quello che mai spontaneamente accetterebbe, cioè ritirarsi dalla corsa per palese sconfitta anticipata.
La reazione, quasi unanime, della stampa fiancheggiatrice è stata bifronte.
Da un lato la sorpresa della debacle “inattesa” e dall’altro un sospetto sostegno iniziale a dibattito avvenuto.
Vengono divulgati sondaggi che lasciano il tempo che trovano, come quello sul divario tra Trump e Biden che è salito a 6 punti mentre tutte le rilevazioni tramite interviste post dibattito lo giudicano inadatto oltre il 67% e solo il 30% cerca di giustificarlo, ma in odio a Trump e non per il valore di Biden.
Per capire meglio la baggianata di questi 6 punti di distacco, occorre anche chiarire che finora il comitato elettorale di Biden aveva avuto a disposizione centinaia di milioni di Dollari, oltre 340, mentre Trump doveva gestire al meglio i circa 70 raccolti. Solo dopo la condanna per le molestie sessuali i finanziatori trumpiani hanno reagito ed hanno allargato i cordoni della borsa. Ora anche Trump può contare i milioni a centinaia.
Nonostante un budget superiore di oltre 5 volte, con spot mandati in onda a getto continuo, soprattutto nei cosidetti Stati in bilico, Biden risultava sempre testa a testa rispetto a Trump.
I 6 punti di vantaggio c’erano già prima del dibattito, frutto dell’offensiva pubblicitaria dei trumpiani con i nuovi fondi a disposizione. Dopo il disastro del dibattito è assurdo che il divario rimanga ai 6 punti precedenti il fattaccio. Ci dovrebbe essere un limite allo sprezzo del ridicolo.
Quindi parliamo di un velo pietoso steso, per un finto appoggio, dai media amichevoli, ma atto a convincerlo che nonostante tutto le elite non lo abbandonano, ma sarebbe nel suo bene rinunciare alla corsa.
Da qui in poi sarà un calvario per il demente Joe.
La copertina del Times è già ferale ed ha fatto il giro del mondo: Tutta rossa. Biden in basso a destra, piccolo, sta uscendo dal foglio mentre in alto a sinistra la scritta “Panic” descrive il sentimento del partito democratico.
Il Times può essere preso a modello dell’ipocrisia che regna da quelle parti.
Finora nessuno dei grandi gruppi aveva avuto sentore della demenza in atto. Tutti a nascondere o a minimizzare l’evidenza. Adesso, tra la sorpresa generale, si scopre che Biden è inadatto a candidarsi.
Il voltafaccia è spietato e totale, ma viene condotto con dolcezza.
Da ora in poi attorno a lui faranno un deserto. Un cimitero. Un’oasi di tranquillità dove non deve sollevarsi alcun venticello traditore che potrebbe sollevare la sabbia e dare l’idea del tornado davanti a cui si trova l’America.
Oltre alla tragedia del personaggio che, se non avesse in mano i nostri destini, a questo punto ispirerebbe tenerezza e compassione, c’è da riflettere sul potere dei media, sulla libertà di stampa, sulle bufale che nessuna OPEN ci segnalerà mai, sull’illusione di chi si fida ancora dei circuiti main stream che dovrebbero essere i cani da guerra contro il potere e, invece, sono solo i cani da guardia a sua difesa per tacere e occultare quando serve, deformare e stravolgere quando è utile, amplificare a comando quando è conveniente, informare in modo creativo quando serve interpretare gli avvenimenti per presentare i piatti nella giusta luce, per farli assaporare con gusto e per non rendersi conto del veleno che viene servito.
Chi opera dietro le quinte non può permettersi una procedura di impeachment contro Biden e neanche il ricorso al 25° emendamento per destituirlo.
I burattinai stanno conducendo due guerre aperte che ci stanno portando alla guerra mondiale fra superpotenze con l’abisso atomico dietro l’angolo oltre a condannare l’Europa al disastro economico.
In Ucraina non si vuole neanche parlare di trattativa e l’unica opzione è il continuo invio di armi e soldi anche se ogni giorno arrivano notizie di conquiste russe di nuovo territorio e gli ucraini al fronte si riducono sempre più di numero. Anche i servi dei servi si allineano. Orban, dopo aver visitato Zelensky a Kiev si propone di andare a Mosca da Putin per aprire spiragli di trattativa e subito l’UE cerca di fermarlo: Non in nome nostro!
In Israele nessuno vede il genocidio in atto. Lo stesso esercito con la stella di Davide si astiene dall’attacco finale a Rafah e, ancora di più, avanza perplessità sull’allargamento del conflitto al Libano che porterebbe in guerra l’Iran. Gli stessi appelli di Biden rimangono inascoltati. Blinken fa il commesso viaggiatore, ma per turismo, non per essere preso in considerazione. Eppure gli USA continuano ad inviare armi ed aiuti di tutti i tipi ad un governo genocida che, si scopre sempre di più, muove le fila ai burattini di Washington che si credono padroni.
Il nodo Taiwan verrà al pettine quando la Cina penserà di essere pronta al confronto o quando vedrà cadere nello sfacelo l’ex impero USA per agire senza colpo ferire.
L’insipienza dei media unita alla malvagità ed alla corruzione dei burattinai è arrivata palesemente al capolinea.
Cercano di sostituire Biden senza avere neanche uno straccio di ricambio.
Kamala Harris non è nemmeno presentabile.
I vari governatori di cui si vocifera non sono candidati credibili e non avrebbero neanche il tempo di farsi conoscere e accettare, oltre a non poter contare sui finanziamenti raccolti a nome di Biden.
Devono convincere Biden a mollare ed a nominare un sostituto. Devono farlo amichevolmente, amorevolmente, prendendolo in braccio per non dargli l’impressione di essere scaricato di brutto. Allora vengono fuori i filmati con moglie, le foto di famiglia che ispirano la tenerezza pelosa di cui parlavo prima.
Tutto purché non venga fuori la vera domanda, visto che il punto vero è che Biden è inadatto a fare il Presidente.
Qualcuno dovrebbe rispondere alla domanda di Hersh e del mondo: CHI GESTISCE IL PAESE ?
Vincenzo Fedele
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Categoria: Generale
Su chi “gestisca il Paese”, diciamo che la democrazia USA non è quello che sembra, ma è quello che non sembra.
Nella condivisione di questo articolo, ritengo comunque doveroso chiedersi a questo punto di quale Ipocrisia Occidentale si sta parlando?! Di quella mediatica (?), di quella politica (?), di quella Cattolica(?), rappresentata quest’ultima, a mio giudizio, da una maggioranza ormai di catto-intellettuali “di nicchia”, in tanti casi evanescenti quanto le loro stesse astrazioni mentali, nonché da un quasi intero Corpo Ecclesiastico evaporizzatosi, e da una moltitudine di indifferenti, di miscredenti, i quali nel loro insieme trovano spesso più interessante ed utile parlare dell’ inquilino della Casa Bianca, anziché di quello di Santa Marta, nella convinzione forse che sia più rilevante l’America della Chiesa Universale e di chi la Governa a decretare le sorti del mondo! Ci si interroga sulla salute psicofisica e sul probabile successore di uno dei tanti burattini mondiali, e sfugge a tanti occhi l’oramai conclamato delirio di Onnipotenza, manifestato diabolicamente da un personaggio le cui elezioni al Soglio Pietrino fanno invidia persino a quelle ultime americane!!! L’Ipocrisia rivelatasi e svelatasi ormai come Menzogna universale, necessita di un combattimento a tutto tondo, coraggioso, in un’analisi serrata dei fatti, di tutti i fatti… che non risparmia e non può prescindere dalla coscienza di ognuno, e dalla libertà personale che ne scaturisce, dal Diritto, che non può mai scavalcare o contraddire quello Divino e le Sue Leggi! Combattere quindi la Menzogna in tutto, ritengo significhi ed implichi difendere la Verità in Tutto, ed oggi la verità passa anche e soprattutto dal riconoscimento della Sede Pietrina usurpata illegittimamente, a seguito dell’invalida rinuncia di Papa BXVI, a sua volta e a suo tempo messa anch’essa a tacere, sommersa ed infangata da una valanga inaccettabile di Ipocrisia Occidentale! Fuori dalla Santa Chiesa e senza il Suo Governo Universale, per mezzo di un legittimo Successore di San Pietro, (in questo caso di Papa BXVI), l’Umanita’ si sta auto-condannando ad una schiavitu’ e dittatura mondiale senza precedenti ed affrontare una tale Prova senza rimanere nella Verità, non può che condurre alla disfatta ( spirituale e fisica), ed altresì all’andare incontro alla cieca a tutte le conseguenze, già predette ed annunciate dalla Parola, ormai incombenti ed imminenti, di cui ne abbiamo già tutti assaporato i preamboli!
Ovvero Obama contro Blinken.
Ho il timore che qualcuno , in Israele, sia stato colto dallo spirito di Masada.
Poiche’ sia Hamas che Hezbollah hanno il sostegno dell’Iran , l’allargamento del conflitto all’Iran potrebbe essere possibile.
Non sappiamo quale sia l’autonimia di Blinken nel governo USA.
Ma una cosa e’ certa : Obama e i suoi sostenitori non vogliono un allargamento del conflitto all’Iran.
Per questo si stanno muovendo. Defenestrare Biden e’ il passo necessario per cacciare Blinken e impedire l’allargamento della guerra sul terreno dell’ Iran
Impedire l’allargamento del conflitto è, a mio modesto avviso, l’obiettivo da perseguire, ma non si capisce dal suo commento se sia anche il suo.
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Grande silenzio sui media italiani e sostanziale boicottaggio del voto (il mantra del “tanto non servono a niente”) per le elezioni presidenziali in Iran. La vittoria di un riformista che parla di “mani tese a tutti”, esprimendo il desiderio della fine delle sanzioni (da 40 anni!!) della popolazione, è la sconfitta di un solo uomo, che non è certo la Guida Suprema Ali Khamenei, ma di Netanyahu, privato del suo cattivissimo nemico preferito che ne giustifica la sopravvivenza politica.
“CHI GESTISCE IL PAESE ?”
Il cosiddetto Deep state, lo stato profondo americano; nulla di losco e complottistico, per una volta: si tratta degli uomini che compongono gli apparati federali americani, come il Pentagono e il Dipartimento di Stato.
L’impero americano (che qui in Europa domina ancora, altro che ex impero) è un impero senza imperatore, il quale potrebbe benissimo farla senza il Presidente, che è nei fatti poco più di un portabandiera della Nazione.
Fonte: Limes, per lo più; e i suoi “redattori”, ovviamente.
Vista sfuggevolmente in tv rivista americana . Copertina..
Deambulatore su sfòndo blu.
Sul davanti del deambulatore il ben noto logo della presidenza USA.
Tranquilli. La Scienze, ossia doctor Fauci, ha detto che Biden sta benissimo.
Povero Biden, povera scienza, povera umanità.
Chi crede ancora alle elezioni demokratike può porsi la domanda. Chi ha capito che da tempo è un imbroglio ha la risposta.
Nel 2020 emerse che anche la più grande democrazia del mondo è manipolabile. Qualche sospetto c’era dal 2001. Nella Chiesa dal 2013, senza scordare il 1978.
Allora, il “deep” combatte il resto delle forze sane dentro molti Paesi e realtà istituzionali.
Il “deep” fortunatamente non ha prevalso, anche se è ancora abbastanza forte.
In UE la pagliacciata continua imperterrita, altrove le mazzate al deep sono vieppiù sonore.
Contrastare il deep abbisogna di canali paralleli, unofficial: ciò che formalmente pare “legale” è un fake.
… ricorda lo lo pseudo-scisma di Ticonio e chi impone candidati deep non esita ad autodefinirsi mafia.
Infatti la mafia che fece saltare in aria Falcone e Borsellino di siculo non spikka una minchia.