COMUNICATO
Iustitia in Veritate esprime solidarietà a Monsignor Carlo Maria Viganò, assicurando certamente la preghiera sempre necessaria affinché la giustizia trionfi, e auspicando che la ricerca della verità non sia limitata e definita dalla mera applicazione di alcune norme canoniche.
Preghiamo per lui e perché sia fatta luce su tutti gli aspetti anche di boicottaggio e travisamento del suo pensiero che può avere sin qui subito, in piena ottemperanza ai nostri principi statutari che prevedono la difesa della libera espressione della fede, ancor più quando la verità – come in questo caso – va ancora accertata.
Siamo di fronte ad un passaggio cruciale di fatti che vanno letti nel quadro più ampio degli accadimenti di questi ultimi anni, che hanno visto l’aggressione feroce ai principi basilari della fede, attaccati anche dall’interno della Chiesa attraverso un’impropria traslazione di norme dello stato nelle istituzioni ecclesiastiche.
A noi interessa andare al di là dei toni che sta assumendo questa vicenda, presentata dalla narrazione mediatica come se fosse appena iniziata, senza fornire lo spessore umano ed ecclesiale di tutto il dibattito.
E dunque vogliamo guardare anche oltre, cioè alla testimonianza dell’Arcivescovo al quale intendiamo liberamente esprimere vicinanza.
La voce di Monsignor Viganò, infatti, è stata sin da subito pronta a denunciare ogni abuso e deriva, volti all’accettazione di un’agenda globalista dichiaratamente contro la persona e la società; e questo giudizio ha infuso in molti la forza di resistere a un potere ostile all’uomo e alla sua dignità.
A noi non interessa scagliarci contro qualcuno, ma difendere la voce di chi ha saputo denunciare le storture a cui abbiamo assistito dentro e fuori la Chiesa – che amiamo -, perché ci sta a cuore chiunque stimoli ad agire a difesa dei diritti inalienabili di Dio, vera origine e fondamento dei diritti inviolabili dell’uomo, affinché il diritto naturale possa tornare a essere limite e fondamento del diritto positivo.
In tale direzione gli appelli di Monsignor Viganò sono sempre stati precisi, lucidi e coraggiosi, diventando un faro scomodo che illumina ciò che si vorrebbe nascondere.
Ci auguriamo pertanto la fine di ogni forma di censura e il trionfo della giustizia anche in questo caso e, mossi da tale desiderio, ci uniamo in preghiera perché sia ristabilita la verità, essenziale per tutti i fedeli che amano la Chiesa incondizionatamente.
Il nostro sostegno, quindi, non vuole entrare nel merito delle implicazioni teologiche della vicenda e delle singole scelte di ciascuno, ma si schiera a difesa della persona contro ogni insulto, sospetto o denigrazione, per opera di chi si scopre solo adesso paladino della fede, progressista o conservatore a convenienza del momento, avendo però taciuto davanti alla vera e propria persecuzione umana e sociale durante l’attacco psico-pandemico.
Con tale animo condanniamo di conseguenza ogni lettura di estremismo mediatico e ci auguriamo che trionfi la Verità per il bene di tutti, onorando la fede e l’attaccamento alla Chiesa di sempre di cui Monsignor Viganò si è fatto interprete.
Milano, 28 giugno 2024
Sant’Ireneo, vescovo e martire
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Questo comunicato dimostra, se ce ne fosse bisogno, quanto credito abbia riscosso Mons. Viganò con le sue denunce accorate, soprattutto fra quei tanti fedeli “invisibili” che non vengono rappresentati sui media e che dunque sono condannati a non avere una voce pubblica. Un plauso dunque a Iustitia in Veritate e tutta la nostra gratitudine al grande Mons. Viganò.
ho letto e riletto il comunicato di ‘ IUSTITIA IN VERITA’ ‘ e in tutto il testo l’aggettivo possessivo “suo” compare UNA sola volta ed è riferito al pensiero dell’Arcivescovo Carlo Maria Viganò e NON ad un gratuito possesso di un “dio” ( quale ch’esso sia ) da parte di una sua creatura.
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i Figli NON sono “proprietà” del Padre : – PATER NOSTER QUI ES IN COELIS . . . . –
“…un potere ostile all’uomo e alla sua dignità.”
Solo qui compare l’aggettivo possessivo e solo al femminile, riferito per di più a “dignità” .
Ma non era questo “suo” cui io mi collegavo. Se alludi al mio intervento. Comunque…. i diritti inalienabili di Dio…
Il mio, il tuo, il nostro, il vostro, il loro. Non sta a te, né a Viganò fagocitare tutti a sé, servendosi dei “diritti inalienabili”. Supposti tali, perdipiù!
“i Figli NON sono “proprietà” del Padre”. Più che d’accordo!
Mons. Viganò è stato massacrato dai media mainstream, e quindi ben vengano i comunicati come questo, che invitano al rispetto per l’illustre prelato!
La transizione vescovile non è scisma?
“la fede e l’attaccamento alla Chiesa di sempre di cui Monsignor Viganò si è fatto interprete.” Come mai? Viganò non solo nega – giustamente – il papato di Bergoglio, ma anche – ingiustamente – quello dei papi successivi a Giovanni XXIII. Di conseguenza, egli stesso è uno scismatico.
Se le ordinazioni assolute sono nulle, Viganò non è vescovo. A meno che i canoni dei concili ecumenici siano reformabili. o meglio, obliabili e nascondibili, pur così chiari.
Viganò ripete le fole complottistiche vecchie più o meno di 20 anni quando iniziarono ad esporsi internettiamente vari antesignani.
Cose false e modaiole.
Il resto del suo retroterra è infondo eterodiretto giacché tutte le argomentazioni contra CVII hanno il loro retroterra nello stesso sabbateismo e frankismo.
E’ normale si sia dovuto accolare la colpa ai modernisti liberali e massoni, dimenticando la reale infiltrazione.
Ma come potrà mai comprendere chi è a destra l’eretico di sinistra, se condividono difatti un’eresia speculare?
Per quanto mi riguarda Vigano è una psy-op e di conseguenza vedere tutti quelli che dovrebbero sgamare certe cose cascarvi denuncia ipso facto la complemetarietà del “mainstream ufficale” coll’ “undeground alternativo”.
Il complottismo è nato aristocratico d’altronde, coe è sempre e dovunque stato appannaggio dei servizi segreti.
Viganò non è l’ultimo dei maneggioni per i ruoli che ha avuto, eppure ci cascano tutti.
Interessante
Interessante. Confermo.
Ci sono anche uccelli che vanno a deporre uova nel nido di altri. E …. tutto è covato dal Dio.
Non ho mai compreso come l’uomo possa “agire a difesa dei diritti inalienabili di Dio”.
Capisco benissimo, invece, come un uomo possa agire a difesa dei diritti del “suo” Dio.
Ma, ammessa l’esistenza di Dio Uno, come può l’uomo affermare che tale Dio è “suo”?
Siamo noi proprietà del Dio od è un Dio la nostra proprietà?
Eusebeia. Un po’ di pio rispetto per tanto Ineffabile Mistero mi sembra di coglierlo nella spontaneità dell’uomo, non nelle dottrine o nella politica di supposte rivelazioni storiche!
Piaga insanabile.
La miglior cosa che noi, poveri servi inutili (evangelicamente parlando) possiamo fare è agire, scrivere, parlare, “ad maiorem Dei gloriam et salus animarum”, come diceva la Chiesa quanfo era ancora cattolica. Adesso è asservita al mondo ed al suo tenebroso principe, ragion per cui ha rinnegato Cristo e tutti i Suoi comandamenti, diventando immanentista, antropocentrista, lutetana, talmudista, massonica….il che è tutto dire. Dio ci salvi da loro !
Caro CATHOLICUS (con o senza ROMANUS sottinteso?), “ad maiorem Dei gloriam et salus animalium onmium” non sarebbe più naturale?
Altro che giocarsi a dadi la sua veste “inconsutile”…a forza di strapparla dalla propria parte l’hanno trasformata in polverosi lacerti.
Ed il RE è nudo!
Rolando, 👍.