J’Accuse di Mons. Viganò. Errori ed Eresie di Bergoglio Rendono Nulla la Sua Elevazione al Trono di Pietro.

28 Giugno 2024 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, riceviamo e volentieri pubblichiamo questa dichiarazione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò.

§§§

J’ACCUSE

Dichiarazione

di S.E. Mons. Carlo Maria Viganò,

Arcivescovo titolare di Ulpiana, Nunzio Apostolico

sull’accusa di scisma

 

“Anche se noi o un angelo dal cielo

vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato,

sia anatema.

Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso:

se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto,

sia anatema.”

Gal 1, 8-9

 

 

“Quando penso che ci troviamo nel palazzo del Sant’Uffizio, che è il testimone eccezionale della Tradizione e della difesa della Fede cattolica, non posso impedirmi di pensare che sono a casa mia, e che sono io, che voi chiamate “il tradizionalista”, che dovrei giudicarvi.” Così l’Arcivescovo Marcel Lefebvre nel 1979, convocato all’ex Sant’Uffizio, in presenza del Prefetto Cardinal Šeper e di due altri Prelati.

 

Come ho dichiarato nel Comunicato del 20 Giugno scorso, non riconosco l’autorità né del tribunale che pretende di giudicarmi, né del suo Prefetto, né di chi lo ha nominato. Questa mia decisione, certamente sofferta, non è frutto di precipitazione o di spirito di ribellione; bensì dettata dalla necessità morale che come Vescovo e Successore degli Apostoli mi obbliga in coscienza a rendere testimonianza alla Verità, ossia a Dio stesso, a Nostro Signore Gesù Cristo.

 

Affronto questa prova con la determinazione che mi viene dal sapere di non avere alcun motivo per considerarmi separato dalla comunione con la Santa Chiesa e con il Papato, che ho sempre servito con filiale devozione e fedeltà. Non potrei concepire un solo istante della mia vita al di fuori di quest’unica Arca di salvezza, che la Provvidenza ha costituito come Corpo Mistico di Cristo, nella sottomissione al suo Capo divino e al Suo Vicario in terra.

 

I nemici della Chiesa Cattolica temono il potere della Grazia che opera per mezzo dei Sacramenti e massimamente il potere della Santa Messa, terribile katèkon che vanifica molti dei loro sforzi e conquista a Dio tante anime che altrimenti si dannerebbero. Ed è proprio questa consapevolezza della potenza dell’azione soprannaturale del Sacerdozio Cattolico nella società che sta all’origine della loro feroce ostilità alla Tradizione. Satana e i suoi servi sanno benissimo quale minaccia costituisca l’unica vera Chiesa al loro piano anticristico. Questi eversori – che i Romani Pontefici hanno coraggiosamente denunciato come nemici di Dio, della Chiesa e dell’umanità – sono identificabili nella inimica vis, la Massoneria. Essa si è infiltrata nella Gerarchia ed è riuscita a farle deporre le armi spirituali di cui disponeva, aprendo le porte della Cittadella al nemico in nome del dialogo e della fratellanza universale, concetti appunto intrinsecamente massonici. Ma la Chiesa, sull’esempio del suo divino Fondatore, non dialoga con Satana: lo combatte.

 

Le cause della crisi presente

 

Come ha evidenziato Romano Amerio nel suo fondamentale saggio Iota unum, questa resa vile e colpevole inizia con la convocazione del Concilio Ecumenico Vaticano II e con l’azione sotterranea e organizzatissima di ecclesiastici e laici legati alle sette massoniche, volta a sovvertire lentamente ma inesorabilmente la struttura di governo e di magistero della Chiesa per demolirla dall’interno. Inutile cercare altre ragioni: i documenti delle sette segrete dimostrano l’esistenza di un piano di infiltrazione concepito nell’Ottocento e portato a compimento un secolo dopo, esattamente nei termini in cui esso era stato pensato. Analoghi processi dissolutori si erano realizzati in precedenza nella sfera civile, e non è un caso se i Papi seppero cogliere nei moti e nelle guerre che hanno insanguinato le Nazioni europee l’opera disgregatrice della Massoneria internazionale.

 

A partire dal Concilio la Chiesa si è dunque fatta portatrice dei principi rivoluzionari del 1789, come hanno ammesso alcuni tra i fautori del Vaticano II e come è confermato dall’apprezzamento da parte delle Logge nei confronti di tutti i Papi del Concilio e del post-concilio proprio per i cambiamenti che i Massoni da tempo invocavano.

 

Il cambiamento, anzi: l’aggiornamento è stato talmente al centro della narrativa conciliare da costituire il marchio distintivo del Vaticano II e porre questa assise come il terminus post quem che sancisce la fine dell’ancien régime – quello della “vecchia religione”, della “vecchia Messa”, del “preconcilio” – e l’inizio della “chiesa conciliare”, con la sua “nuova messa” e la sostanziale relativizzazione di ogni Dogma. Tra i fautori di questa rivoluzione compaiono i nomi di coloro che sino al Pontificato di Giovanni XXIII erano stati condannati e allontanati dall’insegnamento in ragione della loro eterodossia. La lista è lunga e comprende anche quell’Ernesto Buonaiuti, scomunicato vitandus, amico di Roncalli, morto impenitente nell’eresia e che proprio pochi giorni fa il Presidente della CEI Card. Matteo Zuppi ha commemorato con una Messa nella cattedrale di Bologna, come riporta con malcelata enfasi Il Faro di Roma (qui): “Quasi ottant’anni dopo un cardinale del tutto in linea col Papa riparte proprio da un gesto liturgico che ha in tutto e per tutto il sapore della riabilitazione. O almeno di un primo passo in questa direzione.

 

La Chiesa e l’Antichiesa

 

Vengo dunque chiamato dinanzi al tribunale che ha preso il posto del Sant’Uffizio per esser processato per scisma, mentre il capo dei Vescovi italiani – indicato tra i papabili e del tutto in linea col Papa – celebra illecitamente una Messa di suffragio per uno dei peggiori e più ostinati esponenti del Modernismo, contro cui la Chiesa – quella da cui secondo costoro io sarei separato – aveva pronunciato la più severa sentenza di condanna. Nel 2022, sul quotidiano della CEI Avvenire, il prof. Luigino Bruni tesseva in questi termini l’elogio del Modernismo:

 

[…] “un processo di necessario rinnovamento per la Chiesa cattolica del suo tempo, ancora impermeabile agli studi critici sulla Bibbia che si stavano da molti decenni affermando nel mondo protestante. Accogliere gli studi scientifici e storici sulla Bibbia era per Buonaiuti la via maestra per l’incontro della Chiesa con la modernità. Un incontro che invece non ci fu, perché la Chiesa cattolica era ancora dominata dai teoremi della teologia neo-scolastica e bloccata dalla paura controriformista che i venti protestanti potessero finalmente invadere il corpo cattolico.

 

Basterebbero queste parole a far comprendere l’abisso che separa la Chiesa Cattolica da quella che le si è sostituita con il Concilio Vaticano II, quando i venti protestanti invasero finalmente il corpo cattolico. Questo episodio recentissimo è solo l’ultimo di un’infinita serie di piccoli passi, di silenziose acquiescenze, di complici ammiccamenti con cui gli stessi vertici della Gerarchia conciliare hanno reso possibile la transizione “dai teoremi della teologia neo-scolastica” – ossia dalla formulazione chiara e inequivocabile dei Dogmi – all’apostasia presente. Ci troviamo nella surreale situazione in cui una Gerarchia si definisce cattolica e per questo pretende obbedienza dal corpo ecclesiale, mentre allo stesso tempo professa dottrine che prima del Concilio la Chiesa aveva condannato; e che condanna come eretiche, dottrine che sino ad allora erano state insegnate da tutti i Papi.

 

Questo accade quando si toglie l’assoluto al Vero e lo si relativizza adattandolo allo spirito del mondo. Come avrebbero agito, oggi, i Pontefici degli ultimi secoli? Mi giudicherebbero colpevole di scisma, o piuttosto condannerebbero colui che si spaccia per loro Successore? Assieme a me il sinedrio modernista giudica e condanna tutti i Papi cattolici, perché la Fede che essi difesero è la mia; e gli errori che difende Bergoglio sono quelli che essi, nessuno escluso, condannarono.

 

Ermeneutica della rottura

 

Mi chiedo allora: quale continuità si può dare tra due realtà che si contrappongono e contraddicono reciprocamente? tra la chiesa conciliare e sinodale di Bergoglio e quella “bloccata dalla paura controriformista” dalla quale costui ostentatamente prende le distanze? E da quale “chiesa” sarei in stato di scisma, se quella che pretende di essere cattolica si distingue dalla vera Chiesa proprio nella sua predicazione di ciò che quella condannava e nella condanna di ciò che essa predicava?

 

Gli adepti della “chiesa conciliare” risponderanno che ciò è dovuto all’evoluzione del corpo ecclesiale in un “necessario rinnovamento”; mentre il Magistero Cattolico ci insegna che la Verità è immutabile e che la dottrina dell’evoluzione dei dogmi è eretica. Due chiese, certamente: ciascuna con le sue dottrine e le sue liturgie e i suoi santi; ma per il Cattolico la Chiesa è Una, Santa, Cattolica e Apostolica, per Bergoglio la chiesa è conciliare, ecumenica, sinodale, inclusiva, immigrazionista, ecosostenibile, gay-friendly.

 

L’autodestituzione della Gerarchia conciliare

 

La Chiesa avrebbe dunque iniziato ad insegnare l’errore? Possiamo credere che l’unica Arca di salvezza sia allo stesso tempo strumento di perdizione per le anime? che il Corpo Mistico si separi dal Suo Capo divino, Gesù Cristo, facendo venir meno la promessa del Salvatore? Questo non può ovviamente essere ammissibile e chi lo sostiene cade nell’eresia e nello scisma. La Chiesa non può insegnare l’errore, né il suo Capo, il Romano Pontefice, può essere allo stesso tempo eretico e ortodosso, Pietro e Giuda, in comunione con tutti i suoi Predecessori e allo stesso tempo in scisma con loro. L’unica risposta teologicamente possibile è che la Gerarchia conciliare, che si proclama cattolica ma abbraccia una fede diversa da quella insegnata costantemente per duemila anni dalla Chiesa Cattolica, appartiene ad un’altra entità e per questo non rappresenta la vera Chiesa di Cristo.

 

A chi mi ricorda che l’Arcivescovo Marcel Lefebvre mai giunse a mettere in discussione la legittimità del Romano Pontefice, pur riconoscendo l’eresia e addirittura l’apostasia dei Papi conciliari – come quando esclamò: “Roma ha perso a Fede! Roma è nell’apostasia!” – a costoro ricordo che in questi ultimi cinquant’anni la situazione è drammaticamente peggiorata e che con ogni probabilità questo grande Pastore oggi agirebbe con pari fermezza, ripetendo pubblicamente ciò che allora diceva solo ai suoi chierici: “In questo concilio pastorale, lo spirito di errore e di menzogna ha potuto lavorare a proprio agio, piazzando ovunque bombe a scoppio ritardato che faranno esplodere le istituzioni a tempo debito” (Principes et directives, 1977). E ancora: “Colui che è assiso sul Soglio di Pietro partecipa a culti di falsi dèi. Quale conclusione dovremmo trarre, forse in capo a qualche mese, dinanzi a questi atti reiterati di comunicazione con i falsi culti? Non lo so. Me lo chiedo. Ma è possibile che ci troveremo obbligati a credere che il Papa non è Papa. Perché a prima vista mi sembra – non voglio ancora dirlo in un modo solenne e pubblico – che è impossibile che uno che è eretico pubblicamente e formalmente sia Papa” (30 Marzo 1986).

 

Da cosa comprendiamo che la “chiesa sinodale” e il suo capo Bergoglio non professano la Fede Cattolica? Dall’adesione totale e incondizionata di tutti i suoi membri ad una molteplicità di errori ed eresie già condannati dal Magistero infallibile della Chiesa Cattolica e dall’ostentato rifiuto di qualsiasi dottrina, precetto morale, atto di culto e pratica religiosa che non sia sancita dal “loro” concilio. Nessuno di essi può in coscienza sottoscrivere la Professione di Fede tridentina e il Giuramento Antimodernista, perché quanto entrambi esprimono è l’esatto contrario di ciò che insinua e insegna il Vaticano II e il cosiddetto “magistero conciliare”.

 

Dato che non è teologicamente sostenibile che la Chiesa e il Papato siano strumenti di perdizione anziché di salvezza, dobbiamo necessariamente concludere che gli insegnamenti eterodossi veicolati dalla cosiddetta “chiesa conciliare” e dai “papi del Concilio” da Paolo VI in poi costituiscono un’anomalia che mette in seria discussione la legittimità della loro autorità magisteriale e di governo.

 

L’uso eversivo dell’autorità

 

Dobbiamo comprendere che l’uso eversivo dell’autorità nella Chiesa finalizzato alla sua distruzione (o trasformazione in una chiesa altra rispetto a quella voluta e fondata da Cristo) costituisce di per sé un elemento sufficiente per rendere nulla l’autorità di questo nuovo soggetto che si è dolosamente sovrapposto alla Chiesa di Cristo usurpandone il potere. Ecco perché non riconosco la legittimità del Dicastero che mi processa.

 

Le modalità con cui è stata condotta l’azione ostile contro la Chiesa Cattolica confermano che essa era pianificata e voluta, perché altrimenti coloro che la denunciavano sarebbero stati ascoltati e quanti vi cooperarono si sarebbero immediatamente fermati. Certo, con gli occhi di allora e la formazione tradizionale di gran parte dei Cardinali, dei Vescovi e del Clero lo “scandalo” di una Gerarchia che contraddiceva sé stessa apparve come una tale enormità da indurre molti Prelati e chierici a non voler credere possibile che i principi rivoluzionari e massonici potessero trovare accoglienza e promozione nella Chiesa. Ma fu proprio questo il colpo da maestro di Satana – come lo definì l’Arcivescovo Lefebvre – che seppe avvalersi del connaturale rispetto e amore filiale dei Cattolici verso l’Autorità sacra dei Pastori per indurli ad anteporre l’obbedienza alla Verità, forse sperando che un futuro Papa potesse in qualche modo sanare il disastro compiuto e del quale si potevano intuire già gli esiti dirompenti. Ciò non avvenne, nonostante alcuni avessero coraggiosamente lanciato l’allarme. Ed io stesso mi annovero tra coloro che in quella fase travagliata non osarono opporsi ad errori e deviazioni che ancora non si erano mostrati del tutto nella loro valenza distruttrice. Non voglio con questo dire di non aver intravisto quanto avveniva, ma di non aver trovato – a causa dell’intenso lavoro e delle incombenze totalizzanti di natura burocratica ed amministrativa al servizio della Santa Sede – le condizioni per cogliere la gravità inaudita di quanto stava compiendosi sotto i nostri occhi.

 

Lo scontro

 

L’occasione che mi ha condotto allo scontro con i miei Superiori ecclesiastici iniziò quand’ero Delegato per le Rappresentanze Pontificie, poi come Segretario Generale del Governatorato e infine come Nunzio Apostolico negli Stati Uniti. La mia guerra alla corruzione morale e finanziaria scatenò la furia dell’allora Segretario di Sato Card. Tarcisio Bertone, quando – conformemente alle mie competenze di Delegato per le Rappresentanze Pontificie – denunciai la corruzione del Card. McCarrick, e mi opposi alla promozione all’Episcopato dei candidati corrotti e indegni presentati dal Segretario di Stato, il quale mi fece trasferire al Governatorato, perché “gli impedivo di fare i vescovi che lui voleva”. Fu sempre Bertone, con la complicità del Card. Lajolo, ad ostacolare la mia opera volta a contrastare la diffusa corruzione al Governatorato, dove avevo già ottenuto importanti risultati aldilà di ogni aspettativa. Furono ancora Bertone e Lajolo a convincere Papa Benedetto a cacciarmi dal Vaticano e inviarmi negli Stati Uniti. Qui mi ritrovai a dover fronteggiare le turpi vicende del Cardinal McCarrick, compresi i suoi pericolosi rapporti con esponenti politici dell’Amministrazione Obama-Biden e a livello internazionale, che non esitai a denunciare al Segretario di Stato Parolin che non ne tenne in alcun conto.

 

Ciò mi portò a considerare molti eventi a cui avevo assistito durante la mia carriera diplomatica e di Pastore in una luce diversa, a coglierne la coerenza con un unico progetto che per sua natura non poteva essere né esclusivamente politico né esclusivamente religioso, dal momento che includeva un attacco globale alla società tradizionale basata sull’insegnamento dottrinale, morale e liturgico della Chiesa.

 

La corruzione come strumento di ricatto

 

Ecco allora che da stimato Nunzio Apostolico – per il quale l’altro giorno lo stesso Cardinale Parolin mi ha riconosciuto lealtà, onestà, correttezza ed efficienza esemplari – sono diventato un Arcivescovo scomodo, non solo per aver chiesto giustizia nei processi contro Prelati corrotti, ma anche e soprattutto per aver dato una chiave di lettura che mostra come la corruzione nella Gerarchia fosse necessaria premessa per controllarla, manovrarla e costringerla col ricatto ad agire contro Dio, contro la Chiesa e contro le anime. E questo modus operandi – che la Massoneria aveva descritto minuziosamente prima di infiltrarsi nel corpo ecclesiale – è speculare a quello adottato nelle istituzioni civili, dove i rappresentanti del popolo specialmente ai più alti livelli sono in gran parte ricattabili perché corrotti e pervertiti. La loro obbedienza ai deliri dell’élite globalista conduce i popoli alla rovina, alla distruzione, alla malattia, alla morte: e alla morte non solo del corpo, ma anche a quella dell’anima. Perché il vero progetto del Nuovo Ordine Mondiale – al quale Bergoglio è asservito e dal quale trae la propria legittimazione dai potenti del mondo – è un progetto essenzialmente satanico, in cui l’opera della Creazione del Padre, della Redenzione del Figlio e della Santificazione dello Spirito Santo è odiata, cancellata e contraffatta dalla simia Dei e dai suoi servi.

 

Se non parlerete voi, grideranno le pietre

Assistere al sovvertimento totale dell’ordine divino e alla propagazione del caos infernale con la zelante collaborazione dei vertici del Vaticano e dell’Episcopato, ci fa comprendere quanto terribili siano le parole della Vergine Maria a La Salette – Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’Anticristo – e quale odioso tradimento sia costituito dall’apostasia dei Pastori, e da quello ancor più inaudito di colui che siede sul Soglio del Beatissimo Pietro.

 

Se restassi in silenzio dinanzi a questo tradimento – che si consuma con la pavida complicità di molti, troppi Prelati riluttanti nel riconoscere nel Concilio Vaticano II la causa principale della rivoluzione presente e nell’adulterazione della Messa Cattolica l’origine della dissoluzione spirituale e morale dei fedeli – verrei meno al giuramento prestato il giorno della mia Ordinazione e rinnovato in occasione della mia Consacrazione Episcopale. Come Successore degli Apostoli non posso e non voglio accettare di assistere alla sistematica demolizione della Santa Chiesa e alla dannazione di tante anime senza cercare con ogni mezzo di oppormi a tutto questo. Né posso considerare preferibile un vile silenzio per quieto vivere alla testimonianza del Vangelo e alla difesa della Verità cattolica.

Una setta scismatica mi accusa di scisma: dovrebbe essere sufficiente per dar prova del sovvertimento in atto. Immaginate quale imparzialità di giudizio potrà esercitare un giudice che dipende da colui che io accuso di essere un usurpatore. Ma proprio perché questa vicenda è emblematica, desidero che i fedeli – che non sono tenuti a conoscere il funzionamento dei tribunali ecclesiastici – comprendano che il delitto di scisma non si consuma quando vi sono fondate ragioni di considerare dubbia l’elezione del Papa, in ragione del vitium consensus e delle irregolarità o delle violazioni delle norme che regolano il Conclave. (cfr. Wernz – Vidal, Ius Canonicum, Roma, Pont. Univ. Greg., 1937, vol. VII, p. 439).

 

La Bolla Cum ex apostolatus officio di Paolo IV stabilisce in perpetuo la nullità della nomina o dell’elezione di qualsiasi Prelato – ivi compreso il Papa – che fosse caduto in eresia prima della sua promozione a Cardinale o elevazione a Romano Pontefice. Essa definisce la promozione o l’elevazione nulla, irrita et inanis, ossia nulla, non valida e senza alcun valore, “anche se avvenuta con la concordanza e l’unanime consenso di tutti i Cardinali; neppure si potrà dire che essa è convalidata col ricevimento della carica, della consacrazione o del possesso […], ovvero per l’intronizzazione […] dello stesso Romano Pontefice o per l’obbedienza a lui prestata da tutti e per il decorso di qualsiasi durata di tempo nel detto esercizio della sua carica. Paolo IV aggiunge che tutti gli atti compiuti da questa persona sono da considerarsi parimenti nulli e che i suoi sudditi, tanto chierici quanto laici, sono liberati dall’obbedienza nei suoi confronti, fermo tuttavia da parte di queste medesime persone sottoposte, l’obbligo di fedeltà e di obbedienza da prestarsi ai futuri Vescovi, Arcivescovi, Patriarchi, Primati, Cardinali e Romano Pontefice canonicamente subentranti. Paolo IV conclude: Ed a maggior confusione di quelli in tal modo promossi ed elevati, ove pretendano di continuare l’amministrazione, sia lecito richiedere l’aiuto del braccio secolare; né per questo coloro che si sottraggono alla fedeltà e all’obbedienza verso quelli che fossero stati nel modo già detto promossi ed elevati, siano soggetti ad alcuna di quelle censure e punizioni comminate a quanti vorrebbero scindere la tunica del Signore.”

 

Per questo motivo, con serenità di coscienza, ritengo che gli errori e le eresie a cui Bergoglio aderiva prima, durante e dopo la sua elezione e l’intenzione posta nella presunta accettazione del Papato rendono nulla la sua elevazione al Soglio.

 

Se tutti gli atti di governo e di magistero di Jorge Mario Bergoglio, nei contenuti e nelle forme, si dimostrano estranei e addirittura in conflitto con ciò che costituisce l’azione di qualsiasi Papa; se anche un semplice fedele e addirittura un non Cattolico capiscono l’anomalia del ruolo che Bergoglio sta svolgendo nel progetto globalista e anticristiano portato avanti dal World Economic Forum, delle Agenzie dell’ONU, dalla Commissione Trilaterale, dal Gruppo Bilderberg, dalla Banca Mondiale e da tutte le altre tentacolari ramificazioni dell’élite mondialista, ciò non dimostra minimamente la mia volontà di scisma nell’evidenziare e denunciare questa anomalia. Eppure mi si attacca e mi si processa perché vi è chi si illude che condannandomi e scomunicandomi la mia denuncia del colpo di stato perda consistenza. Questo tentativo di mettere tutti a tacere non risolve nulla, ed anzi rende più colpevole e complice chi cerca di dissimulare o minimizzare la metastasi che sta distruggendo il corpo ecclesiale.

 

La “deminutio” del papato sinodale

A questo si aggiunge il Documento di Studio Il Vescovo di Roma che il Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani ha recentemente pubblicato (qui) e il declassamento del Papato che in esso è teorizzato in applicazione all’Enciclica di Giovanni Paolo II Ut uum sint, che a sua volta si rifà alla Costituzione Lumen Gentium del Vaticano II. Appare del tutto legittimo – e doveroso, in nome del primato della Verità Cattolica sancita nei documenti infallibili del Magistero papale – chiedersi se la scelta deliberata di Bergoglio di abolire il titolo apostolico di Vicario di Cristo e scegliere di definirsi simpliciter Vescovo di Roma non costituisca in qualche modo una deminutio del Papato stesso, un attentato alla divina costituzione della Chiesa e un tradimento del Munus petrinum. E a ben vedere, il passo precedente è stato compiuto da Benedetto XVI, che si è inventato – assieme alla “ermeneutica” di una impossibile “continuità” tra due entità totalmente estranee – il monstrum di un “Papato collegiale” esercitato dal Gesuita e dall’Emerito.

 

Il Documento di Studio cita non a caso una frase di Paolo VI: Il Papa [] è senza dubbio il più grave ostacolo sulla via dell’ecumenismo (Discorso al Segretario per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, 28 Aprile 1967). Montini aveva iniziato a preparare il terreno quattro anni prima, deponendo enfaticamente il triregno. Se questa è la premessa di un testo che deve servire per rendere il Papato Romano “compatibile” con la negazione del Primato di Pietro che gli eretici e gli scismatici rifiutano; e se lo stesso Bergoglio si presenta come primus inter pares nel consesso delle sette e denominazioni cristiane non in comunione con la Sede Apostolica, venendo meno alla proclamazione della dottrina cattolica sul Papato definita solennemente e infallibilmente dal Concilio Vaticano I, come si può pensare che l’esercizio del Papato e la stessa volontà di accettarlo non siano inficiati da un vizio di consenso (qui e qui), tale da rendere nulla o quantomeno fortemente dubbia la legittimità di “Papa Francesco”? Da quale “chiesa” mi potrei separare, quale “papa” rifiuterei di riconoscere, se la prima si definisce “chiesa conciliare e sinodale” in antitesi alla “chiesa preconciliare” – ossia la Chiesa di Cristo – e il secondo dimostra di ritenere il Papato proprio appannaggio personale di cui disporre modificandolo e alterandolo a piacimento, e sempre in coerenza con gli errori dottrinali implicati dal Vaticano II e dal “magistero” postconciliare?

 

Se il Papato Romano – il Papato, per intenderci, di Pio IX, Leone XIII, Pio X, Pio XI, Pio XII – è considerato un ostacolo al dialogo ecumenico e il dialogo ecumenico viene perseguito come priorità assoluta della “chiesa sinodale” rappresentata da Bergoglio, in quale altro modo potrebbe concretizzarsi questo dialogo, se non nella rimozione di quegli elementi che rendono il Papato incompatibile con esso, e quindi manomettendolo in modo del tutto illegittimo e invalido?

 

Il conflitto di tanti confratelli e fedeli

 

Sono convinto che tra i Vescovi e i sacerdoti vi siano molti che hanno vissuto e vivono ancor oggi lo straziante conflitto interiore di trovarsi divisi tra ciò che Cristo Pontefice chiede loro (e lo sanno) e ciò che colui che si presenta come Vescovo di Roma impone con la forza, con il ricatto, con le minacce.

È oggi quantomai necessario che noi Pastori ci svegliamo dal nostro torpore: Hora est jam nos de somno surgere (Rom 13, 11). La nostra responsabilità dinanzi a Dio, alla Chiesa e alle anime ci impone di denunciare senza equivoci tutti gli errori e le deviazioni che troppo a lungo abbiamo tollerato, perché non saremo giudicati né da Bergoglio né dal mondo, ma da Nostro Signore Gesù Cristo. A Lui renderemo conto di ogni anima perduta per nostra negligenza, di ogni peccato da essa commesso per causa nostra, di ogni scandalo dinanzi al quale abbiamo taciuto per falsa prudenza, per quieto vivere, per complicità.

Nel giorno in cui dovrei presentarmi a difendermi dinanzi al Dicastero per la Dottrina della Fede, ho deciso di rendere pubblica questa mia dichiarazione, alla quale unisco una denuncia dei miei accusatori, del loro “concilio” e del loro “papa”. Prego i Santi Apostoli Pietro e Paolo, che hanno consacrato la terra dell’Alma Urbe con il proprio sangue, di intercedere presso il trono della Maestà divina, affinché ottengano alla Santa Chiesa di essere finalmente liberata dall’assedio che la eclissa e dagli usurpatori che la umiliano, facendo della Domina gentium la serva del piano anticristico del Nuovo Ordine Mondiale.

 

In difesa della Chiesa

 

La mia non è dunque una difesa personale, ma della Santa Chiesa di Cristo, nella quale sono stato costituito Vescovo e Successore degli Apostoli, con il preciso mandato di custodire il Deposito della Fede e di predicare la Parola, insistere opportune importune, riprendere, rimproverare, esortare con ogni pazienza e dottrina (2 Tim 4, 2).

Respingo con forza l’accusa di aver lacerato la veste inconsutile del Salvatore e di essermi sottratto alla suprema Autorità del Vicario di Cristo: per separarmi dalla comunione ecclesiale con Jorge Mario Bergoglio, dovrei essere stato prima in comunione con lui, cosa che non è possibile dal momento che lo stesso Bergoglio non può esser considerato membro della Chiesa, a causa delle sue molteplici eresie e della sua manifesta alienità ed incompatibilità con il ruolo che invalidamente ed illecitamente ricopre.

 

Le mie accuse a Jorge Mario Bergoglio 

Dinanzi ai miei Confratelli nell’Episcopato e all’intero corpo ecclesiale, io accuso Jorge Mario Bergoglio di eresia e di scisma, e come eretico e scismatico chiedo che venga giudicato e rimosso dal Soglio che indegnamente occupa da oltre undici anni. Ciò non contraddice in alcun modo l’adagio Prima Sedes a nemine judicatur, perché è evidente che un eretico, in quanto impossibilitato ad assumere il Papato, non è al di sopra dei Prelati che lo giudicano.

Accuso parimenti Jorge Mario Bergoglio per aver provocato – a causa del prestigio e dell’autorevolezza della Sede Apostolica che usurpa – gravi effetti avversi, sterilità e morte nei milioni di fedeli che hanno seguito il suo martellante appello a sottoporsi all’inoculazione di un siero genico sperimentale prodotto con feti abortivi, giungendo a far pubblicare una Nota che indicava il suo uso come moralmente lecito (qui e qui). Egli dovrà rispondere dinanzi al Tribunale di Dio di questo crimine contro l’umanità.

Denuncio infine l’Accordo segreto tra la Santa Sede e la dittatura comunista cinese, con il quale la Chiesa è umiliata e costretta ad accettare la nomina governativa dei Vescovi, il controllo delle celebrazioni e le limitazioni alla sua libertà di predicazione, mentre i Cattolici fedeli alla Sede Apostolica sono perseguitati impunemente dal governo di Pechino nel silenzio complice del sinedrio romano.

 

Il rifiuto degli errori del Vaticano II

Mi faccio un motivo di onore l’esser “accusato” di rifiutare gli errori e le deviazioni implicati dal cosiddetto Concilio Ecumenico Vaticano II, che considero del tutto privo di autorità magisteriale a causa della sua eterogeneità rispetto a tutti i veri Concili della Chiesa, che integralmente riconosco e accolgo, così come tutti gli atti magisteriali dei Romani Pontefici.

Respingo convintamente le dottrine eterodosse contenute nei documenti del Vaticano II e che sono state condannate dai Papi sino a Pio XII, o che contraddicono in qualsivoglia modo il Magistero Cattolico (cfr. Allegato I). Trovo a dir poco sconcertante che a processarmi per scisma siano coloro che fanno propria la dottrina eterodossa secondo la quale sussiste un vincolo di unione “con coloro che, essendo battezzati, sono insigniti del nome cristiano, ma non professano integralmente la fede o non conservano l’unità di comunione sotto il successore di Pietro” (LG:15). Mi chiedo con quale improntitudine si possa contestare ad un Vescovo il venir meno di una comunione che si afferma altresì esistere con gli eretici e gli scismatici.

 

Condanno, respingo e rifiuto parimenti le dottrine eterodosse espresse nel cosiddetto “magistero postconciliare” originate dal Vaticano II, così come le recenti eresie relative alla “chiesa sinodale”, alla riformulazione del Papato in chiave ecumenica, all’ammissione dei concubinari ai Sacramenti e alla promozione della sodomia e dell’ideologia “gender”. Condanno parimenti l’adesione di Bergoglio alla frode climatica, folle superstizione neomalthusiana partorita da chi, odiando il Creatore, non può che detestarne anche la Creazione, e l’uomo con essa, fatto ad immagine e somiglianza di Dio.

 

Conclusione

Ai fedeli Cattolici, oggi scandalizzati e disorientati dai venti di novità e dalle false dottrine che vengono promosse e imposte da una Gerarchia ribelle al divino Maestro, io chiedo di pregare e di offrire i loro sacrifici e digiuni pro libertate et exaltatione Sanctæ Matris Ecclesiæ, perché la Santa Madre Chiesa ritrovi la sua libertà e possa trionfare con Cristo, dopo questo tempo di passione. Che quanti hanno avuto la Grazia di essere incorporati ad essa nel Battesimo non abbandonino la loro Madre, oggi sofferente e prostrata: tempora bona veniant, pax Christi veniat, regnum Christi veniat.

 

Data a Viterbo, il giorno 28 del mese di Giugno, Anno del Signore 2024, Vigilia dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

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32 commenti

  • Tamina ha detto:

    Mons. Viganò ha ragione su tante cose, soprattutto per quanto riguarda gli abusi politici e teologici di Bergoglio. È triste, però, che non riconosca i papi del dopo Concilio, sotto i quali pure ha fatto una carriera ecclesiastica brillante. E non è affatto difficile scalzare Bergoglio i farlo cadere dalla sede usurpata.

  • andreottiano ha detto:

    Essere creature nuove in Cristo significa considerare tutte queste questioni “mare”.
    Il mare di cui nei capitoli finali di Apocalisse si dice che “non c’era più”.
    Cieli nuovi e terra nuova, senza il mare (la storia che si dipana nel tempo).
    Così l’essere oltre il tempo ci affaccia nell’eternità: l’essere creature nuove in Cristo.
    Il nuovo sta sopra: SOTTO il sole non c’è nulla di nuovo, perchè è tutto nel tempo.
    Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno, nei secoli dei secoli.
    SOPRA il sole il tempo non c’è perchè c’è l’eternità. Se uno è in Cristo sta lì. Anche qui.
    Cambia tutto: la stessa Gerusalemme, babilonica e prostituita ai regni del mondo, diventa la Gerusalemme celeste sposa dell’Agnello, città di Dio e non degli uomini.
    Agli uomini divenuti creature nuove in Cristo è dato d’esserle cittadini.
    Una città d’oro puro! Senza alcun tempio perché il Signore Dio onnipotente e l’Agnello sono il suo tempio. Senza sole né luna (senza il tempo) perché la gloria di Dio la illumina e l’Agnello è il suo luminare. Sempre giorno, perché lì non vi sarà notte alcuna.

    Quando?
    La domanda è posta nel tempo. Cioè da creature “vecchie” ancora limitatamente di Cristo.
    Ancora abbarbicate alle leggi della terra: così non cambia la scena di questo mondo.

    Come?
    Per Grazia! Non è uno sforzo, perchè il cercare è ancora un’azione collocata nel tempo.
    Invece l’accorgersi dell’eternità, aperta dalla porta stretta di Cristo, permette di correggersi, o meglio di essere corretti, memoria(le) di Cristo, presente adesso, nuova identità di figlio di Dio. Un adesso eterno, perchè in Dio la storia svanisce.

    Lo sguardo sulla terra con lo sguardo di Dio è possibile per la creazione nuova, in Cristo.
    Certe baruffe lasciano il tempo che trovano, pulviscolo… L’anima si salva nell’eternità.
    Gesù si è incarnato per aprire uno sguardo che fa nuovi la terra e il cielo. Senza il mare.

    Diventare cristiani significa uscire dall’ambito di ciò che tutti pensano e vogliono secondo i criteri dominanti, per entrare nella luce della verità sul nostro essere e in questa luce percorrere la via della giustizia. Così Benedetto XVI e 2Pt 3,13.
    E “per vivere secondo Dio dobbiamo credere la verità rivelata da Lui e osservare i suoi comandamenti con l’aiuto della sua Grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l’orazione” (Catechismo di San Pio X).

    La creazione dell’Universo all’inizio dei tempi trova senso e vertice nella nuova creazione in Cristo, il cui splendore supera quello della prima (Catechismo cattolico).

    Il battesimo inserisce la creatura nella possibilità di una trasformazione che può far partecipare della vita divina, nell’eternità, da nuova creatura, da figlio adottivo di Dio.
    La radice di vita della vita soprannaturale, soggetta alla prova (nel segno della croce).

    Nella nuzialità angelica delle nozze che compiono i tempi superando il tempo i figli di Dio aprono lo sguardo e “le cose di prima” sono superate: cessano! Si entra nella creazione primigenia, nella volontà creatrice di Dio, senza la conoscenza del bene e del male che ha introdotto la storia, il mare volubile, l’ingiustizia e la morte. SOPRA il sole.

    Ed è innanzitutto un accorgersi. Uno sguardo che sta oltre. La Grazia della redenzione.

    Anche Mons. Viganò dovrebbe affacciarsi, se no si riduce tutto a regno di questo mondo.

    • Balqis ha detto:

      Niente altro che pulviscolo… Basta fermarsi solo un attimo per rendersene conto.

  • Sereno Graffiante ha detto:

    Mons. Viganò sa che la verità è una sola, diafana e dura come il diamante. E in questo scritto ne dà ammirevole prova.
    La menzogna, invece, è morbida come il velluto e la porpora vi si crogiola.

  • gladio ha detto:

    Errata corrige : dalla sua ” Torre d’ avorio ” non dalla tua

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Scendendo cautamente dagli universali (Massoneria, Concilio Vaticano II e via discorrendo, Codice di Diritto Canonico, Encicliche e Pontefici vari ) ai particolari –Mons. Viganò contro J.M. Bergoglio ( i due protagonisti della grande tenzone in corso)– ho fatto le seguenti considerazioni.
    Anagraficamente Bergoglio , nato il 17/12/36, è più anziano di Viganò , nato il 18/1/41, ma sacerdotalmente sono quasi coetanei. Anzi, Viganò, ordinato il 24/3/68 è leggermente più anziano di Bergoglio, ordinato il 13/9/69. Ne consegue che entrambi hanno frequentato il Seminario negli stessi anni, che corrispondono al periodo fine Concilio Vaticano II – inizio del cosiddetto tempo post-concilio.
    Se fosse vero che la causa di tutto il putiferio odierno risale a quei tempi, come mai Viganò e Bergoglio sono su posizioni diametralmente opposte? Forse perché nei seminari sudamericani si insegnava una teologia diversa da quella che si insegnava nei seminari italiani? O non è piuttosto che i due contendenti hanno personalità diverse e sono nati e cresciuti in ambienti diversi? O perché Bergoglio è un Gesuita e Viganò non lo è? O più semplicemente perché hanno interessi diversi?
    Non mi azzardo a dare risposte anche perché mi si presenta invece una ulteriore domanda: è giusto che per delle beghe tra frati ci vada di mezzo la salvezza di poveri fedeli innocenti e che, non per loro cattiva volontà, son impreparati di fronte a certe questioni?

  • SOLDATO AGLI ORDINI DI CRISTO ha detto:

    Grazie a Monsignor Viganò per la sua trasparenza! Grazie anche per il suo esame degli avvenimenti e della sua preoccupazione di Pastore che amministra in nome di Nostro Signore Gesù Cristo! La Chiesa non la abbandoniamo e ci mettiamo a disposizione del volere di Dio. Prestiamo attenzione a questo volere, prendendoci il tempo per pregare e meditare senza farci troppo assorbire dalle incombenze lavorative che prendono sempre più spazio facendoci spesso disperdere in inutili procedure. Buona Festa dei Santi Pietro e Paolo che meriterebbero di essere festeggiati in due giorni diversi come era molto tempo fa.

  • miserere mei ha detto:

    Nel merito (cioè stando al dato di fatto) non sarebbe stato meglio presentarsi davanti ai giudici?
    Se Bergoglio non è legittimamente il Sommo Pontefice non basta dirlo: non bisognerebbe dimostrarlo?
    Benedetto XVI si è dimesso davvero come si è voluto dar ad intendere fin dal minuto dopo della declaratio?
    A chi fa comodo il gioco di rompere tutto nella Chiesa?
    E soprattutto, per tutti: Gesù che cosa avrebbe fatto?

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Gesù si è lasciato processare, flagellare, coronare di spine e infine crocifiggere. Ma lui sapeva che sarebbe risorto.

  • Anna Maria Mucci ha detto:

    Mi dopmandavo sempre perché Monsignor Viganò esitasse ad esprimere con chiiarezza e secondo Verità la sua opposizione all’operato del”Vescovo” Bergoglio

    Ora finalmente ha denunciato tutti gli errori , le eresie che ha commesso e che rendono noi semplici fedeli incerti se la Santa Messa “una cum Papa Francesco” sia una Messa valida

    Noi fedeli non vogliamo uno scisma. Nella Chiesa, ma un ero Pietro che difenda killer deposito fidei, secondo la volontà de signore.

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    data da Viterbo, la Città dei Papi. ma quali Papi, ci si chiede ?

  • Terminus ha detto:

    Ce qu’il nous importe de savoir pour continuer notre chemin :
    1) les papes après Pie XII sont-ils légitimes ou sont-ils illégitimes ?
    2) l’élection de Bergoglio est-elle valide ou est-elle invalide ?
    3) les actes pontificaux de Bergoglio sont-ils valides ou sont-ils invalides ?
    4) les nominations de cardinaux effectuées par Bergoglio sont-elles valides ou sont-elles invalides ? C’est un problème excessivement important et décisif pour la validité d’un éventuel prochain conclave.

    Logiquement, on devrait trouver les réponses à ces questions dans la rubrique ”Conclusion” de la déclaration d’accusation de Monseigneur Vigano. Et bien, il n’en est rien du tout. De la sorte, Monseigneur Vigano nous ramène à la case départ et nous fait perdre du temps.

    Mais au passage, on doit constater qu’il considère que la Sainte Eucharistie est ”un terrible KATÈKON qui fait échouer nombre de leurs efforts et gagne à Dieu de nombreuses âmes qui autrement seraient damnées.”
    Cette réflexion nous renvoie à la question que Cinzia NOTARO pose à don Curzio NITOGLIA dans une interview, et à la réponse que lui donne NITOGLIA :
    https://www.marcotosatti.com/2024/06/28/lultima-prova-della-chiesa-la-nuova-messa-e-il-nuovo-ordine-mondiale-don-curzio-nitoglia-a-cinzia-notaro/

    Q. On dit que le Vetus Ordo sera aboli. Peut-on affirmer que « Celui qui retient le mystère de l’iniquité » (Th 2, 7) est « Jésus l’Eucharistie » ?
    R. Jésus Eucharistie est l’un des grands obstacles à l’avènement et à la manifestation de l’Antéchrist.

    La question posée est manifestement celle d’une personne qui n’a pas lu l’entièreté de la deuxième épître de Saint Paul aux thessaloniciens ou bien qui n’y a absolument rien compris ou bien qui s’en sert contre Dieu et contre l’Eglise, ce qui est plus probable. Car il est évident que le katèkon, celui qui retient le mystère de l’iniquité, est un personnage humain, non,pas un,personnage divin. Et ce mystère de l’iniquité consiste en l’émergence de ”l’Adversaire, celui qui s’élève au-dessus de tout ce qui porte le nom de Dieu ou reçoit un culte, allant jusqu’à s’asseoir EN PERSONNE dans le sanctuaire de Dieu (le Vatican), se produisant lui-même comme Dieu.” (2 Thess 4).
    Ce n’est donc pas du tout ”Jésus Eucharistie ” qui retient l’émergence du mystère d’iniquité et qui serait un des grands obstacles à l’avènement et à la manifestation de l’Antéchrist. De tels propos sont tout à fait incohérents dans le fait qu’ils portent à croire que ”Jésus Eucharistie” cesserait soudainement de retenir la venuende l’adversaire ou bien serait incapable de la retenir.
    De la sorte, à l’examen, cette question apparaît insidieuse, spécieuse, fallacieuse, diaboliquement élaborée. Elle suggère de conclure que l’abolition du Vetus Ordo réaliserait l’abolition de la Sainte Eucharistie.

    Est-ce bien un acte de foi de penser que Dieu pourrait permettre l’abolition du perpétuel renouvellement (non sanglant) du saint sacrifice de la croix, alors que Jésus-Christ a dit ”Je suis avec vous jusqu’à la fin des temps”, et que la Sainte Eucharistie est évidement la facon la plus réelle de sa présence parmi nous ?

    Et bien logiquement, la réponse de Don Curzio Nitoglia est tout autant celle d’une personne intellectuellement malhonnête et manipulatrice.

    Il ne faut pas s’attendre à ce que ces personnes acceptent d’être confrontées à la réalité décrite par la Sainte Écriture puisqu’ils la manipulent. Et c’est ce qui permet d’établir que ce sont de faux prophètes, des faussaires de Dieu.
    Finalement cet article de Cinzia NOTARO est un article qui décrit Jean-Paul II et Benoît XVI comme les méchants précurseurs de Bergoglio et qui présente don Bergoglio comme un pauvre Judas irresponsable de sa traîtrise.
    Et c’est un peu ce que fait Monseigneur Vigano aussi.

    ”Dis moi qui tu fréquentes, je te dirai qui tu es !

  • Dott. Mendonca Correia ha detto:

    Si tratta di un argomento estremamente delicato…
    Chiunque abbandona totalmente la fede cristiana è un apostata (cfr. CIC 1917, c.1325, §1; CIC 1983, c.751). L’apostata è irregolare per ricevere gli ordini (cfr. CIC 1917, c.985, 1º; CIC 1983, c.1041, 2º). Se un Vescovo (si) devia dalla Fede Cattolica prima di essere elevato a Cardinale o eletto Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, sia l’elevazione che l’elezione (anche se unanime) saranno nulle, invalide e senza effetto (cfr. Paolo IV, Bolla ‘Cum ex apostolatus’, 15/2/1554, N.B.: valida per sempre).
    Jorge Mario Bergoglio ha scritto: «Quiero creer en Dios Padre (…), y en Jesús, el Señor, que me infundió su Espíritu en mi vida (…)» (estratto dal credo composto da lui per la sua ordinazione sacerdotale, citato da J. L. Vásquez Díaz-Mayordo­mo, ‘El Credo del Papa Francisco’, in: ‘Alfa & Omega’ online, 13/12/2015). Bergoglio non ha mai smentito né ritrattato queste parole.
    Chi vuole credere, non crede. Un battezzato che non crede nella Santa Trinità è un apostata. Ora l’apostata, oltre ad essere irregolare per ricevere gli ordini, non può essere validamente elevato al cardinalato né eletto Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica. Quindi, si può affermare che Jorge Mario Bergoglio, oltre ad essere stato ordinato sacerdote irregolarmente, è stato invalidamente elevato a cardinale ed eletto Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica.

    • PRUDENTIA ha detto:

      Mr. si vous comprenez parfaitment l’italien pourquoi vous ecrivez en français. C’est une remarque de votre consideration envers nous les italiens?

    • Tamina ha detto:

      Dott. Mendonca Correia, Potrebbe fornire il link diretto alla citazione? Ne sarei molto grata.

    • Terminus ha detto:

      Réponse à DR MENDONÇA CORREIA,
      Commentaire https://www.marcotosatti.com/2024/06/28/jaccuse-di-mons-vigano-errori-ed-eresie-di-bergoglio-rendono-nulla-la-sua-elevazione-al-trono-di-pietro/#comment-244681
      Cher Monsieur DR MENDONÇA CORREIA,
      Dans votre commentaire, vous écrivez :

      ”On peut donc affirmer que Jorge Mario Bergoglio, EN PLUS D’AVOIR ÉTÉ ORDONNÉ PRÊTRE DE MANIÈRE IRRÉGULIERE, a été invalidement élevé au rang de cardinal et élu Pontife suprême de l’Église catholique.”

      Accepteriez-vous de nous préciser pourquoi vous déclarez que Bergoglio a été ordonné prêtre de manière irrégulière :
      ▪︎ est-ce parce que vous savez qu’il était apostat avant d’être ordonné prêtre ?
      ▪︎ ou bien est-ce parce que vous savez que son acte de baptême ne comporte aucune mention de son ordination diaconale laquelle est nécessaire pour l’ordination sacerdotale licite, comme expliqué ci-après ?

      Selon une enquête (apparemment crédible) publiée début 2023 en quatre parties sur le site espagnol comovaradealmendro, on ne trouve nulle part dans le monde de preuves, de traces ou de témoignages de l’ordination DIACONALE du cardinal Jorge Bergoglio. Ni au Vatican, ni en Argentine, ni ailleurs. On trouve juste sur son acte de baptême la mention ’”ordonné sous-diacre le 30 juillet 1969”, une étape avant le diaconat qui existait avant la réforme liturgique post-conciliaire de 1972.
      Mentions figurant sur l’acte de baptême selon la photographie qui en a été faite et diffusée sur Internet, et dont il y aurait, depuis quelques années, une copie dans une chapelle de la basilique María Auxiliadora à Buenos Aires :
      voir la photographie sur https://comovaradealmendro.es/2023/02/02/no-hay-evidencia-de-que-jorge-mario-bergoglio-fuera-ordenado-diacono-analisis-de-las-gravisimas-consecuencias-i/
      1) les informations de sa confirmation en 1944,
      2) la ligne suivante : « Il a reçu le sous-diaconat le 30 juillet 1969 à la Compañía de Jesús de Buenos Aires » (le mot sous-diaconat est souligné comme pour attirer l’attention sur le fait qu’il ne s’agit pas du diacona). 
      3) Ensuite, après une ligne de séparation, il y a quatre tirets avec diverses informations, écrites avec la même écriture qui est différente des deux précédentes, et concernant le presbytérat (18 décembre 1969), la consécration épiscopale et l’évêque auxiliaire (27 juin 1992), l’archevêque coadjuteur (03 juin 1997) et l’archevêque de Buenos Aires (28 février 1998). 
      Ces quatre mentions ont donc été inscrites en même temps en février 1998, soit 29 ans après la prétendue ordination sacerdotale comme si on avait oublié (???) ou retardé leur inscription pendant tout ce temps. Mais il n’y a aucune mention de l’ordination DIACONALE qui devrait apparaître avant celle de l’ordination sacerdotale.
      C’est probablement alors et pour cette raison que quelqu’un a souligné la mention ”sous-diacre”
      4) ensuite, après une nouvelle ligne de séparation, l’enregistrement de sa création comme cardinal le 21 février 2001.
      5) Enfin, sans plus d’espace dans la marge, au centre de la page, est enregistrée l’élection comme évêque de Rome et successeur de Pierre (13 mars 2013), et le sceau de la Nonciature apostolique apparaît également.

      Merci d’avance pour votre suivi et pour votre réponse.
      Bien à vous.

  • Dino Brighenti ha detto:

    Grazie però bisogna intervenire e subito metterlo in borghese e processarlo con i soci.

  • Adriana 1 ha detto:

    Errore (Orrore)? Affari? Politica? Scienza? Religione?…forse voi lo sapevate, ma io no.
    2022: il Vaticano conia una moneta da 20 E. in argento.
    Su una faccia sono riprodotti 1Medico, 1 infermiere, 1 ragazzo che si sottopone alla vaccinazione. Scena “benedetta” da un crocifisso appeso alla parete. Sull’altra faccia: lo stemma dello Stato Sovrano Vaticano. ( autrici: 2 donne
    -Chiara Principe, Annalisa Masoni ).
    Bruttina assai, tra l’altro.

  • Adriana 1 ha detto:

    Errore (Orrore)? Affari? Politica? Scienza? Religione?…forse voi lo sapevate, ma io no.
    2022: il Vaticano conia una moneta da 20 E. in argento.
    Su una faccia sono riprodotti 1Medico, 1 infermiere, 1 ragazzo che si sottopone alla vaccinazione. Scena “benedetta” da un crocifisso appeso alla parete. Sull’altra faccia: lo stemma dello Stato Vaticano. ( autrici: 2 donne
    -Chiara Principe, Annalisa Masoni ).
    Bruttina assai, tra l’altro.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    –Certo, con gli occhi di allora e la formazione tradizionale di gran parte dei Cardinali, dei Vescovi e del Clero lo “scandalo” di una Gerarchia che contraddiceva sé stessa apparve come una tale enormità da indurre molti Prelati e chierici a non voler credere possibile che i principi rivoluzionari e massonici potessero trovare accoglienza e promozione nella Chiesa. —
    Questo è vero anche per i laici e i comuni fedeli.
    Io, che sono nato quando era Papa PIO XI non avrei mai pensato che fosse possibile ciò che sta accadendo oggi.
    Anzi, ancora oggi, stento a crederci.

  • andreottiano ha detto:

    D’accordo su tutto, ma non mi convince l’indelicatezza verso Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (tra l’altro con molto da distinguere tra i due). Monsignor Viganò cui ha lavorato a stretto contatto e per quanto i due possano essere stati degli inevitabili interpreti del postconcilio indubbiamente ne hanno avvertito le derive e posto in essere i primi freni. Spiace che per attaccare l’indifendibile Bergoglio, servitore di poteri extravaticani, si finisca per considerare collusi anche i quasi martiri (a Giovanni Paolo II hanno sparato e a Benedetto l’hanno recluso).

    • gladio ha detto:

      Ottimo, Andreottiano, ottimo e azzeccatissimo commento . Mi permetta soltanto una chiosa: esorterei mons. Viganò ad uscire dalla tua ” Torre d’ avorio ” , ad entrare in un tribunale ed a sostenere per vie canoniche l’ illegittimità del pontificato bergogliano ; si faccia un bel processo alla luce del sole , davanti al mondo intero : è l’ unica via effficace per smascherare una volta per tutte Bergoglio ed i suoi Lanzichenecchi. Ritirarsi sdegnosamente come fa Monsignore no si approda da nessuna parte e si fa il gioco dell’ Usurpatore.

    • 62peppe ha detto:

      Se Giovanni Paolo Ii e Benedetto XVI non avessero promosso ai vertici della Chiesa Cattolica prelati manifestatamente modernisti, se avessero impedito che nei seminari gli eretici avessero cmpo libero , e avevano tutto il potere di farlo, non saremmo arrivati a questo punto, come era prevedibile che succedesse. Dire la verità circa gli errori dei papi precedenti non significa essere ingenerosi nei loro confronti né sminuire i loro meriti.

    • Paoletta ha detto:

      vero! Per il resto nulla da dire, Bergy e’ una iattura per la Chiesa.

  • Giovanni ha detto:

    Visto che la penso come SER Mons. Viganò, sono sicuro d’ essere scismatico anche io.

  • Carmelo G. ha detto:

    Carissimo Monsignor Viganò,
    Io non ho mai avuto alcun dubbio: o segui Cristo o segui Bergolio. La mia retta coscienza mi impone di seguire CRISTO per la salvezza della mia anima. Che la Santissima Trinità, la Vergine Immacolata, madre di Dio e della Chiesa, gli apostoli e tutti i martiri e i santi del Cielo possano proteggerla e custodirla. Un abbraccio in Cristo! Carmelo

  • Gianfranco ha detto:

    GRANDE, Monsignor Viganò!
    Un vero “Cavaliere senza macchia e senza paura”.
    In mezzo a un mare di CAVILLIERI con molte macchie, e tanta, tanta paura. Dio ce lo conservi.
    Vescovi e cardinali ignavi, battete un colpo!

  • M.A.P. ha detto:

    Io non ho nessun dubbio sulla rettitudine, intelligenza e profondità di pensiero, coraggio, santità di vita, amore per il Signore e per la Chiesa di Mons. Viganò. Tuttavia, il suo giudizio così perentorio di assoluta condanna del Concilio Vaticano II e di tutti i “papi conciliari”, il suo disconoscimento pubblico, e direi solenne, del loro magistero in questa dichiarazione rendono impossibile, nonostante il valore della persona, seguirlo sulla strada che egli indica.

  • Mikhael ha detto:

    Dio la benedica Eccellenza e la illumini in eterno come testimone della Verità.
    Rovina e distruzione per coloro che hanno costituito all’interno di Santa Madre Chiesa il Nuovo Sinedrio coi 71.
    Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat

  • Gabriela Danieli ha detto:

    S.E. Mons. Carlo Maria Viganò,
    Sarebbe davvero auspicabile che un tribunale dichiarasse finalmente la NULLITÀ delle elezioni di Bergoglio.
    ◾per invalide elezioni (Universi Dominici Gregis c.5 n.76 -77;
    ◾ perché già SCOMUNICATO “latae sententiae” sempre da papa S. GPII (Universi Dominici Gregis c.6 79-81) per accordi stabiliti prima del conclave in quel di St Gallen, Svizzera;
    ◾e da papa Leone X, in quanto eretico seguace di Lutero attraverso la bolla “Decet Romanum Pontificem”.
    ◾E per “elezioni nulle”, per decreto sancito da papa Paolo IV attraverso la bolla “CUM EX APOSTOLATUS OFFICIO – NULLITÀ DELLA GIURISDIZIONE PONTIFICALE DI TUTTI GLI ERETICI” c. 6, in quanto, prima della sua elezione a pontefice, Bergoglio si è macchiato del delitto di ERESIA (perché seguace di Lutero) e di SACRILEGIO (ha murato vivo il miracolo Eucaristico nella sua chiesa s Maria a Buonos Aires).

    Ma, se davvero il suo obiettivo è quello di liberare la cattedra di Pietro dall’usurpatore e seguaci per decreto di un giudice, lei deve fare queste dichiarazioni davanti ad un tribunale, se vuole che un giudice Esprima un giudizio sull’antipapa.

    E SOPRATUTTO, bisogna che lei riconosca pubblicamente che L’ULTIMO PAPA STABILITO DA CRISTO È STATO BENEDETTO XVI, se davvero Lei vuole che venga eletto il suo legittimo successore, affinché Cristo possa tornare a governare la Sua Chiesa attraverso la sua persona.

    Ma, se lei non riconosce l’ultimo papa e neppure tutti i papi suoi legittimi predecessori e giudica
    invalido il concilio Vaticano II Lei, non solo GIUDICA CRISTO-DIO, ma per il C. M. n. 202 lei è davvero reo di SCISMA.
    Perche è VERITÀ DI FEDE CHE CRISTO STESSO HA GUIDATO E CONFERMATO il CONCILIO VATICANO II come pure tutti concilii indetti da egittimi pontefici.

    E a RIBADIRE QUESTA VERITÀ È IL SACRO MAGISTERO INFALLIBILE DELLA CHIESA RIBATITO DAI PAPI.
    Come ad es. Pio XII e Leone XIII, Bonifacio VIII, etc.. ⬇️

    Mystici Corporis Christi (29 giugno 1943) | PIO XII

    ◾ CRISTO illumina tutta la sua Chiesa […]
    Egli infonde nei fedeli il lume della fede;
    egli arricchisce in maniera divina i PASTORI e i Dottori, e specialmente il SUO VICARIO in terra, dei doni soprannaturali della scienza, dell’intelletto e della sapienza affinché CUSTODISCANO con FEDELTÀ IL TESORO DELLA FEDE, lo difendano con coraggio, e piamente lo spieghino e diligentemente lo ravvivino;
    🔴 EGLI (Gesù Cristo) INFINE, sebbene non visto, PRESIEDE e GUIDA I CONCILI DELLA CHIESA. (‼️)

    … ◾SEGNO CARATTERISTICO DELLA VERA FEDE E DELLA VERA COMUNIONE È L’OBBEDIENZA AL ROMANO PONTEFICE. (legittimo)
    https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061943_mystici-corporis-christi.html
    ————————
    Satis Cognitum (29 giugno 1896) | LEONE XIII

    ◾“NON ESISTE UN’AUTORITÀ SUPERIORE ALLA SEDE APOSTOLICA ”…..

    🔴“SOLO IL ROMANO PONTEFICE, temporaneamente in carica, HA IL POTERE SU TUTTI I CONCILII, HA IL PIENO DIRITTO E L’AUTORITÀ DI INDIRE, TRASFERIRE E SCIOGLIERE I CONCILII;

    … Per la verità al solo Pietro furono consegnate le chiavi del regno celeste, e a lui, unitamente agli Apostoli, fu dato, per testimonianza della sacra Scrittura, il potere di legare e di sciogliere; ma NON si legge in alcun luogo che gli Apostoli ricevessero questo sommo potere “senza Pietro e contro Pietro”. Così davvero non l’hanno ricevuto da Gesù Cristo.
    Per questo, col decreto del Concilio Vaticano intorno alla forza e alla ragione del primato del Romano Pontefice, non fu introdotto un nuovo dogma, ma asserita l’antica e costante fede di tutti i secoli (del cristianesimo).
    https://www.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_29061896_satis-cognitum.html
    ——