Il Padre di Ilaria Salis Dovrebbe Chiedere Scusa all’Italia, all’Europa, al Mondo. Benedetta De Vito.

20 Giugno 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione queste riflessioni su padri, madri e gesuiti. Di allora (licaoni) e di oggi (budini). Buona lettura e condivisione.

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Io mi ricordo mia madre, ancora giovane e bella, Rideva, in allegria, nel raccontarmi le tante prodezze dei suoi primogeniti miei fratelli, i gemelli, che una ne facevano e cento ne pensavano per farle più avanti.

Io mi ricordo che mi raccontava di quando era stata convocata al liceo Massimo dal professore di greco. Ché uno dei due gemelli, non importa quale dei due, perché erano un tutt’uno (e lo sono anche oggi), nel far la versione in classe aveva cambiato a modo del suo ghiribizzo interiore tutto il senso del compito. Era la storia di una integerrima madre, credo spartana,  che nell’accettare l’orrida punizione di un suo figliolo, poneva, lei stessa, la prima pietra del tumulo che lo avrebbe sepolto vivo.

Il nostro eroe gemello, invece, incapace, credo, di accettare l’atroce verità, aveva scritto che la mammina, nottetempo, si era recata al sepolcro e aveva cominciato a toglier le pietre…

Figlio di mamma come era non poteva accettare la durezza greca. Il professore, un severo gesuita dei tempi andati. Scusatemi, mi cade proprio qui una parentesi graffa. Ecco, la apriamo insieme. Sì i gesuiti di allora.  Non certo i gesuiti di oggi che sembrano, in certe pose fotografiche, degli adolescenti in gita scolastica e di cui, sono sicura, Sant’Ignazio, militare nel cuore, si vergognerebbe non poco. Sì, Ignazio il guerriero, che, per controllare che il segno della Croce fosse ben fatto, metteva del gesso sui polpastrelli dei suoi confratelli che avrebbe lasciato il segno sulla tonaca scura… I gesuiti che portano in onore grande il nome di nostro Signore e non, come accade in quasi tutti gli altri ordini, quello del fondatore. Per questo Papa Sisto V li voleva retrocedere a ignaziani. Ma non ci riuscì. Insomma, i gesuiti di allora che somigliano a quelli di oggi come un licaone a un budino. E chiudo la graffa e vado avanti nel grazioso aneddoto. Il signor professore di greco  aveva sorriso all’italica mammoneria e aveva messo, mi pare, un bel due alla versione.

Ecco, mi è venuto in mente questo acquerello di memoria nel leggere, un giorno sì e l’altro pure, gli spropositi dei tanti genitori, che si fano portavoce dei figli (già adulti) e ne difendono le gesta anche quando si tratta di reati.

Essi, il padre della Salis è soltanto l’ultimo della collanina di papini e mammine, che non han fatto bene il loro compito di educatori e difendono fino allo spasimo le prodezze dei figlioli. E berciano e latrano contro chi dice semplicemente la verità. E qui mi riferisco al papà della Salis. E cioè che una maestrina elementare non dovrebbe andare in giro per il mondo ad organizzare o a compiere attacchi contro chi non la pensa come lei. E che chi è sotto processo deve affrontare il giudizio fino in fondo e non diventare, in fuga, onorevole europea, senza che i dubbi sul suo comportamento (per molti più di un dubbio) non siano stati fugati.

E un padre dovrebbe chiedere venia per non aver adempiuto al proprio ruolo di genitore, chiamato da Dio a far sbocciare la verità nel cuore dei piccoli a loro affidati (che non sono loro, ma doni dell’Altissimo…). Questo nel mondo della madre greca, che pure sgomenta noi moderni, ma in quello di cui scriveva il gemello (e nel quale siamo immersi come in mota argillosa), è invece cosa naturale.

E ora, svelti, bando alle ciance e mettete quel bel cappellino verde sugli alluci e in testa gli scarpettini di raso! Avanti, nel mondo al contrario, c’è posto…

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3 commenti

  • Virro ha detto:

    il sig. Salis si dovrebbe sentire pacificato, la sua educata, non educherà più nessuno (SPERIAMO)

  • scarpe grosse ha detto:

    Pota! Ce n’hai ancora? Ma cosa dici su? Sai mica tu che la colpa che la Salis va al coso lì, come si chiama?, europeo, è degli astinenti ? Ma indove hai studiato? Adesso quella lì dirà si o no alle leggi che mi diranno a me cosa devo fare quando vado in quel posto a fare le mie cose. L’acqua la devo tirare o no ? Pota, cara mia, una volta le cose andavano diversamente, adesso vanno così. Ciao!

  • Nicoletta Trotta ha detto:

    Anche il padre della Cecchettin. Ormai è una moda che, a parente perseguitato o ucciso, il genitore ne diventi l’abile curatore di marketing. Fate i genitori!!