Senza Giurisdizione e Autorità l’Ufficio Papale è Illusorio (cfr. Giovanni Paolo II). Marian Eleganti.

19 Giugno 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mons. Marian Eleganti, a cui va il nostro grazie, offre alla vostra attenzione queste riflessioni molto chiare sul ruolo del successore di Pietro nella Chiesa, rispetto alle altre confessioni cristiane. Buona lettura e diffusione.

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Patriarca d’Occidente?

Dott. Marian Eleganti, vescovo ausiliare emerito,  osb

Sulla homepage della DBK, presentando il documento “Il Vescovo di Roma” si legge: “Alla luce dell’insegnamento del Concilio Vaticano I sul primato della giurisdizione, si impone una rilettura (cioè riformulazione), cioè un’interpretazione e una riformulazione aggiornata che tenga conto delle circostanze storiche e dell’ulteriore sviluppo della dottrina, in particolare attraverso il Concilio Vaticano II”. In questa cosiddetta rilettura, che in questi casi di solito porta a qualcosa di diverso da quanto si era compreso in precedenza, l’enciclica di Giovanni Paolo II “Ut Unum Sint” (25 maggio 1995) è considerata il punto di partenza. Lì si legge al numero 95 dell’enciclica: «Sono convinto di avere una speciale responsabilità al riguardo, soprattutto quando constato l’anelito ecumenico della maggior parte delle comunità cristiane e ascolto la richiesta rivolta a me di trovare una forma di esercizio del primato, che non rinunci affatto all’essenziale della sua missione, ma si apra ad una situazione nuova”. E ancora: “Lo Spirito Santo ci dia la sua luce e illumini tutti i vescovi e i teologi delle nostre Chiese, affinché possiamo trovare insieme con chiarezza le forme in cui questo ministero può realizzare un servizio d’amore riconosciuto dagli uni e dagli altri”.

Subito prima (n. 94), però, Giovanni Paolo II descrive il primato del Papa con le seguenti parole: «Con il potere e l’autorità senza le quali questo ufficio sarebbe illusorio, il Vescovo di Roma deve assicurare la comunione di tutte le Chiese. Questo lo rende il primo tra i servitori dell’unità. Questo primato si esercita a diversi livelli; riguarda la la supervisione vigile della trasmissione della Parola, della celebrazione dei sacramenti e della liturgia, della missione, della disciplina e della vita cristiana. Spetta al successore di Pietro ricordare le esigenze del bene comune della Chiesa nel caso qualcuno sia tentato di dimenticarlo a favore dei propri interessi. Egli ha il dovere di segnalare, avvertire e talvolta dichiarare questa o quella opinione diffusa come incompatibile con l’unità della fede. Quando le circostanze lo richiedono, parla a nome di tutti i pastori che sono in comunione con lui. Può anche – a condizioni ben precise chiarite dal Concilio Vaticano I – dichiarare ex cathedra che una dottrina fa parte del deposito della fede. Mediante questa testimonianza della verità egli serve l’unità». Ma come può funzionare tutto questo senza giurisdizione?

Noi teniamo duro:

  1. Senza potere (cfr. giurisdizione) e autorità (cfr. primato), l’ufficio papale secondo Giovanni Paolo II è illusorio. Ciò significa che non sarebbe più quello che dovrebbe essere: “Con il potere e l’autorità senza le quali questo ufficio sarebbe illusorio, il Vescovo di Roma deve assicurare la comunione di tutte le Chiese”. (94)
  2. Secondo Ut Unum Sint, il primato comprende diversi livelli sui quali il Papa può intervenire «in modo chiarificatore e con autorità». Riguardano la “supervisione vigile” sulla “trasmissione della Parola”, la “celebrazione dei sacramenti e della liturgia”, la “missione”, la “disciplina e la vita cristiana”. Spetta al Successore di Pietro (riassumo) : a) tutelare il bene comune della Chiesa, b) ammonire, c) condannare le visioni erronee che contraddicono l’unità della fede. d) Può parlare a nome di tutti i pastori che sono in comunione con lui ed e) può presentare ex cathedra una dottrina affinché tutti credano. Infine: «Con questa testimonianza della verità egli serve l’unità».

A mio avviso, il “servizio dell’amore” da lui suggerito, sul quale vale la pena riflettere, non può significare qualcosa di completamente diverso, come un primato onorario del patriarca d’Occidente senza giurisdizione sugli altri in Oriente e sugli altri cristiani che sono stati finora separati da.

A mio avviso, con il “servizio dell’amore” non può esserci un doppio standard o una doppia verità in relazione all’ufficio di Pietro senza decostruirlo: uno per la Chiesa Cattolica Romana (il Patriarcato Latino, per così dire) con massima giurisdizione secondo il Concilio Vaticano I su tutta la Chiesa e uno per le altre Chiese e comunità ecclesiastiche (uscite dal protestantesimo) precedentemente separate (patriarcati d’Oriente) e senza giurisdizione su di esse.

A mio parere, questa non sarebbe una rilettura del Padre I (Pastor eternus), ma piuttosto la sua abolizione. Poiché presupponiamo che il dogma dell’infallibilità del Papa e del suo primato giurisdizionale esprima infallibilmente la verità sull’ufficio di Pietro e sia stato definito nello Spirito Santo, esso deve applicarsi a tutti i cristiani. Non è possibile tornare ai tempi precedenti.

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1 commento

  • Amparo ha detto:

    Está clarísimo. Sin una potestad de jurisdicción y no sólo de honor el Oficio Papal sería ilusorio. El Papa Juan Pablo II fué muy claro en la Encíclica. Son ellos, los modernistas, quienes quieren revisar y reinterpretar, no sólo el Concilio Vaticano I y la Constitución Dogmática Pastor Aeternus, sino el mismo Concilio Vaticano II (véase el capítulo III de la Constitución Lumen gentium, al principio, donde se declara el poder y la razón de ser del sacro Primado del Romano Pontífice, en continuidad con el Vaticano I) sino incluso, ¡audacia maligna!, la imisma Encíclica Ut unum sint.
    Esto demuestra, una vez más, que quienes ocupan actualmente el Vaticano son impostores, mentirosos y enredantes, y buscan apoyarse en los Papas postconciliares para hacerles decir lo que éstos nunca dijeron. Retuercen sus palabras, las tergiversan como ya ocurrió en Amoris laetitia.