Elezioni Europee e il Livello di Oppressione è al Massimo. Che Fare? Vincenzo Fedele.
19 Giugno 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione la terza parte della trilogia sulla recenti elezioni europee. Buona lettura e diffusione.
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CHE FARE ?
Abbiamo esplorato l’esito delle pseudo elezioni europee, commentando la diserzione delle urne (vedi qui) e il risultato di partiti e partitini (vedi qui).
Il vero punto, però, è cosa facciamo o dovremmo fare noi a fronte dello stato di fatto.
Iniziamo dal prendere atto che noi siamo nello sbando più totale.
Se ne fossimo coscienti sarebbe già un buon inizio per reagire, il grave è che non ce ne rendiamo neanche conto.
Avevo già anticipato, commentando l’astensione, che il problema è più grande di quanto sembra, quindi cerco di spiegare perché la penso così.
Il Potere, da sempre, cerca di difendere se stesso.
Nei rapporti tra Stati con la diplomazia, con restrizioni o accordi economici, con alleanze pro o contro qualcuno e, come ultima spiaggia, con la guerra aperta.
Nei rapporti fra Stato e cittadini il potere può essere attaccato con le sommosse (dagli scioperi ai forconi ed alle rivoluzioni) oppure con il voto contrario.
Noi abbiamo abdicato a tutte queste nostre opzioni.
Ora si proclamano scioperi solo quando conviene alla sinistra e non per difendere i cittadini, il posto di lavoro o aumenti salariali. I forconi sono stati squalificati e non abbiamo fatto nulla per appoggiarli o difenderli. Di rivoluzioni neanche a parlarne.
Abbiamo anche rinunciato a deporre una scheda nell’urna.
Inutile girarci attorno: tutte le giustificazioni che mettiamo in campo non reggono e possono servire, al massimo, per anestetizzare la nostra coscienza.
In nessun periodo storico siamo stati tanto schiacciati, con il nostro consenso.
Mai era stata accettata una segregazione forzata e consenziente come durante il COVID.
Mai avremmo accettato limitazioni delle libertà personali come per il GREEN PASS che ha coinvolto tutto e tutti, dai giochi dei bimbi ai giardinetti alla perdita del lavoro per chi non si adeguava, all’ostracismo, alla derisione e quant’altro.
Mai avremmo accettato le menzogne plateali su tutta la guerra in Ucraina. Sulle origini, sulla conduzione e sulla futura conclusione.
Mai avremmo accettato di chiudere gli occhi sul genocidio a Gaza.
La manipolazione ha raggiunto vertici inimmaginabili ed ha raggiunto i propri obiettivi.
Il mondo è stato trasformato in un gregge di pecore ubbidienti e rassegnate, quando non contenti ed entusiaste.
I pochi che hanno cercato di reagire sono stati emarginati, dipinti (quando andava bene) come strani e diversi, comunque gentaglia da cui guardarsi.
La parola “complottista” l’ha fatta da padrone squalificando senza appello chiunque avanzava dubbi su qualsiasi punto del dissenso.
Complottista, ormai, non è chi pensa, gestisce e attua i complotti, ma è chi li smaschera.
Per il primo c’è la comprensione, o almeno il beneficio del dubbio, per il secondo la morte civile e l’emarginazione aggravate, per buon peso, da altri epiteti, da paranoici a fissati a terrapiattisti e via etichettando, denigrando ed abbattendo nella condivisione generale.
Questo è il panorama che abbiamo di fronte.
Le elezioni europee l’hanno solo evidenziato in modo più forte e solenne.
Escludendo, al momento, sommosse e rivoluzioni, l’unico strumento che il Popolo ha in mano per modificare qualcosa è la scheda elettorale.
Utilizzarla nelle elezioni europee non avrebbe neanche comportato controindicazioni istituzionali, proprio perché il Parlamento Europeo non conta nulla.
Qualsiasi fosse stato il risultato non ci sarebbero stati stravolgimenti istituzionali.
Si sarebbe, però, mandato un messaggio forte e chiaro al Palazzo che il Popolo non è proprio, o non del tutto, un popolo bue che, oltre ad essere tradito e cornuto, è anche contento di essere mazziato.
Le alternative c’erano, ma sono state snobbate.
Degli errori dei partitini ne ho parlato, e molti altri se ne possono aggiungere.
Delle azioni del Palazzo per emarginarli, deriderli, farli scontrare fra di loro, pure.
Non ci torno. Qui voglio parlare di noi.
Non a caso sto utilizzando, per il titolo, una frase storica del peggior ideologo e dittatore del XX secolo, anche se è comodo criminalizzare solo Stalin per chi vuole continuare a santificarlo.
Che fare per evadere da questo recinto anestetizzante?
Che fare, una volta liberati, per aiutare gli altri a liberarsi?
Prima ancora che organizzativo è un problema di coscienza e di coscienze.
Dobbiamo, anzitutto, renderci conto di essere prigionieri. In seconda battuta trovare forza, voglia e modi per liberarci e solo alla fine ragionare sui modi per organizzarci e reagire.
Per rendere l’idea, ricordo una discussione in un ritiro spirituale dove si è usato una metafora per invitarci al ragionamento:
Cosa serve per accendere una candela ?
Qualcuno ha detto qualcosa, iniziando dagli accendini. Io, credendomi furbo e sapiente, ho spiegato i tre presupposti indispensabili: il combustibile (lo stoppino), il comburente (l’ossigeno) e la temperatura d’innesco (l’accendino).
Ovviamente la riflessione non verteva su questo e, per farla breve, l’oratore ci ha fatto riflettere su un fatto indispensabile per accendere la candela, cui anche io, guardando solo gli aspetti tecnici, non avevo mai pensato:
Rendersi conto che la candela è spenta e, poi, avere voglia di accenderla.
Puoi avere tutto quello che serve, ma se non ti rendi conto che la candela è spenta non penserai mai di accenderla.
Se non ti viene la voglia di farlo non ti adopererai mai per agire, anche se hai gli strumenti a disposizione.
Noi gli strumenti li abbiamo, anche se si possono, e si devono, affinare e migliorare.
Ci manca la consapevolezza o la voglia o entrambi.
Siamo anestetizzati e siamo continuamente alla ricerca di giustificazioni che ci tranquillizzino sulla bontà e sulla correttezza della nostra deleteria indifferenza.
Non vogliamo essere risvegliati, anche perché in fondo è bello sognare e illudersi.
Non vogliamo essere liberati, anche perché non ci sentiamo prigionieri.
E’ la sindrome dello schiavo nella grotta, ma non siamo nell’antica Grecia di 3.000 anni fa.
Siamo qui e adesso.
Siamo in Matrix, dove Orpheus dice a Neo la stessa cosa: “gli schiavi si opporranno alla liberazione, e lotteranno per continuare a vivere così, perché non sanno di essere schiavi”.
Sorridevo a leggere qualcuno dei commenti al mio articolo sulle astensioni.
Insieme ad osservazioni pertinenti, di cui ringrazio, sono stato additato per aver citato Lupi. Il testo è li, scritto in modo leggibile e, più o meno, in lingua italiana:
“Lupi sarebbe da prendere comunque a calci per certe sue posizioni, ma fra un Lupi ed una Renzulli, che sponsorizzava le politiche gender, non ci sono dubbi su chi scegliere.”
Non mi sembra che la mia citazione di Lupi fosse proprio una sua santificazione.
Citare una frase fuori dal contesto per squalificare il “nemico” è prassi della sinistra. Prendo atto che anche da noi è entrata nel lessico comune.
Non è, invece, entrato nel lessico incazzarsi per qualcosa.
Non è stato “sdoganato”, per dindirindina.
Io continuo a pensare che arrabbiarsi è una cosa e incazzarsi è altra cosa. Se uno è incazzato è incazzato. Non è arrabbiato o deluso o disilluso o altro: è incazzato.
Come diceva (cito a memoria) il grande Gianfranco Funari: “se uno è stronzo, jè devi dì che è stronzo. Nò jè poi dì che è uno sciocchino”.
Purtroppo abbiamo paura anche delle parole. A volte ne stravolgiamo il significato ed anche il contesto, pur di non affrontare il problema che ci pongono.
Cosa dirò a chi mi accuserà di aver citato Lenin? Basta il fatto che ho cercato di non nominarlo?
Dittatore è una brutta parola?
Cosa avrà pensato Giancarlo Giannini quando ha capito cosa vuol dire “fotogenico”?
Non amo rispondere ai commenti e tanto meno auto-citarmi.
Queste citazioni sono solo funzionali a cogliere un fenomeno che ci auto-limita.
Ci aggrappiamo, a nostro uso e consumo, alle parole per illuderci di essere nella ragione nel nostro dolce far niente?
Sono stato anche informato che il Parlamento Europeo non serve a nulla e non ha poteri. Se si fosse letto l’articolo, insieme a tutti gli altri precedenti, forse era chiaro che ero già informato della novità. Era uno dei motivi per andare a votare.
Chi non è andato alle urne con convinzione, cosa ha fatto per esternare la propria incazzatura e la propria disillusione, oltre a dialogare con me?
Si è incatenato al Colosseo? Ha scritto al suo senatore di fiducia? Ha scritto alla rubrica di qualche giornale o giornalone? Ha perso un po’ del suo tempo per chiarire ai fratelli quale sia il suo pensiero sulle cose che non vanno e come reagire? Ha fondato un nuovo partito duro e puro? Si è organizzato in altro modo?
Penso che, nel 90% dei casi (voglio essere buono), ci siamo limitati al lamento compassionevole.
E’ sempre e comunque colpa degli altri, mai la nostra.
Chiudendo la parentesi, e sapendo che comunque non è chiusa, perché è fra le basi dello sfacelo in cui ci troviamo, andiamo avanti e vediamo cosa fare per un sano risveglio.
Dobbiamo imparare a leggere quello che non c’è e quello che non ci dicono, altrimenti non ci accorgeremo mai che la candela è spenta e quindi non ci verrà neanche la voglia di accenderla.
Il mondo è già cambiato e non ce ne rendiamo conto.
I BRICS hanno già surclassato i Paesi del G7, ma noi pensiamo che sia ancora vero quello che ci fanno credere, ossia che il G7 è il sale della terra.
Usando dati americani, altrimenti sono di certo bufale, espongo alcuni fattori a paragone:
La popolazione (Dati 2022) dei BRICS è il 45 % di quella mondiale, quella del G7 è del 10 %. Nel 1990 era il 12%, quindi siamo in regresso in assoluto, oltre che minoritari nel paragone.
L’incidenza dei Paesi del G7 sul PIL mondiale era del 66% nel 1990, oggi è del 43%. La percentuale sul commercio mondiale era del 52 %, oggi è del 27%.
Nel 2023 la produzione totale di petrolio del G7 era del 29%, contro il 41% dei Paesi BRICS, e non erano ancora conteggiati Arabia Saudita e Iran in quota BRICS.
Anche per il futuro, il contributo alla crescita dell’economia mondiale nel quinquennio 2024-2029 è stimato nel 20% per i Paesi del G7, contro il 44% dei Paesi BRICS.
Tutti gli indicatori, ed evito di aggiungere altri dati, certificano che noi siamo in caduta libera mentre gli altri volano. Non parliamo poi degli aspetti finanziari.
L’economia USA si è retta sul debito con trilioni di Dollari emessi a fronte di niente, con costi a carico nostro, per finanziare le elite USA, e devono ritornare a casa con la de-dollarizzazione cavalcante. L’economia americana sarò strozzata dalla sua stessa ingordigia.
Nelle nuove tecnologie all’avanguardia sono i cinesi e non certo l’occidente.
Negli armamenti i russi sono 15 anni avanti agli americani in tutti i settori.
Ne ho parlato nei molti articoli sulla geopolitica mondiale e cito questi punti solo come promemoria e per sottolineare un fatto evidente: non è che il mondo cambierà.
E’ già cambiato.
Ce lo nascondono solo per perpetuare se stessi e farci pensare che siamo soli e siamo illusi se riteniamo di poter reagire al loro strapotere.
Non è così e quando lo realizzeremo sarà tardi. Ne saremo travolti e saremo impreparati.
Non sarà comunque un mondo di latte e miele. E’ bene riflettere anche su questo.
La Cina non è la panacea dei mali occidentali, rimane una dittatura atea e comunista che travolge e snatura l’individuo.
L’esatto contrario della millenaria civiltà cristiana occidentale.
Putin non è un filantropo disinteressato. Voleva, e vuole, essere europeo, ma l’abbiamo costretto ad abbracciare la Cina e solo una normalizzazione dei rapporti potrà riportare il popolo russo al di qua degli Urali, dove è sempre stato il suo posto.
Adesso sembra, cioè ci fanno credere, che il problema sia la Le Pen. Scomodano anche Mbappè dagli europei di calcio per fare da supporto alla narrazione. Per contrappasso potremmo spiegare noi a lui come si gioca a calcio, ma lasciamo perdere.
Il problema non è la Le Pen.
E’ sempre e solo il Potere che cerca di perpetuare se stesso.
Se alle europee si fosse affermato in Francia il partito comunista di Melenchon sarebbe stata la stessa cosa.
Per noi sarebbe stato peggio, perché Melenchon non ha un seguito realmente francese. I voti li raccoglie fra i mussulmani francesi (naturalizzati o di seconda e terza generazione), ma la reazione sarebbe stata uguale. Adesso stanno cercando, e ci riusciranno, di spaccare il Partito Repubblicano che vorrebbe appoggiare la Le Pen.
E’ il Potere che cerca di preservarsi con tutti i mezzi.
Anche se Macron è alla frutta lo dipingono come uno statista che può condizionare la NATO (invio truppe, fornitura di Mirage aiuti economici all’Ucraina), l’Europa (dove è isolato) e gli USA (con Biden che, ben oltre la demenza senile, neanche lo vede), mentre è solo un triste burattino incapace di gestire il crollo dell’Impero che fu.
La Francia è attanagliata dalla crisi economica acuita dal proprio distruttivo orgoglio, dai mancati introiti dal furto continuo ai popoli africani, adesso interrotto, dall’isolamento in Europa, dal crollo dell’asse Parigi-Berlino, dall’irrilevanza mondiale.
La mossa disperata di indire elezioni in 15 giorni, preannunciando che comunque lui rimarrà al suo posto, forse servirà a logorare la Le Pen, non ad evitare il crollo francese.
Stesso panorama, con i dovuti distinguo, da noi.
Credo che la Meloni non sia certo favorevole ad aborto, eutanasia e mondo LGTB.
Non è entusiasta neanche della NATO e penso che stimi Putin e il popolo russo.
Si trova, però, in un meccanismo di blocco che le impedisce qualsiasi movimento estemporaneo. Chiunque vada al suo posto potrà comportarsi solo e unicamente così finchè il sistema non crolla e, come detto prima, sta già scricchiolando prima dello sfacelo finale.
Non è una difesa d’ufficio della Meloni, anche se non mancheranno accuse in merito.
Chiunque arrivi al suo posto si troverà con il cappio al collo. Si può obbedire perché si è costretti (penso sia il caso della Meloni) o in modo entusiastico (Draghi, Mattarella, Conte, Monti, ecc.).
Occorre eliminare il cappio, prima di pensare a fare le cose giuste e concretizzare gli slogan che prevedono prima l’Italia.
E’ solo una constatazione dei fatti e i fatti dicono che siamo accerchiati.
Certo si può abbandonare il campo, invece di temporeggiare ed attrezzarsi, ma si chiama tradimento.
Trent’anni fa, quando sono stati fondati i BRICS, sarebbe stato velleitario pensare ad insidiare e ribaltare subito il mondo unipolare. La pazienza e la perseveranza dei cinesi, uniti agli errori madornali degli USA, alla loro arroganza ed alla certezza di avere già vinto, hanno fatto il resto, ed oggi il mondo è già multipolare e non è più a guida USA.
Alterno fatti nostrani a scenari internazionali sia perché tutto è intrecciato, sia perché occorre toccare con mano e con esempi pratici il cambiamento epocale che stiamo già vivendo, ma di cui neghiamo a noi stessi l’evidenza.
Se non ci rendiamo conto di questo non saremo mai pronti né ad accettare il cambiamento ne a muoverci per indirizzarlo, attuarlo o accelerarlo.
Con l’intelligenza artificiale possono convincerci di quello che vogliono. L’hanno fatto (vedi COVID) anche senza, figuriamoci cosa potranno ottenere con questi nuovi formidabili strumenti.
Noi possiamo usare solo la nostra intelligenza naturale. Ma dobbiamo iniziare a farlo.
Chiarito che dobbiamo tirare fuori la nostra determinazione, occorre ragionare anche su “CHE FARE” e come organizzarci.
Non ho, e forse non ci sono, ricette salvifiche.
Posso dire che si deve iniziare dall’umiltà.
L’umiltà di non pensare di avere la verità in tasca, di pensare di essere tutti utili ma che nessuno è indispensabile, di essere certi che da soli non si può fare nulla. Fare, cercando di fare bene, nel settore in cui siamo esperti, ed affidarci ad altri che ci sono vicini, pur controllando che percorrano la retta via.
Gli embrioni della rivolta ci sono tutti, anche se sono stati sprecati due anni, dalla fine del COVID, che potevano essere utilizzati molto meglio.
Abbiamo tutte le competenze necessarie e, dove dovessero mancare, si possono ricercare.
Abbiamo tutte le idee e le ricette che servono e sappiamo anche che sono quelle corrette: dalla Dottrina Sociale della Chiesa in giù sino a quanto proponeva Chesterton più di un secolo fa ed a quanto propone adesso Ettore Gotti Tedeschi. La teoria del distributismo è sempre attuale, anche se pochi la conoscono. La nostra idea di scuola è vincente. La nostra idea di immigrazionismo è quella corretta e non lucrare sulla tratta di essere umani. Sappiamo che le “norme” in uso nel mondo sono solo clave da usare contro gli avversari USA e modificare a comando per gli amici, ma la convivenza civile si basa su regole certe e sicure sempre e comunque, soprattutto con i forti ed i violenti.
Massacrare decine di migliaia di persone a Gaza si chiama Genocidio e non difesa preventiva.
Abbiamo tutto quello che serve, come per la candela di prima. Dobbiamo solo utilizzarlo.
Serve un nuovo partito? Forse no. Ci sono già troppi gruppuscoli uno contro l’altro armato.
Serve unire le forze per raggiungere qualche obiettivo? Certamente si.
Come fidarsi di questi partitini che finora hanno dato tanti cattivi esempi di personalismi, disorganizzazione e quant’altro?
Anche qui, non ho ricette precostituite.
Si potrebbe pensare ad un incontro fondativo di ricomposizione e ricostruzione di tutto il movimento? Forse si.
Si potrebbe pensare di mettere nella direzione degli uomini di provata fede e impegno? Forse si.
Gli uomini non ci mancano di certo.
Pensate ad un “gruppo di garanti” che, come primo impegno, dichiarino di non candidarsi ad alcuna carica pubblica in modo da indirizzare senza il dubbio di ritorni personali.
I primi nomi che mi vengono in mente li abbiamo tutti sotto gli occhi: Silvana De Mari, Ettore Gotti Tedeschi, Marco Tosatti, Aldo Maria Valli, Massimo Viglione; l’elenco non può mai essere esaustivo quindi mi fermo qui.
Anche fra quanti si sono già impegnati, con esiti dubbi, ci sono molte persone valide. Si possono coinvolgere associazioni cattoliche attive e seguaci del Vangelo, soprattutto quelle tradizionaliste.
Si può, e si deve, iniziare a lavorar all’interno delle Parrocchie dove tutti noi conosciamo dei santi sacerdoti che potrebbero darci spazio che poi dovremmo conquistarci, soprattutto fra i giovani.
Si possono mobilitare i molti giornalisti non ancora appecorati e, oltre a quelli che conosciamo, i molti free lance che, nonostante tutto, continuano ad inviare reportage dal Donbass o da Gaza.
Medici e infermieri che non hanno chinato la schiena insieme ad avvocati che hanno veramente assistito gratuitamente clienti in cause per COVID e green pass, escludendo chi si è approfittato delle disgrazie per lucrarci sopra in modo indegno.
Penso che ci siamo capiti su cosa intendo. Non sarà semplice e non sarà esaustivo.
Non vanno bene le mie idee? Aspetto che ce ne siano di migliori, ma mettiamoci al lavoro.
Ci saranno mille altre cose da fare e prevedere, ma ogni lungo viaggio inizia con un primo passo.
Ci sarà da presidiare ed ampliare i social, divulgarli in alternativa alla stampa asservita. Ribattere alle bufale (basta con “fake news”) che si moltiplicano con l’intelligenza artificiale.
Molte altre cose che scopriremo vivendo, ma iniziamo a muoverci e ad organizzarci.
Il nostro obiettivo non è domani, ma dopodomani SI.
L’esempio dei BRICS, che ho ricordato sopra, non è solo per dire che il sistema sta crollando e che dobbiamo essere pronti e preparati, è anche per indicare la pazienza che dobbiamo avere nel costruire giorno per giorno senza aspettarci ricompense immediate.
Ho sempre ammirato i costruttori di Cattedrali che iniziavano i lavori sapendo che non avrebbero visto la conclusione della loro opera, che molte volte durava più di un secolo e non avrebbero avuto i loro nomi neanche su una targa commemorativa. Non l’avremo neanche noi.
Ma lavoravano al meglio delle loro capacità a maggior Gloria di Dio. Iniziamo a farlo anche noi.
Neanche Roma è stata costruita in un giorno.
Iniziamo. A noi la battaglia a Dio la vittoria.
Vincenzo Fedele
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Categoria: Generale
Buongiorno. Si è cercato col lanternino anche una mini alternativa di voto: ma COME fidarsi di singoli appartenenti ad esecutivi che hanno sostenuto ad esempio ciò che l’allora Ministra della Giustizia dichiarava: “ L’intervento giuridico sull’obbligo… – condiviso da tutto il Governo – è in linea con l’obiettivo di accelerare il completamento del piano di…, priorità su cui l’intero Esecutivo è concentrato”. Anche molti “meno peggio” erano favorevoli, o si sono
nascosti nel non presenziare in aula al momento della votazione:: cos’è questo, un motivo di fiducia, per coloro che si sono “massacrati “ e affidati incessantemente alla Provvidenza, per non perdere magari l’unico posto di lavoro in famiglia? Forse adesso, temere i “lupi vestiti da agnelli” (famigerato simbolo) è opportuno almeno quanto temere i lupi “dichiarati” e, in alcuni casi, di più.
Se siete liberi di scrivere le vostre opinioni su internet non si capisce perché vi sentiate oppressi….
Ma qualcuno era così ingenuo… leggi scemo… da illudersi che ci fosse a man salva calata da cielo la Democrazzzzia… senza aver modo di dirigere condizionare e condizionare votanti e votazioni?…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
«Chi non è andato alle urne con convinzione, cosa ha fatto per esternare la propria incazzatura e la propria disillusione, oltre a dialogare con me?
Si è incatenato al Colosseo? Ha scritto al suo senatore di fiducia? […]»
Ha ricevuto la caffettiera della dottoressa De Mari:
https://www.brigataperladifesadellovvio.com/blog/psicopatologia-dell-astensionismo
Volevo chiederle se conosce Forza del Popolo. Partito anti UE,EURO,NATO,LGBT+, e contro tutto lo sterco derivante dall’ordo-liberismo usa.
L’età media dei lettori di questo blog qual è?
Cerchi rivoluzionari tra i pensionati?
Fra i nomi del tuo futurogrupppo
Malgrado il rischio di essere tacciati forse di scarso pragmatismo, riprovo e continuo a ribadire il mio pensiero, ossia che il problema non risiede tanto nella mancata focalizzazione degli eventi, che via via viene realizzandosi in molti ( ovviamente non in tutti), quanto la quasi totale assenza della contestualizzazione di tali eventi,che in così breve tempo sono precipitati e sfociati in un’ aberrante realtà! Le varie formule proposte nell’articolo, per quanto di buon senso e di buoni intenti, potevano, anzi dovevano sicuramente essere messe in atto molto tempo fa, in tempi appunto non così avanzati, seppure già sospetti… quando per anni è continuata ad imperversare “tangentopoli” sempre e solo su un’unica classe politica… quando era già evidente un abuso e sopruso del potere mediatico… quando già imperversavano le propagande abortiste… le campagne d’odio a carico di tizio e poi di caio…l’occupazione scolastica, ecclesiastica, istituzionale…fino al golpe a danno del governo nel 2011, per arrivare a quello in Vaticano. Da lì ci siamo ritrovati letteralmente ed all’unisono ( a livello planetario!) catapultati nell’attuale abominevole realtà del “niente sarà più come prima “… e per un credente cattolico esimersi dal fare anche una lettura biblica di tali eventi e dei Tempi che li contraddistinguono costituisce, a mio parere, una grave lacuna, se non un gravissimo errore che non permette di accorgersi neanche di chi oggi ha occupato illegittimamente il Trono Pietrino, tanto da considerarlo alla stregua di un Monti, di un Letta o di un Draghi qualsiasi, che per anni si sono scambiati i ruoli e le campanelle! Tutto ciò diventa tanto assurdo, da non permettere neanche di rendersi conto di quali siano le forze infernali oggi spiegate in campo, il loro tempismo e la loro effettiva potenza, che senza un vero Ritorno e Ricorso al Signore, sarà umanamente impossibile fermarle, ed uscirne incolumi, quanto meno salvi!!!
Sono lieto che Lei cerchi di fare qualcosa per salvare il salvabile!
e credo che se vuole procedere in questa direzione occorre organizzarsi:
per iniziare si potrebbe istituire un comitato (ad es. con i soggetti che ha citato) per definire una strategia ed una organizzazione finalizzata all’aggregazione di tutti i soggetti utili allo scopo.
In queste attività, se vuole, potrei dare un valido supporto esterno.
Cordiali saluti
ESR