Josemaria Escrivà de Balaguer, il Ricordo di un Anonimo Innamorato della Santità.
18 Giugno 2024
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, un amico di lunga data, che preferisce restare anonimo, offre alla vostra attenzione questa testimonianza di affetto e devozione verso il fondatore dell’Opus Dei. Buona lettura e meditazione.
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Caro Marco, tu mi conosci e spero tu voglia concedermi il diritto alla riservatezza sul mio nome, non vorrei né” incenso né mirra “ (soprattutto mirra,come posso prevedere, usata per “disinfettare ed imbalsamare “…). Mi firmerò pertanto, se me lo permetti, “innamorato di San Josemaria Escrivà de Balaguer”, il Santo che avrebbe potuto concorrere, con il suo carisma, a cambiare il mondo. Carisma, ohimè, spesso confuso e mal interpretato.
Il 26 giugno prossimo, ricorre la festa di San Josemaria Escrivà. Non ho alcuna speciale investitura per ricordarlo, se non la gratitudine a Dio per la Sua vocazione ed il contagio che mi ha trasmesso. Io credo che la Sua spiritualità sia proprio quella necessaria in questi tempi. Non nonostante questi tempi, ma proprio in questi tempi,in questo mondo contemporaneo. Che Lui aveva perfettamente inteso.
Se mi metto a pensare a cosa sta succedendo al mondo (che il tuo Stilum Curiae, spesso ben rappresenta), nella civiltà occidentale cristiana e persino nella Santa Chiesa Cattolica Apostolica e romana, io mi inquieto, mi inquieto molto. Ma rileggendo gli scritti specifici di San Escrivà, abbandonando la mia intelligenza nelle mani di Dio (come insegnava ), la mia inquietudine viene subito contagiata da intuizioni di ordine spirituale interiore che mi permettono meglio di intendere il mondo esteriore e conformare le mie intenzioni.
San Josemaria insegna infatti una spiritualità per vivere in questo mondo, senza mondanizzarsi, valorizzandolo. Perché la fede cattolica sa soddisfare la nostra intelligenza, sa dare la speranza necessaria, sa risolvere ogni nostra ansietà. San Josemaria insegna come cambiare questo mondo apprendendo a vivere le virtù teologali,anzitutto. Poi insegna a mettere la Croce nella nostra intelligenza (non solo sul petto) perdendo la superbia del “sapere” e imparando a distinguere conoscenza da sapienza. Fondendole però insieme.
Ma tutto ciò senza ingenuità, bensì mettendo in guardia che “ciò che va bene ai lupi non va bene agli agnelli..”.
Invitando a non – chiamare prudenza la VILTA’- .
Con parole chiare San Josemaria ( Solco, 115) scrive che “a volte penso che i nemici di Dio e della Chiesa, che sono pochi, vivono della paura di molti buoni e mi riempio di vergogna “.
La crisi di santità in questo mondo di oggi,si direbbe fosse stata la Sua maggior sofferenza. Diceva che “ è più accessibile esser santi che sapienti, ma è più facile esser sapienti,che santi “. Ma forse viviamo oggi anche una crisi “di sapienza”? Io credo di si.
Pensandoci dovremmo riconoscere che è più naturale cercare di essere santi, sembrando invece piuttosto innaturale il non sforzarsi per esserlo. Ma la confusione maggiore oggi sembra proprio essere il non distinguere ciò che è “naturale o innaturale”, no? Perché?
Forse ciò è anche dovuto al fatto che i più autorevoli responsabili della ricerca di santità, nello sforzo di imitare Cristo, son arrivati a “identificarsi” così tanto con Lui, al punto di pensare di saper discernere e sentenziare come fossero loro Cristo? Forse?
Tutto ciò solo per contribuire a ricordarlo il 26 giugno. Perché merita conoscerlo opportunamente. Grazie Marco.
(Un anonimo innamorato di San Josemaria Escrivà de Balaguer.)
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Tag: escrivà, opus dei, santità
Categoria: Generale
Umiltà
Penso che si tratti di non esporsi con gli amici e con la dirigenza dell opus dei che in questa fase bisogna riscrivere le costituzioni alla luce della lettera ad tuendum carisma e del successivo moto proprio che declassa l opus dei a istituto clericale di diritto pontificio e i suoi fedeli li riporta in tutto e per tutto sotto l autorità del loro parroco dell ordinario del posto . Non più membri della prelatura.
E poi non ultimo nell opera a motivo di uno spirito di corpo e obbedienza alle direttive tacite o esplicite dei dirigenti e prelati e della assoluta riverenza e obbedienza al papa Il Cristo in terra ,anche se papà francesco ha derubricato il titolo di vicario di Cristo , non tanto facilmente si può esprimere con chiarezza e forza un dissenzo su temi delicati come questo pena sorrisetti e sufficienza per cui si tace .
Particolarmente pregnante la citazione di “non chiamare prudenza la VILTÀ”, da ricordare ai capi attuali dell’Opus Dei, proni al Bergoglio… Sembra infatti che ciò che San Jose Maria si impegno’ a costruire con passione sia svanito come neve al sole. E che i membri – numerari e non – di questa prelatura una volta gloriosa siano diventati niente più che una claque idiota che plaude al suo aguzzino (ovviamente, con le dovute eccezioni).
“È più faciledire che fare. Tu…, che hai quella lingua tagliente, come un’ascia, hai provato qualche volta, anche solo per caso, a fare bene ciò che, secondo la tua autorevole opinione, gli altri fanno meno bene?”
SAN JOSEMARIA ESCRIVÀ DE BALAGUER
Interessante.
Splendida testimonianza grazie
Splendida testimonianza
San Escriva’ inedito . Bene
San Escriva’ inedito . Bene
Ho trovato curioso che chi ha scritto questo bel ricordo abbia voluto mantenere l’anonimato . Perché?
Umiltà, credo.
e’ vero . Grande Santo, forse il maggior santo del XX secolo.
Bella testimonianza. !
Ed anche dotato di un carattere forte .