Il Vaticano e S. Marta diventano sempre più una filiale della Corea del Nord: “PAPA FRANCESCO “IMBAVAGLIA” LA STAMPA VATICANA: GLI AUDIO DELLE UDIENZE NEL PALAZZO APOSTOLICO, PRIMA ASCOLTABILI IN DIRETTA, NON SARANNO PIÙ DISPONIBILI – I TESTI DEI DISCORSI PREPARATI NON SARANNO PIÙ DIFFUSI SOTTO EMBARGO – NIENTE PUNTI STAMPA SULL’AEREO, BERGOGLIO PREFERISCE LUNGHE INTERVISTE FIUME”. “Papa Francesco, dopo la frase sulla “frociaggine” giro di vite ai giornalisti: testi in embargo e audio col contagocce Papa Francesco ha deciso di stringere ulteriormente i rubinetti con la stampa accreditata in Vaticano“
Il turpiloquio e certe frasi del S. Padre, prima hanno costretto la Sala Stampa Vaticana ad edulcorare e correggere certe frasi del Papa nelle versioni ufficiali pubblicate, e ora si decidere di chiudere tutti i rubinetti della comunicazione e di vietare, di fatto, le dirette (privilegio dei giornalisti della Sala Stampa).
I bei tempi dei rifiniti e perfetti discorsi di Benedetto XVI (ma anche di Giovanni Paolo II) sono finiti.
Da fonti interne in Vaticano si parla di totale “incontrollabilità” di Francesco durante gli incontri e si teme il suo costante turpiloquio che non giova alla sua immagine.
Grazie a Franca Giansoldati che, come tutti i giornalisti de Il Messaggero, è in “sciopero di firma” per il cambio del direttore del giornale.
QUIDagospia.
Luigi C.
Il Messaggero, 9 Giugno 2024
Gli incidenti di comunicazione sono tanti. Parole fraintese e fraintendibili, altre pronunciate senza immaginare le conseguenze (spesso diplomatiche), o discorsi modificati sul momento che sono andati a creare scompiglio. Se si analizzano questi undici anni di pontificato affiorano autentiche bufere che hanno costretto Papa Francesco a correre ai ripari con il suo entourage impegnato a metterci una toppa anche se a volte risultava poi peggio del buco. Persino correggendo i virgolettati dei passaggi più controversi. L’ultimo grande incidente planetario si è verificato sulla risposta data a un vescovo italiano, durante la assemblea della Cei. Nonostante Bergoglio si fosse raccomandato di non dire nulla ai giornalisti (che non erano presenti, fatta eccezione di quelli dei media della Cei) la frase choc sulla frociaggine nei seminari è ugualmente uscita dalle sacre mura (come del resto era prevedibile).
Papa Francesco stanco di far fronte a continue emergenze comunicative che gli danneggiano l’immagine e appesantiscono la sua azione di governo ha deciso di stringere ulteriormente i rubinetti con la stampa accreditata in Vaticano. Così alla già lunga serie di restrizioni già in vigore (impensabili ai tempi di Wojtyla e Ratzinger ) ne ha aggiunte altre. Con decorrenza immediata molti degli audio delle udienze ai gruppi nel palazzo apostolico che prima erano ascoltabili in diretta in sala stampa, non saranno più disponibili, così come i testi dei discorsi preparati. Sono sempre stati diffusi in embargo in attesa della loro lettura per agevolare il lavoro della stampa. Solo le catechesi relative all’udienza generale del mercoledì e alla preghiera dell’Angelus resteranno immutate e diffuse. I testi che, invece, saranno distribuiti ai giornalisti saranno solo quelli pronunciati dal Papa in modo da garantire al Vaticano una certa vigilanza sulle frasi a braccio del pontefice.
In parole povere più fuori onda. Un cambiamento di rotta motivato dalla necessità del Papa di non gettare involontariamente altra benzina sul fuoco.
Questi provvedimenti vanno ad aggiungersi ad altre barriere che Bergoglio ha innalzato col tempo. Per esempio il divieto di organizzare i pool per la stampa internazionale durante le visite dei Capi di stato, o anche le domande delle interviste sull’aereo, durante i viaggi internazionali, che da alcuni anni sono di fatto ingabbiate sempre per limitare domande scomode. Sono ammesse domande solo se hanno una attinenza diretta al paese visitato e alla sua storia. I giornalisti in questa fase del pontificato segnata da grandi lacerazioni interne alla Chiesa vengono tenuti a debita distanza. Francesco preferisce scegliere i suoi interlocutori per interviste fiume.
Ultimamente ha creato un moto di proteste dentro la Chiesa il passaggio di una intervista rilasciata alla CBS in cui nega il diaconato alle donne a dispetto delle promesse fatte a più riprese soprattutto alla Chiesa tedesca che spinge con forza su questo punto. Un altra grana la aveva creata la conversazione avuta in privato con i parenti dei palestinesi di Gaza ricevuti poco dopo il 7 ottobre. A loro il Papa avrebbe parlato di genocidio da parte degli israeliani come i palestinesi avevano raccontato ai giornalisti. Allo stesso tempo però altre incongruenze emergevano per le parole affidate ai parenti delle vittime israeliane, definendo terroristi i miliziani di Hamas.
Nel 2020 Francesco – per via di queste bufere mediatiche – fu costretto persino a far diramare una nota a tutti i nunzi apostolici per chiarire le sue parole sui gay e le leggi in discussione nei parlamenti. Il polverone si era sollevato dopo che il Papa – in un filmato sul suo pontificato – disse di approvare le leggi civili per le coppie omosessuali anche se questo risultava in palese contrasto con la dottrina della Chiesa, fino a quel momento mai sconfessata, scatenando vivaci proteste di vescovi e cardinali. Nello stesso tempo però il regista del film, Evgeny Afineevsky – suo amico – confermava ai giornalisti che il Papa in persona aveva avuto modo di guardare il filmato integralmente e di fatto lo aveva approvato.
Poi sono arrivati i testa-coda sulla guerra in Ucraina. A cominciare da quell’“abbaiare della Nato ai confini della Russia” come se l’intervento contro Kiev fosse stato “provocato” dalla Nato, fino alla richiesta di resa contenuta in una altra intervista (alla televisione svizzera) in cui parlava del coraggio di issare la bandiera bianca. In una altra occasione definì i ceceni e i buriati crudeli (una intervista ad America, la rivista dei gesuiti).
Gli episodi che hanno offerto materiale per le polemiche non sono mancate. Parlando a braccio disse che «alla fine ogni femminismo finisce con l’essere un ‘machismo’ con la gonna». Una definizione non proprio felice visto che il machismo era stato condannato persino in un documento vaticano. Oppure quando ad un ragazzo autistico in una videochiamata disse: «Allora ci rivedremo all’inferno». Il Papa lo aveva chiamato dopo avere ricevuto una toccante lettera in cui raccontava le difficoltà vissute per colpa del Coronavirus. Il ragazzo, Andrea, ogni mattina si metteva davanti alla tv a seguire la messa che il Papa celebrava all’epoca a Santa Marta durante il Covid.
Poi anche il casus belli delle sculacciate ai bambini capricciosi, del calcio nel sedere ai corrotti, dei cattolici che fanno figli come conigli, del pugno a chi gli offende la mamma e delle offese alle suore acide e zitelle. Solo per citare le più note.
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Ma scherziamo?
Per una volta che ha detto la cosa giusta!!!!
Magari continuasse così
GAIA LAUDA
1. La frociaggine si sa /
è virtù a SantaMa’ /
E fa fare gran carriera /
a chi ne ha fatta una bandiera.
2. Sulla sedia, oppla’ oppla’, /
quel novizio è sistema’, /
e se a tiro è il chierichetto /
gli sistemo anche il c***tto.
3. Padre Martin e Ricca’, /
la gaiezza è approva’. /
Maledetto sia il froc*etto /
tutto cotta pizzi e merletto!
(tratto da ‘Laudi Bergoglione’)
4. Gaia vita che passione /
all’udienza e sul bancone. /
Ogni lode al mio sovrano /
se mi salva il deretano!
(fine. Tratto da ‘Laudi Bergoglione’)
Bergoglio in crescendo…
Ricordo che un tempo nei locali pubblici di basso profilo (osterie, soprattutto) venivano esposti cartelli con la scritta: SONO VIETATI IL TURPILOQUIO E LA BESTEMMIA.
Che simile divieto divenisse necessario in Vaticano non lo avrei mai e poi mai immaginato.
Mi diceva un santo confessore, ora defunto, della parrocchia del Vaticano: “Dove vuoi mai che il Diavolo lavori di più se non tra i Santi!”.
Che in Curia pullulino i serpentelli, pronti a passare i propri pettegolezzi alla stampa, non mi stupisce affatto. Se qualcosa del genere avvenisse, ad esempio, in un’azienda privata, l’autore di una simile scorrettezza verrebbe buttato fuori per aver violato l’ovvia riservatezza. La Chiesa cattolica, però, non è un’azienda privata e quindi risulta molto vulnerabile di fronte a simili miserie di soggetti che, evidentemente, vivono di questo.
Credo, comunque, che sia sempre stato così, tanto più se si pensa a che tipo di ambiente chiuso sia la Curia romana. Ricordo che mi colpì molto un cardinale che, riferendosi ad un suo collega che in quel momento si trovava a passare nello stesso corridoio dei palazzi vaticani, dopo averlo salutato, rivolgendosi ai suoi interlocutori, abbassando la voce, disse “‘o puorco”…
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Un po’ di più mi sorprende l’ipocrisia di chi fa finta di non sapere che razza di Circo Barnum sia l’informazione, che ultimamente vive di pettegolezzi e non si occupa più di notizie (sorvolo su alcuni ben noti “giornalisti”, che fanno passare per notizie le proprie romanzesche invenzioni…). Il Papa, in un colloquio non aperto al pubblico, ha detto una parolaccia: questa sarebbe una notizia?
Cara Balqis. Condivido, salvo “La Chiesa cattolica, però, non è un’azienda privata e quindi risulta molto vulnerabile di fronte a simili miserie di soggetti che, evidentemente, vivono di questo.”
Insomma è un’istituzione di Peccatori che legiferano sul Peccato in uno scandaloso conflitto di interessi.
A murare la fogna poi ti esce la r…a. Della serie: il marciume che uno ha dentro prima o poi trabocca; si può cercare di nasconderlo quanto si vuole ma l’unico risultato è che quando tracima è ancora più dirompente.
Ma sei sicuro, Federico caro, che si tratti proprio e solo di marciume?
La Chiesa ha appena finito di cantare: Regina coeli LAETARE, alleluja!
Da questo verbo latino deriva in italiano la parola “letame” che rende belle e rigogliose le piante per dare buoni e profumati frutti.
Il mondo senza letame non sarebbe mondo. E Gesù ammonisce di non toglierlo di mezzo perché recherebbe danno alle pianticelle che danno il pane a tutti!
Donde tanta fobia? Si deve avere più paura di Dio o del Demonio? O è meglio adoperarci di essere semplici come colombe ed astuti come serpenti?
Buon pomeriggio, Rolando. C’è una domanda per te e per Adriana, oltre che per il Matto in un commento all’ing. Zerbini. L’ho scritta adesso, quindi probabilmente non è ancora visibile.
Da semplice ti rispondo che il letame porta una quantità di malattie che non te ne fai un’idea; farà senz’altro bene ai fiori ma sarei curioso di sapere cosa ne penserebbero tua moglie, i tuoi figli, i tuoi ospiti e soprattutto i tuoi vicini se ti riempissi la casa di letame… A quel punto ti auguro che la prudenza dei serpenti ti sia di conforto.
Tesoro caro, ma neppure il frumento, il mais, i fagioli, le patate, ecc… crescono in casa. Quindi qui non serve letame! Quanto agli ospiti, se hanno bisogno di far letame (m’intendi vero?), cerco di presentargli dei servizi in ordine e soprattutto disinfettati e puliti.
Per inciso: la Geenna di cui Gesù parla nel Vangelo mi pare fosse proprio un letamaio pestilenziale; e non era propriamente identificato come luogo di delizie bensì come inferno.
Si dà il caso che ci fosse anche il fuoco in continuazione.
Quindi disinfezione in Geenna e fumi e vapori nocivi in Gerusalemme!
Controprova: gli agricoltori dei Paesi Bassi, quelli tedeschi e francesi, erano molto “lieti” di spalmare col “letame” Prefetture e Municipi, per esprimere il dovuto, lieto entusiasmo per i provvedimenti economici dell’UE in materia di abbattimento mascherato della loro attività.
Peccato che il manico della scure stia nelle mani dell’
UEropa.
👍🏼
Io penso che la terminologia di papa Francesco lo renda più sincero, amabile ed umano.
E che, forse involontariamente, tradisca le miserie di una Istituzione che si autodefinisce “immacolata sposa di Cristo senza ruga e senza macchia”
Non tanto per la parola “frociaggine” che si è costretti ad intenderla tutta e solo al maschile all’interno della formazione e del sacerdozio cristiano romano, ma perché evidenzia che all’interno di tale Istituzione la Donna non può assolutamente godere di tutti i diritti dell’uomo maschio.
Ha chiesto scusa, ma resta a servizio dell’umano! Servus servorum Dei.
Caro Rolando,
Cesare Zavattini sdoganò alla TV la parola “caxxo”: ora Bergoglio sdogana la parola “frociaggine”. L’uno faceva lo scrittore e regista, l’altro fa il Papa. In qualche modo entrambi hanno impiegato un linguaggio poco “petaloso”, ma, mi pare, con esiti diversi. La metànoia, il cambio di mentalità differisce…specie dal momento che il Papa si è premurato di sottolineare come- sotto alla talare- esistano robusti pantaloni, segno per lui inequivocabile(?) di virilità.
Mi pare che codeste sue affermazioni di prima e dopo
siano molto adatte a comparire su Tik-Tok, possibilmente con un brioso accompagnamento Rap-Pop.
👍🏼
Bergoglio sincero amabile e umano?… peccato che non lo si veda mentre sodomizza un seminarista su una sedia! Un papa poi!! ..la cloaca olezza di gigli al suo paragone !!
Cambierei il soprannome se lei cambiasse testa e sarebbe bello chiamarmi in quasiasi altro modo e saperla salvo e santo!!
In questo mondo (forse) però solo la sofferenza o l’agonia della morte riescono a far fare all’uomo il punto della situazione. Non resta che aspettare che la redenzione agisca anche con strumenti estemi che volte vincono l’impenitenza.
Mi è lecito, Signora, pensare che il suo altisonante soprannome si riferisca ad Aserath, la moglie di YHWH, secondo una testimonianza archeologica, piuttosto che Maria di Nazareth? Una strana compagna però secondo postumi ritocchi al sesso della moglie!
Comunque i suoi interventi son sempre molto spassosi!
Vuol forse coinvolgere anche altri nel desiderio di vederLO su tanta sedia?
Abbia pazienza. De gustibus non est disputandum!
W LA LIBERTÀ!
Ed a te, Adriana1, cosa aspetti a convertirti?
“Convertere Domine et eripe animam meam quoniam non est in morte qui memor sit tui”.
Convertiti a tanto richiamo perché come dice chiaramente la parola di Dio sopra citata, nessuno nell’aldilà ha più memoria di tal Dio!
O ti trattiene Lucrezio?
Lucrezio? Non c’entra affatto. La sua voce è solo quella di un umano che si interroga mosso dalla sofferenza del mondo.
Non Lucrezio: piuttosto Luciano con il suo reportage su Peregrino.
Anche lui espresse un Paradiso e lo comprese benissimo Botticelli nella Primavera e nella Venere, ponendo in pittura i versi con cui Lucrezio descrive sia la prima sia la seconda (“Alma Mater”).
“In questo mondo (forse) però solo la sofferenza o l’agonia della morte riescono a far fare all’uomo il punto della situazione. Non resta che aspettare che la redenzione agisca anche con strumenti estemi che volte vincono l’impenitenza.”
No! Non posso, Signora, sottovalutare questa sua affermazione!
Solo quel “(forse)” la salva, a mio stretto parere, da una estrema crudeltà! Mi perdoni, se ne è capace, ma io ne sono convinto!
Nella mia lunga vita e spero che ancora sia lunga, ma senza troppa sofferenza, ho conservato questo amarissimo ricordo di quand’ero adolescente. Ricordo confermato anche da altra persona presente (e non sola), quando parlando, per caso, ci tornavamo su.
Era stato chiamato (anno 1951) al capezzale di un ateo e mansueto bestemmiatore per incivile abitudine, che ormai vecchio, stava morendo, il parroco.
Come questi cominciò con “Exi de hoc mundo…” Il poveraccio sembrò come risvegliarsi dal coma e gridando con estreme forze estreme bestemmie strappò con una mano la stola al prete, il quale corse fuori in cortile. Dicendo di non aver mai visto una cosa del genere. Non disse che era un indemoniato e che avrebbe avuto bisogno piuttosto di un esorcismo!
Si trattava solo di un normale umano trapasso naturale di uno che non credeva a cui i parenti per la paura di non vederlo più per l’eternità pensavano in estremis di imporgli la loro volontà cristiana! Non ho mai dimenticato quanto siano crudeli i risvolti di una dottrina religiosa nelle menti di alcune persone che osano ritenersi superiori, più per ignoranza che per intelligenza e… grazia.
Questo articolo pone molti quesiti anche caratteriali su Bergoglio, ma da tempo sono state date precise risposte.
Di seguito si riporta esempio circa la sua volgarità e il turpiloquio a comprova del livello morale di Bergoglio, non ultimi i suoi epiteti rivolti al mondo Gay: “frociaggine” “checche”
Da “Il Papa dittatore” di M. Colonna:
“[Bergoglio prima della sua elezione a vescovo ausiliare di Buenos Aires] come gesuita, avrebbe avuto bisogno di una dispensa per la nomina, era necessario ottenere una relazione dal suo ordine, al quale il Cardinale Quarracino si è rivolto nel 1991. Essa è stata procurata dal Generale dei gesuiti, e costituisce lo studio più critico della personalità di Jorge Bergoglio mai composto prima della sua elezione a Papa. Il testo della relazione non è mai stato reso pubblico, ma il seguente resoconto è stato rilasciato da un sacerdote che ha avuto accesso ad essa prima che scomparisse dall’archivio dei gesuiti:
padre Kolvenbach accusava Bergoglio di una serie di difetti, che vanno dall’uso abituale di linguaggio volgare alla doppiezza, alla disobbedienza nascosta sotto una maschera dell’umiltà e alla mancanza di equilibrio psicologico”
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Un altro esempio è il doppio-giochismo di Bergoglio cioè quello di raggiungere i suoi obiettivi ingannando con metodi da gatekkeping. Di seguito un altro stralcio dal libro citato:
“Si narra la storia che Perón, nei suoi giorni di gloria, un giorno abbia proposto a un nipote di iniziarlo ai misteri della politica. Dapprima ha portato con sé il giovane quando ha ricevuto una delegazione di comunisti; dopo aver ascoltato le loro idee, ha detto loro: “Avete ragione”. Il giorno dopo ha ricevuto una delegazione di fascisti e ha risposto di nuovo alle loro argomentazioni: “Avete ragione”. Poi ha chiesto a suo nipote cosa pensasse e il giovane ha detto: “Hai parlato con due gruppi con opinioni diametralmente opposte e hai detto ad entrambi che sei d’accordo con loro. Questo è completamente inaccettabile”. Perón ha risposto: “anche tu hai ragione”.
Tale aneddoto è la spiegazione del motivo per cui nessuno può sperare di capire Papa Francesco se non comprende la tradizione della politica argentina, un fenomeno al di fuori dell’esperienza del resto del mondo; la Chiesa è stata colta di sorpresa da Francesco perché non possedeva la chiave per comprenderlo: egli è la trasposizione ecclesiastica di Juan Perón. Coloro che cercano di interpretarlo in altro modo non dispongono dell’unico criterio valido.”
Se l’obiettivo è (finire) di distruggere il clero e favorire la lobby gay del Vaticano, dapprima Bergoglio fa vedere che è contrario ai preti gay ma agirà perche questa continui a godere dei suoi vantaggi per poi avviare, dichiarando però la sua contrarieta, la distruzione dei seminari accettando di fatto adesioni omosessuali.
Se l’obiettivo sarà di realizzare il sacerdozio femminile, dapprima Bergoglio farà vedere la sua indisponibilità poi, pian piano, renderà possibile il diaconato femminile e, da lì, il passaggio al sacerdozio sarà inevitabile.
Il suo obiettivo di regolarizzare nella Chiesa le coppie irregolari e omosessuali di fatto è già realizzato con la Comunione ai divorziati e risposati e la benedizione delle coppie omosessuali.
Caro papa Francesco, alias Bergoglio, ordina subito sacerdotessa LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI ed immantinente consacraLa Vescovo, prima successora di Apostoli maschi, e la catene infernali cadranno come d’incanto e la Chiesa cattolica apostolica romana esulterà nel lievito di una nuova Pasqua.
Le cose vecchie son passate.
Non è lo stesso Bergoglio che parla di sinodalità dei laici? Oppure è solo strategia a senso unico??