L’Uomo, l’Universo, l’Umiltà di Riconoscersi Creatura. Amedeo Zerbini.
8 Giugno 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’ing. Amedeo Zerbini, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni nate da un dibattito che si è sviluppato su Stilum Curiae nei giorni scorsi. Buona lettura e condivisione.
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Avevo iniziato questa riflessione come commento ad un ciclopico post apparso in S.C. qualche giorno fa. Ma poi il discorso si è fatto lungo e articolato e mi è parso più logico proporlo come base di una nuova discussione.
L’uomo, ogni uomo, direi, è portato a credere di essere tutto lui. E, talvolta, maledice più o meno apertamente e più o meno direttamente Dio per il male che egli fa o ritiene che faccia. Vedi in proposito l’ipertrofico post del Matto e la relativa ipertrofica discussione qui:
https://www.marcotosatti.com/2024/06/01/dalla-letizia-mitica-allafflizione-storica-il-matto/
Ma è vero?
L’uomo, con la sua storia , il suo essere, il suo presente, il suo passato e il suo futuro, non è il giocattolo di Dio e non ne è nemmeno la sua unica opera.
Anzitutto Dio è il creatore dell’UNIVERSO l’energia, la luce , il cielo, la terra , di cui si parla nel primo capitolo di Genesi non sono altro che l’UNIVERSO. Dio prima creò l’Universo (lo spazio-tempo, l’energia, la materia) e poi creò la materia vivente ( i vegetali, gli animali e l’uomo).
Questo ci dice il racconto biblico e ci conferma la scienza.
Il sesto giorno, quando Dio creò l’uomo, già esistevano le galassie. Quante fossero all’inizio e quante siano adesso con precisione non si sa. Il numero stimato di galassie esistenti oggi è di alcune centinaia di miliardi e ognuna di esse è costituita da un minimo di poche centinaia di milioni ad un massimo dell’ordine dei centomila miliardi di stelle .
Si stima che la galassia in cui noi ci troviamo (la Via Lattea) contenga tra i duecento e i quattrocento milioni di stelle tra cui il Sole , centro del nostro sistema planetario.
Prima di chiedersi perché Dio ha creato l’uomo sarebbe logico chiedersi: perché Dio ha creato l’Universo? Soltanto per metterci l’uomo? Ma che cosa è un uomo nell’Universo? Un nulla. Un nulla non solo per le dimensioni ma anche per il suo potere di conoscerlo tutto e di modificarlo .
Questo è anche il senso profondo di alcuni versetti del salmo 8 :
[4] Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
[5] che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
[6] Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
[7] gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.
In fondo il mistero della Redenzione è tutto qui, in queste poche righe:
— che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi?—
Nei millenni l’uomo si è fatto un’immagine di Dio, influenzato dalla letteratura e dall’arte ma soprattutto dal fatto che il Verbo di Dio, facendosi uomo, ne ha temporaneamente assunto la sostanza e l’aspetto.
–Dio nessuno lo ha visto– afferma l’evangelista Giovanni. –proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato–.
Il creatore di miliardi di miliardi di stelle si occupa di noi, si occupa di me, uno dei quasi otto miliardi di uomini oggi esistenti. Non è incredibile? Eppure il Vangelo ce lo conferma con questa uscita di Gesù, riportata sia in Matteo sia in Luca :
E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano.
[29] Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
[30] Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?
[31] Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?
[32] Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.
I cristiani , cattolici che si ritengono maestri di riflessione e meditazione, perché a queste cose non ci pensano mai?
Perché vanno col lumicino a cercare fra le pagine della letteratura antica e moderna prove che Dio è stato crudele con chi gli si è opposto?
Per giudicare male non chi gli si è opposto, ma Dio e chi crede nella sua bontà e misericordia?
Misericordia per chi si ravvede, ovviamente , non per chi si ostina a combatterlo.
Non mi ritengo il possessore della verità né il portatore di improbabili rivelazioni, né, tantomeno, intendo mettermi in competizione con chi invece ne è convinto. Ma col solo buon senso, ritengo di essermi avvicinato alla verità più di tanti divoratori di aforismi e di umana sapienza.
In fondo l’umiltà inizia col riconoscersi creatura in un mondo creato.
Poi vengono i confronti con gli altri . Ma l’umiliazione più grande deriva dal fatto che mai l’uomo saprà rispondere alla domanda : ma il Creatore chi l’ha creato?
La nostra mente riesce a pensare che cosa possa essere un eterno futuro, ma pensare ad un eterno passato ci fa precipitare nel vuoto assoluto. L’unica risposta, che è una non risposta, è che Dio c’è perché lui è Dio e c’è perché c’è.
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Tag: creato, dio, uomo, zerbini
Categoria: Generale
Per BALQIS.
Carissima, mi … cogli in castagna.😥😂
Non ti so rispondere perché per rispondere dovrei essere Dio o per lo meno assimilato ad Esso. Ciò che non è. Per ora 😄.
Mi conosci (epistolarmente) abbastanza per sapere che quel che dicono gli “altri” mi interessa relativamente, poiché rivendico la libertà, la meraviglia e la responsabilità di volare fuori di qualsiasi gabbia.
Sono certo che avrai inteso come il mio scrivere sia permeato dallo spirito di negazione: so perfettamente che quel che penso e scrivo è un tentativo da balbuziente di “spiegare” … cosa? L’ineffabile?
Insomma, non so se l’Ineffabile rida o sorrida.
So però che il Suo magnetismo è irresistibile, e la mia non conoscenza, che sto cercando di alimentare, mi risulta indispensabile al volo: per volare debbo non sapere, poiché tutto quello che so non è l’Ineffabile e mi è di zavorra.
Vorrai perdonare la mia solita, matta incongruenza (agli occhi dei rispettabilissimi Sani di mente).
Cordialmente.
Caro Matto, conoscendoti – sia pur epistolarmente – avrei dovuto aspettarmi una non risposta, anche se confidavo in qualche accenno a divinità orientali dal sorriso ineffabile, che in fondo potrebbe essere anche una tua postura, quella di chi sorride di fronte all’inutilità delle parole e del nostro perderci nelle mille interpretazioni di interpretazioni (che, però, è il destino delle nostre esistenze). Un saluto prima che tu voli via 🙂
Forse ti sei espressa frettolosamente.
“Il destino delle nostre esistenze” è ben altro che il “perderci nelle mille interpretazioni di interpretazioni”.
Non ti pare?
I Matti sanno che il disputare è un gioco in cui non c’è niente da guadagnare e niente da perdere, ma i (rispettabilissimi) Sani di mente?
Un caro saluto.
Dopotutto, è ciò che facciamo, pur nella consapevolezza (di alcuni) dell’assoluta inutilità e insensatezza. Che questo sia il nostro destino non è detto, ma al momento qualche prova a favore sembra pur esserci. A giudicare osservando il microcosmo di questo e di altri blog, si direbbe che non possiamo farne a meno.
A volte immagino un osservatore esterno alla Terra, che si diverte da pazzi assistendo al nostro affannarci con parole scritte, lette e anche soltanto pensate, mentre il pianeta compie il suo giro, inesorabilmente, nel silenzio.
Questo non è un commento ma una piccola aggiunta.
Vorrei sottolineare queste parole contenute nel brano evangelico citato nell’articolo:
–Osservate come crescono i gigli del campo–
E’ come dire : non andate a cercare la bellezza e l’intelligenza nelle opere dell’uomo; andate piuttosto ad osservare la bellezza e i segreti della natura, opera di Dio creatore, e lì scoprirete almeno un piccolo raggio della luce della Verità.
Gentile ing. Zerbini alias S.C. Emerito, oltre agli auguri voglio ringraziarla per avermi fatto ricordare un caro amico e Maestro, anch’esso ingegnere, nato nel 1920, che – dopo avermi proposto di calcolare, a partire da quelle contenute in un minuto, i miliardi di onde del mare che si erano susseguite dalla data presunta di comparsa dell’uomo sulla Terra (eravamo in una spiaggia, al mattino presto – mi disse, citando lo stesso brano, che mi vedeva come un giglio giallo. Alla mia domanda “e tu come ti vedi” rispose “come una vecchia quercia, alla cui ombra giocano i bambini”. **********
Dopo aver lasciato il mio commento al suo articolo sono stata per qualche ora a “badare” ad un piccoletto di circa 8 mesi. L’ho sistemato seduto a terra di fronte ad un grande specchio ed ho assistito ad uno spettacolo davanti al quale impallidiscono stelle, fiori, tutta la Natura e pure gli infiniti mondi di Giordano Bruno. Il piccoletto, infatti, a un certo punto (non subito) – attraversando l’intera gamma che va dall’incertezza all’incredulità, dalla sorpresa alla divertita meraviglia – ha capito che la strana creatura che vedeva nello specchio non era altri che se stesso. Prima si è girato verso di me e mi ha guardato, come a cercare conferma, incredulo; poi ha cominciato a ridere di gusto, tornando spesso a guardare lo specchio e poi di nuovo me, ricominciando a ridere. Ha preso coscienza di se stesso nel mondo – quel mondo che non è altro che un puntino piccolissimo che si muove nell’immensità silenziosa dell’universo – e ha trovato buffa questa circostanza! Mi sono tornati in mente i bei commenti che avevo letto prima di uscire di casa ed ho avuto la sensazione di aver assistito ad un piccolo miracolo. Cerchiamo il Mistero nell’immensamente grande e maestoso, forse perché ci aiuta a sentirci minuscoli ed insignificanti; non ci accorgiamo, però, che, in realtà, è così vicino a noi ed è, in realtà, qualcosa di molto semplice (almeno così appare) che, ridendo, ci insegna a ridere di noi stessi che ci sentiamo così grandi, unici ed importanti. Ancora tanti auguri, ingegnere!!
Grazie per il commento e per gli auguri.
Balqis, grazie! Abbiamo (la sottoscritta per prima con le mani legate dietro la schiena e le palpebre ben aperte da due stecchini) di essere messi davanti ad uno specchio. Rideremo? Spero di sì!!
Grazie ancora.
ps. vuole anche lei che io cambi il mio nick?
Non sarebbe una cattiva idea sceglierne uno più umano. Comprendo che quello attuale lei lo abbia scelto per via della sua devozione, ma, come vede, finisce per generare equivoci e incomprensioni che forse lei non aveva preventivato né immaginato. Sono curiosa di sapere quale nuovo Nick sceglierà e perché. Cara Signora, dopotutto -checche’ lei ne dica- il gioco del Matto non le dispiace affatto (fa anche rima), perché le consente di rispondere ed esprimere il suo pensiero (il suo, non di Valtorta). La prego, però, di non lasciarsi prendere la mano da intemperanze verbali e diminutivi. E si faccia una bella risata!
Cara Balqis,
molto grazioso l’episodio e molto ben raccontato. Intenerisce e commuove. Il tuo “piccolo uomo”
-fragrante come i gigli dei campi- è miracoloso per la sua stessa vita, ed è anche come il “piccolo uomo vitruviano” di Leonardo che stabilisce la sua misura e che, a sua volta, rimane un piccolo uomo.
Ogni tanto costui si dà delle arie e si immagina come Adam Kadmòn. Sale in altezza al punto da credere di esser stato creato e voluto da un Essere infinitamente superiore al tutto- non solo a tutto il piccolo globo terracqueo, ma a tutti gli universi di stelle, di stelle, di stelle…e -al culmine della superbia- pensa che lo stesso Essere abbia voluto “indossare” la sua- ammirabile- livrea
( non quella di una qualunque altra creatura vivente più bella o prestante o meritevole o innocente di lui) all’unico scopo di lusingarlo, fino al punto da dargli una mano- dolorosamente- nell’ambizione di farsi ancora più “elevato” di come già si considerava e di diventare “eterno” come e più delle stelle, delle stelle, delle stelle… Se questo non è iattanza…”Vanità delle vanità”.
Il mio commento, forse, ti sembrerà un tantino fuori norma, ma almeno è il mio ed è sincero.
Profitto inoltre per porgere qui gli auguri al leone ruggente, al
sempre animoso Amedeo Zerbini.
e.c. “se questA non è iattanza…”
Grazie, Adriana. Mi fa piacere che anche tu partecipi a questo scambio, nato dalla saggezza di un bambino ultra-novantenne.
*************
Nell’osservare il piccolo uomo nel suo riconoscersi, ciò che io non potevo vedere – anche se mi sarebbe piaciuto – era l’accendersi e spegnersi dei minuscoli scambi elettrici delle sue sinapsi. Eppure nulla so di altri microcosmi che mi ritrovo a sfiorare senza nemmeno saperlo: giorni fa osservavo un viavai di formiche che, nel loro andirivieni tra due buchi su un muro, incontrandosi si davano reciprocamente una sorta di “cornata”, per poi proseguire verso compiti misteriosi ed inderogabili. Penso anche ai (maledetti) tarli che da anni – ahimè – vivono beatamente nutrendosi del legno di ciliegio di molti mobili del mio appartamento, ereditati dai miei nonni che li avevano ereditati dai propri e mi viene in mente che il presente contiene il passato e pure il futuro delle nostre aspettative e della nostra immaginazione. Tutto sembra ricongiungersi, insomma: l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, stelle fisse ed orbite di pianeti, l’elettricità delle sinapsi e la spirale del dna. E tutto questo che si trasforma in invisibile algoritmo grazie al quale viviamo privi di corpo nel microcosmo di un blog in cui assurdamente interagiamo con un Matto, uno Stilumcuriale Emerito e pure con una Signora di Tutti i Popoli che vive in un universo parallelo valtortiano, a volte tutti insieme insensatamente discutendo se un Papa sia tale o meno. Come a gigli, querce, bambini, formiche e tarli tutto ciò possa anche vagamente interessare…
Cara Balqis,
esattamente così…concordo.
–Osservate come crescono i gigli del campo–
Caro S.E., non sai quanto siamo vicini!
Il fulcro della questione, a mio modesto avviso (e per tanti versi spererei anche di sbagliarmi), ritengo non risieda nella legittimità o nella piena libertà/facoltà di ogni Creatura, in modo più o meno diverso, di porsi delle domande difronte alla Verità, domande alle quali con umiltà, carità cristiana e soprattutto zelo per il Signore, un fratello cerca, malgrado i propri limiti, di rispondere, anche indirizzando direttamente alla Fonte Originale…piuttosto sono le finalità che certe domande assumono ( per capire?!, per contraddire?!, per rifiutare a priori?!) , a dare anche alle risposte il giusto peso e la giusta misura! Innanzitutto “le finalità” delle domande emergono e si palesano in genere proprio dal e nell’ atteggiamento che l’interlocutore assume, paragonabile o a quello di Pilato che difronte alla Verità, dopo aver chiesto, volta le spalle e se ne va senza attendere risposte, o a quello di Pietro, che pure difronte a verità “dure e scomode” ammette “Signore da chi andremo, solo tu hai parole di vita”! Ecco allora che a secondo del caso nessuna risposta, più o meno esaustiva, difronte ad una chiusura, o volontà di contraddizione o di rifiuto, potrà dare frutti…e ogni quesito perde, automaticamente, la valenza di dubbio e spesso diventa un grimaldello con cui si pensa di scardinare o smontare la Verità Stessa, mentre, a questo punto, sarebbe credo più giusto ed onesto esternare il quesito non ponendolo come dubbio, quanto come approdo, conclusione, scelta, posizionamento, che in totale autonomia, coscienza e libertà si ritiene essere per se stessi il più giusto e soddisfacente risultato raggiunto o raggiungibile e soprattutto non tanto agli occhi degli uomini, quanto a quelli del Signore!
Molto concreto e definitivo, salvo le solite volute incomprensioni, saggia E.A. nel tuo approccio al “problema” delle domande sintetizzato in;
“piuttosto sono le finalità che certe domande assumono ( per capire?…)”
E molto rispettoso e tanto generoso quell’ “approdo soddisfacente […] raggiunto […] non tanto agli occhi degli uomini, quanto a quelli del Signore!”
Così parli più per te mia cara sorella che per la realtà di altre persone… sei molto buona.
Carissima Signora di tutti i popoli, preziosa amica e sorella, quello che più mi rincuora nelle sue risposte è la conferma tangibile che nel Signore sussiste e sempre sarà, una “sorta”di linguaggio universale, che permette a coloro che in Lui si Riconoscono, di capirsi e di comprendersi sempre “al volo”, senza tanti giri o raggiri di parole, e di fraintendimenti! Il mio precedente intervento, (per il quale non mi sento e sicuramente non merito di essere definita “buona”, se non nel misero sforzo e nel continuo desiderio che come fratelli in Cristo ci accomuna di perseverare sulla Via indicataci dall’Unico e Solo Maestro e che conduce al Padre Buono), in una prospettiva più ampia mi porta a constatare e a concludere che in duemila anni la situazione, per tanti aspetti, è rimasta invariata, se non peggiorata, nei peccati, nell’ ostinazione, nel continuo sfidare l’Onnipotente, così come negli strumenti spesso utilizzati, gli ami per fare abboccare, la disonestà farisaica, l’accecamento, l’opzione per scelte ritenute più convenienti per se stessi e che nel loro insieme costituiscono l’immagine e l’emblema più eloquente che sta alla base dell’Impostura esercitata dalla falsa chiesa!!! Come sempre la Parola del Signore ci viene incontro, ci istruisce e ci illumina e in tale contesto a risuonare forte e chiaro nel mio intimo c’è l’ammonimento di Gesù: “Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi” (Mt6,7-13). Un forte e grande abbraccio!
Vede S.E. come umanita’ dobbiamo sempre tener presente e temere sopra ogni cosa l’Hibrys. E’ lo stesso peccato commesso dal principe della menzogna. Non c’e’ perdono per esso, come osserva la Scrittura. E, se mi posso permettere, analizzando le Sue parole non mi pare debba temerlo. Non e’ poco , mi creda, di me stesso non saprei se dire la stessa cosa.
È raro che un “ing.”, coerente con le sue scelte e studi possa distaccarsi dalle leggi che ha scelto l’Uomo, della matematica , della termodinamica, ecc. e ammettere l’ “imponderabile” e “l’indefinibile”, fatta eccezione per tanti per l’unica ammissione a denti stretti della mente e della scienza umana: l’infinito.
L’articolo è bello e pieno di amore ma io vorrei credere ed “estendere” anzi credere che sia un dono di bellezza e amore a chi in qualche modo, lo ha provocato e ha fatta scaturire questa bella risposta, che sarebbe stata bene se messa in quel primo articolo di Enrico. Articolo nel quale Enrico, nei suoi sostenitori, è stato solo affiancato da simpatie e non da risposte a comprova delle domande: da appoggi e battute di spalla che non hanno dimostrato niente: solo solidarietà sterile, non argomentata e lui tenero boccalone ha creduto di essere e di combattere nel giusto. Quella serie di interventi è stato un rapporto di forza di tre persone senza analisi contro altre senza ascolto. E di seguito lo dimostro.
Un argomento importante posto da Enrico sul quale io stessa mi sono espressa è stata la “sbilanciata” dicotomia fra gli effetti fra la colpa primordiale nell’Eden e la sventura umana sulla Terra. Ma il matto, lui pieno di se non ascolta se per cercare il pelo nell’uovo o la contraddizione spicciola, esaltato dagli appoggi “vai avanti che noi ti seguiamo con calma” ha accusato gli altri di non aver risposto alle sue domande, colpevole invece di non aver letto, anzi di non aver voluto leggere o peggio considerare le risposte., compreso la mia che era interlocutoria, per arrivare poi a delle conclusioni.
Passiamo ad altro. Per chi non ha sofferto in quell’articolo, questo invece sembrerà slegato dalle premesse ma comunque Enrico ora lo ha letto…
Dicevo “bellezza e amore” è il nostra testimonianza rivolta ai nostri fratelli perchè ne godano, credano e la ricambino e dunque credo davvero che la risposta dell’ingegnere sia una una mano fraterna tesa verso chi ha più dubbi che certezze.
Mi fermo a questa affermazione che ho “riconosciuto” qui verissima e che spesso si pone nella mente umana, non di Enrico veramente ma -a volte- della nostra cara Adriana:
“Perché vanno col lumicino [ in realtà non bisogna usare il lumicino perchè già i passi veterotestamentari sono diversi!] a cercare fra le pagine della letteratura antica e moderna prove che Dio è stato crudele con chi gli si è opposto?”
Nasce spontaneo chiedersi perchè eserciti o addirittura popoli interi furono passati a fil di spada, per mano umana con quello che sembrò un “placet” di Dio o inceneriti direttamente per mano divina? … e spesso Adry si chiede: “ma ci sono due o più dei??” Uno risolutivo e implacabile e un altro misericordioso e materno? Per me la domanda è più che legittima come però non sono lecite le conclusioni della nostra amica.
Per me credo sia importante, per amore dei nostri fratelli, dare loro delle risposte.
Cambi pseudonimo! Per favore!
Ah … chi è che induce in tentazione? Dio o il Diavolo?
Basta una sola parola, non un fiume …
A me non dispiacciono i post della Signora dei popoli, anche se lunghi cercano di dire qualcosa di concreto.
Nippo devi sapere che quanto ai fiumi di parole dei tuoi articoli pallosi e nei monologhi inconcludenti dei tuoi post astrusi nessuno si è permesso mai di farteli rilevare. Ora è il momento, prova a cambiare soprannome anche se alla fine ti sgamiamo subito.
🤣🤣🤣
Dimenticavo, caro FRITZ, ei miei argomenti sono “pallosi” perché li leggi? Ti piace auto-martellarti gli attributi? 😊
Carissimo Matto, eccoti “un appoggio e battuta di spalla”, ma non per dire “vai avanti che io ti seguo con calma”. Anzi, in questo caso ti precedo e ti lancio la palla, che spero tu raccolga. Già so che, anche se l’intento non è affatto irriverente, il quesito che ti pongo sicuramente scatenerà i soliti anatemi dei seguaci del Savonarola .
La domanda è la seguente: secondo te, Dio ride? O sorride? Magari di noi umani che pensiamo di essere chissà chi o che pensiamo di essere salvati per il solo fatto di sapere a memoria il catechismo (non accenno nemmeno ad un altro ben noto e voluminoso testo…)? Oppure, semplicemente, di gioia per la Creazione? E, se non lo fa, perché? Se noi siamo fatti a Sua immagine e (fortunatamente, io credo) ridiamo (in realtà, troppo poco di noi stessi), perché non dovrebbe ridere anche Lui? O, forse, il riso è sempre diabolico (perché dissacrante), come immaginato dal protagonista del romanzo di Umberto Eco? ********** Giro la domanda in altra forma a Rolando ed Adriana (che mi sembrano entrambi ferrati nell’analisi dei testi sacri, certamente più di me), nel caso passassero da queste parti: esistono testimonianze del sorriso di Dio nelle Scritture? Se non proprio una risata, una qualche traccia di letizia?
@Balquis.
Tramite intra text ho trovato questo piccolo esempio tratto dal Salmo 27:
[12] L’empio trama contro il giusto,
contro di lui digrigna i denti.
[13] Ma il Signore ride dell’empio,
perché vede arrivare il suo giorno.
Mi pare tremendo !
@S.C. Emerito: grazie! Non è un ridere particolarmente gioioso, ma esprime l’idea di una conoscenza totale di passato presente e futuro che riporta al concetto da cui siamo partiti: minuscoli insignificanti granelli di sabbia nell’immensità dell’universo.
” Credo che è importante per i nostri fratelli delle risposte…” Avanti, cara: le dia!
Caro Stilumcuriale, che bell’articolo! E che bel commento di R.S.! Scopro che mi dà una strana felicità il sentirmi minuscola di fronte all’immensità di una bellezza che, senza che io abbia fatto nulla per meritarlo, comprende anche me, minuscola pulce pensante. Eppure – e spero che nessuno se la prenda – trovo un qualcosa di “mattesco” sia nell’articolo che nel commento e non solo perché, come sostiene il diretto interessato, dopotutto ne è stato in qualche modo l’ispiratore. Anche alcuni articoli del Matto – ad esempio quello sulla luna, che ricordo ancora – mi hanno dato la stessa strana impalpabile ebrezza che si prova di fronte al Mistero. Questione di momenti in cui non si può che arrendersi alla contemplazione, aprendo se stessi al silenzio e allo stupore. Quando questo accade è un dono ricevuto e non si può che ringraziare. Che male c’è, però, nell’interrogarsi e nello sviscerare gli errori del passato se è per immaginare un percorso verso un futuro differente? Non è forse questo che caratterizza le pulci pensanti: il continuo arrovellarsi? Pur sapendo, proprio grazie all’inestimabile dono ricevuto, di essere minuscolo insignificante granello di sabbia? L’interrogarsi ed il silenzio della contemplazione non possono forse convivere? E ancora: se non ci fosse il continuo lavorìo dell’interrogarsi, la meraviglia del silenzio necessario alla contemplazione della bellezza, che irrompe all’improvviso lasciandoci senza fiato, avrebbe lo stesso “sapore”? E che senso avrebbe lo sforzo da compiere per allontanare il continuo ronzio della mente per lasciare spazio al silenzio interiore e far sì che la bellezza irrompa, nei casi in cui siamo noi a ricercarla e non lei a venirci improvvisamente incontro, sorprendendoci?
Grazie, grazie di cuore caro e stimato ingegnere Zerbini, nonché nostro caro ed amato Stilumcuriale Emerito, per questo breve, ma intenso post, per queste sue parole, che nella loro semplicità e chiarezza, racchiudono la profondità, la forza e tutta la straripante bellezza della Fede, e ancor più nello specifico, della sua personale “testimonianza “ di Fede… esprimono infatti l’inestimabile valore del suo bagaglio, l’incommensurabile, da chicchessia, valore del suo unico ed irripetibile “tesoro”, personalmente accumulato, con il quale un giorno, come ognuno di noi, si presenterà al Cospetto Divino ed umilmente lo deporrà ai “piedi” del Suo Magnifico Altare! L’Affidarsi, il Fidarsi del Signore, a mio modesto avviso, rimane innanzitutto un libero Atto di Abbandono in Colui che si Crede e si Riconosce come Nostro Creatore, e tale riconoscimento non può che avvenire e via via arricchirsi in maniera del tutto personale, unica ed irripetibile, a partire dal proprio intimo, ossia dal profondo dell’animo, a cui nessuno potrà mai dare risposte, fino in fondo esaustive o complete, se non Colui che quell’anima l’ha Creata, e che al contempo nessuno potrà mai smentire o sbugiardare, proprio in Virtù di quel Principio di cui quell’anima si nutre, si alimenta, trova e si mantiene in vita! Ecco allora che solo per mezzo di quella Parola, Verbo Incarnato, diventa possibile a questa Creatura rivestirsi di Luce, riacquistare quella leggerezza indispensabile a scalare e a spostare le montagne, a superare gli scogli più impervi e a bagnarsi di Essa, che “Come la pioggia che scende dal cielo è dono che irriga ovunque la terra…”(Is55,10-11), così che ogni aridità germoglia, diventa fertile e rigogliosa, o “come rugiada: come gocce d’acqua sull’erba…” dona ristoro, sollievo ad ogni infermità ed al contempo ogni filo d’erba, il più delle volte calpestato e destinato a scomparire, nella sua estrema piccolezza e fragilità non si sente mai inutile o dimenticato! “Riconoscete la grandezza del nostro Dio! …Egli è la Roccia che ci protegge; quel che Egli fa è perfetto, e le sue decisioni sono giuste. È un Dio fedele e non inganna, sempre giusto e leale” (Dt32). Non resta che andare e “vedere”, cercare e “trovare”, bussare ed “entrare”… o ancora più semplicemente lasciare un piccolissimo spiraglio aperto e sarà Lui ad Entrare e ad inondarlo!!! Un caro ed affettuoso abbraccio a lei caro ingegnere , e nella convinzione e sensazione che sia sempre il canto ad arrivare prima al cuore, anch’io umilmente per chi vorrà ascoltarlo segnalo questo, per me, magnifico e sublime Salmo, cantato! https://www.youtube.com/watch?v=YiSC70xB9lY
Carissimo S.E.,
vedo (con piacere) che il tuo primo ed impulsivo intento di non “perdere tempo” con le considerazioni “ipertrofiche” del sottoscritto è rientrato. Debbo dedurne che, tutto sommato, esse finiscono per stimolare anche in te una partecipazione allo svisceramento degli argomenti mattoidi? Non so, rispondimi tu.
Osservo che se il racconto biblico si limitasse ad esporre quel che tu hai riportato , certamente a nessuno sorgerebbero perplessità. Ma, come sai bene, e come almeno un paio di partecipanti al blog non mancano di porre spesso in evidenza, oltre l’aspetto lieto, in esse è ben presente l’aspetto afflittivo, e a questo punto possono sorgere delle perplessità cui, almeno per quanto mi riguarda, non corrisponde per niente, come tu un po’ troppo disinvoltamente sostieni, a “maledire più o meno apertamente e più o meno direttamente Dio”.
Il discorso è serio e induce (chi induce?) nella tentazione dell’“ipertrofia”. Ma resisto e chiudo.
Ciao.
Il problema è che con te si sa quando si comincia a discutere ma non si sa quando si finisce e io tra pochi giorni compirò 94 anni….
Beh, allora prima di tutto i mie complimenti per la tua veneranda età, che vedo con piacere raggiunta con la più integra facoltà mentale.
Ora scusami, ma non comprendo: quando mai una discussione, su qualsiasi argomento, è “finita”? Da secoli una miriade di libri ed un incessante parlare non testimoniano che i discorsi iniziano e non finiscono mai?
Prendi, per esempio, la faccenda del Papa, è iniziata ma non finisce più 😂.
Un caro saluto.
Le discussioni tra persone su cose infinitamente superiori a noi non finiscono mai perchè, così io credo, non si ha il coraggio di ammettere che a certe domande l’uomo non saprà mai rispondere ma, orgogliosamente, vorrebbe rispondere.
Ricordi il dialogo finale del libro di Giobbe ?
[1] Allora Giobbe rispose al Signore e disse:
[2] Comprendo che puoi tutto
e che nessuna cosa è impossibile per te.
[3] Chi è colui che, senza aver scienza,
può oscurare il tuo consiglio?
Ho esposto dunque senza discernimento
cose troppo superiori a me, che io non comprendo.
Grande maestro questo Giobbe!
E lo dici a me?
Ti prego di notare che il pensiero non giunge a niente.
Quindi chi prende su serio tutti (tutti!) gli scambi verbali, che non giungono a niente perché il pensiero non giunge a niente, è un ingenuo.
Stiamo tutti giocando in questo lazzaretto di afflizioni!!!
Questa mattina ero a zonzo in bicicletta con mia moglie e dopo qualche anno siamo entrati nella chiesa dove ci sposammo, che spesso è chiusa. Era in corso l’adorazione e così abbiamo ricevuto quest’ulteriore grazia.
Spostandoci di pochi chilometri ci siamo fermati in un parco e mia moglie commentava la particolare bellezza della vegetazione.
Un’occhiata anche a Stilum Curiae ed ecco l’articolo dell’Ing. Zerbini in cui c’è proprio il brano di vangelo che scegliemmo per il matrimonio, un sacramento!
E’ diventata occasione per confrontarci sulla piccolezza umana: siamo uno tra molti miliardi, piccoli puntini sul pianeta, con il pianeta puntino nel sistema solare, il sole -così importante- uno di 300 milioni di stelle nella galassia e le galassie incalcolabili…
Matematicamente siamo una grandezza trascurabile sul totale degli esseri umani, abitando una porzione trascurabile della galassia il cui sole è un’inezia nell’universo. Siamo così prossimi allo zero da essere tendenti al nulla, ma … capaci di Dio! Il Tutto che ha creato tutto, traendo la creatura dal nulla.
In questo misteriosissimo perdersi nel vuoto, due anime si sposano nel nome di Cristo, ricevendo la grazia di questo sacramento, in aggiunta al battesimo, al perdono, alla confermazione, all’Eucaristia…
Il giorno dopo il Sacro Cuore di Gesù si festeggia il Cuore Immacolato di Maria: la creatura specialissima e piena di Grazia che il divin Fattore si fece sua fattura, tanto nobilitò l’umana natura!
La caratteristica principale della Beata Vergine Maria, colei che pronuncia il Magnificat, è l’umiltà dell’ancella in cui l’Onnipotente compie meraviglie.
La misericordia di Dio è la grazia che investe di generazione in generazione i timorati di Dio che sono tali semplicemente perchè non smarriscono il senso delle proporzioni. Dio può tutto: perciò il nostro tendere a zero può diventare un tendere al Tutto.
Ricolma di beni gli affamati e manda i ricchi a mani vuote, soccorre chi gli è servo. I servi però diventano amici e gli amici figli… nel nome di Cristo, vero uomo e vero Dio che ha reso possibile “vedere Dio”, nella rivelazione che ce ne ha dato incarnandosi.
Perchè abbiamo la libertà di ignorarlo, di disprezzarlo, di bestemmiarlo e di apostatarlo? Perchè la Verità rende liberi e la Verità è amore: non c’è amore che obblighi ad amare. Gli sposi sanno che si ama non perchè si deve, ma perchè si vuole. Chi è sotto la legge contrattualizza, combattuto nell’essere fedele, sentendosi a disagio a non fare come gli suggerirebbero tante tentazioni.
Chi è nello spirito (giusto) non è più sotto la legge ed è fedele semplicemente perchè è bello! La legge non c’è più come legge, ma la volontà di Dio non cambia, resta quella, però non pesa.
Grazie ingegner Zerbini per questo bel momento, oggi.