Lo Spettro (Impostura) Che si aggira per l’Europa, la Costituzione che non c’è e non ci Può Essere. Agamben
3 Giugno 2024
Marco Tosatti
Carissimi StilumCuriali, offriamo alla vostra attenzione queste riflessioni di Giorgio Agamben, che ringraziamo di cuore, sull’Europa e in particolare su quel monstrum che si chiama Unione Europea, una specie di U.R.S.S. senza neanche il minimo di finzione di avallo popolare. Il che rende ancora più ridicole e senza senso le esternazioni dell’inquilino del Quirinale in materia. Buona lettura e diffusione.
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*Europa o l’impostura*
di Giorgio Agamben
“È probabile che ben pochi fra coloro che si apprestano a votare per le elezioni europee si siano interrogati sul significato politico del loro gesto. Poiché sono chiamati a eleggere un non meglio definito «parlamento europeo», essi possono credere più o meno in buona fede di star facendo qualcosa che corrisponde all’elezione dei parlamenti dei paesi di cui sono cittadini. È bene subito chiarire che le cose non stanno assolutamente così.
Quando si parla oggi di Europa, il grande rimosso è innanzitutto la stessa realtà politica e giuridica dell’Unione europea.
Che si tratti di una vera e propria rimozione, risulta dal fatto che si evita in tutti i modi di portare alla coscienza una verità tanto imbarazzante quanto evidente.
Mi riferisco al fatto che dal punto di vista del diritto costituzionale, l’Europa non esiste: quella che chiamiamo «Unione europea» è tecnicamente un patto fra stati, che concerne esclusivamente il diritto internazionale .
Il trattato di Maastricht, entrato in vigore nel 1993, che ha dato la sua forma attuale all’Unione europea, è l’estrema sanzione dell’identità europea come mero accordo intergovernativo fra Stati.
Consapevoli del fatto che parlare di una democrazia rispetto all’Europa non aveva pertanto senso, i funzionari dell’Unione europea hanno cercato di colmare questo deficit democratico stilando il progetto di una cosiddetta costituzione europea.
È significativo che il testo che va sotto questo nome, elaborato da commissioni di burocrati senza alcun fondamento popolare e approvato da una conferenza intergovernativa nel 2004, quando è stato sottoposto al voto popolare, come in Francia e in Olanda nel 2005, è stato clamorosamente rifiutato.
Di fronte al fallimento dell’approvazione popolare, che di fatto rendeva nulla la sedicente costituzione, il progetto fu tacitamente – e forse bisognerebbe dire vergognosamente – abbandonato e sostituito da un nuovo trattato internazionale, il cosiddetto Trattato di Lisbona del 2007.
Va da sé che, dal punto di vista giuridico, questo documento non è una costituzione, ma è ancora una volta un accordo tra governi, la cui sola consistenza riguarda il diritto internazionale e che ci si è pertanto guardati dal sottoporre all’approvazione popolare.
Non sorprende, pertanto, che il cosiddetto parlamento europeo che si tratta di eleggere non sia, in verità, un parlamento, perché esso manca del potere di proporre leggi, che è interamente nelle mani della Commissione europea.
Qualche anno prima il problema della costituzione europea aveva dato del resto luogo a un dibattito fra un giurista tedesco di cui nessuno poteva mettere in dubbio la competenza, Dieter Grimm, e Jürgen Habermas, che, come la maggior parte di coloro che si definiscono filosofi, era del tutto privo di una cultura giuridica. Contro Habermas, che pensava di poter fondare in ultima analisi la costituzione sull’opinione pubblica, Dieter Grimm ebbe buon gioco nel sostenere l’improponibilità di una costituzione per la semplice ragione che un popolo europeo non esisteva e pertanto qualcosa come un potere costituente mancava di ogni possibile fondamento. Se è vero che il potere costituito presuppone un potere costituente, l’idea di un potere costituente europeo è il grande assente nei discorsi sull’Europa.
Dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l’Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità.
È allora perfettamente comprensibile che una entità politica senza una costituzione legittima non possa esprimere una politica propria. La sola parvenza di unità si raggiunge quando l’Europa agisce come vassallo degli Stati Uniti, partecipando a guerre che non corrispondono in alcun modo ad interessi comuni e ancor meno alla volontà popolare. L’Unione europea agisce oggi come una succursale della NATO (la quale NATO è a sua volta un accordo militare fra stati).
Per questo, riprendendo non troppo ironicamente la formula che Marx usava per il comunismo, si potrebbe dire che l’idea di un potere costituente europeo è lo spettro che si aggira oggi per l’Europa e che nessuno osa oggi evocare. Eppure solo un tale potere costituente potrebbe restituire legittimità e realtà alle istituzioni europee, che – se impostore è secondo i dizionari «chi impone ad altri di credere cose aliene dal vero e operare secondo quella credulità» – sono allo stato attuale nient’altro che un’impostura.
Un’altra idea dell’Europa sarà possibile solo quando avremo sgombrato il campo da questa impostura. Per dirla senza infingimenti né riserve: se vogliamo pensare veramente un’Europa politica, la prima cosa da fare è togliere di mezzo l’Unione europea –, o quanto meno, essere pronti per il momento in cui essa, come sembra ormai imminente, crollerà.”
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Tag: agamben, costituzione, EUROPA
Categoria: Generale
Bien d’accord avec ce que dit Giorgio Agamben :
“Du point de vue de sa prétendue constitution, l’Union européenne n’a donc aucune légitimité.”
Mais cela ne fait que renforcer ce que dit la Sainte Écriture :
” Qui égale la Bête, et qui peut lutter contre elle ? ” (Ap 13/4)
Cette ”Bête à sept têtes et dix cornes surgie de la mer ” écrase tout et se moque éperdument de la légitimité des nations. Il suffit d’observer l’actualité mondiale contemporaine pour comprendre qui est cette ”Bête ” et quels sont ces objectifs.
Auguriamoci che imploda politicamente senza la guerra.
Il potere corrompe, il potere senza contrappesi corrompe in maniera assoluta.
Le devozioni aventi come oggetto la purezza (“sessuofobia”), i segni distintivi (tonsura) piuttosto che l’abbigliamento (saio/talare), fino al vero e insuperabile katechon (le beghine di paese), erano altrettanti contrappesi che i secoli avevano posto a protezione delle anime e dei corpi, sia delle pecore che dei pastori esposti alle tentazioni dell’autorità.
Nelle intenzioni dei padri costituenti, memori della Marcia su Roma e delle adunate oceaniche, il Presidente della Repubblica doveva essere il supremo impedimento alle derive autoritarie. Ciò che Vittorio Emanuele III non era stato.
Perciò lo emanciparono dall’elezione diretta, dotandolo di poteri di veto e “indirizzo” molto più ampi di quanto comunemente si crede o insegna a scuola, al limite dell’imperio regale.
Problemi -non- accademici: che accade quando un sigillo di garanzia viene usurato dal tempo e non sostituito?
Se un potere concepito come super partes si converte in potere e basta, chi gli farà da contrappeso?
E quando un’autorità fuori dal controllo popolare diviene strumento di interessi diversi e opposti a quelli del popolo?
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/06/01/mattarella-con-le-elezioni-consacriamo-la-sovranita-dellue_3c5bf257-93d3-4008-b565-167e97783504.html
-La ricerca della pace è “la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte” ma c’è un confine insuperabile: non si può rischiare di cadere nella trappola di “baratti insidiosi”.
Mai svendere “sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione, prosperità economica in cambio di sudditanza”. Sergio Mattarella parla al corpo diplomatico accreditato in Italia e riunito nel salone dei Corazzieri in occasione della Festa della Repubblica e pianta alcuni paletti.-
-La doverosa spinta verso la ricerca della pace non può quindi superare i limiti che definiscono la nostra società. Non si può cercare la pace ad ogni costo, rinunciando ai valori fondamentali dell’Occidente e dell’Unione europea. Il presidente lancia un richiamo etico spiegando quanto sia difficile una trattativa quando i diritti fondamentali dell’uomo sono minacciati da un’aggressione esterna.-
Col giochino di estrapolare si può far dire tutto e il suo contrario. Però le parole restano pietre. Quelle di cui sopra hanno due letture speculari opposte: liberarci dalla sudditanza ai guerrafondai Usa/Nato, o prepararci alla guerra con la Russia.
-La Russia è la sola responsabile poichè “ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti”.-
-(…) “è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”.-
Ma certo che le parole restano pietre…quelle che pronunciate “in co’ dal ponte” vorrebbero contribuire ad innalzare la “grave mora” sotto cui seppellire anche il ricordo dei “democratici” bombardamenti a Belgrado.
Giusto: a ciascuno il suo. Parole, cuore e bombe oltre il dovere, uranio impoverito…
Con il covid abbiamo visto che non è cambiato niente. Possiamo continuare a fidarci.
https://www.farodiroma.it/lorrore-e-la-vergogna-25-anni-fa-il-bombardamento-di-belgrado-con-massicci-raid-aerei-che-durarono-78-giorni/
https://nuovogiornalenazionale.com/index.php/estero/politica-internazionale/8046-urla-nel-silenzio-su-quando-l-italia-bombardo-la-jugoslavia.html
-Che cosa ci sta dicendo il generale Di Grazia?
Ci sta dicendo che Bill Clinton, il presidente del tempo, avrebbe offerto all’Italia di non usare i propri aerei per bombardare la Serbia e che il governo italiano avrebbe rifiutato l’offerta scaricando, con i propri Tornado, bombe su Belgrado.-
https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/26/uranio-impoverito-difesa-condannata-sapeva-dei-rischi-soldati-non-tutelati/1717116/
Una volta s’insegnava che la misericordia di Dio è infinita, basta volerla col pentimento.
D’infinito umano c’è solo il simbolo che usiamo per fare i conti.
Una sola osservazione:
AGAMBEN è un intellettuale di valore incommensurabilmente più grande del presidente Mattarella
Senza togliere nulla ad Agambden, anzi ! mi sembra che, se anche Mattarella avesse la sua cultura e lucidità di pensiero gli mancherebbe una dote che caratterizza, prima di tutto, il nostro filosofo : una eccezionale ( dati i tempi) onestà intellettuale ed etica. Se anche Mattarella ce l’avesse non sarebbe Presidente, farebbe l’avvocato da qualche parte, o forse se avesse esagerato avrebbe già finito da un pezzo carriera e vita, come è successo a troppi altri avvocati. Controprova ? Basta pensare alla “statura” dei presidenti che lo hanno preceduto,tutti vivi e vegetali, e alla morte prematura di avvocati e magistrati come, ad esempio, Livatino, Borsellino ecc. Per cui tutto è a posto e nulla è in ordine… e Vittorio Emanuele III è in buona e varia compagnia. D’altra parte, se questi ce li hanno “regalati” i Governi statunitensi è pur vero che i Savoia ce li ha “regalati” la Corona d’Inghilterra ed il suo Governo di massoni. Ad ognuno il suo.