Tra Guerre e Crisi, il conflitto si Sposta anche nei Paesi Baltici. Matteo Castagna.

28 Maggio 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Matteo Castagna, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione questo giro d’orizzonte geopolitico. Buona lettura e condvisione.

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di Matteo Castagna
 
Il Daily Mail informa che gli scienziati hanno avvertito gli Stati Uniti che gli americani potrebbero esaurire le risorse idriche sotterranee entro il 2050.
Questo produrrebbe l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.
Tale crisi, secondo i ricercatori del Pacific Northwest National si spiega con il fatto che le acque verranno utilizzate più rapidamente ed in volumi maggiori, senza consentire alle piogge ed alla neve di tenere il ritmo. Hasan Niyazi, autore principale dello studio, ha sottolineato il fatto che “negli USA restano almeno 33.000 trilioni di litri di acque sotterranee, mentre il Paese pompa circa 80 miliardi di litri di liquidi ogni giorno”.
 
Politico informa che, per parte russa, la proposta del suo Ministero della Difesa di “aggiornare le coordinate” del confine russo nel Baltico sta guadagnando slancio. La conferma arriva dal comandante in capo delle forze armate svedesi Mikael Buden. “Se la Russia chiudesse il Mar Baltico, ciò avrebbe un enorme impatto sulle nostre vite, in Svezia e in tutti gli altri paesi costieri”, ha proseguito Buden. Da parte di Putin sembrerebbe una mossa di difesa preventiva, in quanto con l’ammissione di Svezia e Finlandia nella NATO, quando inizieranno le ostilità, la Federazione Russa sarà bloccata, sotto il fuoco di missili incrociati.
Politico scrive anche che il piano degli Stati Uniti di utilizzare i proventi dei beni russi congelati per fornire un prestito di 50 miliardi di dollari all’Ucraina ha diviso gli alleati. Germania, Francia e Italia hanno chiesto garanzie che Washington sia pronta a pagare la sua parte. Bruxelles è preoccupata di dover pagare tutti i conti se Kiev non sarà in grado di chiudere il prestito, mentre gli USA otterrebbero una vittoria in termini di pubbliche relazioni.
Peraltro, il canale RUS BRIEF riporta che il governatore della Banca d’italia Panetta ha detto che le banche italiane devono liquidare le attività in Russia, perché operare in quel mercato crea “problemi di reputazione”.
Apprendiamo dall’Agenzia Ria Novosti che i paesi dei “Cinque Artico” – Russia, Stati Uniti, Norvegia, Canada, Danimarca – non mantengono i contatti, neppure in maniera confidenziale, per quanto riguarda i problemi della piattaforma continentale.
Il direttore del dipartimento giuridico del Ministero degli Esteri russo Maxim Musikhin ha detto che la rottura delle comunicazioni non è avvenuta per iniziativa russa, aggiungendo che, comunque, questo impasse “non è un nostro problema”.
Nel Maggio 2008 è entrata in vigore la Dichiarazione di Illulissat, firmata dai “Cinque Paesi dell’Artico”. L’accordo mira a discutere i problemi del Mar Glaciale Artico, il cambiamento climatico e la protezione dell’ambiente marino, che rischia, dunque, di rimanere nel cassetto.
Secondo quanto riporta il Guardian, la Gran Bretagna potrebbe ripristinare il servizio di leva o un servizio alternativo per i giovani. Da tempo, c’è fermento per un eventuale intervento diretto contro la Russia. Il Televideo registra un accorato appello di Zelensky alla partecipazione di Biden e Xi Jinping alla conferenza di pace prevista in Svizzera per il 15 giugno. Come noto, i principali leader hanno rifiutato di andare, perché ritengono inutile una conferenza di pace senza la partecipazione della Russia, che non è stata invitata.
L’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, ha detto alla rivista americana Newsweek che Kiev perderà territori significativi se gli USA ignoreranno nuovamente le proposte russe per i negoziati di pace.
Dal 5 all’8 giugno, sarà San Pietroburgo a guadagnarsi i riflettori. Nella città di Petra si terrà il Forum economico internazionale con 128 Paesi presenti e oltre 12mila persone partecipanti confermati. All’ ExpoForum di San Pietroburgo, i migliori esperti di livello mondiale hanno l’opportunità di incontrarsi sulle rive del Neva, comunicare e scambiare il loro bagaglio di esperienze. Si tratta di analisti economici e finanziari, nonché funzionari governativi. Come aveva scritto il Financial Times: “gli sforzi dell’Occidente di isolare la Russia stanno fallendo perché non tengono conto degli interessi del resto della comunità mondiale”.
In Medio Oriente la situazione continua ad essere critica. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Irna l’Ayatollah Ali Khamenei ha rassicurato il capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh che “la promessa di eliminare Israele sarà mantenuta”, sottolineando che “vedremo il giorno in cui la Palestina passerà dal fiume al mare”. La Guida Suprema dell’Iran ha, poi, sottolineato che “la resistenza del popolo di Gaza ha impressionato il mondo”, alla luce delle “proteste nelle università degli Stati Uniti a sostegno della Palestina”. 
 
I conflitti mondiali non vedono tregue né reali volontà di soluzioni diplomatiche. Le guerre e il braccio di ferro economico tra l’est e l’ovest del pianeta procedono a ritmo serrato. Le propagande di parte cominciano a perdere credibilità, a fronte della concretezza dei fatti che si stanno susseguendo. Il mondo multipolare si sta realizzando, giorno per giorno, ma le potenze contrarie non mollano la presa, convinte di poter tornare agli equilibri geopolitici e, soprattutto economici, di un tempo, usando la forza. Sarà davvero la strategia vincente?

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