A cura di Veronica Cireneo
Ma quale momento migliore se non quello odierno, giorno del mese di maggio a ridosso della solennità di Fatima, visto che il testo fa riferimento proprio a certi contenuti di quella apparizione? Buona lettura e riflessione.
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L’Immacolata Vergine Maria, apparendo a Fatima, ci ha raccomandato di consacrarci al Suo Cuore Immacolato.
Se amiamo e ci fidiamo della nostra Mamma Celeste, perché non obbediamo subito a questa sua richiesta?
Forse non l’amiamo abbastanza, o forse non abbiamo ancora sperimentato davvero la necessità della Sua protezione?
Sappiamo che non Lei ha bisogno di noi, ma che noi abbiamo bisogno di Lei: Ella è già vittoriosa sul serpente, ma noi, poveri peccatori, non siamo in grado di tenere testa a satana.
Per questo, la dolce Mamma che ci ama, e conosce la nostra debolezza, ci mostra la via sicura e facile, per far conseguire anche a noi la vittoria: il Suo Cuore.
Eppure anch’io, per anni ho rimandato la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: per pigrizia, o per ignoranza, o per paura … o per tutte e tre le cose insieme: pigrizia di affrontare un più serio cammino di conversione; ignoranza degli enormi benefici, grazie e gioie che ne sarebbero derivati e forse anche un po’ la paura che dando tutto a Maria potessi forse averne qualcosa da perdere.
Col senno di poi, mi pento di non averlo fatto prima. Ma soprattutto, ringrazio Dio di averlo fatto in tempo, perché questa Consacrazione, fatta ormai tre anni fa, è stata l’unica ancora di salvezza durante una grande tempesta, che mi ha investita in pieno.
Tutti soffriamo dolori e delusioni più o meno profonde, ma qualche volta il mistero del dolore si abbatte prepotentemente sulla nostra povera anima.
Quando un terribile dolore scuote e distrugge la tranquillità della propria vita familiare, che è il più importante punto fermo;
quando capita di sentir tremare la terra sotto i piedi;
quando vengono meno tutte certezze;
quando ci si sente abbandonati e traditi da chi credevamo fedele;
quando qualunque essere umano cederebbe alla disperazione…il consacrato al Cuore Immacolato di Maria scopre con stupore di avere:
una forza che non conosceva prima:
una capacità di sopportazione che non viene da lui;
e uno spirito di sacrificio, di accettazione e di offerta, fuori dal normale. Soprannaturale.
Mi sono chiesta in occasione di quel dolore: “Come è possibile che io non soccomba, che non mi senta disperata in questa terribile croce?”
Non trovavo una spiegazione, se non nell’aver rinunciato e consacrato me stessa, tutto quanto ho e posso, al Cuore Immacolato di Maria.
Ella, la madre Addolorata e Corredentrice, ha vissuto il Mistero del Dolore nel modo più profondo e totale, ma ha saputo accettarlo e offrirlo per la salvezza di coloro che tanto ama. Sono gli stessi che Le hanno dato quel dolore, cioè: noi peccatori.
Chi altro più di Lei può insegnarci a soffrire, accettare e offrire la sofferenza per amore?
Questa capacità non la sento ancora del tutto mia, ma scopro che Lei stessa opera in me: Lei opera prodigi impensabili nei poveri cuori che si consacrano a Lei e che Le donano tutto loro stessi. Noi possiamo solo corrispondere alle sue Grazie, con la preghiera e i nostri sacrifici.
Comprendo ora cosa significa Consacrarsi. Nella mia povera esperienza e con un po’ di Luce che il Signore per Grazia mi ha dato, credo di poter dire che consacrarsi a Lei, è stato cederLe il comando della mia vita, della mia anima, di tutte le mie facoltà. In una parola, Le ho ceduto il volante.
Non ne ero pienamente consapevole in quel benedetto giorno in cui dissi “Io mi consacro a Te”, ed è stato meglio così immagino, perché nella mia timorosa superbia avrei potuto pensare che cederLe il volonte era troppo.
Ringrazio il Signore per avermi portata a Lei. Perché con Lei, spero di poter meglio giungere a Lui.
Teniamo a mente l’insegnamento donatoci a Fatima da Maria Santissima:
“Pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Molte anime vanno all’inferno, perché non c’è chi si sacrifichi e interceda per loro”
Nel pregare, soffrire ed offrire, per amore di Dio e dei fratelli e nella sofferenza, Ella, come a Lucia, ci promette il Suo aiuto:
“Lucia, soffri molto? Non scoraggiarti! Non ti abbandonerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà fino a Dio”
Nella sofferenza, infatti, siamo tentati dal Nemico, che ci spinge al rifiuto dell’esistenza e alla disperazione.
E solo rifugiandoci nel Suo Cuore Immacolato, nulla potrà scuoterci o distoglierci dalla nostra vera meta: la gioia eterna in Dio.
“Consacratevi al mio Cuore Immacolato … che sarà il vostro rifugio” non è dunque solo una dolce esortazione, belle parole poetiche, ma vuote di significato.
Consacrarsi significa prepararsi alla battaglia quotidiana, facendoci trovare armati e protetti, sotto il vessillo di Colei che, sappiamo, trionferà.
Per chi non lo avesse ancora fatto, e per chi desidera rinnovare la propria appartenenza all’Immacolata, suggerisco un bellissimo corso di preparazione alla Consacrazione, curato da Radio Buon Consiglio e da seguire online, al termine del quale la Consacrazione sarà pronunciata il 9 giugno nella Basilica della Santa Casa di Loreto, in presenza per chi potrà recarvisi.
https://www.radiobuonconsiglio.it/maggio-con-maria-2024
Viva Maria!
Elisa da Padova.
15 maggio 2024
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“[…]vengono con storie che bisogna dichiararla questo o quest’altro, [che] bisogna darle nuovi dogmi [corredenzione]… non perdiamo tempo in queste storie, Maria è donna, Signora, madre di suo figlio e della Santa madre Chiesa gerarchica, ed è meticcia, donna dei nostri popoli che ha fatto Dio meticcio”. (Bergoglio)
Di quello che dice un antipapa, falso e massone poco importerebbe, se non fossero offesi Iddio e Sua Madre, chiamati meticci, cioè di razza mista, insomma “due bastardi”!
Chissà se per riparare a queste offese gli Alleati dell’Eucaristia organizzeranno marce e Rosari di riparazione. O un falso papa è autorizzato a bestemmiare??
Di quello che dicono alcuni cattolici qui, che forse vogliono sbagliare e ma capiscono, invece si ha il segno del disamore verso Gesù e della ingratitudine dei serpi che si nascondono nel seno di Maria.
Se ci fosse un vero prete qui, fra chi partecipa a questo blog, fremente per le bestemmie di un meticcio morale meticcio anale fra uomo e demone: il bastardo della Pampa, chiarirebbe che ogni battezzato, anche laico, è investito del ministero sacerdotale: ogni cristiano, è chiamato alla evangelizzazione (Lumen Gentium , art.1268 CCC). Tutti siamo missionari nel nostro ambito di vita: familiare e lavorativo, tutti siamo chiamati a portare ovunque la Parola di Dio cooperando, con l’esempio personale, con la preghiera e la carità alla Sua opera.
Se nessuno leva al Cristo il titolo di Redentore, neanche si può negare che ogni cristiano partecipi, anzi deve partecipare, all’opera di redenzione.
I superficiali e gli ignoranti spesso si soffermano sul fatto che il prefisso di co-operare, corredimere, concorrere, ecc. possa -anche- significare “partecipare alla pari” e che Maria chiamata “corredentrice” possa levare ai fedeli “la primizia” della redenzione ad un Dio, creando un equivoco.
Rammento quando levarono il SS. Sacramento dal taberbacolo dietro l’Altare: poichè “distraeva” fedeli che sentivano Messa. E da allora la Chiesa cristocentrica divenne cristodecentrata e lo è ancora…Cristo svia tuttora i fedeli dalla Messa.
L’assurdità del rifiuto del termine “corredentrice”, invece per chi è in malafede, sta nel fare un processo alle intenzioni di un cattolico per l’uso di un vocabolo, processo su base non di legge canonica ma di una non esclusiva consuetudine lessicale: figuriamoci se si proclama un dogma!
Se, come cattolici approviamo il vaccino anticovid formulato con feti volontariamente abortiti, siamo certamente malvagi e in peccato mortale (oltre che imbecilli) ma non possiamo certo essere all’altezza dell’ “opera di perdizione” di Satanasso, eppure siamo “co-operatori” del Male. Se invece diamo esempio di amore e esortiamo i ns. fratelli a non peccare ebbene, siamo corredentori, cioè coopereremo -nel nostro piccolo- con Gesù Redentore.
Se non si fosse in malafede o superficiali, pur senza aver studiato Duns Scoto (vd. beato p.Allegra) o l’Aquinate (“Per la sua qualità di Madre di Dio la Beata Vergine ha una dignità quasi infinita, per l’infinito bene che è Dio”), si affermerebbe che Maria partecipa alla redenzione del Figlio più di chiunque. G.P. II ha affermato, oltre il preminente ruolo di corredentrice di Maria, anche quello di noi uomini. Quanto a Ratzinger, egli non vedeva bene solo l’uso del termine “corredenzione” non per motivi di regole lessicali ma per un mancanza di omogeneità col linguaggio patristico e delle Scritture, per non dar luogo a confusioni e non certo per mettere in dubbio la più elevata azione mediatrice di Maria e dispensatrice di grazie del divin Figlio.
Da L.Scrosati (N.Bussola):
Ratzinger, nel libro Dio e mondo […] aggiunge la considerazione che la richiesta di proclamare Maria corredentrice è però condivisibile, in quanto sottolinea «il fatto che Cristo non sia al di fuori o accanto a noi, ma che stabilisca con noi una nuova, profonda comunione. Tutto ciò che è suo diventa nostro, e di ciò che è nostro Gesù si è fatto carico fino a farlo suo». Il suo essere Redentore viene perciò condiviso, secondo la modalità propria, da ciascuno; mai nessuno può cooperare alla Redenzione senza di Lui o come Lui, eppure vi coopera”.
Alla fine piace riportare Benedetto XV:
“È insegnamento comune dei dottori della Chiesa che la Santissima Vergine Maria, apparentemente assente dalla vita pubblica di Gesù Cristo, fosse, tuttavia, presente al suo fianco quando camminò verso la morte e fu inchiodato alla Croce, e lì stette per disposizione divina. Infatti, in comunione con il Figlio sofferente e agonizzante, sopportò il dolore e quasi la morte; abdicò ai diritti di madre su suo Figlio per ottenere la salvezza degli uomini; e, per quanto dipendeva da Lei, immolò suo Figlio per placare la giustizia divina, così che si può giustamente affermare che con Cristo Ella ha redento il genere umano.
Per questo, ogni sorta di grazie che attingiamo dal tesoro della Redenzione ci viene, per così dire, dalle mani della Vergine Addolorata”.
…inoltre esiste un corposo elenco di Padri della Chiesa che- proprio per ragioni teologiche- furono assolutamente contrari al Primato Papale e alle conseguenti manifestazioni di Papolatria.
Mi permetta: il primato papale è stabilito nel Vangelo, mentre la “papolatria”, che è anche promossa dai Media, è segno deleterio dei tempi ed è frutto dell’ignoranza di molti, riguardante sia le cose materiali che quelle spirituali. La Chiesa insegna che il papa è “Vicario di Cristo”, quindi, almeno in teoria, non dovrebbe esservi alcuna confusione tra “uso” ed “abuso” del Ministero.
Gentile Scarano,
soltanto il 18 luglio 1870- ultimo giorno del CVI- venne promulgata la costituzione
“Pastor Aeternus” che definiva i due dogmi del primato del Papa e dell’infallibilità pontificia, ” dopo lunghe, fiere ed agitate discussioni ” ( cit. Paolo VI ).
Lunghe, fiere ed agitate discussioni che, iniziate all’incirca nel 200 d.C., proseguirono in maniera più o meno bellicosa
fino, appunto, al 1870.
Si vede che tale primato non appariva una faccenda tanto ovvia e chiara, nemmeno agli uomini dell’Istituzione stessa.
A proposito di “sedicenti cattolici”:
Tertulliano: contro la perpetua verginità di Maria,
Eusebio: contro l’Immacolata Concezione,
Ambrogio: contro l’Immacolata Concezione,
Epifanio: contro il culto di Maria (“Cessino certe donnicciole di dire-Noi onoriamo la regina del cielo- perchè, con questi discorsi adempiono ciò che è stato preannunziato “Alcuni apostateranno…dandosi in braccio a spiriti seduttori e alle dottrine dei demoni” Epiph.,l.III, Comment. 2, Heres. 79 ),
Leone I (Papa): contro Immacolata Concezione.
Tutti Padri della Chiesa.
Io sapevo – ma forse mi sbaglio… – che la Chiesa cattolica si fonda sulla Trinità e non sulla “quadrità”. Mi sembra anche di ricordare che già papa Giovanni Paolo II, pur essendo particolarmente devoto alla Madonna, aveva comunque messo in guardia contro «tutte le false esagerazioni» (L’Osservatore Romano, gennaio 1996), esaltando «Maria come la prima tra i credenti, ma concentrando tutta la fede sul Dio Uno e Trino e dando il primato a Cristo» (Joaquin Navarro-Valls, Catholic Herald, 1997-08-22, p.7).
Nel 1994, nella lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente ribadì che «Cristo, il Redentore del mondo, è l’unico Mediatore tra Dio e gli uomini, e non c’è nessun altro nome sotto il cielo con il quale possiamo essere salvati (cfr At 4, 12)»
Nel 2000, Benedetto XVI, quando era ancora cardinale, aveva ribadito il diniego ad un dogma di Maria Corredentrice, spiegandone due anni più tardi le motivazioni: «.. la formula “Corredentrice” si allontana in misura eccessiva dal linguaggio della Scrittura e dei Padri e quindi è foriera di incomprensioni … Tutto viene da Lui [Cristo], come ci dicono in particolare la Lettera agli Efesini e la Lettera ai Colossesi. Anche Maria è tutto ciò che è attraverso di Lui. La parola “Corredentrice” oscurerebbe questa origine. [Si tratta di] un’intenzione corretta, che viene espressa nel modo errato» (God and the World: A Conversion with Peter Seewald, 2002).
Ma sicuramente mi sbaglio oppure ho capito male…
È davvero emozionante scoprire che le parole scritte da questa donna siano quelle che non riusciamo ad esprimere su Maria e sul nostro dedicarsi a Lei. So bene che sarò criticata per quella che sembra una contraddizione a quello che ho detto altrove e che troverà Balquis e Adriana, grandi cattoliche, pronte ad attaccarmi, al solito. Da quelle che dovrebbo essere lo scrigno della dolcezza e dell’amore, le donne, spesso ho la riprova della sterilità dei cuori.
Ma oltre ai benefici che possono ricrversi da una vera Mamma, aldilà di quello che sembra, e non è possibile che vi sia del superficiale opportunismo in questo articolo e che il nucleo del discorso della “vecchia e titubante” Elisa da Padova, sia in queste parole (che mi hanno colpita perchè riguardano tutti noi):
“ignoranza degli enormi benefici, grazie e gioie che ne sarebbero derivati e forse anche un po’ la paura che dando tutto a Maria potessi forse averne qualcosa da perdere.”
La” paura “di aver qualcosa di perdere, credo -per me- sia stata la cosa più indicativa della scarsa adesione: mia e di chissà di quanti altri, nel donarsi completamente a Maria….Che spilorci d’amore e che taccagni di noi stessi siamo, delle nostre piccole ricchezze e comodità!
Amare ci sembra costi troppo caro, se dobbiamo rinunciare solo a qualcosa di nostro.
Maria non ha la nostra visione stitica dell’amore -a senso unico- ed è davvero la prima discepola del Figlio.
Non voglio essere critica verso gli alleati dell’Eucaristia ma spero che questa dedizione a Maria, queste loro iniziative corrispondano ad amare e ad operare per il loro prossimo, così tanto come dicono di amare il Signore nostro Dio.
Metti nome e cognome per rispetto verso il dott. Tosatti e chi legge Stilum Curiae e poi cagasentenze
Tosatti è la cosa più bella che hai pubblicato su Stilum
Concordo in pieno!
A leggere certi commenti di alcuni sedicenti cattolici che scrivono su questo blog, viene davvero una profonda tristezza. Vorrei umilmente chiedere se si sono consacrati alla Santa Vergine Maria.
E se non lo sono ancora, di provvedere al più presto!
Laudetur Jesus Christus et Maria.