Barabba, Cristo, il Crucifige e l’Antisemitismo. Una Legge in USA. Bernardino Montejano.
6 Maggio 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Bernanrdino Montejano, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni su una legge recentemente votata dalla Camera degli Stati Uniti. Buona lettura e diffusione.
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ANTISEMITISMO
La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha votato una legge che si intromette nel giudizio e nella morte di Cristo e definisce antisemita ogni opinione che attribuisce agli ebrei una partecipazione alla morte di Cristo.
Detto questo, dobbiamo rinfrescare la memoria dei fatti, perché anche lo stesso Papa Francesco è rimasto confuso, quando ha sottolineato che il processo di Cristo è stato “fraudolento”, nelle sue parole.
Siamo quindi costretti a specificare:
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Il processo è stato ingiusto, ma non “fraudolento”. È stato processato davanti al tribunale del Sinedrio competente a conoscere l’accusa contro Cristo.
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Poiché gli ebrei avevano perso il diritto di applicare la pena di morte, dovettero rivolgersi al procuratore romano.
-
Ponzio Pilato cercò di salvare Cristo e, come era consuetudine a quel tempo per perdonare un accusato a Pasqua, lo esibì insanguinato dalla flagellazione, insieme ad un criminale di nome Barabba. La moltitudine dei Giudei, sotto la pressione degli scribi e dei farisei, scelse Barabba.
-
Quando Pilato chiese cosa devo fare con il re dei Giudei? La risposta massiccia è stata: crocifiggilo!
Se sostenere la verità storica significa essere antisemita, lo sono. Pilato era un codardo, perché cedette alle pressioni, temendo di inimicarsi Cesare liberando colui che si autoproclamava re dei Giudei.
Un suo collega, in un episodio simile, salvò l’onore dei romani e fu Gallione, proconsole dell’Acaia, davanti al quale i Giudei portarono San Paolo, accusandolo di persuadere la gente a venerare Dio in modo contrario alla Legge.
Ma prima che l’apostolo aprisse bocca, Gallione stesso disse agli accusatori: “Se si trattasse di un delitto o di una cattiva azione, vi ascolterei, Giudei, con calma, come è giusto. Ma poiché queste sono discussioni su parole, nomi e cose, sulla vostra Legge, dipende da voi. Non voglio essere un giudice in queste questioni. E li scacciò dal tribunale» ( Atti degli Apostoli , 13, 18).
Di fronte a questo risultato negativo, gli ebrei afferrarono Sostene, capo della Sinagoga e probabilmente il principale mezzano organizzatore, e cominciarono a picchiarlo in tribunale senza che Gallio intervenisse. Una bella lezione per Pilato; con Gallio non c’era confusione.
Riguardo al processo di Cristo, vorrei raccomandare ai lettori la seguente bibliografia: “L’assemblea che condannò Gesù Cristo” (Criterio Libros, Madrid, 1999 e Rialp, Madrid, 2004)), dei fratelli Agustín e Joseph Lémann, ebrei per razza e religione, si convertirono al cattolicesimo, entrambi preti; di Ignacio Burgoa Orihuela, “Il processo di Cristo”, (Porrúa, Messico, 2007) e di Francesco Amarelli e Francesco Lucrezi, “Il processo contro Gesù”, (Dykinson, Madrid, 2002).
Come affermano i fratelli Lémann, il Sinedrio era un’assemblea malvagia; fu il Sinedrio che «colui che ha fatto portato a giudizio Gesù Cristo, che lo ha giudicato, che lo ha condannato. La residenza di Caifa, dove si incontrarono, fu il covo e la fonte avvelenata di ogni ingiustizia. Le barbarie del pretorio non furono altro che le sue conseguenze.
Buenos Aires, 5 maggio 2024.
Bernardino Montejano
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Tag: antisemitismo, barabba, GESÚ, montejano, pilato
Categoria: Generale
E LEI SIGNORA DI TUTTI I POPOLI scioglie il tempo nella difesa del Dio del Diritto Canonico Romano!
De gustibus non disputadum’st!
Dio è infinite bellissime forme diverse. Sempre lo stesso e sempre diverso.
Le do un consiglio: si converta, proprio come dice Gesù: convertitevi e credete in me! Lo ha detto anche Giuseppe Flavio nell’Autobiografia. Stessa identica frase: fate inversione di marcia e credete in me! I termini greci sono identici nei testi.
Ed io seguo la saggezza di mia mamma (oggi è la sua festa): “Fiol, lasso che I preti I diga, mi go el me Signor”
Aveva fatto solo la seconda elementare nel 1921 dalle suore. Vede che tutta l’orgogliosa intelligenza che mi attribuisce serve a niente! Sit nobis Pax.
LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI sentenzia:
“Contraddizioni? Forse errori e riporti personali, interpretazioni, traduzioni imprecise, passa parola (ad es. Gesù, fu crocifisso alle 09,00 o alle 12,00?). Ma contraddizioni nelle parole di un Dio mai (!), anche se sembrano esserci per i nostri limiti e per i nostri studi orgogliosi e presunzioni; sappiamo che noi che siamo delle contraddizioni, e dunque non ci sono nella Parola!”.
Prendo nota che anche la Signora parla di “nostri studi orgogliosi e presuntuosi”. Ma non per sé perché la Signora non può essere orgogliosa e presuntuosa in rapporto a studi non fatti; e questo per sua stessa ammissione. Quindi il presuntuoso, come il fariseo, il ficcanaso alla Tommaso, posso essere solo io e compari. Lei, la Signora, non ha quindi neppure necessità di essere prudente come il serpente ecc…
Ma leggere e scrivere desumo dagli interventi che posta che sia ben capace!
Poi non capisco cosa intenda per “riporti personali”. O forse è chiarissimo fin troppo!
Poi sentenzia: “sappiamo che noi siamo delle contraddizioni “.
Adesso leggiamo la Parola di Dio ispirata a Davide nel versetto 12 del salmo 62: “UNA HA PRONUNCIATO ELOHIM DUE QUELLE CHE HO UDITO”.
Signora benedetta, ogni umano fa solo ciò che gli conviene. E disgraziatamente non può evitare tutte le conseguenze positive e negative implicite ignote per sé e gli altri. Preoccuparsi di una determinata fantastica salvezza eterna per gli altri puzza da orgoglioso imbroglio dell’astuzia umana. E Dio resiste ai superbi che lo hanno in tasca e dà la sua grazia agli umili. E il grado delle conoscenze personali c’entra ben poco. Anzi! Chi più sa più ignora di non sapere.
L’esperienza, per quel che serve, aiuta ad evitare i tranelli. Ed i più indefinibili sono quelli della Verità in bocca umana.
Una Parola ha pronunciato Dio: ” FORMANTE LUCE E CREANTE TENEBRA FACENTE PACE E CREANTE MALE IO YHWH FACENTE TUTTE-QUESTE “.
Non occorre tanta scienza e neppure pochissima per rimanere allibiti di fronte al mistero della Realtà. Ma arrendersi mai!
Abbiamo già tutti due i piedi nella fossa, scrive Montaigne, ma gli ultimi a morire sono i nostri desideri.
Bellissima è la derivazione del significato che Platone fa del termine Dio, che MAI, dico MAI appare in tutta la bibbia ebraica.
Gesù, apparso agli undici, quando era presente anche il gemello Tommaso, assente la sera di otto giorni prima, disse all’incredulo: metti il dito nelle piaghe ecc… ecc…E sentenziò beati piuttosto quelli che credono senza vedermi risorto.
Ma non ha aggiunto senza bisogno di leggere i vangeli!
Non è una battuta perché San Giovanni Paolo II disse testualmente: “Non è il vangelo che cambia, siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio”.
E papa Francesco: “Lo Spirito non dà inizio alla chiesa impartendo istruzioni e norme alla comunità…Non crea una lingua uguale per tutti… Non comincia da un progetto strutturato…” E ancora: “Gesù scopre il senso del suo essere uomo, della sua esistenza nel mondo perché lui è in missione per noi…”
Si possono fare tante citazioni, ma la fonte che le origina, o se si vuole, le comprende e le giustifica tutte con estrema evidenza è, secondo me, quella del Santo!
Quindi il bisogno di leggere i vangeli è impellente per le ragioni della ragione del “credo quia absurdum”.
Forse è per questo che i Pastori non lo annunciano più all’unisono.
Gesù, apparso agli undici, quando era presente anche il (suo?) gemello Tommaso, assente la sera di otto giorni prima, disse all’incredulo: ficca il dito nelle piaghe ecc… ecc…E sentenziò beati piuttosto quelli che credono senza vedermi risorto.
Ma non ha aggiunto senza bisogno di leggere i vangeli!
Non è una battuta perché San Giovanni Paolo II disse testualmente: “Non è il vangelo che cambia, siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio”.
E papa Francesco: “Lo Spirito non dà inizio alla chiesa impartendo istruzioni e norme alla comunità…Non crea una lingua uguale per tutti… Non comincia da un progetto strutturato…” E ancora: “Gesù scopre il senso del suo essere uomo, della sua esistenza nel mondo perché lui è in missione per noi…”
Si possono fare tante citazioni, ma la fonte che le origina, o se si vuole, le comprende e le giustifica tutte con estrema evidenza è, secondo me, quella del Santo!
Quindi il bisogno di leggere i vangeli è impellente per le ragioni della ragione del “credo quia absurdum”.
Forse è per questo che i Pastori non lo annunciano più all’unisono.
Non è che al C.R.E.P.A. dispongano anche di un esorcista? Ci sarebbe un lavoretto da fare…..
@ Rolando (e agli altri amici).
“Il motivo è presto detto: Lei non vede contraddizioni nei Vangeli. Nelle sacre scritture.”
Contraddizioni? Forse errori e riporti personali, interpretazioni, traduzioni imprecise, passa parola (ad es. Gesù, fu crocifisso alle 09,00 o alle 12,00?). Ma contraddizioni nelle parole di un Dio mai (!), anche se sembrano esserci per i nostri limiti e per i nostri studi orgogliosi e presunzioni; sappiamo che noi che siamo delle contraddizioni, e dunque non ci sono nella Parola!
“La Fede se è Fede acceca”
No!, la Fede fa vedere: è una grazia, Rolando. Vedi indegnamente e senza merito lì dove gli altri non vedono. Correggerei la sua solita “sciocchezza” in: la Fede è cieca”, il che sposta un po’ le cose.
“Indurre al dubbio è un delitto, porta al tradimento sponsale.”
Sì, è così: lei e la sua bella istruzione, certo sofferta e acquisista con impegno e interesse (non la chiamerei però “cultura” come dice il Matto) può attrarre… ma il suo sapere può indurre intentazione e un’anima, sposa del suo Dio, può essere ingannata. Lei è un pericolo… e anche se le si vuol bene anzi perchè le si vuol bene, anche e molto da parte mia, è opportuno che lei si renda conto delle sue azioni, perchè in tutta onestà non faccia del male a chi la guarda con occhi buoni.
“Io non ho detto né fatto di Gesù ebreo un antisemita. Ho detto che stando a quelle parole che l’evangelista ha messo in bocca a Gesù, l’evangelista stesso fa di Gesù un antisemita.”
Non faccia giochi di parole, non mi frega, perchè qui facciamo il gioco dello Stilobate che dice in pratica che chi dice cose cattive non deve essere chiamato cattivo e che occorre prima conoscere le persone. Io la conosco da quello che scrive, e allora?
E spostare l’antisemitismo da Gesù all’evangelista non sposta le conclusioni che lei induce a pensare e che sono corruttrici della verità.
“Sta a lei ragionando smentire”.
Lei è facile da smentire perchè mette il falso dove sta il vero ma -come dice lei- ci vuole la fede per sentir puzza di bruciato (e non la ragione).
Prima mi da del “tu” e poi del “lei”, ma questo è un altro discorso.
“Ma io parlavo di Gesù storico”
Vero, lei ha “introdotto” l’Uomo per trovare nella Storia quelle “contraddizioni” cui lei aspira addentellarsi per i suoi fini, separandolo artificiosamente dalla sua Divinità e dal Padre, e qui c’è un altro suo trucco per deviare e far deviare: “Vero Dio e vero uomo” se sono due realtà queste, materia a parte, non sono due volontà, nè differenti nè difformi.
“Mi perdoni se ho involontariamente attentato alla sua fede Immacolata.”
Perdonare devo, voglio e posso ma non posso perdonare “le bugie non pentite” niente di quello che dice è “involontario”, nenche se dimostrasse che “ha stata la I.Ah.” Quanto alla immacolatezza è vero, si tende ad ritornare vergini nel cuore puri e immacolati al Suo cospetto, ma forse non si parla di me.
“mi interessa il suo e non quello di Dio della sua fede”
Povero Rolando, grazie dell’interessamento, sono così poco rispetto a lei in capacità umane e sapere che la annoierei: in fondo non ho niente di mio, o non dovrei averlo, scopro infatti che capacità, studi, soddisfazioni non mi appartengono. Io voglio essere e a volte sono nel nostro Dio. Se vuole parlerò di Lui.
Grazie delle sue scuse. Spero che siano sincere perchè le prendo con occhi buoni.
Ho postato sotto anche altra risposta, ma qui, cara LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, mi limito a queste sue nude parole: “NON HO NIENTE DI MIO”.
Quindi lei non HA. Non resta quindi che lei soltanto È.
Deus quos vult perdere dementat, sta scritto.
Io penso che mi possegga nell’entusiasmo!
Non ho dottrine. Mi fido di Lui, qualunque realtà è.
Accetto tutto quello che ho quale suo dono compreso il fatto di cui mi ha informato che lei non abbia niente di suo! Ma, scherzi a parte, mi spieghi Lei Isaia 45,7.
“Ma, scherzi a parte, mi spieghi Lei Isaia 45,7.”
Ronaldo sono stanca e le rispondo per l’ultima volta per buona educazione, alle sue domande tese a valutare la mia fede su cavoli che riguardano tuttaltro come Isaia e per dimostrare la sua compiacente saccente preparazione esegetica, sempre del cavolo ( se vuole sarebbe stato più incisivo mettere delle zeta).
Gli argomenti sono 2
– Isaia;
– la sua maleducazione .
punto1
Le ho spiegato cosa penso di isaia 45,7 e lei cosa fa dichiara di non leggere la mia risposta ma di fermarsi prima: è cafonaggine o un problema mentale? Non aveva -poverino- tanto bisogno di dipanare il busillis?…vedi punto 2;
punto 2
che si sia comportato male spesso e, sempre, da irriverente è cosa nota e non la neghi. Io ricordo l’ultima cafonata sua del 10 febbraio coran (ma posso citarne ancora) nella quale lo Stilobate con paternalismo mi diede una pacca sulla spalla dicendomi di aver pazienza ma non la riprese con la paglietta o con la trave, sua nuova scoperta esegetica dopo aver trattato Paolo di Tarso.
Che lei sia privo di tatto e di buona educazione è dunque certo e tuttavia lo stilobate, nuovo padrone del blog, non consente di passare dai fatti a chi li compie chiamandoli “bugiardi” e così non potrò chiamare lo stilobate, per le sue ipocrisie, “ipocrita”.
Se poi lei, Ronaldo, non ricorda i suoi atti e parole oltre essere diciamo “ineducato” ( le piace il termine?) ha problemi di memoria ma non posso dire che è “matto” altrimenti Enrico si arrabbia.
Che lei si contraddica su questioni che sono spiegabili con la psicologia o la psichiatria o con la menzogna reiterata con problemi di memoria (narcisista si può scrivere?), non lo dico io, ma le sue parole… faccio un esempio abbastanza recente: “Benedetto ultimo vero papa” e qualche tempo prima lo era Francesco.
E mentre, sotto controllo superiore non posso dire “bugiardo” a chi mente, “ipocrita” a chi fa due pesi e due misure e “matto” a chi dice tutto ed il suo contrario, la saluto e non provi a giustificarsi nè a chiedere scusa perchè avrebbe dovuto farlo prima e non ora perchè interverrebbe per lei un ulteriore aggettivo che qui non posso scrivere a chi fa cose buffe).
Gentile Signora, oggi è il 12 maggio e lei sta ancora a pensare ad un commento del 10 febbraio scritto da una persona che conosce solo superficialmente attraverso un blog. Questo malanimo così durevole non le fa bene (mi scusi se mi permetto). Il mio suggerimento è di prendere questi rapporti telematici per quel che sono, cioè non – fortunatamente – questione di vita o di morte, ma semplicemente scambi di riflessioni con le quali essere o meno d’accordo (ma non è indispensabile esplicitarlo), che talvolta possono anche essere spunto per approfondimenti su se stessi (peraltro non necessariamente da condividere). Oltretutto, mi sembra che la maggior parte dei commentatori – chi più chi meno – sia di età abbastanza matura, con il proprio carico di esperienze e le proprie convinzioni.
Cara Balqis,
a tal proposito Stilobate ha fatto quanto era possibile,
Lei ha fatto quanto era possibile e anch’io- sia pur goffamente- ho creduto di fare quanto era possibile…
Concordo che una tal fissazione possa fare del male a chi vi si abbandona, ma chi le dice che non rappresenti per il soggetto anche un irresistibile piacere?
La tizia ha preso cappello. Qualcuno le ha messo il dito nella piaga… o la stola sulla spalla.
Quanto al “parlerò di Lui”….. loquere Domina quia audit servus tuus.
Ma non pretendere che rimanga in silenzio! Faccio come mi entusiasma il Dio mio!
Unicuique suum non praevalebunt. Insegna anche la Chiesa romana!
Cara Signora,
-suvvìa!- né Rolando, (né qui nessun altro) è un Giordano Bruno e, se concede, lei non è un Cardinal Bellarmino…Preda della sua foga di “correzione” a colpi di randello (metaforici), mi sembra piuttosto la Lucy dei Peanuts, ( anch’essa bisognosa d’amore ).
pH basso la Signora di tutti i Botoli. Dove sono finiti i dotti studiosi del C.R.E.P.A., che dispensavano basi per correggerlo?
Sono scappati terrorizzati, rifugiandosi sul monte Minus Tella.
Azz…il Procuratore Vyshinskij dei processi delle Grandi Purghe nel biennio 36-38 era un agnellino al suo confronto e Fouquier-Tinville del Grande Terrore del 1794
niente altro che un micetto zuzzurellone…Sia amorevole: si accontenti di fare come la Regina di Cuori con Alice: “Prima la sentenza, poi il processo!” ma con belle maniere…di questi tempi si usa molto.
@ stilobate
Amico della paglietta e della trave, se legge bestemmie e non interviene evidentemente non ha (capacità argomentativa nè) amore per la Parola; quando interviene, facendo la morale della trave (non sua o ka ritiene sua?), ma applicabile anche a lei, lo fa altresì giudicando chi porta il peso della trave, dimenticando di avere anche lei dei bulbi oculari.
Se il passaggio sul Blog -continuo e reiterato- delle cattiverie dette sul Vangelo ( e -se lei ci arriva- quindi su Gesù) a lei non fa nè caldo nè freddo, invece a me ferisce, chiaro?? E se la logica conclusione, che le cattiverie ripetute e corrette sono purtropo dette da un cattivo, a lei non piace, pazienza, non mi importa, si arrangi! Pensi quanto mi sono trattenuta dall’esprimere il mio pensiero su chi se ne frega del mio Dio, come lei.
Mi dica Stilobate, ma la sua messa è detta in comunione Cum Bergoglio? La domanda è legittima e glielo spiego, visto che le offese al Cristo non la fanno intervenire, mentre additare le cattiverie (e i cattivi che le pronunciano) la chiamano in causa come avvocato (del Diavolo naturalmente).
Sono vecchia, (ma non impicciona come lei) e se definisco “cattivo” ( o chi dice cattiverie è buono?) quello che una persona dice, non lo faccio per offendere o cercare travi (come lei fa, giglio purissimo) ma per provocare una discussione sulla questione e magari capire cosa ha portato Rolando a tali pazzie. Questo per chi vuol vedere e sa leggere ( ma non si sforzi, lei non ci riesce) significa intetessarsi a chi soffre, e Rolando soffre di mancanza d’amore.
Se Rolando non è cattivo, egli -se vuole- mi spiegherà (con educazione, se la ricorda) come sia possibile e perchè però scriva cose cattive, anzi pericolosamente devianti, eretiche.
La saluto amico caro.
Per la miseria!
LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI sentenzia:
“…interessarsi a chi soffre, e Rolando soffre di mancanza d’amore.”
Infatti io sono uno che se qualcuno non lo ama muore.
Se mi ami tu che ne sei la Signora, tutti i tuoi popoli m’amano!.
Alleluja. Alleluja, Alleluja!
Io, cara LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, non scrivo cose cattive. Non confonda eresia con cattiveria e, peggio quasi, maleducazione perché ciò mi fa pensare che lei non conosca che eresia altro non è che una scuola di pensiero tra le tante [Filone alessandrino docet] finché una non ha preteso per sé la tirannica Dittatura della Verità raggiunta con la forza del Potere politico brutale camuffato da Amore. Sempiterno autodafè di corpi vivi con libri. Prego Dio che mi liberi da Dio, ma Lui mi possiede come rivela ad Isaia 45,7. Non le piace Isaia 45,7? Forse perché non crede che sia lo stesso del servo sofferente? E lei, che scrive di non aver niente, cosa mai può darmi? Eppure mi accontenterei anche non avesse quello che pensa di “darmi”!
Gentile Signora, se questi sono gli effetti della continua lettura di Valtorta…
La forsennata lettura di Valtorta deve essere presso a poco come l’effetto-specchio di Crimilde: “Specchio, specchio delle mie brame…chi è la più santa del reame?”.
🙂 🙂 🙂 Rolando Biancaneve 🙂 🙂 🙂 e tutti noi i nani? 🙂 🙂 🙂
Cara Balquis,
siamo là…ma i nani- seppur malconci- sono innamorati della Grazia , e preservano Biancaneve dal subdolo veleno che tentava di ammorbarla ammantandola nella luminosa trasparenza del puro cristallo, fiduciosi nella sua- e loro- gioiosissima rinascita.
DOGMA:
ABBASSARE TUTTI LE PENNE.
🤩
Ma cosa dici mai caro Enrico Nippo che non sia già stato detto nelle giuste sedi dove il Potere volle una sola apostolica e romana ortodossia?!!!
Fin sul nascere, anzi nascendo! Ecco:
“ΤΟ ΔΟΓΜΑΤΟΣ ΟΝΟΜΑ ΤΗΣ ΑΝΘΡΩΠΙΝΗΣ ΕΧΕΤΑΙ ΒΟΥΛΗΣ ΤΕ ΚΑΙ ΓΝΩΜΗΣ”
“IL DOGMA NASCE DAL PENSIERO ED OPERA UMANE”.
Marcello di Ancira (Ancara 285-374).
Nominato vescovo prima del 314 quando presiede il Concilio di Ancira (314). Nel 325 partecipa al famoso Concilio di Nicea. Focoso nemico di Ario. Tuttavia egli riteneva che il Regno del Figlio e dello Spirito Santo avrebbe avuto un termine quando le due manifestazioni dell’unica Divinità, il Padre, si sarebbero consegnate e fuse in Essa insieme col Regno.
Per questo pensiero, non accolto all’unanimità dai Padri, si inserì nel credo il “cuius regni non erit finis”.
“Il dogma ha sempre divorato i suoi stessi padri!” (Adolf von Anark).
E dato che ho sottomano la documentazione, riporto quanto ha insegnato il Grande papa Francesco Magno il 16.06.2016 circa l’episodio evangelico dell’adultera: “Gesù si fa un po’ finto tonto, lascia passare il tempo, scrive per terra… e poi dice: incominciate, il primo di voi che non abbia peccato, scagli la prima pietra. HA MANCATO VERSO LA LEGGE GESÙ IN QUEL CASO. Se ne sono andati via cominciando dai più vecchi. Donna nessuno ti ha condannato? Neppure io! La morale qual’è? Era di lapidaria. MA GESÙ MANCA. HA MANCATO VERSO LA MORALE. Questo ci fa pensare che non si può parlare della rigidità, della sicurezza di essere matematico nella morale, come la morale del vangelo.”
È ovvio che papa Francesco vuol dirci che Gesù ha inaugurato una Legge nuova, superiore e salvifica. Basta scoprirla nel proprio cuore come impulso verso una comune e piena umanità!
Per la miseria, Rolando!
Ma quand’è che ti dai una controllata?
Che hai capito?
Io propongo (per tutti) come “dogma” l’abbassare le penne, ovvero una moderazione nei toni, e tu te ne esci con un forbito commento che non c’entra nulla!
Non si offende se buttiamo giù anche un basamento delle colonne del tempio di Gerusalemme? Tutto rigorosamente biblico, glielo assicuro!
Grazie
Mah, su Ponzio possiamo anche essere d’accordo. È Pilato che lascia molto perplessi.
Se proprio devo dirla tutta, sono molto molto perplessa anche su Pelato
Una libera (quindi eretica) riflessione mattutina.😄
Stando alla Tradizione cattolica, Gesù Cristo è l’UNICA incarnazione di Dio: UN uomo, UN Dio.
UN SOLO Dio incarnato in UN SOLO Uomo.
In nessun’altra tradizione si parla esplicitamente o implicitamente dell’incarnazione nella storia dell’UNICO Dio in un UNICO Uomo, e l’autorità/potere spirituale è esercitata da uomini che non sono Dio incarnato.
Anche nel Cattolicesimo, tuttavia, l’autorità/potere spirituale, a cominciare dagli Apostoli, è esercitata da uomini che non sono Dio incarnato e, per così dire, agiscono, o dovrebbero agire, in nome e per conto di Gesù Cristo.
Il fatto che tali uomini agenti in nome e per conto di Cristo siano stati (e siano?) divinamente ispirati non toglie che essi siano stati (e siano) esseri umani con i loro pregi e difetti, dunque non solo pregi, dunque non infallibili, dunque non soggetti esentati dalla … soggettività che non può non aver avuto ed avere voce in capitolo; soggettività , è da notare, agente anche nelle visioni e locuzioni mistiche, che sono e restano esperienze personali e quindi, a parere di chi scrive, in nessun modo dovrebbero essere rese pubbliche: in altri termini bastano le Scritture, che per una vera fede bastano e avanzano per vivere AL PRESENTE i precetti di Cristo, in piena libertà dal profetismo (di questi tempi dilagante). Il profetismo: una sorta di psicopatia masochistica per la quale si gode dell’angoscia che procura il pensarea quello che dovrà succedere, perdendo coì il senso del PRESENTE che è l’unico tempo reale.
Anche il pachiderma dogmatico è stato concepito, nutrito e fatto crescere da uomini che non erano (non sono) Dio e quindi, per quanto mirabile, non cessa di essere nella sua graniticità, un pericolo di impietramento delle menti che finiscono per scambiare la PURA fede con gli articoli del Catechismo e di quant’altro, che, invece, costituiscono un (pur necessario) orientamento.
Insomma: non è che al conoscere a memoria tutto il Catechismo, tutte le Encicliche, tutto il Diritto canonico e chi più ne ha più ne metta, corrisponda ipso facto la propria redenzione. Anche perché, non sarà inutile ribadirlo, è sempre in ballo la SOGGETTIVITÀ che non permette a nessuno di affermare “io sono nel vero”.
Sono tutt’altro che eretiche ma molto, troppo… personali.
Lei non sa che Dogmi, encicliche e dottrina sono equiparati alla Parola? Il diritto canonico si adegua per non restare indietro.
Allora stia attenta, attentissima a che ogni parola che le esce di bocca corrisponda esattissimamente a tutti i Dogmi, a tutte le encicliche, a tutta la dottrina, a tutti gli articoli del Catechismo … se ci riesce 😄
Stiamoci attenti tutti, direi! …voler bene a Dio significa non dispiacerlo con vani ragionamenti o irridendo la Sua Parola. Posso dirle, con sincerità che nella mia lunga vita non è mai successo che i miei dubbi e le mie incertezze in materia di fede siano rimasti insoluti o senza un perchè: spero che le sue elucubrazioni siano una specie di ricerca, benchè sembri contorta.
Se cercherà la verità con umiltà avrà una risposta. Se ama Maria, grazie a Lei amerà anche Suo Figlio e Lui è la Verità.
Da Matteo 15:
“Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna?
Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie.”
Ma per prevenire (compito più che arduo) i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie (ma c’è molto altro!) mica c’è bisogno di conoscere tutti i dogmi, tutte le encicliche e tutta la dottrina. Basta GUARDARSI DENTRO, e qui casca l’asino!
Vede, cara SIGNORA, siamo tutti bravi a citare, bisogna vedere quanto veramente si pratica di quanto di cita.
Finora pare che non ci riesca…infatti, in pratica, va contro quanto stabilito dall’ex Santo Uffizio- però moralmente ancora valido ( Ratzinger dixit )- a proposito delle letture
valtortiane. https://www.lettereadioealluomo.com/Documenti_Valtorta.htm#24.
Grazie cara (non riesco ad aprire il link) ma conosco bene la questione che nacque bene con Pio XII. Infatti entusiasta disse: “”Pubblicate l’opera così com’è. Non vi è motivo di esprimere un’opinione quanto alla sua origine, che sia straordinaria o no. Chi legge capirà.”.
Poi le cose cambiarono e poi cambiarono ancora fino al pronunciamento di Ratzinger che personalmente mi lascia con la bocca amara perchè intuisco che l’Evangelo non lo lesse “a sufficienza”
Tuttavia, poichè se è giusto sentire consigli ed valutare opinioni, ancora di più lo è se si ha una idea personale e una esperienza diretta col testo, che non può deludere se non chi è in malafede.
Poi, dedicandolo al Matto, vorrei allegare per lei e Balquis un chiarimento ad esempio opportuno sullo stile “zuccheroso” che impedisce di amare (e di leggere) gli scritti valtortiani:
[parla Gesu] “A coloro che giudicano troppo amoroso l’amor di Maria per Gesù dico di considerare chi era Maria: la Donna senza peccato e perciò senza tare alla sua carità verso Dio, verso i parenti, verso lo sposo, verso il Figlio, verso il prossimo; di considerare cosa vedeva la Madre in Me oltre che vedere il Figlio del suo seno; e infine di considerare la nazionalità di Maria. Razza ebrea, razza orientale, e tempi molto lontani dagli attuali. Perciò, da questi elementi scaturisce la spiegazione di certe amplificazioni verbali di amore che a voi possono parere esagerate. Stile fiorito e pomposo anche nel parlare comune, lo stile orientale ed ebraico. Tutti gli scritti di quel tempo e di quella razza ne sono un documento, né il volger dei secoli ha molto mutato lo stile d’oriente. Pretendereste che, perché voi, venti secoli dopo e quando la perversità della vita ha ucciso tanto amore, dovete esaminare queste pagine, Io vi dessi una Maria di Nazaret quale è la donna arida e superficiale del vostro tempo? Maria è ciò che è, e non si muta la dolce, pura, amorosa Fanciulla d’Israele, Sposa di Dio, Madre verginale di Dio, in una eccessivamente, morbosamente esaltata, o in una glacialmente egoista donna del vostro secolo.”
Lungi da me dall’essere scortese, soprattutto con una signora, e la ringrazio della dedica, però, abbia pazienza, la pregherei di non insistere con la Valtorta (e con chiunque altro o altra) che scrive di ciò che dice Gesù.
Quello che accade nella mente dei mistici è affar loro.
Attribuire loro una credibilità è soggettivo e quindi arbitrario.
Chi vuol credere alla Valtorta (o che per lei) è libero di farlo ed è meritevole di rispetto, ma da qui a pretendere che anche chiunque altro vi creda, cene corre.
Gentile Signora,
che Pio XII fosse entusiasta…e anche che avesse pronunciato la famigerata frase, lo dicono il gruppetto di “entusiasti” che andò da lui a perorare l’imprimatur dell’Opera, senza ottenerlo, però ottenendo in primis il rifiuto di approvarne la prefazione contenente la pretesa che si trattasse di un’ Opera ispirata da un intervento soprannaturale.( Comunque, qualunque frase avesse pronunciato Pio XII, sarebbe stata espressione di un’opinione ufficiosa e privata ).
Nel 1959 l'”Osservatore Romano” pubblicò una disamina circostanziata del testo, definendolo :”Una specie di storia malamente romanzata” con un “Gesù quasi reclamistico”, con “alcune scene alquanto scabrose” che ” ricordano certe descrizioni e certe scene di romanzi moderni ” . Inoltre vi si trovano: ” molti svarioni storici, geografici e simili, ma trattandosi di un Romanzo, queste invenzioni aumentano il pittoresco e il fantastico del libro. “. Segue la conclusione “forte” e dirimente del giudizio: ” L’Opera avrebbe meritato una condanna anche se si fosse trattato solo di un romanzo, per irriverenza. Ma in realtà l’intenzione dell’autore pretende di più…si leggono qua e là le parole: ” Gesù dice..”, ” Maria dice…”,oppure: ” Io c’ero…” e simili. L’autrice scrive di ” essere testimone di tutto il tempo messianico…”. Queste parole fanno ricordare che, circa 10 anni fa, giravano alcuni voluminosi dattiloscritti che contenevano pretese visioni e rivelazioni ( di cui ) la Competente Autorità Ecclesiastica aveva proibito la stampa e aveva ordinato fossero ritirati dalla circolazione. Ora li vediamo riprodotti quasi del tutto nella presente Opera…Perciò… [ c’è anche ] una grave disobbedienza “.
Non mi pare necessario aggiungere che condivido in pieno quanto qui scritto dall'”Osservatore Romano” e che mi fa specie che una persona così rigorosa come lei si presenta cada ingenuamente in queste trappole sostanzialmente blasfeme.
Per il testo integrale https:// http://www.internetsv.info/Valtorta.html/
Cara LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, avendo letto tutti i 10 volumi del Poema dell’Uomo Dio della Valtorta e tutto un grosso volume di documenti, tu mi potresti chiede perché mai l’abbia fatto. Semplice: per una curiosità iniziale. Ma le sequenze di questo romanzo scorrono fluide ed accattivanti come se la stessa autrice in persona ti sciorinasse il romanzo a voce. Anzi direi di più. Leggendo ti si crea un film in mente le cui immagini scorrono vive con le parole. Iniziato, non puoi quasi staccartene. C’è dell’incredibile circa le capacità di cotanta mente. Ma oltre che un bel e curioso film per chi non si annoia od infastidisce per questo modo di raccontare la storia e soprattutto per il suo argomento, nulla assolutamente nulla aggiunge alla fede e tanto meno induce ad essa. Ho detto fede nel senso di fiducia che la storia sia questa. Certamente nihil obstat alla dottrina.
Caro Enrico Nippo, a parte che non è vero che in nessun’altra tradizione si parli esplicitamente od implicitamente dell’incarnazione di un Dio che muore in croce. Tu ignori. E contaddici assurdamente la testimonianza di Filone alessandrino che la descrive come una delle due massime empietà umane.
E se quanto tu scrivi “non permette a nessuno di affermare “io sono nel vero””, allora uno neppure può onestamente ritenersi redento.
Secondo me, essere nel vero significa essere “senza-dimenticanza” cioè l’esatto significato della semantica della parola greca “verità”, messa in bocca dagli evangelisti all’uomo ebreo Gesù. Ma sembra che anche Gesù (sempre stando al vangelo) non sapesse tutto dei segreti di Dio nonostante poi fosse stato creduto un Dio da Dio.
Se tu, invece, non ignori, vorrai colmare la mia terribile lacuna, e non avrai difficoltà a farmi conoscere i brani di altre Tradizioni che riferiscono dell’incarnazione – storica, non mitica – di Dio in un uomo, insomma un doppione di Cristo in terra, e saprai anche riferirmi cosa ha detto questo doppione.
La testimonianza di Filone Alessandrino è … di Filone Alessandrino, che , come ognuno, può affermare quel che gli pare ed io nemmeno mi sogno di pensare come lui. Ripeto quello che ho già scritto in altro commento: io penso con la mia testa, non con quella degli altri.
D’altra parte, mi sembra che anche tu vai a ruota libera , mooooolto libera!
Caro Rolando,
se attentare all’idea di un Dio totalmente trascendente è una, quale è l’altra empietà? Forse il culto degli dei egizi che valorizzava la Terra?
Le due massime empietà di cui scrive Filone nella Legatio ad Gaium sono: che un uomo si faccia Dio e che Dio si faccia uomo.
Anzi la prima viene copiata di sana pianta nel vangelo di Gv. Notare che il verbo greco usato esprime proprio un farsi Dio, non dichiararsi Dio! (metabalein per il soggetto Dio; epoiesen per il soggetto umano. Anche G. Flavio riporta una simile empietà)
Il comportamento fattuale del personaggio storico è una cosa, la dichiarazione è un prodotto di fede soggettivo di chi scrive e parla per lui.
Grazie molte.
Evincimi, smentiscimi, forniscimi dati da cui risulta che altri Gesù Cristi si sono incarnati (nella storia, non nel mito).
Filone piò dire quello che gli pare. Io pure. Come fai tu.
Molti Gesù Cristi si sono incarnati e sono stati crocifissi dal Potere e dalla crudeltà dell’amore della verità, sia prima, sia dopo ed i relativi vangeli erano già scritti.
Per questo Jules Isaac mise il seme della superiore verità in San Giovanni XXIII. E dal Concilio i frutti pendono abbondanti e maturi.
Tu stà come torre ferma che non crolla mai la cima per lo soffiar dei venti. Non guardare e non spostarti.
Risposta troppo, troppo generica, per uno che non perde occasione per ammannire la sua cultura sconfinata
Scendi nel particolare e mostrami almeno altri tre Gesù Cristi: cita documenti, racconti e quant’altro che riferiscono di questi Gesù Cristi e di ciò che hanno detto.
Carissimo Enrico Nippo, nessun Gesù “Cristo” si è mai incarnato nella Storia! Solo nel mito e tutti i miti sono proiezioni del cervello umano e soltanto prodotti di questi piccoli grumi di materia ed energia.
Tutti prodotti ugualmente rispettabili finché non diventano materiale per un Excursus de Ridiculis!
Mi sembra di cogliere che tu vorresti che almeno te ne citassi qualcuno per colmare tue lacune che tu stesso definisci “terribili”. Per la tua lampada carente di materiale, imparo dalle vergini sagge questa volta è ti dico: arrangiati. Me lo dice anche Gesù: ho suonato una melodia gioiosa e non ha ballato, un lamento funebre e non ha pianto!
Ti consiglio solo di leggere tutte le opere di Eusebio di Cesarea: sono tutte mimiche del diavolo a dimostrazione ante ac post dell’unico vero grande mistero: l’incarnazione! Eusebio, il più grande falsario della storia! L’unico testimone del cosiddetto sogno di Costantino: toyto sigma nike. Rifletti: quando fai un sogno, sei tu il soggetto intenzionale del sogno? Eusebio di Cesarea invece intenzionalmente lo ha inventato per Costantino. Questo è un mito di quanto sangue umano grondi l’amor di Dio delle ipocrite istituzioni umane religiose!
L’altro, quello dell’incarnazione del Messia, si trova interpolato accanto a quello dell’incarnazione del figlio della matrona romana Paolina per la potenza del Dio Marte! E tieni presente che tutti credevano fino a tempi abbastanza recenti che fosse solo il maschio (quindi anche il maschio divino) il depositario del figlio nel corpo della donna che in pratica si credeva fungesse solo da nido termico! Ma c’è anche quello del Dio che muore in croce! Ovviamente nella fantasia dell’uomo, in quella stessa secondo la quale può morire solo come uomo perché come Dio Gli è impossibile.
Guarda che scrivo col massimo rispetto avocando a me la terribile lacuna. Perché Dio potendo far tutto secondo la dottrina anche quella ritenuta rivelata, potrebbe anche essere una cosa sola con l’uomo, ogni uomo, e con Tutto.
Enrico,
e quanti Bodisatthva si sono incarnati nella storia?
Caro Rolando,
mi sembra che il tuo pensiero appartenga- per alcuni aspetti- alla categoria dei “miticisti”. Niente di male, anche perchè ritengo che più si analizza la “storia” con una opportuna lente di ingrandimento, più se ne individua la falsità, mentre
– al contrario-, più si approfondisce il mito, più se ne scopre la verità…
Ma chère Adriana,
“Il bodhisattva Avalokitesvara praticava la profonda Prajnaparamita [la saggezza suprema]”. (Sutra del cuore”)
Non essendo (ancora 😄) un bodhisattva non so cosa sia un bodhisattva, quindi non so risponderti 😍
Per FEDERICO.
Duemila anni sono tanti ma, oltre agli apostoli, storici, santi e mistici, ovvero quelli che sono, mi passi il termine, “di parte”, ci sono stati (e ci sono, vedi Rolando come esempio eclatante) di quelli che, e sono tanti, la vedono diversamente rispetto al “sistema” approntato da quelli “di parte”, i quali, fra l’altro, non è che siano tutti d’accordo fino al punto e alla virgola.
A mio parere, i santi e i mistici, seppur con rispetto, sono da prendere con le pinze poiché vengono raccontati agiograficamente. Particolarmente i mistici che raccontano di visioni e locuzioni, occorre, andarci piano, poiché … cosa vedono e cosa ascoltano? Un’oggettività o un parto della loro fantasia suggestionata?
Sempre con il massimo rispetto, e sempre a mio parere, perfino nelle Sacre Scritture s’incontrano passaggi non propriamente chiari, oppure contraddittori che non necessariamente si chiariscono attraverso l’interpretazione di quelli “di parte”, i quali, giustamente, tirano l’acqua al mulino proprio.
Infine, vi sono espressioni come” “incredibile ma vero!”, “chi l’avrebbe detto!” “mai dire mai!” e via dicendo …
In sintesi: con i Misteri divini bisogna andarci con le scarpe di piombo, senza abbandonarsi alla tentazione di possedere la verità mentre tutti gli altri sono anime dannate.,
Lei è un relativista e lo riconosce; certo, posso sostenere che esistono delle realtà che prescindono dalle percezioni personali sia mie che sue. Ma questo non la convincerebbe.
E tuttavia le verità di fede, Dio, l’inferno, il Paradiso e il Purgatorio esistono ed esisteranno sempre a prescindere da ciò che vogliamo credere. Che lei esista non dipende dalla opinione che io o miliardi di persone abbiamo di lei; lei esiste ed è un fatto.
Faccio anche notare che l’affermazione secondo cui tutto sarebbe relativo o soggettivo è un’affermazione intrinsecamente errata e di per sé contraddittoria in quanto presenta un’affermazione assoluta laddove afferma che l’oggettivo e l’assoluto non esisterebbero.
Fino a prova contraria non è la fede che crea la verità.
Credere in Dio non crea Dio, credere nel l’inferno, nel paradiso e nel purgatorio non crea il l’inferno, il paradiso e il purgatorio.
La fede soggettiva non crea una verità oggettiva. Se si crede agli asini che volano non per questo per aria cominciano a volare asini.
Se qualcuno viene a raccontarmi che sul Kilimangiaro ha incontrato lo yeti, io posso credergli o meno, ma se gli credo non per questo lo yeti esiste senz’altro. Perciò continuo a credere al racconto circa lo yeti, non certamente a conoscerlo, quindi continuo a non sapere se esiste davvero.
Che io esista e che lei esista non richiede il credervi poiché lo si può constatare direttamente.
Non così per Dio, per l’inferno, per il paradiso e per il purgatorio, della cui certezza può parlare o scrivere soltanto chi li ha conosciuti (se li ha davvero conosciuti e non per un’immaginazione più o meno poetica), e conoscere è radicalmente al di là del credere. Ed il ogni caso anche tale conoscere resta un’esperienza soggettiva incomunicabile nella sua fattualità.
Chiunque parla o scrive riferisce il suo pensiero come vero. Che lo faccia precedere da “a mio parere” o meno. Chi crede ad un racconto, quale che esso sia, crede per sentito dire, non perché ha constatato direttamente ciò che è raccontato.
Chi crede non conosce, e non può pretendere che anche altri credano a chi gli racconta ciò che non conosce.
Ha detto bene: infatti nessuno pretende che altri credano. Ma, come lei stesso dice, se uno ha avuto esperienza diretta non c’è bisogno che altri lo convincano di qualcosa che ha egli ha sperimentato, proprio perché ne ha avuto esperienza personale e diretta. Non per niente Gesù ha invitato i discepoli a dare testimonianza: loro sono stati testimoni diretti degli eventi. Allo stesso modo vi sono oggi persone che testimoniano, per esperienza diretta, i medesimi fatti di cui sono stati diretti testimoni gli apostoli. E nessuno può dire loro: ” tutto è relativo perchè io non ho avuto quell’esperienza diretta”. E tali testimoni qualificati, le piaccia o no, esistono e sono numerosi e degni di fede. E se dicessero che non c’è nulla di certo od oggettivo, sarebbero bugiardi perché loro hanno avuto esperienza diretta.
Mi scusi se insisto: le esperienze dirette le afferma soggettivamente chi le ha, senza nessuna prova che siano reali. Io posso avere l’esperienza di passare attraverso un muro e la riferisco, ma se nessuno mi ha visto passare attraverso il muro, resta un racconto a cui credere o non credere.
Ci sono schiere di “mistici” che affermano di parlare con Gesù Cristo e con la Madonna, ma sono loro che lo dicono, e non c’è nessuna prova che sia vero, e che, al contrario, potrebbero benissimo essere frutto di immaginazione e suggestione.
“Testimoni qualificati”: che significa “qualificati”? Qualificati da chi? Da altri soggetti.
“Degni di fede”: degni per chi? Per tutti? Non risulta. Degni per soggetti che ci credono.
Ancora una volta, la “qualità” e la “degnità di fede” sono valutazioni soggettive.
Carissimo Nippo, tu affermi categoricamente: “conoscere è radicalmente al di là del credere”.
FALSO! L’uomo può credere solo a ciò che crede di conoscere. Ciò che esula dal campo si chiama fiducia, alias fede che le cose stiano come le immagino per analogia! San Paolo stesso ben distingueva i due concetti!
Conoscere significa essere.
Tutto il resto è elucubrazione, passatempo, distrazione, relax del frustrato.
Quanto a Federico pure caro, le testimonianze sono diverse ed anche discordanti e sono solo convinzioni personali soggettive quelle che può trasmettere: QUIS QUID PER ALIUM DIXIT SIBI DIXISSE PUTATUR.
Enrico Nippo caro, mi fermo solo su questa tua proposizione: “Fino a prova contraria non è la fede che crea la verità.”
Fede, fiducia, emunà, è tutt’altro che “credo”. Supera il “credo” cioè lascia spazio, se così ci si può esprimere senza incorrere in inutili e dolosi equivoci, alla “aletheia/verità” nel suo autentico antico significato, cioè alla sua origine, alla sua semantica: “senza-dimenticanza”. Il cervello umano non può contenere la “senza-dimenticanza”. Per questo personalmente ritengo che tutto i’interiore travaglio del vangelo di San Paolo ( “il vangelo di me secondo Gesù Cristo”) si manifesti sicuro e sereno come quando tempestose onde oceaniche si riducono ad una ancor più misteriosa calma piattamente indescrivibile in quel suo stesso misterioso pensiero: ” L’Amore tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto osa”.
Semper audere! Osare sempre!
ponzio pilato lo condanna per lesa maestà avendo egli negato la divinità dell’imperatore e per sedizione per la grande popolarità che aveva raggiunto nel suo pellegrinare in tutta la palestina. costantino avendo legalizzato il cristianesimo scarica la resposabilità sul sinedrio.egli inoltre abolisce la crocifissione e introduce l’impiccagione
Piaccia o meno, Gesù è asceso al cielo dicendo che l’avremmo visto discendere . Viviamo l’attesa. Il suo compiersi coinciderà con la fine dei tempi come li conosciamo. Gesù è il centro di ogni sapienza, Via, Verità e Vita. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: il suo segno è quello della croce. La Rivelazione definitiva è stata scritta dall’agosto lo Giovanni a Patmos ben prima del fatidico anno 70, in cui Gesù dimostrò di non parlare a caso. La storia cara agli uomini è come il mare: ebbene nella Gerusalemme celeste il mare non ci sarà. Non verrà meno la carne, ma brillerà lo spirito.
Caro R.S., talvolta lei mi sorprende. Mentre finivo di scrivere un commento al Matto, cominciavo un ragionamento sulla Gerusalemme Celeste (riguardante l’articolo e non il testo del Matto. Cercherò di trovare il tempo di scriverne più tardi). Ed ecco che lei la richiama nel suo commento. 🙂
La legge votata è, a mio modesto avviso, l’esito paradossale ma, tutto sommato, abbastanza prevedibile di un cristianesimo trasformato in vessillo ideologico, tendente al manicheismo nella sua necessità di costruire un nemico ed incapace di prendere atto di vivere in un Occidente non “anticristico” (come si va gridando, aggiungendo “massonico”, “gnostico”, ecc…), ma più realisticamente non cristiano.
Accecato da una sorta di nostalgia “costantiniana”, mi sembra che il cristianesimo – e, in particolare, alcuni ambiti del cattolicesimo – da missionario (e, quindi, necessariamente aperto al dialogo con il mondo da evangelizzare) stia divenendo sempre più conflittuale e “politico”, ritirato in una sorta di astiosa “riserva indiana” che si percepisce assediata e timorosa per la propria sopravvivenza, quasi avesse perso ogni capacità di individuare possibili punti di intersezione nei quali far penetrare il proprio messaggio.
Questa preoccupante trasformazione del messaggio evangelico in progetto ideologico – in fondo analogo all’idea di un Cristo non redentore dell’intera umanità, ma ebreo ribelle al potere romano – è stata affrontata da Benedetto XVI, oggi purtroppo ridotto a grottesca macchietta da personaggi guidati da interessi “altri” e oggetto di sguaiate strumentalizzazioni che, almeno, hanno l’effetto di spingere ad una ricerca del suo reale pensiero.
«Agostino – scriveva Ratzinger (in: L’unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa, Brescia: Morcelliana Edizioni, 2009) – non ha tentato di elaborare qualcosa da intendere come la costituzione di un mondo fattosi cristiano. La sua Civitas Dei non è una comunità puramente ideale di tutti gli uomini che credono in Dio, ma non ha neppure la minima comunanza con una teocrazia terrena, con un mondo costituito cristianamente, bensì è un’entità sacramentale-escatologica, che vive in questo mondo quale segno del mondo futuro».
E ancora: «presso Agostino l’elemento di novità cristiana è mantenuto: la sua dottrina delle due civitates non mira né ad una “ecclesializzazione” dello Stato né a una “statalizzazione” della Chiesa, ma, in mezzo agli ordinamenti di questo mondo, che rimangono e devono restare ordinamenti mondani, aspira a rendere presente la nuova forza della fede nell’unità degli uomini nel corpo di Cristo, come elemento di trasformazione, la cui forma completa sarà creata da Dio stesso, una volta che questa storia abbia raggiunto il suo fine».
Quindi «per lui lo Stato, pur in tutta la reale o apparente cristianizzazione, rimase “Stato terreno” e la Chiesa comunità di stranieri, che accetta e usa le realtà terrene, ma non è a casa propria in esse».
Pertanto, continua Ratzinger, «Agostino mette in conto una permanenza della situazione attuale, che ritiene tanto giusta per quest’epoca del mondo, da desiderare un rinnovamento dell’Impero romano. Ma rimane fedele al pensiero escatologico in quanto reputa tutto questo mondo un’entità provvisoria e non cerca perciò di conferirgli una costituzione cristiana, ma lascia ch’esso sia mondo, che deve tendere lottando a conseguire il proprio relativo ordinamento. In tal misura anche il suo cristianesimo, fattosi in modo consapevole legale, rimane, in un senso ultimo, “rivoluzionario”, poiché non può considerarsi identico ad alcuno Stato, ma è invece una forza che relativizza tutte le realtà immanenti al mondo».
R.S. carissimo, leggendo il tuo intervento, il ricordo mi ha portato con grande nostalgia a quel tu per tu che ebbi tanti tanti anni fa con Flaminio Piccoli. Mi diceva: se c’è scritto che lo hanno visto staccarsi da terra con i piedi e salire in alto finché non fu più visibile alla vista umana, vuol dire che il fatto è proprio avvenuto così e non valgono interpretazioni.
Feci silenzio. Un silenzio però che dura assordante tuttora. Anche Paolo laspettava Gesù per salire con il corpo con lui sulla nube. Come mai qui l’interpretazione sembra aver avuto larga valenza?
Ci si dimentica troppo facilmente , sotto l’influsso del farisaismo antiromano del “popolo eletto”, che Ponzio Pilato era un rappresentante di Roma, città sacra ab aeternum, senza la quale il Cristianesimo non sarebbe diventato cattolico ma avrebbe costituito una setta religiosa come tante.
Un occhio non “convenzionato” vede in Pilato il drammatico protagonista – romano! – di una vicenda fatale qual è la Redenzione.
Tanto che la Chiesa cristiana copta ha santificato Pilato.
Non è come si vive che decide la santità di una persona ma, contrariamente al modo comune di pensare, come questa muore. Pilato morì pentito e odiando i suoi peccati e magari amando chi vilmente fece uccidere? Allora copta o non copta la sua santità sta nella sua salvezza eterna, e questo è non romanzo.
Cara Signora,
se non è un romanzo è un racconto…Lei c’era?
Le ripeto che non è bello dare giudizi senza avere cognizione di causa: Valtorta forse da lei non è troppo intellegibile? Non ha la pazienza e l’umiltà di sacrificare un po’del suo tempo per leggerla? Non vuole ammettere questa pigrizia spirituale? Ok, ma almeno taccia: quale diritto ha di parlarr di cose e di persone che non conosce e non vuole conoscere?
Se lei sapesse leggere, circa la santità di Pilato, non ho mai detto che costui sia in grazia di Dio ma, a parte le ragioni che hanno spinto la chiesa Copta a dichiararlo santo che sono certamente più serie delle sue, gettate lì per mero uso grafico per coprire il bianco, le faccio presente di leggere meglio ciò che io scrivo (ma per uso edificante): ho semplicemente detto che la salvezza non dipende dai peccati ma dalla consapevolezza e dal ripudio di essi. Il perdono è per tutti i peccatori pentiti.
Siccome ho stima di lei, le consiglio di vedere meno film e di leggere (con attenzione, naturalmente) di più. Un abbraccio.
La sua domanda: ” Quale diritto ha lei di parlare di cose e di persone che non conosce? ” mi sembra quella esattamente applicabile alle sue “omelie”. Che c’entrano i- generici- film? E inoltre, carissima, ognuno di noi si fa il suo film, finchè rimane in vita…Il pentimento in articulo mortis…bello, ma ci sono alcuni esempi-nobili- di chi non aveva nulla di cui pentirsi: ad es. Socrate e, a noi più vicino, il poeta e pittore William Blake, la cui dipartita, simile a quella di un ottimo santo, ci viene descritta dai suoi familiari. Quanto alle accuse di tendenziosa malvagità da lei rivolte a Rolando, mi sembrano animate dalla medesima soddisfazione con cui “il prete lancia i suoi anatemi contro le gioie più grandi ” ( cit. W. Blake ). E, mi creda: una delle gioie più grandi è quella del pensiero e della ricerca personale e responsabile.
Cara Signora,
dimenticavo…nella Nuovissima edizione della Enciclopedia Cattolica 2012 sta scritto: ” Gesù Cristo è stato processato e condannato per sedizione. ”
Pare dica le stesse “sciocchezze” di Rolando. 🧐
Lei sa bene che Rolando cerca la giustificazione della propria irriverenza e cattiveria nel dichiarare “sciocchezze” il Vangelo. Egli è cattivo e foese odia e con le sue sciocchezze, oltre che con la sua mancanza di rispetto, inconsapevolmente cerca una giustificazione alle sue scelte.
…non è cercare il pelo nell’uovo o trovare le difformità fra le virgole che ti solleva dalla foresta di peli che circonda il cuore o dalla tua difformità dal bene. Ma gridare aiuto con gli occhi verso il Cielo.
Sia saggia, invece lei che come donna ha ciò che in un uomo spesso manca: di soffrire senza odiare e la capacità di amare con profondità, con intensità, con passione. Usi il cuore e non la logica apparente delle sue conclusioni. Provi ad amare e a non avere sempre l’ultima parola nella cattiveria. Alla fine tutto viene vagliato, non dimentichiamolo: di tutto risponderemo, io e lei… soprattutto dell’amore non corrisposto.
Adriana 1 carissima! Ma che bella predica, quale captatio benevolentiae ti ha riservato la SIGNORA DI TUTTI I POPOLI! Converititi, non guardare ad un irrecuperabile come me. In fondo tu sei una donna, ha sentenziato LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI. Io invece… di peli ne ho troppi! Benedetta gelosia di YHWH!
Certo che non si finisce mai di scoprire le meraviglie del creato!
Cara signora,
permetta: non è questo il tipo di femminismo che mi convince. Esistono uomini (maschi, intendo), di molto superiori a molte donne per sensibilità e delicatezza d’animo, nonostante la pubblicità all’incontrario che oggi va per la maggiore. Capisco che nei tempi andati un Agostino bistrattò l’amante in carica, che Tertulliano paragonò le donne a delle fogne (ed era sposato), e che, proseguendo, Tommaso -che aveva per puntiglio la mania di definire ogni cosa- si degnò di definire la donna un uomo mal riuscito… però, suvvìa, vogliamo obbedire ad infinitum alle prescrizioni di Paolo sulla sottomissione della donna all’uomo e sull’obbligo di silenzio in pubblico delle donne? Ormai questo giochino non regge più, anche se- lo confesso- di fronte a certi atteggiamenti e a certe scelte di donne ai vertici della politica nazionale e internazionale mi viene talvolta il dubbio che, forse, in fondo Paolo- una tantum- avesse manifestato niente altro che un po’ di sano timore.
Caro Rolando,
” Quando il bene è limitazione, forse ne è solo l’imitazione”, ( F. Caramagna ).
Leggo post e commenti, ma per quanto possibile cerco di non intervenire. Però di fronte a una affermazione come “egli è cattivo”, riferita a Rolando (ma potrebbe esserlo a qualsiasi altro commentatore), non si può e non si deve tacere, perché è un’affermazione fuori misura e non solo non fa onore a chi l’ha scritta, ma costituisce un pessimo esempio. *** Con un commentatore si può essere in disaccordo su molti punti (con quanto sostiene Rolando, per esempio, mi trovo spesso in disaccordo), ma la formulazione di giudizi così drastici e violenti sulla qualità morale di una persona che si conosce appena, e attraverso le poche righe di qualche commento, mina profondamente la credibilità di chi la avanza. E vien da chiedersi: son questi i frutti di quella che si pretenderebbe una lunga vita di fede e di quelle che si pretenderebbero tante edificanti letture? Non è bene che l’ansia di conformarsi all’apparato dogmatico (peraltro così come lo si è, molto personalmente, inteso e metabolizzato) faccia perdere di vista l’importanza dell’autoconsapevolezza, vale a dire della capacità di scorgere e vagliare criticamente la propria trave mentre ci si industria ad additare le pagliuzze altrui. *** Siamo di fronte a un problema serio, su cui invito caldamente a riflettere.
Bentornato Stilobate. Sentivo la sua mancanza.
Carissimo Stilobate, non dimentico quella volta che attraverso un tuo intervento su San Paolo, io ho imparato molto da te. E lo conservo. Ed ogni tanto ci penso quando confrontandoni col pensiero che i suoi scritti ci tramandano cerco di calarli/confrontarli in e con qciò che delle antiche culture greco/elleniche e semitiche io penso di conoscere e tra me e me mi meraviglio che a Paolo qualcosa di esse, per me significativo, possa non aver conosciuto od ignorato.
Sì va ben la “rivelazione” diretta, ma non poteva esser tanto a corto di cultura, anzi!
Grazie del tuo intervento. La grande mistica Teresona e santa diceva : nada te turbe!
Ho chiesto il perdono della persona e non quello del suo Dio (attraverso lei) perché mi ha colpito tra tutte le parole uscite dalla bocca di questo papa Francesco “il diritto al perdono”.
Certamente sarebbe un traguardo redentivo miracoloso se questo “dono perfetto” diventasse la Pienezza d’Umanità in ogni umano! Ma essendo egli pure Natura, che diritti mai posso pretendere? Ti saluto caramente.
@BALQUIS: Bentrovata, cara Balquis. Leggo sempre con piacere i Suoi interventi, misurati, intelligenti, colti e costruttivi. anche se a volte deve scontrarsi con un disarmante muro di gomma, non si stanchi di proporli e riproporli. È una semina di qualità e se non in ogni coscienza (c’è chi proprio non ce la può fare), almeno in qualcuna produrrà buoni frutti. La ringrazio e le assicuro le mie preghiere. *** @ROLANDO: Caro Rolando, gli Elleni ci hanno insegnato a perseguire la virtù della μεσότης, la sana via di mezzo. Siamo chiamati a onorarla anche nelle parole che scegliamo, che son poi quelle in cui si articola la massima parte del nostro pensare. Lo stesso Signore Gesù Cristo, in quel meraviglioso passo di Matteo (11:28-30) ci rivela che la Via è un giogo dolce e leggero, dunque nulla di estremo e impraticabile. E senza voler abborracciare buffi centoni intertradizionali, vale forse la pena di accennare che anche il Buddha storico presentò i suoi insegnamenti come “la via di mezzo” (una interessante corrente del buddhismo indiano assunse proprio questo nome: “mādhyamaka”, “il cammino di mezzo”). Per il resto, io sono certo che se una ricerca, una riflessione, un’analisi è condotta in piena sincerità di cuore, senza autoindulgenza, senza sterlie cosmesi morale, senza ottuso (e timoroso) dogmatismo, a qualche buon approdo perverrà. *** @SIGNORA DI TUTTI I POPOLI: Ciò che andava detto è stato detto. Chi può e vuole intendere, intenda.
Caro Stilobate, non esageri con i complimenti! Più semplicemente, il fatto è che, visto che il medium favorisce l’impulsività, anche io – cercando di praticare lo stato di non belligeranza del Matto – il più delle volte mi astengo dal commentare e mi limito a leggere.
Magari ab aeternO, mastro spadaccione
🙏
Caro Enrico Nippo, sempre se ho colto bene il tuo pensiero, non senza “Roma, città sacra ab aeternum, senza la quale il Cristianesimo non sarebbe diventato cattolico ma avrebbe costituito una setta religiosa come tante”, ma con la conquista e la distruzione della sacralità di Roma da parte di una “superstitio nova” di origini ebraiche. Come dire: Roma conquistò Gerusalemme con le armi, ma Gerusalemme conquistò Roma con la sua cultura messianica.
Infatti il cristianesimo romano non può diventare cattolico perché non lo è mai realmente stato, nonostante avesse solo materialmente distrutto ogni altra sacralità! La Sedes Sapientiae è e resta Atene senza la cui cultura neppure la nova superstitio gerosolimitana avrebbe potuto dar una mano nella conquista di Roma! In “Sisiphos satyrikos” Crizia tratta dell’invenzione del “Dio” come un supervisore delle buone e delle cattive azioni degli uomini, cioè della perenne Teologia politica a servizio del Potere umano di turno “coprendo la senza-dimenticanza (aletheian) con un finto racconto ( dottrine)”. Ed il tragediografo Euripide si ispirò alla fonte di cotanto pensiero scrivendo: ” Ci fu un tempo in cui … non esisteva”.
E poi, caro Enrico Nippo, io non vedrei nella redenzione il Fato in azione, ma in Pilato. Solo che qui interviene un vangelo a smentire, in quanto per bocca stessa di Gesù il Fato si manifesta nel Traditore che diventa la tredicesima stella, non nel giudizio politico del Pilato che deve solo far eseguire la legge, altrimenti lo avrebbero subito denunciato a Cesare!
Certo c’è un “dio” per ammansire nell’uomo il bisogno.
Pilato ha sicuramente avuto un comportamento codardo, ma consapevole delle accuse false e portate per invidia cerco di salvare Gesù con la flagellazione.
Secondo il diritto romano un condannato non poteva essere sottoposto contemporaneamente alla flagellazione e alla crocifissione. La flagellazione era talmente crudele che da sola poteva portare alla morte.
Riguardo al popolo ebraico e al sinedrio, il popolo si fece condizionare dai falsi argomenti del potere, cosa frequente nella storia, e pronuncio la terribile automaledizione riportata dai vange6; il sinedrio cercò di coinvolgere Roma, e condusse Gesù da Pilato, perché sapeva che molti lo ritenevano un profeta e non poteva prevedere il successo della sobillazione che ebbe invece successo al momento della proposta di Pilato di liberare Gesù.
Riguardo al potere di condannare a morte da parte del sinedrio, non conosco i dettagli giuridici degli accordi tra Roma e il sinedrio, ma quest’ultimo non si mise problemi al riguardo e non chiese il permesso a Roma per lapidare Santo Stefano o tentare la lapidazione dell’adultera.
Il sinedrio è indifendibile nella maggioranza dei suoi componenti (sadducei che non credevano alla risurrezione del corpo…), dai vangeli risulta la continua ostilità nei confronti di Gesù con domande trappola e vari tentativi di ucciderlo sino alla decisione finale ” È meglio che muoia uno solo per tutto il popolo”.
Da “materialisti” ante litteram erano in grandissima parte interessati al potere e ai vantaggi che ne derivano, giustamente definiti ipocriti da Gesù che, per loro, era solo un intralcio.
Oggi come ieri un Tribunale umano si intromette e legifera in Materia Divina! Al fine di mistificare e smentire la Parola, guarda caso sulla Condanna a Morte inflitta al Signore, per scagionare, assolvere gli uomini, i peccatori, e porre, ancora una volta, l’autorità, il giudizio, la legge umana al di sopra di quella Divina! La combutta poi tra la neo-sedicente chiesa ed i poteri mondiali e mondani è sotto gli occhi di tutti, mi chiedo solo quali meriti o demeriti in più rispetto al Sinedrio e a quale uguale o diversa sorte possano andare incontro i nuovi vignaioli a cui il Padrone, dopo l’uccisione del Figlio, aveva affidato la Propria Vigna?!
L’articolo e le scritture su cui poggia sono inequivocabili, ma temo che l’ autore non abbia introiettato adeguatamente che è in atto un attacco a tutto campo contro Cristo.
Non passerà molto tempo che verrà definito blasfemo ogni riferirsi a Lui per lesa maestà del vero agnello.
L’impostura satanica si sta dispiegando in tutta la sua potenza, in ogni campo.
Ma era già tutto insito nel CVII, il katechon è caduto, tutto quello che è venuto e verrà è una banale, prevedibilissima, derivazione logica, come la previsione che il disfacimento segue sempre alla morte.
Tranne poi, nel caso unico di Cristo/Dio, gabbare tutti e risorgere .
Ho trovato il passo di Atti citato.
Cap.13, 27. Qui Paolo asserisce, dichiara che “tutti I capi degli abitanti di Gerusalemme, oi arkontes auton, sono anche i “kathelòntes” i deponenti dal legno Gesù e lo mettono nel sepolcro.
Caro Rolando,
un dettaglio: Bar Abba è un nome o soprannome intero oppure significa Figlio del Padre- come più volte si definì Gesù-? O, ancora, quell’implicato in un fatto di omicidio avvenuto durante dei “disordini” era un compagno zelota del Rabbi che, tra altri, l’avevano aiutato a cacciare i mercanti dal tempio ( faccenda che, da come viene descritta, appare impossibile ad un unico esecutore )?
Chi fu il capo politico -il Messia-, e chi quello spirituale?
Da qui tutte le elucubrazioni su chi venisse condannato alla crocefissione, ( come anche il Corano riporta ).
Cara Adriana1, qui il discorso si fa serio e pesante.
Barabba, il “soprannome” Barabba è il grande enigma.
Ne discusse anche san Girolamo che ne dava due interpretazioni: figlio del padre oppure figlio del maestro. Bar è figlio in aramaico.
In Matteo sarebbero presenti davanti a Pilato due Gesù (anche il Merk porta in calce i relativi codici).
Si potrebbe pensare ai due messia qunramici. Ma per me il casino è risolto dalla testimonianza di un fatto avvenuto o nell’autunno del 38 (al massimo 39) ad Alessandria durante lo sbarco per forza maggiore di Agrippa I che era diretto a riprendersi il suo regno ritornando col titolo di Rex (Marin, in siriaco) che Gaio Germanico gli aveva conferito [A Venezia è custodito il suo trono regale]. I fatti sono raccontati da Filone alessandrino testimonio oculare. Egli parla di un pazzo di nome Barabba (codici diversi riportano in greco: Barabas, Barabbas, Karabas) che viene vestito da re da burla con uno straccio di mantello rosso sulle spalle, una corona di rami intrecciati in testa ed uno canna in mano ed anteposto ad Agrippa come contestazione. Una contestazione improvvisata. Il poveraccio era uno scemo che girava nudo per la città. La contestazione aveva i suoi ovvi motivi. I vangeli cristiani successivi hanno copiato da qui, da questo fatto realmente accaduto per dire che solo IC soprannominato il XC era l’autentico basileus, rex (seppur in senso religioso/divino). E Pilato non è mica scemo, né il ballerino dei racconti evangelici che hanno ben altre finalità.
Molto semplicemente si tratta di un bar dedicato al gruppo pop svedese degli Abba.
Ti inganni. Va letto BA RABA, che in paleoaramaico significa “sono un seguace” (BA) “del maestro (RABA)” Il maestro, sottinteso, è Ciuncia.
E quindi si potrebbe ipotizzare che Barabba parlasse in restrizione mentale larga? (l’ho detto prima io! l’ho detto prima io!! l’ho detto prima io!!).
Aggiungo che da tempo sospetto che la restrizione mentale larga sia un programma di lavaggio della lavatrice che fa sì che i maglioni che si sono ristretti perché lavati col programma sbagliato tornino normali, anzi addirittura un po’ più larghi. Il problema è che le modalità di avvio di questo programma di lavaggio sono note solo ad una persona…
Macché! BA è la targa automobilistica di Bari. Quindi l’interpretazione esatta è: Maestro di Bari. Di conseguenza, qualsiasi riferimento agli svedesi e ovviamente massonici ABBA è del tutto fuori luogo, mentre più pertinente sembra il richiamo non al santo, ma al noto cantante Nicola di Bari che, già nel 1971, con la canzone “I giorni dell’arcobaleno”, opportunamente anagrammata, anticipava l’annosa questione del munus/ministerium.
A BA RABA.
Tu scrivi: “Ti inganni. Va letto BA RABA, che in paleoaramaico significa “sono un seguace” (BA) “del maestro”.
Dov’è l’autoinganno se l’ho scritto io citando anche l’autorità di San Girolamo?
Al di là del significato semantico esiste anche la funzione del personaggio epistemiologicamente interpretata. Ed esiste una sua primaria documentazione scritta nel tempo storico ben circostanziata! Ciao dolce Barabba!
Non hai detto che il ‘raba’ è Ciuncia e che i suoi discepoli sono i ciunciani. Però in realtà secondo me il nome va interpretato come la delusione di uno che è stato truffato al gioco: BARA, BAH!
Caro Rolando, grazie.
Ignoravo questo fatto citato da Filone… Le narrazioni
“ad libitum” non cessano mai di esistere.
Cara Adriana, a parte la buona traduzione che fa Clara Kraus nel 1967 sia dell’In Flaccum che della Legatio ad Gaium, possiedo i testi greci stampati a Berolini typis et impensis Georgii Reimerii MCMXV dell’ Opera quae supersunt Philonis Alexandrini. Ediderunt Leopoldvs Cohn et Sigofredvs Reiter. Su tutti i codici conosciuti.
Per esempio. Le due parole greche maiuscole separate da un “.” (Punto in basso) del codex Vaticanus B della 1 Cor 16, 22: “ΜΑΡΑΝ.Α( )Α”
vanno tradotte lecitamente: “RE, vieni”.
Questa infatti è l’unica espressione aramaico-siriaca traslitterata in greco che San Paolo ci documenta di conoscere.
“Alla fine dalla folla disposta in cerchio tutt’attorno si levò una strana acclamazione di MAPIN – questo si dice sia il nome che in Siria indica il RE perché sapevano che Agrippa era oriundo della Siria e regnava su buona parte della Siria ” (Filone. In Flaccum,39).
Quindi da queste parti riattendevano il REX dell’I.N.R.I. e Paolo ne dà schiacciante testimonianza. (Oh! i bei ricordi dei giorni trascorsi a Maalula!)
Però Pilato era buono, santo e miope per chi ci vede bene anche da molto lontano.
Vedi Adriana cara, pur con tutte le buone intenzioni, come si può non essere scettici?
Mi basta questa considerazione.
Papa Leone XIII, quello del Sancte Michael Arcangele defende nos in proelium, alla fine del XIX secolo istituiva, su preghiera anche di un ben noto movimento francese cattolico, la festa di Cristo RE, consacrandogli il XX secolo incipiente che avrebbe visto un regno di verità, di giustizia, di amore e di pace. Con tanto di preghiera consacratoria che non mancava anche di offese all’Islam idolatrico.
Prima di metà secolo, nel 1945, il card. Ildebrando Schuster scriveva una lettera invitando al termine di detto secolo di terminarlo simbolicamente dieci minuti prima della fatidica mezzanotte a causa degli orrori commessi nel e dal mondo cristiano!
Fu l’ultimo uomo che contava a vedere Mussolini disperato. Gli mise in mano una bibbia cattolica a conforto. E fu silenzio.
Caro Rolando,
il fatto è che il processo secondo Giovanni è “drammaticamente” ben scritto- come anche la resurrezione di Lazzaro e l’assoluzione della peccatrice-.
L’autore o gli autori, oltre che una conoscenza dei dialoghi socratici dovevano possedere anche una capacità di teatralizzare di alto livello…da cui i millenari applausi.
Caro Rolando,
” Che cos’è la storia dopo tutto? La storia sono i fatti che
finiscono col diventare leggenda; le leggende sono bugie che finiscono col diventare storia. ” ( Jean Cocteau )…
e il tutto mosso dalla disperata ricerca dell’uomo che in una qualche divinità “s’etterna”.
Cara Adriana1, senza la cultura greca non esisterebbe cristianesimo perché non si sarebbe creato il XC [Cristo].
Cioè la relativa dottrina.
Vedi l’altro mio intervento e mi piacerebbe tanto che tu mi ricordassi chi è quella Dea che chiese per il suo giovane amante l’immortalità…
Raccontami la storia, se vuoi. Grazie.
Caro Rolando,
“…la concubina di Titone antico” ( Dante, Purg.-IX, 1)…
Eos, la dea dell’alba si innamorò del bellissimo troiano Titone, perciò supplicò Zeus di renderlo immortale. Purtroppo per lei ( e per lui ) scordò di chiedere l’immortale giovinezza, trovandosi così legata ad un fragile vecchio- umano- fino a quando il sole continuerà a sorgere.
Grazie Adriana 1. Oh che sbaglio ha fatto Eos, la Dea dell’alba. Povero Titone! Meno male che alla fine è stato mutato in qualcos’altro!
Grazie.
“Pilato era un codardo”.
Niente di interessante e serio in questo articolo da parte del suo autore. Solite nenie.
La prova sta proprio nella lapidaria affermazione dell’autore che ho riportato tra virgolette su Pilato. Questa sola basta ed avanza per capire lo squilibrio di criterio storico del suo autore. Non solo, ma fa anche capire che il suo autore discrimina in modo parziale gli stessi tratti di penna, che libri di fede qual sono i vangeli stessi, danno di Pilato. Per fortuna su Pilato, di nomina seianea e caduto in disgrazia nel 31 dopo la morte di Seiano, abbiamo ben altre e più credibili fonti!
E poi era il minimo che Caifa potesse fare di fronte al “Quid facimus?” di Gv11, 47 ss perché Pilato oltre essere venale, cioè contento di quanto pagava Caifa ogni anno per la conferma del suo annuale pontificato, mica era stupido. Aveva i suoi informatori personali e mica si lasciava bindolare da quelle ricchezze che prima o poi erano già tutte di Roma. E Caifa sapeva cosa doveva fare: lui stesso era uno spiato. La veste rossa pontificale era custodita nell’Antonia ed ogni anno la riceveva dal Potere di Pilato! Certo nel Sinedrio potevano benissimo esserci membri che parteggiavano segretamente per il reazionario Gesù! Anzi, nell’intimo del loro cuore, potevano esserlo tutti! Lo fa pensare perfino un passo del NT, non ricordo ora con precisione ( mi sembra Atti ) in cui appare che tutto il Sinedrio provvide a seppellire onorevolmente Gesù ebreo. Eroe della causa del suo popolo, il popolo-figlio prediletto di YHWH.
Col passare del tempo, la domanda di Pilato a Gesù: “cos’è la verità” mi si presenta sempre più stimolante, anzi pungente. Non mi risulta affatto la domanda ironico-sarcastica del potere insolente e sicuro di sé.
Di più, Pilato mi sembra qualcosa di più del personaggio pavido e menefreghista che ne dà l’interpretazione convenzionale infarcita di ebraica antiromanità, e tenendo presente che sempre di interpretazione si tratta, quindi di un tentativo soggettivo di stabilire (ed imporre) quale sia … la verità.
A mio avviso, la vicenda in cui è coinvolto Pilato è talmente drammatica, spigolosa, angosciosa (forse nessun’altra vicenda storica vi si può paragonare), che nessuno, neppure il più valente esegeta, può penetrarne tutti i meandri psichici e spirituali.
Seduti a tavolino è molto facile stabilire “questo è così e così”, ma si tratta pur sempre del parlare di una situazione la cui realtà fattuale è del tutto sconosciuta al lettore e all’interprete che si basa su un racconto. Altro è leggere di Pilato e Gesù e altro è essere Pilato davanti a Gesù! A volte, ho provato ad immaginare di essere Pilato e di trovarmi davanti al Cristo: ho cominciato a sudare e ho dovuto lasciar perdere.
Infatti, credere ad un racconto non è la stessa cosa che vivere in prima persona la vicenda raccontata. Chi non vive una certa situazione mai la può comprendere nella sua totalità, meno ancora la può interpretare con assoluta certezza e meno ancora può lasciarsi andare a troppo facili giudizi impregnati di farisaismo antiromano.
Quindi, come ciascun interprete, anch’io uso della libera facoltà di riflettere che mi conduce a considerazioni assai diverse da quella convenzionale. Chiaro che non trovandomi in sintonia con la convenzione, mi ritrovo ad essere un eretico. D’altro canto, se la facoltà di riflettere è davvero libera, non si può pretendere che s’incateni alla convenzione: essa è libera o non lo è.
Visti con occhio non convenzionale, è perciò libero, i dialoghi che si svolgono tra Pilato e Gesù rivelano un procuratore romano in combutta con se stesso. In lui ha luogo un conflitto tra il rappresentante dell’autorità romana e l’uomo che … liberamente riflette, e intuisce perfettamente che non ha di fronte uno qualsiasi, uno che vuol essere eliminato dalla … convenzione!
Il racconto riporta tre particolari che alla mia libera riflessione appaiono dirimenti circa la persona di Pilato e del terribile dramma che vive (e che, è bene ripeterlo, nessun esegeta può minimante immaginare a tavolino):
– la sua dichiarazione di non trovare alcuna colpa in Gesù (Gio 19, 4);
– il suo tentativo di liberarlo (Gio 19, 12);
– l’avvertimento della moglie turbata insogno “a causa di quel giusto” (Mat 27, 19).
L’interpretazione convenzionale, tutta presa dalla denigrazione di Pilato, passa con disinvoltura sopra questi tre episodi, quando invece essi la dicono lunga sulla situazione in cui egli viene a trovarsi, inimmaginabile da qualunque esegeta e da qualsiasi lettore del racconto.
Pilato è un po’ come l’adultera: suscita giudizi temerari e arma le mani della fatidica pietra.
La ricerca del capro espiatorio: il meschino vizio nella natura umana decaduta, sempre secondo la mia personalissima libera riflessione.
@ al Matto.
@ a Rolando
Non creda, caro Matto, le sue riflessioni sono certamente sagge e benevole… eppure sono fin troppo lontane dalla verità.
Pilato di fatto prese una decisione politica e da codardo, da vile ( vedasi Bulgakov nel “Il Maestro e Margherita”: “il più grande peccato è la viltà”) cedette al ricatto di Caifa. Vile perchè lui sapeva che Gesù era innocente, dunque non fu nè saggio nè benevolo ma cercò solo di parare il “di dietro”, a parte la stupidità arroganza maschile naturalmente, per non aver ascoltato il consiglio della moglie… ma le donne a quel tempo, come pure oggi, avevano poca voce in capitolo.
Da Valtorta:
[ parla Gesù]”Ed ecco l’ultimo tentativo di Pilato per salvarmi la vita, dato che la potessi salvare dopo la spietata e illimitata flagellazione. Mi presenta alla folla: “Ecco l’Uomo!”. A lui faccio umanamente pietà. Spera nella pietà collettiva. Ma, davanti alla durezza che resiste ed alla minaccia che avanza, non sa compiere un atto soprannaturalmente giusto, e perciò buono, e dire: “Io libero costui perché è innocente. Voi siete dei colpevoli e, se non vi disperdete, conoscerete il rigore di Roma”. Questo doveva dire se era un giusto, senza calcolare il futuro male che gliene sarebbe venuto.
Pilato è un falso buono. Buono è Longino che, meno potente del Pretore e meno difeso, in mezzo alla via, circondato da pochi soldati e da una moltitudine nemica, osa difendermi, aiutarmi, concedermi di riposare, di confortarmi con le donne pietose, di esser soccorso dal Cireneo e infine di avere la Mamma ai piedi della Croce.”
…ed ancora circa la flagellazione:
“Sia flagellato” ordina Pilato a un centurione.
“Quanto?” “Quanto ti pare… Tanto è affare finito. E io sono annoiato. Va’” Gesù viene tradotto da quattro soldati nel cortile oltre l’atrio. In esso, tutto selciato di marmi colorati, è al centro un’alta colonna simile a quella del porticato. A un tre metri dal suolo essa ha un braccio di ferro sporgente per almeno un metro e terminante in anello. A questa viene legato Gesù con le mani congiunte sull’alto del capo, dopo che fu fatto spogliare. Egli resta unicamente con delle piccole brache di lino e i sandali. Le mani legate ai polsi vengono alzate sino all’anello, di modo che Egli, per quanto sia alto, non poggia al suolo che la punta dei piedi… “
Cara SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, secondo le parole che lo stesso vangelo di Giovanni mette in bocca a Gesù davanti a Pilato, Gesù è un antisemita, uno che avrebbe desiderato lottare contro il fior fiore del suo popolo cioè i Giudei. Infatti dice a Pilato, che immagino abbia tremato di paura: “Non avresti alcun potere su di me se non ti fosse stato dato…”. Specificando che se lui, Gesù ebreo, galileo e consacrato cioè nazoreo, avesse voluto, avrebbe chiesto ed ottenuto dal Padre suo [la casa del Padre di me, cioè YHWH] più di dodici LEGIONI di angeli per combattere allo scopo però “di non essere consegnato in mano ai Giudei”. Più antisemita di così e più informato di così sul possibile numero di legioni romane in quel momento presenti nelle vicinanze… Eppure così dice la logica delle preposizioni del racconto favolistico evangelico.
Non scrivere: il RE dei Giudei, ma che lui ha detto: Io sono il RE dei Giudei. Valtorta più Valtorta: io sono un RE che combatte per non essere il RE del popolo del mio destino! Cioè un ariano come vagheggiava Hitler e compagnia teologica…
Se lei, Rolando, avesse accennato ad esempio al tema dei gentili e degli ebrei e basate le sue (solite) assurdità nella critica alla “cattolica” visione salvifica aperta ad ogni essere umano di qualsiasi razza e nazionalità (e religione) avrei forse trovato un po’ di intelligenza. Ma parlare di antisemitismo in Gesù o di antigiudaismo (o di stratega militare anteponendo a sua protezione un numero “congruo” di Angeli in rapporto alle legioni romane a quelle di Pilato) significa parlare a vanvera.
Mi sa che LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI non ragioni affatto.
Il motivo è presto detto: Lei non vede contraddizioni nei Vangeli. Nelle sacre scritture.
La Fede se è Fede acceca. Non ha neppure bisogno di leggere. Indurre al dubbio è un delitto, porta al tradimento sponsale.
Lei vive già nella Gerusalemme celeste!
Io non ho detto né fatto di Gesù ebreo un antisemita. Ho detto che stando a quelle parole che l’evangelista ha messo in bocca a Gesù, l’evangelista stesso fa di Gesù un antisemita. Sta a lei ragionando smentire, non buttarmi in faccia la luce della sua ferrea fede accecante. Lo so benissimo che la fede è un dono teologico che il Dio cristiano dispensa gratuitamente a chi vuole. Ma io parlavo di Gesù storico, uomo di Fede che chiama Dio Padre mio ed allegoricamente l’evangelista gli mette in bocca questa possibile richiesta ad YHWH. YHWH ISH MILKAMA YHWH (Esodo).
Mi perdoni se ho involontariamente attentato alla sua fede Immacolata. Se “può” perdonare, mi interessa il suo e non quello di Dio della sua fede per questi argomenti! Grazie.
E poi, cara LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, “Se lei, Rolando, avesse accennato ad esempio al tema dei gentili e degli ebrei e basate le sue (solite) assurdità nella critica alla “cattolica” visione salvifica aperta ad ogni essere umano di qualsiasi razza e nazionalità (e religione) avrei forse trovato un po’ di intelligenza.”
Visione salvifica aperta ad ogni essere umano?
E da chi? Dalla parola di Dio, rubata agli ebrei, al popolo prediletto Israele?
Legga meglio le Scritture sacre, egregia SIGNORA e cambi la sua intitolazione rubata!
“YHWH ELOHIM TUO…. E [TU ISRAELE] DOMINERAI SU GOJIM MOLTI MA SU TE [ESSI] NON DOMINERANNO”
E Gesù ebreo e nazoreo a confermare che neppure uno iota della Legge cadrà e che tutto di essa si adempierà.
Secondo il Talmud è il massimo comandamento della Toràh queste parole del Signore, il “Padre mio” di Gesù quando si riferisce al Tempio di Gerusalemme!
E sempre il Talmud vede in queste parole dell’EL YHWH l’idea di una elite di menti inserita nell’umanità in funzione dominante e salvifica per mezzo della “scienza finanziaria”.
Costantino e la Chiesa hanno solo tentato di fare altrettanto. In nomine Domini. Amen
Che dice mai La Signora di tutti i popoli?
Non ” preposizioni” ma “proposizioni”. E si che ricordo di aver posto ben attenzione a scrivere esattamente. Ed ho scritto esattamente, ma evidentemente dimenticandomi di confermare la parola esatta, l’IA ha scritto per me. Ma non ha vinto.
Gentile SIGNORA,
le ripeto che io mi avvalgo della libera facoltà di riflettere , ciò significando che rifletto con la mia testa e non con quella degli altri: Valtorta, Bulgakov e chi più ne ha più ne metta.
Per me la verità è quella che penso io, non quella che pensano gli altri per me.
De resto, ognuno, e sottolineo ognuno, pensa quello che vuole, o, molto più spesso, delega il proprio pensare ad altri, in ogni caso credendo di essere nel vero.
Ergo nessuno ha la verità in tasca.
Sulla verità convenzionale, poi … sorvoliamo.
In realtà Bulgakov (che, incredibilmente, compare accanto alla nuova Sacra Scrittura di Valtorta!! Forse perchè si tratta di due romanzi) sembra dare ragione all’idea, più volte espressa dal Matto, di “calarsi nelle scarpe altrui”. Atteggiamento sempre meno praticato che, a mio modestissimo avviso, costituisce la base imprescindibile per qualsiasi scambio tra umani che produca un arricchimento e che non sia un parlare da soli come … i matti (quelli veri).
Chiunque abbia letto “Il Maestro e Margherita” non può non ricordare che il Pilato di Bulgakov – che, tra l’altro, è consumato dal rimorso, dal quale viene infine liberato da Woland, previo consenso di Dio – agisce oppresso da un terribile mal di testa (dal quale, però, Jeoshua lo libera), che lo spinge a voler chiudere al più presto la diatriba.
Inoltre, come già accennato, Woland, per sua stessa ammissione, agisce per ordine di Dio e lo stesso Jeoshua sostiene di non riconoscersi nei testi che parlano della sua vita terrena.
Ben detto, Balqis caro. Jeshua Ha-Nzri. NZR.
Cara amica, ognuno decide (per se) se Valtorta è una romanziera o meno, e lo decide se è onesto intellettualmente specie dopo averne letto le opere, magari avendo come riferimento il Vangelo e quindi avendo a disposizione elementi che impedirebbero di usare le scarpe altrui.
Qui, come mi sembra, molti esprimono giudizi su cose che non conoscono a sufficienza. Poi dopo avere deciso per se, direi che ci si può azzardare a dire qualcosa su Valtorta, magari argomentando con precisione… anche su questo molti glissano. Altrimenti i romanzi e le invenzioni romanzate per logica e per verità apparterrebbero ai lettori falsi o frettolosi.
Circa Pilato a me, dopo quello che è stata la sua viltà, piace pensare che Claudia Procula abbia ben fatto pesare a suo marito il comportamento ignobile contro Gesù. Che Pilato fosse roso dal rimorso è una cosa positiva in ottica di fede.
Per quanto riguarda Bulkakov e il suo bellissimo romanzo, sono stati citati da me solo per confermare la codardia di Pilato e della sua indegna decisione, tutto qui.
Un caro saluto ad una nuova “amica”.
Gentile Signora, la grandezza di Manzoni sta nella frase «la sventurata rispose», che non indulge in inutili e a volte troppo “zuccherosi” dettagli, come mi sembra faccia la sua pur legittimamente amatissima Valtorta, che proprio per questa ridondanza non incontra i miei gusti letterari.
Analogamente, nei Vangeli, scritti da uomini per testimoniare l’esperienza che aveva cambiato per sempre le loro vite, le parole sono utilizzate più per evocare che per descrivere dettagli superflui, in linea con il modo di esprimersi dell’Uomo-Dio per metafore e parabole che, nei secoli, hanno dato luogo a innumerevoli commenti ed interpretazioni, come se la Parola originaria fosse generatrice di un’infinità di ulteriori acquisizioni che pure erano in qualche modo misteriosamente contenute nell’originale. In questo senso, la Civitas Dei era già presente nei Vangeli ed Agostino si è semplicemente limitato a “tirarla fuori” grazie al dono inestimabile dell’immaginazione che caratterizza la Creatura pensante, a sua volta – così liberamente immagino, perché, dopotutto, lo stesso libero arbitrio non avrebbe senso senza una qualche capacità immaginativa – immaginata prima di essere creata.
Visioni, profezie, anticipazioni preveggenti non esisterebbero senza questa capacità, proprio come i romanzi e, ancor di più, la poesia (che, a mio avviso, è il linguaggio che più si avvicina a quello evangelico).
In Bulgakov l’immaginazione diviene arma di sopravvivenza e resistenza ad un potere oppressivo, rendendolo addirittura libero di immaginare che, a smascherare il Male, sia paradossalmente, riprendendo il Faust di Goethe, proprio «quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene» e che, producendo il caos, è in grado di innescare una serie di eventi che irrompono nel tempo umano della Storia, mutandone il corso.
Bulgakov scrive nel 1929, quando il potere di Stalin è ormai consolidato e stanno per iniziare le purghe degli anni Trenta. Inevitabilmente la sua immaginazione è influenzata dalla realtà che sta vivendo. Tuttavia, è proprio l’immaginazione che gli consente di “vedere” oltre il divenire del tempo degli umani, che non è quello eterno della Civitas Dei (quella dove, nella “visione” del commento di R,S., non c’è l’effimero susseguirsi delle onde del mare).
Infatti, così si rivolge Woland-Satana all’evangelista Matteo (peraltro rimproverato da Yeoshua di aver travisato, nella trasposizione scritta, la sua Parola): «Hai pronunciato le tue parole come se tu non riconoscessi l’esistenza delle ombre, e neppure del Male. Non vorresti avere la bontà di riflettere sulla questione: che cosa farebbe il tuo bene se non esistesse il male? E come apparirebbe la terra, se ne sparissero le ombre? Le ombre provengono dagli uomini e dalle cose. Ecco l’ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Vuoi forse scorticare tutto il globo terrestre, portandogli via tutti gli alberi e tutto quanto c’è di vivo per il tuo capriccio di goderti la luce nuda? Sei sciocco».
Sono in due, del resto, ad aver visto cosa realmente avvenne quando «al mattino presto del giorno quattordici del mese primaverile di Nisan, avvolto in un mantello bianco foderato di rosso, con una strascicata andatura da cavaliere, nel porticato tra le due ali del palazzo di Erode il Grande entrò il procuratore della Giudea Ponzio Pilato»: uno è Woland, il lato oscuro della Luce; l’altro è il Maestro, colui che ha il dono dell’immaginazione e che, infine, meriterà la pace e non la Luce perché ritenuto vile quanto Pilato, avendo bruciato il manoscritto del suo romanzo di visioni. Tuttavia Pilato viene liberato dalla sua prigione di rocce non dall’onnipotente Male-Bene, ma dalla visione-narrazione del Maestro, che gli consente di continuare il dialogo iniziato duemila anni prima con quello strano condannato a cui aveva domandato «Che cos’è questa verità?», sentendosi rispondere «La verità è, prima di tutto, che ti duole la testa, e ti duole così forte che tu pensi vilmente alla morte. Tu non sei in grado non solo di parlare con me, ma fai fatica perfino a guardarmi. E in questo momento io mi sto trasformando nel tuo boia, cosa che mi addolora. Non riesci a pensare a niente e sogni solo di avere vicino il tuo cane, l’unico essere a cui sei legato. Ma le tue sofferenze ora finiranno, il male di testa passerà».
È l’immaginazione-romanzo del Maestro, libero pur se rinchiuso in manicomio, a consentire non soltanto la liberazione, ma anche il perdono di Pilato: «Dal letto si allunga verso la finestra una larga strada di luce lunare e su questa strada sale un uomo dal mantello bianco con una fodera rosso-sangue e si avvia verso la luna. Accanto gli cammina un giovane con un chitone lacero, dal viso sfigurato. Camminando i due si accalorano su qualcosa, discutono, cercano un punto d’intesa. – Numi, numi, – dice l’uomo col mantello, volgendo il volto altero verso il compagno – che supplizio volgare! Ma dimmi, per favore – qui il volto da altero si fa supplichevole – forse non c’è stato? Ti scongiuro, dimmi, non c’è stato? – Non c’è stato, certo. – risponde il compagno con voce arrochita, – te lo sei solo immaginato. – E potresti giurarlo? Chiede l’uomo col mantello in modo suadente. – Lo giuro – risponde il compagno e i suoi occhi chissà perché sorridono».
Voglio ringraziare la Signora per avermi dato la scusa per riaprire questo libro.
Chi ha mai detto che lei non usa il cervello? E quando mai l’ho costretta a ribadirlo?
Ma, per me, certo non lo usa con buoni risultati e sa perchè? …perchè la ragione non basta specie se questa ragione rifiuti di conoscere tutte le variabili e abbia poi un orgoglio che rifiuti la fede. Avere un cervello non basta perchè la Verità va oltre la ragione.
Se lei si accontenta delle sue verità, di quella delle sue tasche certo non si contraddice in “nessuno ha la verità in tasca” ma è altrettanto certo che non conoscerà la vera verità e di questo -come sorella in Cristo- me ne dispiace.
Prima di tutto, grazie per quel “sorella in cristo”, è meraviglioso!
Come … fratello impertinente 😊, oso pensare che quel che lei scrive sia frutto (rispettabilissimo ) della sua testa.
Ogni testa ha due occhi dietro i quali c’è un soggetto che vede quel che ritiene opportuno vedere, e come si dice, su questo non ci piove.
Chi può vantarsi di avere l’occhio ciclopico?
E già, perché se l’occhio ciclopico non si apre, hai voglia a parlare di “verità”!
Lai comprende che l’argomento è più che incandescente!
Cara LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI, si nota benissimo che lei (non lo affermo con certezza assoluta!) non ha mai avuto esperienza fisica di trovarsi nello stesso corpo, ma con un cervello diverso! La morte mi ha penetrato tutto con la sua forza, ha combattuto nel mio corpo con prodotti chimici, dandomi un altro “mi”, cambiando per qualche tempo la produzione, l’emergere di pensieri come immagine non mie, ma di un altro. Sono esperienze che segnano, in-segnano.
S’immagini quindi se io ho tanta fiducia in questo povero cervello, ma è l’unico che credevo e credo di avere! Nessuno mi si rivelato, se non un diverso “Sè” a comandare ed agire.
Caro Enrico Nippo. Ancora qui:”Cos’è la verità?”.
Il segreto te lo rivela lo stesso termine greco del vangelo: aletheia. Cioè qualcosa di “senza-dimenticanza”, non alla portata del cervello umano.
Per questo il saggio Pilato troncò il favolistico discorso e stette ai fatti concreti. Seppur tragici purtroppo!
Che dico? Pilato? No. L’evangelista che li tradisce!
“Pilato era un codardo”,
Ancora!
Il fatto che la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti abbia votato una legge che definisce antisemita ogni opinione che attribuisce agli ebrei una partecipazione alla morte di Cristo, dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che le istituzioni degli USA hanno perduto ogni credibilità. Confido che i cittadini di tale Paese aprano gli occhi, ne prendano atto e assumino le opportune iniziative per riportare alla ragione quegli uomini politici che sembrano averla perduta. Gli Stati Uniti, pur in declino, mantengono un ruolo nel mondo che non deve essere offuscato da simili idiozie.
da Matteo 27, 24-25:
“Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!».
E tutto il popolo [ebreo e non romano] rispose:
«Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli».
Da Valtorta:
“Israele, che pur conosceva la Giustizia e la Sapienza da secoli, e che, ove avesse voluto, era stato in grado di completare, perfezionare, accogliere la vivente Sapienza e la vivente Giustizia – Gesù, Sapienza e Giustizia divine e incarnate – non volle cercare questo completamento, questa perfezione; anzi, in luogo di accogliere Colui che veniva per farli veramente giusti e sapienti, respinse, conculcò, uccise il Cristo Santo e Sapiente e, persistendo nel suo mal volere, i suoi continuatori.
Non volle essere giusto, Israele. Mai. Né verso il Maestro, né verso il Taumaturgo, né verso il Messia, né verso il Verbo Incarnato, né verso l’Innocente. Condannò come blasfeme e sataniche le parole e le azioni del Maestro e Taumaturgo, derise e chiamò simulatore e sacrilego il Messia, non volle riconoscere il Verbo la cui divinità era palese anche a chi non la volesse ammettere, e a Colui che meritava ogni onore, come Uomo giustissimo e come Dio vero, dette la Croce.
[…]
Israele, l’antico e il nuovo, ha la lettera della giustizia, ma non ha lo spirito della giustizia. Non lo ebbe 20 secoli or sono, e non lo ha ora.
[…]
Quella pietra di cui Isaia aveva parlato e predetto e di cui anche il Cristo, profetizzato dal vecchio Simeone “rovina e risurrezione di molti e segno di contraddizione”, dice: “La pietra che riprovarono è divenuta pietra angolare… e chi andrà contro questa pietra si sfracellerà, e coloro che saranno colpiti da questa pietra (cadere della stessa sopra costoro) saranno stritolati”.
[…]
Chi sono coloro su cui la Pietra cade stritolandoli? Coloro che invocarono su essi quella Pietra stritolatrice urlando:
“Il suo Sangue ricada su noi e sui nostri figli”.
E quel Sangue ricadde. E stritolò il Tempio e l’Altare, i sacerdoti, i potenti, e anche i minimi d’Israele, e con essi stritolò il loro stolto orgoglio nazionale, le loro durezze spietate verso i minimi, le loro errate deduzioni e convinzioni sul Regno e sul Messia-Re. Tutto stritolò. Per secoli.
Né ancora è finito lo stritolamento.
Sinché dall’orgoglio e dalla cocciuta cecità d’Israele – tali anche se la Pietra caduta su Israele ha polverizzato e sparso come polvere l’orgoglioso Israele – non si alzerà umile il grido invocante perdono, il grido di conoscimento e riconoscimento che da 20 secoli l’Eterno attende per perdonare ad Israele il suo orrendo peccato di deicidio e per riammetterlo alla visione salvatrice del Cristo: “Benedetto Colui che viene nel Nome del Signore! Osanna al Cristo Figlio di Dio per generazione eterna e al Figlio di Davide per generazione umana dalla Vergine, germoglio della radice di Jesse, fiore, giglio inviolato venuto da questa radice, dal quale, sopravvenendo sulla vergine e immacolata corolla lo Spirito del Signore, è venuto l’Emmanuele!”.
Sino a quel momento peserà la condanna su Israele…”
Valtorta a parte, anche il Sommo Pontefice e teologo ed ultimo vero Papa romano e cattolico Benedetto XVI dichiarò che NON TUTTO IL POPOLO dichiarò quanto il vangelo riporta. È chiaramente un falso ad hoc, solo fomentatore di ulteriore odio. E per di più “sacro”!
Eh già, per duemila anni storici, apostoli, santi e mistici ci hanno contato frottole…
La Chiesa chieda il vaglio dell’unico depositario delle vicende evangeliche.
Te saluto….
A proposito di mistici, sicuramente il più profondo fra di essi e cattolico, ma scomunicato, Meister Eckhart ha insegnato che nessun uomo può amare Dio per Dio, ma solo per l’egocentrico umano desiderio di immortalità di cui non può liberarsi. È la dottrina di un sacro commercio di merce invendibile. Ricordi il mito greco di quella Dea che chiese a Giove per il bel giovane umano che amava il dono dell’immortalità? Giove rimase basito di tanta richiesta. Ma vista l’insistenza da parte di un così estremo desiderio d’amore, concesse al giovane uomo l’immortalità per la felicità della Dea.
Caspita! Il tempo inesorabile passava e la Dea s’accorse dei primi peli bianchi del suo uomo….
Facciamola breve: diventava sempre più vecchio stracampito, con cataratte ed inefficienza sessuale, ecc… ma… non moriva MAI! MAI! MAI!
La Dea stanca della situazione penosa oltre che insoddisfacente, ritornò da Giove a lamentarsi.
Giove le disse: cosa potevo io concederti più dell’immortalità per il giovane che amavi? Io ti ho concesso quanto mi chiedevi e stop.
La Dea capì l’errore fatto: non doveva chiedere l’immortalità per l’uomo che amava, ma l’eterna giovinezza, cioè la permanenza eterna dello stato omeostatico ottimale delle cellule della giovinezza, alias una giovinezza permanente per il suo bel figo!
È il mio problema: che me ne faccio della risurrezione della carne, di tutta questa mia miserabile carne, se non mi è dato di scegliere l’attimo più bello che è fuggito e fermarlo per sempre? Quando avevo 19 anni ad esempio! Il resto nol dico. [E l’alto ecclesiastico si mise a ridere…]. Excursus de ridiculis.
Cara mia LA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI. Tu riporti ancora una terribile frase.
Io amo riportarne un’altra. Ma non di uomini. Di Gesù stesso: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno! [ Sempre che non sia invenzione umana messa in bocca a Gesù!].
E certamente sapevano benissimo ciò che facevano coloro che dovevano eseguire la sentenza di condanna: ibis ad crucem.
Tuttavia Gesù, che è anche un unico Dio seppur in tre Persone uguali, ma distinte, li perdona. Li perdona come uomo, altrimenti col Padre nostro ci avrebbe insegnato il falso, e li perdona quindi anche come Dio.
Ma chi perdona? Certamente Dio sa chi è/sono i responsabili dell’assassinio di Gesù. Ma Dio voleva o non voleva, cioè non gradiva il sacrificio cruento di tal Gesù?
Quanto al “ricadere del sangue” la bibbia ebraica ne spiega l’origine in un ben preciso contesto che non lascia dubbi e che comunque non vale per tutto il popolo e per sempre. Ma solo per l’esecutore materiale che giuri il falso davanti al cadavere. E non per i suoi discendenti. Anche il profeta insegna che ognuno pagherà per le proprie colpe innanzi a Dio.
Basta invocare il buon Dio, qualunque mistero Egli sia, a giustificazione della cattiveria umana: unica realtà propria degli uomini malvagi, che per di più arrivano a persuadersi d’essere nel giusto! Se le dottrine sono fonte di divisione, l’umanità deve fare ogni sforzo di liberarsene per ritrovare se stessa. In ciò consiste la redenzione gradita al Dio.
“racconto favolistico evangelico.”
Se il Vangelo è una favola, il Cristo è irriso nel Verbo che uscì da Lui e il Male stesso non potrebbe che aver vittoria più facile sulle anime grazie a lei, Rolando. Satana sa trovare degni ed “intelligenti” servitori e li abbiamo tutti qui su un blog cattolico, incredibile!
In ciò consiste la redenzione gradita al Dio.”
No! In ciò consiste la perdita irrimediabile dell’uomo, la sconfitta di un Dio amante delle Sue creature in ogni uomo dannato per l’eternità.
Se è capace Signora apra il libro sacro di Isaia al capitolo 45 versetto 7.
Mediti questo versetto Parola di Dio e veda se che con tutto il fuoco d’amore di cui ella arde per la Parola, me ne sa balbettare qualcosa a commento.
Attraverso il blog ovviamente perché non vorrei bruciarmi anch’io!
E dato che è invasa d’Amore provi anche a spiegare se Lei costituisca un’eccezione alla Parola di Dio del salmo 62,12.
Potrebbe essere in grado con il fuoco della sua Fede di convertirmi. Ma a distanza per sicurezza.
Convertere Domine et eripe animam meam quoniam non est in morte qui memor sit tui.
Rolando, mi chiede se sono capace? Mi provoca, mi insulta nella mia ignoranza? Perchè perde tempo dietro me? Ma se le ho detto che non ho istruzione esegetica, vuole umiliarmi perchè amo senza sapere nulla altro che amare?
Vedo che spesso, anche la nostra Adriana e una volta un amico del (ex) blog di S. Montanari, si accusa Dio di omicidio, e di stragi o provocatore di queste, e volontario artefice di disgrazie, malvagità e dolore. E credo nella mia insipienza che non potrò aver soddisfazione di convincervi che tutto questo non è vero perchè lei, come gli altri, ha gli occhi di un uomo senza fede e peggio senza amore. Per di più vede la vita umana con occhi limitati alla pancia, ai piaceri e alla sopravvivenza, al dolore… tutto molto umano ma aldilà di come vede la nostra vita il Creatore della vita: Lui sì che ama il frutto delle proprie Viscere, dando così un valore diverso a questa vita e di conseguenza alla sofferenza e soprattutto alla morte, il valore originale e non interpretato da noi.
Ne soffro per questo, per lei, per Adry1 e per chi ama la vita come possesso geloso ed egoistico e non come dono lungimirante, anticipo di bellezza più grande; come un involucro corporeo e razionale in cui c’è tutto l’essenziale e non come pallido anticipo di vigoria divino.
Quanto a Isaia forse dobbiamo metterci per ogni problema lì, dove questo nacque e lì dove furono pronunciate quelle profezie e se non possiamo capire Dio che le suggerì perchè siamo di poca fede, forse possiamo capire chi era il destinatario di esse e cosa poteva capire di esse.
È la storia della carota e del bastone in fondo da immergere nella mentalità tradizioni e cultura dell’epoca, anzi nella mentalità dell’uomo di tutte le epoche che la Bibbia definisce specie di “dura cervice”.
Peraltro io, Rolando, se fosse stato attento, ho già accennato, con le parole di Gesù in Valtorta quale fu e sarà il destino degli ebrei deicidi fino al momento della loro conversione. Non si tratta nè di vendetta nè di rivalsa ma ciò che può essere visto e subito con occhi umani di “punizione” (ma divina e non umana, cioè comunque finalizzata alla salvezza altrui e non alla soddisfazione personale) per aver questi infranto qualche articolo della loro Alleanza.
Vedere il male in Dio credo sia pericoloso e deviante per chi ci ascolta e legge, direi gnostico e non corrisponde al vero: chi genera il male, in qualche modo compresi gli tsunami e i terremoti o le malattie è sempre l’uomo che li provoca direttamente o indirettamente per disubbidienza ad una legge morale o naturale. Se l’amore è l’ossigeno per vivere, Il male, lo e come punizione da vivere, è quindi generato dai e per i cattivi, poichè la cattiveria per loro è l’azoto e sono loro che chiedono di mancare alla vita eterna: non sopravviveranno se non riporranno la spada ma periranno per essa.
Davvero mi chiedo di cosa soffriamo e periremo ma sappiamo che saranno ferite inferte con le nostre stesse armi.
Fraternamente la avverto Ronaldo: sempre nelle parole di Isaia 5, 20,21:
“Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene,
che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre,
che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro.
Guai a coloro che si credono sapienti
e si reputano intelligenti.”
Quanto al salmo non ho tempo di leggerlo, ho impegni. Lo legga lei e, se non inverte le cose come suo solito, può essere che abbia una risposta.
Un abbraccio.
SIGNORA carissima e stimatissimo. Abbia fiducia. Le rispondo fino al punto interrogativo del primo capoverso del suo intervento, senza nulla aver letto del seguito:
“Rolando, mi chiede se sono capace? Mi provoca, mi insulta nella mia ignoranza? Perchè perde tempo dietro me? Ma se le ho detto che non ho istruzione esegetica, vuole umiliarmi perchè amo senza sapere nulla altro che amare?
Premetto: non confondo ironia con insulto. E perdipiù casomai l’ironia è provocata dagli argomenti sostenuti.
Non ricordo d’averla mai volontariamente e con piena avvertenza insultata come persona e credente. Non è nel mio stile. Non era mia intenzione neanche provocarla sia nel grado di cultura che possiede o meno.
C’è più soddisfazione nell’apprendere che nell’insegnamento. E glielo dico con cognizione di causa. Pertanto NON l’ho umiliata perché ama senza sapere nulla altro che amare. Dio mene scampi!
Resto perplesso però come può uno sapere nient’altro che amare, ripeto: sapere nient’altro che amare, recare dispiacere ad un altro lamentandosi.
Di nuovo le chiedo pietà per me e sappia che anch’io cerco ed amo Dio.
Nessuno mai ama tanto Dio come chi lo pensa continuamente, scrive il mistico Meister Eckhart. La saluto affettuosamente. E che Dio la ricolmi di benedizioni.
Man mano leggevo il seguito, dopo la prima risposta, stimatissima SIGNORA, un’immagine spontaneamente
originò sciogliendo i pensieri relativi pensieri.
Vidi mosconi che forsennatamente sbattevano le ali, come dervisci danzanti, attorno ad una potente sorgente di luce finché non finivano inesorabilmente bruciati.
Di ciò che non si sa, è meglio tacere, scriveva un saggio filosofo.
Ma di ciò che papiri, pergamene, codici, metalli, pietre e quant’altro portano graffiato sopra segni del pensiero umano, amatissima la mia Signora, io mi sento libero di leggere, tradurre ed interpretare secondo le mie conoscenze apprese (ed in Vaticano anche!).
La Fede è cosa diversa dal Credo. I Patti non si fondano sul Credo ma sulla Fede/Fiducia. E la Fede/Fiducia non annulla la ragione, ma la vivifica. La spinge fino ad osare! SEMPER AUDERE!
Lei mi dirà: ma io mi fido di Dio. Ottimo. Ma chi ha insegnato (= mettere un segno dentro) a lei Dio? Anzi, il santo timor di Dio? Lei è nata in un luogo geografico cattolico. E se invece fosse nata in Arabia o in Cina o in India? Dio non è una questione geografica! Ma un impulso del cuore ed ogni uomo lo “raggiunge” alla propria maniera. Perché di YHWH la Terra, l’Universo e tutti gli abitanti in esso.❤️
Cara Signora,
1) Non mi pare corretto “scantonare” di fronte ad ogni domanda che le può sembrare imbarazzante per,- come
scrivevano suggestivamente i commediografi del millesettecento-, “uscire dalla comune dando in ismanie”;
2) Né, quando fa comodo, ma solo allora, ricorrere alla “storicizzazione” per giustificare l’impossibilità di decodificare testi antichi, da lei dichiarati indecifrabili.
Il suo Gesù è quello di Valtorta,- lei lo scrive e lo ripete fino alla nausea- e penso che a quest’ora l’abbiano capito tutti…e che tutti ne tengano il dovuto conto.
Plagiando- assai indegnamente- il saggio Stilobate concludo anch’io, cara Signora, con “ciò che andava detto è stato detto…”. Sta a chi riceve il dovere o il potere di comprenderlo…il resto è silenzio.
Gli rode ancora, dopo quasi duemila anni, l’accusa terribilmente veritiera di Deicidio. Con essa dovranno fare i conti prima o dopo, assumendone responsabilita’, chiedendo perdono e convertendosi. La strada da percorrere e’ questa, non quella della legge per abolire il misfatto. Rimane comunque, indelebilmente fissato nella storia continuando a perseguitarli . Solo cosi troveranno Cristo e ,finalmente, la Sua pace.
Non penso che agli Ebrei abbia mai interessato un Krystos = Rex, Basileus bensì un Eroe come ne documenta la sua antica biblica storia. Uno divorato dallo zelo per il Patto con YHWH .
Peccato, che come scrisse uno di loro, anche dalle loro sofferenze abbiano imparato ben poco!
Come tutti gli umani che perseguono dottrine invece della fratellanza nella comune umanità dei katoikountes, cioè di tutti gli abitanti dell’Universo (Salmo 24,1).
GESU’: VERO UOMO,VERO DIO.
NIENTE NIENTE FAI PURE IL TIFO PER GLI ASKENAZITI CHE STANNO AMMAZZANDO I VERI SEMITI: I PALESTINESI?
POSA IL FIASCO.
Non ti capisco. Ti risponde Gesù: Non sono venuto a portare la pace, ma la spada, la divisione, la guerra….
Jeshua NZR. Eroe del suo popolo Israele.
Caro e buon GIUSEPPE, il Dio non ha bisogno di nulla. Di Lui lascia che l’uomo parli e scriva ciò che può.
Chi è come Lui tra i muti?, ripeteva il card Martini.
Giovanni sei ateo essenzialmente. Non solo perché nessun uomo può mai uccidere un Dio. Assurdità. Ma assurdità delle assurdità anche perché il dogma insegna che tal Gesù morì come uomo, cioè nella sua realtà umana, fisica e psichica, perché come Dio non poteva né patire, né morire. Un po più di credo teologico in tal caso non guasterebbe.
Nessuno può uccidere Dio, se non l’ateo, ma a parole dichiarandolo morto.
Rode anche a te’ , nevvero. ? Lui è morto e poi Risorto anche per te. Devi solo accettarLo e lasciar perdere la gnosi.
Oh , Tesoro, non scriveresti così se l’erosione non fosse già nel tuo ❤️!
Io amo l’uomo Gesù e questi inchiodato dall’inspiegabile soffrire per la gratuita crudeltà umana. Alimentata e benedetta dalle sacre dottrine della macraba fantasia umana.
secondo ma bisognerebbe processare Gesù in quanto antisemita ( con tutto ciò che ha detto dei suoi “congiunti” ebrei , che fossero farisei o no) e pertanto i romani hanno difeso il popolo ebraico da un sobillatore antisemita .
Pertanto “plaudo” alla Camera dei rappresentati USA che definisce antisemita ogni opinione che colpevolizzi gli ebrei per la partecipazione alla morte di Cristo . Gli ebrei volevano farlo RE. Son gli ebrei amici suoi , che lo hanno tradito , e si son pure impiccati. Son membri del Sinedrio e del Tempio che lo hanno difesto ( Arimatea e Nicodemo ) , son donne ebree che l’hanno consolato, son ebri che l’hnno aiutato ( Cireneo ) . n’somma , sò i romani da condanà, nnamo !
secondo ma bisognerebbe processare Gesù in quanto antisemita ( con tutto ciò che ha detto dei suoi “congiunti” ebrei , che fossero farisei o no) e pertanto i romani hanno difeso il popolo ebraico da un sobillatore antisemita .
Pertanto “plaudo” alla Camera dei rappresentati USA che definisce antisemita ogni opinione che colpevolizzi gli ebrei per la partecipazione alla morte di Cristo . Gli ebrei volevano farlo RE. Son gli ebrei amici suoi , che lo hanno tradito , e si son pure impiccati. Son membri del Sinedrio e del Tempio che lo hanno difesto ( Arimatea e Nicodemo ) , son donne ebree che l’hanno consolato, son ebri che l’hnno aiutato ( Cireneo ) . n’somma , sò i romani da condanà, nnamo !
Caro GIGGIOLO… secondo le parole che lo stesso vangelo di Giovanni mette in bocca a Gesù davanti a Pilato, Gesù è un antisemita, uno che avrebbe desiderato lottare contro il fior fiore del suo popolo cioè i Giudei. Infatti dice a Pilato, che immagino abbia tremato di paura: “Non avresti alcun potere su di me se non ti fosse stato dato…”. Specificando che se lui, Gesù ebreo, galileo e consacrato cioè nazoreo, avesse voluto, avrebbe chiesto ed ottenuto dal Padre suo [la casa del Padre di me, cioè YHWH] più di dodici LEGIONI di angeli per combattere allo scopo però “di non essere consegnato in mano ai Giudei”. Più antisemita di così e più informato di così sul possibile numero di legioni romane in quel momento presenti nelle vicinanze…
Eppure così dice la logica delle preposizioni del racconto favolistico evangelico.