“L´Undicesimo Comandamento: “Non Toccare Dio Invano …”. UnaOpinione.
26 Aprile 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, UnaOpinione, che ringraziamo di cuore, offre, alla vostra attenzione queste riflessioni su un Comandamento di cui si avrebbe decisamente bisogno…Buona lettura e diffusione.
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“L´undicesimo Comandamento: “Non toccare Dio invano …”.
Spaziando con la mente lungo il Vangelo, in relazione alla questione se sia lecito per il fedele ricevere l´Ostia sulle mani, mi pare di ricordare che mai nessuno salvo Maria, Giuseppe, i Re magi, coloro che hanno dovuto crocifiggereLo e coloro che Lo hanno deposto prima dalla Croce e poi nel sepolcro, ha mai preso l´iniziativa personale di toccare con le mani Gesú quando era sulla terra. Gli ultimi certamente per volontà di Dio Padre affinché il sacrificio della Croce si adempisse. Ci sarebbe un altro caso, ma di questo scrivo a seguito.
E neanche gli apostoli ricevettero il potere da Gesú di dire agli altri: “Guarda … se vuoi te Lo facciamo toccare”.
Addirittura la donna che voleva ricevere una grazia mentre Gesú camminava fra la folla si vide bene dal toccare il Suo corpo e si propose di toccare solo la Sua veste.
E di conseguenza mi comporto io stesso: nella mia abitazione ho una statua della Madonna con Bambino che é stata anche benedetta. A volte la devo spostare. Ebbene, per non afferrarLa con le mie mani nude da peccatore, La prendo sempre con un panno. E ogni volta che vado in chiesa e voglio onorare la statua di S. Antonio con Bambino che sta all´entrata, tocco brevemente con la mano sempre le parti che rappresentano le vesti in prossimità dei piedi e mai i piedi scoperti.
Ora, penso io … chi si immagina, riportandosi indietro ai tempi di Gesú, che Lo avrebbe toccato con le mani come gli pare(va), allora continui a prendere l´Ostia nelle mani. Chi si rende conto che un tale atto é di una gravitá assoluta (e sí … perché Gesú fra la folla, se quello che Lo toccasse non é degno per Lui, e a parte il fatto che avrebbe comunque la facoltá di dirlo a chiunque, subito si volterebbe e direbbe: “Come osi toccarmi con quelle tue mani immonde?” ) e non ha altro modo di ricevere l´Ostia perché ha a che fare con dei sacerdoti come il vescovo di Chieti, si limiti alla cosiddetta “Comunione spirituale” (in particolare vada, si inginocchi, riceva il segno della croce dal sacerdote che sta distribuendo le Ostie senza riceverne Una lui stesso, recitando nel frattempo nella mente il relativo testo, si alzi e ritorni al suo posto). Sono sicuro che Gesú capirà ed apprezzerá … ed anche tutti i vescovi che la pensano come quello di Chieti, vedendo che sempre piú fedeli attraverso questo comportamento gli stanno comunicando il proprio dissenso circa le loro decisioni inizieranno a capire.
Ma c´é appunto un altro caso di cui parla il Vangelo e che riporto: “Ed ecco una donna della città, che era una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo, portò un vaso di alabastro pieno di olio profumato. E, stando ai suoi piedi, di dietro, piangendo, cominciò a bagnargli di lacrime i piedi e ad asciugarli con i capelli del suo capo; e glieli baciava e li ungeva con l’olio profumato.” (Lc 7:37:38 CEI – dal racconto di Maria Valtorta cap. 236 capisco che si trattava di Maria Maddalena, sorella di Lazzaro e di Marta).
E subito qualcuno potrebbe dire con il suo ditino alzato: “Eh eh eh … caro Unaopinione … e come la mettiamo con questa storia? Se una peccatrice di tale risma poteva toccare Gesú con le mani, allora lo puó fare chiunque … proprio per questo non ho nessun problema a ricevere tutte le domeniche l´Ostia nelle mani” (*). Ed io rispondo: “Ma questa é una storia con tutti altri tratti: é Gesú stesso che giá acconsente a ció e questo anche al fine di dare un´insegnamento al padrone di casa (a dire il vero sapeva giá, Lui stesso é Dio, che la donna aveva questo proposito ancor prima che lasciasse la sua casa).
E ci avete fatto caso? La peccatrice bacia con le sue labbra i Suoi piedi. E cosa significa per una grandissima peccatrice “baciare con le labbra”, piangendo tra l´altro, i piedi di Dio senza che nessuno le abbia chiesto di farlo? Secondo me significa abbandono totale del peccato e resa incondizionata a Dio … e questo dopo aver passato una vita da peccatrice (lo testimonia lo stesso padrone di casa con le sue parole). Quale altro gesto piú significativo esiste?
E cosa cosa vuole comunicare la donna nell´“usare i propri capelli per asciugare i piedi di Gesú”? Rispondo cosí: “I capelli sono una di quelle parti del corpo umano che, soprattutto una donna, offre volentieri al tatto delle persone che gli sono piú intime e care … a quel tempo le donne li offrivano solo allo Sposo. In questo caso la donna, usando i capelli, stava di fatto facendo una dichiarazione a Gesú: “Prendimi come Tua sposa …” (spirituale, naturalmente). Non solo … ma non li allunga affinché Gesú li prenda nelle mani come si fa fra degli sposi terreni … no, li usa per asciugarGli i piedi cosí come ha fatto con le labbra poco prima … un’altra volta una resa totale a Dio perché sa sí di stare di fronte al suo futuro Sposo ma allo stesso tempo sa che Questi é Dio. E Gesú accetta tale totale abbandono che la donna offre al suo Sposo divino, rispondendole: ”I tuoi peccati ti sono perdonati …” (Lc 7:48 parz.). Era questa una degna sposa per Dio? Certamente … e questo perché i suoi nuovi propositi la rendevano tale agli occhi di Gesú.
E che dire di quanto riporta Maria Valtorta nel caso specifico? (cap. 236). La peccatrice depone ai piedi di Gesú tutto quello di valore che ha addosso … gioielli d´oro, spille, ecc.: “Ecco … davanti a Te, anzi … davanti a tutti quelli che prima mi hanno avuta mi spoglio di tutte le mie ricchezze terrene e consegno la mia anima ma anche il mio corpo totalmente e definitivamente a Te che sei Dio” (naturalmente, come il racconto fa capire, la peccatrice era di casa).
E non si vede qui un richiamo alla parabola delle dieci vergini che aspettano lo Sposo? In realtà questa storia ci dice che non é necessario aspettare lo Sposo per sposarsi con Lui, ma Lo si puó cercare e trovare ancor prima che il grido a mezzanotte ne annunci il Suo arrivo (“Ed ecco una donna della città, che era una peccatrice, saputo che egli era a tavola in casa del fariseo,…” (Lc 7-37 parz., Cei)).
E non si vede qui forse il primo caso riportato dal Vangelo secondo cui una donna dichiara implicitamente di voler diventare una “Sposa di Cristo” … la prima suora nella storia del Cristianesimo si potrebbe pensare, anticipando poi quello che sará il movimento femminile che sfocerà nel successivo fenomeno istituzionalizzato delle monache di clausura? (e movimenti affini)? (da notare nel successivo capitolo 586 dello scritto principale di Maria Valtorta che Maria Maddalena addirittura tocca il capo di Gesú … ma questo é di preparazione alla imminente Passione) (**).
E quindi, se qualcuno oltre alle persone citate Lo toccó direttamente con mano (potrebbe essere, ma altri non ne vedo), si trattava sempre di persone che erano dei Suoi stretti conoscenti o che avrebbe accettato nella sua cerchia … insomma … coloro che oggi sarebbero i Suoi sacerdoti e le Sue spose … e nessun altro (mi pare di ricordare che S. Faustina Kowalska riferisce nel suo “Diario” che Gesú Bambino si faceva prendere in braccio da lei stessa).
E da qui mi pare di poter individuare un undicesimo comandamento, il terzo in ordine di elencazione se lo si dovesse inserire nella sistematica dei Dieci Comandamenti cosí come comunemente riportati, ma mai scritto espressamente da Dio prima appunto perché i tempi non erano ancora maturi, ma aggiunto certamente da Gesú durante la Sua permanenza terrena e che, cosí mi immagino, potrebbe uscire dall´Ostia consacrata, che é presenza reale di Cristo, ogni volta che il fedele La sta per ricevere e che potrebbe suonare cosí: “Non toccare Dio invano … non toccare il mio corpo invano” (***).
E lette queste semplici considerazioni, a qualcuno é rimasta ancora la voglia di toccare l´Ostia consacrata con le proprie mani? (****)
Mia opinione.
(*) Correggo qui un precedente post, che ho poi trovato erroneo, messo nell´articolo “Amica Chips …” apparso in SC in questa maniera: nel caso di ricevimento dell´Ostia sulle mani, secondo me, la consacrazione dell´Ostia é valida, il ricevimento dell´Ostia é valido ma Gesú, essendo estremamente dispiaciuto, credo che non sará disposto a concedere alcuna grazia cosí come si aspetta colui che riceve l´Ostia, per cui di fatto il ricevente é come se annullasse per propria scelta (e qui puó rimediare attraverso la “Comunione spirituale” se vi é costretto) anche la sua precedente confessione. Come ha ricordato qualcuno in un precedente post in SC (e di cui non mi ricordo il nome), il Diavolo ogni volta festeggia.
(**) Ho notato che ogni ordine religioso femminile ha la propria Santa protettrice. Ma se quanto sopra fosse vero, non sarebbe il caso di pensare di dare a S. Maria Maddalena, prima “Sposa di Cristo” nella storia, il posto che gli spetta e cioé quello di Santa protettrice comune di tutti gli ordini religiosi femminili?
(***) Naturalmente baciare con le labbra i piedi di Gesú, e questo mi pare di capirlo dalla storia della donna perdonata, con la riverenza dovuta non é mai invano (p.e. nella notte di Natale dove il sacerdote permette ai fedeli di baciare i piedi della statua Gesú Bambino – presumo che la statua non possieda quella sacralità assoluta dell´Ostia consacrata).
(****) Qui mi pongo in contrasto con padre Cavalcoli (ho preso un articolo a caso nella “rete” che giustificava la consegna dell´Ostia nelle mani), che (secondo me) parte bene e conclude male ed il quale, in relazione alla questione, parla di coloro che pretendono di ricevere l´Ostia sulla lingua scrivendo: “ … perchè la lingua è ovviamente necessaria per mangiare il Corpo del Signore, mentre la mano non è necessaria. Ma simile ritrosia non ha ragion d’essere, se pensiamo che Gesù ha piacere di essere toccato dal cuore puro e pentito.” A questo punto mi pare che quanto da me sopra esposto giá basti a dubitare fortemente della veridicità di quanto affermato dall´autore. Come allora, cosí deve essere adesso: solo pochi scelti possono toccare l´Ostia con le mani e non tutti … immaginatevi se i discepoli di Gesú avessero consentito alla folla di toccarLo centomila volte, ammettendo che tanti erano i fedeli e questo ogni volta che appariva fra la folla. E poi glielo ha detto personalmente Gesú che ha piacere di essere toccato da questo e da quello?
Ma anche … se un vero cuore “puro e pentito” desidera corrispondere al piacere di Gesú di essere toccato con la mano, assecondandoLo quindi attraverso il ricevimento dell´Ostia nelle mani, allora si potrebbe pensare che questa anima stia mostrando un poco piú di amore verso Dio rispetto a colui che non vuole realizzare questo desiderio … e cioè di colui che si é fissato di ricevere l´Ostia solo sulle labbra. E di conseguenza si deve pensare che tutti i sacerdoti che hanno amministrato e tutti i fedeli che hanno ricevuto l´Ostia sulle labbra prima della “piandemia” (cosí la chiamo io) non hanno mai mostrato, e questo per secoli, quella massima devozione che si deve dare in ogni circostanza a Dio e che oggi solo colui che riceve l´Ostia consacrata nelle mani mostra a piena forza. Oppure l´autore si é accorto di questo fatto solo dopo la pandemia (visto che prima di sue simili parole non c´é traccia)? E qua mi chiedo: “Non é forse che l´autore abbia, involontariamente sia chiaro, piegato le proprie convinzioni per fare contento il “Mondo” con il risultato di fare scontento Dio? (ma qui la questione é piú complessa: tutti vorrebbero toccare ed essere toccati da Gesú … per questo molti si mettono una catenina con la croce al collo. Ma alcuni rispettano la Sua sacralità assoluta astenendosi dal prendere l´Ostia consacrata nelle mani; altri, appunto, anche perché cosí rassicurati dal loro sacerdote, La toccano con le mani calpestando cosí questa sacralità assoluta).
Ma poi chi garantisce all´autore che ogni cuore che prende la Comunione é un cuore veramente puro e pentito? E perché Gesú, se cosí non fosse, deve per forza venire piú dell´indispensabile a contatto fisico con dei cuori impuri ed impenitenti? Perché lo dice papa Francesco o il vescovo di Chieti? Spetta a loro di decidere quello che Gesú deve fare e non fare? E quanti sono veramente coloro che si confessano e veramente sono pentiti e quindi diventano pentiti e puri? Parlo per esperienza: nella chiesa dove vado in una maniera o nell´altra la maggioranza prende la Comunione e ció nonostante molti sono afflitti da acciacchi che sembrano portarsi dietro da tempo … presumo che molti pensino, assistendo al rito VO, di poter ricevere piú che altrove una “Grazia” ai propri problemi fisici (vero! ma il problema sta in loro stessi!) … figuriamoci cosa succede nelle altre chiese. E quale sacerdote puó garantire che fra quelli che stanno prendendo la Comunione nella mano non si sia infilato qualcuno che un´ora prima ha espresso il parere da esperto alla televisione, sapendo peró che uccide, che il “vaccino” allunga la vita cosí come lo faceva una volta una telefonata e poi saltando il confessore ed arrivando direttamente all´altare per prendere l´Ostia, si assolve da solo e si ritenga pure pentito e puro? Mani impurissime dunque.
E allora direi, … facciamo in modo che Gesú abbia contatto esclusivamente con i Suoi eletti ed il meno possibile contatto con il profano e lasciamo decidere a Lui in chi agire e non agire … Lui sa chi merita e chi non merita… ma non certo il sacerdote che ha assolto ma che forse non avrebbe assolto se l´anima gli avesse aperto veramente il cuore come si dovrebbe fare ogni volta con Dio nel confessionale e che ció nonostante prende la Comunione.
E dunque … che il sacerdote si limiti a fare il sacerdote non sviando il fedele, il fedele si astenga, per non rischiare di offendere Dio, dal prendere l´Ostia consacrata con le mani, e che a Gesú non sia tolto da nessuno il piacere piú immenso che si é proposto di ottenere istituendo l´Eucarestia e cioé quello di salvare le anime.
https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/cosa-significa-toccare-lostia-consacrata.html
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Tag: dio, eucarestia, toccare, unaopinione
Categoria: Generale
Il testo completo della prima delle due interviste a Dugin
si trova -in forma scritta- riportato da Roberto Pecchioli
nel sito: https://www.maurizioblondet.it/alexander-dugin-l-individualismo-e-un-erronea-comprensione-della-natura-umana/
Balqis,
no, non sta scherzando. E per osservare l’argomento: I.A. dall’alto di un orizzonte più vasto, ritengo interessanti le due interviste di Carlson a Dugin:
https://www.youtube.com/watch?v=Rt5Hgs1UYVM ;
Dugin: uno che ci vede.
👍
Dio, l’Incomprensibile, ci scampi da chi parla e scrive presumendo di conoscere la verità e di ammannirla agli altri!
La vita su questa terra è un impasto velenoso di presunzione: “Io sto nel vero e tu sei nell’errore”. E questo su ogni piano: una metastasi bellica che disintegra l’umanità.
Ma la vita è mistero, è dubbio, è domanda, è sentimento d’inadeguatezza, è mosaico incompiuto, è slancio.
La morte è il non-mistero, è certezza, è risposta, è soddisfazione, è ogni tassello al suo posto, è starsene impietrati: insomma tutto ciò che è antitetico all’anima che è fatta per volare e non per starsene ad ammuffire in gabbia.
Aborro gli inglesismi, ma questa volta faccio un eccezione: nella “comfort zone” della “verità” le ali dell’anima rattrappiscono.
Caro Rolando,
” e chi mai ha visto Dio?”…
Qualcuno pare ci sia stato: Abramo, per es., che contrattò con Lui per la salvezza di Sodoma e Gomorra
( Gen.: 18 );
Giacobbe che affermò di aver visto Dio “faccia a faccia”,
(Gen. 32:30);
Mosè, che, nonostante le precedenti affermazioni del suo Dio: “L’uomo non può vedermi e vivere” ( Es,33-20), riesce a vederlo, seppur da dietro e nascosto dalle rocce Es.:21-33);
Lo videro Mosè ed alcuni anziani, ( Es. 24:9-11);
Lo vide Isaia, che sapeva di dover morire per averlo visto, benchè peccatore (Is.:6-5), ma che ricevette il perdono da Dio, per cui non era più necessario che morisse
( Is.6:6).
O siamo di fronte a pure metafore,-alias: invenzioni-, oppure Dio si fece vedere- proprio come attesta l’Antico Testamento che fu accettato “dal” e inglobato “nel” Cattolicesimo.
Pur tenendo presente l’affermazione di Giovanni, secondo cui Mosè potè rivelare soltanto la Legge di Dio, mentre Gesù- che veramente conosceva Dio- ne rivelò la grazia e la verità ( Giov.: 1-17 ) , io mi domando comunque, che significhi la netta affermazione di Gesù secondo il quale NESSUNO prima di Lui aveva visto Dio che SOLO LUI vede.
E fai bene a domandartelo, tanto la risposta non la trovi (non la trova nessuno). 😄
Noi di Dio sappiamo … niente di niente …
E poi sono le domande che fanno vivere … le risposte uccidono …
Caro Matto,
se quel “noi” è un collettivo che comprende tutta l’umanità anche S.Paolo poteva essersi sbagliato…
Acuta osservazione.
Ma ora, puoi portarmi un solo esempio di essere umano che in prima persona, ripeto in prima persona, abbia mai affermato:
“Quello che penso, dico e scrivo IO, è la verità assoluta”?
Ognuno parla per sé, quindi esprime congetture.
Gli ispirati riferiscono DELLA verità, quindi non la conoscono direttamente.
Poi ci sono quelli che CREDONO alla verità, quindi non la conoscono direttamente.
Poi ci sono gli interpreti della verità, che non la conoscono direttamente e la spiegano a quelli che la credono senza conoscerla direttamente.
P.S. A proposito degli ispirati: lo spirito che li ispira è sempre il medesimo?
E’ quello che ha ispirato Dante e Leopardi, i poeti indiani, buddhisti e sufi, come anche gli scrittori sacri e dei miti e i santi?
L’uomo ama scrivere e parlare soprattutto di ciò che non conosce, alla ricerca di una impossibile auto-rassicurazione.
Un solo esempio?…Zio Teddy Brewster che suona la tromba e corre in cantina per portare a termine il Canale di Panama credendosi il Presidente Roosvelt…naturalmente sullo schermo, nella sofisticata commedia nera: ” Arsenico e vecchi merletti “.
Ma siccome è spesso la Vita che imita l’Arte, in giro per il mondo di “insufflati” da Verità se ne trovano a bizzeffe.
Se non ne sai niente di niente, come fai a sapere che non ne sappiamo niente di niente? Ma che te lo dico a fa’, sei pazzo.
😂😂😂
Non dirmi che tu ne sai qualcosa.
Se conosci la verità e quindi quando parli o scrivi lo fai perché conosci la verità , ti prego: illuminami!
Attenta però! Non te ne uscire col ripetere quello che ne hanno detto gli altri che non ne sanno niente.
No: dimmi quello che ne dici TU perché la verità la conosci.
Cara Adriana1, tu riporti: “L’uomo non può vedermi e vivere” ( Es,33-20), riesce a vederlo, seppur da dietro e nascosto dalle rocce Es.:21-33);”.
Da questa circostanza in cui il testo lascia chiaramente intendere attraverso un eufemismo che Mosè NON POTÈ VEDERE IL SESSO DI DIO, insieme all’affermazione che tu riporti, io ritengo che il testo ebraico escluda categoricamente e nel modo più assoluto una volta per tutte che nessuno dei personaggi nominati ha mai “visto” Dio nella sua assoluta ed infinita realtà.
Anche il NT lo conferma per bocca di Gesù: nessuno ha mai visto Dio.
Ma, per me, c’è di più e prima il cui concetto la bibbia “ruba” e tramanda. È la famosa affermazione sul tempio di Sais tramandata da Plutarco e che sta scritta negli stessi caratteri greci anche sul pavimento di piazza Adriano a Bolzano: ” Io sono tutto ciò che è stato, è e sarà e NESSUNO MAI MI HA TOLTO LE “MUTANDE” !
E poi L’ELOHIM o L’EL YHWH bisogna andar cauti ad identificarli con i THEOI con gli dei e tanto meno col DIo Unico ( o Uno di un popolo specifico).
Caro Rolando,
concordo sull’avviso del tuo ultimo capoverso.
Quanto alla frase: “Nessuno riuscirà a togliermi le mutande”, il significato potrebbe anche essere quello per cui nessuno riuscirà a impedirne i mutamenti…visto che “mutande” significa le cose che devono essere cambiate…nel tempo.
lo stesso potrebbe valere per “peplo” o “velo”.
Però bisogna salvare il mistero che, se non è mistero, che mistero è?…” Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne immagini la tua fllosofia…”
Carissima Adriana 1.
“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne immagini la tua fllosofia…”
Oh! Il mio prof. Carlo Diano circa la parola αλήθεια !
…e inoltre, sinceramente, non avrei mai desiderato osservare la sessualità di quell’ “individuo, maschio
di guerra ” che , con tutta evidenza, si animava sadicamente,( direttamente, o per interposta persona ), solo quando causava stragi o, addirittura genocidi.
E poi Adriana 1 carissima, perché preoccuparci di conoscere Dio se il Dio ci avvisa da tempi immemorabili: “CONOSCI TE STESSO” sulla facciata della sua abitazione?
Ci viene testimoniato anche che dopo le lettere greche del gnosi seauton seguiva una enigmatica epsilon.
L’epsilon del “sei” della seconda persona: Ei.
Come il Dio volesse dirci: prima di pensare a me, pensa chi sei tu!
Sicuramente, almeno per me, una irrilevanza. La Terra fotografata da uno degli anelli di Saturno appare un flebile puntino luminoso. E chi è l’uomo che Essa produce, grazie alle stelle?
A questo proposito, caro Rolando, mi sovviene del poemetto: “L’ANATOMIA DEL MONDO” di John Donne
( 1572-1631 ) di cui riporto alcuni versi:
“Così dalla sua prima ora il mondo decadde,/ la sera fu l’inizio del giorno,/ e ora le primavere e le estati che vediamo/ sono come i figli di donne dopo i cinquant’anni/…L’Elemento del fuoco è affatto estinto/, il Sole è perso, e la terra, e nessun ingegno umano/ può indicare all’uomo dove cercarlo./…E’ tutto in pezzi, scomparsa ogni coesione/ ogni giusto sostegno, ogni relazione:/ principe, suddito, padre, figlio son cose dimenticate/ perchè ogni uomo pensa in cuor suo di dover essere/ una Fenice, e che allora non potrà esserci/ nessun altro che lui di quella specie che è lui./”
Come la morte dell’Amata -che rappresenta Bellezza e Armonia- induca il Poeta a riflettere sullo sconvolgente passaggio dal geocentrismo all’eliocentrismo di cui fu testimone…e oggi, ancora, non basta.
ROLANDO afferma:
“la stessa Eucarestia rimette i peccati e santifica il ricevente e compie ex opere operato ciò che compie anche il sacramento della Penitenza”.
Ipse dixit … una gran cavolata 😈
Caro Enrico,
spinta dalla tua sollecitazione, sono andata “sfruculiando” tra catechismi e epistole papali… Pare che, in effetti, ora si possa intendere anche così.
“Grande è la confusione sotto il Cielo…-scriveva Mao Zedong- “quindi la situazione è eccellente! “.
Cara Adriana,
che ora “si possa intendere anche così” mi sembra sconfessi san Paolo:
“ Chi mangia il pane e beve il calice del Signore indegnamente, mangia e beve la propria condanna. Ora ognuno esamini sé stesso …”
A meno di “aggiornare” san Paolo …
Simbolicamente (dunque realmente): la Luce scende dov’è la luce, non dov’ è il buio. Ovvero il Pieno va dov’è il vuoto, non dov’è già pieno. “Dio entra nella misura in cui tu esci”, mi pare dica Eckhart.
Potrà sembrarti un’affermazione da Matto …
Ciao
No-o-o…basta che tu spieghi cosa significava quell'”indegnamente”.
Con l’anima nera farisaica: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano”.
Alzi la mano chi non pensa di sé in questo modo.
Caro Matto,
infatti…in qualche modo ho già risposto citando alcuni versi di John Donne.
Il problema non è la purezza o l’impurità delle mani ; al Sacerdote sono state unte e perciò consacrate le mani per toccare l’Eucarestia, al fedele no.
Io posso essere una grande santa ed il Sacerdote un peccatore incallito cionondimeno lui può toccare l’Ostia ed io no. Come dice S. Tommaso, ciò che è sacro può essere toccato solo da ciò che è consacrato per tale scopo.
Partiamo dalla situazione reale: alla santa messa feriale a cui partecipo sono presenti una trentina di persone. Praticamente tutti riceviamo il Corpo di Cristo. Alla consacrazione si inginocchiano i due terzi, anche a terra chi non siede nelle panche con inginocchiatoio. Alla comunione tre o quattro riceviamo il santissimo in ginocchio e sulla lingua, altri cinque i sei in piedi sulla lingua e gli altri sulla mano, metà dei quali dopo un inchino.
Questa varietà di comportamenti è preziosa: spiega il fermento in atto sul tema e fa stimare il crescere della cura anche in chi continua a ricevere l’Eucaristia tra le mani. Penso che se venisse messo un inginocchiatoio presso il celebrante che amministra il sacramento, tanti combattuti o limitati fisicamente non esiterebbero a inginocchiarsi e a ricevere l’Odtia sulla lingua.
Conoscendone alcuni, so della grande fede e cura che anche i riceventi il Signore tra le mani portano al Santissimo Sacramento.
A mancare è una minima catechesi… chi si inginocchia l’ha ricevuta altrove e ne fa tesoro.
Poi la realtà dice che ci sono anche l’onda lunga delle disposizioni per la pandemia, l’esplicita indifferenza della gerarchia (quando non c’è il contrasto del vescovo di Chieti) è un sedicente papà che ha il tempo per il G7 e l’intelligenza artificiale ma disdegna queste cose.
Siamo un piccolo resto… ma attorno a noi cresce la consapevolezza di un popolo e questo è un piccolo motivo di speranza, mentre il mondo va per la sua strada, sempre più indelicata o forse anche sempre più disperata se cerca nell’artificiale quel che non ha più dallo Spirito Santo.
Gentile R.S., il suo commento esprime saggezza. Ciò che non mi trova d’accordo è l’accenno in negativo alla partecipazione del Papa al G7 sul tema dell’intelligenza artificiale, che invece ritengo un tentativo importante (che, comunque, non è detto che riesca ad incidere più di tanto), specie se visto in relazione alle nuove generazioni, che già oggi vivono sempre meno nella dimensione reale e sempre più nella solitudine di quella virtuale (penso, ad esempio, all’attuale facilità di accesso degli adolescenti a contenuti pornografici gratuiti). A pensarci bene, la tendenza riguarda anche le “vecchie” generazioni, dove alcuni cattolici finiscono per preferire le più strampalate catechesi da podcast in luogo di un rapporto diretto e personale con il sacerdote. Il mondo sta cambiando (è già cambiato) e la sfida è conservare la Tradizione senza rinunciare al tentativo di indirizzare positivamente il cambiamento.
Lei sa bene che chi va a quell’incontro fa solo pubblicità a quel progetto che è nelle mani di pericolosi deliri. Ci si può illudere che la parola “papa” possa garantire maggior rigore morale al lancio pubblicitario della merce? Forse se quel ruolo fosse interpretato normalmente assicurando visibilità al Logos eterno, ma così non è.
Non è un progetto. È già in atto. E da tempo. Io e lei stiamo parlando di cose anche molto personali eppure non ci conosciamo e non possiamo guardarci in faccia. Il digitale ha cambiato profondamente i rapporti tra le persone. È necessario che un’autorità spirituale almeno cerchi di contribuire alla definizione di regole che tutelino i più deboli. Non è detto che riesca.p
Appunto: servirebbe un’autorità spirituale!
L’intelligenza artificiale è informatica ed informata. Da chi?
La sapienza di Cristo non è di questo mondo.
In questo mondo è principe il nemico di Cristo.
Le pare che ne parli apertis verbis la cosiddetta autorità?
Nel nome di Colui (Mc 1,21-28) che parla con autorità?
Oppure siamo nel peggior clericalismo dei nuovi farisei?
“DIGITALE” già l’aggettivo è fuori di posto.
Digitale significa numerico in contrapposizione ad analogico che usa valori di grandezze elettriche per rappresentare altri valori fisici realizzando controlli automatici e calcoli di somme, differenze, prodotti, rapporti, derivate, integrali.
L’intelligenza artificiale non è roba per letterati, filosofi , teologi e giuristi. E’ roba per ingegneri e tecnici elettronici, elettrotecnici, meccanici, esperti in hardware e in software, in linguaggi di programmazione, in matematica e in logica matematica, in analisi operativa di sistemi. Per l’uomo è una opportunità prima che una minaccia ed è sbagliato continuare a spaventare la gente invece di educarla ad usarla intelligentemente
Caro Stilum,
condivido la prima metà del tuo intervento, ( quella che distingue tra il digitale e l’ “analogia elettricamente funzionante” ).
Non condivido, perdona, il tuo ottimismo scientista para-positivista…Quali persone furono più “intelligenti” degli
“scienziati” di Alamogordo?
Il fatto stesso, poi, di separare i “tecnici” dagli “umanisti” e, quindi, anche dai filosofi e dai teologi: separazione dove i primi vengono coattivamente posti ad un livello superiore ai secondi risulta “Orwellianamente” e “Huxleyanamente” dis-umano.
Lo sapeva perfino Bertrand Russel, consapevole che i più felici sarebbero divenuti gli ingegneri, i matematici, i tecnici che, nella moderna società, avrebbero occupato il posto dei filosofi, dei letterati e degli artisti delle epoche precedenti…
I più felici perchè- attraverso la tecnologia- avrebbero potuto imporre il proprio pensiero alle masse ( o meglio, sarebbero divenuti i portavoce prescelti dell’ideologia dei “signori del discorso” che dominano la politica” )…
I più felici perchè i più venerati dalle folle che amano solo le certezze, e- conseguenza non da poco- i meglio stipendiati in relazione alla loro preminenza sociale.
Per Stilumcuriale: non sono d’accordo! L’intelligenza artificiale, che ha cambiato e ancora di più cambierà le nostre vite, non può essere appannaggio dei soli addetti ai lavori. È necessario che se ne occupino filosofi e teologi. Concordo (spero di aver ben compreso) ciò che intende R.S. quando dice “informata” aggiungendo “da chi?”. Che la Chiesa – oggi temporaneamente rappresentata da Francesco – si occupi della questione (o almeno ci provi) non è cosa irrilevante. Vale la pena iniziare almeno a provare di fare sentire la propria voce.
Lo Stilumcuriale è tecnocraticofilo. L’IA, dice, è cosa per addetti ai lavori, che sono ingegneri, informatici, matematici, ecc., gente senza inutili tabù umanistici. Filosofi, letterati, giuristi, per non parlare dei teologi, fuori dai piedi. Poi aggiunge… si tratta solo di imparare a usare intelligentemente questa IA. E chi insegnerà a usarla intelligentemente? Ma che domanda! Ovviamente l’IA. Che è stata programmata da ingegneri, informatici, matematici, ecc., gente che non perde tempo con riflessioni spirituali, etiche, ecc. Gente che va al sodo, al calcolo… Per la prima volta si ha l’impressione che Stilumcuriale abbia veramente novant’anni suonati, perché un secolo fa queste prese di posizione andavano alla grande. Novant’anni suonati ma dinamici, perché in grado di servirci questa vecchia polenta nella nuova veste del riduzionismo informatico.
Informare non è conoscere.
L’informatica non è la conoscenza.
BALQIS il 28 Aprile 2024 alle 21:29 scrive:
” L’intelligenza artificiale, che ha cambiato e ancora di più cambierà le nostre vite, non può essere appannaggio dei soli addetti ai lavori. È necessario che se ne occupino filosofi e teologi. ”
Ciò è semplicemente assurdo. I filosofi si occupano di “metafisica” ed i teologi di “teologia”. Cioè del nulla.
Materie in estinzione per evanescenza.
Infatti se ne era occupato (preoccupato) anche Benedetto XVI con queste chiare parole:
“Il tentatore non è così rozzo da proporci direttamente di adorare il diavolo. Ci propone soltanto di deciderci per ciò che è razionale, per la priorità di un mondo pianificato ed organizzato, in cui Dio, come questione privata, può avere un suo posto.” (Gesù di Nazareth).
Un mondo pianificato ed organizzato. IA.
Come si può notare anche il Sommo Teologo volle mettere il suo… apporto.
E la furbizia demoniaca sarebbe ridurre Dio, o meglio il Dio cristiano e romano, ad una semplice questione …privata! No! Non può accontentarsi tal Dio del…posto più umanamente intimo e più sacro!
Quello che neppure la IA possiederà mai!
Quanta inutile preoccupazione! Quanta poca fede!
“Forse se quel ruolo fosse interpretato normalmente assicurando visibilità al Logos eterno, ma così non è.”
Il Logos eterno?
La presenza del papa, di questo papa, la sua accettazione e partecipazione parlano già chiaramente. Il Logos è uno. È relazione.
Il salmo 62,12 lo attesta.
Chi mai tra gli umani può “assicurare” visibilità a ciò che fin dal Principio è in Atto? Chi?
Logos è relazione, partecipazione, scambio. Creatività.
Il Logos è vita, una realtà autosufficiente ed autoreplicante. Non è dottrina. È vita relazionale.
Un po’ più di fiducia, cioè di Fede.
Grande Francesco! Che san Marco evangelista ti dia lunga vita in faciem inimicorum tuorum.
Diciamo pure: in barbam inimicorum tuorum. La fitta sassaiola di minch*ate che si scatena ogni 2×3 contro l’improponibile argentino vestito di bianco sta cominciando a rendermelo simpatico. Se l’alternativa sono i sedimpeditari, gli autoscismisti, i sacroromanimperisti, i sillabisti, i tomistoidi, e compagnia schiumante, teniamoci papa Pulcinella che è meglio così.
Lei mi ha letto nel pensiero. Proprio come un certo sedicente “storico dell’arte” ritiene di poter fare con quello del povero Benedetto XVI. Certe manifestazioni, ahimè, sono segno tangibile di un inarrestabile declino culturale che rende possibile lo scenario fantascientifico è quello di un’intelligenza artificiale che prende il sopravvento su un’umanità di analfabeti presuntuosi. Naturalmente scherzo (?).
Noli me tangere
Per forza! E chi mai ha visto Dio!
Visus, tactus, gustus in te fallitur…. insegnava l’Aquinate!
Pertanto ciò che si tocca sono gli accidenti del pane, non la sostanza divina.
Già Cicerone, prima della “rivelazione” cristiana, aveva previsto che si sarebbe arrivati persino a “mangiare Dio”! E lo diceva come empio presagio naturalmente della capacità della mente religiosa umana ad arrivare a tanto.
Mi chiedo se sia più sacrilego toccare Dio nelle apparenze accidentali del pane o mangiarlo indistintamente in un boccone imboccati da altre mani umane, seppur sacerdotali.
Casomai potrebbe essere questione di essere o non essere in grazia santificante prima di assumere l’Eucarestia.
Ma anche qui non c’è un dogma che stabilisca per fede dottrinale, in quanto la stessa Eucarestia rimette i peccati e santifica il ricevente e compie ex opere operato ciò che compie anche il sacramento della Penitenza.
Ma poi l’apparato digerente è più santificato delle mani dalla medesima Eucarestia? O più santo delle mani membra del medesimo corpo fisico? Tenendo conto che la stessa presenza reale del corpo, sangue, anima e divinità di NSGC si dissolvono col dissolversi degli accidenti cui tale Realtà “è” indissolubilmente connessa in unum!
Ma!