In chiesa NON SI DEVE applaudire. Aurelio Porfiri, Canale Traditio.
15 Aprile 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione questo post pubblicato dal maestro Aurelio Porfiri sul suo canale “Traditio” che vi suggeriamo di visitare. Buona lettura e condivisione.
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Chissà quante volte vi è capitato di suonare o anche solo partecipare ad un funerale e di assistere all’applauso al feretro.
Applausi? Uno è già morto e anche se lo applaudite non può fare il bis. Da una cerimonia religiosa ci si aspetterebbe che le preghiere possano intensificarsi, non gli applausi. L’applauso, come ben sappiamo, è un gesto per esprimere approvazione per una performance o come gesto di omaggio ad una persona che si è distinta per qualcosa di particolare. Onestamente non credo che al morto serva approvazione o ringraziamento in quella specifica occasione, quello che serve è che la sua anima venga raccomandata a Dio. Già san Giovanni XXIII, in occasione di una Messa di Quaresima a Ostia, vicino Roma, aveva detto: “Sono molto contento di essere arrivato fin qua ma, se vi debbo esprimere un desiderio, (è) quello che in Chiesa non gridiate, non battiate le mani e non salutiate neanche il Papa, perché templum Dei, templum Dei (il tempio di Dio è il tempio di Dio). Ora, se voi siete contenti di trovarvi in questa bella chiesa, immaginate se non è contento il Papa di vedere i suoi figliuoli. Ma appena li vede i suoi figliuoli mica batte loro le mani in faccia. E questo che sta davanti a voi è il successore di San Pietro”. Il problema è che l’applauso è un modo che le persone usano per esprimere qualcosa, un qualcosa che non sono state più educate ad esprimere con la preghiera. La terribile diseducazione alla preghiera ha portato al fatto che si cercano altre vie di sfogo per la propria espressività, è una di queste vie, lo avete capito, è l’applauso. Anche Joseph Ratzinger aveva affermato: “Là, dove irrompe l’applauso per l’opera umana nella liturgia, si è di fronte a un segno sicuro che si è del tutto perduta l’essenza della liturgia e la si è sostituita con una sorta di intrattenimento a sfondo religioso”. Eppure questo modo di fare non è scomparso dalle nostre liturgie ma sembra divenuto oramai un elemento quasi integrale. Tutto questo ci dimostra fino a che punto di sia perso il senso della liturgia e del sacro, una perdita che credo sarà difficile recuperare. Photo by Latrach Med Jamil on Unsplash §§§ Aiutate Stilum Curiae IBAN: IT79N0200805319000400690898 BIC/SWIFT: UNCRITM1E35 §§§
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Tag: appalusi, chiesa, messa, porfiri, traditio
Categoria: Generale
Nella mia parrocchia ci stanno 5 padri dehoniani che gestiscono un Santuario dedicato alla Madonna;
quando uno di loro ha compiuto 80 anni di vita il laico che sale a leggere durante la Santa Messa ha scoccato la scintilla per un primo applauso a suggellare l’evento, ma, non contento della prestazione in decibel, ha tirato la volata per un secondo successivo applauso decisamente più potente incitando gli astanti: il consacrato invece pareva un hitler e tutto fiero scrutava gli astanti scatenati nel battimani. Poi alla consacrazione tutti in piedi escluse pochissine persone fedeli come insegnato dal padre ottuagenario (refuso causa peste covid) un disastro
Don Bairo, e tutto ciò tu lo definisci “un disastro”?
Cioè i pochi che hanno seguito l’insegnamento di inginocchiarsi alla consacrazione e tutti gli altri che hanno bissato l’applauso all’ottuagenario sacerdote?
Rolando, non si può stare in piedi alla consacrazione.
Solo un paralitico è esonerato. Certi preti manifestano devianze molto pericolose per i fedeli.
Salve! Non sono lo stesso Nicola che ha scritto qui sotto.
Questa cosa degli applausi l’ho sempre pensata anch’io, ma l’ho sempre vista fare solo in tv: ai funerali cui ho partecipato di persona, non ho mai udito un solo applauso… tutti in religioso silenzio all’ingresso o all’uscita della bara.
Non è che è la presenza delle cineprese a far credere alla gente di trovarsi a uno spettacolo e a sentire quindi l’esigenza di applaudire?
Anche le battute di spirito con relative risate non mancano. San Giuseppe difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità…
Gli applausi in chiesa mi sono sempre stati sullo stomaco, in particolare nel caso di un funerale mi è sempre sembrato che dicessero “Finalmente! ti sei tolto dai piedi. ”
In uno dei commenti precedenti, giustamente, si inneggia al Tabernacolo; quale? Nella chiesa della mia parrocchia l’ho cercato con il lanternino ma ho trovato solo una tavola anonima davanti a una vetrata variamente colorata che annulla un Crocifisso messo là non si sa bene perché e a qualche metro di distanza su un trespolo di legno un bruttissimo Ostensorio di un colore così scuro da sembrare sudicio e in questo ciarpame vengono buttate le pissidi con le ostie.
Ho sempre trovato gli applausi in Chiesa, specie ai funerali, sciocchi e fastidiosi, ma non conoscevo queste due dichiarazioni papali, grazie di averle riportate.
Il Santa Sanctorum era stanza -nel secondo tempio vuota essendo andato perduti gli oggetti sacri con la distruzione del primo tempio – in cui solo il sommo sacerdote poteva entrava una sola volta l’ anno, ed egli aveva una corda legata ai piedi per poter eventualmente essere tirato fuori nel caso svenisse pronunciando il tetragramma sacro.
Che differenza…
Caro Luca Antonio, attorno alla stanza vuota c’erano le stanze del Tesoro e nel 70 le truppe si riempirono d’oro e ” tutto il tesoro fu rapinato”. Tanto che stando a BJ, VI, 317, “crollò il prezzo dell’oro”.
Evidentemente la corda attaccata al piede del sommo sacerdote serviva a ben altri scopi precauzionali.
Non certo al tuo tipo di svenimenti.
Leggi il capitolo 19 di Atti e la concorrenza indebita che fa Paolo contro gli interessi di Demetrio, argentiere di Efeso che campava della Grande Artemide efesina caduta dal cielo o da Giove ( secondo i diversi codici)!
Leggi, leggi le sacre scritture! Tradiscono tutt’altra verità! Svenimenti a parte!
Rolando, ben ritrovato, lei è sempre lo stesso ed egoisticamente mi fa piacere – le sue informazioni sono per me sempre fonte di interesse -, tuttavia anche qui mi trovano relativamente d’ accordo sul piano logico.
Il Santa Sanctorum del secondo Tempio era vuoto, cosa avrebbe mai potuto sottrarre da lì il sommo sacerdote ?, il tesoro del tempio non era in quel punto ma in altro luogo del tempio e non risulta che vi fossero corde a legare i piedi di tutti coloro che ne avevano accesso.
Comunque il “mio” tipo di svenimenti è confermato anche da Wikipedia, che come per la inesistenza di Nazaret, è sempre sua facoltà cambiare, apportando le adeguate prove a sostegno delle sue tesi.
Un caro saluto, piacere di averla risentita.
Gli applausi in chiesa, francamente, sono insopportabili. Qualunque sia il motivo, specialmente se ad un funerale.
E non si deve neanche parlare. Ma ci rendiamo conto di Colui il quale è presente nelle chiese?
Giovanni XXIII?
Quello del Concilio II?
E si stupisce degli appalusi?
Mah!
https://www.provitaefamiglia.it/blog/diritto-allaborto-ecco-i-nomi-degli-eurodeputati-italiani-guida-al-voto-per-le-elezioni-europee-2024
Purtroppo (e lo penso dei più giovani che potrebbero non averlo mai sentito e non degli over 60 che, almeno in gioventù, sono stati correttamente istruiti) può succedere di prendere la messa per una mensa e non per un sacrificio e tutto il resto è conseguenza. Dove ci sono pane e vino da mangiare in compagnia è normale schiamazzare, mentre di fronte al mistero e al sangue di un corpo offerto viene naturale stare in silenzio. Di fronte al sacro ci si raccoglie, cercando di gustare il soprannaturale, mentre senza il sacro è più giusto celebrare ciascuno i suoi successi e la sua gloria, anche da defunti, visto che non c’è altro motivo per cui star lì.
Nelle chiese non di rado manca l’acqua benedetta e ci si scorda di tener acceso il cero presso il tabernacolo, che sovente è senza il conopeo. Alla consacrazione molte elevazioni sono al più un’alzatina. I ministri straordinari dell’Eucaristia distribuiscono il sacramento senza nemmeno una stola o un segno liturgico. I sacerdoti per fare in fretta a volte “sfoltiscono la fila dando tre ostie nel tempo che il ministro ne dà una: alzarla dicendo “il corpo di Cristo” e attendere l’amen è una perdita di tempo. Si potrebbe proseguire, a cominciare dal poco contegno di chi nelle corali scherza e chiacchiera prima di messa a microfono acceso, oppure dei vari addetti ai servizi che pensano di poter dire e fare quel che gli pare in chiesa, incuranti di chi prega e di Chi è pregato.
Al battesimo il celebrante fa il simpatico preferendo chiedere un applauso all’assemblea invece di far pregare un angelo di Dio o un’Ave Maria. A fine messa vien più spontaneo un buon pranzo o buona giornata che un ultimo invito a rivolgersi a Dio. E così gli avvisi distolgono dal ringraziamento, snocciolando appuntamenti organizzativi e comunitari, senza quasi mai sottolineare i tempi di preghiera o raccomandare la frquenza e la cura dei sacramenti… sia mai che poi ci sia più gente a confessarsi… Come le seguo poi le riunioni?
Caro MISERERE MEI, quant’è miracoloso quel tuo “CORRETTAMENTE ISTRUITI”!
La sacra scrittura dice: Sia che mangiate, sia che bevete, sia che lavorate….. fate tutto nel nome del Signore!
Quindi l’applauso in chiesa non è affatto escluso da tale valenza.
Detto questo, anch’io, per altri versi lo trovo fuori contesto e per il luogo sacro e per l’oggetto cui è diretto.
Ma anche qui bisogna dire che trattasi di un “peccato” della stessa cultura cristiana. Il tempio per gli antichi uomini religiosi, pii e pieni di saggezza, era la casa del Dio. Anche l’AT dice che Dio ne prende possesso con una nuvola. L’altare stesso per il sacrificio era ad oriente davanti alla facciata del tempio. I fedeli pregavano qui. O davanti ai vari tabernacoli dedicati al Dio eretti in ogni dove lungo le strade o quello di lato alla porta di casa.
Dio sembrerebbe farsi più vicino nel silenzio. E tanto più nel silenzio di una folla.
Ma così van le cose…. in chiesa si applaude tutto e tutti eccetto Dio. La colpa? Ovvio: dei preti stessi.
Ma poi…. chi si inginocchia più! E con due ginocchia!
L’ex orandi statuat legem credendi.
E pensare che davanti a Dio o si ci inginocchia o si trema!
L’idea della chiesa come spazio multifunzionale è una minchiata. Purtroppo ormai la gente si è abituata a questa prassi, favorita da un clero demente. Le chiese vengono usate per presentare libri, per fare conferenze ecc. ecc. ecc. Una follia.
L’idea del luogo sacro o chiesa come spazio multifunzionale è pura empietà. Lo sapevano gli antichi pagani molto meglio dei cristiani. Ma se è vero che non l’uomo è stato fatto per il sabato, ma il sabato per l’uomo, il cristianesimo è stato il primo ad introdurre una incertezza di base.
“L’idea del luogo sacro o chiesa come spazio multifunzionale è pura empietà”. Sante parole, caro Rolando. Sante parole.
E anche fare concerti di musica lirica profana col beneplacito del parroco che forse vede qualche euro
— Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?– (Luca 18,8) .
Tra applausi in chiesa e palloncini lanciati in cielo dal sagrato, hanno trasformato il sacro in ridicolo.
Ma il sacro È intrinsecamente ridicolo, anche se voi non ve ne rendete conto.
Caro SEMPLICIOTTO, forse è così come scrivi. E senza forse, forse!
Fanum. Pro-fanum. Questioni divisorie.
Come pure QODESH, il “separato” dalla… di Dt 23,14-18! Da cui deriva NZR, consacrato, santo.
Ma non ha fatto Tutto il Dio Onnipotente? Quale Potere è nell’uomo se “Ogni Potere deriva da Dio” (Rm13,1)?
Ma la verità del Dio per l’uomo “è” un gatto che prova piacere a giocare col topo prima di nutrirsene?
Ricordo una volta Vittorio Feltri dire in virtù di tale immagine che, per lui, era impossibile credere in (tal?) Dio! Quale vangelo credono di predicare i devoti credenti ancorati alla Tradizione (quale?) con tali parole?
Caro Rolando,
la tua domanda sulla Tradizione,- l’ultima che hai posto-
riapre ferite profondissime e mai veramente sanate nel cuore di quella religione cristiana così come è venuta istituzionalizzandosi nei secoli.
Il Sacro, lo spazio sacro della Curia romana venne abbattuto e, con esso, devastato lo stesso edificio. Di fronte alla furia di Ambrogio (poi fatto santo) e di Teodosio, nulla poterono le alte ed accorate parole di Simmaco in difesa del luogo, dell’altare e della statua della Vittoria.
“…osserviamo gli stessi astri, ci è comune il cielo,
ci circonda il medesimo universo: cosa importa se ciascuno cerca la verità a suo modo? Non c’è una sola strada per raggiungere un mistero così grande. ”
( Simmaco, Relatio III, 10 ). Egli aveva parlato in nome di quella Tradizione di civiltà che, se aveva protetto il vasto Stato e permesso il suo mantenimento, si era anche mostrata come lo strumento umano e divino in grado di garantire la possibilità della convivenza di due culture formate da uomini consapevoli di vivere come luminose particelle nel mistero dell’Universo.
Non vollero ascoltarlo…ora, forse, ci avviciniamo alla resa dei conti.
Cara Adriana1, e Rutilio Namaziano nel De reditu suo ti pare poco ispirato dallo pneuma che spira dove vuole e nessuno sa (Gv3,5-8), quando scrive:
Atque utinam numquam Iudea subacta fuisset
Pompei bellis imperiisque Titi!
Latius excisae pestis contagia serpunt
Victoresque suos natio victa premit.
E poi, mirabilmente:
NUNC, ROGO, DETERIOR CIRCAEIS SECTA VENENIS?
TUNC MUTABANTUR CORPORA, NUNC ANIMI.
Mi chiedo se non si tratti di qualcosa di peggiore del veleno della maga Circe?
Quella mutava i corpi umani in porci, questa religione anche le menti!
E poi ancora, cara Adriana, nei “Fragmenta” attribuiti a Rutilio Namaziano, c’è un richiamo alla leggenda della scrofa lanuta a metà del corpo: occasione etimologica fornita da qualche emblema militare che sembra proprio essere l’alabarda con la quale la dea Cerere ha ucciso la scrofa: esattamente la stessa alabarda che impugna nella destra la Madonnina del Duomo di Milano, che sembra perpetuare tale leggenda.
Sicuramente divinamente ispirato e, nella sua solitudine
-ahi!- quanto dolente- preda di una sofferenza destinata a replicarsi nei secoli perchè inevitabilmente colta e custodita dalle anime più sensibili…
Verlaine in: “Languore”:
” Sono l’Impero alla fine della decadenza…”( quella del quarto e quinto secolo p. Ch. n. ).
Verlaine, non per caso, si sentiva fratello di coloro che vissero nell’epoca in cui -ormai- stava per dissolversi la libertà del pensiero- e, conseguentemente, del pensiero religioso-. Fece in tempo a celebrarla Nonno di Panopoli, ( l’ultimo degli Ellenisti ), nella duplice versione delle “Dionisiache” e del ” Vangelo di Giovanni”; dei quattro ufficialmente adottati, quello che eccelle per la sua scrittura, al tempo stesso mistica quanto complessa e assolutamente enigmatica, proprio come lo è il gioco della vita e della morte.
Cara Adriana1, noto come pure Nonno di Panopoli nella sua Parafrasi del vangelo di Giovanni, non è a conoscenza dei versi 1-11 del capitolo 8 del vangelo di Giovanni. Ignora quindi il racconto dell’adultera! Deve aver avuto innanzi un codice che non riportava il fatto, che invece, Agostino, conosceva benissimo e riteneva autentico perché antico “ob vetustatem”. Eppure sarebbe sta materia succulenta, penso.
Certo che non mancano tira e molla su fatti e parole da attribuire a Gesù, da parte di chi pensava di saperne più del supposto Gesù, nel “rifare” le fondamenta a Gesù!