Mastro Titta Risponde a un Commento su Mons. Gaenswein.
8 Aprile 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Mastro Titta risponde a un commento relativo al suo ultimo articolo. Buona lettura e diffusione.
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MASTRO TITTA: A MONS. V.M., A PROPOSITO DI MONS. GÄNSWEIN
Di regola non rispondo ai commenti, né all’interno dei commenti: è uno spazio di critica a quello che un tizio ha scritto. È la seconda eccezione che faccio – anche nel primo caso, fu a proposito di Gänswein.
Scrive il lettore “Mons. V.M.”: “Per favore, fate attenzione ad esaltare o difendere Gaenswein nella prospettiva di criticare l’opera di Francesco. Fareste un errore intollerabile . I danni fatti da costui al pontificato di Benedetto negli ultimi due anni ( 2011 e 2012) non son ancora stati narrati . Ma lo saranno presto . Prudenza Mastro Titta . Chieda ai Cardinali che lei cita correttamente , quali vittime di Francesco , cosa pensano di Georg…”.
Nel mio pezzo precedente – oggetto del commento – non c’è uno iota in difesa (men che meno esaltazione) dell’ex prefetto della Casa Pontificia e segretario di Benedetto XVI. Il fatto che Bergoglio attacchi qualcuno non fa di lui un “buono”, come il fatto che lo favorisca non fa di lui un “cattivo”. Non sempre i giudizi taglienti che il nostro dispensa sono fuori bersaglio. È casomai il velenoso carattere comaresco che urta, e lo scadente senso del proprio ruolo che fa ridere nel pianto. Per Bergoglio le persone sono utensili, e finis. È un fanatico cultore dell’obsolescenza programmata.
Mons. V.M. mi offre però occasione di aggiungere un’altra tessera – non troppo utile né originale, forse – al mosaico. L’attacco di Bergoglio a Gänswein “privo di umanità” va letto in funzione politica, o più radicalmente del potere. Quello del potere è l’unico linguaggio che Bergoglio intende senza maneggiare, vista la qualità degli sfondoni politici e diplomatici che tira, nonché il bavoso servilismo che ha sempre esibito verso certe idee e i loro padroni. La mediocrità del resto non si acquista: governa l’animo sotto le mentite spoglie dell’astuzia (“sono un po’ furbo, mi so muovere”, lo sventurato rispose ignorando l’effetto paradosso dell’auto-elogio).
Bergoglio scredita e delegittima Gänswein perché un prefetto della Casa Pontificia e segretario di ben due papi per un lungo tratto in coabitazione, è oggettivamente un punto di riferimento e di raccordo politico. Un tramite, o un sensale se preferiscono i detrattori, fra cardinali e vescovi che poco si conoscono e poco tempo hanno per conoscersi e frequentarsi, in forza del ruolo ricoperto per quasi vent’anni.
Non è affatto peregrino pensare che Gänswein sia diventato il “segretario” di una certa fazione o partito, e che spifferi di queste “manovre” – “Dio non tollera manovre”, ha detto Bergoglio intendendo umilmente che non le tollera lui – siano giunte al suo venerabile padiglione auricolare. Questa è l’unica cosa che interessa a Bergoglio.
Motivo di più, come Wojtyla e l’allora cardinal Ratzinger fecero nel 1996 promulgando la Universi Dominici Gregis, lo stesso anno in cui a detta di Daneels i carbonari della Mafia di Sangallo cominciarono a darsi convegno, per promulgare una nuova costituzione apostolica che regoli l’elezione, o persino la nomina, di figure ad immagine e somiglianza del nostro, hai visto mai che scenda nell’Ade senza godersi lo spettacolo post-apocalittico così accuratamente cesellato.
L’errore che invece vorrei mettere in luce è quello, molto comune, di osservare il “fenomeno Francesco” alla luce di categorie dottrinali, canoniche o spirituali delle quali l’interessato francamente s’infischia.
Per quel che vale non ho un’alta opinione di Gänswein, anche se un utile esercizio di mortificazione personale è mettersi al posto del proprio bersaglio: ad essere onesti – di rado lo siamo – il più delle volte se ne uscirebbe con le ossa rotte. Nè sono così sprovveduto da pensare che chi sta sulle sacre sfere di Bergoglio sia un campione della cattolicità: tutt’altro. Tendo a pensarla come l’attento lettore, ma nei limiti delle mie corde evito la trappola dell’asino che dà del cornuto al bue.
La grande topica è piuttosto pensare che Bergoglio divida la Chiesa in amici e nemici. Gli amici – gli adulatori – pensano di fare brillante carriere lucidando le umili terga al sovrano: citofonare Forte, Fisichella, Galantino e svariati altri per gli esiti infausti. I nemici pensano di metterlo in difficoltà con accuse felpate di eresia e altre facezie.
A Bergoglio nulla cale di nessuno di loro. Se dovessimo stabilire un perimetro ideale fra cattolici “progressisti”, “aperturisti” o “bergogliani” e il fronte opposto “tradizionalista”, saremmo comunque in un ambito razionale. Vale a dire: premessa la Chiesa e il papato, chi la preferisce mora e chi la vuole bionda. Ma Bergoglio agisce su tutt’altro campo, e gioca un gioco diverso.
Se ammettiamo per un istante che Bergoglio sia un acattolico militante che odia la Chiesa, si vedrebbe nitidamente che a lui non importa una cippa di chi, in modi diversi, tira a campare sulla barca di Pietro: il suo sogno è affondare la barca, meglio ancora arenarla e sfondarne la chiglia in modo tale che, per inutilizzabile che sia, conservi la forma di natante a beneficio degli illusi.
Immaginare un Luca Casarini, fra i laici voluti da Bergoglio al Sinodo, che si affacci una sera in camice da gelataio al balcone di San Pietro salutando i fedeli con un “sia lodato il Borgo Pio” tonante, è forse azzardato nel breve periodo, ma tempo al tempo. Le premesse ci sono tutte, comprese le legioni di addetti ai livori che sezionerebbero il fatto per dimostrare che si tratti di manifestazioni strepitosamente conformi al Vangelo delle origini.
Se ha ragione Mons. V.M. su Gänswein, proprio i limiti personali di quest’ultimo, tutt’altro che estranei a Bergoglio stesso, collocano Gänswein sullo stesso piano di Francesco, facendone un avversario pericoloso perché in possesso delle conoscenze e dell’esperienza per tramare a danno non tanto suo – è spacciato – quanto della sua eredità.
Non bisogna dimenticare che parliamo di un sedicente vescovo di Roma che trova divertente fare il papa, che ha buttato là che potrebbe essere il primo pontefice a causare uno scisma, che invita a vendere le chiese vuote per fare quattro spiccioli da donare ai poveri, magari sotto forma di pizze surgelate consumate nelle basiliche invendute. Sono dettagli tremendamente rivelatori, ai quali forse non si è dato il peso che hanno nel quadro generale. A proposito di quadri, o meglio pale: dovessi accostare Bergoglio ed il suo pontificato para-cattolico ad un’opera d’arte, sarebbe la Nave dei Folli di Hieronymus Bosh.
Passi l’irrisione dei cardinali Sarah e Burke – meschinità pura – ma l’accusa rivolta a Gänswein, l’esser privo di umanità, è pesantissima. Vale il ministro israeliano Gallant che riferendosi ai palestinesi parla di “animali umani”. Bergoglio teme forse in Gänswein ciò che di Gänswein respinge Mons. V.M.: l’amore del potere esercitato a capocchia.
Sono convinto che questo signore vada ascoltato ed osservato con scrupolo filologico: ogni cosa allora apparirà per ciò che realmente è. E ciò che è non ha nulla a che fare con Cristo, la Chiesa, la fede o, per i minimalisti meno esigenti, l’occasione drammaturgica. Vuole passare alla storia come il boia della Chiesa Cattolica. Il resto, interessa al piccolo resto. Forse.
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Tag: benedetto, bergoglio, gänswein, papa, titta
Categoria: Generale
Grazie Mastro Titta, è geniale e spietatamente realistico.
François’ non assomiglia affatto a un prete, a un cattolico, a un papa.
È questo che dobbiamo capire, altrimenti saremo presi nella trappola dell’anticristo.
Da un punto di vista psicologico e’ importante analizzare il.linguaghio usato da una persona per capire qualcosa dell’ animo.
A me sembro’ stridente subito sentir definire Benedetto da Bergoglio ” come un nonno , un buon nonno” .
Era stridente perche’ Ratzinger di soli nove anni piu’ vecchio di Bergoglio, non solo non era della generazione di essere suo nonno, ma neppure suo padre.
E allora perche’ questo epiteto? Forse inconsciamente Bergoglio voleva ringiovanirsi , facendolo credere Benedetto molto piu’ vecchio di lui, allontanandolo nel tempo, mal sopportando la coabitazione , mal sopportando che Benedetto fosse un suo contemporaneo anzi un suo coetaneo.
E penso che gli dia fastidio il giovane Mons. George perche’ gli ricorda il ” nonno” , perche’ e: più: giovane di lui e presumibilmente campera’ piu’ di lui.
Per questo lo definisce ” privo di Umanita’ ” . Preventivamente lo relega nel.mondo subumano, perche’ non puo’ sopportare l’ idea che vivra’ ancora quando lui sarà morto.
Caronte I Casarini? Mai metter limiti alla fantasia e ai processi teilharddechardininiani.
https://www.fantascienza.com/18863/tutti-i-papi-della-fantascienza
Papessa (Maria I) benedicente il Messia IA della trans-post-umanità, 1992.
http://www.bibliotecagalattica.com/romanzi/deus_x.html
Papa computer d’un Vaticano alternativo di esseri di latta, 1981.
http://www.giovannidallorto.com/librisf/simak/papa.html
Papa robot che più ecumenico non si può, 1971.
https://www.carmillaonline.com/2005/05/23/il-dilemma-di-benedetto-xvi/
Papa Giovanni XXIV, 1966.
https://www.arateacultura.com/roma-senza-papa-di-guido-morselli-indagine-su-unopera-dimenticata/
-Nel futuro immaginato dall’autore, che scrive ai tempi del Concilio Vaticano II il Cattolicesimo si è aperto alla modernità, abbracciandone non solo le tendenze più superficiali, ma anche i presupposti ideologici, che progressivamente corrodono i dogmi secolari alla base del culto e dell’egemonia papale. Il celibato ecclesiastico è stato abolito, la Curia approva i matrimoni omosessuali, l’aborto, l’utilizzo di sostanze stupefacenti. A livello teologico, il culto mariano è mal tollerato, mentre l’esistenza del Male è messa in discussione, così come l’autorità assoluta del papa. Numerosi esponenti del clero, inoltre, tentano di conciliare la pratica psicoanalitica – una delle maggiori conquiste intellettuali del Novecento – con il contenuto dei testi sacri, utilizzando il pensiero freudiano per risolvere alcuni nodi ermeneutici di fede, come per esempio la questione agostiniana dell’unde malum.-
-Il rinnovamento della cristianità, già auspicato all’altezza degli Anni Sessanta, quando Morselli scriveva, nell’opera viene presentato, se non come una deriva, come una folle parodia delle istituzioni laiche, una farsa consapevole in cui evapora totalmente il vero fulcro di qualsiasi culto religioso, ossia il senso del sacro.-
-Poco importa se non esiste un vero e proprio contraltare critico, che rallenti la rivoluzione per sondarne l’essenza, anzi, meglio se nessuno si interroga, non c’è tempo e la parola d’ordine è stare al passo con una realtà basata su un unico vero dogma: l’importante è ottenere l’approvazione. Delle masse, della politica, del mondo intellettuale: nell’era successiva ai totalitarismi, il consenso è potere, e va ottenuto anche al prezzo di dover rottamare la tradizione.-
-Questo, come altri elementi dell’opera, fa di Morselli un visionario precursore di questioni che da lì a pochi anni sarebbero diventate cruciali per comprendere e affrontare la complessità del nostro tempo. Infatti, lo scrittore bolognese di nascita e lombardo di adozione fu uno dei pochi ad anticipare, se pur in fase embrionale, i temi propri del pensiero e della letteratura postmoderna come l’opinionismo spicciolo, la pervasività della retorica comunicativa dei media, la ricerca spasmodica di visibilità unita a un appiattimento materialistico di qualsiasi ricerca esistenziale. Il papato di cui Walter fa esperienza nel romanzo è disperatamente mondano, persino nell’ambito ritualistico: l’udienza di Giovanni XXIV svolta su un prato della campagna laziale somiglia più a una seduta di yoga che a un ricevimento pontificio.-
In un mondo di struzzi è un’aquila chi semplicemente non abbassa la testa.
Passi per i vescovi, che -purtroppissimo- leggevano solo La Civiltà Cattolica. Ma gli intellettuali cattolici, dov’erano?
(Quasi) tutti a casa già prima dell’8 settembre/Vat II? O (quasi) tutti a reggere il moccolo all’egemonia e la coda alla Dc?
Interessante, grazie. Quello su Benedetto XVI lo conoscevo.
Grazie a lei. Per non svegliare il copyright che dorme certi link non posso metterli.
Però, con un po’ di pazienza, in rete si trova quasi tutto.
https://materieoscure.blogspot.com/2019/03/un-racconto-danticipazione.html
Caro Fantasma, sempre interessanti le sue osservazioni. Mi permetta di DirLe quanto segue:
1) Non sappiamo cosa succederà, meglio non sappiamo quale sarà “la goccia che farà traboccare il vaso”, però sappiamo che tutti i vasi (di Pandora) da Lei efficacemente descritti, si riempiranno ulteriormente. Questa è, ad oggi, almeno a mio parere, l’inerzia della Storia.
2) Augusto del Noce qualcosa di buono aveva scritto, penso in particolare alla celebre tesi in cui si prevedeva la trasformazione del PCI in un “partito radicale di massa” però non basta un “intellettuale” -termine un pò brutto ed abusato- così come non è bastato Guareschi a fermare la modernità e le sue nefaste conseguenze. Ricordo, con la saggezza dei proverbi, che: “una rondine non fa primavera”.
Dice molto bene. Gocce che fanno traboccare i vasi e rondini/profeti nel gelo dei tempi.
Caso o necessità, fu durante il ’68 che morirono Romano Guardini (letture che valgono tutto il tempo e la pena; anche per chi, post, gli ha quasi strappato la giacchetta per tirarlo verso modernità/ismo),
https://disf.org/guardini-fine-epoca-moderna
[Il tempo che viene creerà qui una chiarezza terribile, ma salutare. Nessun cristiano può rallegrarsi dell’avvento di una radicale negazione del cristianesimo. Poiché la Rivelazione non è una esperienza soggettiva, ma la verità assoluta, manifestata da Colui che ha anche creato il mondo; ed ogni ora della storia che rende impossibile l’influsso di questa verità è minacciata nel suo intimo. Ma è bene che si metta a nudo quella slealtà. Poiché allora si vedrà quale è effettivamente la realtà, quando l’uomo si è distaccato dalla Rivelazione, e vengono a cessare i suoi frutti.]
https://www.esonet.org/satana-il-nemico-nel-pensiero-di-romano-guardini/
Giovannino Guareschi
https://www.iltimone.org/news-timone/115-anni-fa-oggi-nasceva-giovannino-guareschi/
https://www.iltimone.org/news-timone/giovannino-guareschi/
e Padre Pio.
https://www.iltimone.org/news-timone/padre-pio-guareschi-vita-parlare-crocifisso/
[«“L’uomo – dice a Gesù –, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L’unica vera ricchezza che in migliaia di secoli aveva accumulato. Un giorno non lontano si troverà come il bruto delle caverne. Le caverne saranno alti grattacieli pieni di macchine meravigliose, ma lo spirito dell’uomo sarà quello del bruto delle caverne […]. Signore, se è questo ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?”. Il Cristo sorrise. “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede e mantenerla intatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più, ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede”».]
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/09/indicazioni-di-padre-pio-per-i-tempi.html
Augusto Del Noce se n’è andato il 30 dicembre 1989, 51 giorni dopo il crollo del Muro.
Quando le sue previsioni stavano appena cominciando a realizzarsi alla lettera e alla virgola.
PS. Intellettuale è chi dovrebbe usare il pensiero per dissodare uno o più campi dello scibile umano.
E spesso e volentieri finisce per dare la zappa sulla cabeza degli altri o su quella propria medesima.
se non ci pensa Cristo in persona non c’è nulla da fare
che dire? Speriamo che chi di dovere lo tolga di mezzo, oppure lo converta.