Fiat Mihi…e Basta! Il Matto.

16 Marzo 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Matto offre alla vostra attenzione queste riflessioni sull’abbandono…Buona lettura e condivisione.

§§§

«FIAT MIHI»… E BASTA

(Andrea della Robbia, Annunciazione, 1475)

* * *

La sequenza che qui si propone è sbocciata da sé, durante e dopo una delle consuete sedute di silenzio mariano – il vero silenzio non potendo che essere mariano, dunque ancillare –, in assenza di qualsiasi increspatura sul placido lago della mente nel quale, in una notte chiara, si riflette la luna. Forse, è stata la predilezione per il Vangelo di Giovanni e per il Pimandro a prepararla in quel fondo, o vertice, o vuoto della mente laddove essa, non più essa e più di essa, confina con l’Ineffabile in cui, immediatamente, perciò oltre il tempo e lo spazio, si perde svuotandosi e si ritrova riempiendosi.

* * *

«Io sono la Via, la Verità, la Vita»:

IO SONO È,

la Via È, la Verità È, la Vita È.

IO SONO … e basta.

L’Essere È … e basta.

la Via È … e basta.

la Verità È … e basta.

la Vita È … e basta.

«In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini»
la Luce È … e basta

VIA, VERITÀ, VITA, LUCE:

nomi dell’Essere … e basta.

«Ascolta: quello che in te vede e intende è il Verbo».

ESSERE, VERBO:

nomi della Via, Verità, Vita, Luce … e basta.

Essere, Verbo, Via, Verità, Vita, Luce:

ciascun nome È il Medesimo Ineffabile.

Ogni spiegazione è un

cedere alla tentazione di

possedere attraverso il “capire”,

un’impurità, un offuscamento,

una deturpazione, un eccesso.

un’irriverenza, un attentato,

un  appropriamento, un’interferenza,

un’alterazione, un turbamento,

una dissipazione, una complicazione,

un orpello, una separazione:

è l’Essere che rapisce … e basta,

è il Verbo che svela … e basta,

è la Via che sceglie … e basta,

è la Verità che invera … e basta,

è la Luce che illumina … e basta:

il Connubio è diretto, istantaneo,

soavemente fulgureo.

Perciò, abbandonare tutto

per il trionfo dell’Ineffabile:

negazione d’ogni affermazione

e affermazione d’ogni negazione.

Non intervenire, arrendersi,

LASCIARSI rapire,

LASCIARSI adombrare,

LASCIARSI scegliere,

LASCIARSI inverare,

LASCIARSI illuminare:

«FIAT MIHI» … e basta.

§§§

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26 commenti

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    @ ADRIANA 1
    Carissima Adriana, la sento stizzita e al limite di una conversazione oggettivamente serena e razionale… lei crede che io meriti le sue affermazioni? …le ho fatto qualcosa?
    Per conto mio non ho trovato in Valtorta difformità sostanziali con la Vita di Maria di Roschini, l’opera di M. d’Agreda ed il Vangelo: leggo sempre questi testi raffrontandoli Vangelo alla mano.

    Sappia che non accetto la sua accusa laconica di proselitismo vs. Valtorta posta come antitesi al mia sequela vs. mio Dio. Se per qualche motivo valido lei ritiene quello che dice, allora dimostri la sua analisi e come e dove Valtorta “azzera il valore” del Vangelo e la prego di definire il valore di questo. Altrimenti nè io posso accettare le sue affermazioni meno che apodittiche, senza riscontro e senza ratio, nè i lettori che la leggono accetteranno le sue affermazioni lasciate senza fondamento, dando una idea che lei non ha letto
    appieno Valtorta.

    Se poi vorrà ricambiare qualche volta la mia costante amabilità vs. di lei e il mio affetto, sarebbe anche più bello e caritatevole, cristiano.

    • Adriana 1 ha detto:

      Cara signora,
      ignoro il motivo per cui lei voglia avvoltolarmi nelle lenzuolate del vangelo valtortiano, se non per fare proselitismo. Qualcosa ho letto e mi basta, le assicuro.
      Il mio caro Oscar Wilde affermava che non esistono libri buoni o cattivi, ma solo libri scritti bene o male. Questo qui- secondo il mio giudizio- è scritto presso a poco con lo stile di un fotoromanzo (devozionista) “d’antan”; quindi…male. Io lascio che lei si immerga in pace nella sua lettura preferita. La prego di lasciare me alle mie. Tra parentesi, sono allergica ai/alle veggenti e alle loro immaginazioni più o meno ispirate, soprattutto quando si presentano in quantità e dimensioni smisurate.
      Cordialmente, Adriana.

  • Marco Matteucci ha detto:

    “Il razionalismo e il dottrinarismo sono malattie del nostro tempo: pretendono di sapere tutto. Invece ancora molto sarà scoperto di ciò che oggi, dal nostro limitato punto di vista, riterremmo impossibile.”
    (Carl Gustav Jung)

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    Un omaggio
    @ Tosatti
    @Adriana
    @Matto

    Da Valtorta:

    “Ciò che vedo. Maria, fanciulla giovanissima, quindici anni al massimo all’aspetto, è in una piccola stanza rettangolare. Una vera stanza di fanciulla. Contro una delle due pareti più lunghe è il giaciglio: un basso lettuccio senza sponde, coperto di alte stuoie o tappeti. Si direbbe che sono stesi o su una tavola o su un traliccio di canne, perché stanno molto rigidi e senza curve come avviene nei nostri letti. Contro l’altra parete, una scansia con una lucerna ad olio, dei rotoli di pergamena, un lavoro di cucito piegato con cura, pare un ricamo.
    Di fianco a questa, verso la porta che è aperta sull’orto, ma velata da una tenda che palpita ad un leggero vento, è seduta su uno sgabello basso la Vergine. Fila del lino candidissimo e morbido come una seta. Le sue piccole mani, solo di poco più scure del lino, prillano sveltamente il fuso. Il visetto giovanile, e tanto tanto bello, è lievemente curvo e lievemente sorridente, come se accarezzasse o seguisse qualche dolce pensiero.
    Vi è molto silenzio nella casetta e nell’orto. Vi è molta pace tanto sul viso di Maria quanto nell’ambiente che la circonda. Pace e ordine. Tutto è lindo e ordinato, e l’ambiente, umilissimo nel suo aspetto e nelle suppellettili, quasi nudo come una cella, ha un che di austero e regale per il grande nitore e la cura con cui sono disposte le stoffe sul lettuccio, i rotoli, il lume, la piccola brocca di rame presso al lume, con entro un fascio di rami fioriti, rami di pesco o di pero. Non so. Sono certo di alberi da frutto di un bianco lievemente rosato.

    Maria si mette a cantare sottovoce e poi alza lievemente la voce. Non va al gran canto. Ma è già una voce che vibra nella stanzetta e nella quale si sente una vibrazione d’anima.”
    […]

    Non resta che scoprire quello che succederà dopo…

    • il Matto ha detto:

      La ringrazio dell’omaggio. Una descrizione davvero deliziosa.

      La prego, però, di tenere presente che sono Matto, e perciò, con tutto il rispetto, di quello che ha visto la Valtorta non posso farne niente: ho i miei occhi e quindi non posso vedere quello che vedono gli altri. Ancor meno intendo vivere di ciò che vedono gli altri.

      La Valtorta ha avuto la sua esperienza, ed io, come chiunque altro compresa lei , gentile Signora, ho la mia.

      Ognuno resta libero di credere o non credere a quello che vedono gli altri.

      Cordialmente.

    • Adriana 1 ha detto:

      Gentile Signora,
      l’intenzione dell’omaggio è gentile… la sorte terrena della povera autrice induce alla pena… ciò non toglie che, come diceva Sascia, -cui non mancava certo la lucida ironia- certi piatti siciliani, come la caponata ricoperta da cassata, non sono adatti a tutti… veramente troppo, troppo condito e, soprattutto, troppo zuccherato.

      • Adriana 1 ha detto:

        Car Signora,
        visto che siamo in piena “fabula”, mi permetto- a mia volta- di omaggiarla dell’indicazione di un graziosissimo quadro sulla Santa Famiglia di Lucio Massari (Bologna 1569-1633), “Sacra Famiglia del bucato- 1620-” (Galleria degli Uffizi, Fi-).
        Oggi è S. Giuseppe che qui, da buon marito, aiuta Maria che lava a stendere il bucato sulla corda, mentre il piccolo Gesù è intento a strizzarlo…ma lui ( Giuseppe ) e gli altri sono quelli dei Vangeli o quelli dell’invenzione pittorica?

        • La Signora di tutti i popoli ha detto:

          Si cara! C’era tanto amore fra i tre Santi che la pace, l’armonia e la preghiera erano costanti nelle attività della giornata.
          Uno stralcio da Valtorta:
          “In quella casa regna umiltà. Quanta lezione di umiltà per voi superbi! Maria avrebbe avuto, umanamente, mille e mille ragioni di insuperbirsi e di farsi adorare dal coniuge. Tante fra le donne lo fanno soltanto per essere un poco più colte, o di natale più nobile, o di borsa più ricca del marito. Maria è Sposa e Madre di Dio, eppure serve — non si fa servire — il coniuge, ed è tutta amore per lui. Giuseppe è il capo di casa, giudicato da Dio tanto degno d’esser un capo famiglia, da ricevere da Dio in custodia il Verbo incarnato e la Sposa dell’eterno Spirito. Eppure è sollecito ad alleviare a Maria fatiche e lavori, e le più umili occupazioni di una casa le fa lui perché Maria non si affatichi, non solo, ma come può, per quanto può, la ricrea e si industria a farle comoda la casa e lieto di fiori l’orticello.
          In quella casa è rispettato l’ordine. Soprannaturale, morale, materiale. Dio è il Capo supremo e a Lui viene dato culto e amore: ordine soprannaturale. Giuseppe è il capo della famiglia e a lui viene dato affetto, rispetto e ubbidienza: ordine morale. La casa è un dono di Dio come le vesti e le suppellettili. In tutte le cose è la Provvidenza di Dio che si mostra, di quel Dio che provvede il vello alle pecore, la piuma agli uccelli, l’erba ai prati, il fieno agli animali, i granelli e le fronde ai volatili, e tesse la veste al giglio della convalle. La casa, le vesti, le suppellettili vanno accolte con gratitudine, benedicendo la mano divina che le fornisce e trattandole con rispetto come dono del Signore, senza guardarle con malumore perché povere, senza strapazzarle abusando della Provvidenza: ordine materiale.”
          —–
          ps. Grazie del dipinto. Lavare i panni insieme e in armonia: ogni gesto è tenerezza ed il bucato davvero non abbisogna di …ammorbidente!!😉

          • Adriana 1 ha detto:

            Cara Signora,
            …come faccia una persona come lei, -così ligia alle encicliche, alle bolle, ai Canoni, ecc… della Chiesa ufficiale-
            come faccia,-ripeto -,ad affezionarsi ad un testo romantico e romanzato ( e non approvato dalla Chiesa), un testo, inoltre, riguardante una presupposta intimità “logorroica” di personaggi appartenenti ai Vangeli canonici è, per me, un mistero.
            Si vede che aveva ragione don Lisander:
            ” Così è fatto questo guazzabuglio del cuore umano”, ( cit. Manzoni ).

          • La Signora di tutti i popoli ha detto:

            Adriana amica cara, continua a chiedermelo, prima facendomelo capire in modo non diretto e adesso esplicitamente… ma il diritto canonico, la dottrina e il Magistero sono niente come argomenti, mi divertono, ne ho le basi e le capacita… ne parlo perchè quì perchè non potrei parlare del diodo o dell’ozono, dell’equiseto (della cicuta ne ho parlato però, ma sono stata cattiva, chissa se il Matto mi ha perdonato, lo spero), o di Mozart, o di piante subtropicali da frutto, o di organizzazione aziendale,… ma quando si tratta del Vangelo allora le cose cambiano, non è un hobby, non è interesse e non è lavoro. Certo, se parlo di qualcosa e su qualsiasi argomento come minimo ne so a sufficienza. Se parlo di Valtorta, dell’opera principale e di alcune sue minori allora vuol dire che l’ho letta e forse riletta. Non mi permetterei di criticare ciò che non conosco, sbaglierei certamente ma non la prenda come una offesa anche se può trarre deduzioni che riguardano lei, ma io dico solo per me.
            Valtorta non è un apocrifo, è solo la illustrazione dettagliata dei 4 Vangeli che noi conosciamo, un libro che spiega meglio e con profondità senza mai superare l’originale giovanneo o sinottico, senza mai aumentarne o toglierne i principi o i significati. Perfetta aderenza e nessuna contraddizione alla dottrina e chi ha il coraggio di contraddirmi: chi cerca il pelo nell’uovo??
            Perchè non la legge prima di classificarla?? Io la capisco mia cara: lei vede il romanzo lì dove c’era la realtà, vede dolcezza lì dove c’era amore dolce. Lei è fatta così, ma non le manca sensibilità e cervello; la sua durezza
            forse deriva dalla sua vita nella quale è stata amata troppo poco e forse mai col cuore, mai con purezza, o ha voluto dimenticarlo, ma questo va oltre quello che sento. Ecco perchè lì dove c’è dolcezza e afflato di cuori lei sente disagio interiore e la respinge esteriormente, ha deciso di attenersi a quello che è materiale o informazione, il sentimento la annoia e l’amore vero la spaventa.
            Eppure Gesù è una divinità che difetta di qualcosa, può avere e creare tutto ma non riesce a produrre amore come fece col lux fuit, è una grave imperfezione, per un Dio: ha così bisogno d’amore da parte degli uomini che ama per primo e in un modo così vibrante, con una dolcezza così struggente, con una tenerezza che a me scuote l’intimo per questa intensità che commuove e trasforma e produce amore… lei Adriana parlerebbe di amore esagerato e avrebbe ragione, per difetto.
            Provi a leggere Valtorta ma parta prima dalla passione e morte di Gesù, la tristezza, il dolore e l’ingiustizia le faranno avere fame di bellezza e di tenerezza e quindi cominci dal 1° volume, sarà più semplice cercare l’amore di un Dio che l’ama con una tenerezza che anche lei può conoscere. Grazie per la pazienza.

          • il Matto ha detto:

            Cara Signora,

            non ha niente di cui farsi perdonare, almeno da me.

            Vede, non saprei dire perché, ma ormai, in me, lo STATO INTERIORE DI NON BELLIGERANZA, cui ho accennato più volte (anche il un articolo) è diventato stabile. Veramente, vedo tutte (e sottolineo tutte) le diatribe come un tragicomico gioco di cui sembra che l’umanità non sappia ( da sempre) fare a meno.

            Cordialmente.

          • Adriana 1 ha detto:

            Cara Signora,
            lei scrive: “Gesù è una divinità”. Ineccepibile maniera per inoltrarsi nella mitologia ( da queste parti, in genere,
            spietatamente vituperata ).
            E’ “imperfetto”…quindi è una divinità che ha- nella sua debolezza- un gran bisogno di aiuto e tenerezza. E proprio nel concederglieli- senza remore- consisterebbe l’ascesi spirituale del fedele. Ma, mi conceda, anche Dioniso Zagreo lacerato dai Titani possedeva queste caratteristiche e questi bisogni e tra i suoi seguaci primeggiavano le donne. Tutte Florence Nightingale ante litteram?
            E forse che il Padre non disse al ricco Epulone:
            ” Hanno Mosè e i Profeti. Ascoltino loro! “?
            Non le particolari visioni di una particolare visionaria che sembra spiare dal buco della serratura virtuale ciò che fanno i genitori virtuali nel loro privato.
            Del resto, mi pare,
            -leggendone le motivazioni-, che gli addetti ai lavori ecclesiastici abbiano trovato da eccepire anche sulla ortodossia dei contenuti di tale opera.
            Ma tutto ciò non importa: “il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce”. E, ringraziando il cielo, ogni cuore è diverso da un altro. Non più duro o più molle…
            semplicemente “diverso”.

  • il Matto ha detto:

    Carissima,

    non: “assai probabilmente dedotto dall’inizio del Vangelo giovanneo”, bensì certamente, come ho scritto nella premessa.

    Non esiste una “nostra” luce:
    «Il mio io è Dio, e non v’è altro io».
    Santa Caterina da Genova

    che combacia con il Pimandro:

    «Ascolta: quello che in te vede e intende è il Verbo».

    • Adriana 1 ha detto:

      Caro Matto,
      come vedi, anche tu, nel tuo raggiunto “ku” mentale, sei costretto a ricorrere alle citazioni. Diviene lecito, allora, richiamarsi all’Inno al Sole di Aken-aton, a Ra presente sulla sua barca in tutti i libri dei morti e sulle pareti delle tombe egizie; a Helios, venerato in Frigia, Assiria Persia, Libia, Etiopia…e, naturalmente, al dio luminoso quanto oscuro di Isaia 45,7 e di Giobbe.
      Non ti rimane che scegliere… magari tenendo presente gli sguardi terrorizzati dei pre-civilizzati immersi nel buio della notte, come “genialmente” seppe rappresentarli/ci Kubrick in “Odissea nello spazio”.

      • il Matto ha detto:

        Forse, in altra occasione, mi cimenterò sul “ku” … ke (licenza poetica😄 ) non comporta affatto l’eliminazione delle citazioni. Salvo che queste, come facilmente avviene, ne diventino un illusorio surrogato.

        Sarebbe interessante, inoltre, sapere quanti milioni di parole, scritte e parlate, sono state dedicate al … silenzio.

        Dici che non mi “rimane che scegliere”: ma ti pare che un Matto apofatico come me si mette a “scegliere”?

        Scegliere è legarsi e perciò antitetico all’apofasi: come ho già fatto presente alla Signora di tutti i popoli, ognuno ha la propria esperienza da/di cui parla e che non si può paragonare a quelle altrui, meno che mai per stabilire (chi lo stabilisce?) quale sia la migliore.

        Ormai sono … zenizzato: l’apofasi mi ha condotto a scegliere di non scegliere.

        Ogni scelta comporta un ghiacciamento (moshin, la mente ghiaccio, la mente confusa, di cui in Takuan).
        Etc. etc. etc. etc. etc. etc.

        Un abbraccio con honshin, la mente acqua, la mente chaira, che scorre sempre fresca 😉

  • La Signora di tutti i popoli ha detto:

    …aaghh! Povero matto nessuno (neanche io) si aspettava il suo exploit sul “Fiat”. Così e così, dai!… ma non si butti giù, sì è colpa sua, poco silenzio e troppe parole ma il silenzio mariano è tutt’altro: quello deve imitare. Il silenzio di Maria è attivo e non passiva accettazione, è meditazione e non distrazione, è colloquio con la memoria e non stasi della mente, è eloquenza silenziosa e non inadatte parole… e stiamo parlando solo di virtù umane: la Full of Grace ha così tante Grazie che non è possibile non citare la condizione in cui la trovò Gabriele. Ella nel silenzio cuciva ma nell’anima parlava col Padre. Ma per quel silenzio mio caro Matto deve imitare la santità di Lei e deve imparare ad amare. Ma non si butti giù, piuttosto faccia così: prenoti una seduta al C.R.E.P.A. e la faccia finita definitivamente, o almeno lasci al Silenzio di Maria di riempire i suoi silenzi.

    Però non me lo immaginavo così, un Matto mariano! Sì, può essere un buon inizio: di Maria si parla col cuore, sig.Matto, e si ama amando Gesù, Carne della sua carne materna. Si ama amando le creature umane, col rispetto e non con lo sfottò, amandole per consanguineità divina perchè per le persone come lei (e come me) quella Carne fu straziata ingiustamente e portata via a Maria.
    Maria ama anche lei, non creda, e così tanto quanto il tempo che aspetta che lei le porga un cuore da farLe modellare in bontà e purezza. Le chieda questa Grazia, di abbandonare la pazzia e di voler amare… ma cosa le darà in cambio? Poi me lo dice?

    Io non vedo del male a questo:

    ” Ogni spiegazione è un
    cedere alla tentazione di
    possedere attraverso il “capire”,
    un’impurità, un offuscamento,
    una deturpazione”

    Niente di impuro scoprire la santità di Maria o cercare di capire cosa avvenne quel giorno e cosa La spinse a dire “Sì”; immaginarlo non è peccato.
    Maria ce lo direbbe se fossimo di grado entrare interamente nel Suo Cuore, ma solo lo Spiritò potè e solo una cosa possiamo: andare in Paradiso per saperlo.

    Ave Maria! Chiudiamo gli occhi ed ascoltiamo attoniti il saluto angelico dalle vibrazioni spirituali altissime.
    Sappiamo per intuizione santa che no, non era Maria in ginocchio davanti a quell’Angelo sfavillante. No, della Fanciulla solo gli occhi azzurri erano pudìchi e bassi ma il suo corpo era eretto e pieno di grazia. Era invece Gabriele, smarrito da tanta inaspettata meraviglia, che si turbò davanti a tanto altrettanto inaspettato onore, non era la bellezza del viso e le grazie perfette ma quella sovrumana di Maria: era davanti alla santità perfetta… È lui ad inchinarsi a quella Luce riflessa!
    …a stento sopportò quella Luce che promanava da lei, splendore divino che Gabriele già conosceva nel più alto dei Cieli: le sue palpebre angeliche riparano appena lo sguardo di Grazia purissima dell’Immenso Dio che traboccava da Lei…

    E per noi?? Cosa provoca quell’Ave? Preghiamo l’Angelo di Maria di portarci lì vicino a Lei…
    Eccolo!! Quell’Ave detto a Maria è come aprirci la porta del Paradiso. Non ti sembra, caro matto??
    C’è una stanzetta linda e un lettuccio ma la luce non è del sole, entriamo in un mondo di purezza ove gli occhi si smarriscono nella luminosità di Dio che tutto rifulge, raccolta incredibilmente in una donna divina, lo splendore dell’Angelo stesso ne è smimuito.
    Ecco il momento, dopo le parole angeliche, del “Fiat!” e con Gabriele ascoltiamo quel Sì! L’Angelo, e noi con Lui, tremiamo di timore: un Dio immenso è in Maria e la sua voce di fanciulla prende il sussurro lieve dello Spirito. Per grazia ci si apre il cuore alla vista della Luce Celestiale che ora abita nel suo seno…:siamo in presenza di Gesù, sentiamo il Suo Cuore piccino che batte assieme a quello della sua dolce Mamma, la Vergine di Nazareth.
    Che meraviglia che cì è donata: per fusione d’amore, per concessione dello Spirito, vicini ai due cuori gemelli anche i nostri battono all’unisono e sono uniti ai loro, irresistibilmente.
    Maria! Gesù! e …il nostro cuore!… insieme!!… insieme!! Il mio cuore, il tuo cuore amico caro, sono insieme ai loro, il battiti hanno un unico suono e adesso anche il nostro stesso respiro imita quello di Maria, che è placido, lieve, pieno di maestà. Le nostre braccia come quelle di Maria si incrociano sul cuore e il Suo  “sì” risuona ancora dentro di noi, sappiamo che non ci abbandonerà mai fino al momento in cui doneremo lo spirito con le stesso sussurro.
    A che dolcezza siamo chiamati per vedere tutto questo con gli occhi dell’anima: la mente e il cuore hanno la facoltà di sopportare la bellezza infinita di un Dio infante e quella d’estasi di una Madre adorante mentre la memoria ci incide nel cuore e nella mente questa immagine: Maria e il Bambino, l’uno nell’altro… per sempre.

    Ave Maria.
    Chi pronuncia queste parole ha già il Paradiso nel cuore e la promessa di viverci. Caro Matto le dica…!

    Scherzavo prima. La sua meditazione è ispirata.
    Faccia come Gabriele, lasci che la Luce più intensa la vinca e per amore pieghi le ginocchia alla Grazia. Lucifero volle portare la sua luce e lei sa come andrà finire.

    • il Matto ha detto:

      La ringrazio per la sua poderosa catechesi.

      Mi lasci soltanto rilevare che il finale del suo intervento: “lasci che la Luce più intensa la vinca e per amore pieghi le ginocchia alla Grazia”, corrisponde esattamente agli ultimi sei versi del mio componimento.

    • Adriana 1 ha detto:

      Cara Signora,
      benissimo; ma mi vuole dire dove ha trovato tutti quei dettagli “teatrali” su cosa faceva e come era atteggiata la Madonna? Tanto per dire…la Madonna nella maggioranza delle pitture sull’Annunciazione legge, non agucchia, guarda e non abbassa gli occhi…ecc….
      Peraltro, io sono per la libertà di immaginazione, ma lei
      su cosa basa questa regìa? Forse su personalissime, locuzioni?

      • La Signora di tutti i popoli ha detto:

        Pregiata amica, ho dato a chi legge -come meglio mi è possibile- quell’ “intuizione santa”, non ha letto? Non capisco quello che vuol dire il suo “Benissimo” se poi ambienta un incontro fra Esseri pieni di grazia ed il Concepimento di Gesù in un ripostiglio teatrale …mi fa dispiacere tanto la sua freddezza.
        La Grazia è sempre in Maria e qualunque cosa faccia, leggere, cucire o lavorare in cucina Ella è sempre immersa nella considerazione di Dio: Lei prega col cuore anche quando rassetta la casa, io cerco di fare così…
        Adriana cara, potebbe mai “agucchiare” la Vergine del cucito? Non conosce l’opera di Guido Reni, non è Ella che cuciva fra gli “Angeli Annunciatori”? Chi seppe tessere la veste di porpora di nostro Signore, pottebbe averla fatta distrattamente e alla buona?
        È l’Angelo riccioluto piuttosto che deve piegare gambe, occhi e cuore davanti alla luce divina riflessa da Maria, Egli certo non immaginava una scena così abbagliante predisposta dalla “Regia”del mondo.
        —–
        ps.: le ho dato più volte risposta alla sua domanda su Valtorta che lei intende un “apocrifo”: non è mia colpa se si è ritenuto di non pubblicarla. Proverò a rimetterla ancora una volta. Un abbraccio.

        • Adriana 1 ha detto:

          Sarà che, forse, preferisco l’Annunciazione di Antonello da Messina, del Crivelli, del Beato Angelico, di Jan van Eyck,
          di Lorenzo Lotto, di Orazio Gentileschi e via citando…se dobbiamo rifarci all’arte per definire particolari a noi sconosciuti, che Arte sia! Quei testi valtortiani, mi spiace dirlo, ne sono privi e- secondo il mio punto di vista- arrecano soltanto una penosa offesa al mistero.
          Poi… ognuno libero di scegliere quello che vuole.

          • La Signora di tutti i popoli ha detto:

            Adriana sembra che lei non vada al senso delle mie parole ma quasi aspetti che io cada in fallo… non cerchi di mettermi in bocca ciò che non ho detto: la Divinità di Gesù è unica e Lui il solo è Dio e non ne esiste altro.
            Quanto alla mitologia a chi non piace? Ma tale argomento è per noi solo un ammirevole impegno di conoscenza, studio se vogliamo, di una immaginazione umana, e non divina che l’ha inventata per se e per suo bisogno. Rimane uno straordinario immaginario su cui gli uomini, (compresi i poeti) hanno tacitato il desiderio di felicità eterna. Penso a Giuliano l’Apostata e al suo amore per l’Olimpo che in quei tempi veniva sostituito dal Golgota di un Dio nuovo per lui ma vero per tanti, che moriva per amore degli uomini.
            Circa il tardo influsso dionisiaco e le affinità con cristianesimo, gli influssi sulla Gnosi, ne sono davvero profana e sicuramente lei è molto piu informata di me. Ma, nella mia ignoranza credo davvero che sia un terreno molto sdrucciolevole andare oltre alle piccole coincidenze Cristo/Dioniso. (*)
            —–
            No! Dio non ha bisogno di “sentimentalismo o di aiuto”, Egli apprezza solo un atto d’amore sia pure una carezza sul suo corpo piagato o ci immette nel disegno redentivo chiedendo, la nostra compartecipazione ed impegno, non direi un “aiuto”. la chiamerei “cooperazione al bene” e per Maria “corredenzione” materna
            Dio è perfetto in se stesso ma se legge la Genesi, Adriana, egli rapporta la Sua opera in ogni momento creativo, al suo metro divino: l’amore, che della creazione è la materia costituente e questa creazione, ancora oggi, le stelle, le piante, gli animali, le montagne, il mare, tutta risponde a tale amore amando il suo Creatore. Solo a l’uomo e agli Angeli è stata data una scelta volitiva, tanto che le decisioni in materia sono sempre libere per i primi e libere, definitivamente -una tantum-, per i secondi.
            Dio è certamente amore e amando la sua Creazione, che pure fu un atto d’amore non la lasciò per pensare ad altro ma come una madre che la trasse dal Suo ventre desiderò che l’uomo potesse essere come Lui non creatore, non Dio ma dio con Lui dio minore. Volle amarlo, creandolo e sostenendolo, perche potesse amare e dunque non creò l’amore in quanto era Lui, ma la volontà e la capacità di amare. Egli creò tutto, cielo e terra e ogni cosa sembrò giusto e buono porre all’esistenza e poi creò l’uomo che rese capace di amare secondo il suo libero arbitrio.
            Dio tanto lo amò, che perso il Paradiso, mandò Suo Figlio affinchè l’uomo potesse ancora essere capace di amore. Sì un Dio perfetto non volle essere amato per forza ma al volere scelse il rischio di desiderare una cosa che non dipendeva da lui: desiderò di essere amato per libertà, per libera scelta. E le dico di più Adriana cara: Dio che non poteva soffrire decise di soffrìre, fin ad arrivare a soffrire di morte di croce, perchè vedeva soffrire l’uomo che viveva senza amore, cioè facendo il male e morendo per questo.
            La riconoscenza per tutto questo amore divino se non è a sua volta amore allorà è morte e se, l’uomo si incammina verso tale meta, Dio ne soffre per lui.
            ——–
            In perfetta concordanza con quanto sopra, è vero Adriana che i cuori differiscono ma non nascono differenti. Il riconoscere l’amore,  la differente adesione e la differente risposta dell’essere lo forma quel cuore. L’ambiente con le situazioni, le occasioni,  i talenti e le tendenze,  la latenza del peccato originale, la tentazioni… tutto influisce alla costruzione ma la scelta della materia cardiaca è la nostra libera ragione, è nostra. Il cuore che sia di pietra e stilli calcare o di carne e spanda amore, è nostra creatura.
            (*) Quanto alla F. Nightingale non ho le basi per abbinarla alle donne del culto dionisiaco, nè riesco a spiegare la triste realtà di coloro che -per Abramo- “se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi.”… Se parla di Valtorta (che non cita) io nom vedo un menage a trois con la florence (che tiene la lampada) e Dioniso. Quanto all’ “Opera”, come in tutte le cose umane, specie se il diavoletto riesce a farsi sentire, è nota una grande disparità di vedute: l’unica è farsene una idea propria… provi a leggerla, anche se un po’ si troverà in difficoltà per stile e per il lessico, ma non per i fatti nè per la sostanza… peraltro è l’unico modo per dare valore ad una frase buttata “così al buio” come la sua: “Quei testi valtortiani, mi spiace dirlo, ne sono privi e- secondo il mio punto di vista- arrecano soltanto una penosa offesa al mistero.[sempre se un Mistero possa essere svelato o almeno compreso con mezzi umani, pur elevati, come l’ “arte”, a meno di una grazia ad personam]
            Credo di aver (sempre) risposto a tutto.

            da Valtorta:
            dice Gesù:
               «Abbi pazienza, anima mia. Non posso stare senza parlarti, perché parlare a chi mi ama costituisce la mia delizia, il mio desiderio, il bisogno del mio Cuore amante di voi.
               Hai mai visto come fanno due sposi che realmente si amano? La sposa, mentre è in casa, guarda ogni momento l’orologio, corre alla finestra, per vedere se il tempo passa, per vedere se lo sposo torna dal suo ufficio. Lo sposo, non appena può, scappa a dire una parola d’amore alla sua sposa. L’ha appena lasciata e si sovviene che poteva dirle anche questo per farla felice, e se appena può corre a dirglielo. È l’amore che li sprona.
               Anche Io, non appena taccio, sento che ho altro da dirti. Vorrei parlarti notte e giorno, averti tutta per Me, vorrei che tu potessi dedicarti tutta a Me. Se sapessi come ti amo!
               Ora senti. Anni or sono,[…] ti chiedesti più volte – perché nella mistica eri una analfabeta – in che consisteva “la conversazione nei Cieli”.
               Ecco: quando tu mi ascolti ed Io ti parlo, quando in luogo di murmure superficiale di preghiere Io ti rapisco nel fuoco delle rivelazioni e ti occupo di Me, quando tu mi dici: “Vieni, Gesù, a parlare alla tua serva”, quando gusti il sapore della mia Parola che deposito in te come in un forziere, in un’idria, perché tu la dia ai poveri e agli assetati della Terra, allora noi facciamo una conversazione nei Cieli.
               Eri troppo legata alle formule, come quasi tutti i cattolici ferventi. Io ti ho slegata. Ho lanciato l’anima tua, fuor dal pelago delle circoscrizioni formulari, delle piccinerie delle pratiche, sugli spazi sconfinati del mistico mare dell’orazione. Ti ho avvolta, aspirata, rapita, indiata nel fuoco dell’orazione.
               Eri un piccolo passero impastoiato. Ora sei un’aquila che spazia e domina e sale verso il Sole e lo fissa e ne è fortificata.
               Sali sempre più, come l’aquila a voli concentrici. In alto sono Io, Aquila eterna, che ti attendo per portarti, oltre i sensi, nel conoscimento d’amore.
               Ubbidisci sempre al richiamo, con prontezza e fiducia. Abbandònati al vento dell’amore. Esso ti sostiene, non ti ostacola. Esso spira per portarti a Me da cui viene. Perditi, goccia d’acqua nel mio infinito oceano, perditi, favilla di luce nel mio sconfinato fulgore. Entra a far parte del tuo Dio e Signore, del tuo Sposo. Ti apro tutte le porte dei miei tesori perché tu li possegga. Ti amo!»

          • Adriana 1 ha detto:

            Cara Signora,
            il senso- non certo recondito- del suo intervento, mi pare quello dell’apologia di questo testo, della sua autrice e della devota raccomandazione di entrambi. Forse non si rende conto di come questa modalità di proselitismo non sia quella di una “sequela Christi”, bensì di una “sequela valtortiensis” che tenta di subentrare ai Vangeli, e che -in buona sostanza- serve ad azzerarne il valore.
            P.S. Provi ad esaminare il significativo caso di Nonno di Panopoli,
            autore delle “Dionisiache” e, contemporaneamente, verseggiatore del Vangelo di Giovanni che, sotto la sua mano, risplende di chiarezza.

  • il Matto ha detto:

    Devo esser Maria e da me far nascere Dio perché egli mi conceda beatitudine eterna.
    Angelus Silesius

  • Adriana 1 ha detto:

    Mio dolce Matto,
    perdona, ma il tuo invito al vuoto non-pensiero si fonda sull’assioma che Dio sia esclusivamente Luce, (assai probabilmente dedotto dall’inizio del Vangelo giovanneo).
    Oppure- ed anche- dall’immagine luminosa del fuoco che anima, come scintilla, ogni anima di un “bravo” stoico.
    Oppure- ed ancora- dalla ancestrale paura del buio dei
    primitivi come dei loro successori che “ornavano” i sepolcri di una luce di “speranza” nella prosecuzione di una vita ultraterrena. ( Lo stesso Chin Shi Huan Di provvide, per sé a questa bisogna )…
    Ma…se il Dio Creatore, Onnisciente ed Onnipotente fosse solo, o fosse -anche- Ombra, noi dovremmo spegnere la nostra luce per darle campo di invaderci?