Ratzinger Chiamava Bergoglio “Santo Padre”. Era Ipocrita? Mentiva?

14 Marzo 2024 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi StilumCuriali, un amico fedele del nostro sito, R.S. ha pubblicato nei giorni scorsi alcuni commenti relativi a Benedetto XVI. ve li offriamo, insieme a un articolo dell’Unione Cristiani Cattolici Razionali sui rapporti fra Ratzinger e Bergoglio, e alcune mie considerazioni sul tema. Buona lettura e diffusione.

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Esprimo il mio parere sulla sua fatica attorno alla presente condizione ecclesiale.

Benedetto XVI è l’umile operaio della vigna del Signore. L’umiltà è un tratto significativo della sua personalità, aliena da protagonismi. Poi c’è la fede: indubbiamente un uomo degno di portare il nome di Giuseppe.

Ha voluto bene veramente a quanti gli hanno fatto del male, nella Chiesa è fuori. Ha sopportato le persone moleste e gli attacchi scomposti di modernisti e tradizionalisti.

Poi ha fatto un passo di lato, non indietro.

È rimasto Papà fino alla morte, accettando gli eventi e rispettando chi è subentrato. Costui per altro ha tolto quello di Vicariò di Cristo dai suoi titoli. Evidentemente sa di essere dove sta per volontà di uomini.

Non ritengo che esista un codice Ratzinger per il semplice motivo che sarebbe un protagonismo autoreferenziale.

C’è’ la fede di San Giuseppe, che avvertito accetta lo scandalo e avvertito ancora molla tutto e va in Egitto. C’è la contemplazione del bambino perduto e ritrovato nel tempio. Ci sono anni silenziosi e una morte in sordina…

Ma sapendo che è tutto in mano a Dio, specialmente la sua vigna, che qualcuno vorrebbe trasformata in un presidio slow food con vasca idromassaggio e conferenze a tema, chiacchierando.

Il passo di lato è canonico, con conseguenze canoniche, che emergeranno. La situazione è umanamente precipitata, ma nelle mani di Dio.

Benedetto XVI ne aveva piena contezza.

Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l’apostasia e dovrà esser rivelato l’uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene…

L’attuale quadro somiglia in modo impressionante alla rimozione del katechon.

Con le sue anomale e inedite dimissioni dal papato attivo, condito di date e orari sibillini, traduzioni zoppicanti della declaratio e mantenimento di titolo e vestito, Benedetto XVI ha smesso di fare il papa superstar ed è tornato alla ben più decisiva preghiera, intercedendo per la Chiesa e per l’umanità intera, conscio di Fatima e del Catechismo (675 e seguenti).

Si può dire che Benedetto XVI ha agito misticamente, pur non potendo prevedere tutte le conseguenze dell’atto. Si è affidato al Signore.
Era sicuro che i problemi della Chiesa stanno soprattutto al suo interno. Si parlava di “lupi” fin dall’inizio del pontificato … non hanno mancato di rovesciargli contro persecuzione, irriverenza e disobbedienza.

Lui si è lasciato guidare da Dio, nelle scelte, fino a cambiare lui, da quello che era a quello che è…
Così si è “dimesso” restando papa. Restando pietra, malgrado i costruttori l’abbiano scartata, scegliendone un’altra e un architetto più adatto per farne l’edificio visibile al mondo.

La mossa, per il bene della Chiesa (divenuta davvero strana per dirla con la Beata Caterina Emmerick), non è solo un’innovazione agli occhi del diritto canonico, ma soprattutto un atto che viene da tanta preghiera, cioè dal Cielo. Che non manca di avere conseguenze anche dal punto di vista canonico, quando chi ne ha facoltà riterrà giunto il tempo di fare due + due…

Per esempio il silenzio al quale si è volontariamente consegnato Benedetto XVI ponendosi “di lato”, accanto.
Non è scomparso e anche silenzioso ha infastidito quelli che non lo sopportavano “attivo”. Un novantenne che fece il Concilio condividendone lo spirito molto ciarliero ne ha poi riconosciuto (e rintuzzato per quanto possibile) la deprecabile deriva, riconoscendo l’errore del modernismo. La frana ecclesiale degli ultimi decenni è stata smascherata e così contro di lui si sono scatenati i corifei del nuovo, insofferenti ad ogni limite.

La Dominus Iesus, scritta da cardinale, è come un faro nella tempesta, come l’impegno per ridare dignità alla liturgia e quello per sollevare la Scrittura dall’insulto delle esegesi in voga.

L’ha fatto liberamente (sua sponte), ma non ha mai detto che non fosse forzato da voleri e poteri.
La sua denuncia della dittatura del relativismo e l’insistenza sulla Verità, l’ha fatto odiare: l’Università di Roma (paradossalmente chiamata La Sapienza) gli ha chiuso le porte in faccia!

Se ne è stato in un cantuccio fino alla morte, sperando nel Signore. Sono certo che non si è mai sentito abbandonato o confuso.

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È evidente l’amore e la stima che R.S. nutre per Joseph Ratzinger, che peraltro convidividiamo, anche se – come sapete – avremmo preferito che restasse al suo posto fino a quando il Signore avesse deciso altrimenti, senza aprire le porte a una stagione di confusione quale la Chiesa ha raramente conosciuto nella storia moderna. Ma proprio per questa stima e apprezzamento delle sue doti umane e intellettuali, e della sua onestà, che in certi momenti si è spinta fino all’autolesionismo (mediatico, soprattutto…) non posso credere che fosse ipocrita, o avesse un comportamento ingannevole, e ingannatorio nei confronti di un miliardo e passa di cattolici che lo ascoltavano, forse ancora di più dopo le dimissioni che prima. 

Qui sotto trovate un articolo pubblicato dall’Unione Cristiani Cattolici Razionali (UCCR) in cui si riportano molti  elementi che possano interessare chi vuole farsi un quadro dei rapporti fra Ratzinger e Bergoglio. L’articolo è del 2022, e l’UCCR fa di tutto per dimostrare consonanza fra i due. Il che – pensiamo a Traditionis Custodes – non certamente vero. Ma in molte occasioni Benedetto chiama Francesco “Papa”, e personalmente non posso accettare che lo dicesse mentendo. Qui sotto trovate il video in cui, parlando pubblicamente si rivolge a Francesco con l’appellativo “Santo Padre”. 

Se lo era per lui, per me no? O devo credere che Ratzinger fosse un ipocrita? Aggiungerei, come molte volte ho già fatto, su Francesco: un papa pessimo, ambiguo, volutamente accarezzante il filo dell’eresia, ossessionato dal potere, e chi più ne ha più ne metta. Ma considerato come tale dal suo predecessore, e da tutti i cardinali, anche quelli che ha massacrato, e quelli che gli sono contrari. Facciamocene una (triste) ragione.

BXVI chiama F Santo Padre, ecco il link

https://youtu.be/8tWli4is0pI

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In questo dossier (costantemente aggiornato) abbiamo raccolto tutte le dichiarazioni di Benedetto XVI (e dei suoi più stretti collaboratori) sul suo successore, mostrando la stima e l’affetto reciproco tra i due.

Tutti gli interventi di Benedetto XVI a favore di Papa Francesco.

Il 04 marzo 2022 il giornalista Antonio Socci, per anni acerrimo oppositore di Papa Francesco e sostenitore di un’avversità all’attuale pontificato anche da parte di Benedetto XVI, ha rinnegato le sue tesi riconoscendo che in Ratzinger «c’è un giudizio positivo sul pontificato in generale». Dopo aver citato numerose prese di posizioni del Papa emerito a favore di Papa Bergoglio, il giornalista ha criticato il tradizionalisti che continuano a sostenere l’opposto.

Il 10 febbraio 2022 mons. Georg Gaenswein, segretario personale di Benedetto XVI, ha riferito che Papa Francesco ha inviato una lettera di sostegno al papa emerito dopo la vicenda del dossier di Monaco di Baviera sugli abusi nella Chiesa. «E’ arrivata a Benedetto XVI una bellissima lettera di Francesco, una lettera in cui parla da pastore, parla da confratello e parla anche da persona che di nuovo ha espresso la sua piena fiducia, il suo pieno sostegno e anche la sua preghiera». Lo stesso Benedetto XVI nella sua lettera di smentita alle accuse ricevute, ha scritto: «Sono particolarmente grato per la fiducia, l’appoggio e la preghiera che papa Francesco mi ha espresso personalmente».

Il 09 febbraio 2022 mons. Georg Gaenswein, segretario personale di Benedetto XVI, in un’intervista è tornato sulla strumentalizzazione di alcune sue parole da parte di sedicenti ratzingeriani (Antonio Socci, in particolare), quando parlò di ministero petrino “allargato”. «La polemica si riferisce alla mia presentazione del libro di Roberto Regoli sul Pontificato di Benedetto XVI alla Gregoriana, nel 2016», ha ricordato mons. Georg. «Alcune mie osservazioni sono state interpretate in modo erroneo. Ho chiarito subito. Purtroppo ci sono persone che volevano, anzi vogliono strumentalizzare le mie parole per seminare zizzania fra papa Francesco e il suo predecessore. Basta prendere atto del mio chiarimento e si capisce o non si vuole capire… Per evitare qualsiasi fraintendimento, ho tolto quelle frasi dalle pubblicazioni successive».

Il 28 febbraio 2021 Benedetto XVI ha rilasciato una breve intervista al Corriere della Sera nella quale è tornato sull’argomento dimissioni, reprimendo «alcuni miei amici un po’ “fanatici” sono ancora arrabbiati, non hanno voluto accettare la mia scelta». Con essa ha voluto anche puntualizzare che «non ci sono due Papi. Il Papa è uno solo…». L’intervistatore descrive così il momento: «La sua precisazione sull’unicità del Papato è scontata per lui ma non per alcuni settori del cattolicesimo conservatore più irriducibile nell’ostilità a Francesco. Per questo, ribadisce che “il Papa è uno solo” battendo debolmente il palmo della mano sul bracciolo: come se volesse dare alle parole la forza di un’affermazione definitiva». Incredibilmente il giornalista Antonio Socci, che da anni fantastica sull’invalidità dell’elezione di Francesco e sul mantenimento di Benedetto XVI a capo della Chiesa, ha avuto il coraggio di commentare: «Quello del “Corriere” sarebbe stato uno scoop se Joseph Ratzinger, oltre a ripetere “il papa è uno”, avesse anche fatto il suo nome. Ciò che tanti sostenitori di Bergoglio, da otto anni, vorrebbero sentir dire a Benedetto XVI è questa semplice frasetta: c’è un solo papa ed è Francesco, mentre io non sono più papa e non ho più nulla a che veder col papato. Ma questa frase Benedetto XVI non l’ha detta al “Corriere” né ad altri in questi otto anni». Gli interventi di Ratzinger raccolti in questo dossier mostrano la falsità del commento di Socci e la sua ideologica strumentalizzazione del Papa emerito.

Il 01 settembre 2020 appare il libro “Papa Francesco. Benedetto XVI Papa emerito. Una sola Chiesa” (Rizzoli 2020) che mette a confronto Bergoglio e il Pontefice emerito e le rispettive peculiarità degli stili teologici e pastorali e la diversità dei linguaggi comunicativi, evidenziando la continuità del magistero, la comunanza d’affetto e la consonanza spirituale che li lega. Il libro è stato presentato dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin.

Il 05 maggio 2020 è stata pubblicata un’intervista di Peter Seewald a Benedetto XVI datata 12/11/18, nella quale il Papa emerito denuncia che sia in atto una “propaganda psicologica” per silenziare la sua voce, riferendosi probabilmente alle critiche ricevute per un suo saggio sul rapporto con l’ebraismo, quando scrisse che verso gli ebrei non vi deve essere un atteggiamento di “missione” ma di “dialogo”. Nell’intervista accenna anche al rapporto con Papa Francesco, precisando che l’amicizia con lui è «cresciuta». Non ci sono due Pontefici, «io sono come un vescovo in pensione», dice. L’attenzione «calorosa» di Francesco gli ha permesso di mettere in pratica il ruolo, complesso oltre che inedito, di Papa emerito e «al tempo stesso» aggiunge, c’è «un legame spirituale che non può essere cancellato».

Il 29 aprile 2020 sono stati confermati per altri 5 anni i membri del CdA del Comitato scientifico della Fondazione Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Presidente del CdA è rimasto padre Federico Lombardi, uno degli stretti collaboratori di Papa Francesco e più volte intervenuto per difendere il suo pensiero dagli attacchi dei tradizionalisti.

Il 01 aprile 2019 il Papa emerito Benedetto XVI ha pubblicato un contributo in occasione del raduno in Vaticano dei presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo per la crisi della pedofilia. «A seguito di contatti con il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e con lo stesso Santo Padre», ha premesso Ratzinger, «ritengo giusto pubblicare su “Klerusblatt” il testo così concepito». Alla fine della sua riflessione, ha invece concluso in questo modo: «Alla fine delle mie riflessioni vorrei ringraziare Papa Francesco per tutto quello che fa per mostrarci di continuo la luce di Dio che anche oggi non è tramontata. Grazie, Santo Padre!».

Il 13 marzo 2018 il filosofo cattolico Massimo Borghesi, docente all’Università di Perugia, ha commentato il giudizio di Benedetto XVI nei confronti di Papa Francesco, contenuto nella lettera inviata a mons. Dario Edoardo Viganò in occasione della presentazione della collana “La Teologia di Papa Francesco”, edita dalla Libreria Editrice Vaticana (Lev): «Mai Benedetto XVI si era spinto così avanti in un giudizio di merito sulla figura del suo successore Francesco. Si tratta di una valutazione di grande significato. In altre occasioni Benedetto aveva espresso pubblicamente la sua stima e la sua sintonia con Francesco. Già allora la continuità manifesta mirava a sconfessare quanti, dentro la Chiesa, tentavano di mettere in contrapposizione papa Wojtyla, e lui stesso, con il nuovo Pontefice. Una linea che ha visto il tradizionalismo cattolico superare di gran lunga il Rubicone con accuse fuori da ogni misura ed intelligenza. Ora, con la sua lettera indirizzata a Viganò, Benedetto torna, come più chiaramente non si potrebbe, a dare un sostegno pubblico al suo successore. A fronte delle accuse, diffuse nei circoli dei denigratori di Bergoglio, per cui il Papa “argentino” non avrebbe una preparazione intellettuale adeguata, il Papa emerito sconfessa radicalmente questa posizione dichiarando che “Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica”. E’ una fortuna che Benedetto abbia potuto far sentire ancora la sua voce. La sua autorità, morale-ecclesiale-teologica, non può essere contestata da nessuna forma di “dubia”. Per questo il suo appoggio a Francesco, privo di calcoli, ha un valore simbolico enorme. Dopo la lettera Viganò sarà difficile, per i detrattori del Papa, utilizzare i precedenti pontificati contro quello presente. Le differenze riguardano lo stile, non la dottrina. Coloro che hanno costruito la loro fortuna editoriale e giornalistica sull’antitesi tra Benedetto e Francesco, causando un profondo disorientamento, hanno materia su cui riflettere. Una cosa è certa: le costruzioni ideologiche saltano e l’aria, dentro la Chiesa, può divenire più tersa».

Il 12 marzo 2018 la sala stampa del Vaticano ha reso nota una lettera di Benedetto XVI inviata al Prefetto della Segreteria per la comunicazione Dario Edoardo Viganò durante la presentazione della collana “La Teologia di Papa Francesco”, edita dalla Libreria Editrice Vaticana (Lev). «Plaudo a questa iniziativa – scrive Benedetto XVI – che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi. I piccoli volumi – aggiunge Benedetto XVI – mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento». La lettera di Ratzinger si conclude con un ultimo capoverso che è stato reso noto da Sandro Magister. «Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica – risponde il Papa emerito, al quale era stata evidentemente richiesto un intervento in quel senso – perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti». Questa frase è stata interamente letta da monsignor Viganò, ma non era presente nel comunicato della Sala Stampa vaticana. Nell’immagine diffusa dalla Segreteria per la comunicazion sono leggibili i primi paragrafi, ma sono state volutamente sfuocate le ultime due righe della prima facciata, che introducono l’ultimo passaggio scritto da Ratzinger. Gli antipapisti -in particolare Riccardo Cascioli- si sono scatenati accusando mons. Viganò di aver censurato Ratzinger, censurando però loro stessi le chiare parole di Benedetto XVI a favore della continuità con Francesco. Successivamente è emerso che Benedetto XVI si è negato dal recensire i volumetti in quanto due autori di essi sono teologi che si erano fortemente opposti al suo pontificato e tale risposta sarebbe dovuta essere rimasta riservata. «Le polemiche sui testi omessi della lettera del Papa emerito rischiano di trasformare in un boomerang l’effetto che si voleva ottenere con la divulgazione delle parti pubblicate», ha concluso Andrea Tornielli. «Al di là dei tecnicismi», ha riportato Paolo Rodari, «resta evidente la sostanza: le parole di Ratzinger sono durissime nei confronti di chi accusa il suo successore di pochezza teologica. E non a caso stanno scatenando reazioni altrettanto dure».

L’10 febbraio 2017 padre Federico Lombardi, ex direttore della Sala stampa vaticana sotto a Benedetto XVI e attuale presidente della Fondazione Ratzinger, ha testimoniato la fratellanza del rapporto tra Francesco e Benedetto XVI, avendo avuto modo di visitare quest’ultimo proprio nei mesi precedenti: «L’ho trovato perfetto dal punto di vista della lucidità, della presenza spirituale, mentale, e quindi è un vero piacere stare con lui», seppur le forze fisiche diminuiscano con la vecchiaia. «Credo che sia veramente molto bello avere il Papa emerito che prega per la Chiesa, per il suo successore. È una presenza che noi sentiamo, sappiamo che egli c’è e anche se non lo vediamo spesso, quando lo vediamo siamo tutti molti contenti perché gli vogliamo bene». Ha parlato di una «discreta e serena vicinanza spirituale al suo successore che sente certamente – come ci ha detto molto volte – anche il sostegno di questa presenza e di questa preghiera e che coltiva questo rapporto, a volte con delle visite, a volte con delle chiamate telefoniche, certamente con molti segni di familiarità, di rispetto e di attesa del sostegno spirituale. Quindi sì, stiamo vivendo questa realtà inedita, ma è bella, è consolante; direi che tutte le volte che vediamo delle immagini di Papa Francesco e il suo predecessore insieme, è una grande gioia per tutti ed è un bell’esempio di unione nella Chiesa, nella varietà delle condizioni».

Il 27 dicembre 2017 il Papa emerito Benedetto XVI ha scritto in occasione del compleanno del card. Gerhard Ludwig Müller: «ha difeso le chiare tradizioni della fede, ma nello spirito di papa Francesco», cercando «di capire come possano essere vissute oggi».

L’17 settembre 2016 il biografo tedesco di Benedetto XVI, Peter Seewald, ha spiegato il rapporto tra Benedetto XVI e Francesco: «Penso che fra loro due esista una prossimità personale. Nel libro, Ratzinger sulla domanda se lui ha problemi con lo stile di Francesco, mi risponde: “No, al contrario. Credo che ciò sia buono”. Ricordo che Francesco ha chiamato Benedetto grande dottore della Chiesa, il cui spirito “si manifesta sempre più grande e più potente di generazione in generazione”. Si vedono in diverse occasioni. Si scrivono lettere, scambiano idee. Benedetto parla serenamente sulle differenze di temperamento fra di loro. Potrebbe esserci qualche differenza su ciò che fa il suo successore, ma a lui piace la vitalità che Francesco dà (alla Chiesa) ogni giorno. Lo possono vedere tutti»

L’11 settembre 2016 il vaticanista Aldo Maria Valli, celebrato da diversi tradizionalisti in quanto autore di alcune perplessità su dichiarazioni pubbliche di Francesco, ha scritto: «quanto al giudizio di Benedetto sulla linea Bergoglio, sono certo che Ratzinger la pensa esattamente così. Quando afferma di apprezzare l’apertura e la disponibilità di Francesco verso le persone, è del tutto sincero». E ancora: «A un certo punto, con la solita schiettezza, Benedetto non rinuncia a mettere in guardia Francesco (quando dice che se un papa riceve troppi applausi c’è qualcosa che non funziona), ma ciò non toglie che veda davvero in Bergoglio il pontefice giusto per questa fase storica della Chiesa».

Nel settembre 2016 è stato pubblicato il libro Ultime conversazioni (Garzanti 2016) in cui Benedetto XVI ha espresso stima per Francesco: «Il modo in cui ha pregato per me, il momento di raccoglimento, poi la cordialità con cui ha salutato le persone tanto che la scintilla è, per così dire, scoccata immediatamente» (p. 39). E ancora: «È certo anche un papa che riflette, uno che medita sulle questioni attuali. Che non viva nel palazzo apostolico bensì a Santa Marta, dipende dal fatto che vuole sempre essere circondato dalla gente. Direi che questo si può ottenere anche su [nel palazzo apostolico, n.d.r.], ma è una scelta che mostra un nuovo stile. Forse io non sono stato abbastanza in mezzo agli altri, effettivamente. Ognuno deve avere il proprio temperamento. Ma trovo positivo che sia così diretto con gli altri. Mi chiedo naturalmente quanto potrà andare avanti. Per stringere ogni mercoledì duecento mani o più e via dicendo ci vuole molta forza. Ma questo lasciamolo al buon Dio» (p. 42). Sempre restando sul diverso temperamento, «ognuno ha il proprio carisma. Francesco è l’uomo della riforma pratica. È stato a lungo arcivescovo, conosce il mestiere, è stato superiore dei gesuiti e ha anche l’animo per mettere mano ad azioni di carattere organizzativo. Io sapevo che questo non è il mio punto di forza. La verità è che non potevo intraprendere nessun tipo di operazione di carattere organizzativo a lungo termine. Ma ero anche del parere che non fosse il momento di farlo […]. Quando un papa inizia il suo pontificato a settantotto anni, non dovrebbe aspirare a grandi cambiamenti in una prospettiva a lungo termine, che egli stesso non sarebbe in grado di sostenere.» (p. 172, 173, 195). Ha anche condiviso l’intento di Francesco di decentralizzare la Chiesa: «Anch’io ho sempre desiderato che le Chiese locali siano il più possibile autonome e vitali, senza bisogno di assistenza da parte di Roma» (p. 43). Sbaglia anche chi parla di “rottura” tra i due pontificati: «Naturalmente si possono fraintendere alcuni punti per poi dire che adesso le cose vanno in modo del tutto diverso. Se si prendono singoli episodi e li si isolano, si possono costruire contrapposizioni, ma ciò non accade quando si considera tutto l’insieme. Forse si pone l’accento su altri aspetti, ma non c’è alcuna contrapposizione» (p. 44). La soddisfazione per Francesco è piena, con lui «c’è una nuova freschezza in seno alla Chiesa, una nuova allegria, un nuovo carisma che si rivolge agli uomini, è già una bella cosa» (p. 44).

Il 24 agosto 2016 è stata pubblicata un’intervista di Elio Guerriero a Benedetto XVI, il quale ha dichiarato: «L’obbedienza al mio successore non è mai stata in discussione. Ma poi vi è il sentimento di comunione profonda e di amicizia. Al momento della sua elezione io provai, come tanti, uno spontaneo sentimento di gratitudine verso la Provvidenza. Dopo due pontefici provenienti dall’Europa Centrale, il Signore volgeva per così dire lo sguardo alla Chiesa universale e ci invitava a una comunione più estesa, più cattolica. Personalmente io rimasi profondamente toccato fin dal primo momento dalla straordinaria disponibilità umana di papa Francesco nei miei confronti. Subito dopo la sua elezione cercò di raggiungermi al telefono. Non essendo riuscito questo tentativo, mi telefonò ancora una volta subito dopo l’incontro con la Chiesa universale dal balcone di san Pietro e mi parlò con grande cordialità. Da allora mi ha fatto dono di un rapporto meravigliosamente paterno-fraterno. Spesso mi giungono quassù piccoli doni, lettere scritte personalmente. Prima di intraprendere grandi viaggi, il Papa non manca mai dal farmi visita. La benevolenza umana con la quale mi tratta, è per me una grazia particolare di quest’ultima fase della mia vita della quale posso solamente essere grato. Quello che dice della disponibilità verso gli altri uomini, non sono solamente parole. La mette in pratica con me. Che il Signore gli faccia a sua volta sentire ogni giorno la sua benevolenza. Per questo prego il Signore per lui».

Il 28 giugno 2016 Benedetto XVI, nel suo primo discorso pubblico dopo la rinuncia del soglio pontificio, si è rivolto con queste parole al suo successore Francesco: «Grazie soprattutto a lei, Santo Padre! La sua bontà, dal primo momento dell’elezione, in ogni momento della mia vita qui, mi colpisce, mi porta realmente, interiormente. Più che nei Giardini Vaticani, con la loro bellezza, la sua bontà è il luogo dove abito: mi sento protetto. Grazie anche della parola di ringraziamento, di tutto. E speriamo che lei potrà andare avanti con noi tutti su questa via della Misericordia Divina, mostrando la strada di Gesù, verso Gesù, verso Dio».

Il 01 giugno 2016, padre Federico Lombardi, portavoce di Papa Francesco, suo difensore in molte circostanze e per questo preso spesso di mira dagli “anti-bergogliani”, è stato nominato presidente della Fondazione Ratzinger. E’ stato un fedele collaboratore anche di Benedetto XVI per lunghi anni.

Il 23 marzo 2016 il segretario personale di Benedetto XVI, monsignor Georg Gänswein, ha parlato nuovamente di Benedetto XVI e di Papa Francesco: «Sono diversi nei loro caratteri, nelle personalità e anche nel modo di comunicare e di relazionarsi. Per me, vivere con papa Francesco è uno stimolo: lui cerca il contatto diretto, persino fisico, accarezza e si lascia accarezzare, superando così le distanze personali. Papa Benedetto, invece, è più riservato: accarezza con le parole, piuttosto che con gli abbracci. Sono due personalità differenti, ma la cosa più importante è che sono entrambi autentici, non cercano di “copiare” nessuno».

Il 14 dicembre 2015 il card. Camillo Ruini ha detto in un’intervista a proposito di presunte contrapposizioni tra vescovi conservatori e il Papa: «Le contrapposizioni non fanno bene, specialmente all’interno della Chiesa. Quella tra Papa e vescovi è però una leggenda metropolitana». Ha quindi respinto l’opinione secondo cui se si rifacesse il Conclave Francesco non verrebbe rieletto: «E’ un’opinione che lascio volentieri» a chi la promuove. «Il valore di Papa Benedetto XVI e del suo pontificato emergerà sempre di più, nel tempo. I rapporti tra lui e papa Francesco dimostrano quanto sia sbagliato contrapporli».

Il 16 marzo 2016 sui quotidiani è comparsa un’intervista a Benedetto XVI realizzata dal gesuita belga Jacques Servais. Dopo ever apprezzato il fatto che il tema della misericordia è sempre più centrale nella Chiesa, a partire da Suor Faustina e da Giovanni Paolo II, il Papa emerito ha aggiunto che «la misericordia è l’unica vera e ultima reazione efficace contro la potenza del male. Solo là dove c’è misericordia finisce la crudeltà, finiscono il male e la violenza. Papa Francesco si trova del tutto in accordo con questa linea. La sua pratica pastorale si esprime proprio nel fatto che egli ci parla continuamente della misericordia di Dio. È la misericordia quello che ci muove verso Dio, mentre la giustizia ci spaventa al suo cospetto». Una profonda convergenza di vedute sul tema centrale del pontificato di Francesco, la misericordia, come abbiamo sottolineato.

Il 14 aprile 2015 mons. Georg Gänswein, segretario personale di Ratzinger, è intervenuto in un’intervista al programma televisivo “La strada dei miracoli”, affermando: «L’ultima volta Francesco ha fatto visita al Papa Emerito durante la Settimana Santa, il martedì. Loro quando s’incontrano stanno sempre a quattr’occhi. Posso immaginare che anche su questo argomento, se Francesco parla di Benedetto come di un nonno saggio, a un nonno saggio avrà chiesto qualche consiglio!».

Il 17 marzo 2015 mons. Georg Gänswein, segretario personale di Ratzinger, è intervenuto ancora affermando: «Con l’annuncio dell’Anno santo straordinario, Papa Francesco ha dato un’altra prova della sua capacità di sorprendere. Papa Francesco è una persona autentica: è come appare a chi lo guarda da lontano o in tv. C’è chi magari non ha la sua stessa visione, ma non si può dire che Papa Francesco sia ostacolato o contrastato. L’atteggiamento accogliente di Papa Francesco verso Benedetto XVI è stato, ed è, esemplare. Tra i due c’è davvero un rapporto molto cordiale e rispettoso».

Il 15 febbraio 2015 mons. Georg Gänswein, segretario personale di Ratzinger, è intervenuto in un’intervista rispondendo al complottismo dilangante sulle dimissioni di Benedetto XVI, rilanciato in Italia da Antonio Socci: «Benedetto stesso ha detto di aver preso la sua decisione in modo libero, senza alcuna pressione. E ha assicurato “reverenza e obbedienza” al nuovo Papa. Benedetto XVI è convinto che la decisione presa e comunicata sia quella giusta. Non ne dubita. È serenissimo e certo di questo: la sua decisione era necessaria, presa “dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio”. La consapevolezza che le forze del corpo e dell’animo venivano meno, di dover guardare non alla propria persona ma al bene della Chiesa. Le ragioni sono nella sua declaratio. La Chiesa ha bisogno di un timoniere forte. Tutte le altre considerazioni e ipotesi sono sbagliate». Perché si dubita della validità dell’elezione di Papa Francesco, è forse mancanza di senso della Chiesa?, ha chiesto l’intervistatore. «Sì, i dubbi sulla rinuncia e l’elezione nascono da questo», ha risposto mons. Georg. «Non si possono fondare ipotesi su cose che non sono vere, totalmente assurde. Benedetto e Francesco sono diversi, talvolta molto diversi, i modi di espressione. Ma li accomuna la sostanza, il contenuto, il depositum fidei da annunciare, da promuovere e da difendere».

Il 23 gennaio 2015 mons. Georg Gänswein, segretario personale di Ratzinger, ha criticato i tentativi di opporre Francesco a Benedetto XVI: «Come contrasto si costruisce una opposizione che non esiste. Non conosco dichiarazioni dottrinali di Francesco che siano contrarie a quelle del suo predecessore. Questo sarebbe assurdo […]. Non ci stati circoli tradizionalisti che hanno fatto questo tentativo, eccetto i rappresentanti dell’Alleanza teologica e alcuni giornalisti. Parlare di un antipapa è semplicemente sciocco, e allo stesso tempo irresponsabile. Va nella direzione di provocare un incendio nel dibattito teologico».

Il 24 gennaio 2014 il teologo Hans Küng ha citato una lettera inviatagli da Benedetto XVI (datata 24 gennaio 2014) in cui il Papa emerito ha scritto: «Io sono grato di poter essere legato da una grande identità di vedute e da un’amicizia di cuore a Papa Francesco. Io oggi vedo come mio unico e ultimo compito sostenere il suo Pontificato nella preghiere». Il 18 febbraio 2014 Benedetto XVI ha confermato la lettera rispondendo al giornalista Andrea Tornielli: «Il prof. Küng ha citato letteralmente e correttamente le parole della mia lettera indirizzata a lui».

Il 16 marzo 2014 è emerso il racconto di mons. Georg Ganswein, prefetto della Casa Pontifica e segretario di Benedetto XVI, sul fatto che Papa Francesco, prima di mandare alle stampe la sua intervista per “La Civiltà Cattolica” l’aveva sottoposta per una verifica a Benedetto XVI: «Quando padre Spadaro ha consegnato la prima copia di questa intervista papa Francesco me l’ha data e mi ha detto: “Adesso la porti a Benedetto. Vede, la prima pagina dopo l’indice è vuota. Qui papa Benedetto dovrebbe scrivere le sue critiche che gli vengono in mente durante la lettura e poi riportamelo o rimandamelo». Benedetto ha risposto con quattro pagine di suggerimenti. Mons. Georg ha anche spiegato che lo scambio tra i due è di vario tipo e avviene anche per telefono.

Il 25 febbraio 2014 il segretario personale di Benedetto XVI, mons. Georg Ganswein, in un’intervista per il Washington Post ha detto: «La stima di Benedetto [per Papa Francesco] è molto alta ed è aumentata per il coraggio del nuovo papa, settimana dopo settimana. All’inizio, non si conoscevano molto bene. Ma poi Papa Francesco gli ha telefonato, gli ha scritto, si reca a trovarlo e lo ha invitato [a riunioni private], in modo che il loro contatto è diventato molto personale e riservato». Ha anche aggiunto: «Il Papa emerito Benedetto è ben consapevole della fama del suo successore, ma lui non è geloso perché vede che la celebrità come un aiuto ai fedeli».

Il 17 marzo 2013 il quotidiano Telegraph ha ripreso una vecchia notizia affermando che «papa Francesco è andato vicino a perdere la sua posizione all’interno della Chiesa cattolica, dopo aver criticato il suo predecessore sette anni fa». Ci si riferisce ad una presunta opposizione tra l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, e Papa Benedetto, sul famoso discorso a Ratisbona. Bergoglio, scrive il quotidiano, «parlando attraverso un suo portavoce» avrebbe detto: «La dichiarazione di Papa Benedetto non riflette le mie opinioni, Queste dichiarazioni serviranno per distruggere in 20 secondi l’attenta costruzione di un rapporto con l’Islam, che Papa Giovanni Paolo II ha costruito nel corso degli ultimi venti anni». La notizia è stata poi ripresa da altri siti web e quotidiani, come ha fatto in Italia Libero il 22/08/14. Proprio nella stessa data però il vaticanista Andrea Tornielli ha smontato la notizia falsa, scrivendo: «I fatti sono questi: padre Guillermo Marcó, giornalista, incaricato dei rapporti con la stampa dell’arcidiocesi di Buenos Aires, nel 2006, dopo il discorso di Benedetto XVI a Ratisbona, si fece intervistare da “Newsweek” (nella sua versione in lingua spagnola), criticando Ratzinger: disse di non sentirsi rappresentato da quelle parole sull’islam, affermò di ritenere quello di Ratisbona un passo indietro rispetto all’atteggiamento di Giovanni Paolo II. L’intervista fece ovviamente scalpore, anche in Vaticano. Marcó spiegò di aver rilasciato l’intervista non in quanto incaricato dei media della diocesi, ma come presidente dell’Istituto per il dialogo interreligioso. Leggendola appare del tutto evidente che il sacerdote parlava a titolo personale (“quelle parole non MI rappresentano”), senza alcun mandato della diocesi né tantomeno dell’allora arcivescovo di Buenos Aires. Ciononostante, visto il comprensibile imbarazzo che quell’intervista – e anche altre dichiarazioni – avevano provocato, padre Marcó, venne rimosso dal suo incarico di responsabile dei rapporti con la stampa, per volere del cardinale Bergoglio, e destinato altrove. Una circostanza che quanti hanno scovato e rilanciato la presunta notizia si guardano dal raccontare, perché rovinerebbe questa nuova pretestuosa accusa. Attribuire al futuro Papa le parole di Marcó, per contrapporlo a Benedetto XVI è dunque un’operazione propagandistica».

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89 commenti

  • ça suffit ha detto:

    ça suffit

  • giuseppina ha detto:

    …dal Vangelo di Giovanni 15:

    ” […]se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. ”
    E’ dunque di fede che credere al Papa è credere in Dio stesso che lo ha messo sul trono. Dunque credere in Benedetto è un atto di fede in Dio, di fiducia nel suo operato e che le sue decisioni che non possono tradire la Chiesa.

    Questo non è un Blog di pecore iscritte al C.R.E.P.A. ma di persone amanti della verità, peraltro stanche del premeditato martellamento su argomenti risibili che impongono un plagio sub limen. R.S. con fede ha scritto un articolo (e poi un bel commento) mettendo in evidenza Ratzinger, uomo, teologo e dottore della chiesa, grande Papa, ma il resto è una sfilza di citazioni “pro domo sua”, non hanno valore argomentativo e trattano i lettori come pecore che devono bersi ogni artificio verbale: l’articolo ci ricorda la propaganda fascista che decantava le qualità del Duce, bello, forte, e intelligente (ma Bergoglio lo avete mai visto? Lo avete sentito parlare? “Fratelli tutti” la avete mai letta?).
    Tutto l’articolo è quasi propaganda di regime. Tutti i dittatori si fanno vedere illustri, magnanimi e saggi, ma sono e rimangono usurpatori del potere legittimo, aguzzini e spesso assassini, ma solo finchè sono vivi con i piedi in basso.

    L’articolo non analizza elementi univoci e fatti, cioe ciò che stabilirebbe la illeggittimità di Bergoglio (la Declaratio o il codice canonico o le violazioni della UDG), ma si perde dietro fatterelli, dichiarazioni unilaterali, dichiarazioni di comodo senza addentellato giuridico o assurdamente citano un titolo onorifico desumendo in esso una ipotetica validazione papale, intenzione mai espressa. Chiacchiere che nulla rivelano in ordine ad una valida abdicazione o una valida elezione. Cose irrilevanti per deviare l’attenzione da ciò che è rilevante? Ma questo modo di fare inganna e devìa chi legge e vuole capire!
    Non occorre impugnare l’articolo è già insulso ex se perchè tende a difendere un falso papa, dunque indifendibile.
    Benedetto sapeva che i lupi lo avrebbero assalito, che la loro intelligenza malvagia e astuzia sarebbero state violente: ma che abisso di valore umano tra un vero papa, animo profondissimo, mite amante di Dio che viene sostituito non da un lupo intelligente ma da un cane bastardo, un burattino dei lupi. Bergoglio ha avuto una istruzione teologica profonda e santi insegnanti ma cosa ne è rimasto nel suo cervello incontinente se è oggi è dimentico del Vangelo? Ci si è dimenticati quello che ha combinato in 11 anni ad ogni verità di fede? E qui si afferma che Benedetto, invece solo rispettoso dell’essenza umana del suo Caino, gli riconoscesse autorità e signoria. Quale ipocrisia c’è nel chiamare “signor tal dei tali” chi poi sarà condannato per stupro o uccisione? Chi può ergersi giudice divino dei propri simili?

    Che inutile discussionte poco sapiente su un appellativo onorifico meglio denominato “trattamento d’onore” (derivato da “santo”: santo padre, santità) che persino un Papa pronuncia oltre che per rispetto, per opportunità colloquiali o diplomatiche vs. i patriarchi di altre chiese (ad. es. Copta) o  governanti o del Patriarcato di Costantinopoli. Persino al Dalai Lama il protocollo prevede chiamarlo Sua Santità. Nel caso di Bergoglio, Benedetto ha visto in lui il capo di una chiesa scismatica, niente di più e di più vero.

    Ma analizziamo la pubblicità di regime: l’articolo critico del “partito al governo” cita il giorn. Valli ma stranamente dimentica il giorn. Cionci. E questo non è corretto, perchè non citando le sue obiezioni si dimostra che queste risultano scomode e veraci.  Poi m.Gaenswein, che è proposto come il fedelissimo di Benedetto, ci porta piuttosto a pensare fosse un elemento a doppio servizio che, al meglio e come può, tiene il piede in due staffe. Sembra non ci sappia fare, si contraddice come un neofita dell’inganno serve Bergoglio e fa finta di servire Benedetto: un debole non all’altezza dei Gesuiti.
    Ma i fatti non bisogna dimenticarli: infatti se estraiamo dall’Espressonline (Gr. Edit. L’Espresso spa) del 17.06.2016 le parole dette da mons.Gaenswein, il 20 maggio 2016 nella Pontificia Università Gregoriana sono:
          “Benedetto non ha affatto abbandonato l’ufficio di Pietro”, anzi, ne ha fatto “un ministero allargato, con un membro attivo e un membro contemplativo”, in “una dimensione collegiale e sinodale, quasi un ministero in comune”[…] “una sorta di stato d’eccezione voluto dal Cielo”, come l’ha definito lo stesso Gänswein, dopo un pontificato anch’esso “d’eccezione”, un “Ausnahmepontifikat”

    È chiaro che tutte le altre cose (contrarie) che dirà poi mons. Gaenswein perdsno valore e diventino poco veritiere come imboccategli dall’alto, una commedia.
    Scoperte le menzogne, il mentitore sarebbe Benedetto o piuttosto il “fedele” segretario?
    Ora che Valli si sia rimangiato tutto è vero, come è vero che ha famiglia. Pure m. Gaenswein così giovine, oltre i parenti in Germania, ha pure tanta carriera davanti e così… le idee cambiano all’improvviso!

    In definitiva possiamo concludere che non siamo autorizzati a fare il processo al cuore (come l’amico R.S. ci ha ricordato) grande, umile e sottomesso al Cristo di Benedetto XVI, ultimo vero Papa, un martire che ha vinto con la mitezza dell’Agnello la violenza fisica e morale che ha subito dai lupi.

    • luciano ha detto:

      E’ dunque di fede che credere al Papa è credere in Dio stesso che lo ha messo sul trono.

      Non mi sembra che ció sia presente nel Credo.
      Di tante stramberie lette qui quasta é una delle piú gravi.

      • Sara ha detto:

        Luciano, studi meglio il vangelo e l’ultima parte del Credo prima di dire eresie:

        Pio XII – Mystici Corporis Christi:
        “Il divin Redentore GOVERNA il SUO CORPO MISTICO ANCHE IN MODO VISIBILE E ORDINARIO MEDIANTE IL SUO VICARIO IN TERRA.
        […]
        Né a scalfire siffatta verità si può asserire che, per un PRIMATO DI GIURISDIZIONE costituito nella Chiesa, un tale corpo mistico sia stato provveduto di un DUPLICE CAPO.

        Pietro infatti, in forza del primato, non è altro che il Vicario di Cristo, e in tal guisa si ha di questo Corpo un solo Capo principale, cioè CRISTO, IL QUALE, pur continuando a governare in modo arcano la Chiesa direttamente da sé, VISIBILMENTE PERÒ LA DIRIGE ATTRAVERSO COLUI CHE RAPPRESENTA LA SUA PERSONA, poiché, dopo la sua gloriosa ascensione in cielo, non la lasciò edificata soltanto in sé, ma anche in PIETRO, QUALE FONDAMENTO VISIBILE.

        ◾Che CRISTO E IL SUO VICARIO COSTITUISCONO UN SOLO CAPO, lo spiegò solennemente il Nostro Predecessore Bonifazio VIII d’immortale memoria con la sua Lettera Apostolica “Unam Sanctam” (cfr. Corp. Iur. Can., Extr. comm. I, 8, 1), e la medesima dottrina non cessarono mai di ribadire i suoi Successori.

        Si trovano quindi in un pericoloso ERRORE COLORO I QUALI RITENGONO DI POTER ADERIRE A CRISTO, CAPO DELLA CHIESA, PUR NON ADERENDO FEDELMENTE AL SUO VICARIO IN TERRA.
        (che non può essere l’eretico impostore)

        ◾ Sottratto infatti questo visibile Capo e spezzati i visibili vincoli dell’unità, essi oscurano e deformano talmente il corpo mistico del Redentore, da NON POTERSI PIÙ NÉ SCORGERE NÉ RAGGIUNGERE IL PORTO DELLA SALUTE ETERNA.

        https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_29061943_mystici-corporis-christi.html

        …. “la veste senza cuciture” del Signore, non fu tagliata, ma data in sorte.
        Perciò in questa unica e sola Chiesa ci sono un solo corpo ed una sola testa, NON DUE, COME SE FOSSE UN MOSTRO, CIOÈ CRISTO E PIETRO […].

        SE PERCIÒ I GRECI OD ALTRI AFFERMANO DI NON ESSERE STATI AFFIDATI A PIETRO E AI SUOI SUCCESSORI, ESSI CONFESSANO DI CONSEGUENZA DI NON ESSERE DEL GREGGE DI CRISTO, perché il Signore dice in Giovanni che c’è UN SOLO OVILE, UN SOLO E UNICO PASTORE.

        […] IL POTERE SPIRITUALE ha il compito di istituire il potere terreno e, se non si dimostrasse buono, di giudicarlo. Così si avvera la profezia di Geremia riguardo la Chiesa e il potere della Chiesa: “Ecco, oggi Io ti ho posto sopra le nazioni e sopra i regni”.

        […] Se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello spirituale; se il potere spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato dal SUPERIORE; ma se erra il SUPREMO POTERE SPIRITUALE, questo potrà essere giudicato solamente da Dio e non dagli uomini;
        del che fa testimonianza l’Apostolo: “L’UOMO SPIRITUALE GIUDICA TUTTE LE COSE; MA EGLI STESSO NON È GIUDICATO DA ALCUN UOMO”, perché questa AUTORITÀ, (di Pietro) benché data agli uomini ed esercitata dagli uomini, NON È UMANA, MA SENZ’ALTRO DIVINA, ESSENDO STATA DATA A PIETRO PER BOCCA DI DIO e resa inconcussa come ROCCIA PER LUI ED I SUOI SUCCESSORI, IN COLUI CHE EGLI CONFESSÒ, poiché il Signore disse allo stesso PIETRO: “Qualunque cosa tu legherai…”.

        Perciò CHIUNQUE SI OPPONE A QUESTO POTERE ISTITUITO DA DIO, SI OPPONE AI COMANDI DI DIO, a meno che non pretenda, come i MANICHEI, che ci sono DUE PRINCIPI;
        il che noi affermiamo FALSO ed ERETICO, poiché (come dice Mosè non nei principi, ma “nel principio” Dio creò il cielo e la terra.
        Quindi noi DICHIARIAMO, STABILIAMO, DEFINIAMO ED AFFERMIAMO CHE È ASSOLUTAMENTE NECESSARIO PER LA SALVEZZA DI OGNI CREATURA UMANA CHE ESSA SIA SOTTOMESSA AL PONTEFICE DI ROMA.

        Bonifacio VIII – Data in Laterano, nell’ottavo anno del nostro Pontificato, il 18 novembre 1302

        • luciano ha detto:

          In fatto di eresie, da Lei ho solo da imparare.
          Chi allontana le persone dai sacramenti é strumento di divsione e non di unitá.

          • La Signora di tutti i popoli ha detto:

            Caelos non penetrato ratio, quam canis orat. Ma stia tranquillo per le prossime sciocchezze e malignità: nessuno la caccia, si sfoghi pure, la vergogna è morta!

          • Sara ha detto:

            Luciano, lei ha ragione quando dice che chi allontana le persone dai sacramenti é strumento di divIsione e non di unitá.
            Ma allora, perché lei allontana i fedeli dai Sacramenti VALIDI, considerando eresie le grandi VERITÀ del Magistero infallibile ribadite dai papi S GPII, BXVI, PIO IV, BXIV sulla messa invalida e ILLECITA una cum. l’antipapa eretico?

            Inoltre, non si rende conto che chi partecipa a tali messe partecipa al SACRILEGIO del sacerdote che profana il S Sacrificio di Cristo citando il nome dell’eretico nel momento più solenne ?

            In realtà, è da almeno tre anni che lancio continui e accordati appelli ai Sacerdoti. affinché noi fedeli possiamo ricevere Gesù Eucaristia in messe VALIDE cebrate NON più in comunione con l’eretico usurpatore del trono di Pietro. ⬇️

            https://youtu.be/W2OroxyP3Qo?si=7TKTCRmguVe8NsgY

      • giuseppina ha detto:

        È per gente come lei che ragiona (è un eufemismo non si spaventi!) con “mi sembra” e “non mi sembra” che la Chiesa è divenuta una ex-chiesa.
        Tutta la dottrina cristiana e i Sacramenti sono originati dalla Parola oltre quella in epigrafe nel mio commento (Gv.15) ma a lei non è bastato S.Giovanni!
        Tranquillo la colpa della sua immensa e triste ignoranza non è solo sua, si trova in buona compagnia: ci sono tanti preti che sono al suo stesso livello e hanno l’ardire di mettere il Papa tra i loro pari e di nominarlo indegnamente, dimenticando che offendere lui è offendere Cristo e che soprattutto amare lui è saper amare Cristo. Si consoli -come lei- nelle loro parrocchie i catechisti hanno sfornato masse amorfe e ignoranti, irrispettose e impertinenti, senza amore per Dio e per il Papa, senza speranza, senza carità e senza fede.

        Il Credo è una preghiera importante in Quaresima per la preparazione alla S. Pasqua ma che lo dice a fare se non capisce quello che ripete senza pensare?
        Io “Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica” e lei?

      • Il nuovo “credo” ha detto:

        Cattolico: si, no , forse/. Papa: si, no, ni /. Chiesa: Una, nessuna, centomila/. Santa: non tutti, anzi non uno, forse qualcuno/. Cattolica: si, ma luterana, anche anglicana, poco ortodossa, forse eterodossa/. Apostolica: non è detto/. Universale: si mondiale, anzi globale, meglio personale/.

  • Enrico Nippo ha detto:

    La Chiesa è esattamente ciò contro cui Gesù predicò e contro cui insegnò ai suoi discepoli a combattere.
    Friedrich Nietzsche

    E se fosse così? C’è da riflettere. Forse è un’occasione.

    Certo, per le menti duemilannizzate è inconcepibile, anzi scandaloso.

    Eppure, chissà, agli effetti di un inaudito rinnovamento …

    E già: è l’inaudito che non può essere. udito …

    • Stilobate ha detto:

      Però, caro Enrico, sia la Scrittura che la Tradizione insegnano che la Chiesa è stata voluta da Gesù. Per Nietzsche certamente no, ma per un cattolico questo è un punto fermo, non pensi? Che poi all’interno della Chiesa ci siano molte persone (sia tra i chierici sia tra i laici) che commettono errori, anche gravi, questo è cosa certa. D’altronde Gesù la sua e nostra Chiesa l’ha fondata su una “pietra” che all’inizio lo ha rinnegato (anche se poi si è immolata in nome di Gesù).

      • Enrico Nippo ha detto:

        Mi sembra di intravedere nell’osservazione di Nietzsche (da fuori possono vedersi cose che non si vedono da dentro) non tanto un’avversione alla Chiesa in sé, quanto a quel che ne hanno fatto gli uomini.

        Spesso anch’io mi chiedo se per Chiesa, Cristo intendesse e sia soddisfatto di quello che in duemila anni i suoi seguaci hanno messo su, creando giorno per giorno un organismo di potere addirittura protagonista in “questo mondo”.

  • Fabio Betti ha detto:

    Delle due una: o Bergoglio è papa, o non esiste Dio. Se questo apostata eretico satanista si è permesso di SFIDARE Dio con la benedizione alle coppie sodomite (confronta cosa successe a Sodoma e Gomorra nella genesi), ha permesso di concedere la comunione ai divorziati in barba alle parole di Gesù, che sarebbe Dio, (confornta Matteo) facendo cartastraccia di un SACRAMENTO, se ha aperto le porte di San Pietro a degli Idoli si è permesso di pregare insieme a vescovi e cardinali falsi dei (la bibbia è piena di riferimenti a quanto non gradisca Dio l’adorazione di altri idoli, a cominciare dal vitello d’oro) Dio non esiste. Diversamente questa chiesa cattolica non è assistita dallo Sipirito Santo e merita solo il castigo divino, e chi si professa cattolico ed ha i mezzi per defenestrare lui e tutta la lordura della Chiesa lo faccia e lo faccia in fretta. Diversamente questa Chiesa è persa, sono perse le anime che pregano in comunione con uno satanista. Resta loro l’opzione che Dio non esista.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Così, per gioco.

    Immaginiamo il Padreterno che assiste a queste scaramucce interminabili e asfissianti.

    Poi immaginiamo cosa ne potrebbe pensare.

    Forse: “questi so’ fori de testa! Ma de che stanno a cincischia’? Ma che ne sanno de quello che decido io?”.

    🤩🤩🤩

    • Meno male ha detto:

      Meno male che tipacci del genere non hanno più il potere legale di far fuori la gente. Esprimono un fanatismo micidiale!

  • Giovanni ha detto:

    Non male questo giro

  • Mara ha detto:

    Anche su Lifesitenews e Return to Tradition stanno prendendo in considerazione l’ipotesi dell’elezione nulla e invalida dell’argentino poiché non a norma delle leggi della Chiesa. Un americano fa fatica a comprendere le sfumature concettuali della vicenda, però ci stanno arrivando anche loro. Al di là di tutto, in Texas c’è una buona compagine che se ne infischia di quello che dice Bergoglio. Quand’anche venissero scomunicati, se ne infischierebbero in primis perché l’atto sarebbe invalido, in secondo luogo perché da quelle parti i soldi fioccano e quindi non avrebbero problemi al sostentamento da parte dei fedeli.

    • luciano ha detto:

      Guardi che gli americani hanno diffiicoltá a comprendere tutto quallo che é fuori dalgli USA e in Texas tutto quello che é fuori dal Texas

  • Carlino ha detto:

    Ma il video sarà autentico?

    • Marco Tosatti ha detto:

      No, naaturalmente. Era un sosia.

      • Giovanni ha detto:

        ‘Ma il video è autentico’?!? Roba da matti! Ci ha ragione Veniamino: questa gente qua non vuole vedere quello che ha davanti agli occhi. Sono attaccati ai loro pregiudizi e quando un tizio fa uscire un romanzo che conferma quei pregiudizi, potrebbe anche resuscitare B XVI dai morti e sbugiardarli ma loro continuerebbero imperterriti a ripetere la filastrocca. Poveracci. Più che altro fanno una gran pena.

  • Mara ha detto:

    Che viva o non viva Jorge Mario Bergoglio non spetta a nessuno di noi. Dopo di lui ci può essere uno peggio di lui, quindi la speranza che nutrono in molti su un nuovo Pontefice che rimetta le cose a posto è mal riposta. Ci troviamo davanti a una falsa Chiesa in mano a una lobby massonica che vuole distruggere il Cattolicesimo romano. Rimarrà un Piccolo Resto che pervicacemente e con sacrifici farà rifiorire la Sposa di Cristo. Lo disse anche Papa Benedetto XVI.

  • Non per tutti ha detto:

    La goliardia è un’ardua via, diversamente dalla bigotteria.

  • Michela ha detto:

    ma forse tutti questi libri e articoli consigliati ci bonificheranno l’aria e ci libereranno per un po’ da zanzaracce e tafanazzi 🪰

  • Venia(mino) Vigolo ha detto:

    *frigur => frigor

  • Fra Mario ha detto:

    Sempre interessante partecipare a questo dibattito. In questo caso fatico un po’. Riferirsi a Socci e Ganswein e a loro opinioni o testimonianze , significa non poco per noi che li conosciamo . Il primo cambia idea e atteggiamento ad ogni luna nuova ed ad ogni richiamo che riceve dai suoi direttore spirituali . Il secondo è la persona meno credibile che conosco . Soprattutto ora che è disoccupato . Grazie .

  • Enrico Nippo ha detto:

    LUCIS
    15 Marzo 2024 alle 05:28
    Gesù ha coperto la malvagità di Giuda quando era l’ora di morire, Lui, sulla croce, e ha fatto di tutto per tenere aperte le porte del pentimento al traditore.

    MANUELA
    15 Marzo 2024 alle 14:49
    Grazie R.S., bisogna davvero contemplare il mistero del tradimento di Giuda.

    Giuda! Personaggio tragico molto, molto interessante!!!
    Talmente interessante da essere indispensabile all’attuazione della Redenzione.

    Lo stereotipo del “traditore” e “figlio della perdizione” ha fatto il suo tempo?

    • Lucis ha detto:

      Io non intendevo né rivalutare la figura di Giuda, né giustificare Benefetto XVI. Se legge per intero il mio commento lo capisce.

      • Enrico Nippo ha detto:

        MI riferire al suo “tenere aperte le porte del pentimento al traditore”.

        In effetti Giuda si è pentito …

  • Victor ha detto:

    Il fatto che Benedetto XVI chiamasse Francesco Papa non è dirimente. Chiamava infatti Papà anche Tawadros II, il patriarca dei Copti ortodossi.
    https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/messages/pont-messages/2012/documents/hf_ben-xvi_mes_20121114_tawadros-ii.html

    • Marco Tosatti ha detto:

      Certamente, che è il “papa” copto. Come Bergoglio – a cui si rivolgeva come Santo Padre, che è diverso da Santità – che è il papa cattolico. E che definiva suo successore…

      • Veniamino Vigolo ha detto:

        Stimato dottor Tosatti, lo spirito missionario che caratterizza l’opera del cenacolo di Soriano e del C.R.E.P.A. “Signora del conte Pepoli” indurrebbe a soccorrere gli scettici pertinaci dispensando importanti consigli bibliografici, ma in decenni di esperienza la nostra sezione clinica ha riscontrato che in casi come questo è più saggio e prudente por mente alla sentenza: “Neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi” (Lc 16,31). Per una volta, quindi, rinuncio a suggerire le necessarie letture. Con stima. V. V.

        • R.S. ha detto:

          Chissà quale fantasma agita i sonni da Soriano del Cimino al Vaticano. Al risveglio la paura resta tanta. Liberata la vescica batte forte el corazon… Per l’ansia a Caprarola hanno aperto il C.R.E.P.A. dove i pazienti stanno sulla panca e canta che ti passa.
          Chi ci è stato ha notato suoni strani, tipo ragli e poi risate equine. Gli esperti del Centro Riabilitativo Esagerati Pregiudizi Aggogo’ notano un disturbo psicosomatico derivante dal dubbio di non aver capito un cavolfiore, ma di saperne di papa.veri!
          Al polo riabilitativo fanno giocare al Peppo Tencio: a chi resta in mano il papa di picche tocca pagar da bere a Cionci.

          • Giovanni ha detto:

            Di sicuro non il fantasma flambé o come diavolo si chiama, visto che è un cionciano de coccio. Ma davvero c’è gente che se, mettiamo, B XVI risuscitasse dai morti e giurasse di avere celebrato unacum con papa Francesco si inventerebbe qualsiasi cosa per non credergli. Hai voglia di moltiplicare i C.R.E.P.A.!

          • Fantasma di Flambeau ha detto:

            Cuor di leoncino dei mille nick, le sue etichette se le apponga sul lato Benvenuto.
            Se non ha preso troppo freddo nei Giardini Vaticani davanti a pachamame e priapi.
            Missione buttarla in vacca: compiuta. Si goda il risultato e la chiesa di Bergoglio.

          • ex : ha detto:

            In effetti quella di buttarla in vacca mi sembra la “missione” attualmente condotta nella sezione Commenti del blog del dott. Tosatti, e non solo in questo topic. Qualcuno la spaccia per goliardia, ma fuori dei casi e degli ambienti dove la vera goliardia ha titolo per essere esercitata (cosa andata in disuso da decenni) resta una mancanza di rispetto per gli stessi autori, i cui articoli si vedono fatti occasione per manifestare la propria “vena goliardica”; e per chi vorrebbe fare dei commenti… non “goliardici”, e naturalmente se ne astiene, considerando l’andamento che ha preso il folto susseguirsi dei commemnti pseudo-goliardici.

            Diverso è, naturalmente, quando ci si lascia scappare – sporadicamente – un motto di spirito, spontaneo e non studiato, individuabile per la sua brevità e stringatezza.

          • Epatologia ha detto:

            La mistificazione fondamentale delle fazioni sedeimpeditiste, sedevacantiste eccetera è quella di bollare come filobergogliano chi non si allinea sulle posizioni di un Cionci o di un Minutella. Se uno non pensa che Ratzinger è l’ultimo papa, non è che per questo deve per forza essere un sostenitore di Bergoglio. Per molta gente Bergoglio è papa, ma è anche un pessimo papa da non seguire come percoroni in quello che dice e che fa. Chi manda in vacca e in mulo tutta la faccenda sono proprio quelli che invadono i blog cattolici per ripetere come pappagalli la solita zuppa dell’antipapa eretico, di Benedetto che ha parlato in codice, della distinzione tra munus e ministerium, della veggente di qua e dell’apparizione di là e dei canoni numero XYZ. Abbiamo capito che per voi le cose sono così. Va bene, non serve che proninate continuamente la solita aria fritta. Poi fate come vi pare. Se vi piace continuare a masticare la vostra cantilena, fatelo. Ma senza la pretesa che tutti siano musoni o piagnoni. C’è anche chi davanti alle vostre tiritere si mette a ridere. Fatevene una ragione. Se ci riuscite. Se no peggio per il vostro fegato.

          • Fantasma di Flambeau ha detto:

            Ex: 🤝
            “La fantasia al potere” e “una risata vi seppellirà” erano fra gli slogan più famigerati del ’68; s’è visto quanto c’era da sbellicarsi, nel piombo degli anni di, nella creatività ridotta a scimmia del padrone a stelle e strisce, nelle pantomime pro-youtube con biciclette, lettini gonfiabili, spazzole del water, rotoli di carta igienica, altari di terra, Eucarestia come fossero assaggini al centro commerciale, ecc. modernistizzando. Per certuni è un’impronta mentis, più di una carta d’identità. Alle situazioni e agli argomenti più seri reagiscono entrando in modalità liceale: sfottò e pallottole di carta con la biro su chiunque si trovano a tiro. Il meglio di fantasia e risate però lo danno quando per disgrazia vanno davvero al potere.

            https://www.aldomariavalli.it/2024/03/18/quegli-accaniti-e-imbarazzanti-difensori-di-papa-francesco/
            -Visto che blog come Religión Digital e Vida Nueva non hanno nulla da spartire in Spagna con Infocatólica, Infovaticana e persino con la Sacristía de la Vendée; o come in Italia L’Osservatore Romano ha nulla da spartire con blog come Messa in latino o quelli di Aldo Maria Valli e Marco Tosatti, la soluzione allora non è più competere ma squalificare e, se possibile, assassinare virtualmente.-

          • ex : ha detto:

            Al Signore epatopatico qui sopra,

            Poiché ritengo che si riferisca (anche) al sottoscritto, visto che si rivolge al plurale ed in riferimento alla vacca anche da me menzionata, le faccio notare che la sua risposta è del tutto fuori (dal mio) argomento.

            Si può essere pro o contro Benedetto XVI, pro o contro Bergoglio, pro o contro Ganswein , o Cionci, o chi altro vuole lei, basta che si portino contributi seri e argomentati (e sono convinto che il dott. Tosatti a questo scopo dedichi la sezione dei Commenti) e non sciocchezze che non fanno certo ridere chi sia interessato all’argomento. E che sia o no voluta, la citata “missione” bovina, il risultato è quello: chi vorrebbe intervenire seriamente è fortemente tentato di astenersidal farlo.

            Al Signore in indirizzo si consiglia di badare al funzionamento del proprio fegato prima di preoccuparsi di quello di chi ce l’ha in ottima salute.

          • ex : ha detto:

            Preciso – per chi dovesse confondere – che il mio ultimo intervento (19 Marzo 2024 alle 08:18) risponde al Signore che si “nicka” «EPATOLOGIA»

          • Epatologia ha detto:

            Perché le vostre filastrocche cionciominutelliane sarebbero contributi seri e argomentati? 🤡 Va là che in fondo siete un gruppetto di simpatici teneroni. Che Dio vi benedica, vi illumini, vi perdoni e soprattutto vi conservi sempre dolci e amorevoli.

      • VICTOR ha detto:

        Gentile dott. Tosatti,
        In un commento non si può affrontare compiutamente la questione, tuttavia la sua obiezione circa il fatto che Francesco sia chiamato successore non è ancora risolutiva poiché anche su queste parola si è ampiamente discusso anche chiamando in causa delle espressioni di Mons Gaenswain di cui lei certamente avrà letto.
        Mi rendo conto che la faccenda è molto complessa e probabilmente manca ancora qualche tessera alla realizzazione definitiva di un mosaico del quale mi pare tuttavia di intuire (intuire lo sottolineo) la compiutezza.
        Del resto Gesù, pur avendo preannunciato tutto prima della sua morte (anche chi l’avrebbe tradito che pur fu chiamato amico fino all’ultimo) fu creduto (non subito e non da tutti) solo alla luce della Resurrezione.
        Mentiva Egli, quando diceva di sé stesso di essere Via, Verità e VITA ? Gli Apostoli avranno dubitato nel saperlo deposto in un sepolcro, ma appunto mancava ancora una tessera…
        Cordiali saluti.

  • Gabriela Danieli ha detto:

    Chiedo cortesemente al dott. Tosatti di poter rivolgere agli autori dell’articolo la stessa domanda secondo questa mia personale interpretazione. Grazie.

    Quando GIUDITTA (Benedetto XVI)  doveva realizzare il piano stabilito da Dio per eliminare tutto l’esercito nemico (massoneria ecclesiastica) tagliando la testa al generale OLOFERNE (Bergoglio) e, trovandosi nella stessa TENDA (Vaticano),  gli si prostrava innanzi con rispetto e si rivolgeva a lui chiamandolo  “mio signore” … ERA IPOCRITA?   MENTIVA?

    La Sacra Bibbia – Giuditta – http://www.maranatha.it
    https://www.maranatha.it/Bibbia/2-LibriStorici/18-GiudittaPage.htm

    • MARIO ha detto:

      Perfino GIUDITTA tira in ballo… e riesce a immaginare un RATZINGER, che mentre mente spudoratamente, medita(!) di tagliare la testa a BERGOGLIO…
      Meglio stare con il C.R.E.P.A. … e la “Signora di tutti i Pepoli”… a meditare sul monte Minus Tella… in compagnia della dott.ssa Mona… e del dott. V(B)eniamino V(B)igolo…

    • Giovanni ha detto:

      Seee, anche Giuditta e Oloferne adesso! Annamo bbene!

    • Giuseppina ha detto:

      Dal libro di Giuditta 9, Parola di Dio:
      “[…]spezza la loro alterigia per mezzo di una donna. Perché la tua forza non sta nel numero, né sugli armati si regge il tuo regno: tu sei invece il Dio degli umili, sei il soccorritore dei derelitti, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati.
      Sì, sì, Dio del padre mio e di Israele tua eredità, Signore del cielo e della terra, creatore delle acque, re di tutte le tue creature, ascolta la mia preghiera; fà che la mia parola e l’inganno diventino piaga e flagello di costoro, che fanno progetti crudeli contro la tua alleanza e il tuo tempio consacrato, contro il monte elevato di Sion e la sede dei tuoi figli. Dà a tutto il tuo popolo e ad ogni tribù la prova che sei tu il Signore, il Dio d’ogni potere e d’ogni forza e non c’è altri fuori di te, che possa proteggere la stirpe d’Israele”.
      Amen.
      L’accostamento è interessante e bello, ispirato come il libro di Giuditta, cara Danieli.
      Iddio certo non si ripete e se permette l’inganno di una donna nella Antica Alleanza, oggi col Cristo invece da incapacità al nemico di comprendere il progetto di Benedetto, egli non ha bisogno di mentire nè di ingannare. Semplicemente il mondo, che non si affida al cuore ma la carne, non può capire nè indagare sulla potenza di un compito assegnato a Benedetto che risponde, insieme a Dio, al suo mandato, non secondo le sue idee e i suoi mezzi ma col Munus:
      In Benedetto sembrano risuonare le parole di Paolo, anzi di vederlo:
      “Ti basti la mia grazia, la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio della mia infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando son debole, è allora che sono forte”

         Benedetto, a fronte dell’orgoglioso potere del mondo, rappresenta la lotta contro la debolezza spirituale degli uomini della Chiesa: lui stesso è piccolo e minuto ma fa tacere l’uomo affidandosi a Dio che «fa andare scalzi i sacerdoti e rovescia i potenti, toglie la favella ai più veraci e priva del senno i vegliardi» (Giobbe 12) 
        Dunque il mite Benedetto sceglie la via di Dio perchè Dio vince nella debolezza. È noto che in Israele la debolezza è rappresentata dall’elemento ultimo della vita sociale, politica e religiosa: la donna, eppure in lei sta la scelta divina e in lei c’è la vittoria sullo strapotere orgoglioso dei potenti della terra: “Il Signore onnipotente li ha rintuzzati per mano di donna! Poiché non cadde il loro capo contro giovani forti, né figli di titani lo percossero, né altri giganti l’oppressero, ma Giuditta, figlia di Merari” (Giuditta 16)
      L’umilità di Benedetto/Giuditta/Maria ha catalizzato la forza in Dio nella debolezza umana:
      “ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore: ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”(Luca 1).
        Si! Cara Sig Danieli, l’esempio di Giuditta calza concettualmente e spiritualmente con quello di Benedetto. Il libro di Giuditta è il simbolo il coraggio e la fede dei piccoli, di una donna senza potere umani, ed è la  dimostrazione che la storia fatta di azioni umane, deve accettare una vittoria (oltre ogni schema schema, umano e militare) inaspettatamente conseguita, contro il potente Oloferne generale delle milizie di Nabucodònosor, solo grazie alla fede e al coraggio di Giuditta.
      Benedetto/Giuditta, di fronte all’assemblea senza più fede in Dio degli anziani/conclave dei cardinali, prendono una decisione straordinaria, impegnandosi entrambi a mettere in atto un progetto di liberazione. Benedetto, come Giuditta depone gli abiti della vedovanza e riveste ancora quelli muliebri, così egli riveste ancora l’abito bianco donatogli da Cristo e si presenta al mondo/Oloferne come fuggitivo che sembra arrendersi, deposto dalla potenza del male.

      Non resta che attendersi che la fiducia donata a Dio da un piccolo eroe porti al taglio della testa del nemico insediatosi a Roma… il tempo è vicino, Betulia/la Chiesa non cadrà.

  • Marina Biscuola ha detto:

    @VENIAMINO VIGOLO Grazie per le dritte bibliografiche. Una domanda: è possibile assistere a qualche sessione del cenacolo sorianese o del CREPA ‘Signora del conte Pepoli’? Sarei soprattutto interessata a entrare in contatto con il dottor Felice Brindolo, che seguo da anni ma non ho avuto mai occasione di conoscere personalmente. Un saluto

    • Segreteria C.R.E.P.A. "Signora del conte Pepoli" ha detto:

      Gentile Marina Biscuola,

      certi di farLe cosa gradita, con la presente rispondiamo alla richiesta da Lei rivolta al professor Veniamino Vigolo.

      Le prossime date dell’attività seminariale organizzata dal cenacolo sorianese sono le seguenti:
      * Giovedì 25 aprile, Kathmandu (Nepal): “Bigotry exposed: a survey on the Labronic decoding system”. Interverranno il prof. Artemio Brindolo, don Alessandro Martella-Colleoni e la dott.ssa Violetta Di Campo (il dott. Felice Brindolo non sarà presente).
      * Domenica 2 giugno, Riomabna (Ecuador): “Contra el nepotismo: el chonchar del derecho canónico y las profecías del monte Minus Tella”. Relatori: prof. Artemio Brindolo, dott. Fausto Brindolo, dott.ssa Giulia Brindolo-Malavasi, avv. Augusto Brindolo, dott. Felice Brindolo. Moderatore: prof. Veniamino Vigolo.
      * Sabato 20 luglio, Campello sul Clitunno (Spoleto), fraz. Case sparse: “Munus-ministeriar cantando: le nuove frontiere dell’enigmistica creativa”. Interverranno i professori Artemio Brindolo, Konstantin Entlarven, Frank Juggler e i presbiteri teologi canonisti don Aiace Lava-di Fresco e don Alessandro Martella-Colleoni (il dott. Felice Brindolo non sarà presente).

      La salutiamo distintamente

      Uff. Segr. C.R.E.P.A. “Signora del conte Pepoli”.

  • Veniamino Vigolo ha detto:

    Quella dell’esoterismo semantico ratzingeriano è veramente una questione di grande momento, sulla quale a chiunque sia sufficientemente preparato è vivamente consigliabile la lettura degli ultimi tre studi pirl-reviewd curati dal Centro di Ricerche sull’Esoterismo Paragnostico e Apparizionista (C.R.E.P.A.) “Signora del Conte Pepoli” di Soriano nel Cimino:
    – A. Brindolo, Principii di crittoanalisi ratzingeriana, in “Bollettino del C.R.E.P.A.” LXI-6 (dic. 2023)
    – A. M. Pigorini, L’è lü o l’è minga lü?, Tipogr. E.A. & figli, Rozzano 2023 (trad. it. Uno, due, tre papi: il gioco delle tre carte nella tradizione dei tarocchi livornesi , LaMazza, Perugia 2024).

    Cfr. inoltre V. Vigolo, Cryptoanalytic Psychopathology. A Case Study, The Forger, Oxford 2022 (trad. it. Andar per rane e seminare loglio: su una recente crisi epidemica di “furor crittoanalitico”, Potapota, Vergamo 2022).

  • E.A. ha detto:

    In ultimissima analisi, per proclamare oggi la Verità, senza scalfire la “sensibilità “, “l’intelligenza “,le “opportunità” di alcuno, occorre Seguire ( anche in questo) Papa BXVI… farsi da parte e parlare in restrizione mentale larga…!!! ( sempre bontà altrui permettendo!).

  • Anita ha detto:

    Sto pensando alla cosiddetta declaratio con due errori di latino da alunno di ginnasio asino e all intervista con Peter Seewald .ove dice di averla scritta in latino , in quanto lingua da lui conosciuta , per non commettere errori …
    Oppure all ambiguità tra munus e ministerium esposti non in modo giuridicamente chiaro ( pur conoscendone bene il distinguo … avendone ben definito i due termini insieme a Papa Giovanni Paolo II nella riforma del Diritto Canonico del 1983 .
    Oppure penso alla domanda di Peter Seewald su Malachia …ove gli chieda cosa pensa sulla profezia che Benedetto XVI sia l ultimo Papa … e lui risponde :” tutto può darsi …” escludendo del tutto Francesco L attuale Papa .
    Tutte affermazioni non fatte per distrazione visto la serietà dell argomento .
    Poi in questa occasione usa il termine : Santo Padre ( cioè Papa …

    Non ci capisco nulla…

  • V.S.E. ha detto:

    A completamento del mio commento precedente cito un esempio famoso di contraddizione apparente, cioè che tale sembrava a chi non comprendeva la realtà alla quale si riferiva:
    “Egli poi disse loro: «Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide, se Davide stesso nel libro dei Salmi dice:
    Ha detto il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra,
    finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi? Davide dunque lo chiama Signore; perciò come può essere suo figlio?»”

  • paul ha detto:

    forse è tutto molto più semplice… Benedetto XVI ha dato le dimissioni per evitare un ulteriore scisma, in quanto, non accettando nessuna delle istanze dei “modernisti” (diaconesse, benedizioni varie, preti sposati, soppressione definitiva del rito antico, ecc…), si sarebbe arrivati ad uno scontro interno simile al periodo di Lutero

  • Fantasma di Flambeau ha detto:

    -Il 28 giugno 2016 Benedetto XVI, nel suo primo discorso pubblico dopo la rinuncia del soglio pontificio, si è rivolto con queste parole al suo successore Francesco: «Grazie soprattutto a lei, Santo Padre! La sua bontà, dal primo momento dell’elezione, in ogni momento della mia vita qui, mi colpisce, mi porta realmente, interiormente. Più che nei Giardini Vaticani, con la loro bellezza, la sua bontà è il luogo dove abito: mi sento protetto. Grazie anche della parola di ringraziamento, di tutto. E speriamo che lei potrà andare avanti con noi tutti su questa via della Misericordia Divina, mostrando la strada di Gesù, verso Gesù, verso Dio».-

    Unione Cristiani Cattolici, Razionali ma refrattari all’ironia.
    https://www.ilmessaggero.it/vaticano/castel_gandolfo_vigna_vigneto_sradicata_papa_benedetto-4984662.html
    https://silerenonpossum.it/esequie-benedettoxvi-saltanoglialtarini/
    https://lanuovabq.it/it/seewald-francesco-ha-voluto-cancellare-leredita-di-benedetto-xvi
    https://silerenonpossum.com/it/papa-francesco-ordina-via-tutti-gli-stemmi-di-benedetto-continua-la-damnatio-memoriae-di-ratzinger/

    Cercare verità e coerenza in Bergoglio è come navigare con un galletto segnavento al posto della bussola.
    L’esempio più da voltastomaco: figurato e fisiologico, all’ennesimo copincolla della giaculatoria antiabortista per devoti deficienti, pensando ai tappeti rossi alla Pelosi e a Biden («un buon cattolico» che «dovrebbe continuare a ricevere la comunione»), agli actos de amòr obbligatori a base di feti abortiti e ai loro maltusiani non-effetti collaterali, agli elogi sperticati per la virtuosa della pompa di bicicletta, ai 6 milioni+ di non-italiani finiti nei bidoni per rifiuti speciali, al topolino tartufesco (Paglia) partorito di fronte alla Francia figlia primogenita dell’Anticristo.
    https://www.corriere.it/cronache/24_marzo_14/autobiografia-papa-francesco-a2146ff2-e16a-11ee-918b-52ad040c4f25.shtml

    -Ratzinger incontra i cardinali e promette «incondizionata reverenza e obbedienza al nuovo Papa che sarebbe stato eletto in conclave, e che era tra noi. Mi ha invece addolorato vedere, negli anni, come la sua figura di Papa emerito sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa».-

    Sulla “frattura” e chi opera per: ipocrisia che si taglia col machete e si smaltisce coi camion movimento terra.
    Sui coltivatori di orticelli/Chiesa cattolica: spedire in busta chiusa ai sostenitori dell’accettazione pacifica universale.
    Sui Papi, “emeriti” e non: tutto torna, anche troppo, se si assume che Bergoglio lo è veramente. Di un’altra Chiesa.
    https://www.marcotosatti.com/2022/09/08/ratzinger-tyconio-e-fatima-una-chiave-interpretativa-per-la-fine-dei-tempi/

    • Dubbiosa ha detto:

      Mmm non mi convince mica tanto sai?

      • Fantasma di Flambeau ha detto:

        https://www.youtube.com/watch?v=-oTpJNecpMc

        Più seriamente: noi possiamo fare i pignoli saputi o gli scaramantici spiritosi quanto vogliamo, ma se c’è una cosa certa è che siamo in una delle situazioni booleane che piacciono al Principale in cui i desiderata valgono meno di niente.

        IF sono tutte chiacchiere, e Bergoglio è Papa, THEN se le porterà il vento
        ELSE pachamama/benedizioni lgbtqwerty erano l’antipasto di chi/cosa verrà.
        ENDIF e saluti.

  • Stilobate ha detto:

    @R.S.: Sempre molto interessanti ed equilibrati i Suoi interventi, caro R.S.

  • ex : ha detto:

    Mah! Data la confusione sulla materia io non prendo posizione, però…

    «Ratzinger chiamava Bergoglio “Santo Padre”» titola l’articolo: verba volant «chiamava Bergoglio…» scripta manent; come si firmava Benedetto XVI nei suoi scritti, dopo essersi allontanato in elicottoro la sera di quel fatidico 28 Febbraio 2013?, Ricordiamoci che la firma “è” la persona, e con una firma si può vincere o perdere un miliardo di Euri (non “di Euro”, nonostante la Crusca).

  • V.S.E. ha detto:

    Nihil novi sub sole. Ratzinger qui non mentiva, ma
    allora mentiva – con le parole o con gli atti – in altre occasioni. Oppure non mentiva mai e siamo noi a non capire nulla. L’ho già detto (e d’ora in poi mi asterrò dal ripeterlo): quest’ultima ipotesi è l’unica soddisfacente, al momento.

    • PRUDENTIA ha detto:

      Dove poi J.Ratzibger abbia riconosciuto la deriva del Vaticano II e abbia riconosciuto l’errore del modernismo sarebbe buono di saperlo. Ha promosso l’ecumenismo senza alcun ritegno cercando ancora (dopo le derive post Vat II) l’unità con i fratelli separati nonostante lo scempio della Messa fatto per loro che non ha prodotto nessun frutto.
      Per non parlare poi delle scuse presentate a chi non si è mai scusato di nulla con la Chiesa Cattolica.
      Catechon a me non sembra sennò lo era anche GPII visto che con lui sì che c’era continuità.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Certo che ‘sta questione del Papa ha raggiunto un grado di saturazione estrema.

    E’ stato detto di tutto, il contrario di tutto e il contrario del contrario di tutto. Il … tutto puntellato da Scritture, Diritto canonico, Encicliche e quant’altro rovesciato a vagoni da ciascuno per comprovare la “verità” della propria tesi.

    Questo articolo è la ciliegina sulla torta: Ratzinger era una sorta di dottor jekyll e mister hyde?

    Come dottor jekyll era un papa dimissionario che riconosceva validità al suo successore;
    come mister hyde si comportava secondo un “codice” comprensibile solo da pochi iniziati.

    Non sarebbe ora di mollare la presa ed attendere l’evolvere degli eventi che, in ogni caso, si svilupperanno secondo la volontà o permissione di Dio?

    A che tanta sterile agitazione?

    • Veniamino Vigolo ha detto:

      L’agitazione pare cagionata dall’esigenza di conoscere l’identità di chi si trova al timone della nave. Sembra infatti che a bordo del natante vi sia un gran numero di passeggeri incapaci di nuotare.

      Secondo un documentato articolo redatto da Ambrogio Maria Paleari per il C.R.E.P.A. “Signora del Conte Pepoli” di Soriano nel Cimino, il moto ondoso ecciterebbe la facoltà immaginativa di tali soggetti, inducendoli a elaborare fantasticherie sempre più intricate. In presenza di specifici catalizzatori/moltiplicatori (per esempio quello che la prof. Benvenuta ha definito “Chonch factor”) la produzione darebbe luogo a una complessa costellazione di fenomeni allucinatori, caratterizzati da libido prophetandi, delirium munusministeriale e frigor canonicus. Tra le manifestazioni farneticatorie più ricorrenti, in un interessante papero (ingl. paper) la prof. Benvenuta e la dott.ssa Mona segnalano l’idea che al timone della nave non vi sia nessuno, riscontrata in un numero di casi statisticamente assai significativo.

      Se desidera sono in grado di fornirle interessanti spunti bibliografici in materia.

      • Marco Tosatti ha detto:

        :-))))

      • Enrico Nippo ha detto:

        “libido prophetandi, delirium munusministeriale e frigor canonicus”.

        Mi basta questo 😂

      • Adriana 1 ha detto:

        Delirio…ok;
        Libido…ok;
        ma frigor (non frigus)…ohibò, NO!…a meno che non si tratti di un frigor-ifero dove cacciarli tutti “ut in frigido aere cubarent.”

        • Veniamino Vigolo ha detto:

          A frigur, -oris l’Autore ha preferito la voce tardolatina frigor, -oris (attestato, p. es. in Theod. Prisc. II, 29), allo scopo di crare un puno (ingl. pun) su rigor (il rigor mortis tipico del letteralismo canonicista). Se Le è possibile, comunque, si procuri il saggio del prof. Paleari. Gliene lascio gli estremi: A. M. Paleari, Dent la gabia d’i matt, Tipografia E. A. & figli, Rozzano 2020 (trad. ingl. A Psychedelic Trip by the “Chonch Factor”, a cura di F. Juggler, The Forger, Oxford 2021; trad. it. (parziale) La possessione enigmistica, in AA. VV., Gli zeloti della via smarrita, a cura di A. Brindolo, LaMazza, Perugia 2022).

          • Adriana 1 ha detto:

            Cmq. io citavo il friguS, non il frigur…il rotacismo le piace,
            evidentemente.

  • R.S. ha detto:

    Cosa avrebbe detto chiunque di noi sentendo Gesù rivolgersi con l’appellativo di “amico” a Giuda Iscariota la sera dell’ultima cena?
    Che cosa dire dell’invito a lui rivolto: “Quello che devi fare, fallo presto”?
    Che idea ci siamo fatti dell’apparente imperturbabilità di Giovanni, al quale Gesù rivelò l’identità del traditore?
    Che cosa pensare, in una serata come quella, del sonno che vinse Giacomo, Giovanni e Pietro chiamati a un’ora di veglia con il Signore di Gesù?
    Che figura ha fatto Pietro sguainando la spada al Getsemani per poi nascondersi poche ore dopo?
    Ci avrebbe soddisfatto il silenzio di Maria sotto la croce, senza un moto di rabbia o di protesta?
    Troppo facile e spesso inutile essere “logici”… Bisogna contemplare.
    C’è molto da contemplare in questo “grazie”.
    Non è soltanto e necessariamente un “sono d’accordo” e “mi compiaccio”.
    Può avere anche il senso profondo della venuta dell’ora.

    E non sfugga nemmeno il “fedele resoconto” delle parole del Papa (Benedetto XVI), per altro ascoltabili dal video pubblicato, che gli organi di stampa e di “informazione” hanno messo a disposizione. Quello sì un apocrifo!

    Se qualcuno ne ha l’occasione, ascolti il saluto del Card. Sodano, il cosiddetto “indirizzo di omaggio” che ha rivolto a Benedetto XVI.

    E’ possibile risalire ad alcuni ingredienti molto significativi per la cultura e l’orientamento dello chef e del suo menu.
    Il messaggio, che dovrebbe essere un omaggio a Benedetto XVI, inizia i primi due paragrafi rivolgendosi a Francesco e termina con un “intanto” che riporta l’omaggio nell’alveo della “guida suprema” che con “rinnovato vigore”, poco elegantemente contrapposto “all’altra forma” più adatta all’età e alle forze.
    Non contento di questa abbondante “speziatura”, lo chef non si è fatto mancare di connotare persino la citazione delle parole pronunciate da Benedetto XVI nel 2006, come “anticipazione del Magistero di Papa Francesco”.
    La paludata esperienza dell’esperto maitre cuisinier ha saputo impastare il titolo di “Vescovo di Roma” al curriculum di Benedetto XVI (primo paragrafo) e per ben quattro volte (quattro!) il titolo di Papa a Francesco (rinforzato con un “Santo Padre” aggiuntivo), giusto per smorzare il sapore del “Papa emerito” tre volte rivolto al “caro Festeggiato”.
    In pratica nell’indirizzo di omaggio si omaggia più volte Francesco di Benedetto XVI! Così il wurstel ha preso il sapore dell’asado al chimichurri.
    Con poche parole assai chiare per ogni buon intenditor, il piemontese doc non ha lesinato una spruzzatina di vino del Reno “Gottes Licht und Gottes Liebe”, ma non ha rinunciato a farne subito uno spot per le Langhe e il Monferrato, anche se i grappoli sono maturati in riva al Rio della Plata: è questo il messaggio, è questo il sapore che si deve gustare.
    Dunque, rivolgendosi all’omaggiato, il maitre à penser -desideroso di mettere i puntini sulle i persino alle olive del rinfresco- non ha mancato di ricordare al Papa emerito la promessa fatta. Gliela ha ricordata due volte, a scanso di equivoci: prima chiedendoglielo (ricordo mio: quel mattino del 11 febbraio 2013 Sodano parlò di “fulmine a ciel sereno” e il fulmine in effetti su San Pietro arrivò alle 17,55 della sera stessa…: la natura ha parlato) e poi dicendo (usando il plurale: noi) “lieto di quella promessa”…

    Il concetto, oserei dire imbarazzante, è che il Papa Emerito, tuttora Papa, non disturbi (lui o il suo entourage) l’opera del Papa de noantri.

    Per quanto sia uno chef d’alto bordo, anche il buon Angelone ha il solito problema dei coperchi sulle pentole. Ha messo i suoi ingredienti nel paiolo, ha fatto bollire l’acqua, ma nel vapore è sta vista spuntare una coda… Che bestia era?
    Un cioioso saluto, dopo aver incartato un pasticcino per chi non era al rinfresco.

    • Lucis ha detto:

      Gesù ha coperto la malvagità di Giuda quando era l’ora di morire, Lui, sulla croce, e ha fatto di tutto per tenere aperte le porte del pentimento al traditore.
      Ma quando si trattava di mettere in guardia il popolo dalla classe sacerdotale del tempo, corrotta e ipocrita, non ha esitato a gridare a tutti la poro ipocrisia: “serpenti, razza di vipere,  sepolcri imbiancati…” e non ha esitato a mettere in guardia i suoi dalla loro ipocrisia :
      “Guardatevi dal lievito dei farisei”.
      Ratzinger dimostrando amicizia verso Bergoglio ha indotto milioni di fedeli  in errore, li ha consegnati alle fauci dei lupi.

    • Manuela ha detto:

      Grazie R.S., bisogna davvero contemplare il mistero del tradimento di Giuda, e il mistero della docilità di Gesù in croce per capire un poco di ciò che è successo a Benedetto.

      • La Signora di tutti i popoli ha detto:

        Dieu m’a dit.
        In eccezione alla costante censura, che fa passare le stupidaggini e blocca la serietà e verità, proporrei a lei Manuela e agli amici del Blog un link e approfitto per fare un saluto a TERMINUS, ricordando con piacere i suoi interessanti interventi.
        Grazie di tutto quello che fa a me carissimo Tosatti ecco il link:
        https://www.homelie.biz/2021/12/benoit-xvi-le-pape-du-songe-de-don-bosco.html

        • Sient'a me ha detto:

          Ma ringraziamo Tosatti che ci risparmia la cinquecentesima tiritera di chiacchiere sul finto papa apostata anticristico modernista massone e sul vero papa impedito, astuto e pizzinarolo, con allegata scomunica patacca per chi non è d’accordo. Libera nos Domine! C’è più serietà e verità nei titoli dei goliardi brindolosi e bernardeschi, che almeno fanno ridere volendo far ridere.

          • miserere mei ha detto:

            Fatico a sorridere della (dubbia) verve goliardica di settantenni portati al pregiudizio. Apprezzo sempre l’ironia, quando è mordace e salace, meno quando si compiace.
            Qui mi sembra che il club del C.R.E.P.A. accusi i primi scricchiolii… gutta cavat lapidem, anche di cuori duri come wurtzite (il diamante brillerebbe troppo, mentre qui l’opacità regna incontrastata).

  • Gianfranco Armeli ha detto:

    Di cose che non quadrano ce ne sono tante, non una sola. Il mistero della situazione della Chiesa oggi si infittisce ancora di più. Non so proprio cosa pensare di tante contraddizioni tra ciò che Benedetto XVI ha detto di Bergoglio e ciò che faceva: abito bianco, firmare come un vero papa, dare la benedizione apostolica nelle occasioni in cui solo un papa può darla, inventare il titolo di papa emerito, rimanere in Vaticano, ecc. Inoltre c’è da considerare che un’ attenta analisi della “declaratio” rivela il fatto che non ha rinunciato al munus. Inoltre le testimonianze dei cardinali Dannels e O Connor dicono chiaramente che la Mafia di San Gallo ha tramato contro di lui e quindi tutti i cardinali che ne facevano parte sono da considerarsi scomunicati, compreso Bergoglio che anche per questo non poteva essere Eletto papa. Non ci resta che pregare per tutta la Chiesa.

  • ORGANUM ha detto:

    il dott. Tosatti con i suoi post ci vuole stuzzicare,noi indietristi,noi facce da sottaceti,noi mummie e cristiani da museo,noi anime piene di piccole cose,noi ipocriti e rigidi,noi cugini del diavolo,noi profeti di sventura e vecchi nel cuore (cit.) …mah!

  • fra G Maria ha detto:

    ” La grande freddezza nella fede causerà cecità spirituale in molti dei Miei poveri figli. Soffro per quello che viene per voi. Gli uomini adoreranno quello che è falso e la Verità di Dio sarà disprezzata.”
    Ecco le parole della Madonna di Anguera nella vespera del 13.3.2024.
    Sono da capire nel contesto dell’Apocalisse cap. 13,1-4, dove dice: “2La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e il suo grande potere. 3Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita. Allora la terra intera, presa d’ammirazione, andò dietro alla bestia 4e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia, e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?».

  • esr ha detto:

    Credo che le apparenti ambiguità di Ratzinger (volute o meno) consentono ad ognuno di credere quello che vuole!
    Purtroppo la ‘pochezza teologica’ (e non solo) di Francesco è evidente perfino alle casalinghe (con tutto il rispetto per loro); ed è noto che l’appellativo di papa non è esclusivo del pontefice: ‘santo padre’ potrebbe essere solo un appellativo (cortese e diplomatico) per identificarlo (non necessariamente per riconoscere doti morali e culturali o investiture divine).

  • Roberto Donati ha detto:

    Si. Tutto vero. Ma se alla vigilia della morte, ormai imminente, di Bergoglio e del Conclave che si presenta come il più drammatico della storia moderna, c’è bisogno di tornare sulla validità o meno della rinuncia di Benedetto XVI, vuol dire che qualcosa non quadra.

    • Gabriele ha detto:

      La morte di “Bergoglio” la date per imminente da un po’ di anni, ma lui è sempre lì. Potrebbe campare ancora dieci o più anni e farvi vedere ancora un bel po’ di sorci verdi. Invece di pensare alla morte degli altri, sarebbe meglio che pensate alla vostra, perché anche se siete più giovani di Bergoglio non è detto che non possiate morire prima voi 🙂

      • Luciano Motz ha detto:

        Ha perfettamente ragione: Bergoglio vivrà ancora a lungo. Infatti, se il Signore onnipotente e onnisciente ha permesso che l’argentino fosse eletto a Pontefice, l’ha fatto per punire la mancanza di fede di noi cattolici, culminata con il Concilio Vaticano II, e chiamarci alla penitenza e alla conversione. Ma la conversione non è ancora avvenuta, perciò il castigo dovrà continuare.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Tragicomico! 😪😅
        Sottoscrivo!