America. I Gesuiti USA Propongono l’Ordinazione Femminile…
9 Marzo 2024
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione, nella nostra traduzione, questo articolo pubblicato da America, la rivista dei gesuiti statunitensi. Buona lettura e diffusione.
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Come persona che ha tentato (e fallito) di fare il pane a lievitazione naturale in più di un’occasione, sono stato colpita dalla vivida immagine della panificazione che Timothy Radcliffe, O.P., consigliere spirituale della riunione del Sinodo sulla sinodalità a Roma lo scorso ottobre, ha usato nella sua seconda meditazione del ritiro sinodale:
Rinnovare la Chiesa, quindi, è come fare il pane. Si raccolgono i lembi della pasta al centro e si allarga il centro ai margini, riempiendo il tutto di ossigeno. Si fa la pagnotta rovesciando la distinzione tra i bordi e il centro, facendo in modo che la pagnotta di Dio, il cui centro è ovunque e la cui circonferenza non è da nessuna parte, ci trovi.
Se riusciamo a reimmaginare un diaconato del XXI secolo che sia profetico e sinodale e che si estenda ai margini – che rovesci le distinzioni tra i margini e il centro – un maggior numero di fedeli sarà nutrito, avvicinandoci tutti a Dio e infondendo nuova vita alla nostra Chiesa malata.
L’immagine di padre Radcliffe che prepara il pane mi è tornata in mente leggendo la recente Relazione di sintesi della 16ª Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, che propone di rivalutare il ruolo del diacono non solo nell’ambito della liturgia, ma anche al servizio dei bisognosi, soprattutto di coloro che vivono in povertà, proprio come i diaconi della Chiesa primitiva: “I diaconi sono ordinati per il ministero di servire il popolo di Dio nella diaconia della Parola, nella liturgia, ma soprattutto nell’esercizio della carità”.
Il rapporto raccomanda anche ulteriori ricerche e deliberazioni sull’accesso delle donne al diaconato, sollecitando il sinodo a discutere i rapporti delle passate commissioni papali e sottolineando l’importanza dei contributi attivi e dei carismi delle donne nel ministero e nella leadership pastorale.
Le donne laiche e religiose stanno raggiungendo le persone ai margini al servizio della Chiesa intorno a noi, offrendo esattamente i doni a cui si fa riferimento nella relazione. Considerate i seguenti esempi di ministero pastorale svolto da donne.
Chicago ha ricevuto più di 35.000 rifugiati in cerca di asilo in un solo anno, la maggior parte dei quali provenienti da Paesi prevalentemente cattolici dell’America centrale e meridionale. Queste persone, alle prese con traumi inimmaginabili e indignazioni subite durante il viaggio, hanno bisogno e vogliono accedere ai sacramenti e alla parola di Dio. Tuttavia, a causa del numero limitato di sacerdoti e diaconi, i loro bisogni spirituali rimangono spesso insoddisfatti.
Due donne che si occupano di questi rifugiati sono JoAnn Persch, R.S.M., e Pat Murphy, R.S.M., Sorelle della Misericordia che servono immigrati e rifugiati da oltre 40 anni. Mi hanno detto che il loro ministero è a volte limitato a causa delle limitazioni imposte alle donne nella Chiesa. Anche i loro sforzi per visitare gli immigrati nei centri di detenzione si sono spesso scontrati con ostacoli. In quei centri, lo stato di ordinazione apre le porte a sacerdoti e diaconi; non sempre è così per i laici o addirittura per le religiose.
Suor Pat e suor JoAnn dicono che lo Spirito Santo le chiama sempre a nuove sfide e, a 94 e 89 anni, continuano a rispondere. Mentre gli immigrati continuano a riversarsi a Chicago, le suore sono chiamate a camminare con loro. In collaborazione con la più ampia comunità di Mercy, composta da suore, associati e volontari, attualmente ospitano nove famiglie appena arrivate, con piani di espansione.
Un altro esempio: Katie McCarthy è una moglie, una mamma di adolescenti e un’imprenditrice. Dedica gran parte del suo tempo libero al volontariato come sacrestana, lavorando come facilitatrice di ritiri femminili e servendo nella dispensa parrocchiale di una parrocchia della periferia di Chicago. Trova gioia nell’aiutare gli adolescenti a partecipare alle liturgie della domenica sera. Katie crea uno spazio accogliente per i giovani e a loro volta gli adolescenti diventano parte attiva della Messa: preparano l’altare, leggono, cantano, offrono petizioni e servono come uscieri e ministri eucaristici.
Questo tipo di ministero per i giovani cattolici è fondamentale in un momento in cui i giovani rischiano più che mai di allontanarsi dalla vita della Chiesa. Secondo un sondaggio nazionale del Center for Applied Research in the Apostolate del 2021, quasi un terzo dei giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni ha dichiarato che dopo la pandemia prevede di partecipare meno spesso alla Messa rispetto a prima.
Forse più preoccupante per la Chiesa, il 73% ha concordato “in qualche modo” o “fortemente” di poter essere buoni cattolici senza andare a Messa ogni domenica. E solo il 39% è d’accordo “in qualche modo” o “fortemente” sul fatto che non potrebbe mai immaginare di lasciare la Chiesa cattolica.
Quando le donne infondono le loro diverse competenze, i loro valori e la loro esperienza vissuta nella pianificazione e nella partecipazione alle liturgie, si crea un’esperienza più coinvolgente e inclusiva. Ordinare le donne al diaconato e dare loro l’autorità di predicare durante la Messa può portare una dimensione completamente nuova alla condivisione del Vangelo e alla cura pastorale, che rafforzerà e rinnoverà le parrocchie.
Un terzo esempio: Donna Liette, C.P.P.S., membro delle Suore del Preziosissimo Sangue da oltre 60 anni, lavora nel South Side di Chicago con alcune delle comunità più emarginate: giovani vittime di violenza o che hanno commesso atti di violenza e madri che hanno perso i figli a causa della violenza o dell’incarcerazione. Usa i suoi doni per creare spazi in cui tutti possano condividere le loro storie e trovare sostegno, guarigione e speranza. Nel suo ministero con le madri in lutto, suor Liette sente spesso il loro desiderio di nutrimento spirituale sotto forma di preghiere, benedizioni e Scritture aperte a loro.
Immaginate come il ministero femminile, già diaconale nella sua risposta ai bisogni dei poveri e degli emarginati, potrebbe essere potenziato dall’autorità e dalla dedizione al servizio associate all’ordinazione. E se le porte del diaconato fossero aperte a donne come suor Persch e suor Murphy, la signora McCarthy e suor Liette o le migliaia di altre donne che stanno già percorrendo il cammino del servizio diaconale?
Tante persone nel mondo e nelle nostre comunità soffrono per la violenza, l’oppressione, la povertà e la solitudine. Quanti altri fedeli potrebbero essere portati al centro della vita della Chiesa se le donne potessero usare più efficacemente i loro doni per il ministero, la liturgia e la carità?
Forse lo Spirito Santo, protagonista del sinodo, ci sta incoraggiando ad approfondire la nostra comprensione del ministero diaconale nella vita della Chiesa. Ci sono buone ragioni per riprendere il lavoro di comprensione teologica e pastorale dell’accesso delle donne al diaconato permanente, come richiesto nella relazione di sintesi. Si tratta di una conversazione viva e pulsante che siamo incoraggiati a intraprendere in quanto noi, popolo di Dio, siamo chiamati a essere corresponsabili della missione della nostra Chiesa.
Possiamo iniziare riconoscendo i doni delle donne diaconali intorno a noi – quelle che preparano le liturgie, vanno ai margini, servono i poveri e infondono vita alla Chiesa. Immaginate cosa potrebbe essere possibile se questi doni fossero potenziati attraverso l’ordinazione?
Come ha affermato il Concilio Vaticano II a proposito del ripristino del diaconato permanente, “è giusto rafforzarli con l’imposizione delle mani che è discesa dagli Apostoli, e legarli più strettamente all’altare, affinché possano svolgere il loro ministero in modo più efficace grazie alla grazia sacramentale del diaconato (“Decreto sull’attività missionaria della Chiesa”, n. 16).
In Cristo, donne e uomini sono rivestiti della stessa dignità battesimale (Gal 3,28) e ricevono ugualmente la varietà dei doni dello Spirito. Nella sua meditazione finale del ritiro sinodale, padre Radcliffe ha detto: “Non ci può essere una conversazione fruttuosa tra di noi se non riconosciamo che ognuno di noi parla con autorità”.
Riconosciamo le donne che già offrono il servizio diaconale in tanti modi. Riconoscere e comprendere il loro ministero può arricchire le nostre riflessioni teologiche in corso sulla possibilità di avere donne diacono.
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Tag: america, donne diacono, gesuiti, ordinazione femminile
Categoria: Generale
Ah, sì, l’ordinazione femminile. Beh, dov’è lo scandalo. Se è sempre fatta: “Per favore, due piadine, due birre medie e una ciotola di patatine”.
Sembra solo a me che l’articolo di questi gesuiti americani di Chicago sia tendenzioso?
Quella donna sembra molto strano che possa aver tempo per fare la sacrestana, pensare alla mensa e pure all’assistenza spirituale di ragazzini della parrocchia, oltre la cura della famiglia, della casa, oltre le esigenti cure di figli (in materia scolastica e non solo) e oltre la direzione di un impresa commerciale!
Sarà vero quello che ci racconta questo articolo?
Ho dubbi ben fondati sulla esperienza di noi donne e mamme (non imprenditrici peraltro) e non mi immagino come si possa ottemperare appieno ai doveri del proprio stato, cioè all’azienda familiare, a quella commerciale e -in aggiunta- alla concreta diaconia religiosa.
No, l’articolo è un falso in termini, basato su realtà differenti da quelle raccontate o su donne che, come spose e madri hanno già scarsi risultati in famiglia oltre al fallimento della ipotetica impresa commerciale.
Quanto alle suore consacrate, dell’èta prossima a quella di Matusalemme, il problema dell’accoglienza (ammesso che davvero sia di ordine religioso piuttosto che della materiale sopravvivenza fisica e di una attesa lavorativa) dei profughi deve vedersi nelle norme civili che -stando all’articolo- concederebbe l’assistenza dei Centri Profughi ai preti e non alle consacrate. Che si cambi la legge umana e non quella della Chiesa, se questo è vero.
Alle consacrate è noto che la benedizione dei profughi e dei sofferenti non è tolta loro, perchè la loro maternità abbraccia ogni figliolo in Cristo. Incomprensibile perchè debbano ricevere gli ordini sacri per dire una omelia quando c’è già un prete che ha detto Messa: mancherebe a costui la possibilità di far una predica? O si vuole spingere alla diaconia oggi per fare domani una …sacerdotessa??
No, l’articolo è tendenzioso perchè spinge verso soluzioni di problemi (carenza di preti) la cui causa è nella umanità deviata e distratta dalle cose di Dio e qui il sesso dell’officiante non salva la situazione di degrado generale dei battezzati, femmine e maschi che siano.
Suggerire il diaconato per chi già strenuamente combatte per aiutare e portare la luce di Cristo alla gente, non cambia certo le capacità di chi ha già in se la forza dello Spirito nel Battesimo e nella sua Confermazione. No, una diaconia materiale, già donata al servizio dei poveri e degli abbandonati, non ha bisogno di conferme sacramentali femminili, specie se è vero che dette donne sono già sature di impegni full time.
L’articolo dei gesuiti spinge a creare aspettative che non incrementano la capacità operativa delle donne, ma lo fa nominalmente cioè in modo inutilmente formale con un Sacramento e solo per chi non ha mai avuto voglia di confrontarsi con quella diaconia concreta e fattiva che le donne cristiane, quelle vere, già esercitano come missionarie nella loro vita e famiglia e nel loro ambiente: donne che quindi già portano la Parola e l’azione evangelica alla gente che incontra.
La Chiesa ha scelto da tempo solo la diaconia maschile, adattando le situazioni pregresse a quelle dei nostri tempi e non dovrebbe chiedere alle donne di esser diacone per tappare i buchi delle assenze maschili.
L’articolo, come la tecnica del Maledetto che usa mischiare verità alla menzogna, suggerisce un falso opportunismo per spingere a ciò che la Chiesa non vuole dare, inquinando realtà femminili con rimedi formali. Tale “do ut facias” non risolve minimamente la scarsa vocazione (degli uomini e delle donne ) ma ventila la possibilità di realizzare una carriera femminile che di fatto dimostra l’essere costretti a una soluzione di seconda scelta che invece offende le donne cristiane. Le donne cristiane non hanno bisogno di altri sacramenti per ciò che già fanno.
Condivido quanto è stato scritto in questo commento. Il Cardinale Padre Albert Vanhoye, gesuita che ho conosciuto di persona, commentando assieme la lettera omelia di Ebrei mi diceva gli ordini sacri sono per i maschi perché è nella natura del Sacerdozio essere maschio,. Gesù era maschio. Non ho ancora trovato negli scritti neotestamentari, nelle lettere di Paolo, nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli che le donne fossero ordinate diaconesse e tantomeno Sacerdotesse. Sono Cattolica e religiosa mi attengo al “depositum fidei” . Piuttosto i Sacerdoti diano buon esempio e si prodighino a coltivare vocazioni dei giovani maschi al diaconato e al Sacerdozio . Per questo prego continuamente. Noi donne siamo il cuore della Chiesa, come diceva Santa Teresa del Bambino Gesù e ci dedichiamo semplicemente e umilmente a compiti che ci competono . Grazie.
«1. Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea, 2. perché la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi, e le prestiate assistenza in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi; poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me.»
(Romani 16:1-2)
Vero,
ma ci sono anche lettere di S. Gerolamo a questo proposito.
Sta solfa mi ricorda l’altro ritornello sentito per decenni: le donne al.poter apporterebbero gentilezza e sensibilità.
Lo stiamo vedendo!
Le donne al potere eviterebbero la guerra.
Come no!!
Lo abbiamo visto e continuiamo a vedere realizzata anche questa possente profezia.
Beh…
Direi che le donne al.potere che mi vengono in mente mi risultano più violente, più volgari e bugiarde dei più volgari violenti e bugiardi dei maschi.
Le donne che oggi caldeggiano la guerra sono più inflessibili e arroganti e ciniche di certi dittatori …
Effettivamente abbiamo bisogno di provare come sarebbero le … pretesse.
Per completare il mosaico.
Benissimo! E poi, a parte la soddisfazione e la gioia delle femministe, nel mondo che cosa cambia?
Ho indugiato prima di proporre questo brano dall’Evangelo di Valtorta poichè gli occhi che non vogliono vedere qui sono davvero tanti. Gesù riconosce alle donne la loro grandezza spirituale ma non prefetizza la loro ordinazione con l’inserimento nell’ordine del sacerdozio. Gesù invece, per chi ha letto Valtorta, riconosce il sacerdozio regale di ogni consacrato battezzato particolarmente profondo e fattivo nell’ambito femminile.
[l’argomento è le donne]:
“dice Tommaso, e molti ridono dell’uscita:
«Certo. È vero. Ma sono più immonde di noi e…», risponde Bartolomeo.
«Ma va! Riguardo a immondezza!… Anche noi non siamo degli angeli. Ecco, io vorrei sapere se dopo la Redenzione sarà sempre così per la donna. Ci insegnano ad onorare la madre, ad avere il massimo rispetto alle sorelle, alle figlie, alle zie, alle nuore, alle cognate e poi… anatema di qua, anatema di là! Nel Tempio no. Avvicinarle, molte volte, no…
Ha peccato Eva? D’accordo. Ma ha peccato anche Adamo. Dio ha dato ad Eva il suo castigo ed è ben severo. Non basta?».
«Ma Toma! La donna è considerata impura anche da Mosè».
«Il quale senza le donne sarebbe morto affogato… Però, abbi pazienza, Bartolmai, però ti ricordo, anche che io non sia dotto come te, ma solo un battiloro, che Mosè cita le impurità carnali della donna perché noi la si rispetti, non per metterla all’anatema».
Gesù, che era avanti, proprio con le donne e con Giovanni e Giuda Iscariota, si ferma e si volta, e interviene:
«Dio aveva davanti un popolo moralmente e spiritualmente informe, contaminato da contatti con idolatri. Voleva di esso farne un popolo forte nel fisico e nello spirito. Dette come precetti le norme salutari alla robustezza fisica e salutari all’onestà dei costumi. Non poteva fare diversamente per frenare le cupidigie maschili, acciò i peccati per cui fu sommersa la Terra e arsa Sodoma e Gomorra non si ripetessero.
Ma nel tempo futuro la donna redenta non sarà così oppressa come lo è ora. Rimarranno i divieti di prudenza fisica, ma saranno levati gli ostacoli al suo venire al Signore. Io già li levo per preparare le prime sacerdotesse del tempo futuro».
«Oh! ci saranno le donne sacerdoti?!», chiede quasi sbalordito Filippo.
«Non mi fraintendete. Non saranno sacerdotesse come gli uomini, non consacreranno e non amministreranno i doni di Dio, quelli che voi non potete per ora sapere. Ma saranno della classe sacerdotale lo stesso, cooperando con i sacerdoti al bene delle anime, in molti modi».
«Predicheranno?», chiede incredulo Bartolomeo.
«Come già predica mia Madre».
«Faranno pellegrinaggi apostolici?», chiede Matteo.
«Sì. Portando la Fede molto lontano e, devo dirlo, con ancor più eroismo degli uomini».
«Faranno miracoli?», chiede ridendo l’Iscariota.
«Qualcuna farà anche miracoli. Ma non vi basate sul miracolo come sulla cosa essenziale. Esse, le donne sante, faranno anche molti miracoli di conversioni con la preghiera».
«Umh! le donne pregare al punto di fare miracoli!», borbotta Natanaele.
«Non essere chiuso come uno scriba, Bartolomeo. Secondo te cosa è la preghiera?».
«Il rivolgersi a Dio con le formule che sappiamo».
«Questo e più ancora. La preghiera è la conversazione del cuore con Dio e dovrebbe essere lo stato abituale dell’uomo.
La donna, per la sua vita più ritirata della nostra e per la sua facoltà affettiva più forte della nostra, è portata a questa conversazione con Dio più di noi. In essa ella trova conforto ai suoi dolori, sollievo alle sue fatiche, che non sono solo quelle della casa e del generare, ma anche quelle di sopportare noi uomini; trova ciò che asciuga i suoi pianti e riconduce un sorriso nel cuore.
Perché essa sa parlare con Dio e più ancora lo saprà in futuro. Gli uomini saranno i giganti della dottrina, le donne saranno sempre quelle che col loro orare sostengono i giganti e anche il mondo, perché molte sventure saranno evitate per le loro preghiere e molti castighi trattenuti. Perciò faranno miracolo, invisibile per lo più e conosciuto solo da Dio, ma non perciò irreale».
Grazie Giuseppina. Questo commento di Gesù è davvero superlativo, da 10 e lode.
Ma sembra che dopo 11 anni, ancora la maggioranza non ha capito, o finge di non capire, che l’obiettivo primario dell’antichiesa di JMB, già scomunicato da papa Leone X, perché eretico seguace di Lutero, è quello distruggere il sacramento del SACERDOZIO E CON ESSO IL S SACRIFICIO e L’EUCARISTIA.
Grazie purtroppo anche a tutti i sacerdoti e fedeli che, riconoscendolo loro capo, collaborano alle sue opere inique.
Ma è giunto il tempo che i veri cattolici, in obbedienza al richiamo del Signore, escono da quel covo di demoni che è la Babilonia di JMB….e ricostituisvono la Chiesa Santa di Gesù Cristo nelle catacombe.
Perché la Chiesa di Cristo è fondata sullo Spirito Santo e sul Sangue di Cristo e dei martiri suoi seguaci.
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È vero! Satana, per mezzo di Bergoglio, burattino della massoneria ecclesiastica, cerca di annullare il Sacerdozio contro il volere di Dio così espresso chiaramente in Valtorta: “lasciare liberi i ministri di Dio di continuare il Maestro.” e “mute sacerdotesse che predicheranno Dio col loro modo di vivere e che, senza altra consacrazione che quella avuta dal DioAmore, saranno, oh! saranno consacrate”.
Ringraziare me Gabriela? Ringraziamo il Figlio che amò la donna così come il Padre la volle, certo debole nel fisico, ma forte di un amore coraggioso, raro nell’uomo, ma così simile a quello Divino. Valtorta ci fa conoscere un Cristo che nella sua vita indicò il giusto modo, nuovo per quei tempi e raro per i nostri, di vedere la femminile essenza:
“E voi, amici miei, sappiate avere delle donne l’umiltà e la costanza, e abbattendo la superbia del maschio non spregiate le donne discepole, ma temperate la vostra forza, e potrei dire anche la vostra durezza e intransigenza, al contatto della dolcezza delle donne. E soprattutto imparate da esse ad amare, credere e soffrire per il Signore, perché in verità vi dico che esse, le deboli, diverranno le più forti nella fede, nell’amore, nell’osare, nel sacrificarsi per il Maestro loro che amano con tutte loro stesse, senza nulla chiedere, senza nulla pretendere, paghe solo di amare per darmi conforto e gioia.”
Cari lettori, non è necessario il Diaconato per le donne: lo hanno già! Dalla creazione, lo ebbero impresso “di serie” nel loro cuore da Dio e questa grazia espressa in capacità d’amore misericordioso, così difficile da trovare negli uomini, è ben descritta dalla Valtorta:
“Le infinite miserie del mondo possono essere curate da una donna molto più e meglio che dall’uomo, e all’uomo essere poi portate per essere completamente guarite. Vi si apriranno molti cuori, e specie femminili, a voi, donne discepole. Li dovete accogliere come fossero cari figli sviati che tornano alla casa paterna e che non osano affrontare il genitore. Voi sarete quelle che riconfortate il colpevole e ammansite il giudicante. Verranno a voi molti cercando Dio. Voi li accoglierete come pellegrini stanchi dicendo: “Qui è la casa del Signore. Egli subito verrà” e intanto li circonderete del vostro amore.
La donna sa amare. È fatta per l’amore. Essa ha avvilito l’amore facendone fame del senso, ma in fondo alla sua carne è sempre prigioniero il vero amore, la gemma dell’anima sua: l’amore spoglio del fango acre del senso e fatto di ali e profumi angelici, fatto di fiamma pura e di ricordi di Dio, della sua provenienza da Dio, e della sua creazione fatta da Dio. La donna –il capolavoro della bontà presso il capolavoro della creazione che è l’uomo: “Ed ora si dia ad Adamo la compagna perché egli non si senta solo”– non deve abbandonare gli Adami. Prendete dunque questa facoltà di amare e usatela nell’amore del Cristo e per il Cristo presso il prossimo.
Siate tutta carità presso i colpevoli pentiti. Dite loro di non avere paura di Dio. Come non sapreste fare questo, voi che madri o sorelle siete? Quante volte i vostri piccoli, i vostri fratellini non furono malati e bisognosi del medico! Ed avevano paura. Ma voi, con carezze e parole d’amore, avete levato questa paura e loro, con la loro manina nella vostra, si sono lasciati curare senza avere più il terrore di prima. I colpevoli sono i vostri fratelli e figli ammalati e temono la mano del medico, la sua sentenza… No. Non così. Ditelo, voi che sapete quanto è buono Iddio, che Dio è buono e non bisogna temerlo. […]
Siate madri e sorelle presso i santi. Anche essi hanno bisogno di amore. Si stancheranno e si consumeranno nella evangelizzazione. A tutto quanto è da fare non potranno arrivare. Aiutateli voi, discrete e solerti[…].
E poi verranno i tempi difficili, sanguinosi, feroci. I cristiani, anche i santi, avranno ore di terrore, di debolezza. L’uomo non è mai molto forte nel soffrire. La donna invece ha sull’uomo questa vera regalità del saper soffrire. Insegnatela all’uomo, sorreggendolo in queste ore di paura, di sconforto, di lacrime, di stanchezza, di sangue.
Nella storia nostra abbiamo esempi di magnifiche donne che seppero compiere atti di audacia liberatrice. Poi ve ne sarà un’altra… [Maria] ma dopo che Lei sarà stata, spesseggeranno le donne eroine del dolore e nel dolore, le donne conforto dei martiri e martiri esse pure, le donne angeli dei perseguitati, le donne, mute sacerdotesse che predicheranno Dio col loro modo di vivere e che, senza altra consacrazione che quella avuta dal DioAmore, saranno, oh! saranno consacrate e degne d’esserlo.”
Credo anche a nome di Tosatti, ringrazio lei Gabriela, la E.A. e tante altre che sono il sale del Blog di Tosatti. Come nella vostra vita, qui confermate di essere punti fermi di fede e amore come Gesù stesso disse delle donne che incontrò: nella carne delle donne “è prigioniero il vero amore”!
Cara Signora di tutti i popoli, davvero non credo di meritare tanta stima.
E comunque la ringrazio per qver postato queste stupende parole di Gesù sulla donna che, se da una parte toccano il cuore e incoraggiano…..d’altra parte mi inducono ad elevare a Lui questo mio grido:
“Oh Gesù, come vorrei essere anch’io fra quelle donne veramente capaci di soffrire e di amare, così da poter essere di sostegno e conforto ai miei cari, nelle ore di paura, di lacrime e di sangue… ormai prossime.
Ma se questo è ciò che vuoi da me e da tutti i Tuoi figli,
concedici la grazia di poterti ricevere ogni giorno sacramentale te in una messa valida in comuniine con la Tua Chiesa e mai più con quella anticristica dell’impostore JMB.
Perché tu lo sai, senza di Te noi non possiamo fare niente: SINE DOMINICO NON POSSUMUS❗️”.
PS:
Se qualche sacerdote di Treviso accoglie il mio accorato appello, mi contatti perfavore.
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Dopo la lettura di questi suoi portentosi interventi, a me carissima Signora di Tutti i Popoli, non si può che, con umiltà, devotamente e con grande Riconoscenza, pregare il Signore, Che delle Sue Creature Ha Fatto Meraviglie, affinché ogni donna, nella propria condizione ( di madre, di figlia, di moglie, di Consacrata…), possa riscoprire tutti i Tesori di cui il Signore l’ha impreziosita, e nel renderli fecondi e a Lui Graditi, faccia proliferare anche quelli di tutti coloro che il Signore Vorrà mettere al suo fianco, al suo ascolto, o sotto le sue materne cure, e possa così, sull’esempio di Maria, diventare un piccolo Tabernacolo di Eterna Gloria!
Cara Signora,
mi è oscuro il motivo per cui si debba credere, come parola rivelata, ad un apocrifo moderno, anzichè agli apocrifi antichi. Amore per il “romanzo”???
P.S. Da parte di una donna NON cattolicamente “fluida”.
Che si facciano rinchiudere in un manicomio criminale, questi traditori!